La testimonianza della Parola nel periodo di AVVENTO
Transcript
La testimonianza della Parola nel periodo di AVVENTO
CHIESA S.ANTONIO GIANELLI – FABIANO B. GRUPPO FAMIGLIE FABIANO ASSOCIAZIONE FAMIGLIA DI NAZARETH La testimonianza della Parola nel periodo di AVVENTO “MAESTRO,COSA DOBBIAMO FARE?” Canto: Rit. Dall'aurora io cerco te, fino al tramonto ti chiamo, ha sete solo di te l'anima mia come terra deserta. (2 volte) Non mi fermerò un solo istante, sempre canterò la tua lode, perché sei il mio Dio, il mio riparo, mi proteggerai all'ombra delle tue ali. Rit. (1volta) Non mi fermerò un solo istante, io racconterò le tue opere, perché sei il mio Dio, unico bene, nulla mai potrà la notte contro di me. Rit. (1 volta) Finale Ha sete solo di te l'anima mia come terra deserta. Dal Vangelo di Luca In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?».Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe». Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo. "COSA DOBBIAMO FARE?" L’annuncio profetico di Giovanni Battista trova un’eco in quelli che lo ascoltano. Vanno da lui per domandargli: “Cosa dobbiamo fare?”. Giovanni si rifà alla tradizione dei profeti e risponde che la condizione necessaria è il compimento del comandamento dell’amore del proprio prossimo, espressione reale dell’amore di Dio. Giovanni non esige dagli altri la durezza della vita che egli conduce, non disapprova neanche le attività proprie dei laici che vanno verso di lui. Tuttavia, egli sa indicare a ognuno quello che deve convertire in se stesso, e come realizzare i propri doveri verso il prossimo, e nello stesso tempo indicare loro chiaramente dove risiedono l’ingiustizia e l’errore che devono essere superati, chiede di ascoltare e mettere in pratica la parola di Dio. Giovanni Battista nel deserto, suggerisce di attendere Gesù con parole chiare: mettere alle spalle gli sbagli, che ci separano da Dio. Quando gli si domanda se egli è il Messia, Giovanni Battista risponde di no, con umiltà proclama che il Messia si trova sulla terra, che lui solo possiede il battesimo vero e non sarà solo con l’acqua, ma con lo Spirito Santo e fuoco, per tutti coloro che vorranno vivere la conversione completa. Solo il Messia potrà riunire il frumento e bruciare la paglia in un rogo, dettare il giudizio della misericordia. Giovanni non si ritiene degno neanche di slegare i sandali al Messia; a lui, Giovanni, è stato solo chiesto di preparare il cammino del Signore. Preghiamo....aiutaci Signore ad imparare da Giovanni l'umiltà , la consapevolezza di essere semplicemente “voce” che annuncia, la determinazione di tracciare ed indicare una via, per questo diciamo insieme....Padre nostro CANTO:JESUS CHRIST YOU ARE MY LIFE Jesus Christ you are my life alle-luia , alle-lu---ia / Jesus Christ you are my life you are my life allelu—ia Tu sei via sei Verità, Tu sei la nostra Vita camminando insieme a te vivremo in Te per sempre Rit ci raccogli nell'unità riuniti nell'amore nella gioia dinnanzi a te cantando la Tua gloria Rit. nella gioia cammineremo portando il Tuo vangelo testimoni di carità figli di Dio del mondo "COSA DOBBIAMO FARE?"Credo che tutti avvertiamo il particolare clima natalizio, che è attesa di "novità", o di gioia, a seconda di come viviamo questo incredibile evento di Dio che viene in mezzo a noi, come uno di noi, per farsi carico della nostra vita e trasformarla. Viene da pensare alla grande schiera dei nostri contemporanei, che vivono nella loro sicurezza senza condividere nulla con chi lotta per la sopravvivenza; alla spaventosa massa di criminali, che fanno dell'usura, della rapina o del furto, più o meno palese, più o meno coperto o a volte 'legalizzato', la regola per 'far fortuna'. Magari tutti costoro ascoltassero Giovanni il Battista! Mi si fece vicina una ragazza, che chiese di poter camminare accanto a me_ Mi accorsi presto che era una tossicodipendente, ma il suo volto ispirava tanta tenerezza. "Perché lo fai?" chiesi un poco ingenuamente, alludendo alla droga. "Perché lo faccio? - mi rispose - perché è bello. Cosa mi avete insegnato voi preti di diversamente bello? Chi è mai Cristo, che voi dite essere la verità e la gioia? Se veramente è quello che voi dite che sia, perché non si fa vedere?". Uscivano domande ed imprecazioni a getto continuo, che erano urla di disperazione. Faceva veramente compassione quel volto sfregiato dalla confusione e dal dolore. Non aveva vergogna di buttarmi in faccia il suo animo, che forse aveva sognato una vita bella e si era trovato, senza che lei ne sapesse spiegare il perché, in una palude, che non offriva uscite. Urlava tanto da attirare l'attenzione dei vicini. Io non osavo neppure interrompere e mi lasciavo sommergere da tutta quella rabbia. "Cosa posso fare?" furono le sue ultime parole - la stessa domanda rivolta al Battista-. Chinammo il capo tutti e due, come in cerca di risposte. Nel silenzio mi passavano davanti agli occhi tantissimi come lei, fino a confondermi. Più tardi presi un foglio e scrissi questa preghiera: "Signore, questa sera, non ho più voce, se non per dirti parole vuote: insegnami a pregare. Signore, non so più trovare in questo mondo, pieno di voci che tradiscono, la voce che giunge a Te: insegnami a pregare. Signore, ora ti sto gridando che la mia vita e di tanti è cosi vuota di senso, che non vogliamo neppure credere che il vero senso della vita sei Tu: insegnami a pregare. Signore, ci rimproveriamo che ormai siamo incapaci di amare, non ci ricordiamo che ogni amore viene da Te: insegnami a pregare. Signore, questa sera, vorrei farTi vedere a questa mia sorella, che è sfatta da una vita sbagliata e il mio volto è diventato un pezzo di ghiaccio per il dolore che vivo con lei: insegnami a pregare. Signore, sono confuso al punto che mi pare di vivere balbettando, non sapendo neppure più cosa dire: insegnami a pregare. Signore, vorrei regalare a questa mia sorella e a tantissimi come lei, un sorriso che dica 'Dio ti ama teneramente come la pupilla dei Suoi occhi' ed invece ho gli occhi pieni di lacrime." Le feci avere la preghiera. Quella ragazza, si chiamava Nadia, mi rispose: 'Le avevo chiesto di tenermi compagnia, perché mi sentivo insicura. Lei ha accettato di cuore ed io l'ho sommersa con la mia rabbia e con la voglia di uscire da questo tunnel. Le ho fatto tanto male?'. Incontrandola le diedi la risposta: 'Non importa, quello che conta è che tu ora abbia intravista la speranza'. Oggi Nadia è diversa, tutt'altra cosa. Per Nadia, quel giorno, è stato Natale. (Mons. Antonio Riboldi 13.12.2009) Signore perché finalmente noi impariamo a pregare, ti diciamo insieme....Padre nostro... Questo significativo passo del Vangelo ci riporta ad una scena in cui la gente, il popolo di quell'epoca vive in una sorta di confusione. Forse perché ha già sentito parlare del Messia e ascoltando le parole di Evangelizzazione di Giovanni è portato quasi a scambiarlo per Gesù stesso. In effetti leggendo, ci accorgiamo che egli non è il Messia, già dal modo in cui Giovanni risponde alle domande che incalzano da parte di coloro che hanno il desiderio di compiere il bene nella propria vita, perché risponde ancora secondo gli antichi precetti. Nessuno ha ancora idea del cambiamento radicale che porterà Gesù arrivando a far comprendere ai Suoi che amare significa essere pronti a dare la vita per l'altro. Questa è la dimensione invalicabile a cui dovremmo tendere durante ogni istante della nostra vita. E' interessante sottolineare che la preparazione all'arrivo di Gesù fatta da Giovanni è come quella fase che attraversa ciascun uomo di buona volontà che sente il desiderio di convertirsi a Cristo ma che prima di poter lasciare tutto per seguirlo ha bisogno quasi di una disintossicazione dalla condotta di vita precedente. Questa disintossicazione non è altro che Giovanni che ci dice come comportarci bene nei confronti del prossimo. Questo però è solo l'inizio perché si può affermare che è facile dare agli altri quando noi ne abbiamo in abbondanza, diverso è dare agli altri rinunciando al nostro! Preghiamo: In preparazione al Natale proviamo ad effettuare questa graduale disintossicazione per poi proporci un pieno abbracciare la vita cristiana per questo diciamo insieme ...Padre nostro.... Affinché il giorno di Natale non ci piombi addosso come una disgrazia, siamo chiamati ad alzare lo sguardo, a non permettere che il nostro cuore si appesantisca a causa delle troppe preoccupazioni. Dio, stanco di essere male interpretato, scende a raccontarsi e lo fa, al solito, con un percorso nuovo, inatteso, lontano dai nostri schemi mentali.Non sceglie la disponibilità della moglie dell’Imperatore, ma l’ingenua e solida accoglienza di un’adolescente di Nazareth; la sua Parola non scende sui potenti dell’epoca, ma su Giovanni il Battezzatore che ci invita a preparare il Natale. Non siamo qui a far finta che poi Gesù nasce, siamo qui a spalancare il cuore affinché egli trovi accoglienza, a liberare il nostro pensiero contorto, a colmare i crateri delle nostre ferite, ad abbassare il delirio di onnipotenza che ci impedisce di incontrare Dio perché egli non sta in alto, ma si abbassa... La gente che da Gerusalemme è scesa nei pressi di Gerico per vedere Giovanni il Battezzatore, profeta ardente di passione, resta turbata, scossa. E se avesse ragione lui? Se, sul serio, la vita non fosse quel caos inestricabile che ci dona più fatica che gioia? Qualcuno, timidamente si avvicina al profeta e chiede: “Che cosa dobbiamo fare?”.“Che cosa dobbiamo fare?” è anche la domanda che sorge nel nostro cuore quando ci guardiamo dentro, quando lasciamo che il silenzio evidenzi, smascheri la nostra sete di felicità e di bene, quando una tragedia ci ridesta alla durezza e alla verità della vita, quando vogliamo prepararci ad un Natale che non resti solleticamento emotivo ma diventi conversione e luce e pace. “Che cosa dobbiamo fare?” e il mondo ci risponde: “Sistemati, lavora, guadagna, riposati, curati, regalati emozioni, lasciati andare, sballa...”. Conosco molte persone che sono convinte che basterebbe essere più alti, più snelli, più ricchi, avere accanto persone diverse, per essere felici. Ma queste cose saranno davvero capaci di riempire il cuore? E se investissimo tutte le nostre energie nel posto sbagliato? Se ci accorgessimo alla fine della vita che la strada da imboccare era un’altra? E se il mondo non sapesse - sul serio - darci risposte? E per mascherare questo vuoto lo riempisse di parole? Giovanni risponde in maniera dolce e sorprendente: consigli spiccioli, all’apparenza banali, ben diversi dai proclami che ci aspetteremmo, dalle scelte radicali che dovrebbe proferire: “condividete, non rubate, non siate violenti...” Tutto lì? Restiamo stupiti, un po’ delusi. Giovanni ha ragione: dalle cose piccole nasce l’accoglienza. Perché forse anche a voi, come a me, succede di immaginarmi, anche nella fede, capace di improbabili eroismi: partirò in Africa volontario – e intanto non vedo la mia dirimpettaia anziana sola - andrò una settimana in monastero nel silenzio - e intanto non trovo neppure cinque minuti di preghiera al giorno - dedicherò del tempo alla riflessione - e non ho neppure il coraggio di depennare qualche riunione dall’agenda al collasso...Giovanni ha ragione, fai bene ciò che sei chiamato a fare, fallo con gioia, fallo con semplicità e diventa profezia, strada pronta per accogliere il Messia. Sii onesto, non essere prepotente, condividi.Diventa eroico, anche oggi, nell’onestà sul lavoro, nell'essere persona mite in un mondo di squali, nei gesti di gratuità. Dio si fa piccolo. Nei piccoli atteggiamenti ne rintracciamo la scia luminosa. (P.Curtaz) Canto La tenda: Signore com'é bello, non andiamo via, faremo delle tende e dormiremo qua. Non scendiamo a valle, dove l'altra gente non vuole capire quello che Tu sei. Quando vi ho incontrato eravate come loro con cuore di pietra tardi a capire, ciò che io dicevo non lo sentivate é pazzo si pensava non sa quello che dice Ma il vostro posto é là, là in mezzo a loro l'amore che vi ho dato portatelo nel mondo. Io sono venuto a Salvarvi dalla morte sì mio Padre mi ha mandato e io mando voi.Adesso che capite cos'é la mia Parola volete stare soli e non pensare a loro a cosa servirà l'amore che vi ho dato se la vostra vita da soli vivrete. Scendete nella valle vivete nell'amore da questo capiranno che siete miei fratelli parlategli di me arriveranno al Padre se li saprete amare la strada troveranno.Ma il nostro posto é là, là in mezzo a loro e l'amore che ci hai dato noi portiamolo nel mondo. Tu sei venuto qui a salvarci dalla morte sì Tuo Padre ti ha mandato e Tu mandi noi. Andiamo incontro, subito, al Signore che viene...... LA QUARTA E ULTIMA MEZZORA DI PREGHIERA DEL PERIODO DI AVVENTO SI SVOLGERA' VENERDI' 21 DICEMBRE PRESSO LA CHIESA PARROCCHIALE DI VALDELLORA ALLE ORE 20.45