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Cronache di vento e silenzio
Lessinia Film Festival, il dramma dei migranti al Brennero raccontato da
Nuno Escudeiro di “ Zelig”
di Paolo Piffer
26 agosto 2016
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MOUSSE DOPPIO STRATO AL
LAMPONE E CIOCCOLATO
FONDENTE
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TRENTO. I migranti arrivati al Brennero nei mesi scorsi e che l’ Austria non
voleva far entrare sul suo territorio, minacciando la costruzione di nuovi muri e
provocando le proteste di mezza Europa, hanno ora il “loro” film che inizia a
farsi strada partecipando a rassegne e festival. “Cronache di vento e silenzio”,
titolo più che mai poetico, è un documentario di una trentina di minuti (in
formato blu­ray) il cui autore, Nuno Escudeiro, studia alla Zelig di Bolzano e
che domani, sabato (ore 11) andrà in “macchina”, fuori concorso, al teatro
Vittoria di Bosco Chiesanuova, in provincia di Verona, per il cartellone della
ventiduesima edizione del Film Festival della Lessinia, rassegna che ormai ha
una sua consolidata autorevolezza nella proposta documentaria, si tratti di
lungometraggi, cortometraggi o animazione con particolare attenzione alla
vita, alla storia e alle tradizioni di montagna. Il cortometraggio del trentenne
portoghese, passato sottotraccia negli scorsi mesi al Centro sociale “Bruno” di
Trento, è in pratica il suo esordio di un certo “peso” (prodotto dalla Zelig con
Heidi Gronauer e Lorenzo Paccagnella) nonostante negli anni scorsi abbia
realizzato alcuni altri corti che hanno partecipato a diversi festival europei, ad
esempio sulla danza e sui rom/sinti adolescenti che vivono a Bolzano. A
dimostrazione di come Zelig, la scuola di documentario, televisione e nuovi
media nata nel 1988 in forma cooperativa, riesca ad allevare giovani registi,
ma non solo, provenienti da molti Paesi, che poi, chi più chi meno, riescono a
trovare (per lo meno ci provano) una loro strada, una cifra stilistica e narrativa
basate su una solida preparazione teorica e pratica. In questo documentario,
Escudeiro mette in primo piano gli occhi sgranati dei profughi, i loro volti
affaticati, le espressioni di stupore ma anche di rassegnazione una volta
fermati al confine, se non a Bolzano, e scontratisi con i divieti austriaci. Uno
spaccato di cui vergognarsi, come europei, visto anche in altre parti d’ Europa,
a Idomeni, in Serbia, in Croazia, in Ungheria e che il vecchio continente altro
non ha saputo risolvere che “regalando” 6 miliardi di euro al sultano turco
Erdogan perché si tenga gli ultimi della Terra.
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È anche una modalità per trasmettere una realtà come quella dell’Alto Adige
che non è soltanto da cartolina, ricca di verdi prati, città pulite e linde, picchi
innevati, tradizioni e buon cibo, ma pure parte di fenomeni più ampi, come
quello dell’immigrazione, ai quali prova a rispondere, con il vicino Trentino,
attraverso forme di integrazione e inclusione, pur con tutte le difficoltà, le
fatiche e le diffidenze del caso.
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Escudeiro mette nell’occhio della telecamera questa quotidianità proseguendo
così un percorso personale che dall’ università di Aveiro, in Portogallo, lo ha
portato sulle rive del Talvera e che, attraverso un lavoro di gruppo (la fotografia
è di Nikolaus von Schlebrügge, il suono di Ylenia
Busolli, che cura anche il montaggio e Michal Shanny) gli ha consentito di
comporre “Cronache di vento e silenzio”. Insomma. per quanti hanno voglia di
guardare negl’occhi quello che davvero sta accadendo, un documento
importante e che non fa sconti a nessuno.
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da Taboola ©RIPRODUZIONE RISERVATA
26 agosto 2016
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