Marzo - Aprile - Maggio 2016

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Marzo - Aprile - Maggio 2016
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Anno 53 - n. 28 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - 70% DCB Livorno
Periodico di informazione, attualità, cultura
marzo - aprile - maggio 2016 - n. 28 - copia omaggio
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La S.E.Fi., Campiglia Marittima Servizi per l’Economia e Fiere srl, ha il piacere di annunciare la 45 Edizione della
“Fiera Mostra Economica Costa Toscana” che si terrà dal 28 Maggio al 5 Giugno 2016 presso il Centro Fiere di Venturina
Terme.
Ci presentiamo per questa edizione con alcune novità, prima tra tutte la ridefinizione degli spazi espositivi.
La pianta del centro fieristico illustra al meglio il nuovo ed unico ingresso/uscita alla manifestazione, il potenziamento
del padiglione dedicato all’alimentazione e una più definita disposizione merceologica delle Ditte partecipanti alla Campionaria,
che renderanno più interessante e fruibile la visita della rassegna.
Una delle più antiche rassegne della Toscana che ha visto crescere negli anni il numero di espositori e visitatori, che
volge sempre un richiamo al passato ed alle tradizioni locali, ma allo stesso tempo al passo con i tempi, offrendo ogni anno nuove
tecnologie e prodotti che fanno della nostra fiera un punto di riferimento focale per ogni ditta espositrice che voglia cogliere
l’opportunità ideale per raggiungere gli scopi di vendita.
Anche questa edizione include la festività del 2 Giugno mantenendo l’ingresso gratuito per i visitatori: una doppia
formula vincente!
I prezzi per la partecipazione sono rimasti invariati rispetto alla precedente edizione.
L’orario della rassegna (feriali 17/23 – sabato e domenica e festivi 15/24) è stato appositamente scelto per poter
consentire un maggior afflusso di visitatori ed al contempo poter offrire la possibilità agli espositori di abbinare il lavoro a 9 giorni
di relax in un territorio ricco di storia e bellezze paesaggistiche.
La campagna pubblicitaria sarà ancora vasta ed articolata a livello regionale, con spazi su quotidiani, locandine,
passaggi radiofonici, manifesti e spot televisivi su emittenti private.
Saremo lieti di offrirVi la nostra consulenza per qualsiasi ulteriore informazione e
nel ringraziarvi per la cortese attenzione, speriamo accoglierete il nostro invito ad
essere Voi i “protagonisti” dell’evento!
Cordiali saluti e
Buon Lavoro.
57021 Venturina Terme (LI) - Viale della Fiera,3 - Tel 0565.852210 - fax 0565.852266 - 366.8036586
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Questa primavera
9 Editoriale: Aferpi, torna il lavoro di Ivio Barlettani
10 Speciale Cevital
10 Fumata bianca al Mise di Tony Montero
10 Iniezione di fiducia di Fausto Azzi
11 Ultim’ora, dichiarazioni a caldo
12 Rotaie: fiore all’occhiello di Aferpi
14 Issad Rebrab, Personaggio dell’Anno
15 Piero Nardi, Premio alla Carriera
15 Enrico Rossi, Premio Speciale
16 Un secolo e mezzo di siderurgia di Emilio Guardavilla
18 Parodi, il sindaco ferroviere di Francesca Barone
24 La parola ai politici
26 Fatti & Persone (Carpino direttore ArcelorMittal)
27 Fatti & Persone (BCC realtà in evoluzione)
28 Fatti & Persone (Parchi nominato il Cda)
29 Fatti & Persone (Nasce “Onorato Armatori”)
30 Stop alla dittatura del cellulare di Enzo Biagioni
32 La finestra di Giampaolo Talani
34 Al market del sesso di Francesca Barone
37 Il mondo che lavora di Mirko Lami
38 Doria: la sua vita nel turismo di Umberto Barlettani
39 A spasso tra i monumenti con Melani di Daniele Toncelli
40 Relax di Giuseppina Toncelli e Edo Marchionni
42 Come rigenerare i tessuti di Riccardo Vigetti
42 Credenze popolari sul cibo di Allegra Ciaponi
43 In cucina: insalata di farro di Simona Grossi
43 In giardino: il gelsomino di Simona Grossi
44 Riccardo Marchionni e le sue foto di Pierluigi Galassi
46 La magia dell’Arte di Daniele Toncelli
48 No al bullismo di Paolo Fuligni
49 Fesso chi legge di Fabio Canessa
50 I 65 anni della sezione arbitri di Emilio Guardavilla
52 Viaggio nei ricordi
54 Il cinema non piace, la droga sì di Federico Del Viva
56 Asiu e Murzi, assoluzione piena di Ivio Barlettani
57 Hanno detto
58 In libreria di Emilio Guardavilla
60 La parola ai lettori
62 Gaia Geri e le sue maschere di Federico Del Viva
64 La mia traversata oceanica di Michele Alongi
Anno 53 - n. 28
marzo - aprile - maggio 2016
Periodico trimestrale
di informazione,
attualità, cultura
Direttore responsabile
Ivio Barlettani
[email protected]
Coordinatore redazionale
Stefano Sanna
[email protected]
Marketing-pubblicità
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Direzione, redazione, pubblicità
Corso Italia 95 - Piombino
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Tel 0565 32843 - Fax 0565 474572
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Registrazione Tribunale Livorno
n. 167 in data 4/7/1962 r.s.
Sped. abb. post. 70% DCB Livorno
Poste Italiane Spa
Editore e pubblicità
Costa Etrusca Comunicazione
Grafica e impaginazione
Opus Piombino
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Gli articoli firmati
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di Ivio Barlettani
Aferpi: torna il lavoro
festa «molta preoccupazione per l’allungaessuno re- mento dei tempi della
sterà sen- realizzazione di tutte
za lavo- le fasi del piano induro». Con queste parole striale».
la viceministro per lo Concludendo, a parte
Sviluppo economico Te- lo slittamento al 17 marresa Bellanova ha chiuso zo e a fine mese, per gli
il tavolo Aferpi, convo- ulteriori incontri decisivi,
cato il primo marzo al i giochi sono fatti. “Tutto
e subito” è impossibile
Mise.
Noi riprendiamo quanto fare. Noi, nonostante
di positivo è stato af- tutto, continuiamo ad
fermato dall’esponente essere ottimisti. Piomdel Governo che in pra- bino è sulla strada della
tica pone la parola fine rinascita.
alla complessa vicenda Ci dispiace per quei
lavoratori che ancora
Lucchini-Aferpi.
Noi di Costa Etrusca – attendono la chiamata.
fin dai primi incontri Una cosa comunque
con monsieur Rebrab emerge da più parti:
– siamo sempre stati “il lavoro tornerà per
fiduciosi. Il Governo tutti”.
oggi si dichiara finalmente soddisfatto. La
Costo energia
Regione si impegna a
ArcelorMittal
rimodulare le risorse
per Piombino pensando
anche al porto e alla Intanto in casa Arcertanto dibattuta strada lorMittal si domandano
398. Per i sindacati, in- «Come è possibile anfine, Mauro Faticanti dare avanti quando i dicoordinatore nazionale retti concorrenti hanno
siderurgia Fiom mani- un costo dell’energia
che è circa tre volte più
basso? Ora occorre un
segnale chiaro da parte
delle istituzioni – afferma
Nannipieri – Magona
ha già ricapitalizzato
due volte, non possiamo
sperare che il guppo investa continuamente
senza adeguate risposte
sulle questioni aperte
da tempo».
Le preoccupazioni di
Nannipieri e Carpino
sono più che giustificate.
A questo punto è bene
passare dalle parole ai
fatti.
Personaggio
dell’Anno
Ed eccoci arrivati alla
sesta edizione del Personaggio dell’Anno. Ad
aggiudicarsi il riconoscimento è il magnate
algerino Issad Rebrab
che ha “travolto” tutti
gli altri pretendenti.
Ribadiamo che per
Piombino e tutto il territorio, l’arrivo di Cevital, sia stato solo un
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bene. Il piano industriale
della multinazionale
non riguarda soltanto
il rilancio dell’acciaieria
ma investimenti anche
sulla logistica e sull’agroalimentare.
Gli altri gruppi industriali che avevano manifestato la volontà di
investire a Piombino,
erano esclusivamente
interessati ai laminatoi.
E questo avrebbe garantito soltanto 600/700
posti di lavoro. Stop.
Il Premio alla Carriera
è andato al manager
Piero Nardi, commissario straordinario Lucchini.
Dopo una lunga e serrata trattativa è riuscito
a traghettare l’operazione da ex Lucchini
ad Aferpi.
In questa edizione viene
inserito anche il Premio
Speciale che, con merito, viene assegnato al
presidente della Regione
Toscana Enrico Rossi,
per il suo impegno costante a sostegno della
provincia di Livorno.
INSERZIONISTI:
Amplifon 8; Assicurazione UnipolSai divisione La Fondiaria (Luca Ardenghi) 43; Assicurazione UnipolSai
divisione Unipol (Lami & Bruscolini) 54; Ass. Pubblica Assistenza Piombino 5; Banca Credito Cooperativo
Castagneto Carducci 67; Bertocci Meccanica Industriale 57; Caffè Nanni 36; Calidario Terme Etrusche 8; Cascina
al colle 6; Coop Unicoop Tirreno 66; Edilcoop Fiorenzani 23; Gioielleria Rosignoli 29; Grassi Arredamenti 45; Il
Crogiuolo Alimentazione Biologica 26; Immobiliare Cristiani 50; Immobiliare il Gioiello 41; L’Immobiliare del
Corso 36; Marina di Salivoli Rta 3; Marisa Gastronomia 36; Marisa Pesca 32; Martini Professionale 61; Mauro e
Paolo Stilisti 12; Meccanica Industriale 13; Medical Group 68; Mobo Impianti 30; Park Albatros 63; Permare 6;
Podere Tre Cipressi Casa Vacanze 41; Residenza I Giunchi 2; Residenza San Giuseppe 2; Ristorante Il Garibaldi
Innamorato 28; Ristorante Otello 31; Ristorante Pizzeria La Rocchetta 51; Ristorante Pizzeria Mum and Dad 7;
Sefi 4; Servizi ecologici integrati Toscana 55; Società Nuoto Piombino 39; Style 36; Studio Medico Libra 27;
Studio Medico Testi 5; Super Casa Bucciantini 33.
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IALE
SPEC
Il contrattacco del sindaco
Fumata
bianca
al Mise
Il sindaco Giuliani adotta lo
stile della precedente amministrazione e si schiera in
prima fila contro gli attacchi dei detrattori del progetto Cevital. La pronta replica all’articolo apparso
sul Sole 24 Ore il 5 febbraio prende le mosse dalla
disamina delle difficoltà sin qui
incontrate per poi illustrare nel dettaglio lo stato di
avanzamento del masterplan Aferpi, dei lavori nell’area
portuale e della 398.
«Noi non siamo i difensori di ufficio di nessuno ma non
vogliamo vedere messo in discussione un lavoro certosino e quotidiano svolto per creare le migliori opportunità possibili ai soggetti investitori interessati e garantire lavoro, diversificazione e sviluppo nel medio e lungo periodo. In questa logica sono stati firmati due accordi di programma, la Regione e l’Autorità Portuale si
sono impegnate nel completamento di un’infrastruttura importante come il nostro porto, stiamo approfondendo gli impegni del Governo per il completamento
della SS398 ed è stato sottoscritto il Progetto di riconversione e riqualificazione industriale».
L
di Tony Montero
a vicenda Aferpi ha
finalmente preso la
svolta da tempo auspicata. Il più volte rimandato incontro con il governo si è concretizzato con
un più che positivo accordo
tra il ministro dello sviluppo economico Federica
Guidi, il presidente della
regione Enrico Rossi e il
magnate algerino Issad Rebrab. Al dicastero di via
Veneto il numero uno di
Cevital ha esplicitamente
dichiarato di voler proseguire quanto prefissato impegnandosi a fare la propria parte sia per garantire
il circolante necessario al
progressivo incremento dei
volumi di laminazione che
per apportare il capitale di
rischio necessario ad effettuare gli investimenti.
«Abbiamo rilevato gli stabilimenti sette mesi fa – ha
ricordato Rebrab – abbiamo
i fondi per gli investimenti,
siamo in attesa che i fornitori
ci dettaglino le offerte in modo maggiormente comprensibile». Nella stessa sede il
patron algerino ha voluto
precisare che i ritardi nel
cronoprogramma sono dovuti
a difficoltà oggettive e a
errori di valutazione dei collaboratori di cui si era avvalso
in prima battuta. Incoraggianti
le dichiarazioni immediate.
Il ministro Guidi: «Soddisfatta
per gli impegni presi dal presidente della Cevital. Continuerò a monitorare da vicino
l’evolversi del piano ritenendo
che lo sviluppo di Piombino
rappresenti un’importante
occasione di sviluppo economico e industriale per tutto
il Paese».
Le parole del presidente Enrico Rossi: «L’incontro è
stato positivo, Rebrab ha
confermato cose importanti
per l’immediato e per il futuro. Aferpi non ha debiti né
problemi finanziari per la
prosecuzione dell’attività».
Il 2016 era iniziato con le
stesse speranze e gli stessi
timori con cui avevamo trascorso le feste di fine anno.
L’intera comunità ha atteso
la fine delle vacanze con la
trepidazione che il calendario
ha portato con sé dall’insediamento del colosso algerino.
Una lotta contro il tempo per
esorcizzare un destino funesto
che appena un anno fa sembrava in procinto di materializzarsi.
Già da gennaio si sono manifestati segnali confortanti
nel processo di ristrutturazione
appena intrapreso dal gruppo
Cevital. Subito dopo l’Epifania è iniziato lo svuotamento
dell’altoforno ad opera di
personale interno, mentre in
cokeria sono stati assegnati
alcuni cantieri per lo smantellamento della tubazione
del gas e dei nastri precedentemente dedicati al trasporto delle materie prime.
Sempre nella prima metà del
mese sono arrivate anche le
prime risposte a livello occupazionale. L’organico complessivo ha raggiunto le 1200
unità con 120 rientri dalla
cassa integrazione; con la
scissione di ramo d’azienda
e la nascita di Piombino Logistics Spa, la nuova società
fondata per operare sulla
piattaforma logistica prevista
dal progetto algerino, 113
Iniezioni di fiducia di Fausto Azzi
Il Comitato Esecutivo, voluto con determinazione dal nuovo amministratore delegato Fausto Azzi, sta lavorando a ritmo
incessante per portare a completamento l’operazione Aferpi.
«Abbiamo un dialogo quotidiano e molto
positivo con le istituzioni, ai vari livelli.
Lo stesso con i sindacati, seppur nel reciproco rispetto dei ruoli. Ma la riprogettazione della nuova acciaieria, con il forno elettrico, è un lavoro complesso e di
dettaglio. Lo stiamo facendo senza soste, abbiamo lavorato ogni giorno anche
durante le feste, ma siamo anche legati
alle risposte dei fornitori e a una serie di
regole che vanno rispettate. (…) E qual-
che mese di sacrifici in più non comprometterà il gran lavoro che stiamo facendo».
Alle parole dell’amministratore delegato
di Aferpi Fausto Azzi fa eco Confindustria
Livorno nella persona del presidente Alberto Ricci: «Fare bene più che presto. È
del tutto evidente che un progetto di dimensioni epocali come quello che si sta
realizzando a Piombino, non può concretizzarsi in una manciata di mesi dopo anni di sofferenze».
Nella foto l’amministratore delegato
Aferpi Fausto Azzi col sindaco Giuliani
11
lavoratori sono stati assorbiti
da quest’ultima.
Infine, sul fronte approvvigionamenti di semiprodotto,
dopo un inevitabile periodo
di iniziale sondaggio dei
mercati, arriva a metà febbraio la chiusura di un contratto di 36 mesi per la fornitura di billette (Shadeed
Iron & Steel LLC appartenente al gruppo Jindal) a garanzia della continuità produttiva di barre e vergella
nei laminatoi.
Proprio come nel trimestre
scorso, intorno alla vicenda
Aferpi, si sono susseguite
Ultim’ora: martedì primo
marzo 2016, riunione positiva
a Roma per il percorso di rilancio dell’ex Lucchini. «Stiamo seguendo la vicenda –
commenta il presidente della
Toscana, Enrico Rossi –. Anche dopo la riunione al Mise
sembra che il gruppo Aferpi
stia rispettando gli impegni
e che il programma vada
avanti secondo i tempi prestabiliti. Noi comunque continueremo a fare la nostra
parte con le opportune verifiche sull'evolversi della
situazione, sia riguardo all'industrializzazione dell'area
Dichiarazioni
a caldo
dopo l’incontro
Gianfranco Simoncini
(Consigliere del presidente
Rossi per il lavoro):
«Aferpi, riunione positiva a
Roma. La Regione rimodula
le risorse per Piombino, pensando anche al porto».
con cadenze regolari voci e
smentite sulle presunte inottemperanze della proprietà
o ipotizzate inadempienze
dello staff dirigenziale. L’eco
di tali illazioni ha rischiato
di minare irreparabilmente
gli equilibri del tessuto sociale
interessato, esasperando le
ansie e le paure di coloro, e
sono ancora molti, che non
sono riusciti a trarre i benefici
auspicati dalla nuova gestione.
A suggellare le incertezze
sono piovute le picconate
che la stampa nazionale ha
voluto riservare alla contingenza del nostro territorio.
L’articolo pubblicato dal Sole
24 Ore i primi di febbraio
ha profondamente colpito
l’opinione pubblica per la
disarmante denuncia che vi
si legge tra le righe. L’analisi
che ne sta a monte prescinde
l’oggettiva valutazione delle
proporzioni e dei tempi tecnici
dell’intera operazione, sorvolando con elegante naturalezza logiche e implicazioni
che ne determinano il buon
esito. Ma più che le parole
del collega Claudio Gatti,
sul giornale di Confindustria,
sono state le insistenti illazioni
sul blocco dei capitali di Ce-
Ultim’ora
sia per l'intera partita che interessa la città».
All’incontro per la regione
Toscana hanno partecipato
l’assessore alle attività produttive Stefano Ciuoffo e il
consigliere del presidente
Rossi Gianfranco Simoncini.
Per il Governo erano presenti:
il viceministro allo Sviluppo
economico Teresa Bellanova;
Aferpi con l’ad Fausto Azzi,
il sindaco di Piombino Massimo Giuliani, il commissario
Mauro Faticanti
(Coordinatore nazionale
siderurgia Fiom):
«Siamo molto preoccupati
per l’allungamento dei tem-
dell’Autorità Portuale Luciano
Guerrieri e i sindacati locali
e nazionali.
Aferpi ha confermato gli impegni che Issad Rebrab aveva
assunto in occasione dell'incontro precedente con il ministro Guidi ed il presidente
Rossi a partire dalla individuazione entro la fine del
mese di marzo dei soggetti
che realizzeranno il treno rotaie e il forno elettrico. Con
l'occasione è stato fatto anche
pi della realizzazione di
tutte le fasi del piano industriale, poiché se non
vengono concretizzati in
fretta gli impegni presi si
Teresa Bellanova
(Viceministro Sviluppo economico):
«Noi non lasciamo le persone senza lavoro.
Lo dico a nome di tutto il governo».
Così la viceministro ha chiuso il tavolo
vital che hanno fatto ripiombare tutto il comprensorio
nel pessimismo più totale.
Il conseguente sconforto è
stato fugato soltanto dalla
testata Maghreb Emergent
che ha pubblicato la notizia
circa le rassicurazioni che il
governo italiano avrebbe ottenuto dalle autorità algerine
sullo svincolo delle liquidità
di Cevital nella Banca d’Algeria.
Il grande freddo in nord Africa
sembra essersi placato. Al
vaglio le proposte per il forno
elettrico di Sms Demag, Primetals e Danieli.
il punto sui contratti acquisiti
e l'azienda ha ribadito e rassicurato sulla propria solidità
finanziaria.
Con il viceministro Bellanova
è stata concordata anche la
prossima riunione del comitato esecutivo per la verifica
dell’accordo di programma:
sarà il 17 marzo. Aferpi sarà
poi riconvocata a Roma entro
il primo aprile. In questa occasione verrà fatto il punto
sull’avanzamento e gli impegni assunti dal Governo
sulla strada 398 a quattro
corsie e la sua penetrazione
nel porto piombinese.
rischia di andare verso la
fine della copertura degli
ammortizzatori sociali, con
il rischio di possibili centinaia di esuberi».
Aferpi convocato al ministero.
«Ci diamo atto che lavoriamo tutti per il
buon andamento del progetto. Oggi abbiamo
acquisito due segnali importanti – ha proseguito la viceministro –. I tempi rapidi
per le bonifiche dell’area, così come ci ha
fatto sapere il ministero dell’Ambiente e
l’accordo con la Regione Toscana che ha
convocato la cabina di regia su Aferpi per
il 17 marzo, dove avremo anche la presenza
del ministero delle Infrastrutture. Dobbiamo
verificare in tempi brevi i piani industriali
relativi all’agroalimentare e alla logistica
– ha concluso Bellanova rivolgendosi all’azienda –. Solo così nessun lavoratore,
quando finiranno gli ammortizzatori sociali,
resterà senza un’opportunità di lavoro».
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IALE
SPEC
Rotaie: fiore all’occhiello di Aferpi
È il portale della siderurgia
Siderweb che dà per certa
l’attribuzione alla società di
Issad Rebrab di una commessa da 84mila tonnellate
di rotaie per l’alta velocità.
Il fornitore, la Jsw di Sajan
Jindal, ha ottenuto l’omologazione del suo semiprodotto
da parte delle Ferrovie italiane
mettendo in condizione Aferpi
di partecipare alla gara di
appalto con Voestalpine, Tata
Corus e ArcelorMittal.
ACCORDO DI FORNITURA CON JINDAL
L’approvvigionamento di semiprodotto per i treni di laminazione è stato assicurato da un contratto triennale
di fornitura di billette di alta
qualità con Jindal Oman. Si
tratta di un accordo che può
consentire continuità ai laminatoi, e, nel tempo, consentire l’aumento della produzione. Aferpi ha infatti
sottoscritto un’intesa col
produttore Shadeed Iron &
Steel Llc, appartenente al
gruppo Jindal che implica,
alla scadenza, la garanzia
di fornitura fino all’entrata
in funzione a regime della
nuova acciaieria elettrica.
Un’operazione commerciale
che sancisce la stretta collaborazione in termini tecnico-organizzativi con quello
che in fase di acquisizione
dello stabilimento era a tutti gli effetti un competitor.
Carico di rotaie al porto di Piombino
Il mercato delle rotaie è quello
che sembra interessare maggiormente Rebrab.
Proprio per questo motivo
il presidente di Cevital ha
anticipato nei suoi progetti
l’acquisto del nuovo treno
di laminazione rotaie – start
up previsto nel 2020 mentre
ora viene fissato nel 2018
– per dedicare a questo settore il 60% della produzione
della futura acciaieria elettrica.
ORGANICO AFERPI, CONTINUO AUMENTO
Dall’acquisizione da parte
di Cevital dello stabilimento di Piombino di luglio
2015, si registrano le seguenti variazioni di organico effettivo.
1° luglio 2015: 1080 dipendenti ex Lucchini passano
direttamente in Aferpi.
10 febbraio 2016: a seguito degli incrementi di produzione dei laminatoi e dei
progetti di recupero mate-
riali sono rientrati dalla cassa integrazione altri 97 dipendenti.
1° aprile 2016: reintegro
con i contratti di solidarietà
di 205 lavoratori dalla Lucchini in amministrazione
straordinaria in cassa integrazione.
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13
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Lavoratori
e sindacati
Il costante impegno delle
confederazioni sindacali ha
assicurato la completa tutela del lavoratore in tutte le
sedi di contrattazione. Nell’attesa di ulteriori conferme
da parte dell’azienda le sigle
di categoria Fim, Fiom e Uilm
si compattano stringendo le
fila all’indirizzo dell’obbiettivo comune. Un periodo estenuante di manifestazioni,
Piombino Logistics Spa nasce a seguito dell’accordo
sindacati-azienda perfezionato a dicembre 2015. Al
tavolo, insieme alla direzione Aferpi, le segreterie di
Fim, Fiom, Uilm e i coordinatori Rsu, ha presenziato
Confindustria. La nuova so-
convegni e mobilitazioni su
scala nazionale ha portato al
coinvolgimento nell’affare
Aferpi delle massime autorità italiane. Sviluppo socio-occupazionale del territorio e
allargamento della solidarie-
tà per ridurre il numero dei
lavoratori in cassa integrazione le priorità nelle trattative.
Nei confronti con l’azienda
e con il governo le posizioni
prese da Minoranza sindacale sono le più radicali. Il
PIOMBINO LOGISTICS
La nuova nata del gruppo
cietà controllata da Cevital,
opererà nel settore della logistica interna ed esterna
del nuovo sistema infra-
strutturale non solo supportando la filiera siderurgica e
agroalimentare, ma anche
aprendo il porto piombinese
suo coinvolgimento incessante mantiene alta l’attenzione sulle aspettative
dei cassaintegrati e sempre vivo il dibattito sulle
strategie da intraprendere
in caso di necessità.
a nuove rotte mediterranee
e transoceaniche.
L’organico di 113 unità, destinato a crescere con l’aumento dei traffici logistici,
verrà integrato con le risorse
in cassa integrazione della
ex Lucchini in amministrazione straordinaria.
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14
marzo - aprile - maggio 2016
o Zorro delle
aziende in difficoltà”. Così un giornale francese ha ribattezzato
il magnate algerino Issad Rebrab.
Settantadue anni a maggio,
l'uomo più ricco d'Algeria è il
Personaggio dell'Anno 2015.
Il premio assegnato da Costa Etrusca verrà ritirato dal
presidente di Aferpi durante
una cerimonia che si svolgerà prossimamente al Calidario Terme Etrusche.
“Pensare in grande, iniziare
dal piccolo e andare veloce”,
oltre ad essere il titolo della
biografia dedicata a Issad
Rebrab, è la frase che racchiude la filosofia dell'imprenditore nord africano. Nato da una modesta famiglia
nel villaggio di Béni-Douala,
in Cabilia, nel nord dell'Algeria, Rebrab è un uomo che si
è fatto da solo. Figlio di un
venditore ambulante berbero, è riuscito a realizzare un
impero economico. A muoverlo, grandi ideali, passione
e una voglia di rivincita. Da
anni presente economicamente anche in Europa, i
suoi primi rapporti con il Vecchio continente, però, non
sono stati dei più felici. I
suoi genitori hanno combattuto per l'indipendenza dell'Algeria dalla Francia. Una
lotta che ha segnato profondamente la sua famiglia.
Una lotta in cui il fratello
maggiore di Rebrab è rimasto ucciso.
Issad Rebrab, commercialista e docente di diritto commerciale, è stato uno dei
primi algerini ad entrare nel
mondo imprenditoriale dopo
l'indipendenza del suo Paese. La sua prima società risale al 1975. Si chiamava
Profilor e operava nel settore metallurgico. Suo anche
il quotidiano francofono “Liberté”, la cui linea antifondamentalista ha reso tre
delle sue fabbriche oggetto
di sabotaggi e attentati da
parte dei ribelli islamisti. In
quegli anni, dopo essere
sfuggito a un agguato si è rifugiato in Francia, dove è
entrato nel business della
carne halal con una partecipazione in Delice Mondial.
Tornato in Algeria, nel
“L
Il magnate algerino
Issad Rebrab
Personaggio
dell'Anno 2015
1998, nella sua regione, a
cui è molto attaccato, ha
fondato Cevital, un nome
che racchiude in sé il senso
dell'azienda: “c'est vital”,
cioè “è vitale”, come i prodotti che lavora, olio vegetale, zucchero e margarina.
È l'inizio del suo impero. Oggi Cevital ha più di 12mila dipendenti e 25 filiali. È presente in diversi tipi d'industria: trasformazione degli
alimenti, vetro, elettronica,
energia elettrica, automobili,
costruzioni, media. Il successo della linea imprenditoriale
di Rebrab sta proprio nella
diversificazione. Il patrimonio del magnate algerino si
aggira intorno ai 3 miliardi di
dollari. Per la rivista americana Forbes, è il nono uomo
più ricco d'Africa e il primo in
Algeria.
I suoi cinque figli (Salim, Malik, Omar, Lynda e Yassine),
mandati a studiare nelle
scuole cattoliche francesi,
lavorano tutti nelle aziende
del padre.
Negli ultimi tre anni Rebrab
ha rivolto la sua attenzione
alla Francia, lo stesso Paese
contro cui la sua famiglia si
era battuta per l'indipendenza. Nel 2013 ha acquistato il
gruppo Oxxo, produttore di finestre in Pvc, preservando
così il lavoro a 288 dipendenti su 407. Nel 2014 ha
salvato dalla bancarotta il ramo francese della società
spagnola di elettrodomestici
Fagor Brandt, consentendo a
1.225 persone su 1.759 di
conservare il proprio posto,
oltre ad altri 300 in Spagna
e 350 in Polonia. Operazioni,
queste, basate sull'idea di
creare lavoro in Europa per
fornire, grazie all'acquisizione di competenze e tecnologie, opportunità anche in patria, facendo così dell'Algeria
la Cina dell'Europa.
Un'idea imprenditoriale che
sta alla base anche dell'acquisto dell'ex Lucchini. «Questo progetto – ha dichiarato
Monsieur Rebrab, parlando
di Piombino – ci permetterà
di avere una grande piattaforma logistica per le nostre
esportazioni algerine verso
l'Europa. E poi darà la possibilità di sviluppare tutta l'industria meccanica in Algeria,
per l'uso di acciai speciali
prodotti a Piombino».
Adesso, infatti, il presente
di Rebrab si chiama Aferpi.
Fino ad ora, la ex Lucchini
gli è costata 400 milioni di
euro, ma ha promesso di investirci un miliardo di euro
entro il 2020. Il magnate algerino ha garantito che farà
di Piombino la “Stella del
Mediterraneo”. Una promessa su cui oggi poggiano
molte speranze.
Da sx il sottosegretario all’Ambiente Velo, il governatore
Rossi, Rebrab e il sindaco di Piombino Giuliani
15
Piero Nardi
Premio alla Carriera
Piero Nardi (Premio alla Carriera),
nato a Roma nel 1945, laurea in
scienze statistiche (110/110 lode). Consulente industriale, revisore contabile.
Dal 2012 ad oggi Commissario
straordinario Lucchini.
2004-2012: Consulente industriale per ristrutturazioni operative e finanziarie.
1997-2003: Direttore generale poi
amministratore delegato gruppo
Lucchini.
1997: Amministratore delegato Cementir.
1996: Direttore generale Olivetti.
1994-1996: Vicepresidente esecutivo settore spedizioni internazionali (gruppo Serra-Gottardo Ruffoni).
1993-1994: Presidente operativo
Compagnia Elettrotecnica Italiana.
1987-1993: Direttore Generale Ilva
Spa.
1984-1987: Segretario Generale
gruppo Ansaldo.
1982-1984: Vice direttore centrale
Finmeccanica.
1973- 1982: Ispettorato e Controllo di gestione Iri.
1972-1973: Ufficio studi banca Toscana.
Issad Rebrab
Personaggio dell’Anno 2015
Enrico Rossi
Premio Speciale
Enrico Rossi (Premio Speciale), nato
a Bientina nel 1958. Nel 1982 si laurea in filosofia all’Università di Pisa.
Dal 1985 si dedica alla politica, rico-
prendo la carica di assessore al Comune di Pontedera. Dal 1990 al
1999 sindaco di Pontedera. Nell’aprile del 2000 si presenta alle consultazioni regionali ottenendo 16.248 preferenze. Il presidente eletto Claudio
Martini gli assegna l’incarico di assessore al diritto alla salute e verrà
confermato anche nella legislatura
successiva.
Nelle elezioni regionali del marzo
2010 è il candidato governatore della coalizione di centrosinistra ottenendo il 59,7% delle preferenze. Il
31 maggio 2015 viene riconfermato
alla presidenza della Regione Toscana con il 48% dei voti. È anche vice
presidente della Conferenza delle regioni periferiche e marittime europee
e membro del Comitato delle regioni
europee.
Patrocinio
Comune Piombino
Costa Etrusca rinnova l’annuale appuntamento con uno degli
eventi più importanti del territorio. Eccoci alla sesta edizione
Personaggio dell’Anno. L’imprenditore algerino Issad Rebrab,
a capo della multinazionale Cevital, ha sbaragliato la concorrenza degli altri pretendenti, ottenendo il riconoscimento assegnato dal giornale e dai lettori.
Premio alla Carriera a Piero Nardi, il manager di lungo corso
che ha gestito la lunga fase di transizione Lucchini-Aferpi.
Una novità: in questa edizione viene assegnato anche il Premio Speciale al governatore della Toscana Enrico Rossi per il
suo impegno costante al sostegno della nostra provincia.
Ecco i vincitori delle passate edizioni.
Anno 2010 (prima edizione) Personaggio dell’Anno Giampaolo Talani, pittore. Premio alla Carriera Luciano Tovoli, cineasta. 2011 Personaggio dell’Anno Silvia Avallone, scrittrice.
Premio alla Carriera Aldo Agroppi, ex allenatore e opinionista.
2012 Personaggio dell’Anno Bruno Pietrini, imprenditore Siderpiombino. Premio alla Carriera Mario Cardinali, direttore
Vernacoliere. 2013 Personaggio dell’Anno Andrea Luci, capitano Livorno Calcio. Premio alla Carriera Gianna Martorella,
imitatrice-attrice. 2014 Luigi Carletti, giornalista e scrittore.
Premio alla Carriera Fabio Mussi, politico.
16
marzo - aprile - maggio 2016
di Emilio Guardavilla
el 1864 nasce a
Piombino la Magona
d'Italia su iniziativa
dell’imprenditore di origini inglesi Alfred Novello, a cui si
associano Jacopo Bozza, Auguste Ponsard, ingegnere
proveniente dalla siderurgia
pubblica ex granducale, e
Alessandro Gigli. La fabbrica
fu dotata di un altoforno a
carbone di legna e di un convertitore Bessemer, il primo
ad essere impiantato in Italia per produrre acciaio partendo dalla ghisa liquida. La
Magona cessò nel 1866 la
produzione quando Jacopo
Bozza fondò la ferriera Perseveranza. Qui vi lavorano
70 operai, in gran parte detenuti del penitenziario cittadino. Nel 1872 la società di
Bozza si trasforma in anonima con l'appoggio della banca Italo-Germanica e di vari
banchieri. L'anno successivo
sono impegnati nelle operazioni di produzione 100 operai civili e ad altrettanti detenuti.
Nel 1875 Bozza abbandona
Piombino e la ferriera Perseveranza passa sotto la proprietà del Credito Mobiliare
Italiano, il quale ne cambia il
nome in Stabilimento Metallurgico. La direzione tecnica
viene affidata all'ingegner
Dainelli che vi impianta un
forno Martin-Siemens, primo
in Italia ad utilizzare ghisa e
rottame. In questo periodo
gli addetti nello stabilimento
sono 110 e circa altrettanti
detenuti. Nel periodo che va
dal 1882 al 1889 si costruiscono le abitazioni per i lavoratori dello stabilimento fuori
delle mura. Il numero degli
operai sale a 340, di cui 180
carcerati; gli abitanti di Piombino, che appena venti anni
prima erano 3.300, ora raggiungono le 7mila unità.
Nel 1892 la Magona d'Italia
riavvia le proprie produzioni
siderurgiche concentrandosi
sulla produzione di bande
stagnate; nel 1897 viene costituita dalla famiglia fiorentina Benini la Altiforni e Fonderia di Piombino dotata di un
altoforno a carbone di legna
e di un'officina meccanica
per la produzione di tubazio-
N
ni; infine nel 1899 viene costituita la Elba che impianta
a Portoferraio un altoforno a
carbone fossile in cui si produrrà la prima colata italiana
di ghisa al coke. Ad inizio secolo si assiste ad una fase
di lento declino che la porterà alla chiusura poco prima
della guerra del 1915-1918.
La Altiforni di Piombino passa nel 1902 sotto il controllo
della famiglia Bondi che nel
1905 ristruttura l'impianto
sulla base della nuova idea
di ciclo integrale, in cui cioè
dal minerale si passa al prodotto finito. È il primo esempio italiano di acciaieria impostata con questa modalità. Nel 1908 lo stabilimento
di Piombino produce le prime
rotaie ferroviarie e diventa di
fondamentale importanza
per lo sviluppo delle strade
ferrate in Italia.
Con lo scoppio della prima
guerra mondiale la richiesta
dei prodotti siderurgici diventa spasmodica e a Piombino
la produzione di ghisa arriva
a sfiorare le 500 tonnellate
al giorno. La Altiforni di Piombino, che dal 1911 fa parte
del consorzio Ilva, creato per
ristrutturare gran parte della
siderurgia, si trasforma in Ilva – Acciaierie d'Italia. Finita
la guerra, l'attività si riduce
al minimo, per poi arrivare
ad essere sospesa nella seconda metà del 1921 per il
crack finanziario della famiglia Bondi. Sotto lo slancio di
una rinnovata spinta commerciale, lo stabilimento
continua il suo sviluppo costruendo nuovi impianti per
lo stampaggio a freddo e a
caldo delle traverse metalliche e fabbricando i primi edifici adibiti a spogliatoi. Il numero dei dipendenti è ora attestato sulle 2500/2600
unità, mentre la città di
Piombino, conta circa 30mila residenti.
Gli anni del primo dopoguerra sono segnati dal controllo della Banca Commerciale
Italiana che mette a capo
dell'Ilva il senatore Arturo
Bocciardo. Nel 1936, in seguito alla crisi bancaria
mondiale, lo stabilimento
passa sotto il controllo dell'IRI (Istituto per la Ricostruzione Industriale), un ente
Un secolo
di side
pubblico italiano istituito
dall'allora presidente del
consiglio Benito Mussolini
al il fine di gestire tutte le
industrie controllate fino ad
allora dalle grandi banche
italiane. L'anno seguente,
per gestire gli stabilimenti
siderurgici acquisiti dall'Iri
fu creata la Finsider.
Il 10 settembre 1943, a
causa del secondo conflitto
mondiale, l'attività di rinnovamento viene bloccata e il
controllo dello stabilimento
passa alle autorità militari
tedesche che, nel 1944, minano e fanno saltare tutta la
zona. Rimane così solo la
vecchia centrale elettrica
che costituirà poi la base per
la ricostruzione. Nell'ottobre
del '44 inizia l'opera di
sgombero delle macerie. Il
77% degli impianti è distrutto. Nel giro di dieci anni tutti
gli impianti vengono ricostruiti ed indirizzati verso la
produzione di profilati pesanti, oltre che di rotaie ferroviarie. Con questa nuova ristrutturazione, lo stabilimento occupa una superficie di circa
900mila m² di cui 11.200
coperti; la rete ferroviaria per
la movimentazione è di circa
45 km, mentre le strade interne hanno uno sviluppo di
circa 10 km; la produzione si
avvicina al milione di tonnellate l'anno e il personale risulta intorno alle 2500 uni-
tà.
Negli anni Cinquanta, in
concomitanza con la ricostruzione e lo sviluppo ulteriore dello stabilimento, si
verifica una sensibile crescita delle forze sindacali anche per una più incisiva organizzazione del sindacato a livello nazionale. Nella Piombino siderurgica si manifestano grandi agitazioni sindacali
di vigore mai più superato;
gli operai della cittadina saranno poi considerati la punta avanzata del proletariato
nazionale.
Nel 1961 si verifica la fusione fra la classe dirigenziale
dell'Ilva e quella dello stabilimento di Cornigliano; l'operazione è realizzata con la
denominazione sociale di
Italsider Altiforni e Acciaierie
riunite Ilva e Cornigliano
Spa. Il nuovo gruppo fabbrica il 55% della produzione
nazionale di acciaio, l'80% di
ghisa e il 56% di laminati.
L'Italsider è il mezzo scelto
dal governo per la realizzazione dei programmi di sviluppo della siderurgia nazionale. Nel 1960 nasce il terzo
stabilimento della città: dopo la Magona e l'Acciaieria è
la volta della Dalmine. Così
l'omologo stabilimento di
Follonica chiude i battenti e
nel '69 tutti i dipendenti di
quest'ultimo sono assorbiti
dalla nuova fabbrica piombi-
17
o e mezzo
erurgia
nese.
Dal 1965 al 1988 le sorti
dello stabilimento passano
sotto le fortune di svariate
società: dall'Acciaierie di
Piombino Spa (con Fiat e
Finsider quali maggiori azionisti), alla Deltasider Spa
per poi scindersi in Nuova
Deltasider ed infine Ilva
Spa. Durante questi passaggi amministrativi il nucleo
tecnico dell'industria subisce importanti rinnovamenti. Nel 1978 ad esempio i
tre altiforni vengono sostituiti con un unico impianto e
viene ultimata la nuova
struttura per la produzione
della vergella. Dieci anni dopo tocca agli impianti di colata continua che vengono
ampliati. Nel febbraio del
1981 lo stabilimento arriva
a contare 7823 dipendenti,
punta massima nella sua
storia. I dipendenti non chiamano lo stabilimento per nome, ma semplicemente
“fabbrica” o "stabilimento",
perché, pur non essendo l'unica, rimane pur sempre il
maggiore simbolo dell'industrializzazione della città.
Nel 1984 fa la sua prima
apparizione la cassa integrazione, e nel '90, in concomitanza con durissime lotte
sindacali, vengono proclamati 13 giorni di sciopero.
Nella seconda metà degli
anni Ottanta il numero dei
lavoratori, anche grazie agli
ammortizzatori sociali messi
in atto dal Governo, come ad
esempio i prepensionamenti, scende fino a 4mila.
Nel 1992 lo stabilimento
viene scorporato dall'Ilva e
conferito alla nuova Spa Acciaierie e Ferriere di Piombino della quale fanno parte
l’Ilva e la società privata bresciana Gruppo Lucchini presieduta dal cav. Luigi Lucchini. Tre anni dopo l'industria
passa completamente sotto
la gestione privata del gruppo Lucchini diventando Lucchini Siderurgica (dal 1998
viene Lucchini Spa).
Nel 2003 il gruppo Lucchini
attraversa una crisi finanziaria e viene ristrutturato da
Enrico Bondi, che la trasfor-
ma in una holding finanziaria
a capo di altre Business Unit
operative; l'unità produttiva
di Piombino diventa una di
queste BU con la denominazione di Lucchini Piombino
Spa. Nel 2005 a seguito della ristrutturazione finanziaria
e degli investimenti impiantistici, la maggioranza (60%)
del gruppo Lucchini passa,
attraverso un aumento di capitale, al gruppo russo Severstal che ha come presidente Aleksei Mordashov.
Severstal è uno dei più grossi gruppi siderurgici al mondo nonché uno dei primi
gruppi industriali russi ad
aver fatto acquisizioni all'estero.
La famiglia Lucchini si concentra invece sul business
ferroviario acquistando da
Severstal nel 2007 il 100%
della BU Lucchini RS con sede a Lovere e filiali industriali in altri Paesi europei.
A sancire la totale separazione, nel 2010 Severstal ha
acquisito tutte le quote del
gruppo Lucchini ancora in
mano alla famiglia.
Sempre nel 2010, dopo l'acquisto del 20% dalla famiglia
Lucchini, Severstal ha condotto un processo di vendita
dell'intero pacchetto azionario di Lucchini SpA, conclusosi senza acquirenti. Visto
l'insuccesso, per smaltire il
debito Lucchini SpA dai bilanci Severstal, il 51% di Lucchini Spa è stato ceduto a
una società cipriota facente
capo a Mordashov, mentre il
restante 49% è restato di
proprietà di Severstal.
Dopo un 2011 di ulteriore
Una vecchia immagine degli stabilimenti industriali
crisi industriale e finanziaria,
il gruppo Lucchini ha venduto
la BU Ascometal al fondo di
Private Equity Apollo per la
cifra di 325 milioni di Euro.
L'incasso è servito a preparare un piano di ristrutturazione, omologato a febbraio
2012 dal Tribunale di Milano, col quale si prevede di
avere altri 6 mesi di liquidità
per trovare al più presto un
compratore.
Il 21 dicembre 2012 la società ha richiesto di essere
ammessa all'amministrazione straordinaria al Ministero dello Sviluppo Economico che ha provveduto a
nominare Piero Nardi quale
Commissario di Lucchini
Spa in a.s.
Il 7 gennaio 2013 il Tribunale di Livorno ha dichiarato
lo stato di insolvenza di Lucchini Spa, accogliendo la richiesta di accesso alle procedure previste dalla legge
Marzano.
Il 24 aprile 2014, alle ore
10.56, l'altoforno, prodotta
l'ultima colata, è stato spento. Questo in conseguenza
dell'accordo di programma
per la riqualificazione del polo siderurgico siglato dall'azienda con la regione Toscana e il governo Renzi.
Il 25 novembre 2014 il
gruppo algerino Cevital si è
aggiudicato il bando per gli
asset dell'acciaieria Lucchini. In una nota l'azienda
spiega che «con l'istanza il
Commissario richiede, allo
stesso ministero, di essere
autorizzato alla stipula con il
Gruppo Cevital del contratto
preliminare di cessione dei
seguenti rami d'azienda:
Lucchini Piombino, Lucchini
Servizi e Vertek Piombino, e
alla cessione delle azioni di
GSI Lucchini pari al 69,27%
del capitale sociale».
Il 3 giugno 2015 presso il
Comune di Piombino con la
presenza del Ministero dello
Sviluppo Economico e con
tutte le Istituzioni Locali, Cevital e i Sindacati firmano
l'accordo sindacale che dà il
via libera alla vendita.
Il 1° luglio 2015 Cevital acquista lo stabilimento di
Piombino. Viene costituita
AFERPI Spa (Acciaierie e
Ferriere Piombino).
Giuliano Parodi, il sindaco ferroviere
18
marzo - aprile - maggio 2016
di Francesca Barone
È facile incontrarlo per le vie
di Suvereto con le borse della
spesa. Con lui, molto spesso,
i suoi figli. Due bambini vivaci,
dagli occhi svegli, che gli saltellano intorno. Abbigliamento
informale, passo lungo e una
capigliatura che lo rende riconoscibilissimo anche a metri
di distanza. Incontrato per
strada, potrebbe essere chiunque, invece Giuliano Parodi
è il primo cittadino del piccolo
borgo.
L’uomo
che ha
sconfitto
il Pd
In politica da pochi anni, ha conquistato Suvereto.
Un passato da illustratore, docente e pubblicitario.
Detesta l'incompetenza e l'arroganza del potere
Sindaco dell’unico Comune
in Val di Cornia non governato dal Pd, il piombinese
Parodi, nel 2014 ha espugnato Suvereto, costringendo all’opposizione chi per
decenni lo aveva amministrato. Un pesante smacco
per il Pd, una grande vittoria
per lui e per il suo gruppo,
Assemblea popolare.
Della politica, come lo stesso Parodi afferma, non ne ha
fatto una professione, né
una semplice passione, ma
«una vera missione». Il suo
interesse verso la “cosa pubblica” è nato solo qualche
anno fa, ma da allora, è diventato una costante della
sua vita. La sua storia, però,
racconta di un ragazzino
con l’amore per il disegno.
«Intorno ai 12 anni ho iniziato a vincere i primi concorsi – racconta Parodi – ma
il salto di qualità è avvenuto
con la vittoria al Festival degli sconosciuti di Ariccia,
organizzato da Teddy Reno
e Rita Pavone. Quell’anno,
grazie ad una collaborazione con la Disney, il concorso era stato aperto anche
agli illustratori. Avevo realizzato tre grandi pannelli
con tutti i personaggi dei
cartoni animati».
19
E così una passione si è poi
trasformata in un lavoro. A
Roma, anche grazie ad un
corso di specializzazione,
Parodi viene contattato da
alcune case editrici per le
quali inizia a fornire illustrazioni. Si avvicina poi al
mondo dell’animazione, diventando esperto di un software sperimentale finalizzato alla realizzazione di
cartoni animati. Intorno ai
trent’anni, viene così chiamato all’Istituto europeo di
design di Milano, dove insegna per cinque anni. In
quel periodo Giuliano viveva a Piombino, ma viaggiava continuamente tra Milano, Roma ed Alba. Qui, infatti, aveva stretto una collaborazione con la Ferrero:
«Progettavo – spiega il sindaco – le sorpresine degli
ovini Kinder: i pirati, gli
scatenini, i funny students e
molti altri, sono tutti disegnati da me!»
Illustrazioni, cartoni animati, sorpresine. Anni dedicati
alla fantasia, che hanno poi
lasciato il posto alla politica.
Adesso il tavolo del suo ufficio è invaso da documenti.
Solo una parete della stanza
spicca per i colori accesi dei
post-it attaccati su una bacheca. Una sorta di calendario gigante dove il sindaco
di Suvereto segna i suoi impegni quotidiani. Il più importante, però, anche se sacrificato dal lavoro, per Parodi rimane quello con Eloisa, Sabina e Nazzareno, la
sua famiglia.
Sua moglie è argentina.
Come vi siete conosciuti?
«Ho conosciuto Eloisa nel
2006 a Verona. Lei stava
seguendo un corso di curatore di immagine per negozi. Io in quel periodo, insieme ad altri tre soci, avevo
una società di pubblicità a
Verona.
Si
chiamava
Abp&p. Eloisa era in Italia
dal 2001. Doveva essere
solo di passaggio, dopo
aver visitato l’Olanda e la
Chi è Giuliano Parodi
Giuliano Parodi nasce a Piombino il 4 luglio 1968. Il padre Giuseppe, operaio
all’Ansaldo, durante una trasferta di lavoro alle acciaierie di Piombino, conosce la
sua futura moglie, Franca Fratini. Si sposano e vanno a vivere in un appartamento in via Machiavelli, dove abitano tuttora. Nel 1964, dalla loro unione, nasce
Ilaria, che oggi lavora a Livorno in una filale del Monte dei Paschi. Dopo quattro
anni, arriva il secondogenito Giuliano.
Nel 1988 Parodi si diploma all’Ipsia. Fin
da ragazzo, però, sviluppa la passione
per le illustrazioni.
Da autodidatta comincia a disegnare e a
partecipare ad alcuni concorsi. Frequenta la scuola internazionale di comics a
Roma e inizia a lavorare per alcune case
Svizzera. Ma la madre la
chiamò consigliandole di
rimanere ancora un po’ in
Italia perché in Argentina il
clima era molto pesante. A
breve infatti il Paese sarebbe stato investito dal crac».
So che insieme avete vissuto un’esperienza particolare in America latina.
«Nel 2006, tramite un’associazione di Bologna che si
occupa di diritti umani, siamo partiti per la Bolivia.
Siamo rimasti alcuni mesi.
In una radio privata insegnavo ad utilizzare un software per la realizzazione di
montaggi video. Eloisa faceva da interprete».
editrici. La sua attività lo porta a dividersi
tra Milano, Roma e Alba. Comincia a collaborare con la Ferrero, per la quale disegna e progetta le sorpresine degli ovini
Kinder. Per alcuni anni insegna all’Istituto europeo di design a Milano. Nel 1996
vince il concorso nelle ferrovie dello Stato. Viene assunto come manutentore
elettrico alla stazione di Campiglia. Nel
2009 si trasferisce a Suvereto. Qui, fino
al 2014 siede, nelle file dell’opposizione, in consiglio comunale.
A giugno 2014, con la lista Assemblea
popolare, viene eletto sindaco del piccolo borgo della Val di Cornia. E’ sposato con Maria Eloisa Rodriguez. Hanno due figli: Sabina di otto anni e Nazzareno di sei.
Illustratore, docente, pubblicitario. In realtà, lei da
venti anni lavora per le
ferrovie!
«Sì (sorride). Vivevo a
Piombino, ma lavoravo tra
Milano, Verona, Alba e Roma. Tutti questi viaggi in
treno mi costavano molti
soldi. Per questo decisi di
partecipare al concorso in
ferrovia. Se avessi vinto
avrei viaggiato gratuitamente! Così nel 1996, grazie anche al mio diploma, sono arrivato settimo su ventimila
all’ultimo concorso pubblico delle ferrovie. E ancora
oggi mi occupo di manutenzione elettrica alla stazione
di Campiglia».
Giuliano con la moglie Eloisa
Perché, dopo aver lavorato in giro per l’Italia, ha
scelto di trasferirsi con la
sua famiglia a Suvereto?
«Perché è un paese a misura
di bambino, un luogo dove
far giocare i miei figli per la
strada, come avevo fatto io.
Piombino non era più la città in cui ero cresciuto, quella dove potevi andare in bici
da solo. Quando ero piccolo, intorno a casa mia, in via
Machiavelli, c’era solo la
campagna e gli ulivi. Noi
bambini avevamo libertà totale, cercavamo le lucertole,
facevamo il fuoco di San
Giovanni. Qui a Suvereto i
bambini possono vivere ancora quella dimensione».
Quando si è avvicinato alla politica?
«Nel 2009, poco dopo essermi trasferito a Suvereto. Negli anni precedenti, grazie
alla giornalista Maria Antonietta Schiavina, in veste io
di disegnatore, avevo conosciuto l’allora sindaco Rossano Pazzagli. È stato lui ad
invitarmi ad una riunione
del gruppo che, in vista delle elezioni amministrative,
si stava formando in alternativa al Pd. Venne così costituita la lista Uniti per Suvereto, che portò a casa un impensabile 32%. Fu una sor-
20
marzo - aprile - maggio 2016
presa per tutti. La destra
prese il 16% e il Pd il 52%.
E così mi feci i miei cinque
anni di opposizione in consiglio comunale».
Prima di allora non si era
mai interessato alla politica?
«Mai. Sono figlio di operaio
e ancora ricordo perfettamente la sirena delle cinque
che scandiva le giornate a
Piombino. Ma non ho mai
avuto una tessera, neppure
del sindacato. Mi sono avvicinato alla politica in maniera attiva solo nel momento
in cui ho pensato che fosse
lo strumento per ristabilire
la giustizia sociale».
Come sono stati i suoi cinque anni all’opposizione?
«Molto belli. Da parte mia
dazione di Report ha dedicato due puntate a questo tema. Poi si è costituito il comitato No Sat».
Il sindaco Parodi a una manifestazione
c’è stata una grandissima
formazione politica. Ho
avuto modo di studiare e
approfondire e soprattutto
conoscere persone che mi
hanno aiutato a capire i
meccanismi della politica:
da Rossano Pazzagli a Massimo Zucconi, a Paolo Benesperi».
Botta
e risposta
di Umberto Barlettani capito della gente?
Dono di natura che vorrebbe
avere?
Ubiquità.
Il tratto principale del suo
carattere?
Coraggio.
Un suo difetto?
Permaloso.
Stato attuale del suo animo?
Determinato a raggiungere
gli obiettivi.
La persona cui chiederebbe
consiglio?
A nessuno! So sbagliare benissimo da solo.
Il giorno più felice della sua
vita?
Il 5 novembre 2007 e il 1
luglio 2009, le date di nascite
dei miei figli.
E il più infelice?
Ottobre 2009 quando mio figlio di tre mesi ha subito una
delicata operazione a Siena.
Di cosa ha bisogno per essere
felice?
Sogni da realizzare.
Una cosa che non ha mai
La codardia, il vittimismo e
la ruffianeria.
Il vero lusso è?
Non avere padroni.
Il più bel ricordo da bambino?
Le partite a pallone al campino
di via De Sanctis con gli amici
di una vita.
Cosa voleva fare a dodici
anni?
Il disegnatore di fumetti.
Un consiglio ai giovani di
oggi?
Lottare sempre e non dare
niente per scontato.
Città preferita?
Milano.
Il piatto che predilige?
Tonno con le patate lesse.
E la bevanda?
Birra artigianale.
La qualità che preferisce in
un uomo?
Lealtà.
E di una donna?
L’ironia
Quel che detesta di più?
La viltà.
La prima prova quale è
stata?
«La prima vera prova su cui
mi sono testato è stata l’opposizione all’autostrada. Sono stato il primo a sollevare
una serie di problemi. Ho
spostato la battaglia da livello locale a livello nazionale, tanto che anche la re-
Oltre a questa, durante i
suoi cinque anni all’opposizione ha portato avanti
anche altre battaglie?
«Sì. Quella contro la centrale a biomassa che volevano
costruire in mezzo agli ulivi
e ai vigneti e quella contro
la fusione con il Comune di
Campiglia».
Quest’ultima, con la vittoria netta del No alla fusione, è stata una sorta di
prova generale delle elezioni amministrative del
2014. Assemblea popolare
si aspettava un risultato
così?
«Sinceramente, dopo l’82%
Giuliano
Parodi
Personaggio storico più ammirato?
Gesù Cristo.
Con quale personaggio politico vorrebbe parlare?
Josè Mujica
Ha il potere assoluto per un
giorno:
la prima cosa che fa?
Fermo i bombardamenti in
giro per il mondo.
Film cult?
Arancia Meccanica.
Attori preferiti?
Gian Maria Volontè.
Cantanti preferiti?
Rino Gaetano.
Pittore preferito?
Caravaggio
Una frase che porterebbe
sulla t-shirt?
Non bisogna mai tornare indietro,
nemmeno per prendere la rincorsa.
Libri preferiti?
Biografie degli attori.
Hobby?
Disegno, fotografia e videomaker.
Programma televisivo preferito?
Chi l’ha visto? Su Raitre.
Il regalo più bello che ha
ricevuto?
La salute.
Un suo rimpianto?
Non essere partito per l’Irlanda
a lavorare in uno studio di
animazione.
La soddisfazione più grande?
Vedere il proprio lavoro esportato in tutto il mondo, mi riferisco alle sorprese della
Kinder progettate da me.
Pensa di restare simpatico
o antipatico agli altri?
Simpatico... a pochi.
L’amico più caro?
Marco Cecchi.
Ciò di cui non può fare a
meno?
Informarmi su ogni cosa.
Nella vita a chi dire grazie?
Alla mia curiosità, che mi ha
spinto sempre
a scoprire cose nuove della
vita e del mondo.
Io vorrei?
Poter donare felicità.
21
del No alla fusione e dopo
che il Pd aveva candidato
una persona estranea al
mondo politico e giovanissima, mi aspettavo una percentuale più alta. Avevo ipotizzato un 70%. Il 60% non
è stato una delusione, però
mi ha fatto riflettere: significava che c’erano ancora delle sacche di resistenza».
Perché si è candidato sindaco?
«Su questo c’è stato un grande dibattito. Per scelta di alcuni, che avevano preferito
tenermi fuori, non facevo
parte del comitato No fusione. Quando si iniziava a costituire il nocciolo della lista,
cominciavano a girare alcuni
nomi per la candidatura a
sindaco, ma non il mio. Il ragionamento era questo: il
prossimo sindaco, dato che
era stata scampata la fusione, doveva essere di Suvereto. In seguito, dopo una serie
di riunioni venne fuori il mio
nome. Con la fine del mandato sciolsi la lista Uniti per
Suvereto e, in vista delle elezioni, abbiamo costituito Assemblea popolare».
Assemblea popolare si è
subito presentata come
una lista trasversale.
«Vero. Infatti, i primi tempi
in molti pensavano che non
saremmo durati molto. Non
credevano all’onestà delle
persone che ne facevano
parte».
Cosa vi ha tenuto uniti?
«Ciò che dovrebbe tenere
unito ogni gruppo che fa politica e che amministra: il
programma di governo. Non
è un problema di bandiere. Il
consiglio comunale ha un solo obiettivo: portare a termine il progetto. Il programma
è stato sviluppato dai cittadini per il bene di Suvereto».
Siete scampati alla fusione
con Campiglia, ma si pone
ancora il problema sollevato dalla legge Delrio,
Una striscia di fumetti realizzata da Parodi
cioè che i Comuni inferiori
ai 5mila abitanti devono
unirsi.
«I Comuni devono o associare tutte le funzioni o fare
un’unione. Quest’ultima è
una scelta politica, programmatica. Sull’associazionismo coatto, invece, c’è un
dibattito in corso portato
avanti anche da Anpci e da
Anci, di cui faccio parte,
rappresentando i piccoli Comuni della Toscana. Oltre
5mila Comuni sono inadempienti perché non è materialmente possibile attuare la
legge. Obbligare il piccolo
Comune ad associare va bene, ma va obbligato anche
quello grande. È chiaro che
per fare un matrimonio bisogna essere in due. Se io mi
giro intorno e Campiglia mi
dice no, San Vincenzo mi
dice no, al prefetto che devo
dire? Io sono obbligato, loro
no. Allora come si fa? La
legge è zoppa come tutte le
cose che ha fatto Delrio.
L’associazionismo coatto è
qualcosa di difficile attuazione. O commissariano
5mila Comuni inadempienti
o l’idea è quella di rivedere
la legge. Io mi auspico questo, ma non perché ho paura
di associare le funzioni ma
perché, per come è pensata,
non è né economicamente
conveniente né funzionale.
Io sono fiducioso che la legge venga rivista perché non
è proprio attuabile».
In Val di Cornia, Suvereto
è il primo Comune non governato dal Pd. Come sono
i rapporti con i “vicini di
casa”?
«Appena eletto, ho fatto il
giro degli altri Comuni proprio perché ero l’unico sindaco non allineato e volevo
subito mettere in chiaro le
cose: che la campagna elettorale era finita sia per me
che per loro e che dovevamo ragionare alla pari, da
amministratori. Giuliani e
Bandini sono stati subito
molto disponibili, la Soffritti un po’ meno. Purtroppo,
c’è un problema: il Pd, in
alcuni casi, ha avuto delle
ingerenze nell’attività amministrativa e questo ha fatto sì che io venissi tagliato
fuori da alcune discussioni,
trovandomi di fronte a decisioni già prese in altri tavoli. Vedi, ad esempio, la partita della scelta dei presidenti o dei cda delle partecipate. Ognuno deve fare il
proprio ruolo, questo significa che gli amministratori
devono essere autonomi dal
partito».
E i rapporti con il Pd locale?
«Sono molto distanti e sterili, perché i consiglieri all’opposizione portano avanti una politica fatta di insinuazioni. Provano continuamente a screditare la persona e il lavoro, senza però
scendere mai effettivamente
nei fatti. Ogni volta che ho
voluto il confronto pubbli-
co, loro si sono sempre rifiutati, prima e dopo le elezioni. E questo per me è grave, perché è sintomatico
della loro incompetenza».
Come hanno accolto i suveretani il sindaco Parodi?
«Molto bene. Questa è una
comunità molto generosa. Si
vede anche dal fatto che
l’associazionismo è fortissimo. Fare il sindaco come ho
deciso di farlo io, cioè in
mezzo alla gente, ha i suoi
pro e i suoi contro. È molto
stancante perché la gente
non viene a parlare con me
solo in ufficio, ma mi ferma
anche per strada. Però dà
grandi soddisfazioni, perché
è stata azzerata la distanza
fra la politica e i cittadini.
Qui le persone hanno ripreso possesso del Comune, lo
sentono cosa loro. Anche
chi mi ferma per dirmi semplicemente che c’è un lampione spento, sta facendo un
servizio civico, mi sta segnalando qualcosa che deve
essere riparato».
In famiglia, invece, come
vivono il suo ruolo?
«Mia moglie non è stata mai
molto d’accordo sulla mia
scelta di fare politica, perché,
conoscendo l’impegno che
metto nelle cose, sapeva che
ne sarei stato assorbito per la
maggior parte del mio tempo, questo inevitabilmente a
discapito dei rapporti familiari. Comunque, ho sempre
22
marzo - aprile - maggio 2016
opportuno investire?
«Questo territorio avrebbe
tante cose su cui puntare,
ma purtroppo, per incapacità di chi tira le fila, non vengono sfruttate. Ad esempio,
rispetto al resto del litorale
italiano, noi siamo ancora
un posto in cui possiamo offrire la spiaggia libera, che è
un valore aggiunto. E non
siamo in grado di fare arrivare qui un milione di persone? Questo perché siamo
figli dei tre turni».
cercato di essere un padre attento e vicino. Spesso i miei
figli trascorrono del tempo
nel mio ufficio, in Comune.
Si siedono al tavolino e disegnano. Alla fine, anche questa è casa loro!».
Come procede il lavoro dei
suoi assessori?
«Stanno lavorando molto
bene. Sono tutti alla prima
esperienza, ma si sono inseriti perfettamente. La nostra
macchina amministrativa ha
un ritmo davvero elevato».
Responsabilità di una
mentalità operaia?
«Piombino ha dato il pane a
tutti. Ha permesso a molti di
farsi il secondo stipendio
credendo di fare turismo.
Sanvincenzini e follonichesi
che lavoravano alle acciaierie, per decenni hanno affittato le case dei nonni. Ma
questo non è fare turismo.
Abbiamo bellezze come
piazza Bovio, Populonia, il
golfo di Baratti, che non siamo in grado di saper valorizzare e vendere. Secondo
me, chi dice che di turismo
non si campa, ha una visione distorta. L’Italia è un paese fondato sulla bellezza. Ci
vuole solo coraggio nelle
scelte».
Cosa pensa dei social network come Facebook usati
per fare politica?
«Sono nato e cresciuto con
il web. Pensa che nel 1990,
insieme al mio collega sceneggiatore di Roma, abbiamo realizzato la prima fanzine digitale dedicata al cinema. Si chiamava “Utopia”. Questo per farti capire
quando sia da sempre grande la mia passione per il
web. Utilizzo molto Facebook e tutti i social, perché
credo che siano uno strumento fondamentale e potente di comunicazione di
massa. Va usato bene, ma
sarebbe stupido non farlo».
Il successo più importante
ottenuto finora da sindaco?
«Sono due. Il primo è la realizzazione del parco giochi
per ragazzi, fatta in tempo
zero e grazie alla partecipazione spontanea di privati e
volontari, frutto della fiducia che ripongono in questa
amministrazione. L’altra
grande soddisfazione è stato
l’avvio del procedimento
delle terme, innanzitutto
perché era fermo da molti
anni per motivi politici e soprattutto perché sono certo
che quel progetto porterà
uno sviluppo per l’economia di Suvereto e di tutta la
Val di Cornia».
Come vede i tre anni che la
separano dalla fine del
Parodi in costume durante una sfilata storica a Suvereto
mandato?
«Credo che saranno molto
difficili. Fare l’amministratore ora non è semplice, sia
che si tratti di un piccolo che
di un grande Comune. Di sicuro proverò a risolvere
ogni problema e a soddisfare i bisogni della comunità».
So che è prematuro, ma
pensa che nel 2019 potrebbe ricandidarsi?
«Tranquillizzo tutti (ride)!
Credo proprio di no. È un
lavoro molto intenso, perché
qui sono al governo, ma nel
resto della Val di Cornia sono all’opposizione. Penso
che alla fine del mandato ne
uscirò abbastanza provato.
Inoltre, io continuo a lavorare alla stazione di Campiglia. Potrei usufruire dell’aspettativa, ma l’indennità da
sindaco è troppo bassa per
mantenere la famiglia e pagare il mutuo. Dalle ferrovie
prendo 300 euro al mese
perché delle 72 ore di permesso di cui mi avvalgo, 48
sono pagate e 24 no. E questi 5 anni si ripercuoteranno
anche sulla pensione».
Secondo lei, la Val di Cornia ha un punto di forza,
qualcosa su cui sarebbe
Le manca qualcosa di
Piombino?
«Il mare. Ho vissuto la mia
infanzia al Canaletto».
Cosa la fa veramente arrabbiare?
«Le ingiustizie».
Una risposta troppo generica.
«Mi fa incazzare l’incompetenza, ma soprattutto l’arroganza del potere. Chi si avvale di ruoli istituzionali e
politici per fare gli affari
propri. Come succede quotidianamente, purtroppo».
Cosa spera per i suoi figli?
«Che siano persone libere e
che non cedano mai a compromessi».
23
Rossano Pazzagli
(Ex sindaco Suvereto):
«Un combattente, onesto e
determinato. Un lupo solitario che si è lasciato coinvolgere dallo spirito pubblico e
creativo dei suveretani, che
amano la loro terra senza essere campanilisti. Quello tra
Suvereto e Parodi è stato un
incontro fortunato, ma il sindaco è un elemento di novità
anche per l‘intera Val di Cornia, un punto di riferimento
per chi non accetta il pensiero unico, un esempio di buona politica, di come ci si possa impegnare nelle istituzioni anche stando fuori dai partiti e dalle logiche autoreferenziali, al di sopra degli interessi particolari. Ha vinto
perché si è messo a disposizione delle giuste lotte della
gente, della tutela del territorio e dell’autonomia comunale. La sua forza è la partecipazione dei cittadini».
Maila Papi
(Giornalista La Nazione):
Dicono di lui
sizione in consiglio comunale, precisa e puntuale. Poi
ancora, di più: ha creduto
che anche i muri più rocciosi con la determinazione e la
forza delle idee si possano
abbattere. Poi Giuliano ha
per me una grande dote,
guarda il mondo spesso con
gli occhi dei suoi figli e
quando dice “tutti abbiamo
bisogno di una dose minima, quotidiana, di meraviglia”, bè come dargli torto».
Marco Cecchi
(Capogruppo
Assemblea Popolare):
«Ammiro Giuliano per la
sua grande determinazione
e per la sua voglia di giustizia. In tutte le iniziative
ci mette il cuore e la faccia. È una persona leale,
molto preparata ed è una
garanzia per tutti e in modo particolare per i suveretani e gli abitanti della Val
di Cornia».
EDIL COOP
FIORENZANI
Costruzioni
Ristrutturazioni
«Quando penso a Giuliano
Parodi mi viene in mente il
suo sorriso, che me lo ha
fatto rimanere simpatico subito, ormai da tantissimi anni. Mi piace parlare di lui,
senza buttarla in politica,
ma come uomo. Di lui ricordo le sue “battaglie”, l'oppo-
IMPRESA CERTIFICATA ISO 9001 2008
Via del Fosso 12/a
Tel 0565.220945 - Fax 0565.261994
Cellulare:
3939823499 - 3929210474 - 3929210858
e-mail : [email protected]
57025 Piombino (Li)
Francesco Lolini
(Vicesegretario Federazione Pd Val di Cornia-Elba):
«Parodi è un uomo che ha
legittime aspirazioni di potere e per raggiungerlo si
pone alla guida di chiunque
si opponga al Pd con lo scopo di prendere consensi da
elettorati molto diversi tra
loro. Dopo la militanza in
Rifondazione Comunista
imbocca infatti la via del civismo cavalcando i malcontenti e non avanzando mai
uno stralcio di proposta.
Nella sua corsa verso le poltrone, con la casacca del colore che reputa più conveniente per lui al momento,
dimentica il mandato datogli dai suveretani. Non amministra infatti Suvereto
perché si limita a tenere atteggiamenti arroganti nei
confronti della minoranza, a
seguire alcune vie già tracciate dalla precedente amministrazione dopo averle
demagogicamente attaccate
in passato e a non mettere in
campo niente di proprio e di
innovativo. Gli manca una
visione del paese, specialmente futura, e non fa gli interessi di Suvereto condannandolo all'isolamento con
un’assenza di collaborazione istituzionale con gli altri
sindaci su temi strategici a
cominciare dall' urbanistica.
Sicuramente ha delle abilità
che spende come oppositore
ma che gli impediscono di
saper governare».
24
marzo - aprile - maggio 2016
LA PAROLA AI POLITICI
Proseguire spediti
o iniziato da pochi giorni il
mio mandato di capo
gruppo del Pd nel Consiglio
comunale di Piombino. Questo incarico mi onora ed al
H
Stato di torpore
i sono molti aspetti in
questa piccola città che
sfidano la mia capacità di
comprensione. Su tutti l’apparente stato di torpore per il
quale tutto scivola alle spal-
C
Degrado politico
l degrado di Piombino e della sua politica. Non è strumentalizzazione ma un dato
oggettivo: ogni mese che
I
contempo mi investe di grande responsabilità nel rappresentare in Consiglio e di fronte alla città il partito di maggioranza chiamato, insieme
ai suoi alleati, al governo della città. La mia indole mi farà
svolgere questo ruolo con tenacia e determinazione, di
questo sono certo.
Come ho annunciato al mio
gruppo ed alle forze politiche
presenti in Consiglio comunale, la mia azione politica sarà
improntata verso la ricerca di
ciò che unisce maggioranza
ed opposizione, sia pure nella
distinzione dei ruoli, piuttosto
che verso aspetti meramente
e pregiudizialmente divisivi
della nostra condotta politica.
Abbiamo tutti desiderio di sicurezza, di pace e di un futuro
stabile soprattutto per le più
giovani generazioni, ecco almeno su questi valori penso
che ci potremo trovare insieme, ciascuno con la propria
identità politica. In questa occasione sfioro appena gli
aspetti che attendono finalmente le giuste e desiderate
conclusioni come l’annosa vicenda industriale la cui pesantissima crisi si è abbattuta da
anni verso tutto l’indotto citta-
dino a cominciare dai settori
commerciale ed artigianale.
Ribadiamo la nostra vicinanza
ai lavoratori ed alle loro famiglie, con l’incoraggiamento a
proseguire spediti la lodevole
azione condotta sino a qui dal
sindaco Giuliani, dai sindacati,
dalle Istituzioni attraverso le
persone del governatore Rossi, dall’onorevole Velo e da
Gianni Anselmi, prima come
sindaco ed oggi come autorevole rappresentante del Consiglio regionale della Toscana.
le, tutto indigna limitatamente al tempo necessario a
comprendere la notizia, poi
subentra uno stato di assuefazione e diventa normalità.
Prendiamo ad esempio il caso AAMPS, partecipata del
comune di Livorno sulla cui
situazione debitoria si dibatte da mesi su tutti gli organi
di stampa. Su questa vicenda si sono mossi tempestivamente Pd e sindacati, come
se l’attuale debito di 42 milioni fosse imputabile all’amministrazione Nogarin. Qui in
Val di Cornia avevamo Asiu,
azienda con un debito di oltre
20 milioni, ma per un bacino
di utenza di 60mila abitanti
contro i 160mila di Livorno.
Oggi Sei Toscana si è presa
la parte “buona” di Asiu, lo
spazzamento e la raccolta,
che si sostengono attraverso
la Tari, lasciando l’indebitamento sulle spalle dei Comuni e dei cittadini. Oltretutto
stiamo parlando di una situazione debitoria maturata in
un periodo medio lungo sotto gli occhi delle precedenti
amministrazioni e dell’attuale, ma qui a Piombino si ha
la percezione di un conto salato che non dovremo mai
pagare. La stessa cosa sta
accadendo con gli impegni
non rispettati da Aferpi, come se la cassa integrazione,
per chi ce l’ha, fosse eterna.
Come pure accade per la revisione degli strumenti urbanistici, per i quali è stata
cacciata l’assessore Pietrelli, ma finito il clamore della
notizia si torna ad evitare di
affrontare il problema. Per
chi ci amministra tutto è normalità, a partire dalla perdita
dei servizi ospedalieri. E i cittadini di Piombino invece, si
accorgono di cosa accade
nella nostra città?
passa il degrado della nostra
città aumenta. Siamo soliti
utilizzare il termine degrado
per far riferimento alla riduzione della sicurezza pubblica o della pulizia di strade e
piazze. Certamente anche su
questo Piombino non eccelle, con una inadeguata cura
degli spazi pubblici ed un numero crescente di reati che
hanno azzerato quel senso
di sicurezza che ciascun cittadino dovrebbe percepire.
C'è però un altro degrado,
ancor più grave: quello della politica locale che ci am-
ministra.
Governano con l'intento di
tranquillizzarci che il progetto Aferpi verrà portato a termine, piuttosto che rendere
note le oggettive ombre. Governano con la prepotenza
dei numeri, disposti persino
a scrivere leggi retroattive
per ovviare alla dimenticanza
di non aver presentato i nomi dei propri consiglieri di
quartiere. Governano con
preconcetto, bocciando ogni
proposta che venga dalle opposizioni. Governano senza
badare ai principi democrati-
ci, arrivando addirittura a rifiutarsi di rispondere ad una
interrogazione presentata
dallo scrivente.
Intanto, l'ex assessore al
bilancio si è dimesso perché rinviato a giudizio per
abuso d'ufficio, e il sindaco
Giuliani è indagato per il
medesimo reato.
Forse, in un periodo così
difficile, avremmo avuto bisogno di amministratori di
altro tipo.
Rinaldo Barsotti
Partito Democratico
Daniele Pasquinelli
Movimento 5 Stelle
Francesco Ferrari
Ferrari sindaco – Forza Italia
25
Il debito Asiu
siu ha chiuso il bilancio
2014 con oltre 20 milioni di euro di debiti: una cifra
impressionante che richiede
A
Anni di ritardi
ell’ultimo consiglio comunale è andato in votazione
N
Una via nuova
No al pessimismo
arie cose stanno facendo
il loro corso (Aferpi, Porto,
Rimateria, Infrastrutture etc.)
V
e Noi riteniamo che anziché
cimentarsi nell’arte di conte-
chiarezza. Chi è responsabile di una tale gestione fallimentare e di una tale voragine finanziaria? Il presidente e il direttore si sono dimessi, la politica tace, i Comuni – cioè i cittadini – ripianeranno il debito.
Le amministrazioni precedenti e le attuali avevano il compito di controllare un'azienda
da loro totalmente partecipata e non sembra che l'abbiano fatto. Sul bilancio 2015
non ci è dato sapere: manca
quella trasparenza che è fondamentale nella gestione
pubblica dei servizi. Noi abbiamo chiesto, e continueremo a farlo, che sindaco e assessore competente facciano
chiarezza sull'enorme debito
accumulato da Asiu, su come
si è prodotto e su come si intende ripianarlo. È impensabile che si possa mettere tutto a tacere, come invece si
sta tentando di fare, spostando il discorso su Rimateria e
i suoi progetti futuri. Noi apprezziamo il progetto presentato dal nuovo presidente Caramassi, il quale, prendendo
atto dei milioni di tonnellate
di rifiuti pericolosi presenti
nel nostro territorio, propone
di trasformare questa situazione in risorsa produttiva e
opportunità economica per risanare l'ambiente e creare
un po’di occupazione. Ma noi
crediamo che ciò possa avvenire solo nell'ambito delle bonifiche dell'area di Piombino
e debba dipendere dal progetto complessivo del risanamento ambientale degli 800
ettari dell'area siderurgica.
il piano Apea, che prevede
l’urbanizzazione a fini produttivi di vaste aree comprese fra
le Terre Rosse e l’Asca. Alcuni
di questi terreni sono stati
qualificati ad alto rischio idrogeologico (ad esempio quelli
allagati durante gli straordinari eventi atmosferici di qualche mese fa). Rifondazione
Comunista ha evidenziato
queste criticità ed altre, fra
cui l’assenza di un piano di
verifica della fattibilità finanziaria, che in altre parole signi-
fica proporre un progetto senza aver verificato se si hanno
i soldi per realizzarlo. L’amministrazione ha replicato che
non vi sono altre zone disponibili per insediamenti produttivi. Eppure ci sono le aree
sconfinate della Lucchini, terreni industriali che devono essere bonificati e ridestinati alla produzione. Quei terreni,
inutilizzati o semplicemente
usati come discarica abusiva,
dovevano essere rivendicati
15 anni fa e le bonifiche fatte
già da diverso tempo.
Adesso non ci troveremmo a
discutere di dove insediare
nuovi impianti produttivi. E qui
sta il punto: stiamo pagando
anni di ritardi e di pressapochismo. In compenso si continuano a spendere soldi pubblici in
progetti irrazionali che implicano guadagni per i pochi che ci
lavorano e non per la comunità. Cattedrali nel deserto.
are cristallino da Calamoresca a Baratti, ottimo
in costa est, non male quello
della costa urbana. Davanti
a Piombino, un arcipelago
unico al mondo: Elba, Corsica,
Capraia, Sardegna, Montecristo e altre piccole isolette.
Abbiamo un turismo sufficiente? Abbiamo una cantieristica e nautica adeguati?
No, non ci siamo nemmeno
vicini. Però, pensiamo di fare
la rottamazione delle navi,
di stoccare rifiuti pericolosi,
dopo aver trattato per anni
quelli speciali, pensiamo di
produrre biodisel. Contemporaneamente si vorrebbero
potenziare agricoltura e turismo croceristico. Schizofrenia
politica? Effettivamente come
indigeni, siamo sempre stati
più vocati al ferro che al mare,
come classe operaia fieri del
nostro essere sporchi fuori.
Questo non toglie che invece
di continuare a soggiacere
alle onde del destino e diventare la più grande discarica
d’Italia, non possiamo intraprendere, coraggiosamente,
una via nuova.
stare occorra piuttosto capire
ed impegnarsi su cosa la politica locale possa realmente
fare per commercio, turismo,
artigianato, cultura, zone periferiche ed altro ancora. Oggi
non siamo più ai “padroni delle ferriere”, coi quali contrastavano cioè sindacati ed amministrazione locale: la cruda
realtà mostra infatti che le dimensioni decisionali sono ormai su scala internazionale.
Se dunque da un lato Piombino giustamente si attende
una più florida stagione economica – soprattutto dal porto e dalla ripartenza industria-
le – dall’altro bisogna allora
governare i cambiamenti, nel
segno dell'innovazione e della diversificazione. A livello locale cioè si possono prendere certe decisioni, ossia fare
scelte che incideranno sul futuro potendo generare una
Piombino nuova, diversa, meno caratterizzata da processi
lavorativi pesanti ed inquinamento, più multisettoriale e
dinamica, soprattutto per
l’occupazione giovanile e femminile. Occorre dunque crederci, mettendo in discussione vecchi modelli e mettendosi alla prova, ma occorre an-
che sostenere costruttivamente una classe amministrativa chiamata su più livelli
a governare. Serve cioè un atteggiamento che non equivale
all’impotenza né tantomeno
significa dover accettare tutto
acriticamente, bensì consiste
nel saper superare il pessimismo ad oltranza, lo scetticismo a prescindere e lo “sfascismo” dei sistematici no
pronunciati come un mantra,
senza però offrire mai uno
straccio di seria alternativa.
M
Carla Bezzini
Un’altra Piombino
Fabrizio Callaioli
Rifondazione Comunista
Riccardo Gelichi
Ascolta Piombino
Sergio Filacanapa
Spirito Libero
26
marzo - aprile - maggio 2016
fatti & persone
Polizia di Stato
arriva Nicola Vitale
Nicola Vitale, 46 anni, ha sostituito
Marco Maricordia al commissariato di Polizia di Stato a Portoferraio. Vitale è stato dirigente
della squadra mobile di Rimini.
Sestilio Bani
e le donne
Carpino, direttore ArcelorMittal
iovanni Carpino è stato nominato direttore
degli stabilimenti ArcelorMittal di Piombino,
Avellino e Canossa a partire
dal 1° febbraio 2016. Risponde direttamente a Leandro Nannipieri, Chief Operating Officer Finishing per
ArcelorMittal Fos Cluster.
Tale operazione è avvenuta
a seguito della riorganizzazione di ArcelorMittal Europa
con il progetto di clusterizzazione, che vede la società
piombinese come azienda
satellite dello stabilimento
di Fos sur Mer (Francia).
Carpino inizia il suo rapporto
con l’azienda nel 1996, allora
La Magona d’Italia, come
responsabile del settore ingegneria elettrica. Nel 2002
assume il ruolo di respon-
G
sabile dello sviluppo tecnico
impianti e viene incaricato
della gestione dei più importanti progetti dello stabilimento di Piombino: zincatura 4, zincatura 5 e ricostruzione del tandem dopo
il grande incendio del 2005.
Nel 2011 diventa direttore
tecnico con la responsabilità
di ingegneria, manutenzione
centrale, ambiente e qualità
del prodotto. Nel marzo
2013 assume il ruolo di direttore della produzione di
Piombino aggiungendo alla
responsabilità di direttore
tecnico, il coordinamento
della produzione e l’automazione.
Giovanni Carpino si è laureato in ingegneria elettronica all’università di ingegneria di Genova.
ArcelorMittal in Europa ha
più di 100mila dipendenti
e produce circa la metà del
volume totale d'acciaio europeo. Presente in 17 Paesi
ed in 400 diverse località,
ArcelorMittal Europa nel
2014 ha raggiunto un fatturato di 35 miliardi di euro
e una produzione di acciaio
grezzo pari a 43 milioni di
tonnellate. Fornisce prodotti
d'acciaio piani e lunghi per
tutti i più importanti mercati
dell'acciaio, inclusi quello
automobilistico, edilizio,
degli imballaggi e degli elettrodomestici, supportati da
una divisione all’avanguardia
di ricerca e sviluppo e da
un’efficiente rete di distribuzione, con 9 laboratori
e mille ricercatori a tempo
pieno in Europa.
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Sta facendo molto scalpore il
libro di Sestilio Bani, escursionista
e studioso delle filosofie indiane,
“Tante mogli… sono la radice
del male nel mondo”. In “Storie
di matrimoni, divorzi e separazioni”, come recita il sottotitolo,
l’ex Cervellone (ha partecipato
come inventore a trasmissioni
televisive), si schiera apertamente
dalla parte del sesso forte nell’annoso dibattito sulle responsabilità dei fallimenti dei rapporti
di coppia.
Per avvalorare le sue tesi, Bani
raccoglie nel suo libriccino pubblicato nella collana Saggi &
Studi della Bancarella Editrice,
le sue esperienze, dirette e non,
nel campo delle relazioni sentimentali al giorno d’oggi.
27
fatti & persone
BCC di Castagneto: realtà in evoluzione
li ultimi mesi sono
stati forieri di belle
novità per la Banca
di Credito Cooperativo di
Castagneto Carducci.
Nelle ultime settimane del
2015 sono state infatti
pubblicate da parte di due
autorevolissime testate, le
tradizionali classifiche bancarie di fine anno: la classifica delle banche per regione pubblicata su “L’Atlante delle banche” edito
da Milano Finanza e la superclassifica di “Banca e
Finanza”, che collocano la
banca guidata dal direttore
generale Fabrizio Mannari
in posizioni di assoluto pre-
G
Alessia Fagioli
alla guida Cna
È Alessia Fagioli la nuova coordinatrice sindacale Cna
della Val di Cornia. Subentra
a Emanuela Minelli che, dopo
34 anni di lavoro in Confartigianato, è andata in pensione.
Fagioli ha una solida esperienza nel settore della formazione, della progettazione
e dell'accompagnamento alla
crescita delle imprese.
stigio. Risultati lusinghieri
che dimostrano ancora una
volta come la gestione dell’Istituto, da sempre improntata alla prudenza ed
alla correttezza, riscontri
la fiducia della clientela.
L’anno 2015 ha visto inoltre
incrementi significativi sia
dal lato impieghi (oltre 90
milioni), che raccolta complessiva (cresciuta di circa
70 milioni) e un utile al
lordo di accantonamenti e
imposte stimato in oltre
18 milioni di euro. Il patrimonio aziendale si approssima a 100 milioni, composto quasi completamente
da utili accantonati.
Spazio H
al circo Medrano
Anche quest’anno i ragazzi di
Spazio H di Venturina Terme
sono stati ospiti, a Livorno, del
circo Medrano. Uno spostamento
reso possibile grazie al supporto
di numerosi volontari, inclusi
quelli della Croce rossa. La colonna di auto, con una ventina
di persone tra cui la presidente
di Spazio H, Tamara Poli Padovani,
è stata accolta dagli artisti e
dagli assistenti del circo, che
hanno fatto visitare agli ospiti
lo zoo retrostante il tendone. Il
gruppo di Venturina ha poi assistito, con grande entusiasmo,
allo spettacolo. Per ringraziare
dell'ospitalità, i ragazzi di Spazio
H hanno regalato ai circensi
omaggi gastronomici della Val
di Cornia, prodotti tipici del territorio, come vini e ortaggi.
La sede direzionale della banca a lavori ultimati
Infine, ad inizio del 2016,
sono partiti i lavori di costruzione dell’edificio che
ospiterà l’ampliamento della
sede direzionale. L’immobile, situato a Donoratico
sulla via Aurelia proprio accanto alla sede attuale,
prevede un investimento
di oltre due milioni di euro
ed è doveroso ricordare
che la totalità dei lavori
sono stati appaltati a ditte
locali, a dimostrazione dell’attenzione della banca
per il proprio territorio.
Ecco l’Orchidea Trekking
È nata l'associazione “Orchidea di monte CalviTrekking San Vincenzo”,
gruppo formato da amanti
delle camminate e dell'escursionismo. A fondarla
sono stati i sanvincenzini
Mirta Macchi, Francesco
Buoncristiani, Walter Ghi-
gnoli, Walter Cappelli (presidente) e Carla Cianchi.
L'orchidea presente nel
nome è il simbolo del territorio, un fiore particolare
e molto bello, che in Val
di Cornia cresce solo sul
monte Calvi.
Le finalità sono molteplici,
ma, in particolare, l'associazione si propone di educare a muoversi nella natura e nell'ambiente e di
valorizzare al meglio le proprie risorse fisiche e psicologiche, avvicinandosi
ad uno stile di vita più
semplice. La sede dell'associazione attualmente si
trova presso i locali di Federcaccia in via della Croce
rossa italiana 9.
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28
marzo - aprile - maggio 2016
fatti & persone
Parchi, nominato il Cda
uovo corso per la società Parchi Val di Cornia. Dopo nove anni,
il presidente Luca Sbrilli ha
lasciato l’incarico. Al suo
posto è stato nominato l'archeologo piombinese Francesco Ghizzani Marcìa, finora
nel comitato scientifico del
Parco di Massaciuccoli. Con
lui, nel nuovo Cda, anche
la giornalista Maria Antonietta
Schiavina e l’ex dirigente
Magona e Lucchini Enzo Di
Martino.
La Parchi gestisce i parchi
archeologici di Baratti e Populonia, quello di San Silvestro, le aree protette della
Sterpaia e di Rimigliano, i
musei di Piombino (Archeologico e Castello), la Rocca
di Campiglia e la struttura
della Baciocca nel parco di
Montioni. Si occupa anche
Francesco Ghizzani durante
la presentazione del consiglio
di amministrazione -. Sono
piombinese e ho iniziato a
scavare a Populonia. Ma chi
fa il mio mestiere non deve
“solo” raccogliere cocci.
Deve anche trasmettere questo patrimonio alla gente.
Questa è la sfida che con
questo nuovo Cda vogliamo
vincere».
N
Francesco Ghizzani
della gestione operativa dei
parcheggi a servizio delle
spiagge, in Costa Est e a
Baratti. Ha anche il mandato,
dopo la soppressione delle
Apt, di curare la promozione
turistica del territorio, aspetto
al quale il nuovo Cda dovrà
dare impulso.
«Credo alla funzione sociale
dell’archeologia - ha detto
La Rocca di Campiglia
Pasticceria Biondi
50 anni d'attività
Agenzia entrate,
no trasferimento
Nuova guida
per i mazziniani
La pasticceria Biondi ha festeggiato cinquant'anni. Il 14
febbraio 1966 Vilia Orazzini
e Sergio Biondi, allora sposi
da soli dieci giorni, inauguravano
in via XXV aprile a Piombino
la loro attività. Una storia che
racconta di due ragazzini che
si sono conosciuti dietro il
bancone della pasticceria Pastori. L'amore l'uno per l'altra
e la passione per il lavoro li
hanno portati a realizzare il
loro sogno. Ad aiutare Vilia e
Sergio sono poi arrivati i figli
Simona e Luca (oggi titolare).
Restano a Piombino gli uffici
dell'Agenzia delle entrate. Verranno spostati nei locali dell'ex
sede distaccata del Tribunale,
in via Fucini. Terminati i sopralluoghi e le valutazioni tecniche,
è stata confermata questa
scelta, che consentirà di mantenere a Piombino un servizio
che altrimenti sarebbe stato
trasferito a Livorno. «Abbiamo
cercato di studiare con i tecnici
una soluzione – ha spiegato il
sindaco Giuliani – volta ad
evitare la chiusura di un servizio
così importante per la città».
Cambio della guardia al vertice
dell'Associazione mazziniana
italiana, sezione “Giovanni
Bovio” di Piombino. A Franco
Calzolari subentra Daniele
Massarri. Nel direttivo sono
stati eletti anche Ilo Razzolini
(segretario), Andrea Guitto
(segretario organizzativo), i
consiglieri Franco Calzolari e
Napoleone Gennai. Nel collegio
dei probiviri sono stati eletti
Sergio Filacanapa, Serfio Pescucci e Gabriele Campinoti.
Confermato il tesoriere Graziano Romagnani.
Il Garibaldi
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Campeggi
a Monaco
Dodici campeggi della provincia di Livorno hanno
partecipato a febbraio alla
fiera internazionale di Monaco di Baviera “F.re.e Fair for leisure and travel”.
“F.re.e” è la più popolare
fiera interattiva e di vendita
della Baviera per tutto ciò
che riguarda i viaggi, il
tempo libero e le attività
ricreative e rappresenta
un evento unico per scoprire quanto di meglio vi
sia sulle destinazioni di
viaggio e sulle ultime tendenze in tema di divertimento e svago. Questi i
dodici campeggi che, grazie
al sostegno della Camera
di commercio di Livorno
che ha messo a disposizione delle imprese uno
stand collettivo, erano presenti a Monaco: camping
Le Pianacce e International
camping Etruria di Castagneto Carducci, camping
Il Gineprino, camping Casa
di Caccia, camping I Melograni, Campeggio del
Forte, camping Le Palme,
camping Arcobaleno e camping Le Capanne di Bibbona, camping Blucamp
di Campiglia, camping
Valle Santa Maria di Capoliveri, Rosselba le Palme
di Portoferraio.
29
fatti & persone
Traghetti: nasce “Onorato Armatori”
stata presentata a Milano la nuova compagnia di
navigazione che raggruppa Moby, Toremar ed ex Tirrenia:
si tratta di “Onorato Armatori” il cui presidente è
Vincenzo Onorato. «Una compagnia in primo luogo italiana –
ha affermato il presidente della holding Onorato – con tutti i
marittimi italiani, e questo è il nostro orgoglio».
Nasce così una compagnia con una flotta di 64 navi, 4mila
occupati, 6,2 milioni di passeggeri trasportati (primo gruppo
del Mediterraneo), 25 porti collegati e 33mila viaggi effettuati
nell’ultimo anno. Collegamenti giornalieri con Sicilia, Sardegna,
Corsica, Elba, Arcipelago Toscano, isole Tremiti e una linea
tutta nuova e tutta estera da Nizza a Bastia.
È
Carciofo di Venturina alla Rai
Sarah Ferguson a Piombino
Sarah Ferguson, ex moglie di Andrea, duca di York, in
visita lampo a Piombino, ospite del Comune e dell'Autorità
portuale. Accompagnata da Aytan Shirinova, donna d'affari
dell'Azerbaijan, la duchessa è stata ricevuta a palazzo
comunale dal sindaco Giuliani e da Luciano Guerrieri,
presidente dell'Autorità portuale.
La delegazione, seguita dall'interprete Jim Betteridge, è
arrivata a Piombino direttamente da Londra. Ad accompagnarla,
Ivano Reggiani, rappresentate del gruppo finanziario
interessato all'acquisto della centrale Enel di Tor del
Sale. Dopo l'incontro in Comune, il gruppo ha dedicato
un po' di tempo ad un mini tour della città, fino a piazza
Bovio. A seguire, una visita sul porto e poi la cena a
Castagneto Carducci ospiti di Gaddo della Gherardesca.
Il carciofo di Venturina protagonista su Rai1 nella trasmissione “A conti fatti – la
parola a voi”. In collegamento
da Casalappi, presso l'azienda
agricola Scaloni, l'inviata Serena Magnanensi ha mostrato
le varie preparazioni del carciofo. Le volontarie dell'associazione “Sei venturinese
se...” hanno preparato crostini,
tortelli, lasagne, crespelle,
frittate, torte salate, carne
Nella vasta esposizione,
le migliori porcellane,
cristalli
e articoli da regalo
in crosta con contorno di carciofi fritti, ripieni, arrosto e
lessi, crostate dolci ai carciofi
e praline di cioccolato bianco
con cuore di carciofo. Il sindaco Soffritti ha espresso
soddisfazione per l’interesse
che il territorio sta suscitando
e ha ringraziato chi ha collaborato: «cittadini e imprese
che vogliono bene al territorio
sono il modo migliore per
farne apprezzare le qualità».
Un nome di fiducia dal 1954
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30
marzo - aprile - maggio 2016
Nelle province di Livorno e Grosseto durante le vacanze
D’
Stop alla dittatura del cellulare
di Enzo Biagioni
accordo, quello
che andiamo a dire sembrerà solo
una pazza idea: ma senza provocazioni come si farebbe a
creare qualcosa di nuovo? Il
nostro territorio, dalla terrazza
Mascagni a Livorno giù giù
fino a cala Violina in Maremma, sta soffrendo una crisi
economica paurosa e sopravvive grazie a ciò che ancora
resta dei tempi migliori. Un
territorio che offre tutto, paesaggio, clima, tradizione e
cultura e si ritrova con spazi
addirittura migliorati. L'esempio di Piombino è il più emblematico. La chiusura delle
acciaierie ci regala per paradosso una pulizia ambientale
e una solarità nel promontorio
più bello del Mediterraneo.
Conosco un paese,
a nord di Torino,
che vantò un primato nazionale
in quanto i cartelli stradali che
lo segnalavano
indicavano anche
che tale paese era
il primo “denuclearizzato” sul territorio nazionale. Un primato anche un
po' banale ma pur sempre un
primato. Insomma basta con
le solite masturbazioni cerebrali
degli amministratori che inseguono le solite idee quasi
sempre irrealizzabili: outlet
giganteschi, discoteche, approdi. Siccome la parola d'ordine è “diversificazione” vediamo se riusciamo a diventare
veramente diversi aggiungendo
un pizzico di pazza originalità.
L'idea? Vi ricordate i vecchi
film western quando
lo sceriffo disarmava tutti coloro
che entravano
in città? Ebbene
l'idea è molto
semplice, disarmiamo, nel periodo delle vacanze
estive nella nostra zona, tutti coloro che arrivano
armati di sofisticati cellulari.
Saranno consentiti solo telefonini semplificati nel caso
di emergenze e per telefonate
brevissime. Daremo forma
alla prima zona “decellularizzata” d'Italia e crediamo
veramente che diventerà una
vacanza vera, più godibile,
anche se i soliti detrattori diranno che si tratta della solita
idea radical-chic.
È notorio ormai come sia invasivo questo bellissimo og-
getto, magico, incredibile ma
che ci sta cambiando la vita
e i rapporti umani, se questi
hanno ancora un senso.
Un aneddoto vissuto. Lo scrivente alcuni giorni fa di ritorno
da un viaggio in auto si ferma
all'autogrill per sgranchirsi le
gambe, gustarsi un profumato
caffè ed una principesca pi-
31
sciata. In piedi di fronte alla
tazza pulitissima, dove scorre
un velo di acqua, e in un ambiente ordinato. Appunto lì
in piedi ad occhi socchiusi e
pronto a godersi qualcosa di
intimo, rilassante e quasi più
rilassante di una seduta di
yoga. E chi ti arriva? Eccolo,
si piazza alla tazza accanto,
corpulento, elegante e con fili
bianchi che gli corrono giù
dagli altoparlantini piazzati
nelle orecchie. Con grande
sicurezza e a voce altissima
e disturbante: «Sì amore tutto
bene… ancora un paio di giorni, sono ancora qui a Milano,
al mattino c'è pure un po' di
nebbia». Ma quale nebbia?
Quale Milano? Eravamo all’autogrill che precede di pochi
chilometri l'uscita di Vada e
Cecina Nord. «Tranquilla
amore… sì sì… ti bacio...
ciao ciao». Tutto questo a
voce altissima e disturbante
per il mio relax. Ci incrociamo
di nuovo al parcheggio quando
sta salendo su un Suv gigantesco. Le portiere aperte e,
nel sedile accanto alla guida,
una strafiga con gambe chilometriche che armeggia attorno ad un cellulare sofisticato.
Non manca di farmi un saluto
con una strizzata d'occhio.
Mah sì... mi viene di gridargli
Lei mangia... lui naviga
In attesa della pizza il via ai telefonini
dietro... fai pure le scappatelle
che vuoi, ma la prossima volta
vai a pisciare nei prati.
Ma insomma rivisitiamo la
nostra zona e domandiamoci
quanto sia poco opportuno
trastullarsi con il cellulare di
fronte ad un cacciucco consumato in un ristorante sulle
scogliere del Romito. Oppurre
pensare a qualcuno che si arrampica su a Castagneto per
gustarsi tortelli e arista mentre
scruta il panorama dove il
Carducci, e non Fiorello, “vide
stormi di uccelli neri nel vespero migrar...” e se uno in
questo frangente non può fare
a meno del cellulare ha di sicuro qualche problemino.
Per finire un turista viene a
Piombino e sulla sera passeggia
e guarda il tramonto nella più
bella terrazza a mare che esista,
piazza Bovio, e poi si ferma
al ristorante per una frittura
di paranza. La doratura perfetta,
gli spicchi di limone e il bicchiere colmo di un nostro vino
bianco locale. Se aggiungete
un cellulare acceso sul tavolo,
non è solo una incomprensibile
invadenza, è peggio, molto
peggio, è sacrilegio, è bestemmia.
Sull’autobus: lui parla... gli altri ascoltano
I
32
marzo - aprile - maggio 2016
nverno rigido solo di
congelata attesa e sonno
sociale, immobilità di
un territorio che pare vivere
solo nei mesi estivi quando,
non per merito nostro, si
popola di turisti da solo.
Poi di nuovo la lapide del
nulla, specie nei paesi a
mare. Se il grasso accumulato d'estate bastasse a
nutrirci per tutto l'anno, al
limite, potrebbe anche andare, ma non è così perché
finisce quasi subito nelle
bocche dei roditori, tanto
che appena scavalcato l'anno ci ritroviamo a spingere
i giorni in avanti affinché,
prima possibile, arrivi un'altra estate a ridarci un po'
di ossigeno.
Che stress, che fatica e che
tristezza perché tutto ciò
non costruisce niente, anzi
disfa attività che sempre
in numero maggiore sono
in vendita o chiudono, e
allontana forze giovani che
se ne vanno altrove. Il sospetto sgradevole che ci
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Piombino
ladi Giampaolo
finestra
Talani
Continuiamo
a spingere
la lapide del nulla
nei paesi a mare.
Il grasso
accumulato d'estate
finisce
quasi subito
I morsi feroci dei roditori
sia qualcosa o qualcuno
che contagia di morbo paralizzante la produttività di
un territorio ricco di cose,
affiora e galleggia vago
come la boa della cultura
che sempre riempie la voce
di chi non vuole avere argomenti propositivi. Forse
la volontà di dividere le
idee è ancora oggi più opportuna della bellezza di
unirle perché quest'ultima
è causa, sempre, di terremoti
fastidiosi, in certi casi più
per sedie e palazzi che per
piccoli e fragili edifici.
Nessuna iniziativa è allora
stimolata e ancor meno
concessa, poco si chiede
perché niente si vuol dare
affinché tutto non possa
muoversi più di tanto, tipo
un pensiero collettivo di
impresa su di una terra ricettiva e fertile quanto arido
e povero è invece il disegno
che la educa.
In attesa di quella ragione
fermata alla frontiera, che
si sdogani ad insegnare e
non ad imporre, continuiamo a spingere i giorni in
avanti con al culo i morsi
feroci dei roditori. Che almeno non ci venga oscurato
anche il sole di questa primavera.
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34
marzo - aprile - maggio 2016
di Francesca Barone
n numero di telefono
da chiamare o una
strada buia da percorrere. Il piacere da ricercare.
Voglie da soddisfare. Uomini
che chiedono, donne che obbediscono. E un mercato sommerso che si aggira sui 3,5
miliardi di euro. Un mercato
che da secoli ha lo stesso
nome: prostituzione.
Lucciole, meretrici, escort,
puttane. Etichette indossate
come i loro indumenti da lavoro: con disprezzo e spesso
vergogna.
In Italia, una questione di
Stato. Nove milioni di italiani,
infatti, si rivolgono abitualmente a prostitute e sex workers. In Parlamento, più volte,
riguardo alle cosiddette lucciole, si è discusso su fogli
di via ed espulsioni. C'è chi,
ripetutamente, ha dichiarato
guerra alle prostitute di strada.
Ma ad illuminare le notti buie
di centinaia di uomini alla ricerca del piacere rimarrebbe
comunque chi pratica in casa.
Perché come assicura Jasmine,
che lavora in appartamento,
«questo è un lavoro che non
potrà mai sparire».
E così, donne come Mary, Jasmine e Diana trasformano
le loro stanze da letto in camere
del sesso per i loro clienti.
Le discussioni parlamentari
non spaventano queste ragazze
perché lavorare in casa da
sole, come fanno loro, non è
reato. «Sono d'accordo con
chi vuole combattere la prostituzione di strada – dice
Mary – Il 90% di quelle donne
sono sfruttate da delinquenti.
Al market
del sesso
Lo Stato deve toglierle dalla
strada e magari aiutarle».
«Io non ci andrei mai per
strada – commenta Jasmine
– preferirei morire di fame».
Lavorare in casa le fa sentire
più sicure, anche perché non
ricevono mai di notte. Certo,
riguardo ai prezzi, la strada
offre prestazioni meno costose
rispetto alle case. Ragazze
come Mary, Jasmine e Diana,
che lavorano solo tra le quattro
mura, per un rapporto sessuale
di quindici minuti chiedono
70 euro. Il prezzo sale se aumenta il tempo e anche le richieste. Circa 50 euro, invece,
il prezzo di un rapporto orale.
Tre donne raccontano il mondo della prostituzione.
Un mercato sommerso da oltre 3 miliardi di euro.
Legalizzazione: da anni dibattito in Parlamento
Obbligatorio il preservativo,
sebbene molti clienti chiedano
di farlo senza. Ma, per fortuna,
la paura delle malattie si fa
sempre sentire.
Proprio riguardo ai controlli
igienico-sanitari, qualche anno
fa Daniela Santaché propose
un referendum a favore della
riapertura delle case chiuse.
«È una cavolata – replica Jasmine – io ci tengo alla mia
salute, mi faccio le analisi
ogni sei mesi. Piuttosto sarebbe
giusto che ci facessero pagare
le tasse. Dovremmo venire
considerate come lavoratrici
autonome. Però ognuna deve
essere libera di gestire il lavoro
e le tariffe come meglio crede».
D'accordo anche Mary: «Io
vorrei pagare le tasse, almeno
poi potrei prendere anche la
pensione».
La storia di Mary. Mary,
ventottenne brasiliana, ha iniziato a prostituirsi qualche
anno fa. Fino ad allora la sua
vita era tranquilla: un lavoro
“normale” e un ragazzo che
amava. Ma poi, proprio l'amore
le ha giocato un brutto scherzo
e allora, dopo una cocente
delusione e memore della condizione di povertà nella quale
era cresciuta, ha scelto di vendere il proprio corpo. «Conto
di lavorare solo pochi anni,
poi tornerò in Brasile – spiega
– comunque credo che al mondo ci sia molto di peggio».
Sua madre, che fa l'insegnante
nel Paese di origine della ragazza, è l'unica della famiglia
che sa cosa fa la figlia in Italia.
«Mamma non è d'accordo dice Mary - mi prega sempre
di smettere, ma con i soldi
che guadagno sto aiutando
anche lei e mia sorella».
Le chiedo chi sono i suoi
clienti. «È gente normale che
ha solo bisogno di sfogarsi,
magari non hanno più rapporti
35
Mary, Jasmine e
Diana, da anni
lavorano nella
provincia di Livorno,
trasformando le loro
stanze da letto
in camere del sesso.
«Prima di vendere
il mio corpo per strada
preferirei morire di
fame», sostiene con
convinzione Jasmine,
separata con un figlio.
«Fare sesso con una
prostituta non è
tradimento», dice
Mary, ventottenne
brasiliana.
«La prima volta stavo
così male che per
sciogliermi un po' ho
dovuto bere del vino»,
racconta Diana,
domenicana
di 35 anni.
con le mogli. Fare sesso con
una prostituta non è un tradimento. Spesso sono persone
sole che hanno soprattutto
bisogno di parlare un po'.
Insomma, è uno scambio: io
aiuto loro e loro, pagandomi,
aiutano me». L'importante,
in ogni caso, è l'igiene. «Prima
di ogni rapporto faccio sempre
lavare i miei clienti – confida
la ragazza –. Se poi a qualcuno puzzano le ascelle trattengo il respiro e cambio posizione».
La storia di Jasmine. Jasmine,
italiana, separata e con un figlio, si prostituisce da otto
anni. È molto selettiva per
quanto riguarda i suoi clienti:
«Niente vecchi, né ubriachi.
Se non mi piacciono chiedo
delle cifre assurde che nessuno
è disposto a pagare». Jasmine
fa questo lavoro solo durante
l'inverno, in estate fa tutt'altro.
Lei, rispetto a Mary e Diana,
è molto più vicina al suo obiettivo. «Devo stringere i denti
ancora un altro anno e poi finalmente potrò trasferirmi all'estero nella casa che ho com-
prato e sto pagando. Là potrò
fare il lavoro che desidero e
potrò godermi mio figlio».
Le prestazioni che offre non
si limitano a semplici rapporti
sessuali. Jasmine, infatti, soddisfa anche richieste sadomaso:
chi chiede di essere picchiato,
chi di essere ferito e insultato.
In questi quattro anni, nel suo
letto, sono passati molti uomini
e qualcuno si è addirittura innamorato, ma invano. «Finché
farò questo lavoro – dice la
donna – non voglio assolutamente impegnarmi, non
avrebbe senso».
La storia di Diana. Diana
viene da Santo Domingo, ha
35 anni e l'obiettivo di comprarsi un appartamento in Spagna dove poter andare a vivere
con suo figlio. Per realizzarlo
ha messo da parte timori e timidezza e ha cominciato ad
aprire la porta di casa a uomini
disposti a pagare anche per
soli cinque minuti di piacere.
Nel suo passato ci sono molti
lavori: cameriera, badante,
donna delle pulizie. Ma nessuno di questi garantiva a Dia-
na e al suo bambino una sicurezza economica. E così un
anno fa ha scelto. «La prima
volta che ho venduto il mio
corpo mi sembrava di assistere
a un brutto film. Stavo così
male che per sciogliermi un
po' ho dovuto bere del vino
–racconta Diana –. Quando
è finito tutto e l'uomo è uscito
dall'appartamento ho pianto
fino all'ultima lacrima e poi
mi sono infilata sotto la doccia.
Avevo bisogno di lavarmi,
mi sentivo sporca. Ho strusciato con la spugna fino quasi
a consumarmi la pelle».
Diana, come tutti le madri,
vuole regalare un futuro migliore al suo bambino e per
il momento questo lavoro le
sembra l'unica strada possibile:
«Ma un giorno, spero vicino,
questa tortura finirà».
Tre donne con storie differenti.
La domanda, però, rimane la
stessa: perché legalizzare la
prostituzione? Per più motivi:
etici, economici e soprattutto
di buon senso. La legalizzazione della prostituzione consentirebbe di strappare un monopolio multimilionario a organizzazioni criminali senza
scrupoli e di regolarizzare la
condizione di donne, spesso
schiave e senza un minimo
controllo sanitario obbligatorio.
A beneficiarne sarebbe anche
il fisco. Trasformando prostitute
e sex workers in lavoratori
legalmente riconosciuti, alla
stregua del modello della Germania e dei Paesi Bassi, nelle
casse dello Stato italiano potrebbe entrare una somma che
oscilla tra i 5 e i 10 miliardi
l'anno. Infine, perché essere
ipocriti? Nei secoli alcune
cose sono cambiate, ma altre
no. I tentativi goffi di reprimere
questo commercio del corpo
non sono riusciti nell'intento
di soffocarlo, ma solo di dislocarlo altrove. E allora, che
senso ha non dare norme a
un sistema cui si ricorre inevitabilmente?
36
marzo - aprile - maggio 2016
Polleria • Gastronomia
schezza
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In attesa
di General
Electric
C
37
Il mondo
che lavora
di Mirko Lami*
osta Etrusca mi ha
chiesto un parere
sull' investimento
che General Electric si appresta a fare in Toscana e
dopo l'accordo siglato in
Regione alla presenza del
ministro Guidi e del governatore Rossi.
La multinazionale ha intenzione di svilupparsi su
Piombino con una particolare specificità e cioè con
l'assemblaggio di moduli
energetici per poi essere
collaudati e spediti via mare con grosse navi.
Una prospettiva interessante per Piombino, non solo
perché si aprirebbe uno spiraglio per dare un po' di
quel lavoro tanto atteso ed
interessante perché va verso quella diversificazione
da decenni auspicata.
La General Electric ha un
ruolo davvero notevole in
Toscana, infatti equivale al
4,6% del Pil regionale.
Un investimento da 600
milioni di dollari complessivi nell'arco di un quinquennio, che vedrà impiegate 500 persone per un
centro di eccellenza mondiale per lo sviluppo di turbine e compressori nel settore oil & gas da creare in
Toscana radicandosi a Firenze, Massa, Carrara, Livorno e poi a Piombino.
L'obiettivo è non solo aumentare del 50% gli attuali volumi produttivi in
Italia e incrementare il fatturato di 1,7 miliardi di
dollari in 5 anni, ma anche,
con il sostegno di Regione
Toscana, formare una nuova generazione di ingegneri specializzati nella pro-
La multinazionale dell’energia ha scelto Piombino.
Nei piazzali del porto verranno assemblati i moduli.
Il colosso americano investirà 40 milioni di euro
gettazione di tecnologie
d’avanguardia e nell’industrializzazione territoriale.
Il tutto con benefici concreti in termini di innovazione e produttività sia per
il mondo della ricerca, che
per le realtà imprenditoriali locali. Come ebbi modo
di specificare nel convegno svoltosi a Firenze sui
nuovi posti di “lavoro verde” i green jobs e che approfondiremo nel prossimo
numero di Costa Etrusca.
Il piano che porta il nome
di Progetto Galileo, prevede lo sviluppo di turbomacchine (turbine a gas e
compressori centrifughi)
con una potenza compresa
dai 5 ai 65 mw e di tecnologie innovative di digita-
lizzazione per l’intero ciclo di vita dei prodotti, per
ottimizzarne le prestazioni
e la vita operativa.
Grazie al “Ge Store”, la
creazione di sinergie tra i
vari business di General
Electric, Ge Oil & Gas potrà avvalersi inoltre dell’uso di materiali di derivazione aeronautica per permettere lo studio di macchine sempre più leggere e
di dimensioni ridotte per
l’industria del petrolio e
del gas.
Ad esempio materiali robusti come l'acciaio ma
molto più leggeri. Ma cosa
serve al colosso americano
per avviare il suo progetto
su Piombino? Serve che il
porto sia pronto sia con la
banchina, sia con il piazzale dove verranno assemblati i ciclopici moduli, per
completare queste opere.
La Regione ha promesso
circa 70 milioni attraverso
un mutuo ventennale.
Il commissario dell'Autorità portuale Luciano
Guerrieri, in un'intervista
afferma: «Ci attendiamo
da parte di General Electric una domanda di concessione entro questo mese perché dovrà essere
presente una procedura di
evidenza pubblica. Per i
lavori alla banchina pensiamo di andare a gara entro giugno mentre a marzo
terminerà il grosso intervento, quello alla piattaforma, iniziato nel marzo
2014. A fine lavori, ci sarà
un piazzale operativo da
otto ettari dove General
Electric investirà 40 milioni».
Secondo Guerrieri, il progetto però si deve sviluppare in due parti, la prima
entro il 2017 e la seconda
nel corso del 2018. Significa 125 posti di lavoro subito e oltre 350 a regime.
Per questo progetto, come
possiamo leggere, servono
tempi abbastanza lunghi
che non vanno d'accordo
con i tempi necessari a chi
sta finendo gli ammortizzatori sociali e che si troverà senza nessun sostentamento. Io credo che dovremmo concentrare tutte
le nostre forze, proprio su
come aiutare chi perde tutto, perché con l'entrata in
vigore del Jobs Act, il periodo ammortizzatori sociali è diminuito, basti
pensare che la cassa in deroga è solo di tre mesi,
quindi fare in modo che gli
attuali lavoratori rimangano agganciati ad un sistema che ha tutte le prospettive per poter ripartire.
*Segretario CGIL Toscana
38
marzo - aprile - maggio 2016
«S
Quel piemontese che ama il nostro territorio
«Nel turismo… l’unione fa la forza»
di Umberto Barlettani
ono sempre stato
innamorato di
Piombino e della
Val di Cornia. Mia mamma
è piombinese ed ho sempre
avuto un rapporto particolare
con questo territorio. Ho vissuto e lavorato a Torino ma
il mio cuore è stato qua e
così, ormai quindici anni fa,
ho deciso di trasferirmi a
Piombino».
Questo è Alessandro Doria,
che come un fiume in piena,
racconta con entusiasmo la
sua nuova vita, che l’ha catapultato anima e cuore nel
settore turistico.
«Nel 2002 ho acquistato un
immobile dismesso da tanti
anni nella campagna di Casalappi a Campiglia. Da qui
l’idea di trasformarlo in casa vacanze e nel 2005 abbiamo inaugurato la struttura.
Mi sono messo in gioco
scommettendo sulle grandi
potenzialità del nostro meraviglioso territorio. Oggi –
prosegue Doria – la struttura
è composta da 7 appartamenti per un totale di 35 posti letto, tutto in stile casa
colonica. Con il tempo siamo riusciti a farci conoscere
ed apprezzare dai tanti turisti che ormai, anno dopo anno, decidono di trascorrere
le vacanze qui da noi. Abbiamo la fortuna – afferma
Doria con convinzione – di
vivere nella più bella regione d’Italia e la nostra zona
non ha niente da invidiare a
località turistiche più rinomate. Non ci manca niente,
borghi medievali, mare,
campagne splendide e un
territorio ancora integro dove non ci sono state grandi
speculazioni edilizie. E poi,
non dimentichiamo le eccellenze enogastronomiche e le
cantine conosciute ed apprezzate in tutto il mondo».
Chi è Alessandro Doria
Alessandro Doria nasce a Torino
il 6 luglio 1966. La madre piombinese, Maria Quinci e il padre
Renzo piemontese doc, imprenditore metalmecanico. Alessandro
inizia a lavorare nell’azienda di
famiglia che fornisce componentistica per la Fiat. Poi, nel 2001,
decide di cambiare vita e stabilirsi in Val di Cornia. Oggi lavora nel
settore turistico ed è titolare del
Podere Tre Cipressi casa vacanze a Casalappi.
Cosa si sente di chiedere a
chi governa il territorio?
«Maggiore unità e più coordinamento nella programmazione economica e nella
scelta di indirizzo turistico.
Destagionalizzare e saper
attrarre sempre più presenze
con manifestazioni sportive
e raduni. Nel nostro piccolo
a Natale – continua Doria –
abbiamo realizzato “Cose e
sapori sotto l’albero” un
mercatino con stand di
aziende della zona e prodotti tipici. Nell’occasione sono venuti tanti visitatori da
diverse parti d’Italia, che
poi si sono trattenuti per alcuni giorni visitando le nostre bellezze».
Come vede lo sviluppo
economico del futuro?
«Spero naturalmente che si
sblocchi quanto prima la vicenda Aferpi, anche se abbiamo capito finalmente che
non possiamo più vivere di
Il Podere Tre Cipressi
a Casalappi
sola siderurgia. Di grandissima importanza il completamento della strada 398 fino al porto. Piombino è l’unica città italiana con una
sola via di accesso. E d’estate quasi tutti i giorni ci troviamo davanti a lunghissime code di auto».
Cosa le piacerebbe venisse
realizzato al posto della
centrale Enel?
«Benissimo l’idea di un outlet. Però se devo sognare allora facciamolo in grande:
mi piacerebbe qualcosa sullo stile di Punta Ala».
Altri sogni?
«Un bel campo da golf».
Un giudizio sui Comuni?
«Per quanto riguarda Campiglia, apprezzo l’attenzione
e la cura dello splendido
borgo medievale e le tante
iniziative estive, tra tutte
Apritiborgo. Anche Suvereto offre molti servizi e sono
presenti importanti realtà
del vino di fama mondiale.
Per quanto riguarda Piombino, chiedo più pulizia e decoro. E poi valorizzare non
solo il centro storico ma incoraggiare iniziative anche
in altre parti della città e
penso per esempio a “Salivoli di sera” dove c’è partecipazione e un grande spirito di collaborazione. Infine
San Vincenzo, il porto credo
che potesse essere realizzato
in modo meno impattante.
Non mi piace. Spero che
l’amministrazione comunale sappia mantenere il giusto
equilibrio nelle scelte future
tra natura e cemento. Un
esempio per tutti noi che
operiamo nel turismo è Riva
degli Etruschi. Grandissima
qualità e rispetto per l’ambiente».
Cosa farebbe se fosse assessore al turismo?
«Mi batterei per eliminare la
tassa di soggiorno. La trovo
ingiusta perché il turista non
deve essere considerato come un pollo da spennare. Infine mi piacerebbe abbassare
il costo dei parcheggi per il
nostro mare. In costa est, per
esempio, il servizio offerto è
scadente: sotto il sole, nella
polvere e incustoditi».
Cosa si augura per il bene
del territorio?
«Che prenda consapevolezza delle grandi risorse e potenzialità che dispone.
Guardiamo al futuro con fiducia, allo sviluppo del porto, alla diversificazione cercando di aiutare le piccole e
medie imprese che lottano
contro la crisi ogni giorno. E
agli operatori turistici in generale, guardare il collega
non come un competitore
ma come un “complice” per
le strategie comuni.
Tutti insieme ce la possiamo fare… l’unione fa la
forza!».
I
di Daniele Toncelli
n una giornata umida di
uno strano inverno, ho finalmente trascorso un pomeriggio insieme all'amico
Flavio Melani.
Il grande pittore e
scultore di Donoratico mi ha accompagnato in
un affascinante
viaggio alla
scoperta di alcuni suoi più
importanti monumenti che
sono stati installati nelle piazze
dei paesi del nostro
territorio. Statue
sublimi e anche
molto conosciute e
fotografate come
“Nonna Lucia”
a Bolgheri, “La
pace” in piazza
della stazione a Donoratico, “La ragazza in spiaggia” a Marina di Donoratico,
“La ragazza al masso delle
39
A spasso tra i monumenti
con lo scultore Flavio Melani
fanciulle” a Pomarance, “Il
riposo del frantoiano”
a Montecerboli e “La
Madonna dell'Assunta” che verrà
inaugurata a marzo. Il nostro percorso è terminato a Castagneto Carducci
dove è stato recentemente collocato il monumento
“Liberi” nella piazza del Popolo al
centro del borgo
e davanti all'immensità del panorama che, giù
nella valle si
proietta
verso il
mare. L'opera, commissionata dall'Associazione Nazionale Partigiani
Italiani (Anpi) e dalla Banca
di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci, è composta
da due statue che rappresentano
due giovani partigiani che alla
fine della guerra si incontrano
nuovamente e si scambiano
emozionati i loro drammatici
ricordi.
Le atrocità del conflitto, ma
anche i sentimenti di amicizia,
traspaiono dagli atteggiamenti
e dalle espressioni dei volti
del ragazzo e della giovane
donna.
Come tutte le sculture di Flavio, sono in terracotta e il loro
stile è realistico ma essenziale
nelle forme e nei particolari:
il fucile 91/38, la bandiera
che li unisce e protegge cadendo per terra, i vestiti del
tempo, le scarpe e i visi intensi,
appassionati e fieri.
Melani è un maestro che utilizza i modelli dal vero che
posano per lui, orgogliosi di
riscoprirsi nelle immagini di
queste fantastiche creazioni
di argilla. Mentre il cielo si
dipingeva con i colori di un
tramonto di fuoco, ci siamo
salutati con la promessa di
rivederci magari, questa volta,
alla mia prossima mostra.
marzo - aprile - maggio 2016
♥
1)
2)
3)
4)
5)
♣
Indovinate di Giuseppina Toncelli
Ci si può dormire sopra. Dove?
Chi diventa piccolo con l’uso?
Chi sta sulla bocca di tutti?
Se è d’oro è falso. Cosa?
Cos’è tutta circondata da sabbia?
6) Parlando si può perdere. Che cosa?
7) Cosa non è facile perdere?
8) Cosa si aprono per far luce?
Soluzioni: 1) Sugli allori. 2) Il lapis. 3) Il naso. 4) il dente. 5)
L’oasi. 6) Il filo del discorso. 7) Un record. 8) Le inchieste.
40
La parola nascosta
4
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2
1
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Il fiume Cornia ha 03 per le
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Campigliametri la ferrovia fettuato il
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Piombino. È stat
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e Poggio all’Agnel
tra San Vincenzo è stata interrotta
ria
La linea ferrovia
ni.
or
per oltre due gi
mano
(Progresso Marem )
20 dicembre 1903
Avvicinandosi la scadenza dell’affitto delle
miniere dell’isola d’Elba, l’Ilva ha fatto
correre la voce che gli stabilimenti di
Portoferraio e Piombino saranno “serrati”
perché il Governo non vuol concedere il
concorso diretto dell’affitto. È inutile dire
quanta impressione dolorosa
suscita la notizia, sia vera o
meno, tra la popolazione operaia
elbana e piombinese.
(L’Unità 17 febbraio 1924)
E
O
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Cornia allaga la straripato il
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Edo Marchionni
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L’Ilva minaccia la serrata
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6
A
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C
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1) Una volta era un pollo.
2) Membrana del timpano.
3) Abitanti di Caltanissetta.
4) Sottoregno animale.
5) Scelta, selezione.
6) Di remota antichità.
R
3
A
2
La parola nascosta (se le risposte sono esatte, nella quarta
colonna, comparirà il nome di un’antica porta di Campiglia Marittima).
6
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I
42
marzo - aprile - maggio 2016
di Riccardo Vigetti*
l Prp (Plasma ricco di piastrine) è una sostanza usata
da tempo in medicina per
stimolare i tessuti molli (cartilagini, muscoli, tessuto connettivo). Le piastrine contengono al loro interno dei granuli
ricchi di fattori di crescita che
hanno un’azione antiinfiammatoria, di rimozione delle
cellule necrotiche e di ricostruzione tissutale. Il Prp è
un potente e concentratissimo
cocktail di fattori di crescita
che stimolano la rigenerazione
dei tessuti e la neoangiogenesi
(formazione di nuovi vasi sanguigni). Proprio quest’ultima
è una delle proprietà più importanti del Prp per le applicazioni in medicina estetica,
dove il corretto apporto di
nutrimento ai tessuti è alla
S
di Allegra Ciaponi*
altare la colazione fa
dimagrire. Falso. La
prima colazione è un
pasto fondamentale per iniziare
con energia la giornata. Chi
consuma una buona prima
colazione ha un maggior controllo del peso e meno probabilità di ingrassare. Consiglio. Meglio evitare il classico
cornetto al bar, anche quello
integrale, tanto alla moda oggi,
o biscotti ricchi in grassi, che
ci appesantiscono inutilmente
di prima mattina. Preferire
una colazione nutriente ma
leggera costituita da yogurt
o latte con pane tostato, fette
biscottate o cereali e frutta
fresca .
Gli spinaci contengono ferro.
Vero/falso. Contengono anche
ossalati, sostanze che ne riducono l’assorbimento. Consiglio. Per aumentare l’assorbimento di ferro aggiungere
vitamina C presente negli
agrumi, nei kiwi e nei peperoni.
Tra i vegetali prediligere le
lenticchie che forniscono quasi
il doppio del ferro (5mg ogni
100g di legume contro 3mg
PLASMA RICCO DI PIASTRINE
Come rigenerare i tessuti
base dei loro processi rigenerativi.
Negli Stati Uniti la chiamano
“Dracula Therapy”, “Dracula
Facelift” o “Vampire Therapy“.
La tecnica prevede un prelievo
di sangue dal paziente, lo si
centrifuga in modo da separare
il plasma dai globuli rossi e
si inietta questo siero nel viso.
Il risultato è una pelle che riguadagna vitalità con miglioramento della consistenza,
del tono e del volume; più li-
ED ORA LA PAROLA PASSA ALLA DIETISTA
Credenze popolari sul cibo
scia, più elastica, e decisamente
più giovane.
Il Prp trova le sue principali
indicazioni in alcune aree
quali: guance, pieghe nasolabiali, zona perioculare, labbra,
fronte, collo, siti delle cicatrici
da acne, décolleté, dorso delle
mani, alopecia androgenetica
(calvizie). La sostanza iniettata,
essendo del tutto naturale e
proveniente dal corpo stesso
del paziente (priva di reazioni
allergiche), stimola la rigenerazione delle cellule, i fibroblasti e la rigenerazione
del collagene. Il trattamento
di viso e collo dura circa un’ora. Non esistono effetti collaterali. Di regola si consigliano
due o tre trattamenti a distanza
di un mese l’uno dall’altro.
*Medico estetico
Studio Medico Libra
centuale di grassi. Inoltre, in
chi ha una scarsa tolleranza
al lattosio, può causare difficoltà digestive e disturbi intestinali. Consiglio. Altri alimenti che contengono calcio
sono alcuni tipi di frutta secca
(mandorle, fichi secchi) verdure
verdi (cavolo, spinaci, porro,
broccoli), alcuni tipi di acque
minerali (controllare le etichette).
*Dottoressa, dietista
della verdura) e non contengono
ossalati.
I prodotti da forno sono meno calorici del pane. Falso.
Crackers, grissini e fette biscottate contengono in media
100-150 kcal in più ogni 100
grammi rispetto al pane. Questo è dovuto al maggior contenuto di grassi necessari per
conferire friabilità. Consiglio.
Preferire il pane comune,
senza sale, meglio se integrale.
Una mela al giorno leva il
medico di torno. Vero. Questi
frutti contengono, tra le altre
sostanze benefiche, la quercetina, un flavonoide dall’azione antinfiammatoria ed
energetica, che preserva anche
l’elasticità dei vasi sanguigni.
Consiglio. Meglio scegliere
mele biologiche e mangiarle
con la buccia.
Bevi tanto latte che fortifica le ossa. Vero/falso.
Il latte e i suoi derivati,
come yogurt e formaggi,
sono la fonte principale di
calcio nell’alimentazione ma
contengono anche un’alta per-
43
In na
i ta
c
cu ala
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s
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In fa
di
C
di Simona Grossi
ambio di stagione,
si ricomincia. E
come inizierete ad
alleggerirvi di sciarpe e
piumini, anche se l'inverno appena passato è stato
decisamente insolito, anche la vostra tavola farà
altrettanto.
In ino
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gia be
I
no
i
lI
m
sl o
ge
di Simona Grossi
n primavera il nostro olfatto è ammaliato da un
profumo coinvolgente
che proviene da rigogliosi
cespugli carichi di piccoli
fiori bianchi: il gelsomino.
Proveniente dal Malabar delle Indie Orientali fu importato in Europa nel Cinquecento
dai navigatori Spagnoli. In
Italia il primo ad innamorarsene sembra fosse Cosimo
Quindi sgombrate il campo
da ricette impegnative per
dare spazio a piatti freschi,
gustosi e veloci. L'ideale
dunque per inaugurare la
primavera è realizzare una
insalata di farro, cereale
dalle ricche proprietà nutritive diffusissimo come coltivazione in Toscana ed in
particolare in Garfagnana,
che vi consentirà di preparare un piatto unico oppure
uno squisito antipasto.
Pronti ad indossare il grembiule?
Preparazione
Mettete a bollire un pentolino
d'acqua salata e una volta preso
il bollore, fate cuocere il farro
per 25 minuti (o quanto indicato
sulla confezione). Mentre il
farro cuoce preparate il condimento: mettete a bagno i pomodori secchi per circa 10
minuti per poi tagliarli a dadini.
A parte tagliate sempre a dadini
il cipollotto, il sedano ed i pomodori freschi. Quindi tritate
grossolanamente le olive, le
mandorle ed i capperi. Mentre
attendete che il farro termini
INGREDIENTI
Farro perlato
15 mandorle
(3 pugni a persona)
sale,
2 pomodori ramati
olio extravergine
1 cipollotto
d'oliva
20 olive nere
1 pizzico di zucchero
2 pomodori secchi
(facoltativo)
1 gambo di sedano
pecorino romano
1 cucchiaio di capperi
grattugiato
De' Medici. Essendone molto geloso vietò che se ne tagliasse persino una foglia.
Invece la leggenda narra che
un giardiniere donò un ramo
alla sua fidanzata. Essa lo
piantò nel suo giardino e radicò moltiplicandosi talmente tanto che permise ai giovani di venderlo. E grazie al ricavato si poterono sposare.
La coltivazione del gelsomino
è molto semplice essendo
una pianta molto poco esigente. Infatti ama un terriccio
sciolto, neutro e ben drenato.
Pertanto per inserirlo al meglio
nel vostro spazio verde scavate
una buca che sia larga almeno
il triplo del vaso e profondo
circa 20/30 cm in più. Riempitela con il 70% di terra
di giardino ed un 30% di
ghiaia aggiungendo un po'
di stallatico maturo.
Se invece desiderate coltivarla
in vaso acquistatene uno largo
e profondo dove il miscuglio
di terra e ghiaia ricalcherà
quella del giardino.
L'esposizione è in pieno sole,
in queste condizioni darete
alla pianta la possibilità di svilupparsi al meglio e fiorire abbondantemente. Irrigatela quindi
una volta a settimana nei primi
due anni di impianto. Poi la
pianta diventerà idricamente
autonoma.
Per favorire un'abbondante
fioritura somministrate, nei
mesi di aprile, maggio e giugno, un buon concime liquido
con alto tenore di potassio
una volta a settimana o ogni
quindici giorni.
La potatura non è necessaria
ogni anno. Sono piante che
la cottura unite tutti gli ingredienti
in una terrina e condite con
sale, olio e una puntina di zucchero. Scolate il farro, e lasciatelo
raffreddare per almeno 15 minuti
e mescolatelo per bene al condimento. Mettete la vostra insalata in frigo per alcune ore.
Un paio di ore prima di servire
riportatela a temperatura ambiente per poi completarla con
una spolverata di pecorino grattugiato. Mescolatela ancora delicatamente e impiattate.
Il segreto per rendere perfetta
questa insalata è utilizzare
materie prime di qualità quali,
l'olio extravergine e il farro
rigorosamente toscano, nonché
scegliere verdure e ortaggi
bio. Un piatto adatto a tutti
che accontenterà anche chi
desidera mangiare vegetariano
e vegan pur mantenendo inalterata la tradizione gastronomica della nostra regione.
amano crescere senza essere
contenute troppo. Intervenite
quindi all'inizio della primavera
eliminando dalla base rami
vecchi, secchi o disordinati.
Sicuramente avrete acquistato
un gelsomino per la splendida
fioritura ed il profumo intenso
ma è meglio sapere che è una
pianta con alto valore simbolico
associata alla dolcezza e alla
sensualità che dona alle persone
la capacità di attrarre e farsi
amare. Ecco spiegato uno dei
motivi per cui da secoli viene
inserito nei bouquet dalle spose
il giorno del loro matrimonio.
44
È
marzo - aprile - maggio 2016
di Pierluigi Galassi
Fin da piccolo le prime immagini.
Corsi di fotografia al Circolo Rivellino.
Cerca angoli pittoreschi del territorio
RICCARDO MARCHIONNI
«Uomo libero
e padrone
del mondo»
UNA SENSAZIONE CONDIVISA
con grande piacere che parlo ai lettori di Costa Etrusca di un giovane fotoamatore piombinese, Riccardo Marchionni, classe 1981,
dipendente ex Lucchini, attualmente in cassa integrazione. Fin da piccolo, probabilmente influenzato
dal babbo, ha cominciato a scattare le prime immagini, avvalendosi proprio dell'attrezzatura paterna.
Nel 2014 ha iniziato a frequentare i corsi di fotografia tenuti dal Circolo fotografico Il Rivellino.
Da qui, confrontandosi con altri fotoamatori, ha
iniziato a tirare fuori dal cassetto le sue immagini
e ad esibirle in diverse mostre cittadine, conquistando il consenso dei molti visitatori. Ha ottenuto
un'ammissione nel dicembre scorso al concorso
"Luca Rossi"; l'anno passato le sue foto sono state
apprezzate e conseguentemente pubblicate dallo
scrittore piombinese Gordiano Lupi nel libro "Miracolo a Piombino". Nella biblioteca comunale è
affissa la sua mostra permanente intitolata “Piazza
Bovio, una terrazza sul mare".
Riccardo usa esclusivamente una Power Shot SX
510 della Canon, con cui realizza immagini pulite,
senza avvalersi dell'aiuto del computer, il che, a mio
avviso, è fondamentale per un vero fotografo. Realizza foto paesaggistiche semplici ma allo stesso
tempo ricercate, genuine, realistiche e tecnicamente
di ottima qualità. Con i suoi scatti ama immortalare
gli angoli pittoreschi del nostro territorio, con amore
e poesia.
Per sua ammissione, con la fotocamera in mano si
sente un uomo libero, praticamente il padrone del
mondo, sensazione condivisa da tutti noi fotoamatori veraci.
Concludendo, ringrazio il direttore Ivio Barlettani
che mi ha dato l'opportunità di esaminare le opere
del giovane Riccardo, opere che ho veramente apprezzato.
DA TUTTI I FOTOAMATORI
Galassi, il decano dei fotoamatori
presenta Riccardo Marchionni
Pierluigi Galassi è il decano dei fotoamatori di Piombino. È presidente della
sezione fotografica del Centro culturale Sant’Antimo. Dopo la presentazione
di Domenico Finno, Sergio Tanfani, Nino Marchi, Guido Morelli, Oreste
Malvisi, Luigi Tozzi, Roberto Baroni, Stefano Valdiserri, Davide Bedini,
Corrado Coppetta, Luca Ruffoli, Patrick Donati, Fabio Del Ghianda, Manuela
Innocenti, Enrico Genovesi, Eleonora Carlesi, Luca Vangelisti, Massimo Daddi,
Alessio e Matilde Ricci, Asia Giannelli, Francesco Livi, Francesco Masangui,
Gabriele Tinalli, Sergio Signori, Marco Morrone, Stefano Tempestini, Graziella
Sapienza porta oggi alla ribalta Riccardo Marchionni.
45
Gli scatti
di Riccardo Marchionni
Via dell'Industria, 8 - VENTURINA (LI) - tel. 0565 850218 fax 06 91271156
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46
marzo - aprile - maggio 2016
La magia...
Lara Androvandi
Riflessi luminosi
Lara Androvandi è nata a Piombino
nel 1973. Si è laureata presso l'Accademia di Belle Arti di Carrara e ha vinto una borsa di studio che le ha permesso di lavorare con Arnaldo Pomodoro. Ha frequentato lo Studio Vegni
Design di Pisa e ha restaurato la chiesa dei Santi Fabiano e Sebastiano a
Fiamignano. Insegna nelle scuole superiori, è cittadina onoraria di Suvereto e ha esposto in Italia e all'estero.
Ho potuto finalmente ammirare le
opere di Lara Androvandi e sono rimasto veramente impressionato
perché sono frutto di un grande talento e di un'immensa passione. Lara è una pittrice eclettica. Del resto
la sua preparazione accademica e
tutto il suo percorso artistico le consentono di poter realizzare tutto
quello che vuole, compresi i suoi
sogni. Non per niente ha lavorato
con Arnaldo Pomodoro. Perciò si
applica nel design, progetta gioielli,
restaura mobili e affreschi, elabora
foto al computer, decora con il decapato, crea pregevoli opere grafiche e si appassiona di tecniche particolari come la monotopia, l'ebru e
il mosaico.
I suoi monotipi esposti presso il ristorante “L'Ubaldino” sono esemplari unici, eseguiti con la stesura
del colore acrilico con un rullo sulla
matrice di gelatina. Con le varie
stampe che si susseguono crea così
effetti materici piacevoli e molto
personali. Vi è rappresentato un
mondo affascinante che varia tra
l'astrattismo, il simbolismo e il surrealismo. Le sue piume, i suoi fiori,
i suoi cuori, emergono dagli sfondi
suscitando poetiche emozioni.
Emozioni ancora più forti sono
quelle suggerite dai riflessi luminosi dei suoi mosaici realizzati con
tessere di specchio. Meraviglioso è
il trittico che raffigura e decanta la
bellezza del corpo umano.
Raffaele Ucciero
Ritorno alle origini
Raffaele Ucciero è nato a Napoli nel
1949 e si è diplomato come maestro
d'arte della ceramica nel 1970. Vive
a Piombino dove ha lavorato alle poste.
Dal 2013 ha esposto con mostre collettive e personali a Piombino (Palazzo Appiani e Giardini ex Propatria), a Campiglia Marittima (Cinema Mannelli) e all'Impruneta.
La vita è un percorso che porta l'uomo a spasso nelle strade del tempo. Il
viaggio di Raffaele Ucciero ha origine in gioventù con i suoi studi artistici abbandonati per dedicarsi al lavoro
alle poste e finalmente ripresi con
l'avvenuta pensione. È un ritorno alle
origini che è esploso in una sintonia
di cromatismi e di ritmi espressivi
che nascono sulla superficie delle sue
tele appositamente preparate. La forza vitale che queste emanano è scandita dall'energia e dalla volontà con le
quali cerca di ritrovare se stesso.
È stata per lui congeniale la scelta di
esprimersi con l'informale e l'astratto.
Le sue composizioni sono coerenti
con la sua personalità e sono il frutto
di una ricerca continua di creazioni
non uguali ma sempre con lo stesso
timbro.
Ha un modo molto personale di iniziare le sue opere. Usa la balla di iuta
che manipola creando svariate modulazioni che poi ricopre con un impasto formato da colla, polvere di marmo e altri materiali. È questa una fase
determinante del lavoro artistico che
poi viene sapientemente completato
con la stesura del colore dato con le
bombolette spray. Il suo caleidoscopio, formato dall'oro, il bronzo, l'argento, il nero e il blu, ci suggerisce
l'universalità del tempo e dello spazio
attraverso ritmi ora lirici ed ora geometrici.
dell’Arte
47
a cura di Daniele Toncelli
Gisella Giovannoni
La materia si trasforma
Gisella Giovannoni è nata a San
Vincenzo nel 1949. Insegnante di
scuola primaria, ha coltivato da sempre la passione per l'arte. Ha frequentato corsi di pittura, trompe
l'oile, affresco, ceramica e scultura,
sperimentando queste tecniche nei
suoi lavori. Ha realizzato scenografie
per il gruppo teatrale “Forza Venite
Gente” e ha esposto a Venturina,
Populonia, Campiglia e Firenze.
Andando allo studio d'arte “Il Pianerottolo”, la mia attenzione è stata attratta
dalle vetrine del negozio Blu Scuro.
Vi erano infatti esposte, tra i mobili,
opere pregevoli di Gisella Giovannoni.
Si tratta di creazioni che sono il frutto
di passione, applicazione, fantasia e
abilità nel riciclare, manipolare e
scegliere i materiali più vari e suggestivi.
Sono piccole e artistiche sculture? Sono
oggetti di arredamento? Design o altro?
Direi che possono essere considerate
tutto questo.
Gufi, angeli, pesci, navi e altre creature
che appaiono sgargianti nelle loro forme
stilizzate e semplificate elegantemente
nell'essenziale più puro. All'apparenza
potrebbero ricordare le opere di altri
artisti, fra questi, Stefano Pilato, ma
Gisella, pur conoscendolo, è riuscita
a caratterizzarle in modo proprio, grazie
alla varietà che si manifesta sia nell'abilità
del disegno che nell'uso di tecniche
nuove e della decorazione con le foglie
d'oro e d'argento, il gesso e altro. Inoltre
la scelta del colore, fantasioso e accattivante, evidenzia la conoscenza
della pittura. I suoi lavori non sono
mai uguali, ognuno ha una forma, un
colore, una decorazione diversa. Comunque appaiono tutti estremamente
raffinati, tanto da sembrare anche opere
di elegante e preziosa oreficeria.
Enrico Robotti
Tarsie d'autore
Enrico Robotti è nato a Firenze nel
1967. Dopo un lungo cammino spirituale diventa monaco benedettino.
Per nove anni vive nell'eremo e sperimenta l'arte dell'intarsio e il restauro dei paramenti sacri. Abbandona il monastero e torna a Piombino nel 2007 dove lavora alle Acciaierie e continua a creare e perfezionare le sue tarsie. Nel 2015 ha
esposto a Bergamo e a Piombino.
La mostra di Enrico Robotti, tenutasi
a Palazzo Appiani a Piombino, ci ha
fatto scoprire il mondo fantastico,
spirituale e affascinante dell'intarsio.
Sono state esposte opere molto belle
che ci hanno riportato indietro nel
tempo. Atmosfere cromatiche che
emanano il sapore dell'antico non solo perché ricordano le immagini dei
grandi artisti ma anche per la loro sofisticata ed enigmatica scalatura del
monocolore.
Il sapore e la cromaticità del legno diventano con Robotti,
mezzi espressivi unici che riescono ad
uscire dalla ripetizione banale per interagire con la creazione
personale. Enrico ha
saputo coniugare l'ingegno e la fantasia
con la preziosa manualità, trasformando
la tecnica dell'intarsio in espressione
moderna che raggiunge anche effetti
pittorici armoniosi e suggestivi. Le
sue tarsie d'autore ci mostrano ora le
Madonne del Mantegna, del Botticelli, di Raffaello, ora l'Annunciazione
di Carlo Crivelli o le icone russe. Ma
vi appaiono anche i suggerimenti dell'arte moderna, come Modigliani o
Giorgio De Chirico.
Originali sono inoltre i paesaggi che
rappresentano alcune
città italiane come
Firenze e Venezia.
Inquadrature attuali,
essenziali nella scelta delle storiche architetture e equilibrate nei rapporti di
forma e colore. Il colore naturale del legno, scandito dalle
lamine sottili di ebano, mogano, acero e
mirto.
48
marzo - aprile - maggio 2016
D
di Paolo Fuligni*
i bullismo se ne sente
parlare molto, troppo
spesso. Ne parlano i
giornali e le televisioni dandoci
notizia dello sconfortante ripetersi di episodi tanto assurdi
quanto vergognosi e obbligandoci a prender coscienza
delle drammatiche conseguenze che tali eventi fatalmente
comportano. Conseguenze,
lo ricordiamo, che possono
arrivare fino al suicidio o,
perlomeno, al tentato suicidio
delle vittime di tali forme di
persecuzione.
E si trova anche molto da leggere – per fortuna – sul bullismo: che cos'è il bullismo,
che cos'è il cyberbullismo,
come difendersi dal bullismo,
cosa debbano fare le vittime,
cosa debba fare la famiglia
delle vittime, cosa debba fare
la scuola; e va benissimo, ovviamente. Un po' meno però
si discute di come fare un'adeguata prevenzione di questo
ripugnante fenomeno che certamente non appare in diminuzione, anzi. Prevenzione
secondaria, quella che si deve
fare quando questi comportamenti antisociali siano disgraziatamente già presenti e
diffusi nel nostro contesto urbano e scolastico, ma soprattutto prevenzione primaria,
Troppe vittime di questo ripugnante fenomeno.
Agire sulle cause e sulle origini di tali condotte.
Insegnare ai figli come agire dentro e fuori casa
ovvero quella che deve agire
sulle cause, sulle origini di
tali condotte impedendo che
si manifestino.
La prevenzione secondaria
consiste in adeguate campagne, realizzate con strumenti
mediatici “hard” – e quindi
televisione in primo luogo,
ma anche internet e social
network – miranti a ribaltare
totalmente l'immagine sociale
dei bulli: non quindi i “cattivi”
ma “ganzi” o gli “eroi del
male”, come essi stessi tendono a proporsi, ma come
frustrati, codardi, inetti e soprattutto gran teste di c... Un
po' troppo volgare? Sì, coraggio, esprimendoci in modo
molto esplicito, magari anche
molto pesante, perché il linguaggio è importante e noi
dobbiamo adoperare il “loro”
linguaggio, non il linguaggio
politically correct delle istituzioni e dei giornali. Ci vuole
determinazione e ci vogliono
ingegno e soldi per fare delle
buone campagne, ci vogliono
validi testimonial, gente che
i giovani ammirano e seguono,
ci vogliono dei pubblici amministratori a fare fatti e non
solo discorsi.
Però, se vogliamo parlare di
prevenzione primaria, dobbiamo domandarci un po'
dove mai nasca questo famoso
bullismo, non sembra difficile
trovarne l'origine. Molto spesso
nasce in casa, in famiglia, nei
contesti più comuni e “normali”. Non di rado nasce per
fenomenali “vuoti” educativi,
clamorosa incapacità di genitori benevoli ma assai distratti, ovvero presenti e affettuosi ma incredibilmente
deboli. I bambini vengono al
mondo con una innata predisposizione all'aggressività
che madre natura dà loro per
aiutarli a sopravvivere; sono
primitivi i bambini, come è
ovvio e normale. Certo, c'è
chi è più aggressivo e chi meno, così come c'è chi mangia
di più e chi di meno, chi si
muove di più e chi meno.
Compito dell'educatore è quello di regolare tale funzioni,
di ottimizzarle, di socializzarle,
al fine di garantire a questo
bambino di crescere con un
buon rapporto con gli altri,
adulti e coetanei. Il genitore
non deve né reprimere né tollerare, né essere autoritario
e schiacciante né debole ed
evitante; deve prontamente
intervenire limitando o stimolando, orientando, insegnando al bambino come
comportarsi nei confronti dell'ambiente circostante.
Il genitore deve sapere di costituire un modello e di dare,
sempre – che lo voglia o meno
– un esempio; poi, al di là
delle buone intenzioni, nei
fatti si vedrà che esempio
avrà dato. Bambini bamboleggiati e trattati come principini da piccoli, che diventeranno prima tiranni in famiglia – prepotenti ed aggressivi in primo luogo, di solito,
verso le madri – e poi piccoli
despoti capaci di trarre intenso
piacere dall'assoggettare coetanei più deboli al proprio
volere, divertendosi nel vederli
soffrire; e tutto questo non lo
vogliamo proprio.
Ognuno quindi, come al solito, dovrà assumersi le proprie responsabilità: i genitori
quella di adottare ed offrire
ai figli modelli coerenti e
adeguati di condotta dentro
e fuori di casa, la scuola e
la società quella di agire con
determinazione e costanza,
disincentivando e scoraggiando comportamenti violenti prima e non dopo che
si siano verificati.
*Psicologo - psicoterapeuta
49
E
G
G
E
l
i
h
Fe sso c
di Fabio Canessa
A
nche i writer e le
loro scritte sui
muri hanno attraversato una mutazione
antropologica e grafica.
Nei decenni passati la
scritta proclamava con
forza odi e amori, imponendo allo sguardo dei
passanti la sua verità,
con l’obiettivo di disturbare chi la pensasse diversamente. L’identità
di chi imbrattava i muri
era facilmente intuibile:
fascisti e comunisti, eterosessuali e omosessuali,
fedeli e bestemmiatori,
juventini e interisti, pisani
e livornesi facevano a
gara in un’orgia di botte
e risposte per squadernare
ai quattro venti il loro
credo granitico. Oggi,
nella crisi generale di
ogni credo e nella tiritera,
soprattutto politica, del
“sono tutti uguali” (in
senso negativissimo),
quella energica sicumera
è andata perduta, lasciando spazio a dubbi e smarrimenti. Come nella letteratura, al poeta vate si
è sostituito il writer scoglionato che, anziché fare
proseliti, si mostra al contrario bisognoso di certezze e in cerca di punti
di riferimento. Ne sono
esempio illuminante le
scritte (una di ieri e una
di adesso) che presentiamo qui sotto. Quella contemporanea dimostra anche il cambiamento della
scrittura, ormai adeguatasi alle abbreviazioni da
sms. La velocità espressiva è oltremodo preziosa
per il writer, sempre ansioso di terminare l’opera
prima che passi qualcuno
che lo vede… Premio alla carriera
DIO C’È
(Ormai introvabile, la scritta ha campeggiato
per anni distribuita un po’ dovunque).
Scritta popolarissima e leggendaria, apparsa in tutta Italia negli anni
Settanta e Ottanta, fece parlare a lungo di sé, scatenando ipotesi degne di Dan Brown: opera di un singolo writer devoto che attraversava
l’intera penisola per catechizzare ogni autista o complotto di una setta
religiosa che si era accordata su scala nazionale per ammonire i dubbiosi? In ogni caso il monito apodittico e perentorio, anziché gratificare i credenti, rassicurare gli agnostici e ammaestrare gli atei, finì con
l’inquietare un po’ tutti.
Testimonianza di una fede severa, il suo tono preconciliare ebbe il merito
cristiano di smuovere le coscienze costringendole a riflettere sul destino
ultraterreno (per cui si trattò magari di un’inquietudine salutare), ma
sembrerebbe oggi forse poco in linea con l’apertura misericordiosa di papa Francesco.
Primo premio
MI PIACE CIO’ KE PENSI E DICI XKE IN TE
VEDO LE MIE RADICI
(Su un segnale stradale di diritto di precedenza
all’uscita di Donoratico della superstrada, direzione Livorno).
Già l’originalità della scelta del
supporto (non un muro, ma un segnale stradale) cattura l’attenzione, ma ancor più significativo è
che si tratti del diritto di precedenza, a suggerire che questo
messaggio merita, per l’appunto,
la precedenza su tutti gli altri. Un
ottonario e un decasillabo in rima
scolpiscono nella memoria dell’automobilista di passaggio il dovuto
riconoscimento a un maestro di
vita: il contenuto del precetto è
omesso (chissà che cosa pensa e
dice il guru?), ma il suo insegnamento convince e piace perché,
come con ogni vero maestro, l’allievo riconosce in esso le radici
della sua identità. Alternativa
contemporanea all’antico “Dio
c’è”, la scritta non vuole imporre
una verità ma suggerire un metodo per arrivarci: radicati nella tradizione, accettare solo i valori nei
quali può rispecchiarsi il nostro io
di adesso.
50
marzo - aprile - maggio 2016
C
Ecco tutte le giacchette nere a Piombino
I 65 anni della sezione arbitri Aia
di Emilio Guardavilla
i vuole un coraggio
da leoni per scendere
in un campo di calcio
ed assistere ad una partita
senza poter partecipare attivamente a quella sinfonia di
emozioni e passioni di cui si
è l’unico direttore di orchestra.
Ci vogliono un cuore di pietra
e nervi d’acciaio per rimanere
impassibili alle rimostranze
dei calciatori, delle panchine
e del pubblico ad ogni decisione presa in pochi secondi.
Ci vuole una personalità spiccata per rimanere inosservati
nello svolgimento della partita
con addosso una divisa che
acceca ed un fischietto che
assorda. Una personalità forte
e determinata per imporsi con
le buone maniere a ventidue
e più atleti assetati di vittoria
e accecati dalla vigoria agonistica. Mantenere un basso
profilo non è mai come dirlo.
Lo si fa per amore del gioco
più bello del mondo. Lo si fa
con nel cuore il sogno di poter
dirigere, in un futuro sempre
a portata di mano, una finalissima del calcio che conta.
Ed essere lì, atleta tra gli atleti,
in quello spettacolo unico ed
irripetibile frutto del lavoro
di tanti campioni, pur non
avendo la possibilità di trattare
il pallone con i piedi.
Le giacchette nere di Piombino
festeggiano a maggio di quest’anno il loro sessantacinquesimo anniversario. Dopo
circa venti anni di diretta dipendenza da Livorno (risale
Da Chellini all’inossidabile Idoneo Quiriconi.
L’impegno costante del presidente Gherardi
Arbitri al Magona dopo una seduta di allenamento
al 1932 il primo nucleo associativo dei direttori di gara
piombinesi con sede storica
nella saletta dell’allora Bar
Roma) nasce nel 1951 la sezione Aia di Piombino con il
suo primo presidente Aldo
Bacci, da cui prende nome
dal 28 febbraio 2008. Tra i
soci fondatori degli anni ‘30
si ricordano Nilo Baracchini,
Osvaldo Corsini, Volturno
Macchi, Mario Sillari, Aldo
Terzi e Ivan Papi, nonché Cesare Papeschi, Attilio Calcaprina, Sileno Pucciarelli, Aldo
Rossi, Ferdinando Agroppi
(padre di Aldo), Evandro Benedetti, Guido Valori, Giuseppe
Cerasi e Mario Bartolomei.
Nell’immediato dopoguerra
gli arbitri piombinesi si ricompattarono ed ottennero il
distaccamento dalla sezione
di Livorno. Nella neonata sezione di Piombino si distinsero,
Proponiamo affari dal 1981
oltre che Idoneo Quiriconi
(assistente in serie A nella
stagione 1947/48), Valentino
Chellini e Ottavio Billeri,
Evandro Benedetti (assistente
in serie A dal ‘49 al ‘53),
Guido Bonanni per le numerose direzioni in “quarta serie”.
Da allora la sezione Aldo
Bacci (arbitro con trascorsi
in serie C e B) ha continuato
ininterrottamente la sua opera
di reclutamento e formazione
di aspiranti arbitri fornendo
ai campionati regionali e nazionali, sia dilettanti che professionisti, direttori di gara,
assistenti ed organi tecnici ad
ogni livello.
A tutt’oggi le attività sezionali
di preparazione teorica e fisica
si svolgono con le cadenze
stabilite dai regolamenti nazionali ed interni coinvolgendo,
nei momenti tecnici (teorici
e pratici) e ricreativi, tutti gli
iscritti. Oltre che al ringraziamento di tutti gli sportivi
piombinesi è di dovere l’augurio di un futuro brillante e
ricco di soddisfazioni.
Il presidente Massimo Gherardi, al suo sesto mandato
non consecutivo dal 2009,
esprime con orgoglio la soddisfazione per l’andamento e
i risultati ottenuti dagli associati
della sezione di Piombino.
«Nonostante i numerosi impegni (Gherardi è giornalista
della produzione news della
Rai ndr) ricoprire questo ruolo
mi dà un immenso piacere.
L’entusiasmo e la carica dei
nostri giovani – conclude Gherardi – sono inestimabili e ripagano a pieno gli sforzi costanti che la presidenza richiede».
COMPRAVENDITE - AFFITTI
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Tel. 0565 702484
di Livio Cristiani
Corso Matteotti, 142 - SAN VINCENZO (LI)
I fischietti
Mohamed Abdel Hay, Alessandro Adamo, Yuri Alberini,
Arianna Aniello, Andrea Angilletta, Christian Bellantone,
Eric Benigni, Federica Berrugi,
Tommaso Bertini, Vanessa
Bertini, Alessio Bizzaro, Ivan
Bochkov, Andrea Callari,
Ilona Chernenkova, Gianluca
Ciummei, Giuseppe Costanzo,
Giacomo Crispolti, Rosaelena
De Luca, Nicolo Demi, Wahid
El Gaddari, Luca Eramo, Mau-
51
rizio Giorgerini, Ivan Grandiosa, Giacomo Guardavilla,
Luigi Ingenito, Luca Lazzeri,
Basilio Lenzo, Alessandro
Lubrano, Ion Luca, Christian
Marchionne, Daniel Marku,
Gianluca Melis, Marco Montagnani, Alberto Moscardini,
Rudy Ogliormino, Francesco
Persini, Alessio Pinotti, Alessandro Pistolesi, Niccolò Ravenni, Giovanni Ridulfo, Giorgio Rossetti, Abdessamad Sabri, Lorenzo Sinatti, Mattia
Solito, Riccardo Sorvillo, Attilio Tardani, Aldo Tonin, Alessandro Tonin, Vincenzo Tutolo,
Marco Velluto, Giorgio Viti.
Le bandierine
Alessio Lumetta, Stefano Valentini.
Arbitri fuori quadro
Il presidente Gherardi
Daniele Bertozzi, Giulio Fedeli,
Pietro Lubrano, Moreno Mancini, Marco Mosci, Gaetano
Petrillo, Gabriele Poggi, Riccardo Pucini, Damiano Salvadori, Francesco Scotti.
I quadri dirigenziali
Presidente - Massimo Gherardi
Presidente onorario - Idoneo Quiriconi
Vice presidente - Riccardo Pucini
Segretario - Davide Anselmi
Aiuto segreteria - Arianna Aniello
Sostituto designatore - Gaetano Petrillo
Amministratore - Giulio Fedeli
Delegato informatica - Daniele Bertozzi
Delegato formazione Lto - Damiano Salvadori
Delegato reclutamento - Vittoriano Galasso
Consigliere - Alessandro Tanzini.
Arbitri benemeriti
Davide Anselmi, Aniello Avella, Vittoriano Galasso, Massimo Gherardi, Giuliano Lavagnini, Renzo Masini, Fabio
Quilici, Idoneo Quiriconi,
Alessandro Tanzini, Fabrizio
Toninelli.
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marzo - aprile - maggio 2016
Carovana nerazzurra - Lucca 14 giugno 1964. Il Piombino ha bisogno di un punto per
salvarsi dalla retrocessione. Il nostro direttore Ivio Barlettani – all’epoca giovane giornalista del Telegrafo – organizza la “memorabile” carovana della salvezza capitanata dal tifosissimo Alfio Callai, con la collaborazione di Franco Biegi, Guido Bonanni, Franco Barbagli,
Roberto Sandri, Virio Palmi e tanti altri. La carovana porta allo stadio di Lucca una coda
di auto e pullman lunga un paio di chilometri (oltre 3mila sportivi). A tutto clacson, sia
all’andata che al ritorno. Con la Sestese fu 1-1: missione compiuta! In questa foto storica
si riconoscono tanti volti noti, ne presentiamo alcuni: Giuliano Cioni, Flavio Nardi, Romano
Profeti, la mascotte Sabatino. Gli altri chi sono? Provate a riconoscerli.
Un giorno in pretura - Estate 1985. Al tavolo, da sinistra, l’avvocato Domenico Napoleoni, un legale livornese, l’avvocato Lelio Billeri e l’avvocato Fausto Bianchi.
Via
n
rico
53
Miss e mister bikini - Estate 2004: finalissima del concorso
organizzato da Claudio Mazzola. Presentatore della serata Marco
Bocchigli. La manifestazione, che ha ottenuto grande successo,
si è svolta al villaggio Mortelliccio.
aggio
nei
ordi
Primo nato - Primo gennaio 1996, ecco il primo nato a Piombino. Si tratta
del piccolo Andrea Persico, fra le braccia della mamma Eleonora Montano e
del babbo Mimmo. Oggi Andrea frequenta l’università a Pisa ed è al primo
anno di economia e commercio. Mimmo è il titolare del noto bar Cristallo in
piazza Verdi.
Saggio di danza - Piombino giugno 1989. Al teatro Metropolitan va in scena il saggio spettacolo di fine anno della scuola Centro Studi Danza diretta da Monica Guerrieri. Oltre cento
ragazzi si esibiscono sul palco. Nella foto, un gruppo di piccole ballerine in posa. In basso
da sinistra: Gaia Pucci, ???, Marina Bardini, Sara Caria, Silvia Gianfaldoni, Arianna Cianchi,
Sara Torzoni, Milena Verdicchio. In alto da sinistra: Barbara Innocenti, Laura Giuliani, Pia Fegatilli, l’insegnante Monica Guerrieri, Giorgio Fegatilli, Marina Burgassi, ???, Vanessa Hellier, Lisa Marchetti.
Spinning in piazza Bovio - Piombino 12 giugno 2000: lezione
in piazza Bovio, organizzata dalla palestra Living Club. Passano gli
anni ma ancora tanti dei fotografati continuano a pedalare!
54
marzo - aprile - maggio 2016
Riflessioni di un cinefilo disilluso o vituperio alla settima arte?
Q
Il cinema non piace, la droga sì
di Federico Del Viva
uale definizione potremmo dare al termine “arte”? Questa
domanda potrebbe generare
un dibattito ampio, su cui si
potrebbero versare fiumi d'inchiostro. Il concetto di arte e
le arti stesse si sono nel tempo
evoluti, e, a partire dall'antichità, hanno subito, e tutt'ora
stanno subendo, trasformazioni
graduali e radicali. Ciò che
di essi resta immutata nel tempo è la capacità di trasmettere
emozioni, messaggi, principi.
Se questo è vero per ogni tipo
di arte, lo è in particolar modo
per la cosiddetta "settima arte"
(nome dato al cinema secondo
la definizione coniata dal
critico Ricciotto Canudo nel
1921). Ma quali emozioni
può ancora regalare l'ingresso
in una sala cinematografica
a chi, come noi, vive all'interno
del paradigma culturale della
multimedialità, dello streaming,
degli smartphone e del tutto
e subito con un clic? Fra le
molte cose, potremmo citare
l'illusione di tornare piccoli
di fronte alle dimensioni imponenti dello schermo, di provare la stessa meraviglia e lo
stesso entusiasmo che provavamo da bambini, quando
credevamo alle fiabe portatrici
di valori e significati e ci abbandonavamo a fantasticherie,
facendo diventare la nostra
stanza o il parco dove giocavamo mondi fantastici e scenari delle nostre avventure.
Attori, registi e quanti altri
Il cinema Metropolitan dove è apparsa la scritta
Le emozioni che si provano all'interno di una sala cinematografica.
Quella scritta sul muro indica la perdita di valori umani.
Inneggio gratuito alla droga sminuisce l'arte: giusto allarme?
coinvolti nella realizzazione
di una pellicola, attraverso
l' imitazione della prassi umana e la descrizione soggettiva
del mondo, si confrontano
con noi mettendo le proprie
emozioni a nudo, esprimendosi attraverso immagini e
suoni: tutto ciò allo scopo
di cercare solidarietà ed empatia con il pubblico.
In fondo in fondo, un po'
tutti vogliamo bene al cinema:
esso è stato capace di scandire
attraverso fotogrammi, musica
e dialoghi le varie fasi della
nostra vita. Proprio per questa
ragione, qualche giorno fa,
passando in un vicolo adiacente al cinema teatro Metropolitan a Piombino, e notando sul muro attiguo la
Lami & Bruscolini srl
agenti di assicurazioni
scritta “Il cinema non piace,
preferiscono la droga” mi
sono un po' rattristato... Constatazione disillusa di un cinefilo o dileggio gratuito inneggiante all'uso di stupefacenti? Al di là di tutto penso
che la perdita di fiducia in
qualsiasi forma di arte sia
sintomatica di perdita di
valori e, senza tirare in ballo
il termine “nichilismo” (magari troppo esagerato, ma
forse neanche troppo) consiglierei all'autore del graffito,
qualora egli avesse voluto
connotare negativamente la
settima arte, di entrare più
spesso in una sala cinematografica (per godersi la magia
di un bel film) anziché (mi
si perdoni la citazione Gucciniana) “dentro a stanze da
pastiglie trasformate”.
14.44.53
55
Il gestore unico
del servizio integrato
dei rifiuti urbani
dell’ATO Toscana Sud
106
FomXni serviti
36 Arezzo
28 Grosseto
36 Siena
6 Livorno
550.000
7RQQHOODWHGLULĦXWLXUEDQLSURGRWWL
12.063
Km
2
TERRITORIO
DI RIFERIMENTO
910.000
5HVLGHQWLGHOEDFLQRGHOOė$WR7RVFDQD6XG
Un territorio prezioso in cui la gestione
sostenibile dei rifiuti ha un ruolo strategico
per la tutela dell’ambiente
VHJXLFLVX
www.seitoscana.it
800127484
56
marzo - aprile - maggio 2016
N
Dopo sei lunghi anni arriva la sentenza del tribunale
Asiu e Murzi, assoluzione piena
di Ivio Barlettani
ei giorni scorsi si è
conclusa al tribunale
di Napoli la storia
dello smaltimento dei fanghi
provenienti da Bagnoli, presso
gli impianti di Ischia di Crociano.
La storia, iniziata nella fase
in cui i collegamenti con la
realtà campana erano parte
di un percorso più vasto, si è
chiusa dopo "appena sei anni" con la sentenza di non
luogo a procedere, che ha
sancito giuridicamente quello che il buon senso aveva
già catalogato come una incredibile bufala.
Infatti Asiu aveva bloccato
l’arrivo dei primi carichi di
fanghi da smaltire. Asiu
aveva denunciato il caso ad
Arpat e Noe, (Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri). Asiu non aveva accettato in discarica la pur minima quantità di materiale e,
viste queste premesse, nessun passaggio di denaro, pur
contrattualizzato, si è mai
realizzato. Questo è quanto
risulta dagli atti processuali.
Possiamo quindi dire che
tutto è bene quel che finisce
bene? Dipende.
Sei anni, una decina di imputati, almeno altrettanti avvocati, viaggi, spostamenti,
perizie. Noi non sappiamo
quantificare il costo sostenuto, ma certamente crediamo che non sia impalpabile
o trascurabile. Badate bene:
lungi da noi il pensiero che
non si debba indagare per risparmiare, ma quando le
carte sono così sfacciatamente trasparenti, forse sarebbe apprezzabile un atteggiamento più cauto. Diciamo questo dopo aver parlato
anche con l' avvocato Fausto Bianchi che ha seguito il
processo, come difensore
degli interessi Asiu e del suo
La storia dello smaltimento dei fanghi di Bagnoli.
Asiu aveva bloccato l’arrivo dei primi carichi.
Vicenda incredibile: da denunciante a denunciato
Fulvio Murzi, ex presidente Asiu
presidente Murzi. Si è trovato nella posizione paradossale per cui gli altri avvocati
avevano difficoltà a vedere
in lui il difensore, visto che
l'ente da lui rappresentato
era il denunciante!
Tutto questo può anche essere narrato scherzosamente, ma resta il fatto che il costo complessivo dell'intera
faccenda ricade sulla gente,
su tutti noi, con cifre da riconoscere, denaro da stanziare e quindi da sottrarre da
possibili nuovi servizi.
L'altra riflessione riguarda
direttamente Fulvio Murzi,
colui che era il presidente e
poi l'amministratore unico
della società chiamata in
causa. Ripercorrendo la sua
storia di impegno politico e
istituzionale, vediamo un individuo sicuramente controcorrente, che ci sentiamo di
dire ha sempre anteposto gli
interessi collettivi rispetto a
quelli personali, mettendosi
in gioco senza rete, rischiando di persona, ma uscendo
sempre con la certificazione
di aver lavorato per l'interesse collettivo.
Vogliamo ricordare cosa
gli è costato personalmente
il completamento dell’ospedale Villamarina, in soli
quattro anni, quando in Italia la media si aggira sui
venti anni (dieci giorni di
carcere ma poi con tante
scuse finali).
Nonostante queste "ustioni"
ha continuato a credere nel
pubblico, nel ruolo di servizio della politica e nella
priorità degli interessi collettivi rispetto a quelli economici e carrieristici del
singolo, oggi molto in voga.
Vogliamo chiudere oltre che
con i nostri ringraziamenti
al dottor Murzi (ma ne avrà
ricevuti sicuramente molti,
anche più importanti dei nostri) con una frase che gli
abbiamo sentito proferire in
varie occasioni:
“Quando una persona decide di accettare un incarico,
deve mettere in preventivo i
rischi a cui va incontro; se
costui pensa solo a cautelarsi lascerà la situazione allo
stesso livello in cui l'ha trovata. Individui ed atteggiamenti completamente inutili
per gli interessi della gente”.
Autocarri in discarica
57
Opinioni
a confronto
Alessandro
De Gregorio
hannO
detto
«La Val di Cornia è un crocevia
dell'alta Maremma con le sue eccellenze ortofrutticole, vitivinicole,
olearie. Insieme ai territori contermini, può essere il teatro naturale
di politiche di innovazione di
filiera, di trasferimento generazionale, di investimento nella trasformazione agroalimentare e di
qualificazione dell'agriturismo.
La valorizzazione dell'economia
rurale del nostro territorio potrà
giocare, soprattutto attraverso i
comparti oleario del vino e dell'ortofrutta, un ruolo fondamentale
nell'agricoltura toscana».
Gianni Anselmi
Consigliere regionale Pd
Venturina, 22 febbraio 2016
«Piombino è adagiata su una bomba ecologica, cresciuta in modo
esponenziale anno dopo anno, fin
da tempo immemore. Il sottosuolo
è pesantemente inquinato e in superficie, sulla superficie della ex
Lucchini, ci sono cumuli di polveri
pericolose allegramente trasportate
dal vento. Lontane dagli occhi
della gente, non fanno paura. Ma
sono lì, giorno dopo giorno».
Guido Fiorini
Giornalista
Il Tirreno, 23 febbraio 2016
Paulo Dybala
«Piango per mio padre che se ne è andato quando
avevo 15 anni. Ha lottato per tanto tempo contro
un tumore al pancreas, ma è stato inutile. A me,
per proteggermi, non dicevano tutto, così io mi
illudevo, speravo che guarisse. Oggi parlo spesso
di lui con mamma, mi succede di sognarlo e ogni
volta mi sveglio tra le lacrime. Mio padre aveva un
sogno: che uno almeno dei suoi tre figli diventasse
calciatore. Non c’è riuscito Gustavo, il maggiore,
e neanche Mariano, che tutti dicono fosse più forte
di me, ma che è stato vinto dalla nostalgia di casa.
Perciò io dovevo farcela: per onorare la memoria
di papà ed esaudire il suo desiderio. Oggi so che
papà è orgoglioso di me e per questo i miei gol li
dedico a lui».
Calciatore Juventus
Febbraio 2016
Pasquale Petti
«Il Gruppo Petti è molto
soddisfatto dell'incontro
con l'Assessore regionale
all'Agricoltura Marco Remaschi che si è svolto nello
stabilimento produttivo
dell'Italian Food di Venturina Terme dove lavoriamo e trasformiamo pomodoro da industria toscano».
Ad. Gruppo Petti
Venturina Terme,
22 febbraio 2016
«C’era una cosa che Fonzie
non riusciva a dire: “Ho
sbagliato”. Non ce la faceva
proprio, il bulletto di Happy
days, a pronunciare quella
frase. Neanche se si sforzava.
Ecco, il Pd piombinese sembrava avere lo stesso limite.
Ed è un limite grave, per
chi governa un territorio.
Governare non significa
fare come ci pare, flettendo
i bicipiti dei numeri. Significa assumersi una grande
responsabilità: quella di
scegliere dopo aver fatto il
possibile per cercare accordi,
trovare compromessi. La
politica è mediare e poi decidere.
E in politica (ma non solo)
bisogna riconoscere gli errori. Ha ragione Pasquinelli,
ha ragione Pietrelli. Perché
sui quartieri il Pd ha sbagliato dal primo giorno:
prima i tempi e poi i modi.
E non ha mai chiesto scusa.
Nemmeno ora, di fronte a
una doppia sentenza di un
tribunale. C’è troppa stizza
nelle parole del capogruppo
Barsotti, le sue dichiarazioni
non gettano ponti ma scavano ancora di più il fossato
che divide il Pd dal M5s
e dalle altre forze di opposizione. E questo non
serve a nessuno. Nemmeno
al Pd».
Giornalista
Il Tirreno
14 febbraio 2016
MECCANICA INDUSTRIALE
58
marzo - aprile - maggio 2016
in libreria
Il romanzo di formazione di Gordiano Lupi
Miracolo a Piombino
L’ultimo lavoro di Gordiano Lupi, Miracolo a Piombino – Storia di Marco e
di un gabbiano, si discosta nettamente
dalla matrice storica e culturale che ne
ha da sempre caratterizzato la florida
produzione letteraria. Pur ambientando l’intera vicenda nella sua città, in
questo romanzo breve il direttore editoriale de Il foglio letterario si dedica
all’analisi psicologica dell’età adolescenziale attraverso le tormentate esistenze del giovane uomo Marco e del
giovane gabbiano Robert. Entrambi si
affacciano alla vita di adulto affrontando le proprie peculiarità rispetto al
mondo esterno che nella maggior parte dei frangenti si manifesta tutt’altro
che benevolo. Un ambiente ostile e
beffardo in cui cozzano con disarmante regolarità gli slanci volontaristici,
siano essi fisici che interiori, dei due
protagonisti, alienati in egual misura
dal gruppo e dal branco. Le due storie
parallele si intrecciano ad ogni capitolo intessendo le trame di un romanzo
di formazione la cui intensità deve
molto anche alla prosa poetica con cui
si presenta. La genesi dell’opera risale
al 1997 con l’omonimo racconto e si
completa nel 2000 quando vede la luce
il racconto lungo dal titolo Il gabbiano
solitario. All’indomani di un incontro
di lettura con gli alunni delle scuole
medie della città e a seguito un minuzioso lavoro di editing, i due componimenti confluiscono in un unico corpo
narrativo dando vita alla sua forma de-
finitiva. L’intera narrazione è adombrata dal celebre aforisma sulla gioventù dello scrittore, saggista e filosofo francese Paul-Yves Nizan; ad ogni
picco emotivo ribadisce la propria pertinenza. Foto artistiche di Riccardo
Marchionni.
Miracolo a Piombino, Historica edizioni, pagine 146, 12.
Il nuovo giallo di Stelio Montomoli
Crociera di capodanno a Nizza
Sono di nuovo Denise e Marco i protagonisti dell’ultimo lavoro di Stelio
Montomoli, un avvincente giallo ambientato su una moderna nave da crociera
battente bandiera italiana. Così come
ne “La strega di Baratti” la giovane
coppia si cimenta nella risoluzione di
un’intricata vicenda dai retroscena inaspettati e dai risvolti imprevedibili,
confermando l’arguzia e la tenacia
ormai apprezzata dagli affezionati
lettori. Imbarcatisi nel porto di Livorno
con rotta su Nizza per la crociera di
capodanno gli innamorati dovranno rinunciare al relax della navigazione e
ai piaceri delle escursioni a terra per
portare a termine ciò che la curiosità
gli impone come imperativo categorico.
Le loro indagini si sviluppano, questa
volta, sulle oltre 36mila tonnellate di
stazza lorda della Moby Wonder, l’ammiraglia dell’omonima flotta italiana
leader nel settore ro-ro e passeggeri,
fino a portare alla luce un nuovo episodio
di violenza di agghiacciante attualità.
Grazie all’inesauribile vena inventiva
di un autore che dal 2004 pubblica un
romanzo all’anno, i due giovani protagonisti declinano con disarmante naturalezza le lusinghe dello svago e del
divertimento a bordo per dedicarsi
anima e corpo al caso, concepito e articolato da Montomoli, anche per questo
romanzo, con sapiente maestria. È l’architettura stessa della nave che ispira
un intrigo solo in apparenza scontato;
in un ambiente estraneo, comunque innaturale per la maggior parte degli individui, la narrazione si arricchisce di
valenze emotive importanti. Tali e tante
da far rivalutare al comune mortale il
fascino e il mistero di un microcosmo
galleggiante con rinnovata curiosità.
Crociera di capodanno a Nizza, Ouverture Edizioni, pagine 192, 13.
59
a cura di Emilio Guardavilla
[email protected]
Prima pubblicazione di Valerio Pietrini
O bell’acciaio
È una vera e propria autobiografia la
prima pubblicazione cartacea di Valerio Pietrini, poliedrico cantante con
apprezzati trascorsi nel mondo del musical e della musica leggera. Nel titolo
“O bell’acciaio”, il gioco di parole è
stato coniato dall’autore stesso nella
triste occasione dello spegnimento
dell’Afo4 dello stabilimento Lucchini
nell’aprile 2014, si intuiscono le sue
radici e l’attuale collocazione professionale, ma soprattutto l’inevitabile
ambientazione del proprio narrato. Per
i tipi delle edizioni Archivinform di
Venturina Terme Pietrini scrive di sé e
del microcosmo che lo ha circondato
sin dalla nascita nelle campagne piombinesi. Musicista provetto, operaio
metalmeccanico di terza generazione e
scrittore dell’ultima ora, si cimenta in
un’analisi del contingente che diverte
e commuove oltre che far riflettere sia
chi conosce il territorio e la sua realtà
che chi ne ha solo sentito parlare dai
media. La famiglia, quella in cui è nato e quella che ha creato, le relazioni
interpersonali, il comprensorio, la fabbrica come capitoli ideali della propria
esistenza, sono inondati da un flusso di
coscienza irrefrenabile che anestetizza
l’immobilismo e annichilisce la rassegnazione a colpi di vita e sentimenti
positivi. Per non snaturare la sua indole, il suo operato e lo spirito estemporaneo che caratterizza questo lavoro
usa un linguaggio non affettato, diretto
ed evocativo. Il linguaggio basso della
tradizione orale, quello dei padri e dei
nonni ma anche quello dei più giovani
cresciuti all’ombra maestosa del polo
industriale. Quello che si usa ad ogni
inizio turno di fronte alla propria “cassina” (leggasi stipetto).
O bell’acciaio, Archivinform edizioni,
pagine 115, 15.
Le confessioni di Gianfranco Gilardetti
Scritti
Con Scritti, il bizzarro Gianfranco Gilardetti, ex ferroviere e punta di diamante
della Pugilistica piombinese degli anni
Settanta, si consegna a quanti hanno
avuto l’occasione di incrociare il loro
destino con il suo, per le strade, sul
posto di lavoro e sul ring. La pubblicazione, introdotta da Massimo Panicucci
ed intercalata dalle illustrazioni di
Mapak, è un’autentica confessione a
Dio e agli uomini di chi, a torto o
ragione, sente la necessità di tirare le
somme della propria esistenza terrena.
Ed è così che Ringo, questo è il nickname
che si è guadagnato a suon di cazzotti
dentro e fuori il quadrato, dà libero
sfogo alla vena creativa per raccontare
e raccontarsi i periodi e gli episodi più
salienti della sua vita.
I caratteri della Lettera 37 Olivetti scelti
da Ipnosys per l’impaginazione del manoscritto ripercorrono sessant’anni
vissuti senza paura e senza peli sulla
lingua, dalla spensieratezza della gioventù
fino ad oggi. E nell’universo di Ringo
cose e persone di cui potersi impaurire
ce ne sono stati eccome. È un’aneddotica
schietta e pungente quella che governa
i diciotto frammenti di vita vissuta a
testa alta nella buona e nella cattiva
sorte, semplice da decifrare anche per
l’ultima generazione ma quanto mai
attuale nei contenuti etici e morali,
quanto mai verosimile per i valori
premiati da una logica retributiva universalmente riconosciuta. La stazione
ferroviaria in cui l’autore ha trascorso
così tanti turni di lavoro e il tappeto
sul quale ha udito così tanti gong sono
sin troppo semplici inneschi per un’indagine analitica dell’esperienza che
qualsiasi lettore può assimilare ad almeno
una fase della propria.
Scritti, SelfPublishing, pagg 80, omaggio.
60
marzo - aprile - maggio 2016
Questa rubrica è libera. Il
contenuto delle lettere può
non collimare col pensiero
del giornale. Costa Etrusca si riserva di ridurre le
lettere e di eliminare
espressioni che possano
integrare ipotesi di diffamazione. Gli autori, purchè noti alla direzione, potranno chiedere che la loro
firma sia omessa.
Precisazioni o rettifiche saranno pubblicate.
LA PROPOSTA
Shopping
al singolare
Relativamente al fatto che
molti supermercati organizzano situazioni di shopping
per i single vorrei sapere
perchè anche Unicoop Tirreno non decide di fare lo
shopping per i singles. Lo
fanno alla Esselunga, Carrefour e altri. Date voce per
piacere a questa cosa.
voci: acqua (costo in mc/annuo),
fognatura e depurazione.
Per la voce acqua esisteva una
fascia agevolata che nel 2008
valeva fino al consumo di 80mc
annui. Tale consumo agevolato
è stato ridotto a 75mc per scendere fino agli attuali 30mc (delibera n. 24 del 8/7/2015). Questa
restrizione di vantaggio si traduce
ovviamente in un costo.
Costo acqua aumenta del 105%
dal 2008 al 2015 per i consumi
eccedenti i 30mc.
Costo fognatura aumenta del
69% dal 2008 al 2015.
Costo depurazione aumenta
del 79% dal 2008 al 2015.
Un esempio: una famiglia che
consuma 75mc anno è passata
da un costo di 107 euro nel
2008 ad un costo, per il 2016,
di 184 euro pari al 72%.
Un’ultima annotazione AIT (ex
ATO) deliberò con decreto n.
40 del 30/6/2014 un recupero
a favore di Asa di un pregresso
relativo agli anni 2008, 2009,
2010. Cosa questa del tutto illegittima in quanto non si può
deliberare su spese pregresse.
Mi sono rivolto a Medical Group
«Alta professionalità
e ambiente confortevole»
g.r. single,
Cecina
Ennio Capitano
d.m. Agnarelli
CARO ACQUA
Ecco i motivi
dell’aumento in bolletta
Quando le famiglie verificano
il consuntivo annuo delle spese
scoprono quanto sia sempre in
costante aumentano il costo
della voce acqua senza sapere
che tale costo è stabilito dalle
Autorità di Ambito. Dette autorità
non sono altro che i rappresentanti politici dei Comuni
che presiedono la ATO, per
quanto ci riguarda, ATO n.5
Toscana Costa. Fermo restando
che la società privata Asa è il
gestore del servizio idrico integrato. Analizziamo in sintesi
il sistema dei costi e verifichiamo
l'incidenza degli aumenti. L'acqua si paga con riferimento a
due voci: il fisso e la tariffa.
Il fisso o quota fissa è passata
da 20 euro del 2008 a 28 nel
2014 e infine a 38 nel 2015.
Ha subito pertanto un aumento
complessivo del 90%.
La tariffa si compone di tre
Mi ero prenotato per una risonanza magnetica però con
i tempi si andava un po' in là. “Rivolgiti a quella struttura
a Venturina” mi è stato suggerito. Ho chiamato Medical
Group, centro convenzionato e mi hanno fissato l'appuntamento in tempi brevissimi. Insomma mi sono
trovato veramente bene e non essendo la prima volta
che facevo una risonanza devo dire che l'ambiente per
tale esame è stato certamente confortevole. Sono di
Piombino e per arrivare occorrono una decina di minuti
ma si trova facilmente e l'esperienza è stata positiva
sotto tutti gli aspetti. Quindi trovo doveroso segnalarlo.
e.b.
Piccola posta
Ci piacciono e ci gratificano
tutti gli auguri dei nostri
lettori durante le feste natalizie.
Moltissime email ed anche
telefonate. Graditissimi anche biglietti scritti di pugno
come si usava un tempo.
Rammentiamo l' amico Sil-
vio Vitiello, sempre puntuale
il suo biglietto da quando
non vive più a Piombino e
ancora Dana da San Francisco, California.
Insomma grazie a tutti
coloro che da molte parti
del mondo ci testimoniano
il loro affetto.
COSTA ETRUSCA
Caccia
alla mia copia
Sì è un riferimento, almeno
per me lo è, quel carrellino
con cestelli di fronte al numero 95 di Corso Italia.
Proprio dove è la redazione
di Costa Etrusca. Quel dispensatore di copie della rivista. Le prime volte avevo
un po' di soggezione adesso
quando esce gli do la caccia
e prendo la mia copia, anzi
spesso anche due in più per
alcuni miei vicini di casa
anziani, che si muovono
poco ma che anche loro
leggono molto volentieri.
Ho saputo che è leggibile
anche sul web… ma vuoi
mettere il piacere del cartaceo. Grazie a tutta la redazione di Costa Etrusca.
Eugenio Rossi
61
CARNEVALE DIMESSO
Cicciolo si è salvato
dalle fiamme
Il 14 febbraio, domenica,
erano ancora in molti a
chiedersi se al pomeriggio
Cicciolo sarebbe stato bruciato. Assolutamente no è
stata la risposta definitiva
degli organizzatori che avevano dovuto desistere, dopo la decisione dei Vigili
del fuoco, il martedì grasso.
Il motivo? Un vento che,
come si dice da noi, portava
via. Gli organizzatori hanno peraltro aggiunto che
Cicciolo viene costruito ed
allestito affinchè sia bruciato il martedì grasso e a giustificare il rimando al successivo anno si è parlato
anche di qualche precedente, non molti e non meglio
precisati.
Al vento che portava via si
sommava anche una sfilata
in tono un po' dimesso.
Niente banda musicale,
niente majorettes. Solo un
carro di simpatici suonatori
volenterosi ed un dinosaurino di cartapesta che nascondeva un piccolo motocarro. Nessuna polemica
Dio ci salvi ma il tutto era
in tono dimesso e non c'era
neppure l'affollamento di
altre volte. Non abbiamo
notato neppure nessuna autorità. Insomma la stagionaccia sembrava aver anticipato per molti l'intuizione
del nulla di fatto. Cicciolo è
“sopravvissuto” alle fiamme e non sappiamo se dobbiamo esserne lieti o delusi.
In fondo noi piombinesi
siamo anche come quel pupazzone di cartapesta che
brucia, così come siamo
una spettacolare mareggiata in piazza Bovio o una
meravigliosa granfia di polpo lesso.
I bambini, loro sì che non si
smentiscono mai e non hanno mancato di fare carnevale come si conviene. Il vento e il freddo hanno costretto le mamme a coprire le
maschere, alcune bellissime, con un cappottino rassicurante.
b.e.
UN PO’ DI OTTIMISMO
Se non veniva Rebrab
che fine facevamo?
Giuro che mi ha levato le
parole di bocca, parlo delle
dichiarazioni del presidente
della Regione Enrico Rossi
che ha manifestato espressioni di ottimismo se non di
completa
soddisfazione
sulla vicenda Aferpi. Ahimè siamo ormai allo sciacallaggio e al gufismo più
sfacciato ma mi viene una
domanda… non avessimo
avuto la trattativa Cevital
avremmo forse avuto un
esito migliore con gli altri
pretendenti acciaieri? Credo proprio di no e per il resto avremo lo zero assoluto.
Ed allora un po’ di ottimismo e auguriamoci di vero
cuore che Rebrab mantenga
gli impegni. Questo mi
sembra di dover dire come
semplice osservatore.
b.r.
R
62
marzo - aprile - maggio 2016
di Federico Del Viva
idendo e scherzando
Arlecchino si confessò: ed è proprio con
il sorriso sulle labbra, tipico
di chi non si è arreso al cliché
del "lavoro tanto per campare",
ma è riuscito, attraverso peripezie e sacrifici, a far divenire
la propria passione un mestiere,
che Gaia Geri (classe 1984,
piombinese di nascita ma girovaga per scelta) ci ha raccontato di come sia riuscita
ad entrare nel settore dell'artigianato del cuoio attraverso
l'incontro con il mondo del
teatro.
L'avventura della nostra Gaia
ebbe inizio nell'estate del
2012; frequentava all'epoca
i corsi del Politecnico di Milano
(stava infatti laureandosi in
design). Un amico, conoscendo
le sue doti manuali e la sua
creatività, le parlò di uno stage
(presso il teatro Concordi di
Campiglia) sulla costruzione
di maschere in cuoio per la
Commedia dell' Arte.
Genere teatrale nato nel 1500
e ripreso nella seconda metà
del Novecento dal regista
Giorgio Sthreler, la Commedia
dell'Arte è basata sull'improvvisazione e prevede l'interazione di sette maschere principali: il già citato Arlecchino,
Zanni, Brighella, il Dottore,
Pantalone, il Militare o Capitano e Pulcinella, tutte queste
aventi una precisa origine ed
identità regionale.
Quello che la nostra artigiana
non sapeva era che, al termine
dello stage, avrebbe dovuto
anche recitare sul palco! Da
quel giorno Gaia capì che la
pratica e l'esercizio del teatro
possono essere un mezzo per
combattere timidezza, insicurezza e blocchi interiori.
Iniziò quindi a seguire corsi
attinenti, col proposito ulteriore
di comprendere appieno l'uso
delle maschere nei loro aspetti
di comfort e praticità.
Tornata a Milano dopo le vacanze estive, decise di far coincidere questa nuova passione
con il corso di studi in design,
Gaia Geri
Un'avventura tra cuoio,
teatro ed artigianato
Gaia, partita da Piombino, ha fatto di una grande passione il suo mestiere.
Ha studiato e lavorato con noti artigiani e artisti, come il maestro Boso.
Oggi realizza modelli di maschere e oggetti in cuoio che vende nei mercati
effettuando lo stage di laurea
specialistica presso Andrea
Cavarra, mascheraio con l'atelier alle Officine creative
Ansaldo Breda, divenendo
sua assistente. Sempre a quel
periodo risale la frequentazione
di un altro stage sulla Commedia dell'Arte, tenuto nell'atelier dal Maestro Carlo
Boso, fondatore del celebre
Tag teatro e attualmente direttore dell'Académie Internationale Des Arts du Spectacle
di Parigi. «Molte persone –
afferma Gaia – non realizzano
quanto il recitare e il muoversi
su di un palco con una maschera di cuoio indosso possa
essere un'esperienza liberatoria
ed al contempo affaticante e
opprimente! Il portare una
maschera – spiega Gaia –
libera tutti gli istinti animali
che normalmente si reprimono
nel contesto sociale, sta poi
alla persona l'accettazione o
il rifiuto di questi».
A livello professionale Gaia
aveva capito quali caratteri-
stiche doveva avere una maschera, a livello personale voleva spingersi oltre il muro
di timori ed insicurezze che
ogni persona si trascina dietro
sia ad un livello atavico che
esistenziale. Iniziò quindi a
seguire uno stage di clownerie
tenuto da Marco Ripoldi (allievo dell'attore Paolo Rossi).
Tale stage era mirato a far
comprendere a potenziali "performer" che anche un naso
rosso da clown ha la stessa
rilevanza simbolica di una
63
maschera a volto pieno, poiché, essendo
il viso meno coperto, l'attore deve
sfruttare al massimo le possibilità
espressive di quest'ultimo, creando
con esse una
moltitudine di
possibili "maschere".
In soldoni quando
un attore indossa una maschera che gli cela il viso,
egli tenderà, nella sua recitazione, a dare un particolare
risalto ai movimenti del proprio
corpo. Quando indossa solamente un naso da clown, saranno fondamentali non solo
i movimenti del corpo, ma
anche l'espressività e la mimica
facciale. A seguito di ciò nacque una collaborazione con
il maestro Ripoldi, il quale
iniziò a richiederle la fabbricazione in cuoio di un tipo
di maschera nuova, a metà
strada fra la tradizionale mezza
maschera della Commedia
dell'Arte (poiché in essa
il volto è coperto solo
a metà) e la modalità
di camuffamento
facciale propria della
clownerie (il celebre
naso rosso). Questo
tipo di prodotto è
stato molto apprezzato, ed è fra le altre cose, stato utilizzato nei corsi della compagnia Ompha-
loz.
I mesi passavano e le cose
sembravano volgere al meglio
per la nostra artigiana: essa
ebbe infatti l'opportunità di
accompagnare Cavarra (suo
primo mentore mascheraio)
per quattro giorni in Francia
al festival di Avignone (nato
nel 1947, è uno dei più antichi
e celebri festival di teatro e
delle arti sceniche del mondo)
per aiutarlo a montare la sua
esposizione di maschere nell'atrio della Cour du Barouf,
sede ufficiale degli spettacoli
di Carlo Boso. Al termine dei
quattro giorni Boso le chiese
di rimanere ad Avignone e lavorare per lui. In tempi più
recenti, Gaia ha effettuato un
progetto per la creazione di
una ventina di maschere per
lo spettacolo "Gli Uccelli di
Aristofane" presso l'Académie
Internationale Des Arts du
Spectacle di Versailles, oltre
a comparire nei credits dello
spettacolo di Robert Kovacs
"L'homme qui voulait" (tenutosi in Svizzera a fine 2015)
in veste di mascheraia ufficiale.
Dopo tutte queste peripezie
ha iniziato a creare i propri
modelli di maschere, facendosi
conoscere attraverso vari social
network ed il proprio sito
web. In aggiunta a ciò ha iniziato a creare anche oggetti
di artigianato in cuoio per poi
venderli nei vari mercati durante i festival di strada.
In bocca al lupo Gaia!
Sulla Costa degli Etruschi,
in una splendida e immensa pineta secolare,
il Park Albatros è un gioiello
incastonato tra il meraviglioso golfo di Baratti
e i tipici paesini medievali.
Loc. Pineta di Torre Nuova, 2
57027 San Vincenzo (Li)
Tel. 0565.701018
e-mail: [email protected]
CAMPING VILLAGES IN ITALY
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marzo - aprile - maggio 2016
Le gioie
del marinaio
sono semplici
come quelle
dei bambini
La partenza
Bernard
Moitessier
L’arrivo
La mia traversata
oceanica
Quello che pubblichiamo è
il racconto dell’avvocato
piombinese Michele Alongi
che salpato da Marina di
Scarlino, ha attraversato
l’oceano Atlantico raggiungendo l’isola di Saint Martin
alle Antille. A bordo del
Solleone, uno Swan di 27
metri, un’emozionante esperienza condivisa con tutto
l’equipaggio al comando
dello skipper torinese Diego,
residente a Follonica. Gli
altri componenti dell’equipaggio: Manuel, Yann, Andrea, Luigi, Stefano e Michele
di Michele Alongi
uello terminato il
24 dicembre del
2014, è stato il
viaggio di un piccolo sasso raccolto nelle calette
della nostra cara punta
Falcone a Piombino e portato fino alle bianche
spiagge delle caraibiche
Antille. Il passaggio del te-
Q
stimone simbolico da un
continente ad un altro a ricongiungere in una nuova
Pangea quel che è stato
diviso, perché stessa è
l’origine e la forza che l’ha
generato.
È stato un viaggio alla ricerca di nuovi limiti, dentro le paure ed insicurezze
più profonde, un salto del
fosso nel buio, dove però
le rive opposte di quel fosso distano più di 3mila
miglia.
Il mio è stato sicuramente
il viaggio delle prime volte.
La prima volta che ho solcato il grande oceano
spinto soltanto dalla forza
del vento e del mare e
non in quota, la prima volta di fronte a sentieri, spazi ed orizzonti che sembrano senza limiti, dove le distanze si dilatano o si riducono in base agli stati
d’animo. La prima volta
che ho affidato completamente la mia vita ai miei
sei compagni di equipaggio e loro a me, senza mai
veder tradita questa fidu-
cia. Ed è stata la prima
volta che ho veramente
provato, durante i miei turni solitari al timone, quando tutti riposavano e fuori
in coperta, nella notte profonda, sembrava che le
stelle ti cadessero addosso, è stata la prima volta
appunto che ho provato
quanto non si è mai soli,
anche là dove la terraferma, la tua terraferma dista miglia infinite e giorni di
lunga naviga-zione.
Un burrascoso pomeriggio
del 28 novembre abbiamo
mollato gli ormeggi dal
Marina di Scarlino e subito, pieni di energie e di entusiasmo, siamo stati
messi in guardia dal mal
tempo. Del resto sapevamo che il tratto più difficoltoso sarebbe stato proprio quello del Mare Nostrum che in questo periodo dell’anno non gode certo della mitezza degli alisei che avremmo trovato
nel lontano oceano.
Una burrasca da scirocco
ci ha accompagnati sino a
Gibilterra, si pensi che in
appena tre giorni, con una
media invidiabile di quasi
300 miglia al giorno, ci siamo trovati all’appuntamento sotto le Colonne d’Ercole, il finis terrae, dove gli
antichi credevano appunto
finisse il mondo. Ed è stato
il terzo giorno appunto, che
fiaccati dalla fatica, dal
sonno e dalla fame, siamo
stati accolti dal grande
oceano, insolitamente placido, ed abbiamo messo la
prua sulle isole Canarie,
sperando di trovare quanto
prima l’Aliseo per la rotta
verso le Americhe. E quel
terzo giorno abbiamo pescato anche il primo tonno,
e ci siamo rifocillati, riposati, asciugati, ritemprati,
ed abbiamo avuto modo ed
occasione di sorridere e
godersi il pallido sole ed il
clima che iniziava ad addolcirsi.
Nella rotta verso le Canarie, ho avuto modo e tempo di pensare (poco ne
avevamo avuto nel difficile
tratto percorso) a quanto
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stavo bene a bordo del
Solleone, quanta armonia
stesse nascendo tra tutti
noi e quanto il mio caro
amico Diego, il comandante, avesse avuto capacità
oltre che nel gestire la favolosa barca su cui navigavamo, uno Swan di 27
metri, anche nello scegliere accuratamente l’equipaggio, che ben conosceva nei singoli e che era
certo si sarebbe amalgamato in una cosa sola,
condizione necessaria per
portare a termine nel modo migliore una traversata
tanto lunga. Così è stato.
Il nostro primo ed unico
stop lo abbiamo fatto proprio sull’isola di Lanzarote, ed alle falde dell’ immenso cono vulcanico che
in passato ha sconvolto
l’isola con tremende eruzioni, abbiamo recuperato
tutte quelle energie che
sarebbero servite per affrontare il grande balzo
verso le Americhe.
Nei due giorni di sosta abbiamo pensato a sistemare al meglio il Solleone, riempire la cambusa di tutte quelle cose inutili che
avremmo senza dubbio
apprezzato nella traversata (e mi riferisco a vini tipici, frutta tropicale, gustosi
dolcetti spagnoli) ma soprattutto abbiamo goduto
appieno di tutti quegli odori, gioie e sensazioni, che
la terraferma ci offriva, visto che almeno per le
prossime due settimane
sarebbero stati soltanto ricordi. E poi un bel giorno
assolato, abbiamo mollato le cime con una sensazione dentro, un misto di
euforia, gioia, paura, nostalgia,
onnipotenza,
smarrimento e non so che
altro, che vi assicuro essere indescrivibile.
Quello era il vero inizio
della nostra traversata, e
mentre il Solleone viaggiava silenzioso scivolando
sull’acqua sospinto da deboli alisei con ogni sua vela spiegata, e la terraferma diventava sempre più
piccola e lontana sino a
scomparire, gli occhiali da
sole servivano solo a nascondere gli occhi gonfi di
lacrime e quella strana indescrivibile sensazione
era così irruenta e prorompente da far quasi perdere
i sensi.
L’8 dicembre 2014 la terraferma era completamente scomparsa dalla nostra
visuale e la nostra prua,
costeggiando le terre d’Africa, puntava dritta le isole di Capo Verde alla ricerca di quell’aliseo che
avrebbe dovuto spingerci
sino alle Antille.
Da quell’attimo le giornate
iniziarono a scorrere, in
quella favolosa monotonia, che solo chi va per
mare apprezza come unica ed impagabile.
Turni al timone di tre ore
che si succedono ripetitivi giorno e notte, questo
perchè nel mezzo dell’immenso oceano non si può
dare ancora, si procede
sempre più o meno veloci
a seconda del vento ed
alle volte, in caso di bonacce, ci si può persino
permettere il lusso di fare
un tuffo, proprio come è
successo a noi, a perpendicolo sulla dorsale medio atlantica, dove 5mila
sono i metri di acqua sotto i piedi.
E poi le bonacce lasciano
il posto alle impetuose
burrasche ed ai temibili
groppi di vento, perchè anche se in tutti i modi cerchi di evitarli, talvolta ci finisci dentro e nell’oceano
non puoi decidere di tornare indietro o rifugiarti
Relax a bordo
dietro un ridosso, ma devi
sempre andare avanti verso la meta inesorabilmente, non fuggendo alle avversità ma affrontandole!
E poi sempre a proposito
di monotonia, quei colori
unici che ti circondano e ti
inebriano: di giorno l’azzurro del cielo che lascia il
posto, in una digressione
di colori non rappresentabile dal migliore dei pittori,
al blu oceano del mare
che vi assicuro essere di
un tonalità unica: lapislazzuli acceso come se dalle
infinite profondità una luce a noi sconosciuta lo rischiarasse.
E poi la notte, nera, incredibilmente nera, non
vi è differenza tra il cielo
ed il mare, ma ciò solo
quando le stelle e le infinite costellazioni sono
coperte dalle nubi e non
vi è luna, perchè in caso
contrario tante e numerose sono le luci che riesci
persino ad intravedere i
colori intorno a te.
E sempre a proposito di
quella beata monotonia,
quanto può essere mono-
tono vedere un continuo
carosello di delfini, globicefali, pesci volanti, balene, sentire il prolungato
canto di quest’ultime, leggere in mezzo all’oceano,
parlare, scherzare con i
tuoi compagni di bordo,
pescare immense lampughe dalla sgargiante livrea
gialla e blu, assistere ogni
sera ad un ennesimo tramonto oceanico, oppure
sentire quanto vibra e trema lo scafo che ti sta portando, durante le sue lunghe planate a 15 nodi sospinto dalle immense onde atlantiche!
Aveva ben ragione il grande navigatore oceanico
Moitessier, che negli anni
Settanta, all’esito della
sua lunga rotta attorno al
globo, tornato al punto di
partenza e preso dallo
sconforto alla vista della
terraferma, decise di voltare la prua della sua Joshua, e ripartire per una
nuova navigazione.
Aveva ragione perchè, anche io alla partenza non
vedevo l’ora di chiudere la
mia prima traversata ma
quando il 23 dicembre dopo 26 giorni di navigazione, ho avvistato l’isola di
Saint Martin, purchè felice, avrei voluto che la mia
avventura durasse ancora
e la tristezza dell’essere
giunto alla fine del mio
viaggio prese il sopravvento sulla gioia di aver compiuto un’impresa.
Tutto questo solo perchè io adoro questa
monotonia.
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