Modello organizzativo parte generale
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Modello organizzativo parte generale
MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE AFOL EST MILANO Rev. 1 del 16.11.2015 MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 1 MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 Sommario Sommario 1 Quadro normativo ................................................................................................................................................... 3 1.1 Le fattispecie di reato previste dal decreto 231 ..................................................................................................... 3 2 Il modello Integrato di Afol Est Milano ................................................................................................................... 5 3 La funzione del Modello Integrato di Afol Est Milano ............................................................................................. 7 4 Principi ispiratori del modello Integrato di Afol Est Milano ....................................................................................... 8 5 Aree di attività a rischio di AFOL EST MILANO ...................................................................................................... 11 5.1 5.1.1 Attività a rischio nei rapporti con la Pubblica Amministrazione .......................................................................... 11 Principi generali del sistema organizzativo di AFOL EST MILANO nelle attività a rischio ................................. 12 5.1.1.1 Il sistema organizzativo di AFOL EST MILANO .................................................................................................... 12 5.1.1.2 Il sistema di deleghe e procure .......................................................................................................................... 13 5.1.1.3 Principi generali di comportamento .................................................................................................................. 14 5.1.1.4 I protocolli di controllo ....................................................................................................................................... 14 5.1.2 6 Verifiche dell’Organismo di Vigilanza................................................................................................................ 14 Regolamento Organismo di Vigilanza .................................................................................................................. 15 6.1 Nomina dell’Organismo di Vigilanza di AFOL EST MILANO ................................................................................. 15 6.2 I requisiti base dell’Organismo di Vigilanza: ........................................................................................................ 16 6.3 Durata e composizione della Nomina dell’Organismo di Vigilanza di AFOL EST MILANO ......................... 16 6.4 Causa di decadenza dell’incarico dell’Organismo di Vigilanza: ............................................................................ 17 6.5 Funzioni e poteri dell’Organismo di Vigilanza ...................................................................................................... 17 6.6 Il piano operativo dell’Organismo di Vigilanza..................................................................................................... 19 6.6.1 Reporting nei confronti degli organi societari ................................................................................................... 20 6.6.2 Flussi informativi verso l’Organismo di Vigilanza ............................................................................................... 21 6.6.3 Raccolta e conservazione delle informazioni .................................................................................................... 22 7 Codice disciplinare sanzionatorio.......................................................................................................................... 23 7.1.3 Sanzioni per personale dipendente di AFOL EST MILANO ................................................................................. 23 7.1.4 Sanzioni per personale dirigente di AFOL EST MILANO ..................................................................................... 24 8 Piano di formazione e comunicazione ................................................................................................................. 24 8.2 Informativa ai fornitori, collaboratori ................................................................................................................. 26 MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 2 PARTE GENERALE DEL MODELLO 1 Quadro normativo Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231, recante la “Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica”, in vigore dal 4 luglio 2001, ha introdotto nell’ordinamento italiano, in conformità a quanto previsto anche in ambito europeo, un nuovo regime di responsabilità denominata “amministrativa” ma caratterizzata da profili di rilievo squisitamente penale a carico degli enti, persone giuridiche e società, derivante dalla commissione o tentata commissione di determinate fattispecie di reato nell’interesse o a vantaggio degli enti stessi. Tale responsabilità si affianca alla responsabilità penale della persona fisica che ha commesso il reato. L’introduzione di questa nuova ed autonoma fattispecie di responsabilità di tipo penalistico, consente di colpire direttamente il patrimonio degli enti che abbiano tratto un vantaggio dalla commissione di determinati reati da parte delle persone fisiche –autori materiali dell’illecito penalmente rilevante che “impersonano” la società o che operano, comunque, nell’interesse di quest’ultimo. 1.1 Le fattispecie di reato previste dal decreto 231 Le fattispecie di reato che successive integrazioni in base al Decreto Legislativo n. 231/2001 e sono suscettibili di configurare la responsabilità amministrativa della società sono soltanto quelle espressamente elencate dal legislatore ed in particolare: • reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione e, precisamente, i reati di corruzione per un atto d’ufficio (art. 318 c.p.) o per un atto contrario ai doveri di ufficio (art. 319 c.p.), corruzione in atti giudiziari (art. 319-ter c.p.), istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.), concussione (art. 317 c.p.), malversazione a danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 316-bis c.p.), indebita percezione di contributi, finanziamenti o altre erogazioni da parte dello Stato o di altro ente MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 3 pubblico o delle Comunità europee (art.316-ter c.p.), truffa in danno dello Stato o di altro ente pubblico o delle Comunità europee (art.640, comma 1, n.1, c.p.), truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.), frode informatica in danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 640-ter c.p.), di cui agli articoli 24 e 25 del Decreto Legislativo n. 231/2001; • i reati c.d. di falso nummario, quali il reato di falsità in monete, in carte di pubblico credito ed in valori di bollo (artt. 453 - 461 c.p.), di cui all’art. 25bis del Decreto Legislativo n. 231/20011; • i reati societari, e precisamente le false comunicazioni sociali (art. 2621 c.c.), false comunicazioni sociali in danno dei soci o dei creditori (art. 2622, commi 1 e 3, c.c.), falso in prospetto (art. 2623, commi 1 e 2, c.c.), falsità nelle relazioni o nelle comunicazioni della società di revisione (art. 2624, commi 1 e 2, c.c.), impedito controllo (art. 2625, comma 2, c.c.), formazione fittizia del capitale (art. 2632 c.c.), indebita restituzione di conferimenti (art. 2626 c.c.), illegale ripartizione degli utili e delle riserve (art. 2627 c.c.), illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante (art. 2628 c.c.), operazioni in pregiudizio dei creditori (art. 2629 c.c.), indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori (art. 2633 c.c.), illecita influenza sull’assemblea (art. 2636 c.c.), aggiotaggio (art. 2637 c.c.), ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (art. 2638, commi 1 e 2, c.c.), nelle disposizioni di nuova formulazione, di cui all’art. 25-ter del Decreto Legislativo n. 231/01; • i reati con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico previsti dal codice penale e dalle leggi speciali, di cui all’art. 25 quater del decreto Legislativo n. 231/01; • i reati contro la personalità individuale previsti dalla sezione I del capo XII del libro del codice penale (riduzione in schiavitù – art. 600 c.p.; prostituzione minorile – art. 600bis c.p.; pornografia minorile – art. 600ter c.p.; detenzione di materiale pornografico – art. 600quater; iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione – art. 600quinquies c.p.; tratta e commercio di schiavi – art. 601 c.p.; alienazione e acquisto di schiavi – 602 c.p.; commessi anche all’estero) di cui all’art. 25 quinquies del decreto Legislativo n. 231/01. MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 4 2 Il modello Integrato1 di Afol Est Milano AFOL EST MILANO nel 2010 ha ritenuto conforme alle proprie politiche nonché al proprio mandato istituzionale, procedere all’attuazione del Modello di organizzazione e di gestione previsto dal decreto Legislativo 231/2001. Tale iniziativa è stata assunta nella convinzione che l’adozione di tale modello possa costituire un valido strumento di sensibilizzazione nei confronti di tutti coloro che operano in nome e per conto di AFOL EST MILANO, affinché seguano nell’espletamento delle proprie attività, dei comportamenti corretti e lineari, tali da prevenire il rischio dei reati contemplati dal decreto. La predisposizione del Modello che individua canoni procedurali e, più in generale, i principi di riferimento e le misure da adottare per la creazione di un Modello organizzativo e di gestione conforme a quanto previsto dal Decreto Legislativo n.231/01, è stata preceduta da una serie di attività preparatorie suddivise in differenti fasi, dirette tutte alla costruzione di un sistema di prevenzione e gestione dei rischi in linea con le disposizioni del Decreto Legislativo n.231/2001 ed ispirate, oltre che alle norme in contenute, anche alle Linee Guida Regionali per esso la definizione di modelli di organizzazione, gestione, controllo degli enti accreditati che erogano servizi nell’ambito della filiera istruzione-formazione-lavoro. AFOL EST MILANO, a seguito dell’entrata in vigore della legge n. 190/2012 recante "Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione" e s.m. ha proceduto ad implementare il proprio sistema di controlli, già in uso con il Modello Organizzativo 231/01, con il “Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione”. I contenuti essenziali del “ Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione” di AFOL EST, predeterminati dalla L. 190/2012 e in particolare all’art. 1, comma 5 e 9, riguardano: • L’individuazione delle attività di AFOL EST MILANO più esposti al rischio di corruzione; • La previsione di meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a prevenire il rischio di corruzione e degli altri interventi organizzativi volti a prevenire il rischio; 1 (Modello Organizzativo 231/01 e Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione) MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 5 • Il monitoraggio, per ciascuna attività, del rispetto dei termini di conclusione del procedimento; • Il monitoraggio dei rapporti tra AFOL EST MILANO ed i soggetti che con essa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti; • La previsione di procedure di selezione e formazione dei dipendenti chiamati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione; • La previsione di obblighi di informazione nei confronti del Responsabile della prevenzione della corruzione, in particolare sulle attività a rischio di corruzione; • L’adozione delle misure in materia di trasparenza come disciplinate dal relativo Testo Unico (d.lgs n.33/2013). MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 6 3 La funzione del Modello Integrato2 di Afol Est Milano Il Modello intende configurare un sistema strutturato ed organico di procedure ed attività di controllo, ex ante ed ex post, volto a prevenire ed a ridurre il rischio di commissione dei reati contemplati dal Decreto Legislativo n. 231/2001 e dalla legge n. 190/2012 e s.m. In particolare, l’individuazione delle attività esposte al rischio di reato e la loro proceduralizzazione in un efficace sistema di controlli, si propone di: • rendere tutti coloro che operano in nome e per conto di AFOL EST MILANO pienamente consapevoli dei rischi di poter incorrere, in caso di violazioni delle disposizioni ivi riportate, in un illecito passibile di sanzioni, su piano penale amministrativo, non solo nei propri confronti ma anche nei confronti dell’Agenzia • ribadire che tali forme di comportamento illecito sono fortemente condannate da AFOL EST MILANO in quanto (anche nel caso in cui l’agenzia fosse apparentemente in condizione di trarne vantaggio) sono comunque contrarie, oltre che alle disposizioni di legge, anche ai principi etico - sociali cui AFOL EST MILANO intende attenersi nell’espletamento della propria missione • consentire a AFOL EST MILANO, grazie a un’azione di monitoraggio sulle aree di attività a rischio, di intervenire tempestivamente per prevenire o contrastare la commissione dei reati stessi. Tra le finalità del Modello Integrato (Modello Organizzativo 231/01 e Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione) è, quindi, quella di radicare nei dipendenti, Organi Sociali, Consulenti che operino per conto o nell’interesse di AFOL EST MILANO delle aree di attività a rischio, il rispetto dei ruoli, delle modalità operative, dei protocolli e, in altre parole, del modello organizzativo adottato e delle misure anticorruttive adottate e la consapevolezza del valore sociale di tale Modello al fine di prevenire i reati. 2 (Modello Organizzativo 231/01 e Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione) MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 7 4 Principi ispiratori del modello Integrato di Afol Est Milano Nella predisposizione del presente documento, si è tenuto conto delle procedure e dei sistemi di controllo esistenti, ove giudicati idonei a valere anche come misure di prevenzione dei reati e di controllo delle aree di rischio tra cui: • Lo Statuto: costituisce il documento fondamentale su cui è basato il sistema di governo societario, definisce lo scopo dell’Agenzia, la sede, l'oggetto sociale, il capitale sociale, nonché i compiti e le responsabilità dei Soggetti apicali. • Il modello organizzativo approvato dal C.d.A: definisce l’architettura organizzativa di AFOL EST MILANO per la gestione dei servizi di erogazione diretta di azioni relative alla formazione, all’orientamento e al lavoro. • Regolamento del consiglio di amministrazione: definisce le procedure di funzionamento del Consiglio di Amministrazione (C.d.A.) nonché i rapporti di quest’ultimo con l’Assemblea di Soci. • Regolamento di organizzazione: MILANO definisce l’organizzazione di AFOL EST per quanto riguarda gli aspetti attinenti all’operatività ed alla funzionalità delle strutture, alla gestione ed allo sviluppo delle risorse umane, alla gestione delle risorse strumentali ed economico-finanziarie, alla pianificazione ed alla programmazione del lavoro, ai modi di erogazione dei servizi e dei prodotti, alla relazione tra gli organi e gli altri soggetti dell’amministrazione, nonché al controllo, alla verifica ed alla valutazione delle attività svolte secondo quanto previsto dall’art. 24 dello Statuto, le procedure di selezione e di avviamento al lavoro, i requisiti di accesso e le modalità di assunzione agli impieghi presso l’Agenzia nonché al conferimento di incarichi. • Il Codice Etico/Codice di Comportamento che definisce i principi etici e di deontologia che AFOL EST MILANO riconosce come propri e sui quali richiama l’osservanza da parte di tutti coloro che operano per il conseguimento degli obiettivi di AFOL EST MILANO (in applicazione dell'art. 54, comma 5, del D.Lgs. n. 165/2001 “Norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche)”, come sostituito dall'art. 1, comma 44, della L. n. 190/2012 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione” e dell’art. 1, comma 2, del D.P.R. n. 62/2013 “Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici”. MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 8 • Il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione ai sensi della L. 190/2012 approvato dal C.d.A: individua tutte le misure atte a prevenire ogni possibile episodio corruttivo all’interno dei propri uffici, identificando i "trainer" di questa attività di prevenzione, a cui spetterà il compito di monitorare i processi più delicati e a rischio di eventuali comportamenti illeciti mediante il coinvolgimento dei singoli responsabili di AREA- FUNZIONE AZIENDALE, e utilizzando gli strumenti previsti dal presente Piano. • Il piano Triennale della Trasparenza ai sensi del Decreto Legislativo n. 33/2013 e approvato dal C.d.A • Il Sistema di Gestione della Qualità certificato secondo la norma UNI EN ISO 9001:2008 : descrizione dei processi di gestione interna e di erogazione di servizi con la definizione delle modalità di monitoraggio e controllo. Oggetto del SGQ: “Progettazione e erogazione di servizi di orientamento, accompagnamento al lavoro e formazione continua e servizi per le pubbliche amministrazioni ( Servizi per l’Impiego)”. • Il documento programmatico sulla sicurezza DPS, ai sensi del D. Lgs. 196/03. • Il documento unico sulla valutazione dei rischi DUVR, ai sensi del testo unico sulla sicurezza 81/08 e successive modifiche. • Sistema di accreditamento regionale per i servizi relativi alla formazione lavoro e orientamento: documentazione e procedure atte a soddisfare i requisiti richiesti da Regione Lombardia per l’erogazione dei servizi nella filiera lavoroformazione. • Le Delibere del C.d.A. • Il sistema delle deleghe attribuite alle diverse funzioni. • Il Decreto 6615 del 04.08.2015 di Regione Lombardia – Direzione Generale istruzione Formazione Lavoro “Approvazione delle linee guida per la semplificazione degli obblighi di compilance per gli enti accreditati ai servizi di istruzione e formazione professionale e accreditati ai servizi al lavoro”. MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 9 I principi cardine a cui il Modello Integrato di Afol Est si ispira, oltre a quelli sopra riportati, sono: • i requisiti indicati dal D.Lgs. 231/2001 ed in particolare: a) L’attribuzione ad un organismo di vigilanza interno del compito di promuovere l’attuazione efficace e corretta del Modello, anche attraverso il monitoraggio dei comportamenti aziendali ed il diritto ad una informazione costante sulle attività rilevanti ai fini del Decreto Legislativo n. 231/2001; b) L’attività di verifica del funzionamento del Modello Integrato con conseguente aggiornamento periodico (controllo ex post); c) L’attività di sensibilizzazione e diffusione a tutti i livelli della agenzia delle regole comportamentali e delle procedure istituite previste nel Codice Etico; • I requisiti indicati dalla L.190/2012, in particolare : a) L’individuazione di un Responsabile della Prevenzione della Corruzione e Trasparenza b) L’attività di verifica del funzionamento del Modello Integrato con conseguente aggiornamento periodico (controllo ex post) c) L’attività di sensibilizzazione e diffusione a tutti i livelli della agenzia delle regole comportamentali e delle procedure previste dal Piano Triennale Anticorruzione e Trasparenza MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 10 5 Aree di attività a rischio di AFOL EST MILANO Con riferimento all’attività svolta da AFOL EST MILANO sono state individuate le aree di attività a rischio di commissione dei reati previsti dal DLgs n. 231 del 2001 con riguardo a: • reati contro la P.A. Il rischio relativo ai reati di falso nummario e ai reati contro la personalità individuale è remoto e difficilmente ipotizzabile nell’interesse o a vantaggio di AFOL EST MILANO . Il rischio relativo ai reati di finanziamento del terrorismo è egualmente remoto ed astrattamente ipotizzabile solo con riferimento alle attività a rischio svolte all’estero. 5.1 Attività a rischio nei rapporti con la Pubblica Amministrazione Le attività ritenute a rischio in relazione ai reati contro la Pubblica Amministrazione sono: 1. gestione dell’attività contrattuale con la P.A., comprendente anche le fasi di gestione dei contatti diretti con esponenti della P.A., la partecipazione ad avvisi pubblici, la gestione di contratti in affidamento diretto o di incarichi affidati in trattativa privata; 2. gestione delle richieste ed erogazione dei contributi e dei finanziamenti pubblici 3. gestione delle procedure di accreditamento regionale per i servizi al lavoro e formazione; 4. gestione degli aspetti regolati del testo unico della sicurezza 81/2008 e successive modificazioni, integrazioni ed attuazioni in tema di sicurezza ed igiene del lavoro; 5. gestione degli aspetti legati al D.Lgs. 196/03 in materia di privacy; 6. gestione degli aspetti legati alla sicurezza dei sistemi informativi interni ad AFOL e ai portali della P.A . MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 11 5.1.1 Principi generali del sistema organizzativo di AFOL EST MILANO nelle attività a rischio 5.1.1.1 Il sistema organizzativo di AFOL EST MILANO AFOL EST MILANO è dotata di strumenti organizzativi improntati a principi generali di: • chiara descrizione delle linee di riporto; • conoscibilità, trasparenza e pubblicità dei poteri attribuiti (all’interno della società e nei confronti dei terzi interessati); • chiara e formale delimitazione dei ruoli, con una completa descrizione dei compiti di ciascuna funzione, dei relativi poteri e responsabilità. Le procedure interne sono caratterizzate dai seguenti elementi: • distinzione, all’interno di ciascun processo, tra il soggetto che assume la decisione (impulso decisionale), il soggetto che esegue tale decisione e il soggetto cui è affidato il controllo del processo • traccia scritta di ciascun passaggio rilevante del processo • adeguato livello di formalizzazione. In particolare: • l’organigramma e gli ambiti e le responsabilità delle funzioni sono definite chiaramente mediante appositi ordini di servizio, resi disponibili a tutti i dipendenti (vedi paragrafo 4 del presente modello); • sono definite apposite policy e procedure operative che regolano i processi di selezione e qualifica dei principali fornitori i processi di affidamento degli incarichi in base ad appositi criteri di valutazione, i processi di gestione dei rapporti istituzionali (vedi paragrafo 4 del presente modello); • sono distribuite tra più funzioni le attività di selezione dei fornitori in senso ampio, di fruizione di beni e servizi, riverifica del rispetto delle condizioni contrattuali (vedi paragrafo 4 del presente modello); • sono definiti con chiarezza e precisione ruoli e compiti dei responsabili interni di ciascuna area a rischio, cui conferire potere di direzione, impulso e MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 12 coordinamento delle funzioni sottostanti. (vedi paragrafo 4 del presente modello); • Nella gestione sociale, sono disciplinate le norme inerenti il sistema amministrativo, contabile, finanziario ed il controllo di gestione della società, nonché, in generale, la normativa applicabile. (vedi paragrafo 4 del presente modello) 5.1.1.2 Il sistema di deleghe e procure Il sistema di deleghe e procure è caratterizzato da elementi di “certezza” ai fini della prevenzione dei reati e consentire la gestione efficiente dell’attività di AFOL EST MILANO. Si intende per “delega” quell’atto interno di attribuzione di funzioni e compiti, riflesso nel sistema di comunicazioni organizzative. Si intende per “procura” il negozio giuridico unilaterale con cui la società attribuisce ad un singolo soggetto il potere di agire in rappresentanza della stessa. I requisiti essenziali del sistema di deleghe e procure adottato da AFOL EST MILANO sono i seguenti: a) tutti coloro che intrattengono per conto di AFOL EST MILANO rapporti con la P.A. devono essere dotati di delega formale in tal senso; b) a ciascuna procura che comporti il potere di rappresentanza di AFOL EST MILANO nei confronti dei terzi deve corrispondere una delega interna che descriva il relativo potere di gestione; c) le deleghe devono coniugare ciascun potere alla relativa responsabilità e ad una posizione adeguata nell’organigramma; d) ciascuna delega deve definire in modo specifico ed inequivocabile: - i poteri del delegato, precisandone i limiti; - il soggetto (organo o individuo) cui il delegato riporta gerarchicamente; e) al delegato devono essere riconosciuti poteri di spesa adeguati alle funzioni conferite; f) la procura deve prevedere esplicitamente i casi di decadenza dai poteri conferiti (revoca, trasferimento a diverse mansioni incompatibili con quelle per le quali la procura era stata conferita, licenziamento, ecc.); g) le deleghe e le procure devono essere tempestivamente aggiornate. MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 13 L’Organismo di Vigilanza verifica periodicamente, con il supporto delle altre funzioni competenti, il sistema di deleghe e procure in vigore e la loro coerenza con tutto il sistema delle comunicazioni organizzative, raccomandando eventuali modifiche nel caso in cui il potere di gestione e/o la qualifica non corrisponda ai poteri di rappresentanza conferiti al delegato o vi siano altre anomalie. 5.1.1.3 Principi generali di comportamento Gli Organi Sociali, il direttore, i dipendenti e i collaboratori sono tenuti ad osservare i principi di comportamento definiti nel Codice di Comportamento di AFOL EST MILANO approvato dal CDA e pubblicato sul sito nella sezione Amministrazione trasparente. 5.1.1.4 I protocolli di controllo I protocolli di controllo per la mitigazione del rischio sono definiti nella parte speciale del presente modello e sono uno strumento di controllo e verifica da parte dell’Organismo di Vigilanza. 5.1.2 Verifiche dell’Organismo di Vigilanza Fermo restando il potere discrezionale di attivarsi con specifici controlli a seguito delle segnalazioni ricevute, l’Organismo di Vigilanza effettua periodicamente controlli a campione sulle attività connesse alle aree di attività a rischio rispetto ai reati nei rapporti con la P.A., diretti a verificare la corretta esplicazione delle stesse in relazione dei principi espressi nel presente documento e, in particolare, alle procedure interne in essere. A tal fine, si ribadisce che all’Organismo di Vigilanza viene garantito libero accesso a tutta la documentazione aziendale rilevante. Gli specifici compiti di vigilanza dell’Organismo di Vigilanza concernenti l’osservanze l’efficacia del Modello in materia di reati contro la P.A. sono i seguenti: • monitoraggio sull’efficacia delle procedure interne e delle regole di corporate governance per la prevenzione dei reati contro la P.A.; • esame di eventuali segnalazioni specifiche provenienti dagli organi di controllo da qualsiasi dipendente e disposizione degli accertamenti ritenuti necessari od opportuni in conseguenza delle segnalazioni ricevute. MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 14 6 Regolamento Organismo di Vigilanza 6.1 Nomina dell’Organismo di Vigilanza di AFOL EST MILANO L’art. 6 del D.Lgs. n. 231/2001 prevede che l’ente possa essere esonerato dalla responsabilità conseguente alla commissione dei reati indicati se l’organo dirigente ha, tra l’altro: 1) adottato modelli di organizzazione, gestione e controllo idonei a prevenire i reati considerati; 2) affidato il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza del modello e di curarne l’aggiornamento ad un organismo dell’ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo (di seguito l’Organismo di Vigilanza). L’affidamento di detti compiti all’Organismo ed, ovviamente, il corretto ed efficace svolgimento degli stessi sono, dunque, presupposti indispensabili per l’esonero dalla responsabilità, sia che il reato sia stato commesso dai soggetti “apicali” (espressamente contemplati dall’art. 6), che dai soggetti sottoposti all’altrui direzione (di cui all’art. 7). Da quanto sopra sinteticamente richiamato, si rileva l’importanza del ruolo dell’Organismo, nonché la complessità e l’onerosità dei compiti che esso deve svolgere. Le Linee Guida Regionali per la definizione di modelli di organizzazione, gestione, controllo degli enti accreditati che erogano servizi nell’ambito della filiera istruzioneformazione-lavoro suggeriscono che la funzione di vigilanza debba risiedere in un organo interno alla società diverso dal Consiglio di Amministrazione o dall’insieme degli amministratori senza deleghe, nonché dal Collegio Sindacale, e che sia caratterizzato dai seguenti requisiti: autonomia, indipendenza, professionalità e continuità di azione. MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 15 In relazione alla nomina dei membri dell’ODV è necessaria : 1) la raccomandazione della preventiva acquisizione del parere favorevole del collegio sindacale 2) l’applicazione a ciascuno dei suoi membri del divieto di concorrenza es. art. 2390 c.c. La nomina e la composizione dei membri dell’Organismo di Vigilanza è approvata dal Consiglio di Amministrazione di AFOL EST MILANO . 6.2 I requisiti base dell’Organismo di Vigilanza: I requisiti base di cui l’organismo di Vigilanza deve essere dotato sono: • autonomia e indipendenza: tali requisiti sono fondamentali affinché l’ODV non sia direttamente coinvolto nelle attività gestionali che costituiscono l’oggetto delle sue attività di controllo; • professionalità: l’Organismo di Vigilanza deve possedere al suo interno competenze tecnico-professionali adeguate alle funzioni che è chiamato a svolgere; • Continuità d’azione: l’Organismo di vigilanza deve curare costantemente l’attuazione del modello e assicurarne il costante aggiornamento. 6.3 Durata e composizione della Nomina dell’Organismo di Vigilanza di AFOL EST MILANO La durata della nomina dell’Organismo di Vigilanza è stabilito in anni uno e rinnovabile per un altro anno. L’Organismo di Vigilanza è composto da tre membri di cui uno è il Direttore Generale. MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 16 6.4 Causa di decadenza dell’incarico dell’Organismo di Vigilanza: Costituiscono cause di decadenza dall’incarico, per le risorse facenti parte dell’organismo di vigilanza: - la condanna, con sentenza passa in giudicato, per aver commesso uno dei reati previsti dal D.Lgs. n. 231/01; - la condanna con sentenza passata in giudicato, a una pena che comporta l’interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici, ovvero l’interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese. In casi di particolare gravità, anche prima del giudicato, il Consiglio di Amministrazione potrà disporre sentito il parere dell’Assemblea dei Soci – la sospensione dei poteri dell’Organismo di Vigilanza e la nomina di un incarico ad interim. Fatta salva l’ipotesi di una rivisitazione del ruolo e del posizionamento dell’Organismo di Vigilanza sulla base dell’esperienza di attuazione del modello, l’eventuale revoca degli specifici poteri propri dell’Organismo di Vigilanza potrà avvenire soltanto per giusta causa, previa delibera del Consiglio di Amministrazione, sentito il parere dell’Assemblea dei Soci. 6.5 Funzioni e poteri dell’Organismo di Vigilanza E’ affidato all’Organismo di Vigilanza di AFOL EST MILANO il compito di: a) vigilare sull’osservanza delle prescrizioni del Modello; b) valutare la reale efficacia ed effettiva capacità del modello, in relazione alla struttura aziendale, di prevenire la commissione dei reati di cui al decreto; c) proporre eventuali aggiornamenti del modello, laddove si riscontrino esigenze di adeguamento dello stesso in relazione alle mutate condizioni aziendali oppure apportare direttamente gli aggiornamenti non di competenza del Consiglio di Amministrazione; d) vigilare sull’effettività del Modello, ossia di verificare la coerenza tra comportamenti concreti e modello generale. MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 17 Da un punto di vista operativo è affidato all’Organismo di Vigilanza di AFOL EST MILANO, che emanerà specifiche indicazioni, il compito di: a) Assicurare l’elaborazione di un programma di verifiche sull’effettiva applicazione delle procedure di controllo nelle aree di attività a rischio, tenendo presente che una responsabilità primaria sul controllo delle attività, anche per quelle relative alle aree di attività a rischio, resta comunque demandata al management operativo e forma parte integrante del processo; b) Assicurare l’attuazione del programma di vigilanza e degli interventi attinenti al medesimo, programmati e non programmati; c) Elaborare le risultanze degli interventi effettuati nell’espletamento delle proprie mansioni; d) Raccogliere, elaborare e conservare le informazioni rilevanti in ordine al rispetto del modello, nonché aggiornare la lista di informazioni che devono essere allo stesso Organismo di Vigilanza, obbligatoriamente trasmesse; e) Coordinarsi con le altre funzioni di AFOL EST MILANO per il migliore monitoraggio delle attività nelle aree di rischio. A tal fine, l’Organismo di Vigilanza viene tenuto costantemente informato sull’evoluzione delle attività nelle suddette aree di rischio, e ha libero accesso, senza necessità di alcun consenso preventivo, a tutta la documentazione aziendale rilevante. All’Organismo di Vigilanza devono inoltre essere segnalate da parte del Direttore eventuali situazioni dell’attività che possano esporre l’agenzia a rischio di reato; f) Controllare l’effettiva presenza, la regolare tenuta e l’efficacia della documentazione richiesta in conformità a quanto previsto nelle parti speciali del modello per le diverse tipologie di reati. In particolare all’Organismo di Vigilanza devono essere segnalate le attività più significative o le operazioni contemplate nelle parti speciali. Devono essere messi a sua disposizione i dati di aggiornamento della documentazione al fine di consentire l’effettuazione dei controlli; g) Condurre ricognizioni interne per l’accertamento di presunte violazioni delle prescrizioni del presente modello; h) Effettuare periodicamente verifiche mirate su determinate operazioni o atti specifici posti in essere nell’ambito delle aree di attività a rischio come definite nelle parti speciali del modello; MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 18 i) Verificare che gli elementi previsti nelle Parti Speciali del modello per le diverse tipologie di reati siano comunque adeguati e rispondenti alle esigenze di osservanza di quanto prescritto dal Decreto, provvedendo, in caso contrario, ad un aggiornamento degli elementi stessi; j) Promuovere in coordinamento con la Direzione idonee iniziative per la diffusione della conoscenza e della comprensione del modello e predisporre la documentazione organizzativa interna necessaria al fine del funzionamento del modello stesso, contenente istruzioni, chiarimenti o aggiornamenti; k) Coordinarsi con i responsabili delle altre funzioni per i diversi aspetti attinenti all’attuazione del modello. 6.6 Il piano operativo dell’Organismo di Vigilanza L’organismo di vigilanza elabora annualmente un piano operativo in cui sono definite: • Le attività ispettive che l’organismo intende compiere nel corso dell’anno fornendo una pianificazione temporale; • Le funzioni o processi coinvolti, le attività che saranno svolte e i risultati attesi; • Le risorse finanziare dell’organismo di vigilanza (budget dell’ODV) per ogni esigenza necessaria al corretto svolgimento dei compiti (ad esempio consulenze specialistiche); • Il piano operativo annuale può essere presentato al Consiglio di Amministrazione per presa visione. L’attività dell’Organismo di Vigilanza deve essere caratterizzata da una notevole formalizzazione con redazione di verbali idonei a documentare ogni riunione dello stesso, nonché le attività di controllo eseguite; ogni traccia degli interventi, della proposte avanzate dall’organo dirigente e dell’attività di controllo eseguita dovrà essere adeguatamente documentata in modo da poter fornire un valido strumento in caso di possibile contestazioni e costituire riscontro evidente dei provvedimenti concreti adottati da AFOL EST MILANO al fine di scongiurare i rischi di commissione di uno dei reati ai sensi del D. Lgs. 231/01. MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 19 il riferimento applicativo che l’Organismo di Vigilanza dovrebbe adottare è lo standard di auditing UNI EN ISO 19001:2003 che recepisce a livello nazionale la norma UNI EN ISO 19001:2002. 6.6.1 Reporting nei confronti degli organi societari Al fine di garantire la sua piena autonomia e indipendenza nello svolgimento delle proprie funzioni l’Organismo di Vigilanza riporta direttamente al Consiglio di Amministrazione di AFOL EST MILANO . In proposito, l’Organismo di Vigilanza predispone per il Consiglio di Amministrazione: • con cadenza annuale un rapporto scritto relativo all’attività svolta (indicando in particolare i controlli e le verifiche specifiche effettuati e l’esito degli stessi, l’eventuale aggiornamento della mappatura delle aree di attività a rischio, ecc.); • immediatamente, una segnalazione relativa al manifestarsi di situazioni gravi e straordinarie quali ipotesi di violazione dei principi di attuazione del Modello. L’Organismo di Vigilanza riporta le attività svolte (inviando anche copia dei verbali) al Presidente del Consiglio di Amministrazione, il quale a sua volta terrà adeguatamente informato il Consiglio stesso. L’Organismo di Vigilanza deve, inoltre, coordinarsi con le diverse funzioni di responsabile di AFOL EST MILANO . L’Organismo di Vigilanza si avvarrà, ove necessario, per le attività poste in essere della collaborazione del Direttore Generale. Gli incontri con le funzioni cui l’Organismo di Vigilanza fa riferimento devono essere verbalizzati. Le copie dei verbali devono essere custodite dall’Organismo di Vigilanza. Il Consiglio di Amministrazione ha la facoltà di convocare l’Organismo di Vigilanza il quale, a sua volta, ha la facoltà di richiedere al Presidente del Consiglio di Amministrazione, di convocare i predetti organi per motivi urgenti. Alle riunioni del Consiglio di Amministrazione e della Assemblea dei Soci convocate per l’esame delle relazioni periodiche o straordinarie dell’Organismo di Vigilanza e in genere per le attività che riguardano il Modello, dovrà essere convocato anche l’Organismo di Vigilanza. MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 20 6.6.2 Flussi informativi verso l’Organismo di Vigilanza In AFOL EST MILANO dovrà essere portata a conoscenza dell’Organismo di Vigilanza, oltre alla documentazione prescritta nelle Parti Speciali del Modello secondo la procedura ivi contemplata anche da emanarsi, ogni altra informazione, proveniente anche da terzi e attinente all’attuazione del Modello nelle aree di attività a rischio. Valgono al riguardo le seguenti prescrizioni: 1) devono essere raccolte eventuali segnalazioni relative alla commissione di reati previsti dal Decreto in relazione all’attività di AFOL EST MILANO o comunque comportamenti non in linea con le regole di condotta; 2) l’afflusso di segnalazioni, incluse quelle di natura ufficiosa, deve essere canalizzato verso l’Organismo di Vigilanza; 3) l’Organismo di Vigilanza valuterà le segnalazioni ricevute e gli eventuali provvedimenti conseguenti a sua ragionevole discrezione e responsabilità, ascoltando eventualmente l’autore della segnalazione e/o il responsabile della presunta violazione; 4) le segnalazioni, in linea con quanto previsto dal Codice di Comportamento, potranno essere in forma scritta e avere a oggetto ogni violazione o sospetto di violazione del Modello. L’Organismo di Vigilanza agirà in modo da garantire i segnalanti contro qualsiasi forma di ritorsione, discriminazione o penalizzazione, assicurando altresì la riservatezza dell’identità del segnalante, fatti salvi gli obblighi di legge e la tutela dei diritti delle persone accusate erroneamente e/o in mala fede (cosi come previsto anche dalla procedura di segnalazione degli illeciti presente nel Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione dell’ Agenzia Est Milano a.s.c, redatto ai sensi della L. n. 190/2012 e sm.) 5) le segnalazioni debbono pervenire all’Organismo di Vigilanza direttamente o per mezzo dei soggetti apicali. L’ODV ha predisposto apposita casella di posta elettronica dedicata. MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 21 Oltre alle segnalazioni relative a violazioni di carattere generale sopra descritte, devono essere obbligatoriamente ed immediatamente trasmesse all’Organismo di Vigilanza: 1) i provvedimenti e/o notizie provenienti da organi di polizia giudiziaria, o da qualsiasi altra autorità, dai quali si evinca lo svolgimento di indagini, anche nei confronti di ignoti, per i Reati e che possono coinvolgere, direttamente indirettamente, AFOL EST MILANO ; 2) le richieste di assistenza legale inoltrate dai dipendenti in caso di avvio di procedimento giudiziario per i Reati di cui al D.Lgs. 231/01, salvo espresso divieto dell’Autorità giudiziaria; 3) le notizie relative ai procedimenti disciplinari svolti e alle eventuali sanzioni irrogate ovvero dei provvedimenti di archiviazione di tali procedimenti con le relative motivazioni; 4) le commissioni di inchiesta o relazioni interne dalle quali emergano responsabilità per le ipotesi di reato di cui al D. Lgs. 231/2001; 5) reporting funzionale scritto da parte dei responsabili dei vari servizi di AFOL EST MILANO in cui dovranno riportare (con cadenza semestrale) i controlli effettuati, modifiche suggerite a seguito di variazioni dell’attività o delle procedure operative, segnalazione di nuove attività. 6.6.3 Raccolta e conservazione delle informazioni Ogni informazione, segnalazione, report previsti nel presente Modello sono conservati dall’Organismo di Vigilanza in un apposito archivio (informatico e cartaceo). L’accesso all’archivio è consentito oltre che all’Organismo di Vigilanza -esclusivamente ed a tutti i componenti del consiglio di Amministrazione. I trattamento dei dati e delle informazioni sono effettate nel rispetto della normativa sulla privacy. MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 22 7 Codice disciplinare sanzionatorio 7.1.1 Principi generali Quanto alla tipologia delle sanzioni irrogabili, in via preliminare va precisato che, nel caso di lavoro subordinato, qualsiasi provvedimento sanzionatorio deve rispettare procedure previste dall'art. 7 dello Statuto dei Lavoratori e/o da normative speciali, di legge o di contratto, dove applicabili, caratterizzato, oltre che dal principio di tipicità delle violazioni, anche dal principio di tipicità delle sanzioni. La parte del Modello che contempla il codice comportamentale e sanzionatorio, nel rispetto del dettato normativo di cui all'art. 7 dello Statuto dei lavoratori, dovrà essere portato a conoscenza di tutti i dipendenti mediante affissione in luogo accessibile a tutti. 7.1.2 Presupposti del codice disciplinare - sanzionatorio Il presente codice disciplinare e sanzionatorio è stato configurato nel puntuale rispetto del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro Regioni e Autonomie Locali del 22/01/2004. Si è unicamente provveduto a raccordare le situazioni organizzative e regolamentari previste nel modello adottato ex D.Lgs. 231/01, alle eventuali inosservanze dei soggetti agenti nell'ambito del modello stesso ed a commisurare le ipotesi sanzionatorie alla gravità ed al rischio, anche potenziale, che l'operato in deroga dei soggetti possa costituire ai fini della commissione dei reati di cui al decreto richiamato. 7.1.3 Sanzioni per personale dipendente di AFOL EST MILANO Il comportamento del lavoratore dipendente che viola le regole previste dal Modello esimente ex D. Lgs.231/01 è definito illecito disciplinare. Le sanzioni irrogabili nei riguardi di detti lavoratori dipendenti rientrano tra quelle indicate dal codice disciplinare di cui al vigente CCNL ( art. 24 CCNL del 22/01/2004) nel rispetto delle procedure previste dall'articolo 7 della Legge 30maggio 1970, n. 300 (Statuto dei lavoratori) ed eventuali normative speciali, di legge o di contratto, applicabili. In relazione a quanto detto sopra. Tali categorie descrivono i comportamenti sanzionati a seconda del rilievo che assumono le singole fattispecie considerate e le sanzioni in concreto previste per la commissione dei fatti stessi a seconda della loro gravità. MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 23 Il lavoratore responsabile di azioni od omissioni in contrasto con le regole previste dal presente modello, è soggetto, in relazione alla gravità ed alla reiterazione delle inosservanze ed al danno provocato alla società o a terzi, alle seguenti sanzioni disciplinari: a) Rimprovero verbale b) Rimprovero scritto c) Multa di importo fino ad un massimo di 4 ore di retribuzione d) Sospensione dal servizio dalla retribuzione fino ad un massimo di 10 giorni e) Sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da 11 giorni fino ad un massimo di sei mesi f) Licenziamento con preavviso g) Licenziamento senza preavviso. Per le modalità di gestione ed esecuzione della sanzioni disciplinari si fa riferimento al vigente CCNL - TITOLO V – NORME DISCIPLINARI CCNL 22/01/2004). 7.1.4 Sanzioni per personale dirigente di AFOL EST MILANO In caso di violazione, da parte del Direttore, delle procedure interne previste dal presente Modello, o di adozione nell'espletamento di attività nelle aree a rischio, di un comportamento non conforme alle prescrizioni del Modello stesso, si provvederà ad applicare nei confronti dei responsabili le misure più idonee in conformità a quanto previsto dal vigente Regolamento di Organizzazione di AFOL EST MILANO approvato dal CDA e dalla Assemblea Consortile. 7.1.5 Sanzioni per i collaboratori di AFOL EST MILANO In caso di violazione, da parte di collaboratori, di qualsiasi condotta contraria ai principi stabiliti nel Codice di Comportamento o comunque tale da comportare il rischio della commissione di reati sanzionati dalla normativa vigente potrà determinare, secondo quanto previsto nei documenti contrattuali, la risoluzione del contratto. 8 8.1 Piano di formazione e comunicazione Comunicazione e formazione per i Dipendenti MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 24 Ai fini dell’efficacia del Modello, è obiettivo di AFOL EST MILANO garantire al personale una corretta conoscenza delle procedure e delle regole di condotta adottate in attuazione dei principi di riferimento contenuti nel presente documento, con differente grado di approfondimento in relazione al diverso livello di coinvolgimento delle risorse medesime nelle aree di attività a rischio. Le procedure, i sistemi di controllo e le regole comportamentali adottati in attuazione dei principi di riferimento contemplati nel presente documento unitamente al Codice di Comportamento, sono comunicati a tutto il personale in relazione all’attività svolta in concreto ed alle mansioni attribuite. La comunicazione potrà avvenire sia tramite strumenti informatici (ad es. Intranet), sia mediante consegna di un manuale operativo o di altra documentazione idonea allo scopo tramite la messa a disposizione di tale documentazione presso il responsabile qualità, privacy e sicurezza. Ai dipendenti all’atto dell’accettazione della proposta di assunzione, verrà richiesto di sottoscrivere una specifica dichiarazione di adesione al Codice di Comportamento e di impegno all’osservanza delle procedure adottate in attuazione dei principi di riferimento per la costruzione del Modello. I membri del Consiglio di Amministrazione all’atto dell’accettazione della loro nomina, dovranno dichiarare e/o sottoscrivere analoga dichiarazione di impegno all’osservanza e di collaborazione all’applicazione del Codice di Comportamento e dei principi di riferimento per la costruzione del Modello di cui al presente documento. Il presente documento ed i principi di riferimento in esso contenuti devono essere comunicati a ciascun responsabile di servizio il quale è chiamato a collaborare fattivamente per la corretta e concreta attuazione dello stesso. Il Direttore dovrà sottoscrivere un’impegnativa analoga a quella sottoscritta dai membri degli Organi Sociali. MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 25 AFOL EST MILANO curerà inoltre l’organizzazione di iniziative di formazione, al fine di divulgare e favorire la comprensione delle procedure e delle regole comportamentali adottate in attuazione dei principi di riferimento di cui al presente documento e dei principi contenuti nel Codice di Comportamento. La formazione verrà, altresì, differenziata, nei contenuti, in funzione della qualifica dei destinatari, dell’esistenza del rischio nell’area cui operano, della titolarità o meno di funzioni di rappresentanza dell’Agenzia. 8.2 Informativa ai fornitori, collaboratori E’ previsto che AFOL EST MILANO comunichi l’adozione del modello e del Codice di Comportamento ai propri fornitori/collaboratori mediante la consegna di un’apposita informativa o inserendolo nei documenti contrattuali e pubblicandolo sul proprio sito nella sezione dedicata alla Amministrazione Trasparente . Si ritiene altresì necessario che i fornitori di AFOL EST MILANO autocertifichino di non essere stati condannati e/o di non avere processi pendenti cosi come previsto dalla normativa vigente. MODELLO ORGANIZZATIVO 231/01 PARTE GENERALE - AFOL EST MILANO 16/11/2015 rev. 1 26