continua a leggere

Transcript

continua a leggere
Lunedì 28 settembre 2015
[email protected]
11
Appunti
di viaggio
Primo piano
di VITANTONIO IACOVIELLO
Presidente sezione Vulture Alto Bradano di Italia Nostra
Girovagando
a Muro Lucano
Muro Lucano ti accoglie con
casette dagli eleganti colori,
adagiate in ordinate file sui
fianchi e sulle cime di una
collina rocciosa. In alto a destra il castello, la cattedrale,
il seminario, sotto di essi lo
splendido borgo medioevale,affacciato sullo strapiombo di cento metri del torrente
Rescio.
La cittadina di San Gerardo Maiella ha origini che si
perdono nel tempo, situata
nella valle del Melandro
quando il suo nome era Numistrum .Dopo la caduta dell’impero romano la popolazione si trasferì in alto,sul
Pianello,difendendosi con un
alto muro( da qui la denominazione) costruito dalla parte
opposta alla naturale difesa
delle ripe scoscese e profonde.
Vi si insediarono in seguito
i Longobardi,i Normanni,
che ristrutturano il castello (
nel quale poi venne uccisa
Giovanna D’Angiò, I regina
di Napoli) e edificarono nu- Muro Lucano con vista del ponte del Pianello e borgo medioevale, in basso ponte
merose chiese. Poi gli Arago- medioevale
nesi,i Ferili e gli Orsini.
E tutta la storia della città segnata dai terremoti...
Prima tappa piazza don
Minzoni,c’è la mostra fotografica nel chiosco adiacente alla chiesa di Sant’Andrea Apostolo: Muro
Lucano d’una volta, il vecchio panorama,il castello
com’era,il primo “Servizio
Automobilistico - Ditta
F.lli Lordi e C.”. Carmine
Sarcinella ci conduce poi
giù per il vecchio borgo fino alla casa natale di San
Gerardo,poi alla “Pompei
murese” ,scheletri di vecchie case distrutte dal terremoto, messi in sicurezza e
resi visitabili,fin su al primo terrazzo panoramico
davvero mozzafiato sulla
valle.
Poi un susseguirsi di
strette scalinate alcune della quali artisticamente pavimentate con ciottoli colorati
di fiume,fino al museo e poi
più su fino alla spianata del
castello solo in parte ristrutturato.
Di fronte al ban- immergiamo nella piazza affollaDi fianco la cattedrale di
San Nicola e di fronte una chiesa chetto la vista del borgo e del com- ta per la sagra della patata di
sconsacrata nella quale venivano plesso castello-cattedrale –semi- montagna a gustare l’ottima cucigettati morti e moribondi all’epo- nario si fa sempre più dolce , con i na locale. Nostri casuali commenca della peste. In via Roma Carmi- colori che si scaldano alla luce del sali Antonio Martuscelli e signone, Teresa Zaccardo ed altri amici tramonto,fin quando lasciano il ra,fra gli attuali proprietari del
raccolgono firme per alcuni dei posto al più classico dei presepi il- castello. Muro Lucano merita
un’altra visita.
referendum antitrivelle in terra e luminati.
Si fa tardi,prima di partire ci
© RIPRODUZIONE RISERVATA
in mare.
La grande opera
del ponte Pianello
La casa di Luigi Barbieri è abbarbicata al
ponte del Pianello, che consente l’accesso
a Muro a chi arriva da Bella e San Fele.
Grande opera in cemento armato del
1918, alta più di cento metri dal fondo del
torrente Rescio,mi affascinava quando
andavo molti decenni orsono a trovare la
famiglia, a noi molto cara, di Vito Lanzetta,farmacista del paese,ancora oggi ricordato con affetto e stima da molti, fra cui lo
stesso Luigi. Avevo bussato a quella casetta perché volevo guardare bene un qualcosa che avevo intravisto giù nel burrone e
non riuscivo a farlo dal ponte,le cui spalle
sono ermeticamente
recintate
per evitare
il ripetersi
di suicidi...
Luigi
ci
conduce
giù per un
piccolo sentiero a strapiombo da
dove, con
un po’ di
acrobazie
per scansare la rete di
protezione
del suo giardino,possiamo distinguere
un
ponticello medioevale ed i
resti di quello che ci spiega essere stato un
antico mulino che sfruttava l’energia dell’acqua. Ci racconta che prima della costruzione del ponte del Pianello,il sentiero
che vedevamo giù,quello del quale il ponticello faceva parte,era l’unica via di accesso a Muro da quel versante. Fra i suoi ricordi, quello di suo nonno e di tutti i Muresi che a piedi con grandi sacche in spalla o
a dorso di asini e muli con bisacce sui basti,percorrevano quello che oggi è un percorso turistico affascinante. Nel corso della visita alla città,scopriremo poi che da
molte parti di essa è visibile non solo quel
ponticello, ma anche un altro più piccolo,
posto più a monte,verso la diga ormai abbandonata che riforniva di acqua in pressione la centrale idroelettrica situata a
valle,nei pressi dell’antica Numistro. Mi
dicono che i mulini erano nove, alcuni con
ancora le vecchie macine in pietra,e che
sono in fase di recupero per costituire il
“Parco dei mulini”.Tutta l’area è uno
straordinario patrimonio che va vincolato
ed accuratamente valorizzato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA