confronto sistemi certificazione ambientale
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Area Energia PROGETTO GREEN COMUNITIES RAPPORTO I-COM LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI: UN CONFRONTO TRA I PRINCIPALI SISTEMI Marzo 2012 Via del Quirinale, 26 – 00187 - Roma - tel. 06 4740746 – fax. 06 4746549 www.i-com.it – [email protected]; 2 RAPPORTO I-COM LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI INDICE 1 INTRODUZIONE ................................................................................................................................ 5 2 IL METODO BREEAM ....................................................................................................................... 6 3 IL SISTEMA LEED .............................................................................................................................. 9 4 GBTOOL ..........................................................................................................................................15 5 LE CERTIFICAZIONI AMBIENTALI E GLI ENTI LOCALI: ESPERIENZE ITALIANE .......................... 19 6 SISTEMI A CONFRONTO ................................................................................................................ 24 RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI 5 1. INTRODUZIONE La certificazione energetica degli edifici, descritta nel capitolo precedente, si configura come lo strumento di controllo obbligatorio attraverso il quale poter valutare le prestazioni energetiche del sistema edificio impianto, sia sotto il profilo dei consumi che di CO2 conservata. La qualità complessiva di un edificio, tuttavia, deve essere definita anche attraverso la valutazione di altri fattori, che vengono necessariamente coinvolti qualora si vogliano raggiungere risultati di ottimizzazione del costruito, quali il rapporto con il contesto di intervento, il livello di comfort e la qualità della vita. Valutare complessivamente le ripercussioni sull’ambiente naturale, a seguito delle scelte progettuali, durante l’intero ciclo di vita di un edifico, rappresenta una tappa obbligata per poter determinare la qualità dell’ambiente abitato. La sola valutazione dei consumi energetici di un edificio, quindi, non basta a definire l’impatto che la sua costruzione, la sua gestione e la sua eventuale dismissione finale hanno sulla salute degli utenti e sul futuro dell’ambiente. Proprio per questi motivi, negli ultimi anni, sono stati sviluppati numerosi sistemi di valutazione ambientale, molti dei quali sono in continua evoluzione e aggiornamento, così da poter affrontare il tema della qualità del costruito secondo una visione più ampia, in riferimento alla sostenibilità applicata al comparto edilizio. Tali sistemi di valutazione utilizzano importanti indicatori che sono riconducibili ad aspetti tecnico-economici (fisico-tecnici, meccanici, chimici, ecc.) ed ambientali (metodologie di valutazione dell’ eco-sostenibilità come la Life Cycle Assessment), gli stessi che vengono considerati, parzialmente o integralmente, anche dagli strumenti di valutazione a punteggio, i cosiddetti eco-tools. Nelle valutazioni gli eco-tools sono metodi d’analisi più generali, utili per valutare la sostenibilità ambientale di un edificio, a seguito dell’integrazione e della sinergia delle diverse strategie, finalizzate al miglioramento dell’eco-efficienza. L’analisi viene in generale estesa ai seguenti ambiti: - qualità ambientale degli spazi interni; - consumo di risorse e material; - consumo d’energia; - impatto sull’ambiente esterno; 6 RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI - qualità del servizio. Gli utenti di tali sistemi possono ottenere un’indicazione precisa della performance globale dell’edificio potendo definire in modo oggettivo la qualità ambientale dello stesso, grazie anche al livello di accuratezza e di definizione ormai raggiunto da tali strumenti. L’obiettivo principale è quello di poter valutare le possibili scelte progettuali evidenziando, di volta in volta, i vari livelli di compatibilità ambientale raggiunti dall'edificio in esame. Ricorrono all’uso di tali strumenti anche i professionisti o le imprese che intendono comunicare la loro capacità di realizzare, programmare o progettare interventi ecosostenibili. Il loro impiego, si basa su diversi sistemi di analisi. Tra i diversi approcci si possono ricordare: • quelli fondati essenzialmente sulla valutazione dei rendimenti energetici, sulla scorta delle normative nazionali e internazionali in materia; • quelli fondati su procedure LCA riferite soprattutto ai prodotti da costruzione impiegati e ai costi energetico-ambientali di produzione e in esercizio; • quelli basati su eco-bilanci utili a testare complessivamente la compatibilità ambientale del costruito, non solo in rapporto alle risorse impiegate (materiali ed energia) ma anche al rispetto del contesto fisico, naturale, eco-sistemico e sociale di inserimento. Un aspetto di fondamentale importanza, per differenziare uno strumento di analisi dall’altro, è la flessibilità, intesa come la possibilità di poter adattare i parametri di riferimento, i punteggi, e di conseguenza la valutazione complessiva dell’edificio in esame, allo specifico contesto geografico-economico al quale appartiene. Ulteriori elementi da considerare nella valutazione dei differenti sistemi di certificazione sono l’accuratezza e l’attendibilità dei risultati che queste procedure restituiscono, che vanno rapportate alla complessità e al numero dei parametri di input necessari per eseguire la certificazione stessa, e che ovviamente, incidono sensibilmente sia sui costi di stesura della certificazione che sulla formazione dei professionisti che la devono eseguire. 2. IL METODO BREEAM I sistemi di valutazione della sostenibilità ambientale degli edifici, oggi disponibili, traggono la loro origine dal metodo inglese BREEAM. Tale sistema, sviluppato nel 1990, deve essere considerato il primo strumento commerciale cui far riferimento per valutare la qualità ambientale degli edifici, nonché il punto di riferimento per i metodi elaborati successivamente. La versione più recente si applica agli edifici residenziali, commerciali, RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI 7 industriali, adibiti ad uffici pubblici e ad uso pubblico, sia di nuova costruzione, sia esistenti. Quest’ultima versione consente altresì di classificare, per scopi commerciali, gli edifici in base alla loro performance ambientale ed attualmente ricopre il 25-30% degli uffici di nuova costruzione nel Regno Unito. Trattasi di un sistema di valutazione flessibile, che prevede una scala di punteggi che va da Pass a Excellent. Il punteggio è rappresentato con dei girasoli, maggiore è il numero di essi e maggior è il punteggio attribuito all’edificio. Oltre a tale versione di BREEAM, ne è stata sviluppata un’altra , l’Eco-homes, che può applicarsi a edifici residenziali di nuova costruzione o ristrutturati, nonché a case o a singoli appartamenti. Tale metodo, a parità di performance ambientali, favorisce quelle le cui prestazioni vengono raggiunte con un minor dispendio economico. Nella valutazione si tiene conto di tutti gli edifici presenti nel sito e viene dato poi un voto unico per tutto il complesso immobiliare. Eco-homes, considera tutte le problematiche ecologiche relative ai cambiamenti climatici, all’uso di risorse, all’impatto sulla flora e la fauna valutando infine la qualità della vita negli ,ambienti indoor. Le categorie dei criteri sono: energia; acqua; inquinamento; materiali; trasporti; ecologia e uso del terreno; salute e benessere. 8 RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI Uno dei punti di forza del metodo BREEAM è legato al rilascio della certificazione, poiché questa avviene tramite un’organizzazione accreditata che si avvale di ispettori specificatamente autorizzati dal BRE (British Research Estabilishment) e formati da UKAS (United Kingdom Accreditation Service), i quali intervengono nelle diverse fasi del ciclo di vita dell’edificio, garantendo in questo modo, sia ai progettisti che agli utenti, che l’edificio in esame risponda effettivamente ai livelli di qualità dichiarati. I vantaggi nell’applicazione di questo metodo di analisi, possono essere così schematizzati: • il riconoscimento del mercato per edifici a basso impatto ambientale; • la garanzia che l’edificio sia stato realizzato seguendo protocolli ambientali collaudati; • continue valutazioni per trovare soluzioni innovative che minimizzino l'impatto ambientale; • livelli di prestazione superiori alla normativa; • un sistema per ridurre i costi di gestione, migliorare gli ambienti di lavoro e di vita; • uno standard che dimostra i progressi relativamente agli obiettivi ambientali, aziendali ed organizzativi. Tuttavia possono essere messe in evidenza alcune problematicità legate proprio all’utilizzo del metodo BREEAM: vi sono difficoltà nel reperire i dati utili alla compilazione dei fogli di calcolo, condizione che comporta un dispendio di tempo e di somme di denaro nettamente superiori rispetto a quelli impiegati normalmente per la progettazione degli edifici; è necessario rivolgersi a certificatori e tecnici specializzati con conseguente impiego di rilevanti risorse e possibili problemi di coordinamento nel lavoro; la mancanza di uniformità delle condizioni climatiche, ambientali sociali, riferite ai diversi contesti territoriali oggetto di analisi, rendono di conseguenza difficile l’applicazione dei sistemi in aree geografiche diverse da quelle in cui gli stessi sono stati elaborati; carenza di banche dati necessarie, con particolare riferimento alle analisi LCA di materiali, prodotti e processi impiegabili, e difficoltà nell’esportarle nei diversi Paesi qualora si rendessero disponibili. Per quanto riguarda poi i requisiti prestazionali da soddisfare, relativamente all’impiego di materiali eco-compatibili, non potendosi prevedere per ciascuno dei casi analizzati valutazioni LCA dei singoli materiali, il BREEAM fa riferimento a due etichette di prodotto: gli standard FSC (Forest Stewardship Council) o PEFC (Pan European Forest Certification), per l’impiego del legno, mentre si fa riferimento alla Green Guide to Housing Specification del BRE, per gli altri materiali da costruzione. RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI 9 Alcuni esempi di edifici certificati con il metodo BREEAM Domestic - BREEAM and Central Government Non-domestic - Public Sector Centro Comercial Coruña, Spain Centrum Galerie, Dresden, Germany Domestic - Welsh Assembly Government Sur Parc, Paris, France 3. IL SISTEMA LEED Negli Stati Uniti è stato sviluppato il sistema LEED: “Leadership in Energy & Environmental Design”. Trattasi di una certificazione energetico ambientale, in uso già dal marzo 2010, applicata, volontariamente, alle costruzioni, orientata al mercato e di fatto, formata sul consenso. Il LEED, promosso dall’US Green Building Council (una organizzazione nazionale noprofit, nata nel 1993) si applica agli edifici commerciali, pubblici e residenziali che abbiano un’alta densità di occupazione, sia nei casi di nuova costruzione che in quelli che necessitano di ristrutturazioni integrali. Il sistema è in grado di raggiungere il massimo risultato se viene utilizzato come guida nelle scelte progettuali. Nel tempo il sistema LEED ha subito evoluzioni e miglioramenti che hanno portato alla realizzazione di sistemi di valutazione propri di ogni tipologia edilizia, cosa che del resto già si verifica nei protocolli adottati in scala nazionale. 10 RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI Ad oggi, è disponibile in Italia, la versione “LEED Italia Nuove Costruzioni e Ristrutturazioni”, ottenuta a seguito dell’istituzione del Comitato LEED e di un comitato Tecnico scientifico che dopo essersi occupato di riscrivere alcuni crediti e di rivisitare quelli precedentemente adottati, ha definitivamente lanciato il documento ufficiale. I prerequisiti e i crediti LEED sono suddivisi nelle seguenti categorie: Siti Sostenibili (SS); Gestione Efficiente dell’Acqua (GA); Energia ed Atmosfera (EA); Materiali e Risorse (MR); Qualità Ambientale Interna (QI); Innovazione nella Progettazione (IP); Priorità Regionale (PR). Onde sostenere l’importanza delle tematiche ambientali specifiche proprie di una zona geografica, GBC Italia, con il supporto di chapter locali (sezioni territoriali di GBC Italia dislocate su tutto il territorio ivi comprese la Puglia e la Sicilia) ha identificato sei crediti tra quelli ricompresi nelle cinque categorie di base (SS,GA,EA,MR,QI) che possono avere rilevanza sul territorio. L’ottenimento di uno di questi sei crediti, consente di acquisire un punto supplementare nella categoria Priorità Regionale, fino ad un massimo di quattro. Qualora poi il progetto sia in grado di ottenere più di quattro crediti, il gruppo di lavoro potrà scegliere quale di essi adottare nella specifica categoria. Nella tabella seguente sono elencati i crediti interessati nella fase di Progettazione (P) o Costruzione (C). RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI Crediti dalla fase di Progettazione (P) o Costruzione 11 12 RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI Il sistema LEED è comunque volontario e valuta le prestazioni ambientali degli edifici nel loro complesso, durante tutto il ciclo di vita dello stesso impiegando tecnologie di comprovata validità. La certificazione LEED 2009 Italia Nuove Costruzioni e Ristrutturazioni è aggiudicata in accordo con la seguente scala di valutazione: Base: 40-49 punti conseguiti; Argento 50-59 punti conseguiti; Oro: 60-79 punti conseguiti; Platino: 80 o più punti conseguiti. In ognuna delle su indicate categorie, vengono indicati uno o più prerequisiti prescrittivi che debbono sempre essere soddisfatti, e un numero di requisiti di performance ambientale attraverso i quali viene attribuito un punteggio all’edificio. La distribuzione dei punti tra i crediti è imperniata sugli effetti che ogni credito ha sull’ambiente e sulla salute umana rispetto ad un insieme di categorie di impatto. Queste ultime vengono definite come l’impatto ambientale e umano della progettazione, della costruzione del funzionamento e della manutenzione di un edificio. Per valutare l’importanza delle varie categorie di impatto relative ad ogni credito, è stata utilizzata una combinazione di approcci tra cui: la modellazione energetica, la valutazione del ciclo di vita, l’analisi dei trasporti. La conseguente distribuzione dei punti tra i crediti definisce il peso di ciascuno di essi. Alla base della pesatura di ogni credito ci sono poi le categorie di impatto ambientale definite da EPA (Environmental Protection Agency) all’interno del software TRACI, sviluppato per stimare gli impatti ambientali nelle analisi delle LCA. Il sistema LEED italiano, fa anche riferimento al sistema di pesatura attivato da NIST (National Institute of Standard and Tecnology ) nel software BEES, che consente di comparare le diverse categorie di impatto e di assegnare a ciascuna di esse il relativo peso. L’utilizzo contemporaneo di due approcci differenti permette di determinare in modo univoco il punteggio per ciascuno dei crediti affrontati. Il sistema di pesatura del sistema LEED adottato in Italia è basato sui seguenti parametri: tutti i crediti LEED valgono almeno 1 punto; tutti i crediti LEED hanno un valore intero positivo; tutti i crediti LEED ricevono un peso unico e fisso in ogni sistema di valutazione, senza variazioni geografiche; tutti i crediti LEED hanno 100 punti di base; le categorie IP (Innovazione nella Progettazione) e PR (Priorità Regionali) permettono di conseguire ulteriori 10 punti bonus. RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI 13 Esempio di certificato LEED In funzione dei criteri visti in precedenza, il processo di pesatura dei crediti LEED si sviluppa in tre passaggi: 14 RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI in base a un edificio di riferimento per la certificazione LEED si stima l’impatto ambientale nelle diverse categorie derivate dal software TRACI; si individua il peso relativo dei diversi impatti dell’edificio per ogni categoria in accordo ai valori indicati nel sistema NIST; si assegna il punteggio di ciascun credito in base ai dati che quantificano l’impatto dell’edificio sull’ambiente e sulla salute umana. Quando viene assegnato ad ogni credito il punteggio corrispettivo, correlato all’importanza degli edifici e delle conseguenze ambientali, si può determinare l’influenza di ciascun credito attraverso una media pesata che va a combinare le analisi relative all’impatto dell’edificio e il valore relativo delle diverse categorie di impatto. Con questo procedimento, si arriva ad attribuire pesi maggiori ai crediti che influiscono maggiormente nelle principali categorie di impatto ambientale. L’applicazione del LEED avviene tramite un’autocertificazione, nel senso che per tale sistema non si ha la figura di un certificatore professionista come nel BREEAM, ma è lo stesso progettista che va a raccogliere tutti i dati utili per la valutazione e provvede ad inviarli poi all’organismo certificatore. Il sistema LEED quindi è caratterizzato da una visione olistica della sostenibilità poiché tende a controllare e valutare l’intero processo costruttivo (dalla progettazione alla costruzione vera e propria) considerando ogni possibilità di ridurre sia gli impatti ambientali, di vario genere, che le emissioni nocive degli edifici. In tal senso si definiscono le “best practice”, utili ai professionisti che fanno parte della filiera delle costruzioni, che sono destinate a divenire linee guida nella certificazione di parte terza. I professionisti e le imprese possono trarre buoni vantaggi competitivi nell’adottare tale metodo di analisi, poiché la certificazione avviene da parte di un ente terzo, aspetto considerato di fondamentale importanza per ottenere un riscontro positivo sul mercato che può beneficiare di una ulteriore garanzia di qualità. Nel LEED vengono indicati gli standard attraverso i quali poter definire un “edificio verde” valorizzando gli sforzi per bilanciare la buona pratica costruttiva corrente con le soluzioni e i concetti più innovativi. Tuttavia l’applicazione del LEED presenta anche alcune difficoltà: la sua applicazione è piuttosto complessa e costosa; la documentazione richiesta non è sempre di facile reperimento; il sistema di attribuzione di livelli, a seconda dei punteggi raggiunti, fa sì che la committenza ed i progettisti concentrino i loro sforzi per il raggiungimento del punteggio minimo richiesto per entrare nella categoria desiderata. RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI 15 Alcuni esempi di edifici certificati con il metodo LEED City Data Centre – (Francoforte) Empire State Building (New York) Transamerica Pyramid (San Francisco) Parco Tecnologico Energy Park di Vimercate (Italia) Taipei 101 (Taipei) 4. GBTOOL Il Green Building Challenge (GBC- network internazionale composto da Istituti ed Enti di ricerca pubblici e privati appartenenti a 25 diverse nazioni tra cui l’Italia, entrata a farne parte nel 2000) sta promuovendo lo sviluppo e l’adozione del GBTool, un sistema di certificazione energetico ambientale di seconda generazione. Come i sistemi di certificazione ambientale degli edifici precedentemente descritti, il GBTool è uno strumento per la valutazione dell’impatto ambientale del ciclo di vita di una costruzione (sia esistente che sottoposta a ristrutturazione), e si basa sulla attribuzione di un punteggio che esprime, in forma sintetica, la performance ambientale globale dell’immobile. La principale differenza del sistema di certificazione GBTool rispetto ai sistemi di prima generazione come il BREEAM, o il LEED, è quella di non dipendere dalle specifiche caratteristiche della regione geografica di origine come ad esempio il clima, le condizioni economiche e culturali o le priorità ambientali Gli sforzi del GBC sono dunque concentrati nell’ elaborazione di un sistema di valutazione delle performance energetico-ambientali di un edificio valido universalmente e basato sui medesimi parametri di riferimento, così da promuovere la standardizzazione e lo scambio 16 RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI delle informazioni. Vista la natura no-profit del network GBC, il sistema, implementato su piattaforma Excel, non può essere utilizzato a scopi commerciali ed è fornito gratuitamente per scopi di studio o dimostrativi. Il modello GBTool si basa sul confronto tra la potenziale energia consumata e la potenziale prestazione ambientale dell’edificio preso in esame rispetto ad un edificio preso come riferimento. Attraverso una opportuna pesatura di tutti i parametri presi in considerazione, si giunge alla definizione di un punteggio relativo alle performance globali dell’edificio preso in esame, che verranno confrontate con le performance dell’edificio “benchmark”, Oltre a restituire un punteggio globale per l’edificio, il GBTool fornisce una serie di indicatori di sostenibilità ambientale (ESI): questo consente non solo di valutare l’impatto globale dell’intervento previsto sull’ambiente, ma anche di valutare differenti soluzioni progettuali per lo stesso edificio e di sottolineare gli specifici elementi locali del sito in cui l’intervento verrà realizzato. Grazie all’utilizzo di edifici ideali di riferimento, il sistema consente di confrontare tipologie edilizie differenti e differenti contesti geografici. Il GBTool non è un modello elaborato per la simulare il funzionamento di edificio, quindi sarà necessario l’ utilizzo di adeguati programmi di calcolo per valutare le prestazioni energetiche e ambientali dell’edificio stesso. Oltre alle informazioni sul sito di progetto e sul complesso edilizio in esame, il progetto richiede la valutazione delle seguenti aree di valutazione: - il consumo di risorse; - i carichi ambientali; - la qualità dell’ambiente interno; - la qualità dei servizi; - l’economia e la gestione. Queste categorie sono suddivise, a loro volta, in sottocategorie e quindi in criteri e in sottocriteri. Ad ogni criterio e sottocriterio viene attribuito un punteggio che può variare da – 2 a +5 in base della performance ambientale raggiunta dall’edificio analizzato. Le performance ambientali vengono valutate in base a indicatori assoluti e indicatori specifici. Alla prima classe appartengono indicatori riferiti a variabili considerate indispensabili per la determinazione della sostenibilità ambientale e sono (ESI – Environmental Sustainability Indicators): RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI 17 ESI 1 Consumo netto totale di energia primaria, GJ ESI 2 Consumo annuale netto di energia primaria, MJ ESI 3 Consuma annuale netto di energia primaria dovuto all’uso dell’edificio, MJ ESI 4 Consuma annuale netto di energia primaria non rinnovabile dovuta all’uso dell’edificio, MJ ESI 5 Consuma annuale netto di energia primaria inserita e di energia primaria dovuta all’uso dell’edificio, MJ ESI 6 Area netta di suolo occupata dall’edificio, m2 ESI 7 Consumo annuale netto di acqua potabile per uso domestico, m3 ESI 8 Quantità annuale delle acque grigie e dell’acqua piovana utilizzato per gli usi domestici, m3 ESI 9 Emissione annuale netta di GHG normalizzata rispetto all’area netta ed agli occupanti, Kg CO2 equivalente ESI 10 Quantità annuale prevista di CFC-11 prevista ESI 11 Quantità di materiali di recupero usati nel progetto presenti sul sito o di provenienza esterna al sito, Kg ESI 12 Quantità dei nuovi materiali usati nel progetto presenti sul sito o di provenienza esterna al sito, Kg Gli indicatori di prestazione ambientale hanno lo scopo di contestualizzare l’edificio nel sito specifico di costruzione. Di seguito si riporta l’elenco delle categorie previste dalla metodologia di valutazione proposta dal GBC per ogni area tematica presa in esame: Tematiche prestazionali R Consumo delle risorse L Carichi ambientali Q Qualità dell’ambiente interno S Qualità dei servizi E Economia M Gestione T Trasporto L’applicazione del GBTool implica una procedura che può essere suddivisa schematicamente nelle seguenti fasi: 18 RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI 1. definizione dell’edificio campione: edificio teorico di riferimento caratterizzato da prestazioni energetico-ambientali potenziali basati su vincoli normativi e standard costruttivi locali. Questo benchmark consente, nella successiva valutazione delle performance dell’edificio reale preso in esame, di valutare opportunamente il contesto geografico, ambientale, economico, sociale e costruttivo; 2. Definizione del sistema di pesi: Il GBTool propone un sistema di pesi predefinito e ben articolato per gli indicatori utilizzati, che, analogamente alla struttura generale, sono organizzati in più livelli gerarchici. I pesi relativi sono e modificabili solo parzialmente. Viene lasciato un grado di libertà nella valutazione di ciascun aspetto preso in considerazione per tenere conto delle specificità locali (ad esempio il tema dei consumi energetici per il riscaldamento ambientale avrà un diverso peso nelle regioni con climi rigidi rispetto alle zone più calde, dove, di contro, il condizionamento estivo ha una rilevanza maggiore). 3. Raccolta dei dati e delle informazioni sull’edificio caso di studio: relativi sia a dati di tipo quantitativo (superfici, volumi, consumi di energia, di acqua, quantità di materiali utilizzati, emissioni di gas, rifiuti prodotti, dati sulla qualità dell’ambiente interno, ecc.); che di tipo qualitativo (combustile utilizzato, dati relativi all’ambiente confinato, aspetti progettuali di durabilità, collegati al processo di costruzione e progettazione, alla gestione dell’edificio, ecc.). 4. Determinazione delle prestazioni: anche le prestazioni sono di tipo qualitative e quantitative, le metodologie di calcolo seguendo le prescrizioni indicate dalle normative nazionali e le modalità suggerite nei manuali del GBTool. 5. Elaborazione dei dati e valutazione: tutti i dati raccolti e i risultati delle simulazioni vanno inseriti nei fogli elettronici di un apposito applicativo Excel. Per ogni singola prestazione il sistema restituisce un voto. Il sistema calcola automaticamente, pesando opportunamente i voti delle singole prestazioni di uno stesso livello, il valore della prestazione del livello successivo, fino a giungere alla definizione del risultato complessivo.. Il confronto tra le caratteristiche complessive dell’edificio reale di cui si vogliono valutare le prestazioni e quelle dell’edificio teorico di riferimento restituiscono la valutazione globale delle performance energetico ambientali dell’immobile analizzato che viene espressa tramite un valore numerico. 6. Analisi dei risultati: sono calcolati il punteggio complessivo, i punteggi relativi a ciascun aspetto esaminato e gli indicatori di sostenibilità ambientale. I punteggi (totali e parziali) esprimono un giudizio relativo e sono utilizzati per confrontare edifici diversi ricadenti nello stesso contesto oppure per valutare, relativamente allo stesso edificio, soluzioni progettuali RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI 19 e/o tecnologiche alternative; gli indicatori di sostenibilità ambientale (valori numerici normalizzati per metro quadrato e/o numero di abitanti) sono una misura assoluta di alcune prestazioni e sono utilizzati per il confronto di edifici in contesti differenti. L’analisi dei risultati consente di verificare gli impatti complessivi sull’ambiente causati dall’edificio durante tutto il ciclo di vita e di individuare le prestazioni suscettibili di miglioramento. Anche per questo strumento la principale criticità è rappresentata dalla sua complessità. L’applicazione del GBTool richiede di rispondere a più di 1000 domande per la maggior parte delle quali sono necessari calcoli specifici e ricerche approfondite anche di parametri molto complessi da quantificare (es. la presenza di particelle inquinanti sospese di diametro inferiore a 10 micron e a 2,5 micron). 5. LE CERTIFICAZIONI AMBIENTALI E GLI ENTI LOCALI: ESPERIENZE ITALIANE Grazie all’impegno di alcune Amministrazioni Locali, si stanno diffondendo anche in Italia interessanti iniziative pilota sulle eco-certificazioni degli edifici. Qualora queste iniziative venissero estese a tutto il territorio nazionale, si potrebbe dare un forte impulso al mercato dell’edilizia sostenibile, consolidando un settore che attualmente rappresenta solo una nicchia di mercato. I sistemi di certificazione energetico-ambientale degli edifici stanno avendo un notevole impulso anche grazie a Regolamenti Edilizi fortemente innovativi che molti Comuni stanno introducendo. E’ il caso del Comune di Firenze che, nel Regolamento edilizio entrato in vigore il 29 novembre 2009, prevede (art.5 allegato D – certificazione edilizia) del istituisce il Registro della Certificazione Energetica Comunale (CEC) in cui verranno registrati tutti i dati degli immobili del territorio comunale. Sarà quindi necessario eseguire un’accurata diagnosi energetica degli immobili e degli impianti termici e di illuminazione. Tale diagnosi sarà autocertificata dal proprietario dell’immobile. Più strettamente legato alla certificazione ambientale degli edifici è il progetto denominato Protocollo Itaca (Istituto per l’innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Contabilità Ambientale) sostenuto dall’Associazione Federale delle Regioni e Province Autonome e altri partner europei ed applicabile a edifici residenziali, commerciali, industriali e adibiti ad ufficio. 20 RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI La matrice del Protocollo Itaca è derivata dalla metodologia GBC, da cui trae la struttura generale, il sistema di pesatura e la metodologia per l’attribuzione del punteggio. Il sistema è stato opportunamente modificato per essere adattato al contesto nazionale. Molto apprezzabile ed utile risulta l’elaborazione di schede esemplificative che sistematizzano i criteri di valutazione e che contengono anche le indicazioni sui metodi di verifica dei risultati e sulle strategie progettuali migliori da adottare per guadagnare un punteggio più elevato. Vengono quindi individuate le così dette “aree di valutazione” che consentono di ordinare e razionalizzare i criteri di valutazione della costruzione previsti dal sistema ITACA e sono organizzati come segue: qualità ambientale degli spazi esterni; consumo di risorse; carichi ambientali; qualità dell’ambiente interno; qualità del servizio; qualità della gestione; trasporti. Ogni singola area di valutazione da la struttura ad una serie ulteriore di categorie di requisiti, espresse attraverso opportuni indicatori di controllo e parametri che consentono la verifica del soddisfacimento dei criteri di qualità ambientale. Ogni requisito è descritto attraverso un’apposita scheda che consente un’analisi molto approfondita dei relativi dettagli. In analogia con i criteri adottati dal GBC, il metodo di attribuzione dei punteggi rispetto ai criteri di valutazione fa riferimento a una scala di valori che va da -2 a +5. Lo zero rappresenta il valore da attribuirsi alle situazioni in cui viene adottata una pratica costruttiva corrente, nel rispetto delle leggi o dei regolamenti vigenti (punteggio standard o di benchmark). I vari punteggi vengono successivamente pesati in base all’importanza che gli è stata attribuita e aggregati fino a giungere ad un punteggio sintetico che vuole esprimere la qualità ambientale complessiva dell’edificio. Anche il punteggio globale dell’edificio assume valori compresi tra – 2 e +5 e sarà facilmente possibile associare a questo punteggio globale un’etichetta di qualità dell’immobile. I valori negativi starebbero ad indicare una situazione al di sotto della norma o degli standard costruttivi comunemente adottati che andrebbero quindi a compromettere l’intera qualità dell’edificio. Per semplificare l’applicazione del Protocollo ITACA è stato elaborato un Protocollo semplificato che, pur mantenendo l’impostazione generale del sistema completo, riduce il numero delle schede di valutazione da utilizzare. Il sistema semplificato consente comunque di stimare con un buon livello di accuratezza la qualità ambientale di un edificio in fase di progetto. Applicando questa metodologia semplificata, si RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI 21 andranno a misurare le prestazioni ambientali di un edificio rispetto a 12 criteri e 8 sottocriteri suddivisi in 2 aree di valutazione: consumo di risorse e carichi ambientali. L’analisi dell’eco-compatibilità dei materiali impiegati nella costruzione di un edificio riveste un ruolo molto importante ed è abbastanza complessa. Grazie ad un apposito software, l’analisi viene condotta facendo riferimento ad un modello di edificio standard, confrontabile con la geometria dell'edificio che si sta analizzando (ad esempio simile nel rapporto tra superficie opaca e trasparente e tra differenti componenti di involucro) e realizzato con materiali utilizzati nella corrente pratica costruttiva. Diverse sono le categorie di requisiti che valutano l’eco-compatibilità dei materiali utilizzati. Si passa dal requisito che analizza il Consumo di Risorse, il cui obiettivo è quello di ridurre l’energia primaria contenuta per la produzione dei materiali utilizzati per la realizzazione dell’edificio (energia grigia), a quello dei Carichi Ambientali, che valuta la riduzione della quantità di emissioni di CO2 equivalente impiegata nell’estrazione, produzione e trasporto di materiali e componenti dell’edificio. Si passa successivamente all’analisi dei requisiti relativi ai Materiali eco-compatibili, cui sono associati cinque diverse tipologie di richieste: - Materiali prodotti attraverso l’uso di fonti rinnovabili; - Materiali riciclati/recuperati; - Materiali locali; - Materiali locali per finiture; - Materiali riciclabili e smontabili. A differenti materiali corrispondono differenti esigenze da tenere in considerazione. L’analisi restituisce un rapporto percentuale tra il peso o l’energia primaria contenuta nel materiale che verrà impiegato nell’edificio che si sta progettando e il peso o l’energia corrispondente al materiale associato all’edificio del modello di riferimento. Il punteggio finale per quanto riguarda questa area di valutazione è attribuito in base al valore del rapporto percentuale che si determina. Una esperienza locale molto interessante è costituita dal sistema di certificazione Casa Clima sviluppato dal comune di Bolzano. Risparmio energetico e tutela dell’ambiente sono i principi di costruzione edile promossi da questo sistema di certificazione . Lo scopo è quello di aiutare gli utenti ad orientarsi nell’acquisto o nell’affitto di un’abitazione facendo emergere con chiarezza e trasparenza i costi (spese condominiali e di riscaldamento) 22 RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI di esercizio di un edificio. In Alto Adige il proprietario di un edificio può richiedere il certificato Casa Clima al team di progettazione dall’Ufficio Aria e Rumore della provincia di Bolzano. La determinazione dei carichi termici viene eseguita attraverso l’applicazione di un codice di calcolo standardizzato messo a disposizione dei cittadini. L’utilizzo ottimale di fonti energetiche rinnovabili è un fattore fortemente premiante in questo sistema di certificazione, così come l’impiego di materiali costruttivi che, nel loro intero ciclo di vita (fabbricazione, uso e smaltimento) abbiano il minor impatto ambientale possibile. Gli edifici che si contraddistinguono per un consumo particolarmente limitato di energia, oltre al certificato, riceveranno una targhetta che li classificherà come Casa Clima. Per il conferimento del contrassegno Casa-Climapiù devono essere soddisfatti ulteriori sei criteri relativi all’uso dei materiali edili impiegati nella costruzione degli edifici. La certificazione prevede che non vengano utilizzati: isolanti termici sintetici e/o contenenti fibre nocive (come il poliuretano ed il polistirolo); elementi in PVC; legno tropicale e impregnanti chimici per il legno, colori e vernici contenenti solventi. I criteri che hanno portato all’esclusione di questi materiali costruttivi molto comuni nella pratica edilizia sono descritti di seguito. Il polistirolo è un derivato degli idrocarburi e viene ricavato attraverso un processo di polimerizzazione dello stirolo (sostanza considerata potenzialmente cancerogena e derivata, a sua volta, dal benzolo, che è una sostanza cancerogena). Inoltre, altre sostanze da considerarsi pericolose vengono utilizzate nei processi produttivi del polistirolo e del poliuretano per conferire loro proprietà ignifughe. A questo si deve aggiungere il fatto che la combustione del polistirolo libera idrocarburi a loro volta cancerogeni. Per questi motivi Casa Clima esclude l’utilizzo di grandi quantità di tali prodotti per l’isolamento delle superfici degli edifici (es. muri esterni e tetti). Va però detto che, ad oggi non esiste alcuna ragionevole alternativa al polistirolo estruso (XPS) per l’isolamento di terrazzi, tetti piani e muri esterni a contatto con il terreno. In linea di massima, per poter ottenere il riconoscimento CasaClimapiù è ammesso il solo utilizzo di lane minerali di cui è stata comprovata la non cancerogenicità. Quasi tutte le lane minerali prodotte prima del 1995 sono sospettate di essere cancerogene. In ragione del pericolo di cancerogenità, l’industria ha modificato la composizione chimica delle fibre intervenendo così sulla persistenza biologica delle lane minerali. I nuovi prodotti che soddisfano le caratteristiche di cui alle note R e Q della circolare del Ministero della Sanità del RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI 23 15/03/2000 vengono considerati non cancerogeni e dunque ammessi ai fini del riconoscimento CasaClimapiù. Per quanto riguarda il PVC, invece, allo stato solido esso non presenta rischi di tossicità e non comporta rischi ambientali. Il principale rischio ambientale è rappresentato dal suo ciclo produttivo. Nella lavorazione del PVC grezzo, infatti, vengono miscelate diverse sostanze tossiche, quali stabilizzatori (metalli pesanti), coloranti, plastificanti, sostanze ignifughe, che sviluppano diossine. Oltre al processo produttivo bisogna considerare altri aspetti negativi del PVC quali ad esempio il suo riciclaggio, e il suo comportamento negli incendi. Per questo motivo nella certificazione CasaClimapiù non vengono utilizzate finestre, pavimenti o porte in PVC, essendo invece previsto l’utilizzo di prodotti ecologici alternativi ed economicamente concorrenziali presenti sul mercato. Va qui sottolineato che il cloruro di polivinile (PVC) è per quantità, il più importante composto organo-clorurato presente sul mercato e il settore dell’edilizia rappresenta il suo principale mercato di applicazione, assorbendone oltre il 60% del volume produttivo. Altro aspetto considerato nel sistema Casa Clima è quello legato all’utilizzo del legno, che presenta potenziali criticità ambientali sia per quanto riguarda i materiali utilizzati per il suo trattamento, sia per quanto riguarda l’origine stessa del materiale legnoso. Per proteggere il legno dai parassiti, infatti, sono disponibili sul mercato una grande quantità di prodotti chimici come i biocidi, la cui tossicità per l’uomo non è ancora stata esclusa del tutto. I biocidi sono inoltre sostanze che agiscono su animali, piante e microrganismi uccidendoli o riducendone l’attività. Spesso vengono utilizzati composti di boro, sali di cromo ed altri potenti principi attivi. Molti prodotti contengono inoltre benzine solventi che potrebbero pregiudicare la salute del consumatore. È da evitare l’utilizzo di colori e vernici contenenti solventi, in locali interni. Questa limitazione non riguarda i colori e le vernici contenenti esclusivamente solventi naturali. Infatti l’utilizzo di prodotti contenenti al massimo un 10% di solventi in peso viene ammesso. I solventi possono provocare irritazioni delle mucose, senso di vertigini, stanchezza, stordimento fino a nausee e cefalee. I solventi agiscono anche a livello di inquinamento dell’aria sia come precursori della formazione di ozono nei bassi strati dell’atmosfera, sia come contributo all’aumento dell’effetto serra. Nell’utilizzo del legno in edilizia, va infine prestata molta attenzione al luogo di origine del materiale: il legno tropicale non dovrebbe essere utilizzato nel settore dell’edilizia privilegiando l’utilizzo di legno locale al fine di ridurre al minimo gli impatti legati ai trasporti 24 RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI del materiale. L’utilizzo di legni tropicali può essere ammesso a condizione che non venga intaccato l’ecosistema. Sul mercato esistono attualmente legni tropicali sotto il marchio Forest Stewardship Council (FSC) che soddisfano questi requisiti. Nell’ottica di diffondere sempre più la la certificazione energetico-ambientale in edilizia, l’Agenzia Casa-Clima ha adottato un nuovo ambiente web: XClima. Il servizi rappresenta una eccellenza a livello nazionale e fornisce uno strumento unico ed integrato per la comunicazione tra Agenzia Casa Clima ed il professionista. All’interno dell’ambiente XClima sono disponibili, oltre alle “Librerie dei Produttori dell’edilizia”, vari moduli tra cui il Modulo Nature, il primo di questo tipo in Italia, che contiene un’analisi del ciclo di vita dei materiali e prodotti da costruzione per aiutare i professionisti nella quantificazione dell’eco-sostenibilitá dell’edificio. 6. SISTEMI A CONFRONTO Tutti i sistemi di certificazione ambientale si differenziano dalla certificazione energetica degli edifici, introdotta dai decreti di recepimento della Direttiva europea, poiché considerano un numero di parametri superiore rispetto ad essa; tali parametri si estendono, idealmente, alla valutazione di tutte le variabili ambientali che interessano e caratterizzano l’edificio preso in esame. Come è stato evidenziato infatti, vengono considerati: i materiali e i loro cicli produttivi, il sito, la gestione delle acque, l’energia consumata nelle diverse forme in cui essa è utilizzata, le risorse del territorio, i carichi ambientali, la qualità dell’aria indoor, i trasporti e, più in generale, tutte le variabili che interessano la sostenibilità dell’ambiente in relazione al costruito. Tutti i metodi di certificazione discussi precedentemente considerano, approssimativamente, gli stessi parametri, passando dalla descrizione dell’ambiente a quella dell’edificio, fino ad arrivare a quella del componente edilizio; ciò avviene presentando tuttavia livelli di attenzione diversi che variano, di volta in volta, a seconda dei protocolli utilizzati. Il parametro che differenzia principalmente un sistema di certificazione dall’altro è il “peso” che viene attribuito alle diverse macroaree, lo stesso infatti risulta influenzato dal contesto geografico, tecnico-economico ed ambientale in cui nasce lo specifico sistema di certificazione. La Fig. 2.1 riporta il confronto tra i diversi pesi attribuiti alle macroaree di interesse, per il sistema LEED, BREEAM e ITACA. RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI 25 Fig 2.1: Confronto tra i diversi sistemi di certificazione - Pesatura delle diverse macroaree Fonte: atti del convegno “Dalla certificazione energetica alla certificazione della qualità ambiente del costruito: evoluzione necessaria” SAIE 2009 – (BO) - Valentina Serra Ovviamente, tale comparazione, risulta molto indicativa quando è necessario effettuare la scelta del protocollo da utilizzare in un determinato progetto, in funzione dell’importanza che il progettista, o l’ente appaltante, intendono applicare alle diverse variabili ambientali che vengono di volta in volta studiate. Un aspetto importante da considerare, prima di individuare l’eventuale preferenza verso uno degli strumenti di analisi, è quella di considerare se il progetto si basa su un edificio da realizzare ex-novo o se, invece, si sta operando su di un edificio esistente. In quest’ultimo caso infatti la scelta dovrebbe essere orientata verso quei sistemi di certificazione che attribuiscono pesi maggiori alle variabili più facilmente controllabili dai progettisti proprio nei casi di interventi in retrofit, come ad esempio il miglioramento dell’efficienza energetica del sistema edificio-impianto, l’uso di materiali certificati ecosostenibili etc. e che attribuiscono invece pesi minori alle altre variabili che sono legate più specificamente al contesto in cui è inserito l’immobile e sul quale, in questo stadio, non si può più operare in modo efficace o non risulta conveniente farlo. Nonostante l’indubbia efficacia e utilità degli strumenti di valutazione degli impatti ambientali degli edifici descritti in precedenza, non può essere sottovalutato il principale ostacolo alla loro diffusione capillare, che è rappresentato dalla complessità dell’utilizzo e che si riflette anche negli elevati costi per la loro realizzazione. 26 RAPPORTO I-COM - LA CERTIFICAZIONE AMBIENTALE DEGLI EDIFICI Ultima considerazione relativamente ai vari standard utilizzati a livello internazionale: estremamente rilevante appare il tentativo messo in atto dal Green Building Challenge per giungere alla definizione di uno standard di certificazione quanto più condiviso possibile. Questo porterà alla rimozione di una delle barriere alla diffusione di questi sistemi, consentendo al contempo di massimizzarne l’efficacia nel promuovere la diffusone di standard costruttivi a basso impatto ambientale.