Il jazz di Raffaele Genovese è fusione tra sax e contrabbasso

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Il jazz di Raffaele Genovese è fusione tra sax e contrabbasso
VI
SPETTACOLO
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4 NOVEMBRE 2016
Il terzo lavoro dell'artista, dopo Freeway e Anamnesi, è un album autobiografico ed è disponibile in cd e digital download
Il jazz di Raffaele Genovese è
fusione tra sax e contrabbasso
H
«
o deciso di intitolare questo disco “Musaico” per
due motivi: da un lato
perché ogni composizione, come fosse una tessera, descrive una parte della mia personalità e della mia vita, dall’altra per
l’utilizzo che fa di questo termine
Dante nel Convivio. Sono fortemente
convinto che la musica e la poesia siano
strettamente legate».
Con queste parole il pianista Raffaele
Genovese presenta il suo terzo album,
Musaico (AlfaMusic, distr. Egea), disponibile dal 21 ottobre in cd e digital
download.
«Musaico - spiega il critico Flavio
Caprera - è il disco della maturità, un
lavoro autobiografico che riflette a
pieno la personalità di un musicista colto e sicuro delle proprie capacità». Terzo
lavoro nella discografia dell’artista
(dopo “Freeway” del 2011 e “Anamnesi” del 2013, sempre editi da AlfaMusic), il disco è stato realizzato assieme
al suo trio (Carmelo Venuto al contrabbasso ed Emanuele Primavera alla batteria) e vede la partecipazione di un
ospite d’eccezione: il sassofonista olandese Ben Van Gelder.
A ispirare i nuovi brani sono soprattutto i ricordi di Genovese: da quelli più
recenti, come “Settembre” - dedicata a
suo figlio - a quelli più remoti come
“Via D’Amelio”, una struggente ballata
Raffaele Genovese Trio + Ben Van
Gelder (foto Giorgio Romeo)
Catania - Domenica 6 novembre,
alle ore 21.00, nella cornice del
SAL, Spazio Avanzamento Lavori,
l’Orchestra HJO Jazz Orchestra diretta dal M° Sebastiano Benvenuto
Ramaci con la direzione artistica di
Liliana Nigro e il sostegno dei mediapartner Accademia Musicale Naima, il pastificio Rummo e l’azienda
Mutti, sarà ospite della serata conclu-
pensata come un omaggio a Paolo
Borsellino e a tutti coloro che hanno
combattuto e combattono la mafia
ogni giorno. Non manca poi un toccante
omaggio a una Sicilia preziosa e antica:
il brano dedicato al siracusano Ibn
Hadmis, massimo esponente della poesia araba di Sicilia vissuto a cavallo tra
l’XI e il XII secolo.
«Genovese - spiega ancora Caprera
- riesce a bilanciare le pulsioni melodiche, solari e fisiche del suo essere isolano, con un jazz di natura occidentale
e afroamericana, dove l’essenzialità dell’assunto, la rarefazione del suono e il
dosaggio ritmico sono le peculiarità
Raffaele Genovese (foto Paolo Galletta)
Raffaele Genovese Trio + Ben Van Gelder (foto Giorgio Romeo)
strutturali».
Determinante in questo sottile e affascinante equilibrio l’incontro col respiro nordeuropeo di Van Gelder.
«Sono davvero felice - spiega quest’ultimo - che Raffaele mi abbia invitato a
prendere parte al suo progetto. La Sicilia mi ha accolto in maniera strepitosa
e il mood che si è creato è stato
davvero speciale». Del resto l’universo
musicale del trio di Genovese - una formazione in qualche modo emblema di
una Sicilia capofila tra le regioni
italiane per quanto riguarda la presenza
di giovani talent - ben si confà a quello
del sassofonista olandese, il quale ha
fatto del suo sound lirico e vellutato un
vero e proprio tratto distintivo, che lo
rende riconoscibile dopo pochissime
note.
Sul palco del Teatro Viagrande Studios lo spettacolo di Monica Felloni celebra la diversità che è solo un guscio da penetrare e invadere, senza violenza
“Invasioni”, NeonTeatro e Sabbagh trasformano la diversità in normalità
Si chiama “Invasioni”. È lo spettacolo che
andrà in scena a novembre al Teatro Viagrande
Studios e al quale partecipa il fotografo italo-palestinese Mustafa Sabbagh in un progetto
ideato da NeonTreatro.
Quei corpi donati dalla Vita. Aggrappati ad
una fune come un neonato al cordone. Non
importa la forma, è il cuore che deve battere,
che vuole battere. Ed il cuore batte forte, fortissimo fin dalla prima, suggestiva scena
della nuova opera firmata da Monica Felloni
per NeonTeatro. Ed è un cuore che batte forte,
fortissimo quello tatuato sull'avambraccio di
Mustafa Sabbagh, trafitto da un’ancora che
non lo uccide, ma lo anima, irradia gocce di
sangue come luce, come semi sparsi. L'avambraccio che gli permette di reggere il suo pennello, il suo scalpello,
la sua lanterna sulla
società, quella macchina fotografica che
lo ha reso uno dei
100 fotografi più influenti al mondo e
uno dei 40 ritrattisti di
nudo (unico fra gli
italiani) più rilevanti
su scala internazionale.
Neon e Sabbagh in-
Invasioni (foto Jessica Hauf)
sieme per una produzione dal fortissimo impatto artistico ed emotivo e per fare della diversità la normalità.
Il Teatro serve a mostrare ciò che fino a quel
momento è invisibile. “L'aratro dei sogni fa
solchi profondi”, dice
la voce narrante in
uno dei passaggi dell'opera. Così Monica
Felloni mette in azione una libertà espressiva attoriale che si
intreccia come l’ordito di un tappeto prezioso. La regista dipinge con tratto preciso, riduce l’azione
scenica fino alla for-
ma perfetta, ispira, incanta, emoziona per comunicare la propria visione della vita che si
alimenta e si combina con quella degli interpreti come un unico respiro creativo. Tutto
condensato. La quotidianità sintetizzata,
quella fatta di stupore, commozione, gioia, riflessione, turbamento, riso, speranza, forza,
consapevolezza, semplicità. La semplicità di
essere, di esserci, puntando sempre al “miglioramento”, perché “miglioramento è una delle
parole della Terra”.
Corpi amalgamati, corpi che danzano,
corpi che cantano, corpi che recitano, corpi
che si muovono. Corpi che invadono lo
spazio, che invadono quel che vede l'occhio,
quel che vede la mente; corpi che si invadono,
che entrano in contatto, che abbracciano, che
sono di vita elogio, trionfo. La diversità è un
guscio. Guscio estetico, guscio fisico, guscio
anagrafico, guscio cromatico. Un guscio da
penetrare, da invadere, senza violenza. È dentro il guscio che si dipana l'universo di emozioni, di visioni, di relazioni.
Così la carrozzella è un prolungamento, non
una barriera; così devi ascoltare la voce di chi
non può correre, perché corrono le sue note;
così l'umanità si manifesta nell'essenza del suo
splendore, mentre le foto di Sabbagh affermano, condividono, denunciano. Il corpo come
soggetto di bellezza, nella forma che ha.
“Abbiamo voluto dedicare le visioni di Invasioni – spiega Piero Ristagno, direttore artistico di Neon – a Sabbagh con il quale ci siamo ritrovati in perfetta sintonia. La nostra invasione è comunicazione; lo spettacolo è strutturato come una composizione letteraria in cinque capitoli. Ogni attore a modo suo esprimerà
l'universo che ognuno racchiude, che ognuno
di noi racchiude, coinvolgendo anche il pubblico. Nulla sarà distante. Nulla sarà lontano.
Invadiamoci. Invadeteci”.
L’HJO Jazz Orchestra ospite del Sicily Swing Festival
città in quanto capace di fondere musica e danza jazz in un contesto culturalmente vintage in cui i diciotto
elementi tra fiati e ritmica della big
band siciliana ripercorreranno la
magica atmosfera di un’epoca diventata patrimonio culturale del jazz in-
siva della prima edizione del Sicily
Swing Fest, prodotto da Enzo Mercuri, personaggio noto nella Catania
che balla, e diretto artisticamente da
Vincenzo Fesi, ballerino e coreografo
di fama internazionale.
Un evento unico per la nostra
All'Ambasciatori va in scena la compagnia Buio in sala con la regia di Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi
Gl’Innamorati di Goldoni
catapultati nei favolosi ’60
Catania - Venerdì 4 novembre,
ore 21.00, sul palco del Teatro Ambasciatori la Compagnia “Buio in
Sala” rappresenterà la commedia
“Gl’Innamorati”, caposaldo della
drammaturgia di Carlo Goldoni, diretta da Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi.
L’intera storia, fedele al volere dell’autore, interpretata dagli attori
Irene Tetto, Massimo Giustolisi,
Nadia Trovato, Roberta Andronico,
Silvana D'Anca, Luigi Nicotra, GIovanna Sesto, Daniele Virzì e con la
partecipazione in video di Diletta
Borrello, Alice Caccamo, Altea Cardia, Alberto Crisafulli,
Federica Fischetti, Ruggero Giannella, Antonio Nicotra, Simone Santagati, sarà catapultata nel magico la commedia dell’arte con i suoi vamondo degli anni Sessanta dove si lori e personaggi adattati alla cultura
assisterà a un abile travestimento del- pop tipica del periodo.
L’adattamento del testo permette
di giocare tra invenzioni divertenti
e grottesche con citazioni di film e
sceneggiati dell’epoca ma anche
con la musica beat di Rita Pavone,
Little Tony e Gianni Morandi degli
esordi senza dimenticare le iniziali
ed importanti lotte dell’emancipazione femminile e della rivoluzione sessuale iniziata dall’abbigliamento
con l’avvento della minigonna, pronte a delineare la nuova figura femminile come accade nella protagonista Eugenia, interpretata da Irene Tetto, fino ad abbandonare gradualmente l’etichetta formale rappresentata
dalla pudica Flaminia, Roberta Andronico. Un testo adattato per far divertire il pubblico con la capacità di
premiare i valori umani sottolineando la stupida mentalità degli aristocratici e degli arricchiti.
terpretando i brani di Glenn Miller,
Duke Ellington, Luois Prima e dei
più grandi artisti degli anni trenta e
quaranta per oltre due ore di musica.
Un appuntamento speciale in cui
si ballerà e si suonerà a colpi di swing
che anche stavolta riuscirà ad infiammare e coinvolgere i presenti al
suono di “Chattanooga Choo Choo”
o “Sing Sing Sing”.
“Aria di Scirocco”, denuncia sociale a colpi di reggae
Gli Original Sicilian Style nascono nel 2011 e hanno al loro attivo
il successo di “Akkiana” con un tour nazioale ricco di soddisfazioni
Catania - Dopo il successo del fortunato singolo “Akkiana”, un tour nazionale
ricco di soddisfazioni con un considerevole
ed attivo gruppo di sostenitori sparso in
giro per l’Italia gli “Original Sicilian
Style”, band reggae catanese dal sapore
giamaicano, ritorna in pista con il nuovo
brano “Aria di scirocco”, edizioni Altipiani, in rotazione radiofonica dal 24 ottobre.
Ritmo e denuncia sociale si fondono tra
siciliano, italiano ed inglese per raccontare
attraverso la voce e le note di Vito, La Rizzo, Lorca Assassina, Maestro Garofalo,
Salvo Privitera, Roberto Fiore, Turi Di Natale ed Enrico Caruso tutto il marcio che
c’è in Sicilia.
“Na me terra ana pigghiatu, perennementi ana pigghiatu- recita il testo scritto
e musicato da Enrico Pellegrino, Alessandra Rizzo e Alessandro Garofalo - e nenti
mai anu tunnatu de milli ricchizzi nana
sempre cunsumatu usatu trascuratu e poi
nana salutatu”. (Questa la traduzione let-
terale: Nella mia terra hanno preso, perennemente hanno rubato e niente hanno mai
ritornato dalle mille ricchezze ci hanno
sempre sfruttato, usato, trascurato e poi
c’hanno salutato).
Una melodia orecchiabile dal sound
coinvolgente che punta il dito contro lo
sfruttamento della nostra terra invasa e depredata dalla propria dignità e soffocata
da un’aria di scirocco opprimente come
coloro che hanno promesso strade e ponti
mai costruiti.
“Nella nostra musica - spiega Lorca Assassina - sin dal 2011 anno della nascita
degli Original Sicilian Style abbiamo
parlato dei problemi sociali che affliggono
la nostra realtà come nel brano “Mitra e
pallottole” vincitore del festival contro le
mafie ed anche stavolta con “Aria di Scirocco” puntiamo l’attenzione sui numerosi
danni provocati dalla mala politica con i
suoi impianti petrolchimici o le milioni di
promesse fatte durante le elezioni e mai
mantenute solo per ottenere la poltrona”.