Introduzione _LIDAR
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Introduzione _LIDAR
Il particolato atmosferico È costituito da particelle fini di solido o liquido sospese in un gas (aerosol). Esse rappresentano i costituenti dell’atmosfera terrestre allo stato solido o liquido, mentre le molecole di azoto, ossigeno, argon ecc. costituiscono la parte gassosa. Principali fonti naturali: traspirazione vegetale, residui di sali marini, sabbie desertiche, polvere interplanetaria, eruzioni vulcaniche ecc; Fonti di origine antropica: prodotti di combustione, attività industriali, combustibili fossili e di biomasse, i VOC (Composti Organici Volatili) ecc.. Dimensioni: Da 0.01micron a 1 cm. Il ruolo degli aerosol nel bilancio climatico è complesso e non completamente chiarito. Essi influiscono sul bilancio radiativo sia in modo diretto, attraverso la diffusione e l’assorbimento di radiazione elettromagnetica, sia in modo indiretto, agendo come nuclei di consensazione nella formazione di nubi. Sebbene si possa ritenere che il ruolo netto degli aerosol atmosferici sia di produrre un raffreddamento, la grande variabilità delle proprietà chimico fisiche e della loro distribuzione spaziale e temporale rende molto difficile valutare con affidabilità la loro influenza sul clima. La limitata conoscenza delle loro caratteristiche, della distribuzione spaziale e della evoluzione temporale costituisce quindi uno dei principali ostacoli per una dettagliata valutazione del bilancio radiativo e dei cambiamenti climatici. La tecnica LIDAR La tecnica Lidar (acronimo di Light Detection and Ranging) è una tecnica laser non invasiva, particolarmente adatta allo studio degli aerosol atmosferici. Essa consiste nell’inviare in atmosfera impulsi laser di breve durata e nella rivelazione della piccola frazione di luce che il particolato atmosferico e le molecole di gas diffondono verso il basso. Il tempo intercorso tra l’invio e la ricezione dell’impulso permette di determinare la posizione dei diversi strati, mentre l’analisi della radiazione rivelata contiene informazioni sulle caratteristiche chimico-fisiche e sulla concentrazione dei componenti atmosferici incontrati. 1 Schema di un apparato LIDAR Cosa si misura La tecnica Lidar ha molte applicazioni diverse. Nell’applicazione al particolato essa consente di determinare numerosi parametri, punto per punto in funzione della quota dal suolo e del tempo. Quindi fornisce misure rappresentative della distribuzione del particolato e delle sue proprietà, lungo la traiettoria del fascio laser. Parametri ottici del particolato Coefficiente di retrodiffusione ( backscattering coefficient) : generalmente indicato con il simbolo β , esso misura la frazione di energia incidente che viene retrodiffusa dal particolato entro un determinato angolo e da un determinato spessore. Dipende dalla natura e dalla concentrazione del particolato. Si misura in m-1sr-1. Rapporto di retrodiffusione ( scattering ratio): Indicato con SR, è il rapporto tra l’intensità totale della luce retrodiffusa e la frazione che sarebbe diffusa da un’atmosfera ideale, priva di particolato. Esso quindi assume valori sempre superiori ad 1 (atmosfera ideale) e tanto più grandi quanto più è elevato il contenuto di particelle. Indice di colore (color index): La proprietà delle particelle di diffondere la luce dipende dalla lunghezza d’onda della radiazione incidente (colore). L’indice di colore (CI) è una misura di questa dipendenza. Il suo valore dipende dalle caratteristiche chimico-fisiche del particolato, ma non dalla sua concentrazione. È quindi utile per discriminare il tipo e la dimensione del particolato. Assume valori variabili tra -1 (particolato grande, 2 tipicamente polveri minerali e sabbia desertica ecc.) e +4 (il massimo valore corrisponde al contributo delle molecole di gas). Coefficiente di estinzione (extinction coefficient): Indicato con il simbolo α , esso rappresenta la riduzione di flusso di energia luminosa per unità di lunghezza nella direzione di propagazione del fascio laser. Dipende dalla natura e dalla concentrazione del particolato. Si misura in m-1. Altezza dello Strato Limite Planetario (PBL): lo Strato Limite Planetario è lo strato di atmosfera a diretto contatto con il suolo. E’ in esso che si svolge la quasi totalità delle attività umane. Ha grande importanza sia perché esso governa gli scambi di calore tra suolo ed atmosfera sia perché in esso vengono immessi tutti gli inquinanti prodotti dalle attività umane. La variazione della temperatura dell’atmosfera con l’altezza determina condizioni per le quali il PBL costituisce una specie di barriera per la diffusione degli inquinanti a quote superiori. La sua altezza, in generale compresa tra poche centianaia di metri e 2-3 chilometri, varia con una andamento giornaliero ed un andamento stagionale. Essa è massima nelle ore di massima insolazione e minima nelle ore notturne. L’altezza del PBL varia inoltre in funzione delle caratteristiche morfologiche del luogo ed anche del tipo di uso del suolo e puo’ risultare significativamente diversa in siti disposti anche a breve distanza l’uno dall’altro. 3 La stazione LIDAR di Napoli La stazione Lidar di Napoli si trova nella zona Nord-Ovest della città, quartiere Fuorigrotta, ubicata presso il Laboratorio di Fisica Atomica ed Applicazioni Laser del Dipartimento di Scienze Fisiche dell’Università Federico II, all’interno del Complesso Universitario di Monte Sant’Angelo, in Via Cinthia. Le coordinate geografiche del sito sono: Latitudine: 40°50’ 18’’N Longitudine: 14°10’ 59’’E Altezza: 118 m sul livello del mare. Immagini del LIDAR La stazione è basata su di un dispositivo lidar operante a diverse lunghezze d’onda che viene continuamente aggiornato. La configurazione attuale perrmette di misurare direttamente e simultaneamente: coefficiente di retrodiffusione aerosolica a 2 lunghezze d’onda rapporto di retrodiffusione coeffciente di estinzione aerosolica a due lunghezze d’onda depolarizzazione aerosolica vapor d’acqua 4 altezza dello strato limite I suddetti parametri sono misurati con una risoluzione di 60 m, fino alla quota massima di circa 25 km. Nel sito è localizzata anche una stazione che misura parametri meteorologici: pressione, temperatura, umidità relativa, direzione e velocità del vento al suolo, L’attività LIDAR si svolge nell’ambito del coordinamento scientifico del CNISM, il Consorzio Nazionale Interuniversitario per la Fisica della Materia, del quale l’Università di Napoli Federico II è uno dei soci fondatori. La stazione Lidar di Napoli opera all’interno di una rete europea (EARLINET - European AeReosol LIdar NETwork) che si propone come obiettivo la caratterizzazione degli aerosol atmosferici su scala continentale. Inoltre essa partecipa al progetto ESA-CALIPSO dell’Agenzia Spaziale Europea con obiettivo di intercalibrare la tecnologia lidar di controllo degli aerosoli atmosferici da satellite ( Missione Calipso della NASA) con le applicazioni da terra Staff Prof. Nicola Spinelli, Dipartimento di Scienze Fisiche, Università di Napoli Federico II Dott. Xuan Wang , CNR-INFM Coherentia All’attività hanno collaborato: Dott.ssa Libera Nasti, Dottoranda Università di Napoli Federico II Dott.ssa Xiaomei Lu, Dottoranda Dott.ssa Yiming Zhao, Dottoranda Sivia Romano, studendessa del corso di Laurea in Fisica, Università di Napoli Federico II Antonio Ciervo, sudente del corso di Laurea in Fisica, Università di Napoli Federico II 5 La campagna di misura La campagna di misura è iniziata il 5 Luglio 2007 ed è terminata il 29 Settembre 2008. Le misure Lidar effettuate hanno consentito di studiare il particolato fine su Napoli e la sua evoluzione diurna e stagionale. Il programma ha riguardato una misura settimanale per un periodo di 15 mesi; nel complesso sono state effettuate misure per 67 giorni. Per ciascuna misura settimanale sono state effettuate effettuate 5 ore di acquisizione dei dati distribuite nel corso di una singola giornata, onde consentire di seguire l’evoluzione temporale della distribuzione degli aerosol sul sito di misura: tipicamente al mattino prima dello sviluppo completo dello strato limite, nelle ore di massima estensione dello strato (mezzogiorno), durante le ore di relativa stabilità pomeridiana, al tramonto e nelle ore serali. Parametri misurati Misure diurne: - Profili verticali del rapporto di retrodiffusione alle lunghezze d’onda di 355nm (UV) e 532nm (Visibile); esso fornisce una misura del profilo del carico aerosolico totale presente in atmosfera; - Profili verticali dei coefficienti di retrodiffusione aerosolici alle lunghezze d’onda di 355nm e 532nm; tali coefficienti sono determinati a partire dalle misure di diffusione elastica, attraverso l’applicazione di algoritmi di analisi che fanno uso del rapporto tra estinzione e retrodiffusione (lidar ratio) che, a sua volta, è valutato tramite l’utilizzo di ipotesi sulla tipologia di aerosoli e per mezzo di estrapolazione delle misure effettuate nelle ore serali. - altezza dello strato limite planetario e delle eventuali stratificazioni; - misura del coefficiente di Angstrom degli aerosoli per ciascuna stratificazione osservata; tale coefficiente costituisce un paramentro caratteristico del tipo di aerosol. Misure serali: - profili verticali del rapporto di scattering alle lunghezze d’onda di 355nm e 532nm; - misura diretta del profilo del coefficiente di estinzione aerosolico a 355nm; - misura diretta del profilo del coefficiente di retrodiffusione aerosolica a 355nm con la tecnica Raman; - coefficiente di retrodiffusione alla lunghezza d’onda di 532nm, analogamente a quanto viene fatto nelle misure diurne; 6 - altezza dello strato limite planetario, della base delle nubi e delle eventuali stratificazioni; misura del coefficiente di Angstrom per ciascuna stratificazione osservata. 7