TERRITORIO E SICUREZZA Ludopatia, legittime le ordinanze

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TERRITORIO E SICUREZZA Ludopatia, legittime le ordinanze
TERRITORIO E SICUREZZA
Ludopatia, legittime le ordinanze sindacali che limitano gli orari delle sale giochi
Sono legittime le ordinanze del sindaco che riducono le ore di apertura delle sale gioco e di
funzionamento delle slot machines perché finalizzate a contrastare e prevenire il fenomeno del
gioco d'azzardo patologico. Lo afferma il Tar Veneto con le sentenze nn. 128 e 130 depositate il 7
febbraio.
Il caso
In entrambi i casi le società titolari di autorizzazione per sale giochi hanno impugnato le ordinanze
sindacali con cui sono stati limitati gli orari di funzionamento degli apparecchi con vincita in
denaro e quelli di esercizio delle sale, con rafforzamento dell'impianto sanzionatorio. Decisioni
adottate dai primi cittadini al fine di tutelare la salute pubblica e il benessere socio-economico dei
cittadini, essendo le ordinanze adottate ex art 50, comma 7, del Tuel, che regola il potere del
sindaco di coordinare e riorganizzare gli orari degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e dei
servizi pubblici.
L'analisi
Articolata la ricostruzione proposta dal Tar a supporto della non fondatezza dei ricorsi, che si
inoltra in ragionamenti di carattere sociologico. Affermano i giudici che nell'attuale momento
storico la diffusione del fenomeno della ludopatia costituisce un fatto notorio, rilevabile anche –
nei casi specifici – dai dati forniti dalle Ulss e dalla presenza di un “sommerso” difficilmente
quantificabile. Queste sole riflessioni sono sufficienti per smontare il difetto di motivazione
sollevato dalle imprese ricorrenti, posto che le ordinanze sono per questo finalizzate a tutelare la
salute pubblica e il benessere individuale e collettivo. L'altro fronte di attacco paventato è alla
libertà d'impresa e alle norme di liberalizzazione delle attività economiche. Ma anche da questo
versante il Tar evidenzia che la libertà di iniziativa economica non è assoluta, non potendo
svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e
alla dignità umana. Tanto che la normativa consente alle autorità pubbliche di porre limiti e
restrizioni all'attività economica per evitare danni alla salute, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità
umana e possibili contrasti con l'utilità sociale, così come riconosciuto dalla giurisprudenza anche
comunitaria. Alla luce di queste coordinate, il Tar reputa proporzionata la disciplina limitativa degli
orari di apertura dei pubblici esercizi in cui si svolgono attività di gioco o scommessa, in quanto
realizza «un ragionevole contemperamento degli interessi economici degli imprenditori del settore
con l'interesse pubblico a prevenire e contrastare fenomeni di patologia sociale connessi al gioco
compulsivo».
L'affidamento e l'omogeneità
I giudici non rilevano nemmeno la violazione del principio di affidamento, considerato che le
ordinanze trovano giustificazione nel forte aumento del numero delle persone affette da disturbi
del gioco d'azzardo e che gli imprenditori del settore erano a conoscenza o avrebbero dovuto
conoscere che la normativa europea e nazionale di riferimento consente alle autorità pubbliche di
porre quel tipo di restrizioni. Nemmeno avallano la disparità di trattamento rispetto a discipline
più favorevoli adottate da comuni limitrofi, atteso che i provvedimenti municipali esplicano la loro
efficacia solo nei rispettivi territori e che non sussiste alcun obbligo di disciplina omogenea.
Fonte: Il Sdole 24 Ore del 02/03/2017
Autore: Amedeo Di Filippo