Speciale MAni E PiEdi

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Speciale MAni E PiEdi
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Direttore responsabile
Ismaele Passoni
Direttore editoriale
Regina Mezzera
Consulente editoriale
Sergio Meda
4. Segnali
Pallore
6. Conoscere la sanità
Farmaci online
Coordinamento redazionale
Hand&Made Milano
Collaboratori
Stefania Bortolotti, Claudio Buono,
Laura Camanzi, Enrico Maria Corno,
Federico Meda, Stefano Nobili,
Vittoria Pietropoli, Federico Poli,
Gianni Poli, Francesco Rizzo,
Alessandro Zichi
Immagini
iStock, 123, Getty Images
Progetto grafico
Roberto Magrini
Grafica e impaginazione
Hand&Made Milano
Marketing e pubblicità
Fabio Fedele
Ilaria Tandoi
Editore
FederFARMA.Co Spa, Milano
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3. SE NE PARLA
Anno VIII Numero 4
Luglio-Agosto 2012
8. Società
Vita, l’ingrediente fondamentale
10. Fai da te intelligente
Mal di testa
10
12. Domande
Risponde il ginecologo
16. In vetrina
19. SPECIALE mani e piedi
20. Principali patologie e traumi
26. La femminilità? Comincia dalle mani
28.Coccolateli come meritano
30.Lo sapevate che...
32.Piede piatto e alluce valgo
34.Riflessologia plantare
www.federfarmaco.it
Redazione
via Boscovich 61, 20124 Milano
Tel. 02.2022941 Fax 02.29513121
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Reg. Trib. di Milano n° 654 - 13/10/1999
Finito di stampare
nel mese di giugno 2012
da Artigrafiche Boccia - Salerno
I diritti di riproduzione delle immagini
sono stati assolti in via preventiva.
In caso di illustrazioni i cui autori non
risultano reperibili, l’Editore onorerà
l’impegno a posteriori.
37. Per chi ha figli
40. Ambientiamoci
42. Svagarsi
44. Ricette
46. Letture salutari
47. Videoteca
48. Prossimo numero
44
mali “estremi”
M
ani e piedi sono estremi da preservare, tutelare. Sono un biglietto da
visita estetico e cartina di
tornasole della cura del nostro corpo. Per questo vi abbiamo dedicato un dossier
intero, ragionando di malattie, inestetismi, problematiche posturali, piedi piatti e
alluce valgo. Talvolta argomenti spinosi, sottovalutati:
è bene prenderne coscienza, soprattutto in funzione
dei più piccoli, la cui (corretta) crescita si fonda su equilibrio e postura.
Molto i consigli dedicati all’universo femminile, per natu-
ra più attento ai distretti e ai
dettagli dei medesimi. Una
carrellata attraverso pellicine, pietra pomice, smalti ma
anche massaggi, creme, ossigeno, senza tralasciare gli
“attrezzi del mestiere” come
la lima, le forbicine e i guanti. E ancora, pediluvio, vesciche, calli, duroni, verruche:
abbiamo pensato un po’ a
tutto, visto che sono problemi che capitano a tutti.
Il medico di famiglia, Stefano
Nobili, questo numero si concentra sul pallore (il prossimo
argomento sarà l’ipersudorazione), un sintomo apparentemente innocuo ma indicatore
di problemi fisici non di poco
conto. A seguire ricorda, per
chi non ne fosse al corrente,
che l’acquisto di farmaci online nel nostro Paese è pratica
illegale, se non pericolosa. La
rete non è un supermarket,
è utile solo per approfondire in caso di fonte affidabile. Noi, ad esempio, ogni
bimestre ne scoviamo una
ospitata nella rubrica “In vetrina”. Questa volta è il turno
di saluteinmovimento.com,
risorsa presente anche su
Youtube con un canale ricco
di video interessanti e di facile comprensione.
Dopo le risposte alle vostre
domande, talune molto specifiche, da parte del ginecologo e i consigli per riconoscere e affrontare i 13 (!)
tipi di mal di testa classificati
dalla moderna medicina (a
cura del farmacologo Stefano
Govoni), nella seconda parte della rivista ci occupiamo
- in rapida sequenza - delle
proposte per l’infanzia nelle
varie capitali europee (alcune interessanti per gli stessi
genitori), delle nasciture città
ecostenibili, con criteri edilizi sorprendenti, per etica e
creatività. Per chi passerà le
vacanze in spiaggia abbiamo
invece approfondito il tema
dei “beach sport”, andando
oltre il solo volley. In chiusura
una ricetta semplice, veloce
e colorata: i ghiaccioli all’anguria. Non potevano mancare, in coda, i consigli culturali, vuoi che siano su carta o
su celluloide. Buona lettura e
buone vacanze.
3
sintomi
il pallore
di Stefano Nobili, Medico di famiglia, Milano
Milena ha 17 anni, studia al liceo, ma è
sempre stanca e affaticata. Ha avuto la prima
mestruazione a 14 anni e i cicli sono sempre
stati ravvicinati, dolorosi e molto abbondanti.
Il viso è piuttosto pallido, la pressione arteriosa
è bassa e la frequenza cardiaca raggiunge
quasi i 100 battiti al minuto. La madre la porta
dal ginecologo che le fa eseguire alcuni esami
del sangue e un’ecografia pelvica: l’emocromo
mostra un’emoglobina sui 10g/dl, con globuli
rossi di dimensioni più piccole della norma;
l’ecografia mostra alcune cisti ovariche.
Lo specialista inizia una cura di ferro per bocca
e le prescrive una pillola estroprogestinica per
regolarizzare il ciclo.
Carla ha 65 anni, soffre di emorroidi da molti
anni e quando va di corpo, spesso, trova
sangue nelle feci di colore rosso vivo. La cosa
non è una novità, quindi convive normalmente
con questo quadro. È un po’ pallida ma non
ci fa caso. Un giorno ha un calo di pressione
che si manifesta come una vertigine improvvisa
e un senso di mancamento senza perdita di
coscienza. Il suo medico le fa eseguire degli
esami urgenti dai quali si nota una discreta
anemia (8,5g/dl di emoglobina).
3
4
Paola ha 20 anni; da qualche tempo, tre dita
delle mani diventano improvvisamente di
colore bianco cereo, per poi diventare bluastre
e rosse. Riferisce quanto le succede al suo
medico di famiglia che pone un sospetto
diagnostico di fenomeno di Raynaud e la invia
presso un centro specialistico reumatologico
per gli approfondimenti del caso.
I
l pallore è il colore chiaro
tendente al bianco della
pelle quando è scarsamente
irrorata di sangue ed è quasi
sempre presente nei soggetti anemici (i casi di Milena e
Carla). La perdita cronica di
sangue con bassi valori di
emoglobina (la proteina che
veicola l’ossigeno nel sangue)
provoca come conseguenza
una diminuzione della perfusione di sangue a livello della
cute. Questo perché l’organismo, per motivi finalizzati al
mantenimento delle funzioni
vitali di cervello, cuore e rene,
sequestra il sangue dai distretti meno “nobili” (come la
cute appunto), a favore di organi fondamentali per la vita
e la sopravvivenza dell’individuo. L’anemia e il conseguente pallore del viso, ma anche
della congiuntiva e della mucosa della bocca, nei casi
descritti è dovuta a perdita
di sangue: l’ipermenorrea e
polimenorrea (cicli mestruali
NEL PROSSIMO
NUMERO SPAZIO
ALl’ipersudorazione
SE AVETE QUALCHE QUESITO
DA PORRE A STEFANO NOBILI
INOLTRATELO ALLA CASELLA DI
POSTA: [email protected]
con frequenza aumentata normalmente ogni 28 giorni,
nel caso di Milena ogni 22-24
giorni - e abbondanti) cronicizzano, portando ad un corteo di sintomi dove il pallore è
uno dei principali, accompagnato da stanchezza, pressione arteriosa bassa (specie
all’impiedi), vertigine e senso
di mancamento. Ugualmente
nel secondo caso, quello di
Carla, la perdita di sangue è
dovuta a un sanguinamento
cronico causato dalle emorroidi. Quest’ultimo quadro
non è così infrequente e si
instaura in modo lento e continuo, così da “abituare” il
paziente a convivere con la
sua anemia, senza dar troppo
peso a tale sintomo, finché il
meccanismo si rompe e compaiono sintomi quali appunto
le predette vertigini, le crisi di
pressione arteriosa bassa fino
alle lipotimie (svenimenti con
totale o parziale perdita di coscienza).
Cosa fare in
questi casi?
Il pallore del viso e della cute,
abbiamo detto, sono segni,
sintomi, segnali di qualcosa
di anomalo. Da eliminare in
ogni caso. In modo da risolvere anche il sintomo pallore
e gli altri correlati: nel primo
caso la regolarizzazione del
ciclo mestruale in termini
di frequenza e quantità con
la pillola; nel secondo caso
l’eliminazione della causa
con l’intervento chirurgico
sulle emorroidi. Il terzo quadro, quello di Paola, è più
particolare. Il fenomeno di
Raynaud è stato descritto
nel 1862 come quadro di
vasocostrizione acrale (ovvero distale o delle estremità)
seguito da cianosi e vasodilatazione. Tale fenomeno è
normalmente scatenato in
soggetti che presentano un
disequilibrio del sistema nervoso periferico in presenza
di determinati stimoli come
il freddo o emozioni. Può
essere sine materia, ovvero
senza una causa, definito
primario, oppure espressione di una malattia sistemica
specialmente reumatologica
e allora lo si definisce secondario. Si cerca di contrastare il pallore, che si associa
anche a dolore delle estremità, prevenendo il freddo
e tenendo ben calde le dita,
facendo eseguire all’interessata (le donne presentano il
Raynaud con un rapporto di
11 a 7 rispetto al sesso maschile) dei cicli di ginnastica
vascolare in acqua fredda e
calda in modo da abituare
le arteriole delle dita ai cambiamenti di temperatura. Per
la diagnosi viene suggerita
la capillaroscopia, esame
non invasivo che mostra la
conformazione dei capillari ungueali. Il pallore, come
vedete, è un sintomo che è
sempre doveroso indagare.
5
quesiti
medicinali in rete
di Stefano Nobili, Medico di famiglia, Milano
Si parla tanto di farmaci venduti online: mi potreste spiegare se si possono
comprare e se ci sono rischi?
Alberto, Milano
l
6
a domanda del lettore
apre uno scenario importante su questo argomento. Di seguito citiamo alcune
affermazioni di enti e associazioni, il tutto trovato su internet (dal quale oggi non si
può prescindere!); Altroconsumo del 24 novembre 2011
riporta «vendere farmaci online è illegale, ma molti siti lo
fanno». L’Agenzia di stampa
Adnkronos Salute, il 26 marzo 2012: «Scarsa conoscenza della normativa vigente
sulla vendita di farmaci online tra gli italiani: il 41% ignora che, ad oggi, l’acquisto di
medicinali su internet nel nostro Paese è vietato». Detto
questo, la risposta sarebbe
semplice. I farmaci non sono
articoli comuni come capi di
abbigliamento, oggetti o comunque beni che possono
essere commerciabili su internet. Sono appunto farmaci e come tali sottostanno a
regole anche rigide, ma che
servono a tutelare la salute
del paziente oltre che a curarlo. Le norme sono regolate da leggi e questo appunto
per la sicurezza del cittadino
che non deve rischiare la salute o la vita per un prodotto
che lo cura. Per questo motivo i farmaci vengono venduti
in farmacia o nelle parafarmacie (attualmente è in divenire una commercializzazione più ampia, ma ad oggi la
situazione è quella descritta).
Dunque stabilito che la vendita di farmaci su internet è
illegale, vediamo alcuni nu-
meri che vengono forniti dal
Ministero della Salute: «dal
2005 ad oggi quasi 5.500
persone sono state segnalate all’autorità giudiziaria, 337
persone sono state arrestate
e sequestrate più di 3 milioni
e mezzo tra fiale e compresse. Per la voce “buy anabolic” (compra anabolizzanti),
ricercata su uno dei più famosi motori di ricerca internet, si è passati da 5 milioni
di risultati a 10 milioni di oggi
con un incremento del 100
per cento. In rete circolano
psicofarmaci, antidepressivi,
tranquillanti, farmaci per dormire, diuretici, antiepilettici,
steroidi eccetera. I provider
sono all’estero e i compratori
sono attirati dalla possibilità
di effettuare acquisti in forma
anonima, senza prescrizione
e a prezzi più bassi rispetto
a quelli di farmacia». «Tale
facilità di acquisto» continua
il Ministero della Salute, «nasconde il pericolo di contraffazione e l’assenza di controlli. Le grandi dimensioni del
mercato illegale delle farmacie online sono spiegabili con
l’altissima redditività dell’investimento illegale: per ogni
euro si stima un guadagno
di 2.500 volte tanto. Le forze
dell’ordine, nello specifico i
Nas (Nucleo anti sofisticazione) dell’Arma dei Carabinieri, al fine di identificare fonti
clandestine di rifornimento di
farmaci e canali commerciali occulti, fanno parte di una
task force dal nome Impact
Italia che coinvolge Ministero della Salute, Aifa (Agen-
zia italiana del farmaco), iSS
(Istituto superiore di sanità),
i Ministeri dell’Interno, dello
Sviluppo economico e l’Agenzia delle Dogane. Collaborano inoltre con Europol e
Interpol all’interno del Forum
permanente sul crimine farmaceutico
internazionale,
composto dai rappresentanti
di 17 Paesi nel mondo.
tradizionalisti
Secondo una recente indagine condotta nel giugno
2011 da una nota società di ricerche di mercato,
la Gfk Eurisko, per conto di
ANIFA (Associazione nazionale industria farmaceutica
dell’automedicazione), solo
un italiano su 5 considera la
possibilità di acquistare farmaci da banco su internet e
il 13% soltanto acquisterebbe online i farmaci da automedicazione se esistesse la
disponibilità di tale servizio.
Quindi gli italiani sono ancora
molto “attaccati” alla farmacia e al consiglio del farmacista. E ancora: su 2300 cittadini italiani di sesso maschile
e femminile, secondo una
ricerca del Ministero della
Salute in collaborazione con
l’Università la Sapienza di
Roma, circa il 60% utilizza
internet per informazioni riguardanti la salute, ma solo il
3% utilizza il web per acquistare farmaci. La stragrande
maggioranza degli intervistati
evidentemente sospetta che
nella vendita di farmaci via
internet ci sia qualcosa di cui
non fidarsi.
7
ZOOM
Fiori all’occhiello
Afronline.org - The voice of Africa
è uno strumento creato e sostenuto
da Vita per sviluppare un’agenzia
di stampa al 100% africana. Una
rete di informazione che comprende
ben 16 media del continente nero
per conoscere l’Africa degli africani
e non l’Africa filtrata dalla cultura
occidentale, ovvero quella cui siamo
normalmente abituati a sentirci
raccontare.
Yallaitalia.it - il blog delle seconde
generazioni è una piattaforma di
ritrovo per persone nate e cresciute in
Italia da immigrati del mondo arabo.
Nasce da una esperienza associativa
già esistente, cui Vita ha voluto dare
voce e strumenti un po’ per vocazione,
un po’ per ragioni di buon vicinato: la
moschea si trova infatti a due passi
dalla sua sede milanese.
VITA
UN INGREDIENTE
FONDAMENTALE
di Federico Meda
N
8
egli ultimi vent’anni le
realtà no profit e di volontariato sono diventate fondamentali per la tenuta sociale del nostro Paese. Hanno
rappresentato, sostituito e
supplito alle istituzioni in ragione di problemi economici,
organizzativi e - purtroppo legislativi. È tipico degli italiani: dove lo stato non arriva,
ci si industria. Così, come
funghi, sono nate le onlus, le
cooperative, forme di associazione capaci di catalizzare
fondi, prima solo statali, poi
privati, infine anche industriali, grazie alle nascenti fondazioni d’impresa e a politiche
aziendali più etiche, secondo
i principi della responsabilità
sociale. In questo percorso
di crescita, realtà come Vita
(www.vita.it) hanno condiviso
le linee guida, creato strategie, fornito strumenti indispensabili a un mondo, per
sua natura, un po’ naif che
aveva bisogno di essere “formato”. Ora il Gruppo Vita si
divide tra comparto editoriale
- autore di un mensile (dopo
quasi un ventennio a cadenza settimanale) specifico per
il no profit, volontariato e terzo settore, di alcune testate e
blog e di una nuova collana
di libri in collaborazione con
Feltrinelli - e consulenza per
le imprese. Ne abbiamo parlato con l’Amministratore delegato, Paolo Migliavacca.
Qual è il segreto di Vita?
Competenze uniche nel terzo settore... e la nostra storia: ci trasformiamo da realtà
editoriale in imprenditoriale
Da realtà editoriale a rappresentante delle
istanze del no profit, la parabola (felice)
di Vita, quotata in borsa ma - per statuto obbligata a reinvestire gli utili
bilità, curiamo bilanci sociali
(vedi glossario ndr), seguiamo aziende nelle iniziative a
favore dei più deboli… Siamo
un ingrediente fondamentale
dell’ecosistema terziario, cui
la popolazione sempre più si
appoggia.
perché esplicitamente richiesto, non per seguire logiche
di mercato o di profitto. Ci
veniva riconosciuta “la conoscenza” e le grandi realtà del
comparto volevano che fosse
trasformata in ”capacità di
fare”. Ora lavoriamo costantemente su idee e contenuti
di realtà come WWF, Unicef,
Telefono Azzurro…
Citiamo le più famose per
semplificare, ma se volessimo approfondire?
Mettiamo a disposizione di
organizzazioni e aziende gli
strumenti innovativi per percorsi di corporate responsability (la responsabilità
sociale di un’azienda ndr),
sviluppiamo forme di marketing applicato alla sosteni-
Da come parla, sembra che
Vita rappresenti l’intero settore.
Effettivamente questo è l’intento. Il mezzo è un comitato
editoriale di oltre 67 realtà (a
questo link la lista completa:
www.vita.it/user/aderenticomitatoeditoriale) in rappresentanza delle oltre 350mila
territoriali. Il ruolo è fornire
alla redazione (e alla struttura) spunti di riflessione e
linee editoriali.
Quanto è cambiato questo
mondo e, di conseguenza,
Vita?
Dal ‘94 a oggi? Rischio di
perdermi. Una delle svolte più moderne è il cambio
di mentalità sul concetto di
sostenibilità: da fine (o costrizione) si è trasformato in
mezzo (o opportunità). Non
solo per noi e le onlus, anche
per il mondo dell’impresa e,
in parte, della finanza.
Il futuro? Ha qualche ricetta,
consiglio, suggerimento per
il terzo settore?
Bisogna assolutamente favorire le donazioni, sia da un
punto di vista fiscale sia normativo. Talvolta far del bene
risulta complicato; trasformerei il 5 per 1000 da disposizione di bilancio in Finanziaria in vera e propria legge,
così da assicurare i fondi
senza l’incubo di improvvisi e
inopinati tagli; infine, lo stato
dovrebbe dimostrarsi più “intelligente” e buon pagatore:
erogare fondi significa anche
controllare che siano investiti
in maniera efficace e nei termini prestabiliti. Talvolta i ritardi e l’inefficienza nostrana
condizionano gli stessi fondi
dell’Unione europea: ne abbiamo diritto ma non sempre
li meritiamo.
GLOSSARIO
Cos’è un bilancio
sociale?
Si tratta di un documento con il
quale un’organizzazione, che sia
un’impresa o un ente pubblico,
o un’associazione, comunica
periodicamente in modo volontario,
gli esiti della sua attività,
non limitandosi ai soli aspetti
finanziari e contabili. Nasce dalla
consapevolezza che esistono
diverse categorie di persone,
definiti stakeholders, che hanno
un diritto riconosciuto, o interesse,
a conoscere quali ricadute, o
effetti, l’ente produce nei propri
confronti.
9
automedicazione
mal di testa?
chiedi aiuto
di Gianni Poli
in collaborazione con Stefano Govoni
Ordinario di Farmacologia - Università di Pavia
c
10
ome riferisce il professor
Stefano Govoni, docente
di Farmacologia a Pavia «la
sola cosa che ha saputo fare
la medicina per il mal di testa è stata trovargli un nome,
cefalea. E poi un altro nome,
emicrania, quando il dolore si
localizza in una metà (emi)
della testa». In realtà nessuno sa con certezza perché
si scateni il mal di testa, con
dolori in alcuni casi invalidanti, purtroppo ben noti a
molti: «Chi ne è vittima accusa tensioni muscolari, dilatazioni dei vasi cerebrali e
infiammazioni delle strutture
nervose». E se è la prima
volta è bene che si rivolga
a un medico. A maggior ragione deve farsi visitare se
il dolore persiste o ricorre
(tipo due volte la settimana).
Il disturbo più frequente è
la cosiddetta “pesantezza
di testa”, cioè l’intontimento.
La “pesantezza alla nuca”
è un dolore dovuto alla tensione dei muscoli del collo e
può estendersi alle tempie,
a causa di affaticamento sia
fisico sia psichico. C’è poi il
“cerchio alla testa”, cioè la
sensazione di un cerchio che
stringe dalla nuca alla fronte,
con dolore acuto sulle tempie, risultante da una forte
tensione emotiva. Poi ci sono
i dolori trafittivi come il “chiodo di Bismarck”, vale a dire
un dolore pulsante al vertice
della testa (tipico della menopausa) o il “chiodo in fronte”,
con un dolore acuto alla radice del naso, concomitante
a un raffreddore o a una sinusite. Dopo i chiodi vengono i martelli: c’è quello “alle
tempie” con un dolore acuto
e pulsante, spesso associato
a gonfiore delle vene intorno
alle tempie e arrossamento
degli occhi, spesso legato a
rialzi di pressione arteriosa.
l’interlocutore
è il medico
Il banale mal di testa esiste,
colpisce praticamente tutti,
non è annunciato da alcuna
strana alterazione, si presenta ogni tanto, di solito ha breve durata, lo si affronta con
i comuni analgesici e, quando passa, non lascia conse-
guenze. «Purtroppo», precisa
Govoni «il 75 per cento di
coloro che ne soffrono non si
rivolge al medico». E non pochi medici di medicina generale risolvono le ansie di chi
soffre di mal di testa dicendo
loro: «prenda un’aspirina».
Il medico dovrebbe essere
l’interlocutore naturale di chi
soffre di emicrania o cefalea,
ma è più facile che chi ne è
afflitto si rivolga al farmacista, preparato a suggerire il
medicamento più adatto e
soprattutto a consigliare la
visita di uno specialista. Purtroppo molti si rivolgono a un
parente, a un amico, a un conoscente che trasferisce loro
informazioni il più delle volte
inesatte. «Oppure, e questo
è il peggio, c’è chi si fida di
internet o di quello che ti propina la pubblicità, pronta a
dirti che dopo un attimo il dolore è passato e, in qualche
modo, sei di nuovo in gran
forma».
Due parole sulle emicranie,
sottotipo della cefalea, di
cui soffrono maggiormente
le donne (in rapporto di 6-7
«Cercate di non fare uso disinvolto di farmaci per contrastare
la cefalea o l’emicrania, alla lunga danno tossicità», chiarisce il
professor Stefano Govoni, farmacologo presso l’Università di Pavia
a 1 rispetto agli uomini). Da
luogo a scotòmi, comparsa
di punti neri scintillanti nel
campo visivo e fotofobia,
cioè fastidio per la luce. Da
ultimo un accenno alla cefalea a grappolo, che invece
colpisce prevalentemente i
maschi. Il dolore intenso inizia dall’occhio, si irradia alla
tempia e talvolta al collo. Il
nome riporta questa particolare distribuzione anche se
l’idea del grappolo d’uva ricorda gli attacchi, non a caso
scatenati dall’alcool.
Tredici tipi,
tre i principali
Di cefalee sono state classificate tredici forme differenti,
ma le più frequenti sono tre:
emicrania, cefalea tensiva e
cefalea a grappolo. Le cefalee primarie sono tali in quanto non hanno come causa
scatenante un’altra malattia.
Le cefalee secondarie, molto
meno frequenti, sono concomitanti a un’altra patologia,
spesso banale, a volte invece
grave, che va investigata dal
medico. Quasi 150 sono le
forme di mal di testa riconosciute dalla scienza.
Gli esami
non aiutano
Gli esami di sangue, urine e
feci ma anche quelli del liquido cefalo-rachidiano, purtroppo non aiutano. Sia durante l’attacco di cefalea che
negli intervalli fra un attacco
e l’altro, non evidenziano alterazioni significative. Se mai
vi è accaduto di soffrire di
mal di testa consideratevi fortunatissimi: solo 5 italiani su
100 non patiscono un episodio di cefalea o di emicrania
nel corso della vita.
Tenete
presente
Non fa bene cercare di distrarsi
leggendo o guardando la
televisione, bere alcolici, assumere
cibi difficili da digerire o per i
quali si sospetta un’intolleranza
(certi tipi di vino, alcuni formaggi
o insaccati). È certamente utile
tenere un diario delle situazioni che
hanno scatenato il mal di testa,
l’orario della comparsa e la durata,
tutti dati da riferire al proprio
medico; assumere il farmaco
prescritto quanto prima, non
appena si avvertono le avvisaglie
del mal di testa; riposare in
una stanza buia e tranquilla;
praticare esercizi di rilassamento
(contrazioni-decontrazioni
muscolari, respirazione consapevole
e profonda); seguire una dieta
leggera, con pochi grassi animali.
11
Donna, 40 anni
Da alcuni giorni soffro di cistite, che sto curando con un
antibiotico specifico. Pensa
che sia utile abbinare una
terapia di sostegno? Ci sono,
inoltre, alimenti che devo
evitare durante la fase acuta
della malattia?
parola al
ginecologo
ragazza, 25 anni
Salve dottoressa, le sottopongo il mio problema: questo mese ho avuto il ciclo
con 15 giorni di ritardo e in
più si è presentato con forti
dolori alle ovaie, unitamente a fitte e bruciori interni.
Inoltre la perdita di sangue
è stata decisamente abbondante e fastidiosa. Tutto ciò
può essere legato al ritardo
mestruale?
È da valutare se il disturbo si
è verificato solo in questo ciclo o è un disturbo frequente. Comunque, se i flussi
mestruali persistono nell’essere dolorosi, le conviene
sottoporsi ad una visita specialistica e ad un’ecografia,
per escludere cause organiche e impostare la terapia
più adatta al caso.
Donna, 36 anni
12
Ho sentito dire che fare il
bagno, al mare o in piscina,
quando si ha il ciclo mestrua-
le, comporta un’interruzione
momentanea di quest’ultimo?
È vero? E se sì, perché?
In effetti, la diversa temperatura dell’acqua (più fredda
rispetto a quella corporea) fa
restringere i vasi sanguigni,
provocando così un arresto
o una forte diminuzione del
flusso.
ragazza, 20 anni
Vorrei sapere perché c’è la
probabilità di restare incinta
anche se il rapporto avviene
durante il ciclo mestruale.
Perché non si può stabilire con certezza il momento
dell’ovulazione, dato che varia a seconda del ciclo mestruale; ciclo che a sua volta
è diverso da donna a donna,
a seconda del periodo della
vita in cui essa si trova. Sebbene quindi, le probabilità di
gravidanza siano basse, non
possono essere considerate
nulle.
Oggi sono in commercio prodotti validi come acidificanti
urinari e probiotici che, a mio
avviso, vanno sempre abbinati a terapia antibiotica. Questo, con posologia differente
a seconda che sia una prima
infezione delle vie urinarie o
una cistite ricorrente. Riguardo agli alimenti vanno evitati
fritture, pepe, peperoncino,
alcol e bevande gassate.
Donna, 31 anni
Ho partorito da 8 mesi e
continuo ad allattare la mia
bambina. La cosa strana è
che ancora non ho ripreso
ad avere un ciclo regolare.
Tanto per dire, il mese scorso ho avuto le mestruazioni
per due giorni, ma stavolta
ancora niente. C’è qualche
problema?
No, durante l’allattamento
può essere normale. Verifichi
solo se nel frattempo non si è
instaurata un’altra gravidanza. Ricordi che in allattamento è possibile fare contraccezione con la pillola a base di
solo progestinico.
Donna, 27 anni
Anche se le mie mestruazioni
non sono mai puntuali, que-
sto mese ho un ritardo che mi
dà da pensare. Premetto che
non credo di essere incinta,
perché fino ad oggi non ho
mai avuto con il mio fidanzato
un rapporto completo. A questo punto da cosa può dipendere un simile ritardo?
Non per creare falsi allarmi,
ma dovrebbe sapere che
non è necessario un rapporto completo per avviare una
gravidanza. Basta che il liquido seminale sia anche poco
in vagina, per far sì che gli
spermatozoi possano risalire
nell’apparato genitale interno,
e quindi fecondare un eventuale ovulo. Si è già sottoposta
ad un test di gravidanza? Se
risultasse negativo, consulti
un ginecologo per una visita
accurata, poiché tante possono essere le cause di un’oligoamenorrea, cioè di un’alterazione del ritmo del ciclo
mestruale.
Donna, 33 anni
Ho un ciclo abbastanza regolare, ma alcuni giorni prima del flusso vero e proprio,
riscontro perdite più o meno
consistenti di sangue color
rosso e marroncino? A cosa
è dovuto il problema e cosa
posso fare per risolverlo?
Spesso si tratta di un disturbo puramente funzionale; al-
Claudia
mazzarella
Specialista in Ginecologia
presso la Casa di cura
Villa Serena (Foggia).
tre volte, invece, è la spia di
una patologia organica, come
polipi endocervicali o endometriali, o infezioni. Le cause
possono essere varie: le consiglio, perciò, di sottoporsi ad
una visita ginecologica, per
avere un orientamento più
preciso in merito al suo problema.
ragazza, 26 anni
Prendo la pillola perché sono
affetta da microcisti alle ovaie
che mi generano acne. Vorrei
chiedere allo specialista se è
l’unica terapia utile per ostacolare questo fenomeno, e se
i forti dolori interni che accuso
durante il ciclo, possono essere dovuti all’uso della pillola.
La terapia che lei sta seguendo non è l’unica possibile, ma
è la più comune. Riguardo ai
dolori, probabilmente il dosaggio della pillola non è adatto o va abbinata una terapia a
base di inositolo.
ragazza, 19 anni
Le scrivo per un problema che
mi preoccupa abbastanza:
qualche giorno fa, durante un
rapporto con il mio ragazzo,
ho avvertito un po’ di dolore e
di bruciore. In seguito, ho fatto una lavanda vaginale che
mi ha causato altro bruciore
e la perdita di minuscoli pezzetti (simili a briciole) di pelle
bianca. C’è una spiegazione a
quanto mi è successo e come
posso rimediare?
Da come descrive i suoi sintomi, sembrerebbe trattarsi
NEL PROSSIMO
NUMERO l’oftalmologo
INOLTRATE I VOSTRI QUESITI
ALLA CASELLA DI POSTA
[email protected]
LI GIREREMO AI NOSTRI ESPERTI
di una semplice infezione vaginale da Candida, un fungo
che si riscontra molto spesso
nel microambiente vaginale.
In tal caso, potrebbe essere
sufficiente una breve cura
orale e con ovuli vaginali. Ne
esistono di efficaci, anche in
formato monodose, per risolvere ogni problema.
ragazza, 23 anni
Cara dottoressa, le chiedo
aiuto per un problema che
sta procurando, a me e al
mio compagno, una certa
frustrazione. Durante i nostri
momenti intimi, passati alcuni minuti dall’inizio della penetrazione, inizio a sentire un
lieve bruciore che man mano
diventa sempre più intenso,
costringendomi ogni volta a
interrompere il rapporto. Pensa che si tratti di una semplice
infiammazione o di qualcosa
di più serio?
In questi casi conviene sempre escludere un processo
infiammatorio dovuto a vaginite. Una visita ginecologica,
oltre all’eventuale esecuzione
di tamponi vaginali e di un
esame batteriologico a fresco, possono escludere questa eventualità. In attesa dei
risultati degli esami, può comunque usare un lubrificante
vaginale che le consentirà di
migliorare la situazione.
13
in rete
saluteinmovimento.com
Viaggiamo verso un futuro in cui lo schermo televisivo
e quello del computer saranno la stessa cosa. E allora,
perché non anticipare i tempi e occuparci della nostra
salute attraverso un “canale tv” che si può seguire gratis
su Internet? Basta curiosare un po’ nel vasto mondo di
YouTube, il servizio di condivisione di video online più
popolare al mondo. E fermarsi, per esempio, su Salute
in movimento, una pagina che permette di seguire un
ampio numero di video dedicati all’attività fisica che
favorisca e tuteli il nostro benessere. Non è necessario
collegarsi direttamente a YouTube: si può partire dal sito
saluteinmovimento.com e cliccare (in basso) su “salute
in movimento Tv”. Si apriranno due siti che permettono di
scegliere, nella parte sinistra della pagina, fra un’ampia
varietà di video, nei quali vengono mostrati e spiegati
una serie di esercizi con i più diversi obiettivi: dal
miglioramento della respirazione al massaggio antistress,
dal potenziamento dei muscoli del collo al relax per la
schiena. Basta ascoltare (o leggere le indicazioni in
sovraimpressione), osservare e, naturalmente… ripetere.
Sul lato destro della pagina si trovano le “playlist”, che
dividono i filmati secondo temi specifici: si parla di diete,
omeopatia, utilizzo domestico di attrezzi da fitness,
ginnastica in acqua. Per le future mamme è online
anche “gravidanza in movimento Tv”, che affronta, con lo
stesso metodo, argomenti come il movimento fisico con
il pancione, la preparazione al parto, l’ambientamento
in acqua per i neonati, l’attività sportiva dei più piccoli
attraverso il gioco. Perlustrando la pagina nel lato in basso
a destra, trovate infine i link ad altri canali web sul tema.
Non vi resta che… sudare!
Crema mani
Grazie alla sinergia dei suoi
principi attivi funzionali, Aqua
Crema Mani Concentrata
di Rilastil® ha proprietà
idratanti e protettive. Si
assorbe rapidamente e senza
ungere donando alle mani
morbidezza ed un effetto
“cachemire”. Va applicata
anche più volte al giorno. In
farmacia a euro 8,90 (il tubo
da 75 ml)
16
Crema piedi
Crema mani
e unghie
Da Neutrogena®, Crema
Mani&Unghie. Grazie alla
sua texture ultra leggera, si
assorbe velocemente e in un
unico gesto si prende cura
delle mani e delle unghie. Il
risultato? Unghie due volte
più resistenti, pelle idratata,
liscia, vellutata e cuticole più
morbide. Perfetta in tutte le
stagioni, va usata ogni giorno
massaggiandola su mani e
unghie. In farmacia a euro
7,50 (il tubo da 75 ml)
Podexine Anti-Traspirante
di Vichy è una crema che
regola la sudorazione per 24
ore, limita la macerazione
del piede, responsabile della
formazione di cattivi odori e
la proliferazione dei batteri.
Con acqua termale di Vichy
dalle proprietà lenitive,
rigeneranti e fortificanti, va
applicata al mattino su tutto
il piede massaggiando con
cura. In farmacia a euro
12,10 (il tubo da 50 ml)
PRoFAR
Linea ZANZARE
Con l’arrivo della bella stagione e dei primi
caldi, spuntano regolarmente i primi malesseri
causati dai fastidiosi pruriti derivanti dalla
puntura delle zanzare. Il modo migliore per
evitare di essere punti è prevenirne l’assalto,
proteggendo la pelle con insettorepellenti
efficaci.
La Nuova Linea Zanzare PROFAR, sviluppata in
collaborazione con una delle migliori industrie
del settore, è composta da due prodotti pratici
ed efficaci: un repellente spray ed un roller
post puntura senza ammoniaca.
Zanzoff PROFAR è una lozione insettorepellente
in spray (PMC) che sfrutta le proprietà
dell’N,N-Dietil-m-toluammide,
per
tenere
lontani moscerini e zanzare. Alla lozione
insettorepellente è stata aggiunta una miscela
bilanciata di olii essenziali di Salvia Officinale,
Rosa geranio, Verbena Citrodora e Muschio
che ne rende piacevole l’utilizzo, lasciando un
gradevole profumo sulla pelle.
Il dopo puntura Zanzoff PROFAR senza
ammoniaca è invece un pratico roll on che
rinfresca la cute donando sollievo immediato
dalle punture di insetto. Grazie ai suoi principi
attivi di origine naturale (aloe, camomilla,
malva e calendula) è adatto anche alle pelli
più sensibili e delicate.
Leggere attentamente le avvertenze e le
modalità d’uso stampate sull’etichetta prima
dell’acquisto e/o dell’utilizzo.
17
18
Testi a cura di
Stefania Bortolotti, Claudio Buono,
Enrico Maria Corno, Vittoria Pietropoli
con un piede
IN VACANZA
DA SAPERE
Insieme a Luca Bertini, Specialista
in Ortopedia e Traumatologia a
Pisa, abbiamo approfondito molto
le singole patologie. Ricordiamo che
trattamenti e cure vanno concordate
con il proprio medico o con uno
specialista
mani e piedi
PATOLOGIE e traumi
Artrosi
È la malattia reumatica più diffusa e provoca lesioni degenerative, croniche e progressive, a carico delle articolazioni, non
di rado accompagnate da infiammazione.
Il sintomo più frequente è il dolore, che
aumenta con il movimento. Spesso le mani
presentano gonfiori alle dita e arrossamento, fino a vere e proprie deformazioni che compromettono i tanti piccoli gesti
quotidiani.
Chi colpisce e a che età
Colpisce entrambi i sessi, soprattutto in
età avanzata (ma non di rado anche i soggetti più giovani, per esempio a causa di
traumi o attività che comportano manovre
ripetitive).
Come si cura
20
La terapia farmacologica prevede l’uso di
antinfiammatori non steroidei ad azione
analgesica e di condroprotettori, atti a rallentare i processi degenerativi e a stimolare i processi riparativi cartilaginei.
Un altro trattamento è quello infiltrativo
intrarticolare, con sostanze che migliorano la lubrificazione delle articolazioni
della mano. Utili anche le terapie fisiche e
riabilitative, magari effettuate in ambiente
termale.
SINDROMI
canale cubitale
Nota anche come “gomito del telefonista“, è l’infiammazione
del canale che si trova nel gomito, attraverso cui passa il
nervo ulnare. Normalmente si riconosce attraverso sintomi
quali formicolio, perdita di sensibilità e della forza localizzate
soprattutto a metà dell’anulare e del mignolo, dolori alla
mano, al gomito e all’avambraccio.
Chi colpisce e a che età
Viene riscontrata più frequentemente tra gli uomini
di mezza età.
Come si cura
Si può tentare di alleviare i sintomi sopradescritti con la
somministrazione di farmaci antinfiammatori e iniezioni di
steroidi nell’area della compressione del nervo. Il trattamento
d’elezione resta comunque l’intervento chirurgico, che
consiste nella liberazione del nervo a livello del gomito.
Artrite
È un’infiammazione acuta dell’articolazione,
che poi tende a diventare cronica, peggiorando
con il tempo. I sintomi caratteristici sono dolore,
gonfiori, formazione di liquidi, difficoltà a muovere
l’articolazione.
tunnel carpale
È una neuropatia dovuta alla compressione
del nervo mediano nel suo passaggio attraverso il canale (o tunnel) carpale, una cavità localizzata a livello del polso. Uno dei
primi sintomi è la sensazione di intorpidimento o gonfiore alla mano (in particolare
alle prime tre dita) accompagnata da formicolii, soprattutto al mattino e/o durante la
notte. Successivamente, se la patologia si
aggrava, possono comparire dolore (che si
irradia anche all’avambraccio), perdita di
sensibilità alle dita e di forza della mano.
Chi colpisce e a che età
La sindrome si manifesta più spesso nelle
donne (con un’incidenza 3 volte maggiore
rispetto agli uomini), prevalentemente tra
i 50 e i 60 anni, in entrambi i sessi. Da notare che la patologia è associata di frequente a varie attività lavorative manuali che
comportano ripetute e prolungate flessoestensioni del polso (ma anche l’uso intensivo del mouse è una causa scatenante) e
alla pratica di alcuni sport (come il golf, ad
esempio).
Come si cura
I farmaci antinfiammatori non steroidei
- come acido acetilsalicilico (aspirina) e
ibuprofene - possono alleviare dolore e
gonfiore presenti da poco tempo. In caso
di sintomi intermittenti o di lieve entità,
cortisone e lidocaina (un anestetico locale) consentono di alleviare la compressione
del nervo mediano, fornendo un sollievo
immediato anche se temporaneo. I sintomi
possono migliorare anche sottoponendosi
a ultrasuoniterapia o a elettroterapia ionoforesi. Se invece persistono a lungo, può
essere consigliato l’intervento chirurgico
(neurolisi), che consiste nel tagliare la fascia di tessuti intorno al polso per ridurre
la compressione sul nervo mediano.
Chi colpisce E a che età
In prevalenza le persone giovani, anche i bambini.
Come si cura
I cortisonici danno un sollievo temporaneo,
mentre altri farmaci, come il methotrexate (un
chemioterapico) o i medicinali biologici, sono in
grado di rallentare la malattia.
Malattia
di Raynaud
Questo disturbo colpisce prevalentemente le dita della mano. A causa del freddo
o di un’intensa emozione, il sistema delle
arteriole e delle venule subisce una serie
di dilatazioni e contrazioni repentine e
disordinate che provocano una riduzione del flusso di sangue (le dita perdono
sensibilità e assumono una colorazione
prima pallida e poi bluastra). Successivamente, con il ritorno alla normalità del
flusso sanguigno, il colorito tende al rosso e si avverte formicolio, prurito e a volte dolore.
Chi colpisce e a che età
Questa sindrome si osserva prevalentemente nelle donne in età fertile, in un
range d’età mediamente compreso tra 16 e
40 anni, anche se non è raro osservarla in
concomitanza con la menopausa.
Come si cura
Una pomata a base di nitroglicerina al 2%
è in grado di risolvere in pochi minuti la
totalità dei casi. Ad uso preventivo, invece, danno risultati discreti i farmaci calcioantagonisti (come la nifedipina) e gli
alfabloccanti (come il naftilidrofurile o
l’oxpentifillina).
21
Malattia di
Dupuytren
È una patologia benigna caratterizzata dallo sviluppo
di noduli e tessuto fibroso sul palmo della mano e delle
dita (in corrispondenza dell’anulare e del mignolo) che,
con il tempo, diventano visibili ad occhio nudo e a volte
provocano dolore alla palpazione. In seguito, si verifica
un accorciamento e una retrazione delle corde fibrose
che rende difficile l’estensione delle dita interessate dal
problema.
Chi colpisce E a che età
Colpisce più frequentemente il sesso maschile e di solito
si manifesta dopo i 40 anni, anche se sono descritte
forme giovanili della malattia.
Come si cura
Esistono diversi trattamenti, a seconda dello
stato della malattia. Nella fase iniziale, una tecnica
innovativa prevede l’iniezione di collagenasi, un farmaco
particolare che disgrega il tessuto fibroso. Nello
stadio intermedio è possibile eseguire l’aponeurotomia
percutanea ad ago (un intervento che consiste nel
sezionare le fasce palmari per mezzo di un bisturi
specifico). A un livello avanzato della malattia, invece,
bisogna ricorrere alla aponeurectomia, ovvero alla
rimozione chirurgica di quella parte di fascia palmare
superficiale colpita dalla malattia.
Lussazione
delle dita
A seguito di un forte trauma, come la classica ‘insaccata’ degli sportivi, si verifica lo
spostamento delle estremità ossee, che nella mano interessa le falangi delle dita (in
alcuni casi sono presenti anche abrasioni
ed ecchimosi). La lussazione traumatica è
caratterizzata da dolore improvviso e pungente, gonfiore, deformazione visibile e intorpidimento dell’articolazione colpita, con
conseguente difficoltà a muoverla.
Chi colpisce e a che età
22
Un notevole numero di lussazioni traumatiche si verifica tra gli sportivi (professionisti e no, di ogni età e sesso) e in particolare
tra chi pratica discipline come volley, basket, calcio, rugby, sci, ciclismo.
Come si cura
Nella fase acuta del trauma, per ridurre il
gonfiore e la sintomatologia dolorosa, si
può applicare del ghiaccio sulla zona colpita. In seguito è consigliabile eseguire una
fasciatura non troppo rigida e applicare degli impacchi freddi.
Alluce valgo
Si tratta di una delle patologie più diffuse a
carico del piede, caratterizzata da una deformità del primo dito (alluce) che comporta una
deviazione laterale della falange, con lussazione dei sesamoidi, due piccole ossa entro
le quali si trova l’articolazione dell’alluce. In
genere, questa deformità è accompagnata da
una tumefazione dolente della parte interna
del piede (la cosiddetta “cipolla“) la quale altro
speciale mani e piedi
Piede piatto
È una malformazione del piede, in cui
scompare la volta plantare e il calcagno è
deviato verso l’esterno (valgismo del retropiede). Si ritiene che questo avvenga per
una predisposizione genetica; tuttavia,
studi recenti hanno messo in evidenza che
indossare troppo precocemente le scarpe
nell’infanzia, provoca un mancato sviluppo dell’arco longitudinale normale. Esiste però la possibilità che il piede diventi
piatto successivamente, per insufficienza
del tibiale posteriore, artropatie, traumi,
disturbi neuromuscolari. I sintomi cominciano di solito con la manifestazione di un
dolore al piede, che si irradia fino al polpaccio e che si avverte soprattutto stando
in piedi o camminando. Via via il dolore
aumenta, coinvolgendo anche il collo del
piede. Inoltre, nel tempo si cominciano a
riscontrare delle anomalie che interessano la morfologia del piede. Manifestazioni
sintomatologiche evidenti sono le difficoltà nel flettere il piede e la tendenza ad affaticarsi facilmente.
non è che una forma di borsite, cioè di infiammazione da sfregamento con la calzatura.
Chi colpisce e a che età
A soffrire maggiormente di alluce valgo è la
donna, in genere di età matura o senile, soprattutto se sussistono casi di familiarità.
molto frequente.
Come si cura
I rimedi a questo problema vanno dai classici interventi di osteotomia (tagli di precisione sull’osso che correggono geometricamente l’angolo del valgismo) a tecniche più
recenti e mininvasive che si avvalgono del
laser o, come nella “tecnica percutanea, di
minifrese che, una volta introdotte attraverso un’incisione millimetrica della cute e manovrate sotto controllo radiologico, permettono al chirurgo di eliminare la sporgenza.
Chi colpisce e a che età
Un piede che resta piatto dopo la prima infanzia, è un’anomalia comune negli adolescenti e negli adulti.
Come si cura
Fino all’inizio dell’età scolare, il trattamento correttivo si limita a esercizi di ginnastica del piede (camminare sulla punta e sul
calcagno, raccogliere da terra piccoli oggetti con le dita del piede eccetera). Dopo,
se tale patologia persiste, occorre una cura
più incisiva, che prevede l’uso di un plantare e di calzature adeguate. Quando tali
cure non danno l’esito sperato o se il piede
piatto è acquisito successivamente, si ricorre a un intervento chirurgico mininvasivo
denominato “artrorisi della sottoastragalica“, che prevede il posizionamento di una
vite metallica tra il calcagno e l’astragalo,
23
in modo da bloccare lo scivolamento delle
due ossa. Negli adulti è possibile effettuare il medesimo intervento a qualsiasi età,
laddove si manifesti dolore o difficoltà di
deambulazione. La tecnica è in grado di
ripristinare in modo completo le capacità
motorie e consente di eliminare il dolore.
Piede cavo
24
È un’altra malformazione del piede, caratterizzata da un’esagerata concavità dell’arcata plantare. L’area d’appoggio è limitata
alla parte anteriore e al calcagno, mentre
la parte mediana è rientrante più del dovuto. La deformità può essere congenita
o acquisita (a seguito di una malattia neurologica come la poliomielite, la distrofia
muscolare o una spina bifida). In assenza
di una patologia particolare, questa condizione può verificarsi per l’uso di calzature
troppo corte (che fanno piegare ad uncino
le dita e incavare esageratamente l’arcata)
o con tacchi troppo alti (che aumentano
il tono muscolare della pianta del piede e
provocano, con le punte strette, la deformazione delle dita, facendole disporre “a
griffe“). Il sintomo più evidente è il dolore,
che da sotto il tallone si estende alla prima
metà dell’avampiede (fascite plantare), che
peggiora sotto carico e durante la deambulazione, irradiandosi talvolta anche a tutta
la gamba.
Chi colpisce e a che età
Quando è congenito, generalmente il problema si manifesta nei bambini già in tenera età (specie tra le femmine). La forma
acquisita, invece, può presentarsi in qualsiasi momento della vita, ma più facilmente
nei soggetti adulti. Di piede cavo soffrono
anche gli sportivi in particolare quelli impegnati in discipline che comportano salti
e corsa.
Come si cura
Per evitare la progressione del difetto, è
necessario portare plantari personalizzati,
a lievitazione, realizzati dal podologo. Nei
bambini fino a cinque-sei anni si può ricorrere anche alla fisioterapia, con manipolazioni che tendono a ripristinare la forma
corretta del piede. L’intervento chirurgico è
indicato quando la deformità è progressiva
e grave, e le terapie conservative hanno fallito. Le tecniche vanno dalla liberazione dei
tessuti molli alle trasposizioni tendinee,
speciale mani e piedi
fino agli interventi sull’osso (osteotomia
metatarsale o resezione del tarso), oppure
a varie combinazioni di queste. La scelta
del tipo di intervento dipende dall’età del
paziente e dal grado di malformazione.
Dita a martello
Quasi sempre presenti nel piede cavo, ma anche in quello piatto, sono il risultato di una
deformità che interessa una o più dita del
piede, che curvano verso l’alto in corrispondenza dell’articolazione centrale, assumendo la caratteristica forma “a martello“ (o “ad
artiglio“). La cause vanno da una predisposizione congenita, a varie patologie articolari, circolatorie e neuromuscolari, fino agli
infortuni patiti dalle dita dei piedi. Comunque, anche le calzature non idonee (troppo
strette, specie in punta, o con tacchi troppo
alti) sono un fattore importante nell’insorgenza del disturbo. In tali condizioni, le dita
possono premere e sfregare contro la punta
o la parte superiore della scarpa, e assumono una posizione innaturale. Non di rado
si verificano altri inconvenienti, come callosità e rigidità articolare, che determinano
dolore intenso e difficoltà a camminare e a
muovere il piede e le dita.
Chi colpisce e a che età
A esserne colpite sono soprattutto le falangi delle donne (anche delle più giovani, se
esiste una predisposizione), in un rapporto
di cinque a uno, rispetto a quelle dell’uomo.
Come si cura
Se il dito è ancora flessibile, l’ortopedico
può suggerire l’uso di particolari tutori
che lo mantengano disteso, oltre a specifici esercizi fisioterapici per migliorare
la deformità. Se invece il dito ha perso la
sua naturale flessibilità, il suggerimento è
di intervenire chirurgicamente attraverso
un’incisione del tendine; oppure, nei casi
di maggiore rigidità, tramite la rimozione
di una piccola porzione di osso.
Distorsione
della caviglia
È uno dei traumi più comuni e coinvolge diverse
articolazioni del piede, nonché vari legamenti. Nella
maggior parte dei casi, la caviglia si distorce a
causa di un movimento brusco di tutto il piede verso
l’interno (pronazione). Ma l’esito è molto più traumatico quando la distorsione avviene verso l’esterno
(supinazione), perché può causare la rottura dei legamenti. Nei traumi lievi (i più comuni), i legamenti
si estendono senza rompersi. La distorsione procura
un dolore acuto, ma non compromette la possibilità
di muoversi. Nelle forme moderate, in genere c’è
parziale rottura del legamento peroneo-astragalico
anteriore. L’articolazione appare gonfia, tumefatta,
arrossata: si sente molto dolore e si fatica a muoverla e a camminare. Le forme gravi comportano la
rottura completa di più legamenti e, talora, fratture
a livello della caviglia o del piede. La parte si gonfia
sempre di più e l’ematoma si espande: non si riesce a
muovere la caviglia, né a camminare.
Chi colpisce E a che età
I soggetti più esposti sono gli sportivi (è il trauma
più frequente in quasi tutte le discipline), ma anche
quando si cammina è possibile compiere un “passo
falso“, magari perché si indossano scarpe poco adatte o perché il terreno è irregolare.
Come si cura
In prima battuta, il consiglio è di stare a riposo con
l’arto sollevato, applicare ghiaccio sulla caviglia ed
eventualmente assumere un antidolorifico o un antinfiammatorio. Per i traumi più seri (dove magari si
ha la comparsa di un ematoma, che è un forte indice
di lacerazione dei tendini) può essere necessaria
l’immobilizzazione dell’arto con una stecca gessata
o un tutore rigido bivalve, usando eventualmente le
stampelle per evitare di scaricare il peso sull’area
lesionata.
25
LA FEMMINILITà?
COMINCIA
DALLE MANI
In punta di dita
Le mani lavorano, indicano, spiegano, “parlano”, accarezzano, seducono, perciò rivelano, ancor più chiaramente del viso, le tracce
del tempo che passa: la loro pelle, infatti,
invecchia cinque volte più velocemente di
quella del volto. Anche perché ogni giorno
sono sottoposte a sbalzi di temperatura,
sono aggredite dalle sostanze chimiche contenute nei detersivi e prodotti per la pulizia della casa, sono private delle loro difese
naturali da acqua, vento, agenti atmosferici.
Eppure spesso sono proprio le mani, quando sono belle e curate, a dare alla persona
in generale un’immagine sofisticata e piacevole, riuscendo a mettere in secondo piano
anche una figura non proprio perfetta. Con
le mani, oltre che con la voce e con lo sguardo, stabiliamo un contatto con gli altri: sono
26
Sane, curate
e giovani: ecco qualche
consiglio per averle
sempre in ordine
una parte del nostro corpo sempre in vista e
possono dire molto di noi. Eppure spesso le
trascuriamo, senza pensare che potrebbero
dare un’impressione negativa della nostra
persona quanto una pettinatura o un abito
trasandati (quando addirittura non rischiano di farci attribuire qualche annetto in
più). Questo vale sia per gli uomini sia per le
donne, anche se sono queste ultime ad essere spesso delle vere patite di manicure, lime
e smalti. Occorre però ricordare che mani
belle non significa necessariamente unghie
laccate. Anzi, coprire di smalto unghie non
curate a dovere è addirittura controproducente. Si tratta invece di adottare una norma
igienica, prima ancora che estetica, fatta di
piccoli gesti quotidiani. Avere mani morbide
e bianche e unghie forti e lucenti non è un
dono di natura o un miracolo da chiedere
di tanto in tanto all’estetista, ma il risultato
di attenzioni costanti che solo noi possiamo
avere verso noi stessi, senza crearci il solito alibi della mancanza di tempo. Pochi minuti al giorno e mezz’ora la settimana sono
quanto basta per avere mani impeccabili e
sempre giovani.
speciale mani e piedi
crema
L’epidermide è protetta da una sottile barriera (il film idrolipidico) formata soprattutto da acqua, ma anche da proteine e
grassi. Per danneggiarla bastano sbalzi di
temperature e sostanze chimiche che rendono la pelle delle mani non solo screpolata, ma anche terreno fertile per allergie
e irritazioni. Ecco perché, per prima cosa,
l’uso di creme specifiche è fondamentale:
sono queste che ricreano la barriera protettiva grazie alla loro composizione di vitamine, minerali e principi emollienti. Per
proteggere mani e unghie dall’azione dannosa dell’acqua, applicare spesso durante
la giornata una crema a base di silicone,
che essendo idrorepellente costituisce una
sorta di “guanto cosmetico” e impedisce a
polvere e sporco di infiltrarsi sotto le unghie. Per nutrirle, usare almeno due volte
la settimana una buona crema idratante,
da stendere la sera prima di coricarsi.
Guanti
Infilare gli appositi guanti da lavoro (da
preferire quelli foderati in cotone) ogni
volta che si devono maneggiare sostanze
chimiche irritanti, detersivi oppure concimi e terriccio. Si eviterà così di sensibilizzare inutilmente unghie ed epidermide e,
in caso di allergie, ci si mette al riparo da
fastidiosissime dermatiti. Ricordate che il
contatto con creme depilatorie rammollisce le unghie, mentre le tinture per capelli
le sfaldano.
Lima
Per accorciare le unghie, cercate di dimenticate le forbici e limitate al massimo l’uso
del tronchesino. Preferite le limette (quelle
di cartone vanno benissimo) che rispettano
la struttura dell’unghia. Tenute inclinate e
mosse a piccoli colpi, consentono di dare
alle unghie una perfetta forma ovale.
Massaggi
Massaggiarsi le dita una a una, in senso
rotatorio e a “stantuffo” (dall’alto verso il
basso e viceversa) stimola l’attività della
matrice e favorisce la crescita dell’unghia,
oltre ad agevolare profondamente la circolazione.
Ossigeno
Non dimenticate che le unghie, come la
pelle, devono respirare per mantenersi in
salute. Quindi lasciatele di tanto in tanto
al naturale, non applicate troppi strati di
smalto e riservate le “unghie finte” a occasioni speciali.
Pietra pomice
Per eliminare eventuali ispessimenti della pelle, sul palmo della mano o intorno
alle unghie, la cosa migliore è strofinare
la parte con una pietra pomice insaponata.
Servirà anche ai fumatori accaniti per far
sparire le macchie giallastre di nicotina
dalle ultime falangi di indice e medio.
Smalto
Scegliete sempre prodotti di marca. In
questo modo non solo lo smalto durerà di
più, ma anche le vostre unghie. Per evitare
qualsiasi rischio è buona norma applicare sotto lo smalto una base incolore, che
isolerà l’unghia dai coloranti. Preferite
smalti trasparenti o “lisci” a tipi perlati
o metallizzati: sono meno nocivi. Meglio
tinte neutre o in nuances con il rossetto:
ne guadagnerete in eleganza.
Pellicine
Non tagliare mai la cuticola posta alla base
dell’unghia. L’operazione non fa altro che
inspessirla e velocizzarne la crescita e, se eseguita
in modo maldestro, può addirittura provocare
un’infezione. Meglio invece ammorbidire le
pellicine con vaselina o con le apposite creme
“cuticole remover”. Dopo una rapida immersione
in acqua tiepida e shampoo, potete delicatamente
comprimere la cuticola verso la base dell’unghia
con l’aiuto di un bastoncino di legno ricoperto in
punta da un batuffolo di cotone idrofilo.
27
FOCUS
coccolateli
come meritano
B
28
uffo, ma in un’epoca in cui la libertà di linguaggio non scandalizza più
nessuno, c’è ancora chi, quando parla dei piedi, li chiama “estremità” per non
fare riferimento diretto a una parte considerata tra le meno nobili del corpo. Eppure mentre noi li trascuriamo, evitiamo di
nominarli e ce ne occupiamo pochissimo
(se non per costringerli in calzature tanto belle quanto scomode), loro corrono,
camminano, danzano senza risparmiarsi.
Sempre pronti a sorreggere tutto il corpo,
per quanto stanchi possano essere, i piedi
raramente vengono presi in considerazione
come parti del corpo bisognose di cure e
attenzioni, almeno non tanto quanto si fa,
invece, con altre zone più in vista come il
viso, il décolleté o le mani, ritenute più delicate e più importanti da mantenere belle
e in forma. Lontani dagli occhi, per lo più
chiusi in calze e scarpe, sono l’ultima cosa
a cui si pensa quando ci si sente in forma, i
primi a essere accusati quando, a fine giornata, non hanno retto alle corse, alle file
in piedi e alle scarpe con il tacco. In effetti
quasi mai il benessere del corpo viene associato alla salute dei piedi. Eppure non è
difficile scoprire quanto un semplicissimo
massaggio sia in grado di infondere un piacevole senso di relax anche in pochi minuti. Dedicare loro qualche attenzione in più,
allora, potrebbe entrare a far parte delle quotidiane cure del corpo: il beneficio
non sarà limitato ai piedi, ma coinvolgerà,
di riflesso, tutto l’organismo e, a sorpresa, anche la mente. I piedi sono importanti
per l’equilibrio e il benessere di tutto l’organismo. Non solo sono la base su cui si
appoggia tutta la struttura ossea, ma da
loro dipendono anche la salute di gambe,
schiena, collo, più in generale di muscoli,
articolazioni e circolazione, sanguigna e
linfatica. Eppure prendersi cura dei piedi,
è tanto semplice quanto poco abituale.
Macchie scure
Con l’andare del tempo spesso sulle mani
si formano macchie scure, discromie nella
pigmentazione causate da una disfunzione
nella produzione di melanina, conseguenza
dell’esposizione ai raggi ultravioletti. I prodotti
depigmentanti possono dare risultati buoni:
attenuano l’intensità delle macchie presenti e
prevengono la formazione di nuove “lentigo”, ma
sono efficaci soltanto se utilizzati con costanza
e per periodi piuttosto lunghi. Per eliminare
rapidamente e radicalmente questi segni la
medicina estetica offre molte soluzioni. «Le
procedure normalmente utilizzate» spiega il dottor
Mario Goisis, chirurgo estetico a Milano e
direttore scientifico di Doctor’s Equipe, un team di
professionisti in medicina estetica, «impiegano il
meccanismo abrasivo, cioè eliminano lo strato più
superficiale della pelle che è quello in cui si trovano
gli accumuli di melanina. Per ottenere questo
risultato si possono utilizzare l’azoto liquido, i
peeling e i laser». «La protezione solare - continua
il dottor Goisis - è il primo importante passo per
prevenire la comparsa della macchie scure, così
come è fondamentale mantenere il corretto tasso di
idratazione e anche la protezione dal freddo».
Calli
Calli, duroni e simili vanno toccati solo dal
podologo, dal quale sarebbe bene farsi controllare una volta all’anno. I disturbi più
seri (dolori, deformazioni, gonfiori) a carico dei piedi richiedono invece il parere di
uno specialista in ortopedia. Evitate di usare medicamenti, paracalli e simili se non vi
sono stati prescritti dal medico.
Ginnastica
Camminare scalzi è un ottimo esercizio fisico per i piedi, è una vera e propria ginnastica benefica perché il movimento è del
tutto naturale e corretto, senza costrizioni. In più stimola e allena tutti i muscoli.
Camminare a piedi nudi fa bene su tutte
le superfici. Va bene la sabbia del mare,
il bagnasciuga, i ciottoli arrotondati della
spiaggia, l’erba (facendo attenzione a dove
si mettono i piedi) e persino il pavimento
di casa: il contatto con le piastrelle o con il
parquet dà subito un benefico “effetto-fresco” davvero rigenerante quando fa caldo.
Gonfiore
Se i piedi sono gonfi e stanchi una docciatura di dieci minuti con acqua fredda è un
toccasana per riattivare la circolazione.
Igiene
Lavate i piedi quotidianamente e con scrupolo. Usate acqua tiepida, sapone e spazzolino per le unghie. Insistete fra le dita, dove
si annidano i batteri. Rimuovete gli ispessimenti della pelle con la pietra pomice.
Asciugate con cura, passando l’asciugamani
fra le dita, infine massaggiate per qualche
minuto con una crema emolliente specifica
per i piedi.
Pediluvio
Il pediluvio, fatto regolarmente, soprattutto
alla sera, è straordinariamente benefico per
i piedi. Immergeteli per una decina di minuti in acqua tiepida, arricchita con sale grosso da cucina, bicarbonato di sodio oppure
specifici sali da pediluvio.
Sudorazione
L’eccessiva sudorazione dei piedi non sviluppa soltanto cattivi odori, ma può provocare funghi e infezioni batteriche. Ecco perché è meglio cospargerli con del talco o con
un prodotto specifico antisudore prima di
calzare le scarpe.
Unghie
Tagliate le unghie una volta alla settimana.
Usate pure tronchesini o forbicine apposite,
tagliandole diritte senza arrotondare i lati
per evitare che si incarnino.
Vesciche
Le vesciche, causate dall’attrito della scarpa
contro la pelle, sono particolarmente esposte ad aprirsi accidentalmente. Quando si ha
motivo di temere che una di queste vesciche
possa scoppiare prima che sotto si sia formata una nuova pelle, è bene ricoprirla con
un cerotto.
29
Lo sapevate che…
E GLI UOMINI? Sono ugualmente soggetti
a problemi ai piedi, ma utilizzano meno prodotti
specifici rispetto alle donne.
Sono il “secondo cuore” del corpo umano?
La pianta del piede, infatti, è una vera e
propria spugna di vasi sanguigni dai quali
parte il ritorno venoso: significa che sono i
piedi a sospingere il sangue verso il cuore
e che la buona circolazione dipende anche
da loro. Ma per compiere questa funzione
devono essere in grado di poter lavorare:
cioè flettersi, muoversi, pompare. Altrimenti,
il sangue ristagna, le estremità si gonfiano,
le gambe diventano pesanti, i tessuti non
vengono irrorati, la cellulite peggiora.
30
L’uso delle scarpe con il tacco
ha origine probabilmente
in Francia verso il XVII
secolo. Concepite dapprima
sia per l’uomo che per la
donna, furono portate in auge
dal Re Sole che, piccolo di
statura, ne fece un mezzo
per “slanciare” la sua figura.
Caviglie slogate e piedi
doloranti furono però presto
causa di abbandono di questa
scarpa da parte degli uomini.
Una zeppa di otto centimetri
su di una persona di un
metro e ottanta determina
45
°
un’inclinazione di circa 25°; se
a spillo, della stessa altezza,
la pendenza può arrivare fino
a 45°. Anche un tacco di 2 cm., tipico della
scarpa da uomo, determina un’inclinazione
di ben 12°. Poiché non è possibile camminare
con una tale inclinazione, la colonna
vertebrale e le articolazioni si adattano per
garantirci una postura più o meno eretta.
Se le unghie si spezzano
Non è carenza di calcio a rendere le unghie
fragili, ma la mancanza di cheratina e
di alcuni minerali come il ferro, il rame
e lo zinco. Oltre a integratori specifici
(in vendita in farmacia), per combattere
questo antiestetico inconveniente potete
arricchire l’alimentazione di frutta secca
che contiene percentuali elevate di rame
e zinco e di pesce. Il ferro si trova nelle
verdure verdi e nella carne. In vendita si
trovano smalti rinforzanti che aiutano a
proteggere le unghie.
speciale mani e piedi
Recenti ricerche dimostrano che 9 donne su 10
indossano scarpe troppo
strette per i loro piedi e
che circa il 70% porta
tacchi alti. Il 39% lo fa
quotidianamente.
6.000
I movimenti
quotidiani dei
nostri piedi
90
%
I piedi hanno il 90% in meno di ghiandole
sebacee rispetto al viso, sono quindi maggiormente predisposti a problemi di secchezza.
La temperatura interna delle
scarpe può raggiungere i 39°
Verruche: non solo in piscina
Sono assai diffuse perché si trasmettono facilmente
soprattutto camminando a piedi nudi sul bordo della
piscina, nello spogliatoio della palestra, nei bagni
e nelle docce degli hotel, ma in generale in tutti i
luoghi pubblici, specie se umidi. Afferma il dottor
Goisis. «Manifestazione visibile di un’infezione
virale, le verruche sono generate da una numerosa
famiglia di virus che si annidano sulla superficie
della pelle e possono svilupparsi in qualsiasi area del
corpo. Grazie a semplici accorgimenti, è possibile
prevenirle, mentre per sconfiggerle, le cure vanno
dall’uso di pomate, ai piccoli interventi chirurgici in
anestesia locale e all’uso del laser».
31
speciale mani e piedi
SPECIFICITà
PIEDE PIATTO (E ALLUCE VALGO)
N
on sarebbe forse il caso di regalare un
po’ più di attenzione a chi sopporta
il nostro peso tutto il giorno? Ci
sono due operazioni che riguardano ormai
un’alta percentuale di ragazzini (soprattutto
maschi) e di anziani (fondamentalmente
ma non solo donne) che sono in grado di
garantirci un futuro migliore.
OCCHIO AL FALSO
32
Ogni anno sono migliaia le mamme che
credono di vedere i figli correre in maniera
un po’ scomposta e chiedono all’allenatore
di calcio o di basket dei ragazzi se c’è
qualcosa che non va. «Forse ha solo i piedi
piatti, signora. Se vuole lo faccia controllare
da un medico». Comincia sempre così.
Il ragazzino di 9-10 anni, dopo qualche
allenamento intenso, torna a casa con i
talloni indolenziti. Un’infiammazione - è
sempre la prima sentenza. Avrà le scarpe
sbagliate, troppo grandi, troppo piccole. Un
sintomo da non sottovalutare. Se il piede
piatto è un’anomalia che altera i rapporti
anatomici del piede e aumenta la superficie
d’appoggio della pianta, il “falso piede
piatto” determina gli stessi sintomi e lo
stesso abbassamento della volta plantare
senza però avere “ancora” una natura
patologica e senza quindi presentare tutte
le alterazioni ossee caratteristiche del vero
piede piatto.
Il termine tecnico medico è “lassismo del
piede piatto infantile”. La pianta del piede
è ancora morbida e “cicciottella”, come
nei bambini molto piccoli. Ai ragazzini
che fino ai 9-10 anni hanno una pianta
eccessivamente lassa (e spesso anche una
iperestendibilità dei gomiti, delle ginocchia
o dei pollici), dopo gli 11-12 anni può
essere diagnosticato un vero piede piatto,
rischiando problemi alle ginocchia e con
l’andare degli anni, problemi anche alla
schiena.
Ecco quindi cosa succede: il medico
che diagnostica il falso piede piatto
può suggerire ai genitori di sottoporre
il ragazzino ad un semplice intervento
correttivo, una volta raggiunta l’età di 1112 anni: nella pratica, innesta una vite (in
genere una sola) nelle ossa del collo del
piede, all’interno o all’esterno, che avrà
il compito di “tirare” le ossa e i relativi
tendini sollevandoli in modo tale da
ricreare la corretta volta dell’arco plantare,
evitando che la crescita calcifichi le ossa
non correttamente. Un lavoro che i vecchi
plantari non eseguivano al meglio.
L’operazione è eseguita in anestesia locale e
non necessita di ricovero, con dimissione la
sera stessa della seduta chirurgica, anche
speciale mani e piedi
in caso di intervento contemporaneo ai due
piedi. La deambulazione è immediatamente
possibile a condizione che vengano indossate
calzature postoperatorie e in presenza di
uno speciale bendaggio imbottito. Non
sono nemmeno previsti punti di sutura:
dopo due settimane si toglie anche l’ultima
medicazione e, in breve, si può tornare a
correre.
QUESTIONE DI ASSE
La notizia è che l’operazione per correggere
l’alluce valgo - quella grossa sporgenza
ossea alla base dell’alluce - è sempre più
praticata, con sempre maggiore facilità e
sempre minore impatto sul paziente. E che
non è più solo riservata al genere femminile.
La parte superiore del piede è composta da
cinque ossa lunghe disposte parallelamente.
In origine l’alluce è in linea con il primo
metatarso ma, con il tempo, può inclinarsi
pericolosamente verso l’interno, spingendo
l’estremità del primo metatarso all’esterno,
oltre la linea naturale del piede. Si forma
così una borsite dolorosa, un vero e proprio
nodo che spesso ha cause genetiche ma può
dipendere anche da calzature sbagliate
che hanno costretto per anni a posture
non corrette.
Anche gli uomini (soprattutto quelli con
i piedi piatti), le cui madri trasferiscono i
geni della potenziale deformazione, hanno
uguali possibilità di sviluppare l’alluce
valgo, ma i tacchi o le scarpe strette che
sono esclusiva femminile, ne possono
anticipare la comparsa.
L’operazione di correzione è l’ultima
soluzione al problema, che altrimenti può
essere guarito in anticipo con trattamenti
più semplici, dalle solette ai plantari.
Soprattutto quando si comincia ad essere
più avanti con l’età, è importante recarsi
dallo specialista non appena appare il
dolore perché la salute e la funzionalità
delle altre quattro dita possono essere
compromesse molto velocemente. Un
callo non trattato può generare una
pressione dell’alluce sul secondo dito che
si accavalla sul primo deformandosi fino a
diventare una sorta di artiglio con la punta
piegata verso il basso. Questo impedisce
ulteriormente di poter calzare scarpe
“normali” e aumenta il rischio di artrite
mentre il solo sfregamento della scarpa
sul nodo osseo può sviluppare dolorose
ferite.
Che tipo di operazione può essere
consigliata nel caso la diagnosi preveda
un intervento? La scelta della tecnica
dipende da ciascun caso clinico ma tutte
garantiscono risultati ottimi sia da un punto
di vista estetico ma soprattutto funzionale.
Una volta rimesso in asse l’osso, bisogna
anche stabilizzarlo, spesso con microviti
di materiale riassorbibile che permettono
di evitare una seconda operazione di
rimozione: la riconquistata sensazione di
stabilità data dal riallineamento posturale
dopo l’intervento chirurgico in genere
sorprende il paziente da tempo non più
abituato. La recente chirurgia percutanea
usa poi strumenti simili a quelli dei dentisti
che, attraverso un piccolo foro praticato
sotto alla protuberanza, permettono di
asportare il tutto, riducendo a zero i
postumi dell’operazione. E si torna a casa
subito con le proprie gambe, mantenendosi
con semplici bendaggi postoperatori.
33
TENDENZE
riflessologia
plantare
P
er mantenere una buona salute fisica
è stato stimato che tutti noi dovremmo
compiere almeno 10.000 passi al
giorno. Vero. Ma ancor più vero è che, in
media, sono 200 milioni i passi compiuti da
una persona attiva nell’intera vita. Fanno
eccezione i sedentari e chi patisce una serie di
problemi: a causa del sovrappeso parecchi di
noi soffrono per dolori muscolari, posturali e
indolenzimenti frutto non tanto della nostra
pigrizia, ma di abitudini poco sane e di stress.
La soluzione a molti disagi l’abbiamo sotto il
naso, anzi sotto i piedi; già, perché il piede
è lo specchio del corpo in cui si riflettono
i vari organi che lo compongono. Su questi
riflessi si basa la riflessologia plantare,
un’arte olistica, come la definisce il dottor
Giorgio Rosanda, che ha origini antichissime:
«Nata in Cina, è il risultato dei 4 esami
della M.T.C. (medicina tradizionale cinese):
osservare, ascoltare, interrogare e toccare.
La riflessologia è la proiezione completa di
tutto il corpo su una parte di esso: occhio,
orecchio, lingua, mano e piede. Mediante la
pressione su punti precisi si può produrre la
scomparsa di dolore in una differente area
del corpo, distante da quella stimolata, detta
punto o zona riflessa».
In Italia, com’è vissuta questa disciplina?
Purtroppo la riflessologia plantare non
è sufficientemente conosciuta nei suoi
veri aspetti olistici. Con questo termine
mi riferisco alla medicina che percepisce
l’essere umano come un’unità di mente,
corpo, spirito e in sintonia con il mondo
in cui è inserito. Anche per questo gli
esperti in riflessologia non sono numerosi;
solo alcune scuole, grazie ai loro maestri
fondatori, meritano a mio avviso di essere
valorizzate, anche tramite efficaci campagne
di informazione. Se ne ricaverebbe un
miglioramento sia della salute pubblica, sia
della nostra cultura, rivolta e abituata da
ZOOM
Questione di postura
Saper “portare” il proprio corpo è molto importante:
può risparmiarci quei problemi dovuti alla cattiva
postura. Le posizioni che comunemente assumiamo
seduti, in piedi o sdraiati sono le portatrici dei
maggiori disturbi a schiena e gambe. Ecco alcune facili
regole da seguire per educare il vostro corpo..
34
sdraiati: cercare di mantenersi il più possibile su
un fianco, testa appoggiata al cuscino e gambe
leggermente sollevate verso il petto;
In piedi: spalle in dietro, mantenendo tonica la parte
addominale;
sollevando pesi: non sollevate mai un peso con le
braccia tese piegando la schiena in avanti, ma piegare
le gambe e tirare indietro la parte lombare della
colonna vertebrale; questo aiuta a distribuire lo sforzo
in modo uniforme.
seduti: mai in appoggio sulla parte anteriore della
sedia, ma occupare il piano di seduta completamente,
spingendo indietro i glutei, in questo modo la colonna
non soffre;
È sempre bene ricordare che si deve essere educati a
una buona postura fin dalla tenera età: è infatti più
semplice correggere le cattive abitudini in un bambino,
piuttosto che in un adulto.
speciale mani e piedi
La “mappatura zonale”
tempo solo ad aspetti parziali e particolari
del nostro stato psicofisico.
È una filosofia o una pratica diagnostica?
La riflessologia plantare è un’arte che,
partendo dallo studio del corpo umano
nella sua totalità, sviluppa sulla base delle
conoscenze acquisite una terapia diagnostica.
Questa pratica è un valido supporto
terapeutico che, mediante la pressione su
punti precisi, porta al riequilibrio energetico,
metabolico e posturale. In mani esperte e
oneste può favorire quel processo di auto
guarigione, finalità del vero terapeuta e della
disciplina stessa. Dai piedi, quindi, si arriva
ben più in alto, cioè alla testa, alla coscienza
di sé.
La pressione esercitata in zone specifiche
comporta dolore? E quante sedute
sono necessarie per trarne un concreto
giovamento?
Per prima cosa, ancora prima di procedere
con la terapia, affinché lo scambio di
energie e conoscenze porti a un risultato
gratificante è necessario che si instauri un
rapporto empatico tra terapeuta e paziente.
In questo senso i trattamenti non potranno
mai essere veramente “dolorosi”: per quanto
riguarda durata e periodicità, dipenderà
dalla crescita, dall’apprendimento e dalla
volontà di miglioramento del paziente nei
confronti del terapeuta. Questi può rivestire
un ruolo di educatore alla salute.
Perché orientarsi verso la riflessologia
plantare e non verso altre tecniche di
massaggio o manipolazioni?
Perché attraverso il trattamento consapevole
Ci sono testimonianze varie che attestano
l’uso di una forma di digitopressione già
nel 2700 a.C. in Cina. Per i primi studi
scientifici sulla terapia zonale, però,
dobbiamo arrivare al 1917, quando il medico
e chirurgo otorinolaringoiatra americano
William H. Fitzgerald, in collaborazione
con il dottor Edwin F. Bowers, pubblicò il
primo volume sull’argomento: “La Terapia
Zonale, ovvero alleviare il dolore a casa”.
Dagli studi approfonditi del dottor Fitzgerald
nacquero le prime mappature di mani e piedi,
riprese e sviluppate dalla dottoressa Eunice
D. Ingham, che mise a punto una tecnica
di massaggio per compressione. Seguì un
sempre crescente interesse per questa
tecnica, tanto che nel 1973 venne fondato
l’Istituto internazionale di riflessologia.
ed esperto dei piedi, non solo si possono
ottenere effetti antalgici, migliorando
la cenestesi (ovvero l’accentuazione inconsapevole - del proprio stato, che sia
di benessere o malessere) della persona
trattata, ma anche progressi sulla via
della conoscenza del sé, sé in relazione al
mondo esterno, dato che è ormai risaputa la
componente anche psicosomatica dei nostri
disturbi.
Lei parla di mani esperte, quindi di chi ha
una formazione professionale certificata:
ma che valore ha per il Ssn un riflessologo?
Al momento in Italia non c’è riconoscimento
ufficiale, per questo non è una figura
professionale la cui attività può essere
esercitata sotto la vigilanza del Ssn, a
meno che non si possiedano i requisiti
professionali di legge, cioè la laurea in
Medicina, il diploma di laurea in Fisioterapia
o il diploma in Massofisiokinesiapia. Le
tecniche riflessologiche così come non hanno
valore per il Ssn sul piano culturale, tanto
meno lo hanno su quello economico, quindi
non sono deducibili. Mi auguro peraltro che
il riconoscimento della riflessologia avvenga
al più presto, per il bene della collettività.
35
MACHmit (Berlino)
Nemo (Amsterdam)
mini europa
di Laura Camanzi
V
iaggiare si sa, deve essere un piacere, ma
spesso con bambini al seguito diventa una fatica. Musei e
monumenti non sempre interessano i più piccoli, e la curiosità di scoprire una nuova
città può a volte non essere
sufficiente a tenerli occupati.
Meglio quindi rinunciare a un
week end in qualche capitale
europea con tutta la famiglia?
Neanche per sogno! Parchi,
musei e attrazioni pensate
appositamente per loro sapranno non solo incuriosirli,
ma letteralmente affascinarli.
E il loro entusiasmo finirà per
contagiare anche mamma e
papà.
Berlino
La capitale tedesca offre
moltissime opportunità a chi
viaggia con bambini: dal famoso Zoo al Legoland Discovery Centre, dai grandi parchi
urbani in cui correre a perdifiato, fino ai musei fatti su
misura per loro. Tre quelli da
non perdere: il Museo della
Tecnica (http://sdtb.de/), con
oltre 250 attrazioni in cui i
piccoli possono sperimentare
di persona le più importanti leggi della chimica e della
fisica. Il Labyrinth Kindermuseum (www.kindermuseumlabyrinth.de), un museo interattivo destinato ai bambini
dai 4 ai 12 anni in cui, a differenza di molti altri musei,
tutto si può toccare (non si
può entrare con le scarpe,
ricordatevi dunque di portare
un paio di calze per visitarlo).
E infine il MACHmit (www.
machmitmuseum.de), nel vivace quartiere di Prenzlauer
Berg: 1.200 metri quadrati
in un’ex chiesa sconsacrata
destinati solo ai bambini, per
giocare, apprendere e creare.
All’interno del museo, oltre a
mostre a tema, workshop e
percorsi espositivi appositamente creati per favorire l’apprendimento dei più piccoli, ci
sono un laboratorio artistico,
una tipografia, una sala degli
specchi e un labirinto.
Amsterdam
Parchi giochi in ogni spazio
verde, piste ciclabili, canali
in cui specchiarsi e navigare: Amsterdam sembra fatta
a misura di famiglia. Anche
qui scordatevi musei noiosi e
silenziosi: la parola d’ordine è
divertirsi. A partire dal New
Metropolis, meglio conosciuto
come Nemo (www.e-NEMO.
nl), progettato da Renzo Piano che ha saputo costruire,
in una specie di moderno
Nautilus, uno degli science
center migliori d’Europa. Qui
tutto si può e si deve toccare, usare, tirare: il paradiso
di ogni piccolo apprendista
scienziato. Ancorata di fronte
alla prua verde di Nemo la ricostruzione di un galeone del
XVIII secolo della Compagnia
delle Indie aspetta a bordo i
piccoli marinai che vogliono
scoprire i segreti dei sette
mari. Qui i bambini potranno
vedere le cucine, la cabina
del medico di bordo con tutti
gli attrezzi chirurgici del tempo e il ponte di coperta con
200 piccole amache dove
dormivano i marinai (www.
hetscheepvaartmuseum.nl).
Imperdibile, per grandi e piccini, il Museo Van Gogh, più
tradizionale ma non meno appassionante: al piano terra c’è
un atelier in cui si possono riprodurre con diverse tecniche
37
Fumetto Ric Hochet sul
muro di una casa a Bruxelles
Parco Tivoli
(Copenaghen)
Galerie des Enfants
(Parigi)
Bioparc (Valencia)
Bruxelles
Meno nota di altre grandi città europee, non per questo
meno ricca di sorprese, Bruxelles è sì la città del cioccolato tanto amato dai bambini,
ma è anche la patria del fumetto. Qui sono nati, tra gli altri, i Puffi, Tintin e Lucky Luke.
Per ritrovarsi immersi nell’atmosfera dei comics si può
andare al Centro belga del
Fumetto (www.comicscenter.
net): 4.000 metri quadri negli
splendidi magazzini liberty disegnati da Victor Horta, in cui
si ritrova la storia delle strisce
disegnate dalle origini fino ad
oggi, oltre che una biblioteca
sterminata e consultabile. C’è
anche la riproduzione della
gabbia in cui Gargamella imprigionò il primo Puffo. Ma se
non volete rinchiudervi in un
museo basta andare in giro
per la città alla ricerca dei 30
murales (c’è un vero e proprio
“percorso del fumetto”) per
scoprire enormi eroi dipinti sui
muri delle case.
Copenaghen
38
le opere appena viste. E per
stare un po’ all’aria aperta c’è
l’Amsterdam Bos, il più grande parco cittadino europeo:
137 km di sentieri, 51 di piste
ciclabili e 50 ponti da attraversare. Qui i più piccoli potranno arrampicarsi sui ponti
sospesi della Klimpark Fun
Forest, nuotare nelle piscine a
loro dedicate o dare da mangiare a capre e agnellini nello
zoo che si trova al suo interno.
Simbolo della città è la Sirenetta, personaggio di una
delle favole di Andersen, e
attrazione principale è Tivoli, il più antico parco divertimenti d’Europa: questo è un
buon punto di partenza per
decretare Copenhagen “città
dei bambini”. Troverete attività per assecondare tutti gli
interessi dei vostri figli. Se la
storia è la loro passione il Museo nazionale (http://natmus.
dk) è il posto giusto: qui i più
piccoli potranno provare a
sollevare una balestra medievale, indossare una maglia
metallica come quella degli
antichi guerrieri o vestirsi da
principessa. Se è la scienza,
invece, ad attrarli la meta più
adatta sarà l’Experimentarium (www.experimentarium.
dk), un museo scientifico per
bambini con oltre 300 postazioni interattive. Si possono
fare bolle quadrate e triangolari, entrare nella galleria del
vento o provare il brivido di un
vero terremoto. Per i più piccoli (3-6 anni) c’è un’apposita area, il Kids Pavillon, con
percorsi sensoriali pensati
per stimolare la fantasia. E se
il tempo lo permette potrete
passeggiare nei numerosissimi parchi della città, tutti dotati di bellissime aree giochi,
fare tour sui canali (attenti alla
testa, i ponti sono molto bassi)
o visitare lo zoo, e soprattutto
l’area riservata agli elefanti.
Parigi
Parigi incanta tutti, anche i
più piccoli, e moltissime sono
le attrazioni proprio dedicate
a loro, anche all’interno dei
musei che spesso vogliono visitare mamma e papà. Sia al
Louvre che al Museo D’Orsay,
infatti, ci sono percorsi a tema
e atelier-laboratori destinati ai
bambini, in cui rivivere e approfondire, attraverso quiz,
bricolage e cartoni animati,
le atmosfere dei quadri appena visti. Al Centre Pompidou
(www.centrepompidou.fr) c’è
una vera e propria sezione
destinata a loro, per avvicinarli all’arte contemporanea
e all’architettura (Galerie des
Enfants) e nel nuovo Museo
du quai Branly (www.quaibranly.fr) vengono proposte
visite-gioco molto stimolanti
per le famiglie con bambini.
Ma se l’arte non è sufficiente a incuriosire i piccoli turisti,
allora ci pensa la magia del
Parc de la Vilette, un parco di
55 ettari, costellato di edifici
rossi, corsi d’acqua e ponticelli, all’interno del quale si
trova la Città della Scienza
(www.cite-sciences.fr), con
uno spazio tutto destinato ai
bambini, la Cité des enfants,
con percorsi pedagogici di
“scoperta del mondo” per i
più piccoli (2-5 anni) e attività di esplorazione e sperimentazione per i più grandicelli (5-12).
Valencia
300 giorni di sole all’anno,
parchi divertimento adatti ai
più piccoli, spiagge su cui correre anche in inverno: questo,
e molto altro, rendono Valencia perfetta per un viaggio in
famiglia. La Città delle Arti e
delle Scienze (www.cac.es),
sarà la meta imprescindibile
della vostra vacanza: un meraviglioso complesso di attrazioni, disegnato in gran parte
da Calatrava e ricavato nel
letto del fiume Turia, deviato per i continui allagamenti
provocati alla città. Qui si può
trovare l’Oceanografico, l’acquario più grande d’Europa,
un gigantesco emisfero che
ospita un cinema in 3D e un
planetario, il Museo delle Arti
Reina Sofia, e il Museo delle
Science Museum
(Londra)
Scienze. Quest’ultimo è il prediletto dai bambini: da fuori
assomiglia ad un gigantesco
dinosauro e all’interno ospita
uno dei pendoli di Foucault
più grandi del mondo. Ma le
sorprese a Valencia non sono
finite. Zebre, giraffe e leoni si
aggirano liberi in un parco un
po’ speciale. Il Bioparc (www.
bioparcvalencia.es) propone,
infatti, un nuovo concetto di
zoo: ricrea diversi ecosistemi africani (savana, foresta
equatoriale e zone umide) in
cui far vivere e convivere liberamente gli animali come
se fossero nel loro ambiente
naturale. Da non perdere inoltre i Jardines del Turia, dove
il gigante Gulliver, riprodotto in
tutta la sua grandezza, viene
trasformato in un’area gioco
adatta ai bambini di tutte le
età. Ci si può arrampicare sulle corde che lo tengono legato
a terra e poi scivolare tra i capelli o le pieghe dei vestiti.
Londra
Traffico, ritmi frenetici, condizioni meteorologiche più che
variabili potrebbero far apparire Londra poco adatta ai bambini, ma le numerosissime attività riservate alle famiglie vi
faranno ricredere. Al Natural
History Museum (www.nhm.
ac.uk) i più piccoli avranno in prestito gratuitamente
zainetto, casco e binocolo
da esploratore per visitare il
museo. Potranno così essere
perfettamente attrezzati per
vedere la copia a grandezza
naturale del Tirannosaurus
Rex, per entrare in un vulcano
o per vedere dal vivo un vero
formicaio. Zainetti gratuiti in
prestito con giochi e attività
che accompagnano i bambini
alla visita si possono richiedere anche al British Museum
(www.britishmuseum.org).
La National Gallery (www.
nationalgallery.org.uk) propone invece percorsi pensati
appositamente per stimolare
la fantasia dei più piccoli e
per motivarli a pensare all’arte, con schede stampabili dal
sito, anche in italiano. Musei
dunque, ma non solo. Col bel
tempo i numerosissimi parchi
di Londra diventano una perfetta occasione per correre e
giocare: a Hyde Park si può
andare in barca, vedere volpi e scoiattoli o le papere sul
lago Serpentine; ai Kensington Gardens si trova il parco
giochi dedicato a Lady Diana,
con una grande nave dei pirati su cui arrampicarsi, un
percorso sensoriale dedicato
ai più piccoli e tende per giocare agli indiani; a Regent’s
Park si trova il London Zoo, il
più antico zoo scientifico del
mondo, aperto nel 1828, con
un’apposita zona, l’Animal Adventure, in cui i bambini possono interagire con gli animali.
Il London Acquarium, infine,
permetterà ai più piccoli, e
non solo, di toccare e dar da
mangiare ai pesci o di camminare su una piattaforma di
vetro guardando gli squali che
nuotano al di sotto.
39
T
utti i giorni si parla di problemi ambientali e dei loro
effetti, d’inquinamento della
città, dei fiumi, di surriscaldamento del globo, di eccessivo
sfruttamento delle risorse non
rinnovabili, ma soprattutto di
sostenibilità. Provo a darne
una definizione, ovvero il punto di vista di un progettista.
Premesso che dev’essere un
obiettivo di tutti consegnare a
chi verrà un mondo in cui siano disponibili risorse, la sostenibilità ambientale è l’insieme
delle scelte (consapevoli) che
portano a ridurre i problemi e
le conseguenze generate dalla realizzazione di edifici, dai
consumi nel ciclo di vita, dalla
qualità e salubrità degli spazi.
Qual è la sfida? Soddisfare le
esigenze sociali offrendo edifici e città più salubri, realizzare le opere a un costo equo,
ridurri i consumi e i costi di
esercizio.
PRIMA DI TUTTO
Inizialmente bisogna concentrarsi sui mezzi di trasporto,
quindi scegliendo un’area
adatta e pianificando i percorsi che le persone utilizzeranno
per recarsi al luogo del lavoro (a piedi, in bicicletta, con
i mezzi pubblici ma anche in
auto, magari elettrica). A seguire, spazio alle piante e al
loro effetto purificatore e mitigatore, privilegiando la fauna autoctona, che può vivere
nei parchi cittadini in libertà;
non solo all’esterno, anche in
casa, su terrazzi, tetti, magari
attraverso una serra solare.
I materiali impiegati e le tecnologie devono poi garantire
edifici sicuri, duraturi, qualità
dell’aria degli ambienti, ma
anche essere frutto di riciclo,
o velocemente rinnovabili,
come il bamboo e il sughero, per fare un esempio. Le
risorse idriche negli impieghi
domestici potrebbero provenire dall’accumulo dell’acqua
piovana, ovvero delle acque
grigie di lavandini e docce
che, opportunamente recuperate, possono essere convogliate per i WC e per irrigare le piante.
Arriviamo alla riduzione dei
città sostenibili
di Alessandro Zichi
40
consumi energetici e conseguenti emissioni: servono
abitazioni in grado di sfruttare apporti passivi come il
sole nelle giornate invernali e
la circolazione naturale dell’aria per ridurre o annullare la
necessità di climatizzazione
estiva. L’energia da dove arriva? È rinnovabile, può essere
prodotta in loco, pannelli fotovoltaici o microeolici integrati
nell’edificio, oppure da impianti di grande entità, quali
idroelettrici. L’ideale sarebbe
diffondere la cultura verso
una società sostenibile, magari con edifici e interventi
pubblici che possono consentire la sperimentazione e
suggerire la replicabilità nelle
costruzioni dei privati.
FACCIAMO
UN ESEMPIO
Supponiamo di recuperare
uno dei tanti edifici ex industriali delle nostre città. Cosa
si potrebbe fare? A volte sono
grandi come enne campi di
calcio e hanno un’altezza di
24 metri. Quel che rimane è
ambientiamoci
praticamente memoria storica, della grande produzione
industriale di inizio Novecento, e un telaio in acciaio. Proviamo a immaginarlo come un
nuovo luogo messo a disposizione della città, un palazzo
di cristallo, una grande serra
bioclimatica, in cui inserire
altri edifici con differenti funzioni; e, perché no?, un parco
cittadino alimentare, insomma un microcosmo dentro il
grande edificio. E l’involucro?
È tecnologico, consente di
produrre energia elettrica dai
pannelli inseriti nella copertura e, con un sistema domotizzato, si controlla la temperatura all’interno dell’edificio.
Una vera e propria cittadina,
in cui trovano posto piccoli laboratori, botteghe, temporary
offices utili per i giovani professionisti, ristoranti, bar, una
piazza a gradoni ovvero un
teatro-centro congressi, una
palestra, con piscina e centro
benessere e riabilitazione; il
parco è un’oasi didattica alimentare sul Km “0”, con possibilità di illustrare ai cittadini
come far crescere in città alberi da frutto, agrumi, ulivi, e
si coltivano verdure biologiche
nelle aiuole e sulle pareti degli
edifici che diventano dei giardini verticali.
Altro esempio di edificio pubblico, che non necessita di
climatizzazione estiva, e ridotto riscaldamento invernale, un
bar ristorante in cui la serra è
integrata nell’edificio: d’inverno è chiusa, d’estate si apre.
Il grande camino cos’è? Una
torre evaporativa in cui l’acqua
proveniente da una sonda geotermica raffresca e deumidifica l’aria; nei vasi delle pareti
verdi trovano casa coltivazioni
di erbe aromatiche e altre verdure, magari impiegate nella
cucina. La cosa importante è
che tutto può essere riprodotto in una casa privata o anche
in un condominio: la serra
bioclimatica a sud-est consente di coltivare i pomodori
senza fertilizzante, nei giorni
di sole invernali e primaverili
contribuisce al riscaldamento
del soggiorno e delle camere
al piano superiore. In estate,
la serra trasformata in veranda, e il sistema di camini di
ventilazione, rinfrescano e
deumidificano la casa. Il riscaldamento? Una pompa di
calore acqua-aria può sfruttare la temperatura dell’acqua
del pozzo - novello serbatoio
termico - il quale integra la
temperatura della casa già
preriscaldata passivamente.
E l’illuminazione? Le aperture
si possono dimensionare e
collocare per ottenere un’illuminazione diffusa naturale
nel 90% della casa, la stessa è integrata dal sistema di
illuminazione a LED gestito da
un impianto domotico.
Trovano posto in casa il parcheggio per le biciclette e la
torretta per caricare la automobile. Da dove arriva questa energia elettrica? Dalla
copertura in cui sono integrati
i pannelli fotovoltaici e dal microeolico nel giardino. Poche
parole o forse troppe, ma
il principio è che ognuno di
noi, progettista o meno, deve
agire localmente e pensare
globalmente.
Vista esterna
diurna/notturna:
l’applicazione di
luci led consente
di trasformare
la percezione
dell’edificio
41
ESTATE
BEACH sport
di Enrico Maria Corno
u
na volta ci si limitava
a tirare due calci a un
pallone sul bagnasciuga,
adagio e senza dare fastidio
agli ombrelloni della prima
fila. Oltre alle bocce, fino a
pochi anni fa si entrava in acqua e al massimo si lanciava
un frisbee o, nelle ore meno
calde, si tiravano fuori dalla borsa i racchettoni. Oggi,
con la versione moderna di
quei racchettoni, a Ravenna
si svolgono i campionati del
mondo di beach tennis.
per tutti i gusti
42
C’è chi a quarant’anni viene
illuminato sulla via del beach
volley e decide di trascorrere
le vacanze in fondo alla spiaggia lontano dall’acqua ma vicino alla rete del campo dove si
dà appuntamento con gli amici mollando la fidanzata fino a
sera. C’è chi iscrive i figli ad
un camp di beach rugby e poi
realizza che avrebbe sempre
desiderato farlo in prima persona.
C’è chi desidera buttare giù
un po’ di pancetta e si fa
prendere la mano correndo
tutte le mattine alle sei sul bagnasciuga e c’è chi si annoia
in spiaggia e rompe gli indugi
prendendo lezioni di kitesurf.
Del resto, l’accidia non è uno
dei sette vizi capitali?
TENNIS
La differenza fondamentale
con il tennis “normale” sta
ovviamente nella mancanza
del rimbalzo. L’altezza della
rete - 1.85 mt - obbliga poi
a effettuare la maggior parte
dei tiri dal basso verso l’alto:
vincere pertanto non è una
questione di potenza ma di
precisione nei colpi e di agilità in campo. In campo bisogna muoversi molto velocemente e, per questa ragione,
le partite durano solo un set
ai 9 game, con applicazione
del tiebreak ai 7 punti in caso
di parità sull’8-8. Il punteggio
del game è senza vantaggio
e sul 40-40 si gioca il punto
decisivo.
L’EVENTO: Beach Tennis
World Championships, dal 21
al 29 luglio a Ravenna.
DOVE GIOCARLO: allo Stabilimento Corallo Beach, Ostia
(www.corallobeach.it)
IL SITO:
www.beachtennis.com
ZOOM
alternative
BEACH BASKET
3 vs 3 con un solo canestro, su un
campo in cemento
(www.beachbasketball.com)
BEACH PALLAMANO
I gol al volo, e perfino i gol del
portiere, valgono doppio!
(www.eurohandball-beachtour.com)
BEACH GOLF
Non sarà difficile realizzare le
buche!
(www.beachgolf.net)
KITE-SURF
Si decolla dalla spiaggia e si vola
sopra le onde!
(www.kitesurfing.it)
SURF
Gli spot migliori sono nel nord della
Toscana e Sardegna
(www.surfingitalia.org)
SANDBOARD
Con un vecchio snowboard sulle
dune più alte d’Italia. Solo in
Sardegna
(www.sandboard.it)
FRISBEE
Si gioca con regole simili a quelle
del football americano (www.fifd.it)
svagarsi
de a personalizzare le regole,
nelle partite ufficiali ci sono
in campo solo due giocatori
per squadra, senza riserve in
panchina. L’altezza della rete
è la stessa della pallavolo, l’area di gioco è la medesima
(16x8) e, nei campi ufficiali,
la sabbia del fondo deve essere fine: si gioca al meglio
dei tre set ai 21 punti.
SOCCER
La passione per il calcio non
si ferma nemmeno in ferie?
Per una vacanza ideale ci
vuole allora una spiaggia di
sabbia fine, un mare pulito,
un ombrellone, una fidanzata molto collaborativa, un
barista amico pronto con il
necessario per rinfrescarti
e, soprattutto, un bel campo
da beach soccer nelle vicinanze. Anche se si è puristi
del calcio, questa disciplina
non potrà che affascinare.
Si gioca spesso con la palla alta, tirando al volo, in 4
più il portiere su tre tempi
da 12 minuti l’uno, su un
campo da 40x30 metri. Del
resto, tutti i grandi giocatori
di calcio brasiliani, a partire
da Ronaldinho, hanno cominciato così. Senza dimenticarsi del footvolley, una via
di mezzo tra il beachvolley
da cui prende le regole e il
beachsoccer per l’esclusivo
uso dei piedi.
L’EVENTO: Finali Torneo Italia Beach Soccer, 28-29 luglio al Lido di Ostia
DOVE GIOCARLO: allo Stabilimento Rive di Traiano a
Terracina (Lt), www.terracinabeachsoccer.com
IL SITO:
www.beachsoccer.com
VOLLEY
Oggi è lo sport da spiaggia
più popolare, tanto che da
anni è stato accettato alle
Olimpiadi (al proposito, le azzurre Greta Cicolari e Marta
Menegatti sono candidate
ad una medaglia a Londra
2012). La prima partita ufficiale di beach volley in Europa si è giocata nell’estate
del 1984 al Fantini Club di
Cervia, che oggi conta otto
campi per sport vari, un
beach stadium da 2000 persone ed è il tempio di questo
e altri beach sport in Italia.
Anche se in spiaggia si ten-
L’EVENTO: Beachvolley Marathon, 7-8 luglio a Bibione
(Ve)
DOVE GIOCARLO: al Fantini
Club, Cervia (Ra),
www.fantiniclub.com
IL SITO: www.beachvolley.it
RUGBY
Uno sport estremo, fatto solo
di forza ed esplosività e, almeno all’apparenza, poca
tecnica. Coraggio, sforzi e
legnate (possibilmente non
sotto il sole di mezzogiorno)
cinque contro cinque, su un
campo 31x25. Eliminate le
fasi statiche del gioco: niente mischie, né rimesse dalla
linea laterale, niente calci al
volo né trasformazioni ma
ovviamente i contatti non
mancano. Una meta vale un
punto e sono permesse le
sostituzioni volanti a centrocampo.
L’EVENTO: Master Finale, 2122 luglio a Senigallia (An)
DOVE GIOCARLO: Parco del
Rauccio, Torre Chianca (Le),
www.playbeachrugby.it
IL SITO: www.beachrugby.it
43
ricette
La regina
dell’estate
di Laura Camanzi
In collaborazione con Giovanni Seveso,
Specialista in Scienze dell’alimentazione a Milano
f
44
rutto dalle origini antichissime - geroglifici egizi ne
testimoniano la coltivazione
lungo le rive del Nilo già più
di 5.000 anni fa - e dalle molte virtù, l’anguria con il suo
sapore inconfondibile è da
sempre la regina dell’estate. Il periodo in cui giunge a
maturazione è compreso tra
giugno e settembre, ma è
nei due mesi più caldi, luglio
e agosto, che il cocomero dà
il meglio di sé. Giovanni Seveso, specialista in Scienze
dell’alimentazione e dietetica, ci spiega perché questo
frutto non dovrebbe proprio
mancare nei nostri menù
estivi. «Con il suo altissimo
contenuto di acqua (superiore al 90%), l’anguria disseta,
depura e idrata l’organismo,
rivelandosi particolarmente
indicata in caso di ritenzione
idrica, ipertensione, cellulite
e gonfiori alle gambe. Contiene inoltre discrete quantità di
sali minerali, come potassio e
magnesio, utili per combattere quel senso di stanchezza e
spossatezza dato dalla calura
estiva. Ma i pregi non finiscono qui: priva di grassi, ricca in
vitamine (soprattutto A, C, B
e B6), l’anguria, pur essendo
particolarmente dolce, ha un
bassissimo contenuto calorico, il che ne autorizza il con-
VALORI NUTRIZIONALI
(per 100 grammi)
sumo di grandi quantità senza
incorrere in problemi di peso
o sovralimentazione». Notevoli poi le proprietà antiossidanti, come sottolinea Seveso:
«Il rosso caratteristico della
polpa è dato dal licopene, un
carotenoide dalle comprovate proprietà antitumorali, che
agisce come antiossidante nei
confronti dei radicali liberi e
che si è dimostrato molto efficace anche nella prevenzione
di patologie cardiocircolatorie». Tanti i benefici che porta
con sé il consumo di questo
frutto estivo dunque, ma non
c’è proprio nulla a cui si debba fare attenzione? «Alcune
persone lamentano la poca
digeribilità dell’anguria: mangiarla lontano dai pasti può
essere un buon modo per
ovviare all’inconveniente. Eliminare tutti i semini, sia quelli
bianchi che quelli neri, è importante poi per non incorrere in spiacevoli effetti lassativi.
Inoltre, seppur raro, è bene
sottolineare un possibile effetto collaterale: nell’anguria
sono presenti dei salicilati
naturali, sostanze impiegate
anche in ambito farmaceutico
per la preparazione di alcune
medicine, tra cui l’aspirina.
Anche se la quantità di salicilati è molto bassa ed è difficile raggiungere concentrazioni
Calorie: 25 kcal | Acqua: 95,3 g
Grassi: 0,15 mg | Proteine: 0,6 mg
Potassio: 280 mg
significative, è bene che le
persone allergiche o che hanno sviluppato un’intolleranza a
queste sostanze non eccedano nel consumo».
ghiaccioli
all’anguria
Ingredienti (per 8 ghiaccioli)
• 400 gr di polpa d’anguria
senza semi
• 100 gr di zucchero
• 1 limone
Procedimento
Mettete in un pentolino lo zucchero,
il succo del limone e un cucchiaio
d’acqua e fate sciogliere il tutto a
fuoco basso. Mentre lo sciroppo
si raffredda preparate la polpa
dell’anguria (siate generosi, destinate
ai ghiaccioli solo la parte centrale
più rossa e dolce) alla quale dovrete
togliere tutti i semini. Frullate la
polpa con lo sciroppo di zucchero e
poi versate il composto negli appositi
stampini per ghiaccioli. Lasciateli nel
congelatore per almeno 5 ore prima di
servire. Questi ghiaccioli sono perfetti
per la merenda dei più piccoli, da
alternare con gelati e frutta fresca nei
caldi pomeriggi estivi.
Letture salutari
di Francesco Rizzo
Le emozioni
parlano
di Rossella Panigatti
316 pagine
Edizioni tea
Prezzo: 12 euro
46
Quando Woody Allen era ancora
Woody Allen (non lo spento fantasma di To Rome with Love),
scriveva e interpretava film
come Io e Annie. Il cui protagonista, incapace di sottrarsi al
guscio protettivo di New York, è
costretto a volare a Los Angeles.
Che detesta, come detesta l’ambiente che lo accoglie laggiù. Si
sentirà male e ritroverà l’appetito solo quando saprà di poter
restare chiuso in albergo. Sul
volo di ritorno a casa, capirà anche che il suo amore per Annie
è finito. Immagini che tornano
in mente sfogliando Le emozioni parlano, di Rossella Panigatti,
ex esperta di marketing diventata studiosa di comunicazione energetica strappandosi ai
tentacoli della depressione. E
che, in questo libro, ci aiuta a
esaminare i nostri disturbi fisici,
le nostre malattie, in relazione
agli stati d’animo negativi che
stiamo vivendo. Ma anche, secondo una logica di prevenzione, a lavorare sulle emozioni, ad
“ascoltare” la rabbia, il disagio,
il senso di esclusione per capire come evitare che le malattie
possano minare il nostro benessere. Diviso in capitoli che
esaminano diverse condizioni
psicologiche, il manuale diventa
un “atlante” del corpo umano e
dei disturbi che possono affliggerlo, attento alle spiegazioni
mediche ma, al tempo stesso,
concentrato sui legami tra uno
specifico problema di salute e
le emozioni negative che non
riusciamo a gestire. E così, un
eritema può essere il segnale
di un’incapacità di proporci agli
altri per quello che siamo (e, infatti, colpisce la pelle, il nostro
confine estremo con il mondo),
dietro un banale mal di testa si
può nascondere un senso di
inadeguata valutazione di sé o il
bisogno di non vedere qualcosa, mentre le tensioni muscolari
possono segnalare difficoltà a
esprimere noi stessi o tendenza a controllare troppo i propri
stati d’animo. Il libro, che divide
le patologie proprio in base alle
emozioni, si apre, del resto, con
una dedica significativa: «A tutti
coloro che hanno creduto che
non sentire una paura fosse lo
stesso che non averla».
tempo di lettura: 6 ore
Longevità
di Umberto Veronesi
94 pagine
Edizioni Bollati Boringhieri
Prezzo: 8 euro
È vero che viviamo più a lungo?
Sì, ma persino la longevità, in Italia, sembra in crisi. Secondo dati
Istat del 2010, la durata media di
vita è di 84,3 anni per le donne
e a 79,1 per gli uomini. Rispetto
ai numeri del 2005, gli uomini
guadagnano un anno (quasi un
terzo in meno, però, in confronto al guadagno medio tra il 1975
e il 2005), mentre le donne 0,6
anni (la metà del tempo rispetto
al ritmo tenuto nei tre decenni
precedenti). Resta il fatto, però,
che oggi si raggiungono età un
tempo impensabili: nell’Italia del
boom economico, per esempio,
un uomo aveva una vita media
di 63 anni, una donna di 67. Ma
abbiamo imparato a invecchiare
bene? Sappiamo davvero tutelare la nostra salute psicofisica,
prevenendo le malattie con uno
stile di vita adeguato? È il tema
videoteca
Quasi amici
(Francia, 2011)
affrontato dal professor Umberto Veronesi, direttore scientifico
dell’Istituto europeo di Oncologia,
in questo libro, scritto insieme
alla giornalista Maria Giovanna
Luini, scrittrice e comunicatrice
scientifica. Il volume offre una
serie di riflessioni e suggerimenti che vanno al di là del risvolto
strettamente medico. Invitando,
per esempio, a quello che Veronesi definisce “un approccio
orientale verso i cambiamenti”:
saper affrontare in modo costruttivo le conseguenze del tempo
che scorre, tenere allenati e sani
corpo e mente, imparare a godere degli aspetti positivi dell’autunno della vita. Un esempio? Non
vedere la menopausa come una
malattia ma come una nuova
stagione. «Se la carta di identità
ci rivela che abbiamo più di 75
anni», scrive ancora Veronesi, «e
insistiamo ad affermare a denti
stretti “non è vero”, evitiamo di
adattare il nostro stile di vita a
ciò che il corpo richiederebbe.
E perdiamo opportunità preziose». Il libro affronta così molti
temi legati all’invecchiamento
- dall’esercizio fisico alla attività
sessuale, dal lavoro all’alimentazione - invitando a fare della curiosità intellettuale una palestra
da frequentare ogni giorno. «La
longevità è un patrimonio», conclude l’autore. «Qualunque sia
la vostra convinzione su ciò che
accade dopo la morte. È inutile
e sciocco sottovalutare il periodo
che trascorriamo in questa vita».
tempo di lettura: 3 ore
di: di Olivier Nakache ed Eric Toledano
con: Francois Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny
durata: 112’
Valore terapeutico:
per ragionare sulla disabilità? No, sul diritto alla felicità.
Philippe, un uomo di indiscutibile
ricchezza e di raffinata cultura,
seleziona un assistente personale.
Si presentano candidati dal
curriculum invidiabile. Eppure
Philippe sceglie Driss, un
giovanotto di colore, che sembra
capitato lì per caso e che ha
appena assaggiato le dure
panche della prigione. I due sono
destinati a diventare complici,
come ci suggerisce l’adrenalinico
ma sottilmente ingannevole
inizio del film. Perché la loro non
sarà una complicità qualsiasi.
Quasi amici, il film francese
che ha incassato di più in Italia
(oltre 14 milioni di euro), è una
commedia lanciata a tutta velocità
verso un precipizio, visto che
Philippe è legato a una sedia a
rotelle, il corpo abbandonato e
insensibile come quello di una
marionetta e il pericolo che il
film piombi giù, nel patetico o
nel crudele, è imminente, quanto
l’arresto per i due protagonisti
nella scena iniziale. E invece
funziona, e benissimo. Perché
si rivela una storia sul diritto alla
felicità, che è di tutti, e su una
relazione possibile fra persone
“condannate a restare ai margini”,
tessuta intorno a due personaggi
opposti: Philippe potrebbe avere
tutto ciò che desidera, ma non
può muoversi senza un aiuto,
Driss arriva dalle periferie più
disagiate, non ha né denaro,
né prospettive, è un allegro
naïf scurrile e inopportuno, ma
“sconvolge” la quotidianità di
Philippe restituendogli la gioia
di vivere. Tra zingarate notturne,
risate inopportune all’opera e inviti
a non dimenticare l’amore. Non
a caso il titolo originale del film
è Intoccabili: i due protagonisti
appartengono cioè a mondi dei
quali è buona norma fingere di
occuparsi (i diversamente abili e
gli immigrati), ma che in realtà i
più trascurano o non rispettano.
Certo, si dirà, Philippe è un
miliardario e può permettersi ciò
che vuole: ma il film ha bisogno
di un meccanismo narrativo
che rischi di apparire una favola
(rischia, e basta), proprio per dare
un calcio al perbenismo. Come,
del resto, riesce a fare anche il
libro da cui è tratto il film, Il diavolo
custode, di Philippe Pozzo di
Borgo. Philippe, già. Come quello
del film. Perché questa è una
storia vera.
47
PROSSIMO
NUMERO
I dossier di PiùSalute
ginnastica in casa
Come mantenersi in forma tra le pareti di casa, utilizzando oggetti di
uso comune e alcune tipologie di mobili. Oppure facendo semplici
esercizi di respirazione, di yoga, di stretching, di danza.
Un vademecum intelligente che vedrà coinvolti insegnanti di scienze
motorie, ortopedici, fisioterapisti, massaggiatori e - perché no? insegnanti di ballo. Curiosi, eh?
L’esperto risponde
Dopo il ginecologo è il turno dell’oftalmologo che risponderà a tutti
i quesiti che ci raggiungeranno via mail a [email protected]
o via fax allo 02.29513121.
Segnali
Nel PiùSalute di settembre-ottobre il nostro medico di famiglia,
Stefano Nobili, si occuperà dei sintomi da ipersudorazione, problema
non di poco conto, anche a livello psicologico.
Svagarsi
48
Protagonisti i 10 più bei parchi del nostro Paese: da nord a sud, isole
comprese, una miniguida per scoprirli in coppia, con gli amici, in
famiglia.