giovani e gioco d`azzardo

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giovani e gioco d`azzardo
Articolo pubblicato sul periodico “Dal fare al dire”
n. 1 (2011), pp. 54-62
GIOVANI E GIOCO D’AZZARDO: INDAGINE ESPLORATIVA
SULLA CONOSCENZA E SULLE ABITUDINI DI GIOCO
DEGLI STUDENTI BIELLESI
LOREDANA ACQUADRO*
PAOLO MIOLA*
ADRIANO GIACOMIN**
Psicologa Psicoterapeuta
Educatore Professionale
Medico
* Ser.T. Distretto 2 – A.S.L. BI, Biella
** S.O.S. Epidemiologia, S.O.C. Programmazione e controllo – A.S.L. BI, Biella
Abstract:
Preliminarmente ad un intervento nelle scuole superiori in materia di “nuove dipendenze”, è stato
proposto un questionario sulle abitudini di gioco distribuito e raccolto dai docenti, per meglio definire il
contesto studentesco nel biellese ed orientare l’attività futura. I questionari raccolti (n.365) sono stati
analizzati mediante confronti semplici tra sessi, per fasce di età e tra tipi di scuola (professionali triennali e
altre), dimostrando l’esistenza di differenze meritevoli di approfondimento. La discussione affronta anche
alcune criticità e i possibili miglioramenti anche per l’ipotesi di estensione degli studi su base locale.
INTRODUZIONE
Lo studio esplorativo che presentiamo intende sondare la conoscenza e le abitudini di gioco dei giovani
studenti biellesi.
La dipendenza da gioco d’azzardo sul territorio biellese non sembra destare eccessiva preoccupazione;
Biella infatti si colloca all’ultimo posto tra le Province piemontesi come entità del fenomeno, ma questo non
esclude la presenza di fenomeni “sommersi”.
L’intensa campagna di sensibilizzazione della Regione Piemonte caratterizzata da varie iniziative, quali il
Gap Tour dello scorso autunno, l’istituzione di un numero verde regionale, gli articoli comparsi sui giornali, i
programmi televisivi, hanno contribuito ad aumentare le richieste di presa in carico presso il SERT. Inoltre ha
portato a prese di posizione dei Comuni intese all’impedire l’apertura di nuove sale giochi e ad autonome
iniziative da parte del mondo della scuola.
In particolare, nel Marzo 2010 è stato organizzato un convegno sulle “Nuove Dipendenze” che ha
coinvolto gli studenti e gli insegnanti di molti Istituti Superiori sia Professionali che Licei, ed in cui si è trattato
di dipendenza da internet, dipendenza da Gioco d’Azzardo, e dipendenza da Alcool intesa come nuova
modalità di assunzione da parte dei giovani (fenomeno del binge drinking).
Per stimolare l’interesse e la partecipazione degli studenti e per raccogliere informazioni utili per la
strutturazione di futuri interventi preventivi nelle scuole, alcuni giorni prima dell’evento era stato distribuito
loro un questionario sulla conoscenza e sulle abitudini riguardanti il Gioco d’Azzardo Sono stati raccolti 365
questionari e, sebbene il campione non possa essere considerato rappresentativo, si è deciso ugualmente di
fare uno studio esplorativo sul gioco d’azzardo i cui risultati vengono illustrati nel presente articolo.
MATERIALI E METODI
Il questionario, predisposto da operatori del SERT con esperienza nel campo del Gioco d’Azzardo è da 9
domande, di cui 7 a scelta unica che indagavano le abitudini di gioco in famiglia, la definizione del gioco
d’Azzardo, la percezione del rischio di sviluppare una dipendenza, la percezione dell’immagine del
giocatore, i giochi praticati e la spesa dedicata al gioco nell’ultimo mese; 2 domande a scelta multipla erano
relative ai giochi praticati in famiglia ed alle proprie abitudini di gioco. In particolare per la stesura di 3 items
relativi alle esperienze ed eventuali abitudini di gioco dei ragazzi si è preso spunto dai dati ESPAD del 20072008 in modo da poter effettuare una comparazione.
I questionari sono stati distribuiti in classe, nelle classi e scuole che hanno aderito al progetto;
distribuzione e raccolta sono stati effettuati dai docenti, precedentemente formati per una corretta
presentazione del questionario e per eventuali necessità di chiarimento sulle domande. I tempi limitati a
disposizione prima dell’evento hanno infatti impedito la somministrazione diretta del questionario da parte
del personale SERT.
Le risposte ai 365 questionari raccolti sono state caricate su un dataset predisposto dalla Struttura di
Epidemiologia, coinvolta a valle della raccolta, da 2 operatori addestrati.
L’analisi è stata condotta stratificando per sesso, su 3 fasce di età (14-15, 16-17, 18-19 anni) e per tipo di
scuola, su 2 categorie, di cui una comprendente le sole scuole professionali di durata triennale (“prof”), l’altra
le scuole con ciclo di studi quinquennale (“altre”); l’ipotesi alla base di tale categorizzazione era un diverso
profilo psicologico connesso alla minore attitudine allo studio, ed un possibile diverso profilo famigliare.
La limitazione nel numero di categorie è dovuta al limitato apporto da parte di alcune scuole.
Nonostante ciò, gli strati del campione non sono numericamente omogenei: a causa della netta
prevalenza delle scuole professionali, la componente femminile e quella di età 18-19 anni sono poco
rappresentate. (tavola 1). C’è quindi una differenza significativa nella composizione per classi di età tra i due
tipi di scuole, mentre tra sessi la differenza è significativa solo nel gruppo di 18 anni.
distribuzione per macrocategorie (n)
250
200
15 0
10 0
50
0
M
Sesso
F
prof
Tipo scuola
altre
14
16
18
Età
Le analisi sono state condotte per confronti semplici all’interno delle 3 categorie. Nel presente articolo
sono presentati i risultati relativi al Gioco d’azzardo.
RISULTATI
Gli item 1 (Nella tua famiglia c’è qualcuno che gioca?) e 2 (Se hai risposto sì alla domanda precedente,
indica a quale gioco) si riferiscono alle abitudini di gioco in famiglia.
Il primo item è condizionato da 2 risposte ambigue (“occasionalmente” vs “raramente o mai”) e c’è una
differenza significativa per il tipo di scuola rispetto al gioco abituale in famiglia. Circa il 75% dei familiari gioca
raramente o mai e circa il 10% gioca abitualmente con una significativa prevalenza di gioco al lotto ed al
totocalcio (56%) e al gratta e vinci (55%).
Dai confronti nel secondo item, emergono alcune differenze significative per il sesso (femmine inferiori ai
maschi per pocker, scommesse e lotto), per tipo di scuola (le scuole professionali sono superiori per internet
e cellulare, inferiori per pocker) e per età ( più basse a 14 anni per il pocker, più alte a 18 anni per pocker e
scommesse)
Oltre il 40% non ha risposto al secondo item, mentre nel primo la proporzione di non risposte è
trascurabile. La non risposta è significativamente maggiore nelle femmine e nelle scuole non professionali.
Gioco in famiglia - risposte multiple (%)
Gioco in famiglia %
0
0
20
40
60
80
10
20
30
40
50
60
100
su in tern et
M
p oker on lin e
F
su telef on in o
PROF
occasionalmente
abitualmente
ALTRE
scom m esse sp ortive
casin o/b in g o
raramente o mai
non risposto
14
slot m ach in e
g ratta e vin ci
16
lotto, totocalcio
18
n on risp osto
Gli item 3 (Per te giocare d’azzardo consiste nel giocare a) e 4 (Per te nel gioco d’azzardo conta)
valutano la corretta percezione del gioco d’azzardo.
Il 68% dei soggetti fornisce una corretta definizione di gioco d’azzardo, ed il 31% si divide tra coloro che
erroneamente definiscono il gioco d’azzardo come un’azione che consiste nel giocare a giochi illegali (16%)
e come un “giocare a giochi legali” ( 15%). E’ interessante osservare come le differenze tra sessi per i giochi
in denaro stiano nello scambio con i giochi legali (20% nei maschi vs 9% nelle femmine) mentre nel
confronto tra scuole lo scambio avviene con i giochi illegali (22% nelle altre scuole vs 13% delle
professionali); poiché nel confronto per età non vi sono differenze particolari, si può dedurre che la
valutazione dei maschi delle scuole professionali sia diversa da quella dei maschi delle altre scuole, ma il
confronto non è statisticamente significativo.
Il 61% dei ragazzi ritiene che sia la fortuna che l’abilità siano determinanti nel gioco, addirittura l’8%
ritiene l’abilità la componente principale. La percezione che la fortuna abbia un peso maggiore rispetto
all’abilità è minore nei maschi e nelle scuole professionali in maniera statisticamente significativa .
Definizione del gioco d'azzardo (%)
Componenti del gioco d'azzardo (%)
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
0
10
20
30
40
50
60
70
M
M
F
PROF
ALT RE
14
16
18
F
giochi illegali
giochi legali
denaro in tutti i giochi
non risposto
P ROF
ALT RE
14
fortuna
abilità
entrambe
16
18
L’item n. 5 (Il rischio di diventare dipendenti da gioco d’azzardo si corre di più se si gioca a) indaga le
percezioni circa il rischio di diventare dipendenti dal gioco d’azzardo.
Anche in questo caso circa il 69% dei soggetti risponde correttamente; mentre il restante 31% si
suddivide tra coloro che percepiscono il rischio solo nel gioco illegale (21%), tra coloro che invece lo
percepiscono solo nel gioco legale (9%) e tra quelli che non hanno fornito risposta (1%). Non ci sono
differenze tra sessi, mentre ci sono in maniera statisticamente significativa tra tipi di scuole, più risposte
corrette nelle scuole non professionali, mentre nelle scuole professionali c’è un eccesso di risposta sui giochi
legali e per età, più risposte corrette nella fascia 18 anni.
Probabilità di rischio di dipendenza da gioco d'azzardo (%)
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
M
F
giochi illegali
P ROF
giochi legale
ALT RE
egual misura
14
non risposto
16
18
L’item n. 6 (Il giocatore è una persona che conduce una vita) è stato inserito allo scopo di verificare se la
massiccia pubblicità che si sta facendo sul gioco ha prodotto nei ragazzi un’immagine sociale del giocatore
più positiva di quella che tradizionalmente viene attribuita a chi si dedica all’azzardo.
Dai dati riscontrati, non sembra che per ora la pubblicità abbia modificato l’immagine del giocatore tant’è
che solo il 6% indica una vita di successo. Il 66% degli intervistati ritiene che il giocatore conduca una vita
problematica, il 26% è convinto che quella del giocatore sia una vita dissoluta.
La percezione negativa è tuttavia più orientata alla vita dissoluta nelle età inferiori, nei maschi e nelle
scuole professionali, sempre con differenze statisticamente significative.
Come è percepita la vita di un giocatore d'azzardo (%)
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
M
F
P RO F
ALT RE
14
Vita di successo
Vita dissoluta
Vita con problemi
Non risposto
16
18
I restanti 3 items (A te è capitato di giocare, A quale gioco giochi, Quanto hai speso nell’ultimo mese)
sondano le esperienze ed eventuali abitudini di gioco dei ragazzi.
Il 54% degli intervistati risponde di aver giocato occasionalmente, almeno una volta nella vita, mentre
l’11% afferma di giocare abitualmente ed il 35% di non aver mai giocato. A giocare sono di più i maschi
rispetto alle femmine: il 61% dei maschi contro il 42 % delle femmine ha giocato occasionalmente; il 13% dei
maschi contro l’8% gioca abitualmente, il 26% contro il 49% non ha mai giocato (differenza statisticamente
significativa).
Considerando la tipologia di gioco praticato, risulta che il gratta e vinci sia nettamente prevalente (oltre il
55%), mentre slot machine, pocker online e casinò/bingo rimangono intorno al 10%.
Ci sono differenze statisticamente significative tra i sessi (le donne giocano più con internet e cellulare, e
meno con gli altri giochi ad eccezione del casinò/bingo), tra scuole (eccesso per il pocker nelle scuole non
professionali; sembra anche rilevarsi una maggiore attitudine al gratta e vinci ed al totocalcio nelle scuole
professionali, ma il dato non è significativo ) e tra età (la fascia di 18 anni vedono un calo del gioco su
internet, ed un eccesso per pocker e scommesse sportive).
Anche in questo caso quasi il 30% non ha dato risposte (la non risposta è significativamente maggiore
nelle femmine), mentre l’assenza di risposta sul primo item è stata marginale.
Risposte sull'aver giocato (%)
0
10
20
30
40
50
Giochi praticati (risposte multiple) %
60
70
0
M
su internet
F
poker on line
10
20
30
40
50
60
su telefonino
P ROF
occasionalmente
scommesse sportive
abitualmente
ALT RE
casino/bingo
slot machine
mai
14
gratta e vinci
non risposto
16
lotto, totocalcio
non risposto
18
A che gioco si gioca per età (%)
A che gioco si gioca per sesso (%)
0
0
10
20
30
40
50
5
10
15
20
25
30
35
60
su in tern et
su internet
p oker on lin e
po ker o n line
su telef on in o
su telefo nino
scom m esse sp ortive
sco mmesse spo rtive
casino / bingo
slo t machine
M
casin o/b in g o
F
slot m ach in e
gratta e vinci
g ratta e vin ci
lo tto , to to calcio
lotto, totocalcio
no n rispo sto
n on risp osto
14
16
18
A che gioco si gioca per tipo di scuola (%)
0
5
10
15
20
25
30
35
su inte rne t
poke r on line
su te le fonino
sc omme sse sportive
c a sino/ bingo
PROF
ALTRE
slot ma c hine
gra tta e vinc i
lotto, totoc a lc io
non risposto
L’ultimo item del questionario riguarda la spesa per il gioco effettuata dai ragazzi nel corso dell’ultimo
mese. Si noti che i maschi spendono di più delle femmine , con una differenza massima del 7% nella fascia
da 10 a 50 euro, statisticamente significativa. C’è una maggiore spesa, statisticamente significativa, nelle
scuole non professionali per le fasce di spesa inferiore a 10 euro e superiore a 50 euro. Altro dato
interessante è che la spesa è inferiore in maniera significativa per la sola fascia di 14 anni: spendono dai 10
ai 50 euro il 2% dei quattordicenni, il 7,5% dei sedicenni ed il 9% dei diciottenni; anche la spesa superiore ai
50 euro rispetta questo andamento passando da circa l’1% a circa il 4%. Questi dati sono rilevanti se si
considerano come proxy del rischio reale di dipendenza patologica, tenendo conto della loro capacità di
reddito.
La proporzione di non risposte è intorno al 15% con differenze significative in eccesso nelle donne e nelle
scuole professionali.
Spesa nell'ultimo mese per classe di età (%)
Spesa nell'ultimo mese per sesso (%)
0
0
10
20
30
40
50
20
30
40
50
60
<10 €
<10 €
10-50 €
10-50 €
> 50 €
10
60
M
14
> 50 €
F
N o n rispo sto
Non risposto
N o n gio cato
Non giocato
16
18
Si nota quindi una correlazione tra l’aumento dell’età, la maggiore disponibilità economica ed il
cambiamento delle abitudini di gioco, attribuibile ad una maggiore autonomia rispetto alla gestione del
denaro senza adeguato controllo parentale.
DISCUSSIONE
I risultati che emergono dall’analisi dei dati dei 365 questionari raccolti, nonostante i limiti di numerosità e
di omogeneità tra strati, offrono l’opportunità di impostare le successive attività di prevenzione in quanto ci si
è fatti un’idea di che cosa intendono i ragazzi per gioco d’azzardo, qual è la loro percezione relativamente
all’immagine sociale del giocatore, e sulle loro abitudini di gioco. Tutto ciò rappresenta una sorta di
“situazione stimolo iniziale” da cui partire per iniziare a riflettere insieme a loro sul fenomeno ed
eventualmente impostare insieme con loro un’azione preventiva secondo il modello della peer education.
Sembra che soprattutto i più grandi (tra i quali dovrebbero essere formati i peer) siano consapevoli che
nel gioco d’azzardo la componente principale è la fortuna; che si può incorrere in una dipendenza giocando
sia a giochi legali che illegali; e che la vita di un giocatore, in genere, è una vita con dei problemi.
Tuttavia, non è da sottovalutare la percentuale di risposte “scorrette” da parte dei ragazzi, soprattutto
considerando la sempre maggiore promozione mediatica che rischia di inculcare nelle nuove generazioni
uno stereotipo positivo dei giocatori. In questo senso sono negativi sia gli spot che hanno come protagonisti
personaggi superconosciuti ed apprezzati del mondo dello sport e dello spettacolo (soggetti da imitare) sia
gli spot con giovani giocatori professionisti (soggetti “normali che sono diventati ricchi con il gioco” con cui i
giovani si possono più facilmente identificare) in quanto ambedue sono pericolosi veicoli di “modeling” per
degli adolescenti impegnati nella costruzione identitaria.
Questo lavoro potrebbe fornire un contributo per uno studio più ampio e su di un campione
maggiormente rappresentativo della popolazione studentesca piemontese per i seguenti motivi:
1) Nel 2007-2008 l’Istituto di ricerca clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (IFC-CNR)
aveva effettuato una vasta indagine su scala nazionale e regionale (dati ESPAD), limitato tuttavia alla
tipologia dei giochi e la spesa media mensile sia a livello italiano che regionale, riportando che fra gli
studenti Piemontesi il 44% degli ragazzi ed il 23% delle ragazze intervistati hanno giocato d’azzardo almeno
una volta nel corso della vita. Nel nostro campione invece risulta giocare occasionalmente una percentuale
più alta, in particolare per le ragazze. Questa differenza sembra attenuarsi se i dati vengono confrontati con i
più recenti dati ESPAD 2008-2009 dai quali risulta un incremento della percentuale di studenti che ha
dichiarato di aver giocato in denaro almeno una volta negli ultimi dodici mesi, in particolare per quanto
riguarda le ragazze. Inoltre, dal momento che la nostra ricerca è stata condotta nel 2010, la percentuale più
elevata di gioco occasionale tra i giovani tenderebbe a confermare il trend in crescita che si attesta, come ci
dicono i dati nazionali, intorno al 13% all’anno.
Non si sono rilevate differenze con i dati ESPAD riguardo ai giochi preferiti, mentre per quanto riguarda la
spesa per il gioco, i dati ESPAD riportano una spesa mensile decisamente superiore a quella riscontrata nel
nostro campione: il 28% dei maschi e il 17% delle femmine spendeva tra i 10 e i 50 euro, mentre il 7% dei
maschi e il 4% delle femmine spendeva più di 50 euro.
Nonostante il campione ESPAD fosse caratterizzato da strati ben equilibrati di sesso ed età, rispetto alle
interviste non campionarie raccolte nel presente lavoro, si è comunque ottenuta congruenza di risultati per
alcuni aspetti, e quindi le differenze rilevate sono specifiche del contesto locale.
2) I risultati depongono per l’opportunità di differenziare gli studenti in almeno 2 categorie: studenti
lavoratori o frequentanti scuole professionali brevi, studenti di altre scuole. L’appartenenza a scuole
concettualmente di tipo diverso determina differenze probabilmente dovute ad un diverso contesto culturale
e di approccio alla vita.
3) Il modello operativo di interviste distribuite e raccolte nella scuola dal personale docente si è rivelato
critico. Le differenze sostanziali tra non rispondenti a domande specifiche e non rispondenti a domande
generiche sono in parte dovute all’assenza dell’opzione di risposta “non ho giocato”, ma guardando l’item
sulla spesa si rileva che per oltre il 10% indica esplicitamente la volontà di riservatezza rispetto al docente.
4) Sembra emergere l’esigenza di interventi di prevenzione sia primaria che secondaria e soprattutto
l’esigenza di includere in tali interventi anche i famigliari, visto che le abitudini di gioco riscontrate nei ragazzi
paiono rispecchiare quelle del contesto famigliare. Sarebbe stato interessante poter confrontare i dati del
gioco in famiglia con quelli relativi ai ragazzi; ciò purtroppo non è stato possibile per via della differente
graduazione delle risposte all’item 1 e all’item 7. Infatti nell’item 1 al posto dell’opzione “mai” è stata
erroneamente inserita l’opzione “raramente o mai” nonostante fosse già presente la risposta
“occasionalmente” e quindi non ci è dato di sapere in maniera univoca quanti sono i famigliari che non
giocano “mai”, dato che invece è disponibile per gli studenti.