di Genova - Infoteca

Transcript

di Genova - Infoteca
melting italy/2
Il polo servizi di San Benigno e
Sampierdarena visti dal lungomare
del Porto Antico.
Il cuore latino
di Genova
A Sampierdarena è cresciuta a dismisura negli
ultimi anni la presenza di immigrati ecuadoriani,
perlopiù impiegati nell’assistenza degli anziani.
Cambiando il volto di un quartiere in cerca di
identità dopo la chiusura di molte fabbriche
Testo: Francesca Niccolai
Foto: Stefano Caruso
Genova
N
ell’immaginario collettivo,
Genova multietnica è simboleggiata dal suo intricato
centro storico, con gruppetti di africani radunati sotto la Commenda di
Pré, il via vai di maghrebini lungo
i portici di Sottoripa, le crocchie di
sudamericani in Piazza Caricamento, i
negozi cinesi di Via San Luca. Ma per
i genovesi lo stereotipo dei «carruggi
trasformati in kasbah» è sorpassato.
La suggestione medievale dei labirinti
d’ardesia, l’arioso lungomare del Porto
Antico e l’atmosfera bohèmienne della
movida serale hanno riacceso l’amore tra la cittadinanza e i suoi vicoli.
Il centro storico è oggi popolato di
professionisti, giovani coppie, impiegati, e il prezzo degli attici sfiora il
mezzo milione di euro. Ai primi piani
continuano invece a vivere persone
disagiate, stranieri e studenti in affitto,
ma è proprio il condividere uno stesso
palazzo che ha favorito la crescita
multiculturale e la vivibilità nella città
vecchia.
Gli stranieri si
Il centro storico
sono stabiliti
è oggi popolato
inizialmente
di professionisti
nel centro stoe un attico costa
rico, per poi
mezzo milione
spostarsi nei
di euro. Invece
quartieri del
il Ponente offre
Ponente. Se un
prezzi accessibili
single si adatnei condomini
ta ai «bassi»
popolari del boom
dei carruggi,
industriale
il ricongiungimento familiare spinge a cercare una
vera casa. Inoltre gli affitti nei vicoli
sono sempre più cari, mentre il Ponente offre prezzi accessibili nei condomini popolari del boom industriale.
Così, mentre gli amministratori locali
giugno-luglio 2010 Popoli 41
melting italy/2
Secondo alcune stime, a Genova gli
immigrati ecuadoriani sarebbero 100mila,
un sesto della popolazione cittadina.
declamano che «il degrado si sta allontanando dal centro storico», altre
zone mugugnano perché il «degrado»
è arrivato da loro. È il caso di Sampierdarena, quartiere retroportuale
del Ponente, dove la popolazione immigrata è un quarto del totale, la più
consistente del capoluogo ligure.
DA MANCHESTER A QUITO
Ribattezzata «Manchester d’Italia»
nell’Ottocento, ai tempi degli stabilimenti tessili inglesi e del complesso
siderurgico dell’Ansaldo, Sampierdarena divenne la banlieue industriale
di Genova, richiamando manodopera
dalle altre regioni fino al climax
demografico degli anni CinquantaSettanta, tradottosi nella dissennata
cementificazione delle colline. Città
nella città più policentrica d’Italia,
Sampierdarena aveva un suo ospedale, decine di scuole, un giornale, un
teatro e diversi cinema. La popolazione era soprattutto operaia, ma vi
era pure un’elevata concentrazione
COME CAMBIANO LE NOSTRE CITTÀ
P
rosegue con questo articolo su Genova la serie «Melting Italy», inaugurata nel
numero di maggio con il reportage da Via Padova, a Milano. Cerchiamo di capire
come il tessuto sociale, economico e culturale di alcuni quartieri delle principali città
italiane si sta modificando a seguito dei processi di immigrazione. Tra le città che
«visiteremo» nei prossimi numeri, Torino, Roma, Palermo.
di professionisti e di laureati, oggi
quasi spariti. La deindustrializzazione
degli anni Ottanta ha colpito al cuore
Sampierdarena: inutile tentare la riconversione in polo servizi con i freddi grattacieli di San Benigno; inutile
disseminare di capannoni l’ex zona
industriale di Campi e trasformare in
centro commerciale quella di Fiumara, mandando in rovina i negozi del
quartiere. E in una realtà sociale logorata, la comparsa delle nuove etnie
ha fatto traboccare il vaso.
Mentre il commercio locale è in
crisi, proliferano le botteghe etniche: macellerie maghrebine, kebab,
parrucchieri africani, alimentari sudamericani, abbigliamenti cinesi, ristoranti ecuadoriani. Sono frequenti
gli episodi di violenza tra immigrati,
prospera la prostituzione est-europea,
innegabile l’aumento della microcriminalità: Sampierdarena è maglia nera nell’ordine pubblico e così, nell’ex
roccaforte del Pci, molti votano Lega
nord per pura protesta.
«Dicono che Genova è la Quito d’Italia - spiega Gianfranco, ferroviere
pensionato con L’Unità sottobraccio
- perché tutto l’Ecuador si è trasferito
qui. E Sampierdarena è la Quito di
Genova, ce li abbiamo tutti noi». I sudamericani sarebbero 18.500 secondo
il Comune, 30mila secondo la Caritas,
50mila secondo la stessa comunità
latina e 100mila (un sesto della popolazione urbana) secondo la vox populi: cifre da capogiro se paragonate ai
4.500 albanesi, 3.300 nordafricani e
2.700 romeni residenti nel capoluogo
ligure, tutti subissati dallo «tsunami
latino». Ma perché Genova è l’unica
città italiana dove gli ecuadoriani
costituiscono il principale gruppo di
immigrati?
PRIMA LE DONNE
Fino al 2003 l’Italia non richiedeva
visti d’ingresso ai cittadini ecuadoriani in fuga dalla catastrofica crisi
economica che strangolava il loro Paese. Le reti etniche hanno individuato
Genova quale città demograficamente
42 Popoli giugno-luglio 2010
Distribuzione di indumenti da parte dei
volontari della Comunità di Sant’Egidio.
ideale per un’emigrazione prevalente- familiari. Le sanatorie del 2002-2003
mente femminile: vecchia, longeva e hanno portato in città migliaia di micon oltre 50mila anziani soli, la Su- nori e di uomini ecuadoriani, benché
perba detiene il primato italiano nella le donne costituiscano tuttora i due
richiesta di «badanti», ritenute un’esi- terzi della comunità. Pur affezionati
genza primaria anche presso i ceti alle fidate badanti, i genovesi non
medio-bassi. Prontamente impiegate «gradiscono» la componente maschile
nell’assistenza domiciliare, le donne dell’immigrazione ecuadoriana e assai
sudamericane si sono ben integrate problematica risulta l’integrazione degli adolescenti, estirpati controvoglia
nel tessuto sociale urbano.
Marina, ecuadoriana di 46 anni, vive dall’Ecuador e trapiantati presso madri
da due anni a Sampierdarena (o Sam- che non vedono da anni, cui disconopierdareña come alcuni ormai chia- scono il nuovo ruolo di capofamiglia.
mano il quartiere), «ma sono a Genova Genova, poi, è l’opposto dei loro gusti,
dal 2001, solo che prima abitavo perché «i palazzi sono vecchi e le
dalla vecchietta che accudivo». Marina strade sono strette», protesta Manuel,
aveva lasciato in patria un matri- 16 anni. «Non so perché mia madre
monio fallito e tre bambini affidati non è andata negli Stati Uniti, dove
alla nonna. «Un’amica già residente tutto è grande, nuovo e pulito», gli
a Genova mi aveva trovato lavoro da fa eco il suo amico Byron che, come
una signora di 97 anni. È morta che tanti altri, insegue il sogno americano.
ne aveva 104, mi ci ero affezionata. «Genova è silenziosa, invece da noi c’è
musica dappertutto, per
Per me è stato un colpo,
strada, nelle case, sugli
non farò più la badante». La Superba
autobus. Qui ti guardano
Oggi Marina lavora come detiene
male appena alzi un po’
colf e ha fatto venire a il primato
la voce», lamenta un altro
Genova i suoi figli, per- italiano nella
adolescente.
ché «l’Ecuador non offre richiesta
Il concetto di socialità
nulla, meglio stare qui».
di «badanti»,
latina è agli antipodi di
Già, i ricongiungimenti ritenute
un’esigenza
primaria anche
presso i ceti
medio-bassi
quella genovese. Estremamente riservati e restii a frequentare gli spazi
pubblici, i genovesi amano l’intimità
e il silenzio. Al contrario, gli stranieri sono sanamente abituati
Città nella città,
a uscire, renSampierdarena
dendosi viera abitata da
sibili: usano
operai, ma anche
i mezzi pubda professionisti
blici, siedono
e laureati, oggi
sulle panchine,
quasi spariti. La
si riuniscono
deindustrializzazione
nelle piazze.
degli anni Ottanta
Quella latinoha colpito al cuore
americana è
il quartiere
una socialità
basata sulla musica, sul canto, sul
ballo... e sulla birra, sicché le fiestas si
risolvono spesso con denunce da parte del vicinato per disturbo della quiete pubblica. Michele, carrozziere di
35 anni, osserva che «Sampierdarena
ormai è un quartiere-dormitorio. Qui
sono tutti vecchi, vanno a dormire
con le galline, hanno il sonno leggero.
Chiaro che, quando i sudamericani
hanno provato ad aprire una discoteca tutta loro, il Mambo, gliel’hanno
fatta chiudere subito».
giugno-luglio 2010 Popoli 43
melting italy/2
Una delle strade principali di Sampierdarena.
La riconversione post-industriale non è
riuscita a dare un’anima a questa che era
una «città nella città».
I ragazzi latinos amano ritrovarsi nelle
discoteche di musica caraibica - «dove
i genovesi non vengono, perché non
gli piace ballare», precisa Ester, studentessa - o al centro commerciale della
Fiumara. Trapela una tenace difesa
identitaria e linguistica, espressa nella
frequentazione esclusiva dei connazionali, mentre si elabora un atteggiamento ambiguo
nei confronti delle
Le donne
pandillas, le bande
sudamericane
giovanili oggetto
si sono ben
di una martellante
integrate nel
campagna mediatessuto sociale
tica condotta dai
urbano. Più
problemi sono nati quotidiani genovesi e nazionali.
con gli uomini
Portando alla rie gli adolescenti
balta episodi di
arrivati al
microcriminalità
seguito
che coinvolgono
giovani ecuadoriani, i media hanno
attirato sugli adolescenti latinos un’eccessiva visibilità che, se da un lato ha
condotto alla stigmatizzazione dell’intera comunità sudamericana, rischia
dall’altro di esaltare una gioventù
bisognosa di affermazione identitaria,
non importa se in negativo.
(MAL)VISTI DAGLI ALTRI
L’integrazione latina si scontra con
altri fattori. Nella Sampierdarena
multietnica, albanesi e nordafricani,
residenti di lunga data, non digeriscono il massiccio afflusso di latinos:
«Vengono da un altro mondo, noi
44 Popoli giugno-luglio 2010
stessa Arci organizza doposcuola e
attività rivolte ai bambini e agli adolescenti stranieri.
Da parte sua, la Comunità di Sant’Egidio ha avviato una scuola di italiano
per stranieri, mentre il suo centro
«Genti di pace» distribuisce ogni due
settimane pacchi di generi alimentari
e indumenti a 200 stranieri. I volontari sono anziani sampierdarenesi ben
lieti di rendersi utili, perché «l’integrazione esiste eccome - spiega Roberta
Graffione, responsabile delle attività
per Sampierdarena -, ma è fondamentale che la gente si incontri: quando
almeno siamo europei, mediterra- le persone si conoscono i pregiudizi si
nei», spiegano Ida, barista albanese, sciolgono e il razzismo scompare».
e Omar, magazziniere marocchino. Particolarmente attiva è l’Opera Don
Ridvan, albanese laureando in Eco- Bosco, il cui direttore, don Remo Ricnomia, ha un punto di vista duris- ci, si è fatto promotore del progetto
simo sull’immigrazione ecuadoriana: «Mondo senza frontiere: solo l’inte«Ve la siete cercata! Noi albanesi grazione crea sicurezza», che offre
non lasciamo i nostri anziani da soli, agli immigrati corsi di italiano, lezioni
quindi non ci servirà mai la badante, sulla storia d’Italia e d’Europa, un
che è l’ennesimo “vizio” della società corso di gestione di attività sportive
italiana. Sono lavori inventati per e un corso per badanti. «La gente degiustificare la presenza sudamericana nuncia episodi di microcriminalità e
in funzione antimusulmana».
bisogna evitare che l’invivibilità sfoci
Da parte loro, gli italiani tentano la fu- nell’intolleranza - spiega don Remo
ga. Su ogni portone è affisso un «Ven- -, quindi la necessità più impellente è
desi», ma nelle zone a maggior densità l’integrazione con questi nuovi amici,
latinoamericana i prezzi sono in ca- attraverso l’accoglienza, l’educazione
duta libera, 1.200-1.300 euro al metro alla cittadinanza e la formazione lavoquadro contro i 2.000 di qualche anno ro». Il Don Bosco ospita l’Università di
fa. «Parecchi ecuadoriani comprano Loja per l’istruzione a distanza, sostegli appartamenti dei sampierdarenesi nuta anche dai gesuiti, e la scuola sufuggiti altrove o quelli degli anziani periore «José María Vélaz», intitolata
deceduti, contraendo pesanti mutui al gesuita che, nel 1955, fondò il moche pagano subaffittando una stanza vimento «Fe y Alegría» per diffondere
ai loro connazionali», spiega un agen- l’istruzione tra i poveri dell’America
te immobiliare della zona.
latina, mentre l’affollatissimo oratorio
Poi c’è chi, anziché scappare o mu- è diretto dall’energico don Karim Magugnare, prova a pensare positivo e djidi, già interprete di papa Giovanni
ad agire. Le associazioni del quartie- Paolo II per le relazioni con l’Iran.
re - Ciclistica, Spataro, Fratellanza e Gli ampi cortili del Don Bosco, stipati
Amicizia, Avellini - cerdi ragazzi di ogni nacano di porsi quali punti Molti italiani
zionalità che giocano a
di riferimento per i nuo- vendono casa,
calcio e a basket, sono un
vi arrivati. La Ciclistica, ma ci sono
gioioso microcosmo doin collaborazione con anche molte
ve non esistono problemi
l’Arci, offre uno sportel- associazioni
di convivenza. Forse la
lo di orientamento per di quartiere
Sampierdarena del futuro
gli immigrati, mentre la che si pongono
sta crescendo qui.
quali punti
di riferimento
per i nuovi
arrivati