LibertàEdizioni

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LibertàEdizioni
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Marta Zucchero
ALLA LUCE DI UNA CANDELA
Diario di una giovane donna in gravidanza
LibertàEdizioni
L’amore è l’occasione unica per maturare,
per prendere forma,
per diventare in se stessi un mondo.
R. M. Rilke
ALLA LUCE DI UNA CANDELA
Prologo
Alla luce di una candela una giovane donna racconta le emozioni, i pensieri, i turbamenti che segnano la gravidanza della sua prima bambina.
Così, pagina dopo pagina, lentamente e dolorosamente, si dispiegano le dinamiche relazionali fra
Marta e le sue sorelle; fra Marta ed il suo compagno; fra Marta ed i suoi genitori; fra Marta e la madre interna che porta con sé.
Giorno dopo giorno si confronterà con il suo futuro, che la sua bimba rappresenta, ma soprattutto
con il suo passato, con il suo essere stata figlia per
potersi costruire come madre.
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12.08.08 ore 2.15
Ennesimo attacco nel cuore della notte!
La serranda chiusa, il rumore del ventilatore, la
porta sbarrata per non fare entrare Pepè, il non dovermi muovere per non svegliare Giorgio, la mia
stanza da letto occupata da Lidia: è troppo! La
mente non tiene, va in tilt!
Ciò che mi appare strano è che riesco ad addormentarmi per poi svegliarmi improvvisamente e
con il BISOGNO di uscire, di avere spazio libero.
Il fresco della notte mi consola, contrasta il caldo interno.
Dopodomani arriveranno i genitori di Giorgio ed
il mio spazio sarà ulteriormente ridotto!
Pepè
Ho pianto tanto per Pepè in questi giorni.
Le ho dovuto spostare la lettiera e le ciotole dalla cucina al ristretto ingresso. Le ho dovuto ridurre
lo spazio dell’80%; credo che questo abbia risvegliato in me vissuti di sovraffollamento, di esclusione provati da bambina. Forse, mi sono identificata in questa micina: lei come me è “in più”; per
lei come per me c’è poco spazio ma, soprattutto,
non rispetta incondizionatamente i desideri
dell’altro, lei come me è libera. Lei come me è stata
capace di trovare un equilibrio nel cambiamento, di
costruirsi uno spazio. Il vederla rassegnata mi ha
ferito l’anima.
Negozi per bambini.
Oggi, per la prima volta, mi sono recata in un
negozio per bimbi piccoli e non sono stata bene!
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Mi vergognavo e la sensazione si intensificava con
l’aumentare delle attenzioni delle commesse.
A volte, mi sembra di averla rubata questa gravidanza, di non meritarla!
Il mio cucciolo è dentro di me, riposa in me e si
aspetta da me protezione ed amore … ed io già lo
amo! Solo che questa condizione sembra discostarsi dall’immagine che ho di me: mortifera, indipendente, vuota. Lui, invece, mi conferisce i caratteri
della vitalità, della creatività nella relazione, della
possibilità, del pieno.
Riuscirò ad essere una buona mamma? Riuscirò
a tenerlo nella mia mente? Riuscirò a proteggerlo?
Mi sembra che già troppa gente gli abbia “messo
le mani addosso”: i genitori di Giorgio vorrebbero
farne un altro oggetto di soddisfacimento narcisistico; la mia famiglia d’origine vorrebbe occuparsene
“aiutandomi” ad occuparmene; le mie zie mi dicono cosa è bene per lui …
Il mio cucciolo dimora in me e mi verrebbe da
urlare: «Giù le mani!»
Lui è il mio desiderio di libertà, lui rappresenta
ciò che di buono c’è in me e in Giorgio.
Giù le mani! Giù le mani!
Vorrei tanto parlare con la mia analista: lei sa
tenermi dentro, aiutarmi a dare senso, un nome alle
mie calde emozioni … settembre, settembre non è
lontano!
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13.08.08 ore 23.30
Lidia è tornata a casa.
Mi ero appena messa a letto quando un senso di
oppressione, di soffocamento mi ha costretto ad alzarmi.
Questa notte sono nuovamente padrona della
mia casa (anche se solo per questa notte … domani
arrivano genitori Giorgio!), eppure è con grande
sconforto che devo ammettere che il mio star male
non dipende solamente dalla “occupazione” della
mia casa.
È la mia testa; è la mia mente che non tiene. Il
passaggio dal giorno alla notte diviene invivibile; è
possibile che sia talmente difesa da non poter trovar
riposo? Quali angosce albergano la mia anima e mi
fanno sentire in pericolo? Tutto questo è avvilente!
Quanto vorrei poter parlare con la mia analista!
Oggi Lidia è ripartita. Lei piangeva; io ho dovuto abbassare lo sguardo per non farle vedere che
nessuna lacrima solcava il mio viso.
Che mostro!?
Non sono stata male in questi dieci giorni; lei
non è stata una presenza invadente, anzi è stata servizievole e generosa. Ma sentivo che la mia vita
veniva passata a setaccio, sotto un rigoroso microscopio: la mia casa, il mio arredamento, il mio rapporto con Giorgio, la mia Pepè. Non so se è stato
così … io sentivo questo!
Giorgio è stato quasi perfetto: amorevole, sereno, disponibile.
Avevo paura del racconto che lei avrebbe creato
e che poi avrebbe condiviso con i miei genitori e
con Amalia.
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Che stupida paranoica!
Mi sento confusa davanti alla mia famiglia: non
so cosa voglio, cosa penso, se condivido o se mi discosto. Sembra che io sia impegnata a galleggiare,
a sopravvivere.
La gravidanza sembra aver tolto il coperchio del
vaso di Pandora. Mi sembra tutto presente: il passato con tutti i dolori sembra essere ritornato.
Io mi sento arrabbiata ed impossibilitata ad esprimermi.
Provo una forte rabbia verso mia madre e la sua
ottusità, la sua superficialità; contro Amalia e i suoi
rigidi costrutti mentali che imprigionano lei e tutte
le persone che la circondano.
Per mio padre provo pena e tanti sensi di colpa;
per Lidia … mi fa mancare l’aria …. Sono così
preoccupata per come conduce la sua vita!
Eppure tutto questo fa parte della mia vita e rappresenta le origini del mio cucciolo …
Saprò difenderlo? Che egoista ad averlo messo
al mondo!
È solo che pensavo di essere più forte e che in
qualche modo il suo esserci avrebbe cambiato le
cose.
Sono spaventata!
Oggi pomeriggio con Giorgio abbiamo deciso il
nome del nostro cucciolo: se femmina Emma, se
maschio Elia o Mattia. Belli vero?
In entrambi i casi ha deciso la mia creatura: infatti, al suono di questi nomi ho sentito un brivido
ed ho capito che gli piacevano.
Dicono che potrò sentirlo solo fra qualche settimana; io, invece, credo di averlo già incontrato: un
gorgoglio o un leggero prurito interno.
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Lo immagino vagare dentro di me; gironzolare,
volare, nuotare, fare le capriole e poi accoccolarsi
dentro, dentro più possibile.
Spero stia bene e sia sano.
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16.08.08 ore 22.00
Oggi, nel pomeriggio, ho avuto un incubo che
sembrava talmente reale da farmi svegliare piangendo!
Ho sognato di perdere il mio bambino … è stato
terribile! Un dolore senza parole!
Lunedì effettuerò l’esame Ultratest: ho tanta paura del risultato!
In queste ultime settimane ho notato un netto
miglioramento rispetto alle mie condizioni fisiche:
la nausea è quasi sparita e anche i mal di pancia,
solo la stanchezza rimane. Ed insieme a questo miglioramento sul piano fisico, si sta presentando una
maggiore pace interna e soprattutto una maggiore
consapevolezza del mio stato.
A volte mi sembra ancora un sogno da cui potrei
svegliarmi da un momento all’altro; ma sempre di
più si fa avanti una sensazione di pienezza, di gioia
e di desiderio di questo cucciolo.
Avrei tanta voglia di tenerlo fra le braccia!
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19.08.08 ore 11.30
Ieri ho effettuato l’Ultratest.
La parte relativa all’ecografia morfologica è andata bene.
Quanto è bello il mio bambino!
Molto probabilmente è un maschietto: bene così,
forse farò meno danni!
Che gioia questo bimbo! Mi è sembrato bellissimo! La testina rotonda, le manine, la gambina sinistra leggermente piegata e i piedini … perfetto!
Lo amo già.
Giorgio si è perfino commosso.
Io spero solo che continui a crescere bene …
non vedo l’ora di tenerlo fra le braccia!
Ti adoro piccolo mio!
La situazione con i genitori di Giorgio è elettrica. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato
un piccolo incidente accaduto a Pepè: qualcuno le
ha pestato la zampina e lei ha iniziato a zoppicare;
siamo dovuti andare al pronto soccorso veterinario
dove le hanno fatto una radiografia: niente di rotto!
Ma Giorgio si è tanto arrabbiato per la superficialità dei suoi genitori e ora c’è un po’ di tensione
nell’aria.
Pepè, comunque, si è ripresa velocemente: è
scomparso il gonfiore e adesso saltella come sempre. È il mio tesoro!
Giorgio è sottoposto ad una tensione impressionante! Mi inteneriscono la sua tristezza e la sua delusione. Dovrebbe capire che non può aspettarsi
niente di buono da loro. Hanno persino screditato il
pane che lui cucina sempre con amore! Penso di
odiarli!
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Comunque domani andranno via e spero non ci
vengano più a trovare fino alla nascita del mio cucciolo.
Spero che il risultato del Bitest sia negativo!
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26.08.08 ore 5.10
Non riesco a dormire, tanti pensieri di natura e
contenuti diversi affollano la mia mente.
Primo fra tutti: starà bene il mio bambino? Sarà
sano?
Sabato è arrivato l’esito dell’Ultratest: il cut off
per la trisomia 21 è di 1:350, sotto questo limite
(es. 1:300 o 1:200) il rischio è alto e si consiglia
amniocentesi; sopra, il test si considera negativo.
Ebbene, il mio valore è di 1:382, quindi sopra la
soglia ma non di molto …
Capirai che nonostante cerchi di essere razionale, l’ambiguità del test mi mette angoscia …. La
cosa peggiore è che mi sento lontana dal mio bambino … la paura che lui non stia bene mi fa sentire
distante, distaccata.
Mi ero sentita così vicina a lui dopo l’ecografia:
quella gambina piegata, le manine aperte e la testina così rotonda mi avevano conquistato …
Che bastarda che sono! Vorrei solo che fosse sano!
A volte penso che non ci sto dentro con la testa
… nei primi mesi avevo una tale angoscia che lui
morisse! Ed adesso ho il terrore che non sia sano …
forse ciò che non riesco a metabolizzare è il fatto
che io possa aspettare un bambino; che una creatura
stia crescendo dentro di me, attraverso me; che
posso essere vitale!
Giorni fa ho sognato che alcuni uomini mi spiavano dalla serranda e poi che vi era una brutta strega con un occhio insanguinato … entrambi volevano far del male al mio bambino.
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Forse sono io che … insomma forse metto in
scena la mia ambivalenza: è talmente doloroso essere a contatto con la vita! La gioia è quasi spaventosa!
Quindi prima non potevo godermela perché
c’era il rischio che fosse breve, adesso c’è il rischio
che sia accompagnata da delusione e sofferenza. In
entrambi i casi non mi è concesso, non mi si concede la dose di vita.
Piccolo amore mio, la mamma ti vuole bene; è
solo che tu sei troppo prezioso per lei e lei non è
abituata a tanta meraviglia!
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16.09.08 ore 18.00
Mi sento sola.
Adesso ho il mio bambino, ho il mio Giorgio e
la mia Pepè, ma a volte mi sembra di non avere
qualcosa su cui appoggiarmi, di avere le spalle nude, di non avere …
E allora sarei tentata di ricorrere alle vecchie
amate difese: loro mi proteggevano dal dolore e da
questa terrificante sensazione di solitudine.
P.S. Venerdì visita ginecologica: forza mio tesoro!
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20.09.08 ore 1.10
È notte tarda. Dormivo ma all’improvviso un attacco di ansia mi ha costretto ad alzarmi … uffa!
Ieri ho effettuato un’altra visita dal ginecologo:
sembra che la mia creatura stia bene e che sia una
FEMMINA!
Mah!
Mentre io sto benino, forse una cistite o una
semplice infezione delle vie urinarie mi procura un
dolore al basso ventre molto angosciante.
Mi ha fatto piacere sapere che è femmina.
La mia Emma … sarà impegnativo …
Beh, effettivamente una tale determinazione non
poteva che essere di una femmina.
Vado.
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29.09.08 ore 11.00
Sono stata dimessa dall’ospedale sabato, dopo
una settimana di ricovero. Non è stata una bella esperienza: dolori lancinanti e angoscia a mille!
Sembra che tutto sia tornato alla normalità: il
mioma mi fa male ma è un dolore sopportabile; sono stanca e mentalmente instabile.
Mi sento nervosa, ho perso il controllo: la mia
casa è un porto di mare ma non posso fare altrimenti … ho bisogno di aiuto; non posso andare
dall’analista e il futuro mi appare così pieno! Ho
perfino gli attacchi di panico e una sorta di depressione pre-parto!
Emma però, sembrerebbe star bene.
È perfino cresciuta di 50gr. Adesso pesa 272gr.
È proprio una tosta!
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02.10.08 ore 24.00
Le lacrime scendono dolci senza sussulti, inesorabili. Mi sembra che la cera stia finendo e la stanza stia diventando sempre più buia.
Io rivoglio la mia vita! La mia libertà! Ho perso
tutto, tutto ciò che avevo conquistato con fatica, dolore e tenacia. Ogni spazio è stato invaso, ogni movimento deve essere giustificato. Finti preoccupati
affollano le mie giornate; autentici angosciati mi
chiedono di essere rassicurati.
Dove sei? Dove sei finita?
Questa bimba è MIA! Ma tutti ne rivendicano la
paternità; tutti sanno ciò che è bene o male per lei e
quindi per me.
Ma io non sono lei! Ed è ovvio che io voglia fortemente che lei viva, che lei sia sana e che venga al
mondo e farò di tutto affinché possa diventare ciò
che è …. Tuttavia mi chiedo dove sono finita io.
Mi sembra di essere ritornata a sei anni fa: ho
nuovamente tutti “di sopra” e parlano, parlano, parlano, parlano.
Non mi vedono, non mi sentono; hanno immagini e rappresentazioni che non mi corrispondono.
Basta! Dopo mia madre, farò in modo che nessuno mi venga a trovare. Al massimo solo pochi
giorni, una settimana e poi rivoglio la mia vita.
Vorrei potermi godere la mia creatura, pensare a
lei, immaginarla. Sognare il suo futuro insieme a
Giorgio. Invece, la mia mente è occupata dalle mie
angosce e dal cercare di tenere tutti i miei familiari
lontani.
Chissà se mi perdonerà? Non è ancora nata e già
ho qualcosa da farmi perdonare!
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Che casino!
Mi sento una merda!
Giorgio è così forte, vorrei essere come lui.
Vorrei tanto la mia analista, lei saprebbe cosa dire e come tenermi, come farmi sentire libera ma
capace di prendermi delle responsabilità.
Sono così sola!
Mi sento persa con un fagottino da proteggere
… ma come faccio a nutrirla se io sono in mezzo al
deserto e non vedo niente all’orizzonte?
In questo periodo mi sento fortemente legata alla
mia micina: Pepè non mi intrappola, il suo “amore”
è disinteressato; lei è libera e vuole che io lo sia.
Tutti osservano e criticano il mio profondo amore
per lei, ma lei costituisce l’unico spazio mentale in
cui riesco ancora a sentirmi io! Lei non può essere
costretta, forzata a mostrare affetto, lei è LIBERA!
Vorrei che Emma fosse così: determinata, forte,
libera. Spero sia capace anche di compassione …
sì, verso sua madre che ha provato a cambiare, a
slegarsi ma che …
Non devo arrendermi!
Devo lottare.
Giorgio se desidera qualcosa lotta; Pepè è più testona di un mulo; Emma non molla, non retrocede
neanche davanti alla morte.
Anch’io devo riprendere le forze per ricominciare a vivere, per riconquistare i miei spazi e per difendere ciò che amo profondamente: Giorgio, Emma e la mia Pepè.
Giù le mani!
Giù le mani dalla mia vita, dalla mia piccolina,
dalla mia gatta, dalla mia coppia!
Giù le mani!
Perdonami Emma per queste lacrime. Perdonami!
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05.10.08 ore 3.00
Ancora gli occhi si spalancano nel buio della
notte, la mente che non riesce a pensare e
l’angoscia che cresce e che chiede di essere evacuata nel movimento, nell’azione.
E così eccomi qui, al freddo, alla luce di una
candela, fuori dal letto, in cerca di uno spazietto: la
storia della mia vita!
Mia madre, in seguito al ricovero, ha anticipato
il suo arrivo e rimarrà fino al 29.
Mia madre sembra tanto triste. Sedute a tavola,
durante il pranzo, vorrei scappare; mi ritrovo, invece, a mangiare senza pensare, in una condizione di
veglia forzata.
In tutto ciò che fa c’è un “non so che” di triste: i
suoi occhi stentano ad incontrarti, i suoi movimenti
sono lenti. Solo la rabbia riesce ad animarla, rabbia
che, tuttavia, deve essere esorcizzata, espulsa, non
vissuta.
Vorrei che andasse via.
Credo che anche lei vorrebbe andare via.
La sua presenza m’impedisce di pensare alla mia
Emma che, intanto, nuota come un pesciolino dentro di me.
Mi sembra che da quando lei è arrivata, io sia in
apnea. Non ci sono proiettili che vagano nell’aria
come in presenza di mio padre, ma c’è una nebbiolina che rende sfumato il paesaggio dentro cui mi
muovo.
Paranoica? Vissuti persecutori?
Forse.
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O meglio, credo che ci sia tutto questo nell’aria
che respiro, è anche vero che tutto questo ben si
sposa con il vuoto esistenziale che mi caratterizza.
Vorrei che andasse via.
Sono certa che lei vorrebbe andar via.
Via verso suo marito che, così maniacale, la
rende viva; via verso la sua casa che così grande le
richiede un’attivazione fisica; via verso Amalia che
con le sue polemiche le riempie la giornata.
Qui i giorni passano lenti; la nebbia avvolge le
case, gli alberi e la mia depressione le risuona dentro, amplificando la sua.
Vorrei che andasse via.
Senza di lei sono certa che riuscirei nuovamente
a pensare, a progettare, a vivere.
La mia Emma avrebbe una interlocutrice più attenta e vitale.
È strano sentirla muovere; vorrei tanto che sapesse che l’amo profondamente …. è che sono tanto spaventata.
Mi vien da pensare di progettare una fuga; sacco
in spalla, andare via! Io e la mia Emma, finalmente
sole.
Forse ciò che mi ferma è solo la sofferenza che
darei a Giorgio.
Lascerei un biglietto: lasciatemi in pace, non occupatevi di me.
Forse ciò che mi ferma è il dover tutelare la mia
cucciola: non so se lei potrebbe sopportare tanto
stress.
E poi, dove potrei andare?
Forse da Miriam o da Sabrina; o forse potrei
prendere dei soldi e rifugiarmi in una pensione vicino al mare.
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Soli, io e lei, senza più ecografie, senza più persone che in nome del voler bene ti dicono cosa fare
e cosa non fare.
Mi mancherebbe tanto Giorgio … non credo che
lui capirebbe, lo vivrebbe come un tradimento.
Lui è proprio bravo in questa situazione; lui tiene! Come faccia non so … e pensare che ho sempre
creduto di essere io la più sana della coppia, quella
maggiormente in grado di pensare, di elaborare, di
resistere.
Quanto mi sono sbagliata!
Credo che Emma abbia preso da lui!
Io lo osservo: si arrabbia, gioisce, si commuove
… è vero, è autentico.
Se non ci fosse lui non riuscirei ad andare avanti.
Mi manca tanto! Mi mancano i nostri spazi, le
nostre conversazioni senza “pubblico”.
Lasciateci in pace!
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07.10.08 ore 22.36
Vorrei tanto poter parlare con la mia analista.
Pensare insieme a lei, lasciare che qualcuno, con
rispetto e calore, si occupi di me … di “noi”.
Vorrei scriverle un sms ma mi sembra così poco,
magari una lettera … potrei inviarle delle mail, ma
ho paura di essere inopportuna.
Ho paura di essere uscita per sempre da quella
stanza, da quella mente; ho paura che l’assenza significhi morte, di più, non esistenza.
Forse è questo il senso dell’sms: io ci sono, si ricordi di me, non lasci il nostro percorso.
La gente che mi sta intorno non comprende le
mie emozioni.
Mi dicono: «Pensa all’obiettivo! È lei la cosa
più importante! Sarebbe meglio che ti fosse accaduto qualcosa di veramente brutto? Pensa alle persone che non hanno potuto portare a termine la
gravidanza!....»
E «Bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla bla …»
Io amo mia figlia, mi emoziona chiamarla così:
“FIGLIA”.
Finalmente, l’attendo da sempre!
Ho sempre desiderato questo momento; ho costruito la mia vita nel tentativo di capire cosa significasse essere figlia e come poter essere una buona
madre.
Io sono qui, ti aspetto tesoro mio! E so che tu
nascerai forte e bella.
Non è in quest’area che risiede il mio malessere.
Io mi volto indietro e mi sembra di aver vissuto
una condizione di figlia triste, sola, infelice.
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Io volgo lo sguardo indietro e non so a quale
modello fare riferimento. Mi vengono in mente episodi della mia vita da bambina in cui mi sentivo indifesa, smarrita, impotente. Davanti a quei ricordi il
cuore mi si stringe e mi invade una grande tristezza; ed è allora che sento di non poter essere una
madre, una buona madre.
Ho tanta paura.
Giorgio dorme accanto a me. Lui è la mia roccia.
Credo mi ami ed ami la nostra creatura
Per fortuna ho lui!
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09.10.08 ore 21.40
Questa tristezza si è impossessata della mia anima!
E con quanta facilità vado in cortocircuito!
La mia analista in un sms mi ha assicurato la sua
disponibilità, di telefonarle se “lo desidero”, ma io
mi sento paralizzata. Non riesco neanche ad allungare la mano per prendere quella di chi potrebbe
anche solo per pochi attimi farmi uscire da questo
purgatorio.
Perché? Perché? Perché?
Perché sono così in crisi. Desidero Emma, desidero che stia bene, che cresca, che venga al mondo.
Eppure non riesco a godermi questo momento, a
pensarla. La mia mente è occupata da ansie, paure,
“terrori senza nome” e va in cortocircuito.
Perché non mi basta il mio esserino dentro la
pancia?
Che merda che sono!
Lei fa le capriole, mi ricorda di svegliarmi, di
pensarla. Lei ha bisogno di me ed io … io sono una
merda.
Io ho il terrore di essere come mia madre; non
voglio e invece quando le sono accanto mi sembra
di essere uguale a lei. Per carità, non voglio giudicare mia madre, non sto pensando che lei sia una
persona cattiva o che non mi voglia bene, ma è la
sua essenza a sconvolgermi … mi inquieta. Vorrei
che andasse via.
Boh! Magari sono io che sto proiettando in lei le
mie debolezze, la mia tristezza, la mia depressione
… forse la verità è che sono anche meschina: metto
dentro di lei ciò che invece appartiene a me.
30
Forse dovrei telefonare alla mia analista … forse
lei saprebbe cosa dire, lei saprebbe cosa pensare,
come tenere la mia angoscia.
Comunque questa è già la seconda settimana,
devo arrivare alla quarta, perché il terzo giorno della terza mia madre andrà via.
Domani controllo ginecologico: speriamo che il
liquido amniotico sia ritornato ai livelli normali e
spero che la mia Emma stia bene, almeno fisicamente. Spero che mi perdoni per questo triste inizio. Cercherò di recuperare dopo.
Vado perché Giorgio vuole dormire.
Buona notte amore mio.
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12.10.08 ore 5.30
È lunga la notte e, nella luce fioca della candela,
si popola di fantasmi, addirittura spettri; immagini
senza parole, emozioni terrificanti inesprimibili.
Mia madre.
Lei dorme. Dorme mia madre.
Dorme dentro la sua bolla. Sembra che nessuno
possa davvero avvicinarla, né positivamente né negativamente.
È grassoccia mia madre.
Instabile nel portamento. Il suo viso è pieno di
rughe. Difficilmente incontro i suoi occhi: piccoli,
lontani, velati.
È piena di acciacchi mia madre: l’intestino irritabile, l’allergia che le arrossa la pelle del corpo e
del viso, il sistema immunitario debole.
Ieri sera, a tavola, durante la cena, ha affermato:
«No, io non le manco, non mi pensa.» Rivolgendosi a me e riferendosi al fatto che nei miei pensieri
lei non è presente.
«Fai più festa a Pepè che a me!» ha esclamato in
un’altra occasione.
Mi chiedo quanto io la stia respingendo e, se sì,
perché?
Fra le persone della mia famiglia, mi sono sempre sentita molto più vicina a mia madre: la sua
“leggerezza”, insieme al suo essere paffuta, mi faceva comunque provare una sensazione calda. Ovviamente il prezzo da pagare per questa vicinanza
era il dover ingurgitare quintali di tristezza …. la
sua!
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Forse lei sta provando ad entrare in contatto con
me ma io le sfuggo.
Io mi sottraggo; sì mi sottraggo a lei perché la
sua tristezza mi arriva come uno schiaffo; perché la
mia mente è già piena di angosce e non riesce a digerire altro; perché ho paura di diventare come lei;
perché ho paura di non diventare una buona madre;
perché sento che lei non è in grado di tenere le mie
ansie; perché dentro di me c’è Emma e lei è mia.
Tuttavia, sento che tutto questo mi blocca, occupa la mia mente e questo percorso sembra invaso,
annientato da questo rapporto. È come se non potessi andare avanti.
Emma si muove tanto dentro di me.
È una bimba vivace. Sembra voglia farmi sapere, sottolineare che lei c’è e che io devo occuparmi
di lei.
Sono contenta che lei abbia questa predisposizione: la sua forza, il suo volere essere e la sua capacità di farsi sentire da me, mi danno una grande
gioia. Mi chiama, mi invita a pensare, ad occuparmi di lei.
Io, invece, quasi ho paura di credere che lei sia
con me. Pensa che non riesco neanche a soffermarmi a toccare i vestitini nei reparti per neonato!
Ieri ero con mia madre al supermercato e ho
provato un certo disagio davanti al reparto dei bimbi… «Neanche ti fermi!» ha esclamato mia madre
con quel tono leggermente sarcastico che mi ha
sempre irritato tanto.
Non so se perché c’era lei o se ci sono altre motivazioni.
Faccio fatica ad immaginare la mia bimba appena nata; riesco a pensarla già parlante ma non neo33
nata. Forse non mi sento capace di prendermi cura
degli aspetti più infantili, più fragili, più bisognosi,
più dipendenti della mia piccola ma anche dei miei.
Fatico ad affidarmi, anche in questo periodo che
mi è stato consigliato di stare a riposo.
Da un lato non mi piace dipendere, essere accudita; dall’altro, devo ammettere che ho la sensazione che “l’altro” non lo sappia fare, che per l’altro io
risulti faticosa o, comunque, che la situazione di
accudimento sia pesante. Così mi riposo un po’ ma
poi, con le poche energie a mia disposizione, mi alzo e mi metto all’opera.
Certo anche all’ospedale faticavo nel chiedere aiuto ma riuscivo a fidarmi, sentivo che mi tenevano.
Oggi devo riposarmi maggiormente, ieri sono
uscita due volte e il mio fisico ne ha risentito.
Spero che Emma stia bene. Adesso pesa quasi
400gr ed il ginecologo dice che sta crescendo bene.
Forza cucciola!
Ti voglio bene!
34
24.10.08 ore 5.00
Sono sveglia dalle 3.16.
Uffa. Sento freddo ma non posso stare a letto.
Fuori piove.
La luce di questa candela mi riscalda leggermente l’anima.
Ho conosciuto telefonicamente Anna, colei che
mi sostituirà sul posto di lavoro.
So bene che io non sopportavo più l’idea di lavorare in quella struttura, eppure non riesco ad essere indifferente. Anzi, quasi quasi sono gelosa.
Penso ai miei educatori, ai miei ragazzi. Dalle poche notizie che ho ricevuto non mi sembra che stiano continuando sulla mia stessa rotta; mi sembra,
invece, che abbiano ripreso quella di Roberto:
sfruttamento della dedizione degli educatori e poca
attenzione alle dinamiche inconsce presenti nella
struttura. Non mi manca il ritmo incalzante di quel
lavoro, anzi mi chiedo come facessi a sostenerlo,
ma le relazioni affettive e gli stimoli professionali
mi facevano sentire viva.
Devo ammettere che anche questa condizione è
gravosa, tanto che non mi sento in vacanza ma in
piena attività produttiva; la differenza sta nel fatto
che mentre il mio lavoro era diventato, negli ultimi
tempi, per la mia mente, un pensiero saturante ed
occludente, la gravidanza è una continua apertura. I
pensieri volano, lievitano, fino a farmi girare la testa!
Povera Emma, per la mia insonnia anche lei è
sveglia!
Non vedo l’ora di averla fra le braccia!
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La scorsa settimana, insieme alla mamma, sono
andata a comprare i vestiti per la mia cucciola: è
stata una grande emozione!
Averli comprati (anche se mi ha dato un’enorme
fastidio che i soldi fossero dei miei genitori) mi ha
fatto capire che esiste davvero!
Esiste la mia piccola! Non è un sogno, una fantasia, un delirio: lei c’è!
Mi chiedo come sarà fisicamente, a chi somiglierà. Io spero solo che sia sana, poi se avrà i capelli biondi, rossi o neri poco importa.
Sarà così piccola!
Spero tanto sia sana e forte. Spero le piaccia il
suo nome. A volte ho paura di aver fatto la scelta
sbagliata … boh! Tanto i nomi, poi, vengono riempiti e dotati di senso grazie alle persone che li portano.
Mia madre parte il 29.
Mi ero un po’ abituata alla sua presenza … quasi
quasi mi spaventa rimanere sola. In realtà ciò che
vorrei è una presenza diversa, lei mi vuole bene ed
anch’io le voglio tanto bene ma insieme sembriamo
pronte per il suicidio! La sua tristezza viene amplificata dalla mia e così, secondo me, stiamo male
entrambe.
Se ci fosse stata la mia analista, lei avrebbe saputo come aiutarmi per stabilire un contatto con
mia madre, ma io da sola non ne sono stata in grado. Ho provato e credo anche lei, ma entrambe rimaniamo quasi atterrite dalla vicinanza. Lei preferisce la maniacalità di Amalia: la riempie, la distrae.
Le ho chiesto come si sentiva a diventare nonna,
lei senza che neanche capissi quale filo del pensiero
stesse seguendo, ha iniziato a parlare di Amalia, del
36
fatto che si aspettava da lei, in quanto primogenita,
che rimanesse incinta prima di me.
Ha smesso di piovere.
Non ho ancora sonno.
Uffa.
37
25.10.08 ore 4.00
Sono sveglia dalle 2.15!
Accendo la mia candela e scrivo.
Non è che non abbia sonno, al contrario; ma appena mi sdraio sul letto, i pensieri affollano la mia
mente cortocircuitandola.
L’auto che non possiamo usare.
La tesi da finire.
I genitori di Giorgio che vogliono venirci a trovare.
Amalia che vuole venirci a trovare.
La casa piccola e l’impossibilità di effettuare un
trasloco.
A dire il vero, è Giorgio che si occupa di tutto: il
suo lavoro, i documenti per l’auto, i suoi genitori,
le visite delle nuove case. Ma è anche vero che lui,
oltre a tutto questo, aggiunge altra “carne al fuoco”:
ha sempre qualcosa da sistemare, da spedire, da ultimare, da decidere.
Mi sembra che tutto mi giri intorno … cerco un
centro e lo trovo in Emma, ma non è così che dovrebbe essere.
La mamma andrà via mercoledì: è trascorso in
fretta questo mese. Quando è arrivata pensavo che
sarei morta prima della sua partenza ed invece …
Questo dovrebbe consolarmi, nel senso che il
tempo passa: la gente mi viene a trovare e poi va
via.
Tuttavia, il pensiero dell’arrivo dei miei suoceri
mi atterrisce, per non parlare di Amalia: non capisce un tubo! È piena di pregiudizi, doveri, obblighi.
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Il dolore per la sua gravidanza mancata non solo le
occlude la mente, ma anche l’ha portata ad idealizzare questo percorso. Non mi vede, non mi sente,
non capisce le mie paure, né il mio bisogno di esserci.
Come mi ha ricordato la mia analista, invece,
«Non esiste il bambino senza la madre». Io ho bisogno di essere vista. Io voglio autenticità per la
mia piccola.
Comunque, dovrei gioire per la partenza di mia
madre. Mi riapproprierò dei miei spazi, potrò pensare ad Emma quando voglio senza interferenze.
È solo che ho paura che Amalia stia già organizzando il viaggio per venire da me … speriamo di
no.
Oh mia piccola creatura! Che fatica tenere tutti
lontani!
A volte penso alla “fine” con calma, senza disperazione, come se fosse l’unica via da percorrere.
Basta con le sofferenze, con le preoccupazioni
ed i sensi di colpa. Basta.
Guarderei la morte e le direi: «Ok hai vinto tu,
adesso sono stanca, voglio riposare. Basta.» Senza
lacrime, senza dolore.
E la mia Emma? Ed il mio Giorgio? E Pepè?
Loro non capirebbero, forse mi odierebbero ma
soprattutto soffrirebbero e non voglio, non lo meritano.
Perché non posso vivere libera?
Vorrei liberarmi dai sensi di colpa e mandare a
quel paese tutti quelli che mi stanno sulle scatole.
Vorrei poter dire ai miei suoceri: «Mi avete rotto
il cazzo! Basta!»
E ad Amalia: «E basta, hai rotto … sei pesante!»
39
Vorrei poter dire a mia madre di smetterla di fare la madonna piangente ed a mio padre che è la
persona più opprimente del mondo.
A Lidia direi: «Lascia quel deficiente di Fabrizio
e scopati il primo che passa; sfogati; vivi la tua vita, sii libera!»
Sono arrabbiata.
Sono arrabbiata per la pesantezza delle persone
che mi circondano, ma soprattutto per il fatto che io
non sono capace di proteggere me e quelli che amo.
Adesso vado. Ciao Emma, ti penso sempre.
40
28.10.08 ore 7.05
In queste ultime tre notti ho dormito!
Sì, il momento dell’addormentamento è sempre
tragico: ansia a mille, bisogno di luce ecc…
Mah! Non so perché.
Forse perché mamma domani parte e non dovrebbe (speriamo) venire nessuno fino a Natale.
BOH!
Spero duri!
Ieri abbiamo firmato i documenti per l’acquisto
della nuova auto: quante firme e quanta responsabilità!
Ciao Emma.
41
29.10.08 ore 19.45
Mia madre è partita lasciandomi l’amaro in bocca.
Mentre l’accompagnavo all’aeroporto, mi sentivo inquieta. Che reazione si aspettava da me? Cosa
stavo provando? Il pensiero di rimanere da sole davanti all’imbarco mi metteva una strana ansia ….
42
31.10.08 ore 4.30
Ieri sera sono andata a letto presto e adesso non
ho più sonno.
Giorgio russa, stanco. Lo amo così tanto!
A volte mi sembra così forte, altre così indifeso.
Io, psicologicamente, da quando mamma è tornata a casa sto molto meglio Pensavo di non riuscire a rimanere da sola, invece ieri è stata una giornata fantastica: ho lavorato alla tesi, ho cucinato, ho
riposato, ho giocato con Pepè. Stavo bene.
Mi spiace ma proprio mia madre, in questo periodo della mia vita, è la persona che sento debba
starmi il più lontana possibile.
Abbiamo perso un’occasione, io e lei, ma entrambe eravamo atterrite dalla relazione con l’altro.
Forse le nostre tristezze si amplificavano; forse i
nostri vuoti riecheggiavano maggiormente … insomma è stato un mese difficile.
Quando è andata via, ho provato un grande senso di colpa, non so bene per cosa ma mi sentivo
molto inquieta. Quando l’ho lasciata all’aeroporto,
ho pianto.
È questo il legame madre-figlia?
Cosa proverà mia figlia per me?
Che madre sarò?
Io credo di somigliarle tanto, credo che, fra le tre
sorelle, io sia quella che maggiormente abbia preso
da lei: la sua tristezza, la sua ambiguità,
l’incapacità di desiderare. O meglio, io ero così.
In questi ultimi anni ho cercato di affrontare
l’inconsistenza che mi caratterizzava e adesso mi
sembra di esserci maggiormente nel mondo; mi
sembra di sapere cosa voglio; so desiderare; credo
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di non essere ambigua, non sempre almeno. Certo
la tristezza mi rimane ma anche quella voglio affrontare.
Mi sento legata nel rapporto con mia madre; mi
sembra che tante corde mi imbriglino; i miei movimenti emotivi e cognitivi ne risultano impediti ed
io mi ritiro in una sorta di stato di sonno.
È trascorso un mese, eppure non so come. È
come se questo tempo fosse avvolto nella nebbia, un
po’ come quando ritorno a casa … entro in apnea.
Credo che anche per mia madre sia stato difficile: al telefono era così contenta!
Come si fa ad essere madre?
Riuscirò ad amare la mia stellina senza legarla a
me?
Mi sembra di nuotare in mare aperto.
Penso alla mia analista, alla sua capacità di tenermi, di ascoltarmi senza mai colludere. Mi manca.
Oggi ritireremo l’auto. È stato complicato occuparsi di tutte le pratiche. Giorgio è stato bravissimo!
C’è una possibilità che la villetta vicino casa nostra venga affittata: sarebbe l’ideale per la mia famigliola! Certo il trasloco è un po’ pesante, ma avrei tanto spazio in più … anche quando l’orda
primordiale si personificherà.
Che meraviglia questa pace!
Giorgio dorme. Pepè è distesa sulle mie gambe
ed Emma la immagino raggomitolata verso
“l’interno” di me: mi sa che anche lei dorme.
Ho nuovamente la mia casa!
Ho fatto bene a trasferirmi dalla Sicilia; per
quanto circoli un affetto sincero tra i membri della
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mia famiglia d’origine, sento e ho sempre sentito
che non c’è spazio per me, non quello che vorrei.
Qui con Giorgio, Pepè e quando arriverà la mia
piccola Emma, mi sento io!
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08.11.08 ore 2.00
Ieri ho dormito tanto, poi a letto alle 22.00 ed
ora un po’ di insonnia.
Che meraviglia potermi alzare ed avere una
stanza in cui sostare, bere una camomilla, farmi fare le fusa da Pepè. Mi spiace solo che forse ho svegliato Emma!
In questo periodo mi è ripresa la paura sullo stato di salute di Emma: mi spaventa che non sia sana,
che possa aver sviluppato qualche malattia genetica.
Inoltre sono stata più vicina a Pepè e ho paura
per la toxo… Domani … oggi ritirerò gli esami del
sangue: spero vada tutto bene.
La prossima settimana, venerdì, andrò dalla mia
analista: chissà se sarò capace di utilizzare al meglio i “pochi” minuti a disposizione! Subito dopo,
visita dal ginecologo: che giornatina!
Intanto i proprietari della villetta non mi hanno
ancora dato risposta: uffa!
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09.11.08 ore 17.40
Uffa sto nuovamente male: infezione alimentare! Infatti i valori delle transaminasi sono sopra la
soglia: sono preoccupata!
Ho fitte al basso ventre, mal di reni e soprattutto
mi sembra di sentire meno Emma.
Speriamo stia bene.
Quel deficiente del mio ginecologo mi ha messo
a dieta.
Con lui, ho sempre la sensazione che tratti il mio
caso con superficialità.
Spero con tutto il cuore che Emma stia bene, che
non stia soffrendo e che le sue condizioni siano
buone.
Ho notato che più passa il tempo, meno fitte si
presentano. Questa settimana ripeterò gli esami del
sangue … che fatica!
Emma resisti!
Non mollare!
47
12.11.08 ore 3.45
Non che il sonno manchi, ma ho tante preoccupazioni.
Ieri su internet ho effettuato una ricerca
sull’aumento dei valori delle transaminasi e mi sono spaventata: se l’aumento è tanto, i rischi per la
mamma e per il bambino sono di notevole entità.
Ora, i miei valori sono leggermente più alti
(AST46 e ALN66) ed inoltre la sintomatologia dolorosa si è risolta con una dieta. Per cui, penso e
spero che i valori possano rientrare.
Ho paura.
Emma, intanto, è presente più che mai: si muove
tanto e questo mi rassicura.
Vorrei che fosse già gennaio!
Pepè dopo le fusa, si è accovacciata sulle mie
gambe, mentre Emma continua a fare le capriole.
Finalmente andremo a vedere la villetta: speriamo bene!
Guardo dalla finestra.
La luce della candela illumina a stento la pagina
su cui scrivo.
Fuori piove.
48
15.11.08 ore 3.27
Notte in bianco.
Troppi pensieri affollano la mente; tante preoccupazioni non lasciano spazio; tante decisioni da
prendere.
Ieri abbiamo visitato la villetta, ma il costo
dell’affitto richiesto è troppo alto: 750 euro.
Un’agenzia immobiliare ci chiede di decidere in
fretta per un appartamento molto bello che si trova
zona centrale … ma sembra “molto da adulti”.
Mi spaventa cambiare casa, ho paura delle spese; mi sembra di diventare inevitabilmente grande!
Tuttavia, Emma esige spazio e la casa in cui mi
trovo non ne ha: una camera da letto, un bagno, un
cucinotto ed un soggiorno.
Ieri ho ripetuto le analisi del sangue e sono andata dal ginecologo: Emma sta bene, pesa 816gr;
mi preoccupa un po’ il fatto che il collo dell’utero
si sia accorciato da 4 a 3.3cm, ma in definitiva
sembra che la situazione sia buona. Spero tanto che
le transaminasi siano rientrate. Mercoledì i risultati.
Ieri ho anche rivisto la mia analista: ero tanto
emozionata! È stato importante condividere i miei
pensieri rispetto a mia madre, il mio bisogno di rimanere in relazione con lei (analista), il mio malessere. Comunque è stato faticoso, è stata una giornata faticosa!
La mia analista ha la capacità di farmi sentire
positiva, fiduciosa; è come se tutto mi sembrasse
più sopportabile.
Il mio ginecologo, invece, è un emerito cretino!
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21.11.08 ore 4.30
Mi ha svegliato Giorgio con il suo girarsi e rigirarsi nel letto.
È molto inquieto e nervoso negli ultimi giorni;
mi attacca continuamente e così finiamo per litigare.
Forse inizia a sentire il peso di questa gravidanza. Quando si arrabbia mi ripete: «Ma io non sono
libero di fare ….» Sembra che si senta soffocato,
schiacciato. Io, poi, sono un po’ diversa: meno gelosa, meno attenta ai suoi bisogni, più rivolta verso
“l’interno”.
Io lo amo profondamente; mi piace tanto sia fisicamente sia mentalmente, ma in questa fase della
mia vita, poco contano le gallinelle che gli girano
intorno … mi sembrano sciocchezze, mi appaiono
come questioni poco interessanti.
La mia bimba si muove dentro di me, cresce ed
a me sembra che questo sia importante; la mia
mente è piena di tanti interrogativi e paure riguardanti il mio svolgere la funzione materna.
Il resto del mondo mi appare meno attraente.
Giorgio sembra un buon padre. Ha già nella
mente la nostra piccolina; si commuove nel sentire
la sua vivacità; progetta per lei un futuro di fama e
gloria; mi sa stare accanto, nel senso che contiene
le mie ansie dandomi forza.
Giorgio sembra, inconsapevolmente, non aver
aspettato altro nella vita che diventare padre.
Mi rassicura molto.
Mercoledì 26 novembre 2008 mi specializzo!
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Forse anche questo, inconsciamente, lo irrita.
Devo chiederglielo.
Io sono molto preoccupata per la discussione!
È da quando ho iniziato l’università che sogno
questo momento.
Ho ritirato le analisi: i valori delle transaminasi
sono rientrati!
La mia Emma si muove tanto ed io le voglio già
tanto bene!
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27.11.08 ore 4.30
Ancora una volta Giorgio, girandosi e rigirandosi, mi ha svegliato e Morfeo è volato via! A dire il
vero, siamo andati a letto alle 21.45: eravamo così
stanchi!
Ieri ho sostenuto la discussione della tesi di specializzazione:70/70 e lode!
È stato molto difficile occuparmi di questa questione; anche durante la mia relazione, a volte i
pensieri volavano via ed io dovevo rincorrerli facendo una gran fatica. Le mie colleghe, con le loro
manifestazioni di affetto e di gioia per la mia gravidanza, mi imbarazzavano. Il mio vestito metteva
in evidenza la mia pancia ed io mi sentivo praticamente nuda.
La sensazione finale non è stata buona; mi sono
percepita incompetente ed anche l’esame non mi è
piaciuto … non mi sembrava fosse andato bene. In
realtà e per fortuna, Giorgio con la fotocamera ha
registrato tutto il mio intervento e, nel rivedermi e
risentirmi, devo ammettere che ho sostenuto un
buon esame. Sì emozionata ma capace di esprimere
con correttezza le questioni da me affrontate.
Pensa che discrepanza fra la mia percezione e la
realtà!
Comunque, ho concluso questo capitolo.
Finalmente dopo quattro anni mi sono specializzata: brava!
Giorgio mi ha regalato una palla di vetro … di
quelle che hanno la neve dentro: pochi giorni prima
l’avevo sognato e lui ha realizzato questo sogno.
Sa essere così tenero!
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I miei genitori hanno gioito, anche se mia madre
nello stesso giorno è stata presa da una conferenza,
con annessa intervista televisiva, organizzata da
Amalia: certo il Caso mi è proprio avverso.
Vuoi mettere la visibilità che ha dato loro, anche
se indirettamente, Amalia rispetto al semplice racconto di una discussione a cui non hanno potuto
partecipare per prendersene la gloria?
Sì, lo so, queste considerazioni sono estremamente infantili; sembra quasi che io cerchi, ancora
oggi, il loro riconoscimento da un lato e dall’altro
che sia ancora in sfida con mia sorella maggiore
per il primato affettivo nel cuore e nella mente dei
miei genitori: che bambina!
E poi, lei merita più di me le loro attenzioni: lei
è una figlia presente ed accudente, mentre io sono
sempre latitante e faccio fatica a stare insieme a loro.
Ieri l’analista di Giorgio gli ha detto che forse i
miei genitori considerano tanto Amalia perché, inconsapevolmente, credono che sia più fragile di
me: plausibile, visto che mio padre afferma che io
sono la più forte delle tre sorelle.
Certo, mi vien da pensare che a questo punto
della mia vita non li vorrei neanche troppo vicini: il
loro modo di essere mi incupisce, mi inquieta, addirittura paralizza la mia mente.
A volte, dopo una telefonata con mia madre, rimango immobile sul divano e vengo invasa da un
mare di tristezza … senza più parole.
E tuttavia, queste un po’ mi sembrano scuse per
celare il mio crescente egoismo: io ho la mia vita
che ho costruito con caparbietà, che ho strappato
alla Morte e voglio difenderla da attacchi ed intrusioni.
Io lontana da loro mi sento libera.
53
Chissà come si sentirà Emma nella relazione con
me; chissà se vorrà scappare via; chissà se proverà
disprezzo per me.
Io credo di essere una buona persona ma credo
anche che sia difficile starmi accanto.
Ciò che mi spaventa è la possibilità che lei, facendo più strada di me, possa provare pena per me.
Beh vedremo. Io l’amerò per sempre.
Quanto si muove! Non vedo l’ora di conoscerla;
sarà scura come il suo papà o bionda e con gli occhi azzurri? Chissà forse rossa … vorrei tanto fosse
sana e forte.
Pepè dorme sulle mie gambe.
Amo profondamente questa micina; mi piace la
sua coerenza, il suo essere uguale a sé stessa giorno
dopo giorno. So da lei cosa posso attendermi; la sua
imprevedibilità è prevedibile; la sua continua ricerca di un contatto fisico con me mi commuove …
Ecco forse questo mi sorprende: ogni mattina mi
accoglie come se non mi vedesse da anni; quando
la notte mi alzo miagola, fa le capriole e poi si raggomitola sulle mie gambe.
Si affida a me, sa che non le farei mai del male,
sa che può fidarsi.
Sembra non avere preoccupazioni; è capace di
stare ferma, immobile per ore; sembra non conoscere la noia. Lei desidera la pappa, il caldo e le
persone con cui è cresciuta.
Beh forse, anzi sicuramente, una cosa le manca
tanto:la possibilità di andare fuori di casa … la libertà!
Questa consapevolezza mi fa stare male, ma la
paura che la investano o che non torni più mi fa desistere dal lasciarla libera. E poi, in questa fase del54
la mia vita, se uscisse non potrei riprenderla in casa
(rischio toxo).
Buona notte … ops, buon giorno Emma!
55
02.12.08 ore 4.30
La mia mente è talmente piena che fatica a pensare.
Vorrei comprendere la fonte della mia ansia, ma
comincio a credere che, in realtà, non sono gli “altri” a farmi stare male … sono io!
Non riesco a stare nella relazione; le persone mi
fanno venire gli attacchi di panico.
Sto bene solo con Emma e Pepè.
Sabato sera siamo usciti con la collega (e famiglia) di Giorgio; nell’attenderli mi sentivo triste, agitata come se non avessi il controllo. In pizzeria,
la confusione, il caldo, le urla della folla mi hanno
costretto ad alzarmi più volte dal tavolo … aria, avevo bisogno di aria.
Mi spaventa questo incalzare della claustrofobia,
non so come farvi fronte.
È come se avessi bisogno di controllare tutto
quello che mi circonda, comprese le persone. E più
mi rendo conto che quasi su niente ho il controllo e
più la sensazione di smarrimento aumenta.
Ho inviato un sms alla mia analista per fissare
un appuntamento ma non mi ha risposto. Sicuramente sarà impegnata, ma ho paura che non stia
bene.
Mi sento addosso la mia famiglia d’origine: telefona tante volte al giorno e rispetto alla mia creatura assumono un atteggiamento di … possesso che
mi infastidisce. Temo i primi giorni di vita di Emma: io vorrei star da sola con lei, conoscerla, amarla senza che qualcuno possa interferire.
Vorrei una presenza discreta, che non mi giudichi, che mi sostenga, che mi lasci spazio per capire
56
come muovermi. Invece, immagino che avrò accanto persone invadenti, che mi diranno cosa fare e cosa non fare, cosa è meglio e cosa no per Emma.
L’altra sera, Giorgio mi ha fatto piangere perché
asseriva che se le nonne vorranno cambiare il pannolino o fare il bagnetto o dispensare consigli, io
dovrei lasciarle fare.
Giù le mani!
Sarò io a pensare ad Emma; è la mia bambina,
non la regalerò a nessuno!
Sì, sembro paranoica, ma chi affiderebbe il proprio gatto o cane, oppure un oggetto prezioso a
qualcuno di cui non si fida? A qualcuno che sa che
non ne avrà cura?
Certo, non dico che non potranno toccarla, ma
ciò che attiene all’espletamento di compiti “vitali”
sarà il mio territorio! L’allatterò, le farò il bagnetto,
le cambierò il pannolino.
Lei è la mia bambina, non voglio che le facciano
del male; questa volta non posso permetterlo.
Anche Lidia mi irrita quando dice: «Come sta la
mia bambina?» Oppure quando cambia il tono di
voce, ammonendomi e dicendomi che questa bimba
vogliono vederla spesso (vacanze estive, natalizie,
pasquali ecc..). Ancora, le darei un cazzotto quando
mi ricorda di non fare alcuna fatica fisica perché
sarebbe pericoloso per Emma.
Nessuno mi chiede se è pesante per me stare in
casa e dipendere da Giorgio per ogni cosa.
Non posso neanche dire che mi piacerebbe andare a Genova per toccare il mare; non posso dire che
è stato bello uscire sotto la neve … «Stai attenta!»
Amalia, addirittura, non mi ha chiesto l’esito
della discussione per la specializzazione, ma si è
informata rispetto ai risultati delle mie analisi del
sangue.
57
Io comprendo la loro gioia per la nascita di
Emma, ma
1. Emma è la mia bambina.
2. Io sono la sua mamma e voglio pensarla ed
accudirla.
3. Io esisto, non sono semplicemente un mezzo,
un canale per il proseguimento della specie.
Mi sento così arrabbiata!
Forse per le vacanze natalizie non verranno a
trovarmi: che meraviglia!
Vorrei festeggiare sola con la mia famiglia:
Giorgio, Emma e Pepè.
Abbiamo già addobbato l’albero e stiamo preparando la lista dei regali.
Questo è il primo anno, in tutta la mia vita,che
sono contenta che arrivi Natale; mi sembra di avere
tante cose per le quali essere contenta …
Finalmente ho una famiglia che amo e dove trovo spazio per essere ciò che sono; ho anche una
gatta affettuosa e simpatica; sono riuscita a specializzarmi ed a breve affitteremo una casa più grande.
Non voglio che qualcuno rovini il mio mondo.
Quello che mi preoccupa sono gli episodi di
claustrofobia: perché così tanti in questo periodo ed
anche in situazioni “buone”?
È tanto difficile per me vivere una condizione di
dipendenza! Sentire che il corpo non sopporta la fatica neanche di una passeggiata o dover chiedere di
spostare la cesta dei panni … mi manca la mia autonomia: il girovagare in un centro commerciale; il
guidare fino al mio studio; poter pulire casa.
Chissà se Emma proverà rancore nei miei confronti per questi vissuti …
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Cara piccolina, spero tanto che tu stia bene e farò di tutto affinché tu possa sentirti amata, protetta,
vista.
Rimani con me ancora per qualche mese e poi
prenderai la tua strada.
59
06.12.08 ore 11.20
Sono un po’ inquieta.
La notte, incubi affollano la mente e mi tengono
sveglia.
La mia analista non si fa sentire e questo mi
preoccupa … che stia male?
Ieri notte mi sono svegliata piangendo: mi trovavo nella mia vecchia casa e precisamente in bagno. Mi rendevo conto che perdevo sangue; pensavo di essere al settimo mese e mi dicevo, rassegnata, che avrei dovuto immaginarlo che sarebbe accaduto. Chiamo mia madre, arriva dopo Lidia ed Amalia. Io urlo che voglio solo mia madre; lei entra
in bagno e mi dice che “non è niente”; io insisto ma
lei ribadisce che non significa niente; allora penso
che come sempre non sa valutare, io invece so bene
che devo andare immediatamente in ospedale e …
l’angoscia mi sveglia.
La sera precedente al sogno mi sono addormentata pensando al fatto che non riuscivo a mettermi
in contatto con la mia analista.
Ho bisogno di lei, lei crede nella mia maternità,
senza di lei ho paura di non farcela.
Martedì riprovo a telefonarle.
Ciao Emma!
60
11.12.08 ore 17.20
Ieri ho parlato con la mia analista: ci vediamo
venerdì.
Si è scusata per non avermi risposto.
Io iniziavo a preoccuparmi.
Il non sentirmi pensata da lei mi faceva sentire
sola, senza speranza.
Questa notte ho dormito bene ed oggi mi sento
più serena … che stupida!
61
15.12.08 ore 7.30
Mi sento male.
Le lacrime scendono giù inesorabili.
Mi sento sola.
Piove, piove anche dentro di me.
Sento il pericolo di uno straripamento imminente; la diga sta per cedere.
Mi angoscia il periodo del parto: i parenti intorno a me; il lasciare Pepè … e poi Emma.
Saprò occuparmene? Riuscirò a prendermi cura
di lei?
Ho tanta paura.
Mi manca la mia analista … lei sa come tenermi.
La incontrerò venerdì: non vedo l’ora!
Povera la mia Emma! Che madre sono?
62
16.12.08 ore 12.51
Perché questa ansia?
Perché non riesco a stare con le persone?
Il pensiero che qualcuno mi venga a trovare mi
fa sentire braccata a tal punto da avere bisogno di
disdire l’appuntamento.
Come farò quando nascerà Emma?
Mi saranno tutti addosso!
Sento che mi sto ritirando dal mondo: la gente
mi angoscia.
Non va bene.
Come farò ad occuparmi di Emma?
Avrei avuto la necessità di continuare l’analisi
… sono così sola e soprattutto non sono più capace
di entrare in relazione …
Cosa mi sta accadendo?
63
20.12.08 ore 5.20
Non ho sonno, uffa sono sveglia dalle 3.30!
Ieri pomeriggio visita ginecologica: tutto bene.
Emma pesa kg 1.525!
Anch’io sto bene e addirittura il deficiente del
ginecologo prevede ed auspica un parto naturale!
Dopo visita ginecologica, seduta d’analisi!
La mia analista mi ha accolto, come sempre, sorridente.
Io ho fatto un po’ di confusione, ma lei ha saputo capirmi ugualmente.
Mi ha colpito quando ha detto che Emma riconoscerà la sua mamma … già io sono la sua mamma e anche se altre braccia la prenderanno, io rimarrò la sua mamma, lei riconoscerà le mie (almeno lo spero!).
64
25.12.08 ore 18.30
Ho dormito, fatto doccia e, fra poco, andrò al cinema.
È stato un Natale sereno. Avevo ciò che per me
è davvero importante: Giorgio, Emma e Pepè. …
ma un velo di tristezza mi ha avvolto.
Sensi di colpa per i miei genitori, per le mie sorelle … loro lì, soli o, meglio, amareggiati per la
mia assenza ed io, qui, senza il desiderio di loro.
Che merda che sono!
Abbiamo cucinato un sacco di cose buone, apparecchiato la tavola con cura e scartato i regali sotto
il nostro piccolo albero luminoso. È stato bello e
buono.
Io in questo periodo non sto bene (… e quando
lo sono stata?!) perché i miei sintomi di claustrofobia si sono intensificati per qualità e quantità. Anzi
direi che, attualmente, soffro di fobia sociale: non
riesco a stare con le persone, non ho voglia di uscire e vorrei stare tutto il giorno con Pepè sulle gambe a leggere o guardare la tv.
L’altra sera una collega di Giorgio ci ha invitati
a cena. Appena arrivata, sebbene fossi contenta di
uscire, mi son sentita male: mi mancava l’aria e volevo tornare a casa; le loro voci mi inondavano e
diverse volte ho dovuto alzarmi dal tavolo per recarmi in bagno alla ricerca di un po’ “d’aria”. Ho
perfino telefonato a Lidia.
Stasera abbiamo deciso di andare al cinema ma
adesso … ne farei volentieri a meno.
Boh!
Ciao Emma!
65
27.12.08 ore 12.50
Come volevasi dimostrare, al cinema ho avuto
un bell’attacco di claustrofobia: mi sento così impotente!
Cosa mi sta accadendo?
Possibile che io viva una tale ambivalenza nei
confronti di Emma da stare male?
Io sento di amarla profondamente. È la mia
bambina, eppure non riesco a vivere questa gravidanza con serenità.
La mia mente va in cortocircuito.
Vorrei tanto parlare con la mia analista.
66
28.12.08 ore 19.00
Mi sento un po’ agitata.
A dire il vero, ciò che mi agita è la gestione dei
rapporti con le persone; invece il pensare ad Emma,
lo stare con Giorgio e Pepè mi tranquillizza.
Mi piacerebbe rintanarmi in una piccola casa sul
mare; trascorrerei le giornate passeggiando sulla
spiaggia o guardando dalla finestra il paesaggio con
in mano una tazza di orzo caldo.
Emma, come sempre, farebbe le capriole dentro
di me mentre Pepè mi farebbe le fusa e mi riscalderebbe.
Sta per arrivare il momento in cui tutti mi staranno addosso … terrore!
Chissà se riuscirò ad occuparmi di Emma; chissà
se lei mi riconoscerà come madre.
Una parte di me è così impaziente di conoscerla,
mentre un’altra ne ha paura.
Vorrei iniziare a lavare le tutine di Emma senza
attendere l’arrivo di mia madre; penso di essere capace di farlo, anche se temo per qualche capo di
abbigliamento.
Il tempo passa e fra poco la mia vita cambierà
radicalmente … ops!
67
03.01.09 ore 23.30
Oggi ho litigato furiosamente con Giorgio ed ora
mi sento triste.
Triste non solo e non tanto perché ci siamo molto arrabbiati, ma soprattutto perché ho detto una
cosa brutta ad Emma.
Io amo mia figlia, la desidero profondamente e
voglio che lei cresca sana e serena.
Purtroppo in queste prime fasi non sono stata
una buona madre.
Fatico a sentirmi madre.
Non è una questione di sentimenti (io già
l’adoro!), ma di posizionamento: io madre!?
Ho inviato nei giorni scorsi un sms alla mia analista, lei mi ha risposto dicendomi che posso chiamarla quando voglio … vorrei poter essere come
lei: capace di stare nella relazione senza farsi fagocitare, senza aver paura della dipendenza dell’altro;
lei sa accogliere e contenere, stimolare e lasciare
spazio.
Saprò io fare lo stesso con la mia bambina?
Oggi le ho fatto male; si sarà spaventata … spero stia bene, non me lo perdonerei se le avessi arrecato un danno.
Adesso la pancia è un po’ dura ed io sono così
spaventata!
Ti voglio bene mia piccola cucciola!
Ti prego resisti!
Una volta al mondo, ti proteggerò e ti amerò
senza limiti, incondizionatamente.
Resisti.
68
05.01.09 ore 4.20
Ieri mattina ho parlato al telefono con la mia analista: fortuna che esiste!
Lei non mi abbandona, non mi lascia cadere, mi
tiene e non ha paura del mio bisogno di lei.
Mi ha detto che la mia inquietudine, in qualche
modo, è “normale” in gravidanza; che non devo
spaventarmi e che devo essere più indulgente verso
me stessa. Ha compreso la mia sensazione di grande solitudine, in particolare, in rapporto ad una madre che io sento assente e non rispondente.
Ma al di là di ciò che mi ha detto,quello che mi
ha rassicurato è stato il suo esserci, il suo pensarmi,
il suo non avere paura.
Non la ringrazierò mai abbastanza.
Cara Emma,
siamo state fortunate ad averla incontrata!
69
06.01.09 ore 24.35
Ho litigato con Giorgio.
Non so cosa abbia; è sempre nervoso, pronto ad
attaccarmi, a criticarmi.
Le accuse sempre le stesse: disordine, sporco,
superficialità.
Credo senta il peso del grande cambiamento che
ci sta per colpire; penso anche che sia spaventato e
si senta solo.
Io ormai sono una mongolfiera; fatico anche ad
allacciarmi le scarpe e, mentre fino ad un mese fa
lui si mostrava premuroso, adesso sembra non vedermi. Se gli chiedo di aiutarmi mi urla, si arrabbia.
Se non trova qualcosa è colpa del fatto che sono disordinata.
Sono preoccupata: come farò quando nascerà
Emma?
Ci sarà un grande caos e se lui già adesso reagisce così alla mancanza di sistemazione, dopo sarà
la fine!
Tutti dicono: «Tu non preoccuparti. Stai tranquilla!» Ma ognuno pensa a sé, alle sue esigenze,
alle sue paure.
Oggi Lidia mi ha detto, scherzando, che se ne
frega del mio bisogno di spazio, vuole vedermi
prima che nasca Emma.
Ho la sensazione che tutti intorno a me siano
impazziti!
Vabbe’, mi aspettavo e mi attendo che i miei genitori non costituiscano un punto di appoggio psicologico, anche Amalia … non la sento da una vita!
Ma Lidia … Lidia no!
Ha perso il lume della ragione.
70
Ha proiettato tutto ciò che di buono lei desidera
in Emma, in una bimba immaginata ed io sento che
c’è proprio poco spazio per quella vera.
Mi irrita. Parla solo di Emma, di una Emma che,
però, non conosce.
È come se attendesse il Messia!
E adesso anche Giorgio …
Se continuano così davvero parto per Genova,
mi stabilizzo in una pensione ed aspetto che nasca
Emma.
Non so come aiutare Giorgio.
Pur cercando di essere accogliente e comprensiva con lui, alla fine mi fa saltare i nervi perché mi
accusa per ogni cosa!
Anzi, più gentile mi mostro con lui e più lui trova dei motivi per incavolarsi con me.
Emma oggi si è mossa tutto il giorno: la mia
pancia sembra il mare!
Come è discola!
Sono davvero stanca in questo periodo!
Fatico a fare tutto.
Avrei bisogno di riprendere le sedute.
L’altra notte ho sognato che c’era una gran confusione intorno a me; entravo in una stanza e trovavo la mia piccola Emma con la bocca sporca di latte e mia sorella Amalia con il seno scoperto, come
se l’avesse allattata lei. Io provavo un fortissimo
dolore e dicevo che questo non dovevano farlo …
mi sveglio angosciata.
Vorrei tanto liberarmi di tutti.
Forse troverei un modo per occuparmi di Emma.
Oh povera piccola cucciola …
in che mondo di matti sei finita!
71
09.01.09 ore 23.45
Non so cosa abbia Giorgio.
È sempre, o quasi, irritato con me.
Qualsiasi cosa io faccia o dica sembra che lo infastidisca.
Pensa che oggi si è messo davanti al computer e
mi ha lasciato fare le pulizie senza battere ciglio: io
ho alzato le sedie, lavato il pavimento e lui tranquillo davanti il pc.
Poi nel pomeriggio, perché non ha trovato un
bollitore al supermercato, si è incavolato.
Sembra sia regredito anni luce.
Questa sera si è arrabbiato perché gli ho chiesto
di vedere un film e non gli andava di connettere i
cavetti; afferma che sono troppo comoda e che fa
tutto lui.
Io mi sento ancora più sola di prima ed ancora
(se è possibile) spaventata: come faremo quando
nascerà Emma? Come farò e dove troverò un po’ di
pace per conoscere la mia bambina?
Credo che lui sia stanco e spaventato
dall’avvicinarsi del parto. Inoltre ha litigato con
quei pazzi dei suoi genitori e quindi immagino che
si senta solo, forse più di me. Ma, a differenza di
me, è meno capace di analizzare i propri sentimenti
e sporca tutto. Per finire, secondo me, gli manca il
suo analista e lo spazio di pensabilità connesso.
A parte la rabbia che il suo atteggiamento mi suscita, io vorrei aiutarlo ma non so come: se mi avvicino cercando di analizzare con lui ciò che prova,
nega; se lo tollero amorevolmente, lui mi sfida come a cercare il mio limite; se mi arrabbio … beh,
quello è il suo terreno di gioco, vince (o perde) lui.
72
Dentro di me, si fa sempre più forte il desiderio
di abbandonare tutto.
Ciò che mi ferma è il fatto che potrei mettere in
pericolo Emma …
Emma, intanto, piroetta dentro di me.
Non vedo l’ora di conoscerla!
Spero di riuscire a sopportare i dolori del parto.
Vorrei tagliare i ponti con il mondo; rimanere io,
Emma e Pepè.
Io amo Giorgio e vorrei che anche lui salisse
sulla mia nave, ma quando mi attacca solo per il
piacere di farmi male, mi sento tanto lontana da lui.
La gente si stanca di me.
Le persone a me care, alla fine, mi abbandonano:
per prima mia madre e per ultimo Giorgio. Ad un
certo punto, senza preavviso, mi lasciano cadere.
Piove, piove, piove, piove, piove.
73
13.01.09 ore 12.30
Sono un po’ preoccupata: è da qualche giorno
che mi sento particolarmente stanca; ho un malessere tipo mestruazioni, il viso leggermente gonfio.
Ho paura che stia arrivando il momento del parto!
Sono alla 34° settimana …
Ho organizzato il trasferimento all’ospedale, ma
non ho ancora tutto a posto: mancano il lettino, i
paracolpi, le camicie da notte, le mutande di carta e
le ciabatte.
Quasi quasi più tardi vado con Giorgio a comprare almeno ciò che occorre per la mia valigia.
Spero solo sia un momento di malessere passeggero …
Dai Emma, rimani ancora un po’ dentro la
mamma!
74
14.01.09 ore 17.00
Ho letto su internet che tutti i sintomi che ho, ma
proprio tutti, sono normali per la 34° settimana: il
corpo si sta preparando lentamente ma inesorabilmente al grande evento: il parto della mia Emma!
Non ci crederai ma oggi al telefono, ancora una
volta, Lidia è rimasta perplessa rispetto al mio bisogno di rimanere da sola con Emma la notte … ma
non lo avevo già detto?
È caduta come dal pero!
Perché non mi ascoltano?
Perché non mi vedono?
Quasi sperano che mi riprenda dal parto lentamente e con difficoltà, in modo da dimostrarmi che
è meglio che loro dormano a casa mia.
È tanto sbagliato volere rimanere la notte solamente con Giorgio ed Emma, dopo un giorno di visite e di contatti relazionali? È una sopravvalutazione delle mie forze? È una mancanza di rispetto?
Per chi?
Ufffaaa!
75
19.01.09 ore 22.20
Sono stata abbandonata da tutti!
Prima la mia analista che pur essendo dolce mi è
sembrata distaccata, lontana, come se sentisse la
necessità di ristabilire il setting. Alla mia richiesta
di un altro appuntamento mi ha risposto che forse
non ci sarebbe stato il tempo di organizzarlo visto
che già fra quindici giorni Emma potrebbe nascere.
Dopo il ginecologo che mi ha comunicato che
questo sarebbe stato il nostro ultimo incontro prima
della nascita. Gentile ma sbrigativo.
Io come faccio ora?
Proprio ora che sono così spaventata!
Proprio ora che arriva mia madre!
Tutto sarà occupato, occluso, violato!
Non sono pronta!
Emma dentro di me si muove. Pesa kg.2.361!
Sta crescendo e presto sarà fra le mie braccia: non
vedo l’ora!
Mi atterrisce solo non avere più il controllo dei
miei spazi.
Ci sarà sempre mia madre … io ho bisogno di
solitudine, di stare con la mia Pepè e con Giorgio.
Ho bisogno di pensare alla mia Emma senza essere
disturbata. Mia madre, invece, con la sua presente
assenza occluderà ogni mio spazio, fisico e mentale.
Mi sento invasa!
Chissà quando nascerà la mia piccola Emma?
Spero sia sana.
Spero di essere in grado di portare avanti il parto
naturale … non ho potuto seguire nessun corso di
preparazione al parto!
Calma, calma, calma!
76
Devo pensare ad Emma ed al suo bene.
Niente panico.
È meglio andare a letto.
È stata una giornata faticosa.
Buona notte, mia piccolina.
77
21.01.09 ore 7.30
Giorgio è appena andato a lavorare.
Io mi rimetto un po’ a letto; magari con Pepè: ho
bisogni di caldo!
Sono gli ultimi giorni di solitudine.
Da venerdì la mia vita verrà invasa, ogni mio
spazio occupato, ogni mia parola pesata.
Vorrei tanto che la mamma ritardasse il suo arrivo, ma è solo un sogno.
Comunque oggi sono un po’ più calma.
Le mie angosce persecutorie si sono attenuate.
Sto cercando di rassegnarmi.
Chissà come sarà quando avrò tra le braccia
Emma?
Non vedo l’ora che nasca e che trascorra velocemente il periodo in cui tutti mi staranno addosso.
Poi io, Giorgio, Emma e Pepè riprenderemo, anzi
inizieremo, una nuova vita.
Vorrei comprare un regalo a Giorgio. È tanto
tempo che non gli faccio una sorpresa. Lui, invece,
ha sempre un pensiero carino per me.
Sì, a volte mi fa veramente arrabbiare, ma gli
sono grata per le attenzioni e le cure che mi ha dato
in questi mesi. Sapere di averlo accanto è una sicurezza, un sostegno per me.
Ti amo amore mio!
Sono certa che sarai un bravissimo papà. Emma
ti adorerà!
Non vedo l’ora di vederlo mentre coccola fra le
braccia Emma … non mi sembra vero che io e lui
stiamo diventando genitori.
Dobbiamo ancora sistemare l’occorrente per
l’arrivo di Emma. Attendo il lettino ed il trio; dob78
biamo comprare materassino e paracolpi; manca
ancora il fasciatoio …
Help!
Comunque credo che entro dieci giorni dovrebbe
essere tutto pronto.
Chissà quando partorirò?
Il 9 febbraio è prevista luna piena … chissà!
Intanto devo sistemare un sacco di cose …
Buona giornata, mia piccolina!
79
23.01.09 ore 23.40
Eccomi alla flebile luce di una candela.
Oggi è arrivata mia madre.
Mi ha portato una sacco di cose buone da mangiare e tanti vestitini per Emma.
Mi sento in colpa nel ricevere.
Dovrei essere a letto contenta, soddisfatta per
l’accudimento che mi viene profuso ed invece mi
sento inquieta e di conseguenza in colpa!
Ed Emma?
Boh! Oggi non l’ho sentita tanto … Credo avverta il mio disagio e si sia rintanata.
Ma io ti amo, piccolina mia. Io ti aspetto con
impazienza.
Devo stare calma.
Ma perché mi sento a disagio, in colpa, sbagliata, inadeguata con la mia famiglia d’origine?
Non è normale che una madre si prenda cura
della propria figlia?
Io non farò la stessa cosa con Emma? Certo che
sì e non mi sembrerà di fare qualcosa di straordinario, ma qualcosa di naturale.
Devo imparare a lasciarmi andare se voglio insegnarlo a mia figlia.
Non sono un peso per mia madre come Emma
non lo sarà per me.
È così difficile questo periodo della mia vita!
Mi sento sbandata, in preda ad una tormenta di
emozioni di colore diverso.
Madre, madre, madre.
Cosa significa?
Perché mi sento così a disagio nella condizione
di figlia?
80
Mia madre è nell’altra stanza a pochi passi da
me. Potrei andare da lei e lasciarmi abbracciare ma
un tale pensiero mi sembra … orribile!
Perché?
Perché sono diventata così?
Ti voglio bene, mia piccola Emma.
Sogni d’oro.
81
27.01.09 ore 6.45
Sono ormai alla 37°+ 5!
Mi chiedo continuamente quando nascerà.
Da un lato vorrei che accadesse immediatamente, dall’altro ne ho una paura enorme.
Sono lenta, sempre stanca e soprattutto vorrei ritrovare la mia indipendenza.
Oggi sono ancora riuscita a tagliarmi le unghie
dei piedi, ma allacciare le scarpe è un’impresa titanica!
Sono proprio curiosa di vedere come è Emma: la
sua fisionomia, il suo carattere …
Certo cambierà tutto e questo mi spaventa.
Oggi Giorgio ha montato il fasciatoio, ieri culla
e trio.
Dai, siamo in dirittura d’arrivo!
Ieri ho letto su internet delle cose terrificanti che
mi hanno fatto piangere: in un forum alcune donne
condividevano il dolore per la perdita dei loro
bambini alla 38°-39°settimana di gravidanza … mi
sono così spaventata! Però, proprio mentre piangevo Emma mi ha dato due calci come a dirmi: «Io ci
sono! Che hai?»
L’ho accarezzata e stretta forte a me.
82
01.02.09 ore 5.00
I dolori si intensificano giorno dopo giorno.
Non riesco a decodificarli e questo mi spaventa.
La notte, distesa, l’ascolto, mi ascolto: manine e
piedini di Emma; malessere al basso ventre tipo dolore mestruale; i reni mi fanno male; la parte superiore della pancia si indurisce … starà arrivando il
momento?
Vorrei che i segnali fossero più chiari.
Forse passerà ancora qualche notte ed a fine settimana Emma nascerà.
Emma, io ti aspetto.
Certo io sono spaventata, ma chissà quanto lo
deve essere lei, povera cucciola! Per Emma è davvero tutto nuovo, perfino respirare!
Ma tesoro mio, ci saremo io e papà a proteggerti!
83
02.02.09 ore 7.05
Ogni notte i dolori diventano più intensi!
Ieri sera controllo all’ospedale: il travaglio non è
iniziato, ma le contrazioni preparatorie sì.
Emma sta viaggiando per venire al mondo.
Dai Emma, vieni fuori!
84
05.02.09 ore12.55
Travaglio iniziato!
2 cm!
Sono in ospedale.
Mi sembra tutto così strano … non posso credere che stasera o al massimo domani mattina Emma
sarà fra le mie braccia.
Ho una paura!
Le contrazioni sono veramente dolorose …
85
Epilogo
Il 5 febbraio 2009 alle 22.50 è nata Emma.
Peso alla nascita kg 2.900.
Altezza cm 50.
Ha gli occhi e le manine della sua mamma, il
viso ed i capelli del suo papà.
La sua mamma sta bene …
86
87
INDICE
9
10
12
15
16
18
20
21
22
23
25
28
30
32
35
38
41
42
43
46
47
48
49
50
52
56
60
61
62
Prologo
12.08.08 ore 2.15
13.08.08 ore 23.30
16.08.08 ore 22.00
19.08.08 ore 11.30
26.08.08 ore 5.10
16.09.08 ore 18.00
20.09.08 ore 1.10
29.09.08 ore 11.00
02.10.08 ore 24.00
05.10.08 ore 3.00
07.10.08 ore 22.36
09.10.08 ore 21.40
12.10.08 ore 5.30
24.10.08 ore 5.00
25.10.08 ore 4.00
28.10.08 ore 7.05
29.10.08 ore 19.45
31.10.08 ore 4.30
08.11.08 ore 2.00
09.11.08 ore 17.40
12.11.08 ore 3.45
15.11.08 ore 3.27
21.11.08 ore 4.30
27.11.08 ore 4.30
02.12.08 ore 4.30
06.12.08 ore 11.20
11.12.08 ore 17.20
15.12.08 ore 7.30
63
64
65
66
67
68
69
70
72
74
75
76
78
80
82
83
84
85
86
16.12.08 ore 12.51
20.12.08 ore 5.20
25.12.08 ore 18.30
27.12.08 ore 12.50
28.12.08 ore 19.00
03.01.09 ore 23.30
05.01.09 ore 4.20
06.01.09 ore 24.35
09.01.09 ore 23.45
13.01.09 ore 12.30
14.01.09 ore 17.00
19.01.09 ore 22.20
21.01.09 ore 7.30
23.01.09 ore 23.40
27.01.09 ore 6.45
01.02.09 ore 5.00
02.02.09 ore 7.05
05.02.09 ore12.55
Epilogo
Prima Edizione
Novembre 2013