Speciale MAni E PiEdi
Transcript
Speciale MAni E PiEdi
19 Direttore responsabile Ismaele Passoni Direttore editoriale Regina Mezzera Consulente editoriale Sergio Meda 4. Segnali Pallore 6. Conoscere la sanità Farmaci online Coordinamento redazionale Hand&Made Milano Collaboratori Stefania Bortolotti, Claudio Buono, Laura Camanzi, Enrico Maria Corno, Federico Meda, Stefano Nobili, Vittoria Pietropoli, Federico Poli, Gianni Poli, Francesco Rizzo, Alessandro Zichi Immagini iStock, 123, Getty Images Progetto grafico Roberto Magrini Grafica e impaginazione Hand&Made Milano Marketing e pubblicità Fabio Fedele Ilaria Tandoi Editore FederFARMA.Co Spa, Milano 8 3. SE NE PARLA Anno VIII Numero 4 Luglio-Agosto 2012 8. Società Vita, l’ingrediente fondamentale 10. Fai da te intelligente Mal di testa 10 12. Domande Risponde il ginecologo 16. In vetrina 19. SPECIALE mani e piedi 20. Principali patologie e traumi 26. La femminilità? Comincia dalle mani 28.Coccolateli come meritano 30.Lo sapevate che... 32.Piede piatto e alluce valgo 34.Riflessologia plantare www.federfarmaco.it Redazione via Boscovich 61, 20124 Milano Tel. 02.2022941 Fax 02.29513121 [email protected] Reg. Trib. di Milano n° 654 - 13/10/1999 Finito di stampare nel mese di giugno 2012 da Artigrafiche Boccia - Salerno I diritti di riproduzione delle immagini sono stati assolti in via preventiva. In caso di illustrazioni i cui autori non risultano reperibili, l’Editore onorerà l’impegno a posteriori. 37. Per chi ha figli 40. Ambientiamoci 42. Svagarsi 44. Ricette 46. Letture salutari 47. Videoteca 48. Prossimo numero 44 mali “estremi” M ani e piedi sono estremi da preservare, tutelare. Sono un biglietto da visita estetico e cartina di tornasole della cura del nostro corpo. Per questo vi abbiamo dedicato un dossier intero, ragionando di malattie, inestetismi, problematiche posturali, piedi piatti e alluce valgo. Talvolta argomenti spinosi, sottovalutati: è bene prenderne coscienza, soprattutto in funzione dei più piccoli, la cui (corretta) crescita si fonda su equilibrio e postura. Molto i consigli dedicati all’universo femminile, per natu- ra più attento ai distretti e ai dettagli dei medesimi. Una carrellata attraverso pellicine, pietra pomice, smalti ma anche massaggi, creme, ossigeno, senza tralasciare gli “attrezzi del mestiere” come la lima, le forbicine e i guanti. E ancora, pediluvio, vesciche, calli, duroni, verruche: abbiamo pensato un po’ a tutto, visto che sono problemi che capitano a tutti. Il medico di famiglia, Stefano Nobili, questo numero si concentra sul pallore (il prossimo argomento sarà l’ipersudorazione), un sintomo apparentemente innocuo ma indicatore di problemi fisici non di poco conto. A seguire ricorda, per chi non ne fosse al corrente, che l’acquisto di farmaci online nel nostro Paese è pratica illegale, se non pericolosa. La rete non è un supermarket, è utile solo per approfondire in caso di fonte affidabile. Noi, ad esempio, ogni bimestre ne scoviamo una ospitata nella rubrica “In vetrina”. Questa volta è il turno di saluteinmovimento.com, risorsa presente anche su Youtube con un canale ricco di video interessanti e di facile comprensione. Dopo le risposte alle vostre domande, talune molto specifiche, da parte del ginecologo e i consigli per riconoscere e affrontare i 13 (!) tipi di mal di testa classificati dalla moderna medicina (a cura del farmacologo Stefano Govoni), nella seconda parte della rivista ci occupiamo - in rapida sequenza - delle proposte per l’infanzia nelle varie capitali europee (alcune interessanti per gli stessi genitori), delle nasciture città ecostenibili, con criteri edilizi sorprendenti, per etica e creatività. Per chi passerà le vacanze in spiaggia abbiamo invece approfondito il tema dei “beach sport”, andando oltre il solo volley. In chiusura una ricetta semplice, veloce e colorata: i ghiaccioli all’anguria. Non potevano mancare, in coda, i consigli culturali, vuoi che siano su carta o su celluloide. Buona lettura e buone vacanze. 3 sintomi il pallore di Stefano Nobili, Medico di famiglia, Milano Milena ha 17 anni, studia al liceo, ma è sempre stanca e affaticata. Ha avuto la prima mestruazione a 14 anni e i cicli sono sempre stati ravvicinati, dolorosi e molto abbondanti. Il viso è piuttosto pallido, la pressione arteriosa è bassa e la frequenza cardiaca raggiunge quasi i 100 battiti al minuto. La madre la porta dal ginecologo che le fa eseguire alcuni esami del sangue e un’ecografia pelvica: l’emocromo mostra un’emoglobina sui 10g/dl, con globuli rossi di dimensioni più piccole della norma; l’ecografia mostra alcune cisti ovariche. Lo specialista inizia una cura di ferro per bocca e le prescrive una pillola estroprogestinica per regolarizzare il ciclo. Carla ha 65 anni, soffre di emorroidi da molti anni e quando va di corpo, spesso, trova sangue nelle feci di colore rosso vivo. La cosa non è una novità, quindi convive normalmente con questo quadro. È un po’ pallida ma non ci fa caso. Un giorno ha un calo di pressione che si manifesta come una vertigine improvvisa e un senso di mancamento senza perdita di coscienza. Il suo medico le fa eseguire degli esami urgenti dai quali si nota una discreta anemia (8,5g/dl di emoglobina). 3 4 Paola ha 20 anni; da qualche tempo, tre dita delle mani diventano improvvisamente di colore bianco cereo, per poi diventare bluastre e rosse. Riferisce quanto le succede al suo medico di famiglia che pone un sospetto diagnostico di fenomeno di Raynaud e la invia presso un centro specialistico reumatologico per gli approfondimenti del caso. I l pallore è il colore chiaro tendente al bianco della pelle quando è scarsamente irrorata di sangue ed è quasi sempre presente nei soggetti anemici (i casi di Milena e Carla). La perdita cronica di sangue con bassi valori di emoglobina (la proteina che veicola l’ossigeno nel sangue) provoca come conseguenza una diminuzione della perfusione di sangue a livello della cute. Questo perché l’organismo, per motivi finalizzati al mantenimento delle funzioni vitali di cervello, cuore e rene, sequestra il sangue dai distretti meno “nobili” (come la cute appunto), a favore di organi fondamentali per la vita e la sopravvivenza dell’individuo. L’anemia e il conseguente pallore del viso, ma anche della congiuntiva e della mucosa della bocca, nei casi descritti è dovuta a perdita di sangue: l’ipermenorrea e polimenorrea (cicli mestruali NEL PROSSIMO NUMERO SPAZIO ALl’ipersudorazione SE AVETE QUALCHE QUESITO DA PORRE A STEFANO NOBILI INOLTRATELO ALLA CASELLA DI POSTA: [email protected] con frequenza aumentata normalmente ogni 28 giorni, nel caso di Milena ogni 22-24 giorni - e abbondanti) cronicizzano, portando ad un corteo di sintomi dove il pallore è uno dei principali, accompagnato da stanchezza, pressione arteriosa bassa (specie all’impiedi), vertigine e senso di mancamento. Ugualmente nel secondo caso, quello di Carla, la perdita di sangue è dovuta a un sanguinamento cronico causato dalle emorroidi. Quest’ultimo quadro non è così infrequente e si instaura in modo lento e continuo, così da “abituare” il paziente a convivere con la sua anemia, senza dar troppo peso a tale sintomo, finché il meccanismo si rompe e compaiono sintomi quali appunto le predette vertigini, le crisi di pressione arteriosa bassa fino alle lipotimie (svenimenti con totale o parziale perdita di coscienza). Cosa fare in questi casi? Il pallore del viso e della cute, abbiamo detto, sono segni, sintomi, segnali di qualcosa di anomalo. Da eliminare in ogni caso. In modo da risolvere anche il sintomo pallore e gli altri correlati: nel primo caso la regolarizzazione del ciclo mestruale in termini di frequenza e quantità con la pillola; nel secondo caso l’eliminazione della causa con l’intervento chirurgico sulle emorroidi. Il terzo quadro, quello di Paola, è più particolare. Il fenomeno di Raynaud è stato descritto nel 1862 come quadro di vasocostrizione acrale (ovvero distale o delle estremità) seguito da cianosi e vasodilatazione. Tale fenomeno è normalmente scatenato in soggetti che presentano un disequilibrio del sistema nervoso periferico in presenza di determinati stimoli come il freddo o emozioni. Può essere sine materia, ovvero senza una causa, definito primario, oppure espressione di una malattia sistemica specialmente reumatologica e allora lo si definisce secondario. Si cerca di contrastare il pallore, che si associa anche a dolore delle estremità, prevenendo il freddo e tenendo ben calde le dita, facendo eseguire all’interessata (le donne presentano il Raynaud con un rapporto di 11 a 7 rispetto al sesso maschile) dei cicli di ginnastica vascolare in acqua fredda e calda in modo da abituare le arteriole delle dita ai cambiamenti di temperatura. Per la diagnosi viene suggerita la capillaroscopia, esame non invasivo che mostra la conformazione dei capillari ungueali. Il pallore, come vedete, è un sintomo che è sempre doveroso indagare. 5 quesiti medicinali in rete di Stefano Nobili, Medico di famiglia, Milano Si parla tanto di farmaci venduti online: mi potreste spiegare se si possono comprare e se ci sono rischi? Alberto, Milano l 6 a domanda del lettore apre uno scenario importante su questo argomento. Di seguito citiamo alcune affermazioni di enti e associazioni, il tutto trovato su internet (dal quale oggi non si può prescindere!); Altroconsumo del 24 novembre 2011 riporta «vendere farmaci online è illegale, ma molti siti lo fanno». L’Agenzia di stampa Adnkronos Salute, il 26 marzo 2012: «Scarsa conoscenza della normativa vigente sulla vendita di farmaci online tra gli italiani: il 41% ignora che, ad oggi, l’acquisto di medicinali su internet nel nostro Paese è vietato». Detto questo, la risposta sarebbe semplice. I farmaci non sono articoli comuni come capi di abbigliamento, oggetti o comunque beni che possono essere commerciabili su internet. Sono appunto farmaci e come tali sottostanno a regole anche rigide, ma che servono a tutelare la salute del paziente oltre che a curarlo. Le norme sono regolate da leggi e questo appunto per la sicurezza del cittadino che non deve rischiare la salute o la vita per un prodotto che lo cura. Per questo motivo i farmaci vengono venduti in farmacia o nelle parafarmacie (attualmente è in divenire una commercializzazione più ampia, ma ad oggi la situazione è quella descritta). Dunque stabilito che la vendita di farmaci su internet è illegale, vediamo alcuni nu- meri che vengono forniti dal Ministero della Salute: «dal 2005 ad oggi quasi 5.500 persone sono state segnalate all’autorità giudiziaria, 337 persone sono state arrestate e sequestrate più di 3 milioni e mezzo tra fiale e compresse. Per la voce “buy anabolic” (compra anabolizzanti), ricercata su uno dei più famosi motori di ricerca internet, si è passati da 5 milioni di risultati a 10 milioni di oggi con un incremento del 100 per cento. In rete circolano psicofarmaci, antidepressivi, tranquillanti, farmaci per dormire, diuretici, antiepilettici, steroidi eccetera. I provider sono all’estero e i compratori sono attirati dalla possibilità di effettuare acquisti in forma anonima, senza prescrizione e a prezzi più bassi rispetto a quelli di farmacia». «Tale facilità di acquisto» continua il Ministero della Salute, «nasconde il pericolo di contraffazione e l’assenza di controlli. Le grandi dimensioni del mercato illegale delle farmacie online sono spiegabili con l’altissima redditività dell’investimento illegale: per ogni euro si stima un guadagno di 2.500 volte tanto. Le forze dell’ordine, nello specifico i Nas (Nucleo anti sofisticazione) dell’Arma dei Carabinieri, al fine di identificare fonti clandestine di rifornimento di farmaci e canali commerciali occulti, fanno parte di una task force dal nome Impact Italia che coinvolge Ministero della Salute, Aifa (Agen- zia italiana del farmaco), iSS (Istituto superiore di sanità), i Ministeri dell’Interno, dello Sviluppo economico e l’Agenzia delle Dogane. Collaborano inoltre con Europol e Interpol all’interno del Forum permanente sul crimine farmaceutico internazionale, composto dai rappresentanti di 17 Paesi nel mondo. tradizionalisti Secondo una recente indagine condotta nel giugno 2011 da una nota società di ricerche di mercato, la Gfk Eurisko, per conto di ANIFA (Associazione nazionale industria farmaceutica dell’automedicazione), solo un italiano su 5 considera la possibilità di acquistare farmaci da banco su internet e il 13% soltanto acquisterebbe online i farmaci da automedicazione se esistesse la disponibilità di tale servizio. Quindi gli italiani sono ancora molto “attaccati” alla farmacia e al consiglio del farmacista. E ancora: su 2300 cittadini italiani di sesso maschile e femminile, secondo una ricerca del Ministero della Salute in collaborazione con l’Università la Sapienza di Roma, circa il 60% utilizza internet per informazioni riguardanti la salute, ma solo il 3% utilizza il web per acquistare farmaci. La stragrande maggioranza degli intervistati evidentemente sospetta che nella vendita di farmaci via internet ci sia qualcosa di cui non fidarsi. 7 ZOOM Fiori all’occhiello Afronline.org - The voice of Africa è uno strumento creato e sostenuto da Vita per sviluppare un’agenzia di stampa al 100% africana. Una rete di informazione che comprende ben 16 media del continente nero per conoscere l’Africa degli africani e non l’Africa filtrata dalla cultura occidentale, ovvero quella cui siamo normalmente abituati a sentirci raccontare. Yallaitalia.it - il blog delle seconde generazioni è una piattaforma di ritrovo per persone nate e cresciute in Italia da immigrati del mondo arabo. Nasce da una esperienza associativa già esistente, cui Vita ha voluto dare voce e strumenti un po’ per vocazione, un po’ per ragioni di buon vicinato: la moschea si trova infatti a due passi dalla sua sede milanese. VITA UN INGREDIENTE FONDAMENTALE di Federico Meda N 8 egli ultimi vent’anni le realtà no profit e di volontariato sono diventate fondamentali per la tenuta sociale del nostro Paese. Hanno rappresentato, sostituito e supplito alle istituzioni in ragione di problemi economici, organizzativi e - purtroppo legislativi. È tipico degli italiani: dove lo stato non arriva, ci si industria. Così, come funghi, sono nate le onlus, le cooperative, forme di associazione capaci di catalizzare fondi, prima solo statali, poi privati, infine anche industriali, grazie alle nascenti fondazioni d’impresa e a politiche aziendali più etiche, secondo i principi della responsabilità sociale. In questo percorso di crescita, realtà come Vita (www.vita.it) hanno condiviso le linee guida, creato strategie, fornito strumenti indispensabili a un mondo, per sua natura, un po’ naif che aveva bisogno di essere “formato”. Ora il Gruppo Vita si divide tra comparto editoriale - autore di un mensile (dopo quasi un ventennio a cadenza settimanale) specifico per il no profit, volontariato e terzo settore, di alcune testate e blog e di una nuova collana di libri in collaborazione con Feltrinelli - e consulenza per le imprese. Ne abbiamo parlato con l’Amministratore delegato, Paolo Migliavacca. Qual è il segreto di Vita? Competenze uniche nel terzo settore... e la nostra storia: ci trasformiamo da realtà editoriale in imprenditoriale Da realtà editoriale a rappresentante delle istanze del no profit, la parabola (felice) di Vita, quotata in borsa ma - per statuto obbligata a reinvestire gli utili bilità, curiamo bilanci sociali (vedi glossario ndr), seguiamo aziende nelle iniziative a favore dei più deboli… Siamo un ingrediente fondamentale dell’ecosistema terziario, cui la popolazione sempre più si appoggia. perché esplicitamente richiesto, non per seguire logiche di mercato o di profitto. Ci veniva riconosciuta “la conoscenza” e le grandi realtà del comparto volevano che fosse trasformata in ”capacità di fare”. Ora lavoriamo costantemente su idee e contenuti di realtà come WWF, Unicef, Telefono Azzurro… Citiamo le più famose per semplificare, ma se volessimo approfondire? Mettiamo a disposizione di organizzazioni e aziende gli strumenti innovativi per percorsi di corporate responsability (la responsabilità sociale di un’azienda ndr), sviluppiamo forme di marketing applicato alla sosteni- Da come parla, sembra che Vita rappresenti l’intero settore. Effettivamente questo è l’intento. Il mezzo è un comitato editoriale di oltre 67 realtà (a questo link la lista completa: www.vita.it/user/aderenticomitatoeditoriale) in rappresentanza delle oltre 350mila territoriali. Il ruolo è fornire alla redazione (e alla struttura) spunti di riflessione e linee editoriali. Quanto è cambiato questo mondo e, di conseguenza, Vita? Dal ‘94 a oggi? Rischio di perdermi. Una delle svolte più moderne è il cambio di mentalità sul concetto di sostenibilità: da fine (o costrizione) si è trasformato in mezzo (o opportunità). Non solo per noi e le onlus, anche per il mondo dell’impresa e, in parte, della finanza. Il futuro? Ha qualche ricetta, consiglio, suggerimento per il terzo settore? Bisogna assolutamente favorire le donazioni, sia da un punto di vista fiscale sia normativo. Talvolta far del bene risulta complicato; trasformerei il 5 per 1000 da disposizione di bilancio in Finanziaria in vera e propria legge, così da assicurare i fondi senza l’incubo di improvvisi e inopinati tagli; infine, lo stato dovrebbe dimostrarsi più “intelligente” e buon pagatore: erogare fondi significa anche controllare che siano investiti in maniera efficace e nei termini prestabiliti. Talvolta i ritardi e l’inefficienza nostrana condizionano gli stessi fondi dell’Unione europea: ne abbiamo diritto ma non sempre li meritiamo. GLOSSARIO Cos’è un bilancio sociale? Si tratta di un documento con il quale un’organizzazione, che sia un’impresa o un ente pubblico, o un’associazione, comunica periodicamente in modo volontario, gli esiti della sua attività, non limitandosi ai soli aspetti finanziari e contabili. Nasce dalla consapevolezza che esistono diverse categorie di persone, definiti stakeholders, che hanno un diritto riconosciuto, o interesse, a conoscere quali ricadute, o effetti, l’ente produce nei propri confronti. 9 automedicazione mal di testa? chiedi aiuto di Gianni Poli in collaborazione con Stefano Govoni Ordinario di Farmacologia - Università di Pavia c 10 ome riferisce il professor Stefano Govoni, docente di Farmacologia a Pavia «la sola cosa che ha saputo fare la medicina per il mal di testa è stata trovargli un nome, cefalea. E poi un altro nome, emicrania, quando il dolore si localizza in una metà (emi) della testa». In realtà nessuno sa con certezza perché si scateni il mal di testa, con dolori in alcuni casi invalidanti, purtroppo ben noti a molti: «Chi ne è vittima accusa tensioni muscolari, dilatazioni dei vasi cerebrali e infiammazioni delle strutture nervose». E se è la prima volta è bene che si rivolga a un medico. A maggior ragione deve farsi visitare se il dolore persiste o ricorre (tipo due volte la settimana). Il disturbo più frequente è la cosiddetta “pesantezza di testa”, cioè l’intontimento. La “pesantezza alla nuca” è un dolore dovuto alla tensione dei muscoli del collo e può estendersi alle tempie, a causa di affaticamento sia fisico sia psichico. C’è poi il “cerchio alla testa”, cioè la sensazione di un cerchio che stringe dalla nuca alla fronte, con dolore acuto sulle tempie, risultante da una forte tensione emotiva. Poi ci sono i dolori trafittivi come il “chiodo di Bismarck”, vale a dire un dolore pulsante al vertice della testa (tipico della menopausa) o il “chiodo in fronte”, con un dolore acuto alla radice del naso, concomitante a un raffreddore o a una sinusite. Dopo i chiodi vengono i martelli: c’è quello “alle tempie” con un dolore acuto e pulsante, spesso associato a gonfiore delle vene intorno alle tempie e arrossamento degli occhi, spesso legato a rialzi di pressione arteriosa. l’interlocutore è il medico Il banale mal di testa esiste, colpisce praticamente tutti, non è annunciato da alcuna strana alterazione, si presenta ogni tanto, di solito ha breve durata, lo si affronta con i comuni analgesici e, quando passa, non lascia conse- guenze. «Purtroppo», precisa Govoni «il 75 per cento di coloro che ne soffrono non si rivolge al medico». E non pochi medici di medicina generale risolvono le ansie di chi soffre di mal di testa dicendo loro: «prenda un’aspirina». Il medico dovrebbe essere l’interlocutore naturale di chi soffre di emicrania o cefalea, ma è più facile che chi ne è afflitto si rivolga al farmacista, preparato a suggerire il medicamento più adatto e soprattutto a consigliare la visita di uno specialista. Purtroppo molti si rivolgono a un parente, a un amico, a un conoscente che trasferisce loro informazioni il più delle volte inesatte. «Oppure, e questo è il peggio, c’è chi si fida di internet o di quello che ti propina la pubblicità, pronta a dirti che dopo un attimo il dolore è passato e, in qualche modo, sei di nuovo in gran forma». Due parole sulle emicranie, sottotipo della cefalea, di cui soffrono maggiormente le donne (in rapporto di 6-7 «Cercate di non fare uso disinvolto di farmaci per contrastare la cefalea o l’emicrania, alla lunga danno tossicità», chiarisce il professor Stefano Govoni, farmacologo presso l’Università di Pavia a 1 rispetto agli uomini). Da luogo a scotòmi, comparsa di punti neri scintillanti nel campo visivo e fotofobia, cioè fastidio per la luce. Da ultimo un accenno alla cefalea a grappolo, che invece colpisce prevalentemente i maschi. Il dolore intenso inizia dall’occhio, si irradia alla tempia e talvolta al collo. Il nome riporta questa particolare distribuzione anche se l’idea del grappolo d’uva ricorda gli attacchi, non a caso scatenati dall’alcool. Tredici tipi, tre i principali Di cefalee sono state classificate tredici forme differenti, ma le più frequenti sono tre: emicrania, cefalea tensiva e cefalea a grappolo. Le cefalee primarie sono tali in quanto non hanno come causa scatenante un’altra malattia. Le cefalee secondarie, molto meno frequenti, sono concomitanti a un’altra patologia, spesso banale, a volte invece grave, che va investigata dal medico. Quasi 150 sono le forme di mal di testa riconosciute dalla scienza. Gli esami non aiutano Gli esami di sangue, urine e feci ma anche quelli del liquido cefalo-rachidiano, purtroppo non aiutano. Sia durante l’attacco di cefalea che negli intervalli fra un attacco e l’altro, non evidenziano alterazioni significative. Se mai vi è accaduto di soffrire di mal di testa consideratevi fortunatissimi: solo 5 italiani su 100 non patiscono un episodio di cefalea o di emicrania nel corso della vita. Tenete presente Non fa bene cercare di distrarsi leggendo o guardando la televisione, bere alcolici, assumere cibi difficili da digerire o per i quali si sospetta un’intolleranza (certi tipi di vino, alcuni formaggi o insaccati). È certamente utile tenere un diario delle situazioni che hanno scatenato il mal di testa, l’orario della comparsa e la durata, tutti dati da riferire al proprio medico; assumere il farmaco prescritto quanto prima, non appena si avvertono le avvisaglie del mal di testa; riposare in una stanza buia e tranquilla; praticare esercizi di rilassamento (contrazioni-decontrazioni muscolari, respirazione consapevole e profonda); seguire una dieta leggera, con pochi grassi animali. 11 Donna, 40 anni Da alcuni giorni soffro di cistite, che sto curando con un antibiotico specifico. Pensa che sia utile abbinare una terapia di sostegno? Ci sono, inoltre, alimenti che devo evitare durante la fase acuta della malattia? parola al ginecologo ragazza, 25 anni Salve dottoressa, le sottopongo il mio problema: questo mese ho avuto il ciclo con 15 giorni di ritardo e in più si è presentato con forti dolori alle ovaie, unitamente a fitte e bruciori interni. Inoltre la perdita di sangue è stata decisamente abbondante e fastidiosa. Tutto ciò può essere legato al ritardo mestruale? È da valutare se il disturbo si è verificato solo in questo ciclo o è un disturbo frequente. Comunque, se i flussi mestruali persistono nell’essere dolorosi, le conviene sottoporsi ad una visita specialistica e ad un’ecografia, per escludere cause organiche e impostare la terapia più adatta al caso. Donna, 36 anni 12 Ho sentito dire che fare il bagno, al mare o in piscina, quando si ha il ciclo mestrua- le, comporta un’interruzione momentanea di quest’ultimo? È vero? E se sì, perché? In effetti, la diversa temperatura dell’acqua (più fredda rispetto a quella corporea) fa restringere i vasi sanguigni, provocando così un arresto o una forte diminuzione del flusso. ragazza, 20 anni Vorrei sapere perché c’è la probabilità di restare incinta anche se il rapporto avviene durante il ciclo mestruale. Perché non si può stabilire con certezza il momento dell’ovulazione, dato che varia a seconda del ciclo mestruale; ciclo che a sua volta è diverso da donna a donna, a seconda del periodo della vita in cui essa si trova. Sebbene quindi, le probabilità di gravidanza siano basse, non possono essere considerate nulle. Oggi sono in commercio prodotti validi come acidificanti urinari e probiotici che, a mio avviso, vanno sempre abbinati a terapia antibiotica. Questo, con posologia differente a seconda che sia una prima infezione delle vie urinarie o una cistite ricorrente. Riguardo agli alimenti vanno evitati fritture, pepe, peperoncino, alcol e bevande gassate. Donna, 31 anni Ho partorito da 8 mesi e continuo ad allattare la mia bambina. La cosa strana è che ancora non ho ripreso ad avere un ciclo regolare. Tanto per dire, il mese scorso ho avuto le mestruazioni per due giorni, ma stavolta ancora niente. C’è qualche problema? No, durante l’allattamento può essere normale. Verifichi solo se nel frattempo non si è instaurata un’altra gravidanza. Ricordi che in allattamento è possibile fare contraccezione con la pillola a base di solo progestinico. Donna, 27 anni Anche se le mie mestruazioni non sono mai puntuali, que- sto mese ho un ritardo che mi dà da pensare. Premetto che non credo di essere incinta, perché fino ad oggi non ho mai avuto con il mio fidanzato un rapporto completo. A questo punto da cosa può dipendere un simile ritardo? Non per creare falsi allarmi, ma dovrebbe sapere che non è necessario un rapporto completo per avviare una gravidanza. Basta che il liquido seminale sia anche poco in vagina, per far sì che gli spermatozoi possano risalire nell’apparato genitale interno, e quindi fecondare un eventuale ovulo. Si è già sottoposta ad un test di gravidanza? Se risultasse negativo, consulti un ginecologo per una visita accurata, poiché tante possono essere le cause di un’oligoamenorrea, cioè di un’alterazione del ritmo del ciclo mestruale. Donna, 33 anni Ho un ciclo abbastanza regolare, ma alcuni giorni prima del flusso vero e proprio, riscontro perdite più o meno consistenti di sangue color rosso e marroncino? A cosa è dovuto il problema e cosa posso fare per risolverlo? Spesso si tratta di un disturbo puramente funzionale; al- Claudia mazzarella Specialista in Ginecologia presso la Casa di cura Villa Serena (Foggia). tre volte, invece, è la spia di una patologia organica, come polipi endocervicali o endometriali, o infezioni. Le cause possono essere varie: le consiglio, perciò, di sottoporsi ad una visita ginecologica, per avere un orientamento più preciso in merito al suo problema. ragazza, 26 anni Prendo la pillola perché sono affetta da microcisti alle ovaie che mi generano acne. Vorrei chiedere allo specialista se è l’unica terapia utile per ostacolare questo fenomeno, e se i forti dolori interni che accuso durante il ciclo, possono essere dovuti all’uso della pillola. La terapia che lei sta seguendo non è l’unica possibile, ma è la più comune. Riguardo ai dolori, probabilmente il dosaggio della pillola non è adatto o va abbinata una terapia a base di inositolo. ragazza, 19 anni Le scrivo per un problema che mi preoccupa abbastanza: qualche giorno fa, durante un rapporto con il mio ragazzo, ho avvertito un po’ di dolore e di bruciore. In seguito, ho fatto una lavanda vaginale che mi ha causato altro bruciore e la perdita di minuscoli pezzetti (simili a briciole) di pelle bianca. C’è una spiegazione a quanto mi è successo e come posso rimediare? Da come descrive i suoi sintomi, sembrerebbe trattarsi NEL PROSSIMO NUMERO l’oftalmologo INOLTRATE I VOSTRI QUESITI ALLA CASELLA DI POSTA [email protected] LI GIREREMO AI NOSTRI ESPERTI di una semplice infezione vaginale da Candida, un fungo che si riscontra molto spesso nel microambiente vaginale. In tal caso, potrebbe essere sufficiente una breve cura orale e con ovuli vaginali. Ne esistono di efficaci, anche in formato monodose, per risolvere ogni problema. ragazza, 23 anni Cara dottoressa, le chiedo aiuto per un problema che sta procurando, a me e al mio compagno, una certa frustrazione. Durante i nostri momenti intimi, passati alcuni minuti dall’inizio della penetrazione, inizio a sentire un lieve bruciore che man mano diventa sempre più intenso, costringendomi ogni volta a interrompere il rapporto. Pensa che si tratti di una semplice infiammazione o di qualcosa di più serio? In questi casi conviene sempre escludere un processo infiammatorio dovuto a vaginite. Una visita ginecologica, oltre all’eventuale esecuzione di tamponi vaginali e di un esame batteriologico a fresco, possono escludere questa eventualità. In attesa dei risultati degli esami, può comunque usare un lubrificante vaginale che le consentirà di migliorare la situazione. 13 in rete saluteinmovimento.com Viaggiamo verso un futuro in cui lo schermo televisivo e quello del computer saranno la stessa cosa. E allora, perché non anticipare i tempi e occuparci della nostra salute attraverso un “canale tv” che si può seguire gratis su Internet? Basta curiosare un po’ nel vasto mondo di YouTube, il servizio di condivisione di video online più popolare al mondo. E fermarsi, per esempio, su Salute in movimento, una pagina che permette di seguire un ampio numero di video dedicati all’attività fisica che favorisca e tuteli il nostro benessere. Non è necessario collegarsi direttamente a YouTube: si può partire dal sito saluteinmovimento.com e cliccare (in basso) su “salute in movimento Tv”. Si apriranno due siti che permettono di scegliere, nella parte sinistra della pagina, fra un’ampia varietà di video, nei quali vengono mostrati e spiegati una serie di esercizi con i più diversi obiettivi: dal miglioramento della respirazione al massaggio antistress, dal potenziamento dei muscoli del collo al relax per la schiena. Basta ascoltare (o leggere le indicazioni in sovraimpressione), osservare e, naturalmente… ripetere. Sul lato destro della pagina si trovano le “playlist”, che dividono i filmati secondo temi specifici: si parla di diete, omeopatia, utilizzo domestico di attrezzi da fitness, ginnastica in acqua. Per le future mamme è online anche “gravidanza in movimento Tv”, che affronta, con lo stesso metodo, argomenti come il movimento fisico con il pancione, la preparazione al parto, l’ambientamento in acqua per i neonati, l’attività sportiva dei più piccoli attraverso il gioco. Perlustrando la pagina nel lato in basso a destra, trovate infine i link ad altri canali web sul tema. Non vi resta che… sudare! Crema mani Grazie alla sinergia dei suoi principi attivi funzionali, Aqua Crema Mani Concentrata di Rilastil® ha proprietà idratanti e protettive. Si assorbe rapidamente e senza ungere donando alle mani morbidezza ed un effetto “cachemire”. Va applicata anche più volte al giorno. In farmacia a euro 8,90 (il tubo da 75 ml) 16 Crema piedi Crema mani e unghie Da Neutrogena®, Crema Mani&Unghie. Grazie alla sua texture ultra leggera, si assorbe velocemente e in un unico gesto si prende cura delle mani e delle unghie. Il risultato? Unghie due volte più resistenti, pelle idratata, liscia, vellutata e cuticole più morbide. Perfetta in tutte le stagioni, va usata ogni giorno massaggiandola su mani e unghie. In farmacia a euro 7,50 (il tubo da 75 ml) Podexine Anti-Traspirante di Vichy è una crema che regola la sudorazione per 24 ore, limita la macerazione del piede, responsabile della formazione di cattivi odori e la proliferazione dei batteri. Con acqua termale di Vichy dalle proprietà lenitive, rigeneranti e fortificanti, va applicata al mattino su tutto il piede massaggiando con cura. In farmacia a euro 12,10 (il tubo da 50 ml) PRoFAR Linea ZANZARE Con l’arrivo della bella stagione e dei primi caldi, spuntano regolarmente i primi malesseri causati dai fastidiosi pruriti derivanti dalla puntura delle zanzare. Il modo migliore per evitare di essere punti è prevenirne l’assalto, proteggendo la pelle con insettorepellenti efficaci. La Nuova Linea Zanzare PROFAR, sviluppata in collaborazione con una delle migliori industrie del settore, è composta da due prodotti pratici ed efficaci: un repellente spray ed un roller post puntura senza ammoniaca. Zanzoff PROFAR è una lozione insettorepellente in spray (PMC) che sfrutta le proprietà dell’N,N-Dietil-m-toluammide, per tenere lontani moscerini e zanzare. Alla lozione insettorepellente è stata aggiunta una miscela bilanciata di olii essenziali di Salvia Officinale, Rosa geranio, Verbena Citrodora e Muschio che ne rende piacevole l’utilizzo, lasciando un gradevole profumo sulla pelle. Il dopo puntura Zanzoff PROFAR senza ammoniaca è invece un pratico roll on che rinfresca la cute donando sollievo immediato dalle punture di insetto. Grazie ai suoi principi attivi di origine naturale (aloe, camomilla, malva e calendula) è adatto anche alle pelli più sensibili e delicate. Leggere attentamente le avvertenze e le modalità d’uso stampate sull’etichetta prima dell’acquisto e/o dell’utilizzo. 17 18 Testi a cura di Stefania Bortolotti, Claudio Buono, Enrico Maria Corno, Vittoria Pietropoli con un piede IN VACANZA DA SAPERE Insieme a Luca Bertini, Specialista in Ortopedia e Traumatologia a Pisa, abbiamo approfondito molto le singole patologie. Ricordiamo che trattamenti e cure vanno concordate con il proprio medico o con uno specialista mani e piedi PATOLOGIE e traumi Artrosi È la malattia reumatica più diffusa e provoca lesioni degenerative, croniche e progressive, a carico delle articolazioni, non di rado accompagnate da infiammazione. Il sintomo più frequente è il dolore, che aumenta con il movimento. Spesso le mani presentano gonfiori alle dita e arrossamento, fino a vere e proprie deformazioni che compromettono i tanti piccoli gesti quotidiani. Chi colpisce e a che età Colpisce entrambi i sessi, soprattutto in età avanzata (ma non di rado anche i soggetti più giovani, per esempio a causa di traumi o attività che comportano manovre ripetitive). Come si cura 20 La terapia farmacologica prevede l’uso di antinfiammatori non steroidei ad azione analgesica e di condroprotettori, atti a rallentare i processi degenerativi e a stimolare i processi riparativi cartilaginei. Un altro trattamento è quello infiltrativo intrarticolare, con sostanze che migliorano la lubrificazione delle articolazioni della mano. Utili anche le terapie fisiche e riabilitative, magari effettuate in ambiente termale. SINDROMI canale cubitale Nota anche come “gomito del telefonista“, è l’infiammazione del canale che si trova nel gomito, attraverso cui passa il nervo ulnare. Normalmente si riconosce attraverso sintomi quali formicolio, perdita di sensibilità e della forza localizzate soprattutto a metà dell’anulare e del mignolo, dolori alla mano, al gomito e all’avambraccio. Chi colpisce e a che età Viene riscontrata più frequentemente tra gli uomini di mezza età. Come si cura Si può tentare di alleviare i sintomi sopradescritti con la somministrazione di farmaci antinfiammatori e iniezioni di steroidi nell’area della compressione del nervo. Il trattamento d’elezione resta comunque l’intervento chirurgico, che consiste nella liberazione del nervo a livello del gomito. Artrite È un’infiammazione acuta dell’articolazione, che poi tende a diventare cronica, peggiorando con il tempo. I sintomi caratteristici sono dolore, gonfiori, formazione di liquidi, difficoltà a muovere l’articolazione. tunnel carpale È una neuropatia dovuta alla compressione del nervo mediano nel suo passaggio attraverso il canale (o tunnel) carpale, una cavità localizzata a livello del polso. Uno dei primi sintomi è la sensazione di intorpidimento o gonfiore alla mano (in particolare alle prime tre dita) accompagnata da formicolii, soprattutto al mattino e/o durante la notte. Successivamente, se la patologia si aggrava, possono comparire dolore (che si irradia anche all’avambraccio), perdita di sensibilità alle dita e di forza della mano. Chi colpisce e a che età La sindrome si manifesta più spesso nelle donne (con un’incidenza 3 volte maggiore rispetto agli uomini), prevalentemente tra i 50 e i 60 anni, in entrambi i sessi. Da notare che la patologia è associata di frequente a varie attività lavorative manuali che comportano ripetute e prolungate flessoestensioni del polso (ma anche l’uso intensivo del mouse è una causa scatenante) e alla pratica di alcuni sport (come il golf, ad esempio). Come si cura I farmaci antinfiammatori non steroidei - come acido acetilsalicilico (aspirina) e ibuprofene - possono alleviare dolore e gonfiore presenti da poco tempo. In caso di sintomi intermittenti o di lieve entità, cortisone e lidocaina (un anestetico locale) consentono di alleviare la compressione del nervo mediano, fornendo un sollievo immediato anche se temporaneo. I sintomi possono migliorare anche sottoponendosi a ultrasuoniterapia o a elettroterapia ionoforesi. Se invece persistono a lungo, può essere consigliato l’intervento chirurgico (neurolisi), che consiste nel tagliare la fascia di tessuti intorno al polso per ridurre la compressione sul nervo mediano. Chi colpisce E a che età In prevalenza le persone giovani, anche i bambini. Come si cura I cortisonici danno un sollievo temporaneo, mentre altri farmaci, come il methotrexate (un chemioterapico) o i medicinali biologici, sono in grado di rallentare la malattia. Malattia di Raynaud Questo disturbo colpisce prevalentemente le dita della mano. A causa del freddo o di un’intensa emozione, il sistema delle arteriole e delle venule subisce una serie di dilatazioni e contrazioni repentine e disordinate che provocano una riduzione del flusso di sangue (le dita perdono sensibilità e assumono una colorazione prima pallida e poi bluastra). Successivamente, con il ritorno alla normalità del flusso sanguigno, il colorito tende al rosso e si avverte formicolio, prurito e a volte dolore. Chi colpisce e a che età Questa sindrome si osserva prevalentemente nelle donne in età fertile, in un range d’età mediamente compreso tra 16 e 40 anni, anche se non è raro osservarla in concomitanza con la menopausa. Come si cura Una pomata a base di nitroglicerina al 2% è in grado di risolvere in pochi minuti la totalità dei casi. Ad uso preventivo, invece, danno risultati discreti i farmaci calcioantagonisti (come la nifedipina) e gli alfabloccanti (come il naftilidrofurile o l’oxpentifillina). 21 Malattia di Dupuytren È una patologia benigna caratterizzata dallo sviluppo di noduli e tessuto fibroso sul palmo della mano e delle dita (in corrispondenza dell’anulare e del mignolo) che, con il tempo, diventano visibili ad occhio nudo e a volte provocano dolore alla palpazione. In seguito, si verifica un accorciamento e una retrazione delle corde fibrose che rende difficile l’estensione delle dita interessate dal problema. Chi colpisce E a che età Colpisce più frequentemente il sesso maschile e di solito si manifesta dopo i 40 anni, anche se sono descritte forme giovanili della malattia. Come si cura Esistono diversi trattamenti, a seconda dello stato della malattia. Nella fase iniziale, una tecnica innovativa prevede l’iniezione di collagenasi, un farmaco particolare che disgrega il tessuto fibroso. Nello stadio intermedio è possibile eseguire l’aponeurotomia percutanea ad ago (un intervento che consiste nel sezionare le fasce palmari per mezzo di un bisturi specifico). A un livello avanzato della malattia, invece, bisogna ricorrere alla aponeurectomia, ovvero alla rimozione chirurgica di quella parte di fascia palmare superficiale colpita dalla malattia. Lussazione delle dita A seguito di un forte trauma, come la classica ‘insaccata’ degli sportivi, si verifica lo spostamento delle estremità ossee, che nella mano interessa le falangi delle dita (in alcuni casi sono presenti anche abrasioni ed ecchimosi). La lussazione traumatica è caratterizzata da dolore improvviso e pungente, gonfiore, deformazione visibile e intorpidimento dell’articolazione colpita, con conseguente difficoltà a muoverla. Chi colpisce e a che età 22 Un notevole numero di lussazioni traumatiche si verifica tra gli sportivi (professionisti e no, di ogni età e sesso) e in particolare tra chi pratica discipline come volley, basket, calcio, rugby, sci, ciclismo. Come si cura Nella fase acuta del trauma, per ridurre il gonfiore e la sintomatologia dolorosa, si può applicare del ghiaccio sulla zona colpita. In seguito è consigliabile eseguire una fasciatura non troppo rigida e applicare degli impacchi freddi. Alluce valgo Si tratta di una delle patologie più diffuse a carico del piede, caratterizzata da una deformità del primo dito (alluce) che comporta una deviazione laterale della falange, con lussazione dei sesamoidi, due piccole ossa entro le quali si trova l’articolazione dell’alluce. In genere, questa deformità è accompagnata da una tumefazione dolente della parte interna del piede (la cosiddetta “cipolla“) la quale altro speciale mani e piedi Piede piatto È una malformazione del piede, in cui scompare la volta plantare e il calcagno è deviato verso l’esterno (valgismo del retropiede). Si ritiene che questo avvenga per una predisposizione genetica; tuttavia, studi recenti hanno messo in evidenza che indossare troppo precocemente le scarpe nell’infanzia, provoca un mancato sviluppo dell’arco longitudinale normale. Esiste però la possibilità che il piede diventi piatto successivamente, per insufficienza del tibiale posteriore, artropatie, traumi, disturbi neuromuscolari. I sintomi cominciano di solito con la manifestazione di un dolore al piede, che si irradia fino al polpaccio e che si avverte soprattutto stando in piedi o camminando. Via via il dolore aumenta, coinvolgendo anche il collo del piede. Inoltre, nel tempo si cominciano a riscontrare delle anomalie che interessano la morfologia del piede. Manifestazioni sintomatologiche evidenti sono le difficoltà nel flettere il piede e la tendenza ad affaticarsi facilmente. non è che una forma di borsite, cioè di infiammazione da sfregamento con la calzatura. Chi colpisce e a che età A soffrire maggiormente di alluce valgo è la donna, in genere di età matura o senile, soprattutto se sussistono casi di familiarità. molto frequente. Come si cura I rimedi a questo problema vanno dai classici interventi di osteotomia (tagli di precisione sull’osso che correggono geometricamente l’angolo del valgismo) a tecniche più recenti e mininvasive che si avvalgono del laser o, come nella “tecnica percutanea, di minifrese che, una volta introdotte attraverso un’incisione millimetrica della cute e manovrate sotto controllo radiologico, permettono al chirurgo di eliminare la sporgenza. Chi colpisce e a che età Un piede che resta piatto dopo la prima infanzia, è un’anomalia comune negli adolescenti e negli adulti. Come si cura Fino all’inizio dell’età scolare, il trattamento correttivo si limita a esercizi di ginnastica del piede (camminare sulla punta e sul calcagno, raccogliere da terra piccoli oggetti con le dita del piede eccetera). Dopo, se tale patologia persiste, occorre una cura più incisiva, che prevede l’uso di un plantare e di calzature adeguate. Quando tali cure non danno l’esito sperato o se il piede piatto è acquisito successivamente, si ricorre a un intervento chirurgico mininvasivo denominato “artrorisi della sottoastragalica“, che prevede il posizionamento di una vite metallica tra il calcagno e l’astragalo, 23 in modo da bloccare lo scivolamento delle due ossa. Negli adulti è possibile effettuare il medesimo intervento a qualsiasi età, laddove si manifesti dolore o difficoltà di deambulazione. La tecnica è in grado di ripristinare in modo completo le capacità motorie e consente di eliminare il dolore. Piede cavo 24 È un’altra malformazione del piede, caratterizzata da un’esagerata concavità dell’arcata plantare. L’area d’appoggio è limitata alla parte anteriore e al calcagno, mentre la parte mediana è rientrante più del dovuto. La deformità può essere congenita o acquisita (a seguito di una malattia neurologica come la poliomielite, la distrofia muscolare o una spina bifida). In assenza di una patologia particolare, questa condizione può verificarsi per l’uso di calzature troppo corte (che fanno piegare ad uncino le dita e incavare esageratamente l’arcata) o con tacchi troppo alti (che aumentano il tono muscolare della pianta del piede e provocano, con le punte strette, la deformazione delle dita, facendole disporre “a griffe“). Il sintomo più evidente è il dolore, che da sotto il tallone si estende alla prima metà dell’avampiede (fascite plantare), che peggiora sotto carico e durante la deambulazione, irradiandosi talvolta anche a tutta la gamba. Chi colpisce e a che età Quando è congenito, generalmente il problema si manifesta nei bambini già in tenera età (specie tra le femmine). La forma acquisita, invece, può presentarsi in qualsiasi momento della vita, ma più facilmente nei soggetti adulti. Di piede cavo soffrono anche gli sportivi in particolare quelli impegnati in discipline che comportano salti e corsa. Come si cura Per evitare la progressione del difetto, è necessario portare plantari personalizzati, a lievitazione, realizzati dal podologo. Nei bambini fino a cinque-sei anni si può ricorrere anche alla fisioterapia, con manipolazioni che tendono a ripristinare la forma corretta del piede. L’intervento chirurgico è indicato quando la deformità è progressiva e grave, e le terapie conservative hanno fallito. Le tecniche vanno dalla liberazione dei tessuti molli alle trasposizioni tendinee, speciale mani e piedi fino agli interventi sull’osso (osteotomia metatarsale o resezione del tarso), oppure a varie combinazioni di queste. La scelta del tipo di intervento dipende dall’età del paziente e dal grado di malformazione. Dita a martello Quasi sempre presenti nel piede cavo, ma anche in quello piatto, sono il risultato di una deformità che interessa una o più dita del piede, che curvano verso l’alto in corrispondenza dell’articolazione centrale, assumendo la caratteristica forma “a martello“ (o “ad artiglio“). La cause vanno da una predisposizione congenita, a varie patologie articolari, circolatorie e neuromuscolari, fino agli infortuni patiti dalle dita dei piedi. Comunque, anche le calzature non idonee (troppo strette, specie in punta, o con tacchi troppo alti) sono un fattore importante nell’insorgenza del disturbo. In tali condizioni, le dita possono premere e sfregare contro la punta o la parte superiore della scarpa, e assumono una posizione innaturale. Non di rado si verificano altri inconvenienti, come callosità e rigidità articolare, che determinano dolore intenso e difficoltà a camminare e a muovere il piede e le dita. Chi colpisce e a che età A esserne colpite sono soprattutto le falangi delle donne (anche delle più giovani, se esiste una predisposizione), in un rapporto di cinque a uno, rispetto a quelle dell’uomo. Come si cura Se il dito è ancora flessibile, l’ortopedico può suggerire l’uso di particolari tutori che lo mantengano disteso, oltre a specifici esercizi fisioterapici per migliorare la deformità. Se invece il dito ha perso la sua naturale flessibilità, il suggerimento è di intervenire chirurgicamente attraverso un’incisione del tendine; oppure, nei casi di maggiore rigidità, tramite la rimozione di una piccola porzione di osso. Distorsione della caviglia È uno dei traumi più comuni e coinvolge diverse articolazioni del piede, nonché vari legamenti. Nella maggior parte dei casi, la caviglia si distorce a causa di un movimento brusco di tutto il piede verso l’interno (pronazione). Ma l’esito è molto più traumatico quando la distorsione avviene verso l’esterno (supinazione), perché può causare la rottura dei legamenti. Nei traumi lievi (i più comuni), i legamenti si estendono senza rompersi. La distorsione procura un dolore acuto, ma non compromette la possibilità di muoversi. Nelle forme moderate, in genere c’è parziale rottura del legamento peroneo-astragalico anteriore. L’articolazione appare gonfia, tumefatta, arrossata: si sente molto dolore e si fatica a muoverla e a camminare. Le forme gravi comportano la rottura completa di più legamenti e, talora, fratture a livello della caviglia o del piede. La parte si gonfia sempre di più e l’ematoma si espande: non si riesce a muovere la caviglia, né a camminare. Chi colpisce E a che età I soggetti più esposti sono gli sportivi (è il trauma più frequente in quasi tutte le discipline), ma anche quando si cammina è possibile compiere un “passo falso“, magari perché si indossano scarpe poco adatte o perché il terreno è irregolare. Come si cura In prima battuta, il consiglio è di stare a riposo con l’arto sollevato, applicare ghiaccio sulla caviglia ed eventualmente assumere un antidolorifico o un antinfiammatorio. Per i traumi più seri (dove magari si ha la comparsa di un ematoma, che è un forte indice di lacerazione dei tendini) può essere necessaria l’immobilizzazione dell’arto con una stecca gessata o un tutore rigido bivalve, usando eventualmente le stampelle per evitare di scaricare il peso sull’area lesionata. 25 LA FEMMINILITà? COMINCIA DALLE MANI In punta di dita Le mani lavorano, indicano, spiegano, “parlano”, accarezzano, seducono, perciò rivelano, ancor più chiaramente del viso, le tracce del tempo che passa: la loro pelle, infatti, invecchia cinque volte più velocemente di quella del volto. Anche perché ogni giorno sono sottoposte a sbalzi di temperatura, sono aggredite dalle sostanze chimiche contenute nei detersivi e prodotti per la pulizia della casa, sono private delle loro difese naturali da acqua, vento, agenti atmosferici. Eppure spesso sono proprio le mani, quando sono belle e curate, a dare alla persona in generale un’immagine sofisticata e piacevole, riuscendo a mettere in secondo piano anche una figura non proprio perfetta. Con le mani, oltre che con la voce e con lo sguardo, stabiliamo un contatto con gli altri: sono 26 Sane, curate e giovani: ecco qualche consiglio per averle sempre in ordine una parte del nostro corpo sempre in vista e possono dire molto di noi. Eppure spesso le trascuriamo, senza pensare che potrebbero dare un’impressione negativa della nostra persona quanto una pettinatura o un abito trasandati (quando addirittura non rischiano di farci attribuire qualche annetto in più). Questo vale sia per gli uomini sia per le donne, anche se sono queste ultime ad essere spesso delle vere patite di manicure, lime e smalti. Occorre però ricordare che mani belle non significa necessariamente unghie laccate. Anzi, coprire di smalto unghie non curate a dovere è addirittura controproducente. Si tratta invece di adottare una norma igienica, prima ancora che estetica, fatta di piccoli gesti quotidiani. Avere mani morbide e bianche e unghie forti e lucenti non è un dono di natura o un miracolo da chiedere di tanto in tanto all’estetista, ma il risultato di attenzioni costanti che solo noi possiamo avere verso noi stessi, senza crearci il solito alibi della mancanza di tempo. Pochi minuti al giorno e mezz’ora la settimana sono quanto basta per avere mani impeccabili e sempre giovani. speciale mani e piedi crema L’epidermide è protetta da una sottile barriera (il film idrolipidico) formata soprattutto da acqua, ma anche da proteine e grassi. Per danneggiarla bastano sbalzi di temperature e sostanze chimiche che rendono la pelle delle mani non solo screpolata, ma anche terreno fertile per allergie e irritazioni. Ecco perché, per prima cosa, l’uso di creme specifiche è fondamentale: sono queste che ricreano la barriera protettiva grazie alla loro composizione di vitamine, minerali e principi emollienti. Per proteggere mani e unghie dall’azione dannosa dell’acqua, applicare spesso durante la giornata una crema a base di silicone, che essendo idrorepellente costituisce una sorta di “guanto cosmetico” e impedisce a polvere e sporco di infiltrarsi sotto le unghie. Per nutrirle, usare almeno due volte la settimana una buona crema idratante, da stendere la sera prima di coricarsi. Guanti Infilare gli appositi guanti da lavoro (da preferire quelli foderati in cotone) ogni volta che si devono maneggiare sostanze chimiche irritanti, detersivi oppure concimi e terriccio. Si eviterà così di sensibilizzare inutilmente unghie ed epidermide e, in caso di allergie, ci si mette al riparo da fastidiosissime dermatiti. Ricordate che il contatto con creme depilatorie rammollisce le unghie, mentre le tinture per capelli le sfaldano. Lima Per accorciare le unghie, cercate di dimenticate le forbici e limitate al massimo l’uso del tronchesino. Preferite le limette (quelle di cartone vanno benissimo) che rispettano la struttura dell’unghia. Tenute inclinate e mosse a piccoli colpi, consentono di dare alle unghie una perfetta forma ovale. Massaggi Massaggiarsi le dita una a una, in senso rotatorio e a “stantuffo” (dall’alto verso il basso e viceversa) stimola l’attività della matrice e favorisce la crescita dell’unghia, oltre ad agevolare profondamente la circolazione. Ossigeno Non dimenticate che le unghie, come la pelle, devono respirare per mantenersi in salute. Quindi lasciatele di tanto in tanto al naturale, non applicate troppi strati di smalto e riservate le “unghie finte” a occasioni speciali. Pietra pomice Per eliminare eventuali ispessimenti della pelle, sul palmo della mano o intorno alle unghie, la cosa migliore è strofinare la parte con una pietra pomice insaponata. Servirà anche ai fumatori accaniti per far sparire le macchie giallastre di nicotina dalle ultime falangi di indice e medio. Smalto Scegliete sempre prodotti di marca. In questo modo non solo lo smalto durerà di più, ma anche le vostre unghie. Per evitare qualsiasi rischio è buona norma applicare sotto lo smalto una base incolore, che isolerà l’unghia dai coloranti. Preferite smalti trasparenti o “lisci” a tipi perlati o metallizzati: sono meno nocivi. Meglio tinte neutre o in nuances con il rossetto: ne guadagnerete in eleganza. Pellicine Non tagliare mai la cuticola posta alla base dell’unghia. L’operazione non fa altro che inspessirla e velocizzarne la crescita e, se eseguita in modo maldestro, può addirittura provocare un’infezione. Meglio invece ammorbidire le pellicine con vaselina o con le apposite creme “cuticole remover”. Dopo una rapida immersione in acqua tiepida e shampoo, potete delicatamente comprimere la cuticola verso la base dell’unghia con l’aiuto di un bastoncino di legno ricoperto in punta da un batuffolo di cotone idrofilo. 27 FOCUS coccolateli come meritano B 28 uffo, ma in un’epoca in cui la libertà di linguaggio non scandalizza più nessuno, c’è ancora chi, quando parla dei piedi, li chiama “estremità” per non fare riferimento diretto a una parte considerata tra le meno nobili del corpo. Eppure mentre noi li trascuriamo, evitiamo di nominarli e ce ne occupiamo pochissimo (se non per costringerli in calzature tanto belle quanto scomode), loro corrono, camminano, danzano senza risparmiarsi. Sempre pronti a sorreggere tutto il corpo, per quanto stanchi possano essere, i piedi raramente vengono presi in considerazione come parti del corpo bisognose di cure e attenzioni, almeno non tanto quanto si fa, invece, con altre zone più in vista come il viso, il décolleté o le mani, ritenute più delicate e più importanti da mantenere belle e in forma. Lontani dagli occhi, per lo più chiusi in calze e scarpe, sono l’ultima cosa a cui si pensa quando ci si sente in forma, i primi a essere accusati quando, a fine giornata, non hanno retto alle corse, alle file in piedi e alle scarpe con il tacco. In effetti quasi mai il benessere del corpo viene associato alla salute dei piedi. Eppure non è difficile scoprire quanto un semplicissimo massaggio sia in grado di infondere un piacevole senso di relax anche in pochi minuti. Dedicare loro qualche attenzione in più, allora, potrebbe entrare a far parte delle quotidiane cure del corpo: il beneficio non sarà limitato ai piedi, ma coinvolgerà, di riflesso, tutto l’organismo e, a sorpresa, anche la mente. I piedi sono importanti per l’equilibrio e il benessere di tutto l’organismo. Non solo sono la base su cui si appoggia tutta la struttura ossea, ma da loro dipendono anche la salute di gambe, schiena, collo, più in generale di muscoli, articolazioni e circolazione, sanguigna e linfatica. Eppure prendersi cura dei piedi, è tanto semplice quanto poco abituale. Macchie scure Con l’andare del tempo spesso sulle mani si formano macchie scure, discromie nella pigmentazione causate da una disfunzione nella produzione di melanina, conseguenza dell’esposizione ai raggi ultravioletti. I prodotti depigmentanti possono dare risultati buoni: attenuano l’intensità delle macchie presenti e prevengono la formazione di nuove “lentigo”, ma sono efficaci soltanto se utilizzati con costanza e per periodi piuttosto lunghi. Per eliminare rapidamente e radicalmente questi segni la medicina estetica offre molte soluzioni. «Le procedure normalmente utilizzate» spiega il dottor Mario Goisis, chirurgo estetico a Milano e direttore scientifico di Doctor’s Equipe, un team di professionisti in medicina estetica, «impiegano il meccanismo abrasivo, cioè eliminano lo strato più superficiale della pelle che è quello in cui si trovano gli accumuli di melanina. Per ottenere questo risultato si possono utilizzare l’azoto liquido, i peeling e i laser». «La protezione solare - continua il dottor Goisis - è il primo importante passo per prevenire la comparsa della macchie scure, così come è fondamentale mantenere il corretto tasso di idratazione e anche la protezione dal freddo». Calli Calli, duroni e simili vanno toccati solo dal podologo, dal quale sarebbe bene farsi controllare una volta all’anno. I disturbi più seri (dolori, deformazioni, gonfiori) a carico dei piedi richiedono invece il parere di uno specialista in ortopedia. Evitate di usare medicamenti, paracalli e simili se non vi sono stati prescritti dal medico. Ginnastica Camminare scalzi è un ottimo esercizio fisico per i piedi, è una vera e propria ginnastica benefica perché il movimento è del tutto naturale e corretto, senza costrizioni. In più stimola e allena tutti i muscoli. Camminare a piedi nudi fa bene su tutte le superfici. Va bene la sabbia del mare, il bagnasciuga, i ciottoli arrotondati della spiaggia, l’erba (facendo attenzione a dove si mettono i piedi) e persino il pavimento di casa: il contatto con le piastrelle o con il parquet dà subito un benefico “effetto-fresco” davvero rigenerante quando fa caldo. Gonfiore Se i piedi sono gonfi e stanchi una docciatura di dieci minuti con acqua fredda è un toccasana per riattivare la circolazione. Igiene Lavate i piedi quotidianamente e con scrupolo. Usate acqua tiepida, sapone e spazzolino per le unghie. Insistete fra le dita, dove si annidano i batteri. Rimuovete gli ispessimenti della pelle con la pietra pomice. Asciugate con cura, passando l’asciugamani fra le dita, infine massaggiate per qualche minuto con una crema emolliente specifica per i piedi. Pediluvio Il pediluvio, fatto regolarmente, soprattutto alla sera, è straordinariamente benefico per i piedi. Immergeteli per una decina di minuti in acqua tiepida, arricchita con sale grosso da cucina, bicarbonato di sodio oppure specifici sali da pediluvio. Sudorazione L’eccessiva sudorazione dei piedi non sviluppa soltanto cattivi odori, ma può provocare funghi e infezioni batteriche. Ecco perché è meglio cospargerli con del talco o con un prodotto specifico antisudore prima di calzare le scarpe. Unghie Tagliate le unghie una volta alla settimana. Usate pure tronchesini o forbicine apposite, tagliandole diritte senza arrotondare i lati per evitare che si incarnino. Vesciche Le vesciche, causate dall’attrito della scarpa contro la pelle, sono particolarmente esposte ad aprirsi accidentalmente. Quando si ha motivo di temere che una di queste vesciche possa scoppiare prima che sotto si sia formata una nuova pelle, è bene ricoprirla con un cerotto. 29 Lo sapevate che… E GLI UOMINI? Sono ugualmente soggetti a problemi ai piedi, ma utilizzano meno prodotti specifici rispetto alle donne. Sono il “secondo cuore” del corpo umano? La pianta del piede, infatti, è una vera e propria spugna di vasi sanguigni dai quali parte il ritorno venoso: significa che sono i piedi a sospingere il sangue verso il cuore e che la buona circolazione dipende anche da loro. Ma per compiere questa funzione devono essere in grado di poter lavorare: cioè flettersi, muoversi, pompare. Altrimenti, il sangue ristagna, le estremità si gonfiano, le gambe diventano pesanti, i tessuti non vengono irrorati, la cellulite peggiora. 30 L’uso delle scarpe con il tacco ha origine probabilmente in Francia verso il XVII secolo. Concepite dapprima sia per l’uomo che per la donna, furono portate in auge dal Re Sole che, piccolo di statura, ne fece un mezzo per “slanciare” la sua figura. Caviglie slogate e piedi doloranti furono però presto causa di abbandono di questa scarpa da parte degli uomini. Una zeppa di otto centimetri su di una persona di un metro e ottanta determina 45 ° un’inclinazione di circa 25°; se a spillo, della stessa altezza, la pendenza può arrivare fino a 45°. Anche un tacco di 2 cm., tipico della scarpa da uomo, determina un’inclinazione di ben 12°. Poiché non è possibile camminare con una tale inclinazione, la colonna vertebrale e le articolazioni si adattano per garantirci una postura più o meno eretta. Se le unghie si spezzano Non è carenza di calcio a rendere le unghie fragili, ma la mancanza di cheratina e di alcuni minerali come il ferro, il rame e lo zinco. Oltre a integratori specifici (in vendita in farmacia), per combattere questo antiestetico inconveniente potete arricchire l’alimentazione di frutta secca che contiene percentuali elevate di rame e zinco e di pesce. Il ferro si trova nelle verdure verdi e nella carne. In vendita si trovano smalti rinforzanti che aiutano a proteggere le unghie. speciale mani e piedi Recenti ricerche dimostrano che 9 donne su 10 indossano scarpe troppo strette per i loro piedi e che circa il 70% porta tacchi alti. Il 39% lo fa quotidianamente. 6.000 I movimenti quotidiani dei nostri piedi 90 % I piedi hanno il 90% in meno di ghiandole sebacee rispetto al viso, sono quindi maggiormente predisposti a problemi di secchezza. La temperatura interna delle scarpe può raggiungere i 39° Verruche: non solo in piscina Sono assai diffuse perché si trasmettono facilmente soprattutto camminando a piedi nudi sul bordo della piscina, nello spogliatoio della palestra, nei bagni e nelle docce degli hotel, ma in generale in tutti i luoghi pubblici, specie se umidi. Afferma il dottor Goisis. «Manifestazione visibile di un’infezione virale, le verruche sono generate da una numerosa famiglia di virus che si annidano sulla superficie della pelle e possono svilupparsi in qualsiasi area del corpo. Grazie a semplici accorgimenti, è possibile prevenirle, mentre per sconfiggerle, le cure vanno dall’uso di pomate, ai piccoli interventi chirurgici in anestesia locale e all’uso del laser». 31 speciale mani e piedi SPECIFICITà PIEDE PIATTO (E ALLUCE VALGO) N on sarebbe forse il caso di regalare un po’ più di attenzione a chi sopporta il nostro peso tutto il giorno? Ci sono due operazioni che riguardano ormai un’alta percentuale di ragazzini (soprattutto maschi) e di anziani (fondamentalmente ma non solo donne) che sono in grado di garantirci un futuro migliore. OCCHIO AL FALSO 32 Ogni anno sono migliaia le mamme che credono di vedere i figli correre in maniera un po’ scomposta e chiedono all’allenatore di calcio o di basket dei ragazzi se c’è qualcosa che non va. «Forse ha solo i piedi piatti, signora. Se vuole lo faccia controllare da un medico». Comincia sempre così. Il ragazzino di 9-10 anni, dopo qualche allenamento intenso, torna a casa con i talloni indolenziti. Un’infiammazione - è sempre la prima sentenza. Avrà le scarpe sbagliate, troppo grandi, troppo piccole. Un sintomo da non sottovalutare. Se il piede piatto è un’anomalia che altera i rapporti anatomici del piede e aumenta la superficie d’appoggio della pianta, il “falso piede piatto” determina gli stessi sintomi e lo stesso abbassamento della volta plantare senza però avere “ancora” una natura patologica e senza quindi presentare tutte le alterazioni ossee caratteristiche del vero piede piatto. Il termine tecnico medico è “lassismo del piede piatto infantile”. La pianta del piede è ancora morbida e “cicciottella”, come nei bambini molto piccoli. Ai ragazzini che fino ai 9-10 anni hanno una pianta eccessivamente lassa (e spesso anche una iperestendibilità dei gomiti, delle ginocchia o dei pollici), dopo gli 11-12 anni può essere diagnosticato un vero piede piatto, rischiando problemi alle ginocchia e con l’andare degli anni, problemi anche alla schiena. Ecco quindi cosa succede: il medico che diagnostica il falso piede piatto può suggerire ai genitori di sottoporre il ragazzino ad un semplice intervento correttivo, una volta raggiunta l’età di 1112 anni: nella pratica, innesta una vite (in genere una sola) nelle ossa del collo del piede, all’interno o all’esterno, che avrà il compito di “tirare” le ossa e i relativi tendini sollevandoli in modo tale da ricreare la corretta volta dell’arco plantare, evitando che la crescita calcifichi le ossa non correttamente. Un lavoro che i vecchi plantari non eseguivano al meglio. L’operazione è eseguita in anestesia locale e non necessita di ricovero, con dimissione la sera stessa della seduta chirurgica, anche speciale mani e piedi in caso di intervento contemporaneo ai due piedi. La deambulazione è immediatamente possibile a condizione che vengano indossate calzature postoperatorie e in presenza di uno speciale bendaggio imbottito. Non sono nemmeno previsti punti di sutura: dopo due settimane si toglie anche l’ultima medicazione e, in breve, si può tornare a correre. QUESTIONE DI ASSE La notizia è che l’operazione per correggere l’alluce valgo - quella grossa sporgenza ossea alla base dell’alluce - è sempre più praticata, con sempre maggiore facilità e sempre minore impatto sul paziente. E che non è più solo riservata al genere femminile. La parte superiore del piede è composta da cinque ossa lunghe disposte parallelamente. In origine l’alluce è in linea con il primo metatarso ma, con il tempo, può inclinarsi pericolosamente verso l’interno, spingendo l’estremità del primo metatarso all’esterno, oltre la linea naturale del piede. Si forma così una borsite dolorosa, un vero e proprio nodo che spesso ha cause genetiche ma può dipendere anche da calzature sbagliate che hanno costretto per anni a posture non corrette. Anche gli uomini (soprattutto quelli con i piedi piatti), le cui madri trasferiscono i geni della potenziale deformazione, hanno uguali possibilità di sviluppare l’alluce valgo, ma i tacchi o le scarpe strette che sono esclusiva femminile, ne possono anticipare la comparsa. L’operazione di correzione è l’ultima soluzione al problema, che altrimenti può essere guarito in anticipo con trattamenti più semplici, dalle solette ai plantari. Soprattutto quando si comincia ad essere più avanti con l’età, è importante recarsi dallo specialista non appena appare il dolore perché la salute e la funzionalità delle altre quattro dita possono essere compromesse molto velocemente. Un callo non trattato può generare una pressione dell’alluce sul secondo dito che si accavalla sul primo deformandosi fino a diventare una sorta di artiglio con la punta piegata verso il basso. Questo impedisce ulteriormente di poter calzare scarpe “normali” e aumenta il rischio di artrite mentre il solo sfregamento della scarpa sul nodo osseo può sviluppare dolorose ferite. Che tipo di operazione può essere consigliata nel caso la diagnosi preveda un intervento? La scelta della tecnica dipende da ciascun caso clinico ma tutte garantiscono risultati ottimi sia da un punto di vista estetico ma soprattutto funzionale. Una volta rimesso in asse l’osso, bisogna anche stabilizzarlo, spesso con microviti di materiale riassorbibile che permettono di evitare una seconda operazione di rimozione: la riconquistata sensazione di stabilità data dal riallineamento posturale dopo l’intervento chirurgico in genere sorprende il paziente da tempo non più abituato. La recente chirurgia percutanea usa poi strumenti simili a quelli dei dentisti che, attraverso un piccolo foro praticato sotto alla protuberanza, permettono di asportare il tutto, riducendo a zero i postumi dell’operazione. E si torna a casa subito con le proprie gambe, mantenendosi con semplici bendaggi postoperatori. 33 TENDENZE riflessologia plantare P er mantenere una buona salute fisica è stato stimato che tutti noi dovremmo compiere almeno 10.000 passi al giorno. Vero. Ma ancor più vero è che, in media, sono 200 milioni i passi compiuti da una persona attiva nell’intera vita. Fanno eccezione i sedentari e chi patisce una serie di problemi: a causa del sovrappeso parecchi di noi soffrono per dolori muscolari, posturali e indolenzimenti frutto non tanto della nostra pigrizia, ma di abitudini poco sane e di stress. La soluzione a molti disagi l’abbiamo sotto il naso, anzi sotto i piedi; già, perché il piede è lo specchio del corpo in cui si riflettono i vari organi che lo compongono. Su questi riflessi si basa la riflessologia plantare, un’arte olistica, come la definisce il dottor Giorgio Rosanda, che ha origini antichissime: «Nata in Cina, è il risultato dei 4 esami della M.T.C. (medicina tradizionale cinese): osservare, ascoltare, interrogare e toccare. La riflessologia è la proiezione completa di tutto il corpo su una parte di esso: occhio, orecchio, lingua, mano e piede. Mediante la pressione su punti precisi si può produrre la scomparsa di dolore in una differente area del corpo, distante da quella stimolata, detta punto o zona riflessa». In Italia, com’è vissuta questa disciplina? Purtroppo la riflessologia plantare non è sufficientemente conosciuta nei suoi veri aspetti olistici. Con questo termine mi riferisco alla medicina che percepisce l’essere umano come un’unità di mente, corpo, spirito e in sintonia con il mondo in cui è inserito. Anche per questo gli esperti in riflessologia non sono numerosi; solo alcune scuole, grazie ai loro maestri fondatori, meritano a mio avviso di essere valorizzate, anche tramite efficaci campagne di informazione. Se ne ricaverebbe un miglioramento sia della salute pubblica, sia della nostra cultura, rivolta e abituata da ZOOM Questione di postura Saper “portare” il proprio corpo è molto importante: può risparmiarci quei problemi dovuti alla cattiva postura. Le posizioni che comunemente assumiamo seduti, in piedi o sdraiati sono le portatrici dei maggiori disturbi a schiena e gambe. Ecco alcune facili regole da seguire per educare il vostro corpo.. 34 sdraiati: cercare di mantenersi il più possibile su un fianco, testa appoggiata al cuscino e gambe leggermente sollevate verso il petto; In piedi: spalle in dietro, mantenendo tonica la parte addominale; sollevando pesi: non sollevate mai un peso con le braccia tese piegando la schiena in avanti, ma piegare le gambe e tirare indietro la parte lombare della colonna vertebrale; questo aiuta a distribuire lo sforzo in modo uniforme. seduti: mai in appoggio sulla parte anteriore della sedia, ma occupare il piano di seduta completamente, spingendo indietro i glutei, in questo modo la colonna non soffre; È sempre bene ricordare che si deve essere educati a una buona postura fin dalla tenera età: è infatti più semplice correggere le cattive abitudini in un bambino, piuttosto che in un adulto. speciale mani e piedi La “mappatura zonale” tempo solo ad aspetti parziali e particolari del nostro stato psicofisico. È una filosofia o una pratica diagnostica? La riflessologia plantare è un’arte che, partendo dallo studio del corpo umano nella sua totalità, sviluppa sulla base delle conoscenze acquisite una terapia diagnostica. Questa pratica è un valido supporto terapeutico che, mediante la pressione su punti precisi, porta al riequilibrio energetico, metabolico e posturale. In mani esperte e oneste può favorire quel processo di auto guarigione, finalità del vero terapeuta e della disciplina stessa. Dai piedi, quindi, si arriva ben più in alto, cioè alla testa, alla coscienza di sé. La pressione esercitata in zone specifiche comporta dolore? E quante sedute sono necessarie per trarne un concreto giovamento? Per prima cosa, ancora prima di procedere con la terapia, affinché lo scambio di energie e conoscenze porti a un risultato gratificante è necessario che si instauri un rapporto empatico tra terapeuta e paziente. In questo senso i trattamenti non potranno mai essere veramente “dolorosi”: per quanto riguarda durata e periodicità, dipenderà dalla crescita, dall’apprendimento e dalla volontà di miglioramento del paziente nei confronti del terapeuta. Questi può rivestire un ruolo di educatore alla salute. Perché orientarsi verso la riflessologia plantare e non verso altre tecniche di massaggio o manipolazioni? Perché attraverso il trattamento consapevole Ci sono testimonianze varie che attestano l’uso di una forma di digitopressione già nel 2700 a.C. in Cina. Per i primi studi scientifici sulla terapia zonale, però, dobbiamo arrivare al 1917, quando il medico e chirurgo otorinolaringoiatra americano William H. Fitzgerald, in collaborazione con il dottor Edwin F. Bowers, pubblicò il primo volume sull’argomento: “La Terapia Zonale, ovvero alleviare il dolore a casa”. Dagli studi approfonditi del dottor Fitzgerald nacquero le prime mappature di mani e piedi, riprese e sviluppate dalla dottoressa Eunice D. Ingham, che mise a punto una tecnica di massaggio per compressione. Seguì un sempre crescente interesse per questa tecnica, tanto che nel 1973 venne fondato l’Istituto internazionale di riflessologia. ed esperto dei piedi, non solo si possono ottenere effetti antalgici, migliorando la cenestesi (ovvero l’accentuazione inconsapevole - del proprio stato, che sia di benessere o malessere) della persona trattata, ma anche progressi sulla via della conoscenza del sé, sé in relazione al mondo esterno, dato che è ormai risaputa la componente anche psicosomatica dei nostri disturbi. Lei parla di mani esperte, quindi di chi ha una formazione professionale certificata: ma che valore ha per il Ssn un riflessologo? Al momento in Italia non c’è riconoscimento ufficiale, per questo non è una figura professionale la cui attività può essere esercitata sotto la vigilanza del Ssn, a meno che non si possiedano i requisiti professionali di legge, cioè la laurea in Medicina, il diploma di laurea in Fisioterapia o il diploma in Massofisiokinesiapia. Le tecniche riflessologiche così come non hanno valore per il Ssn sul piano culturale, tanto meno lo hanno su quello economico, quindi non sono deducibili. Mi auguro peraltro che il riconoscimento della riflessologia avvenga al più presto, per il bene della collettività. 35 MACHmit (Berlino) Nemo (Amsterdam) mini europa di Laura Camanzi V iaggiare si sa, deve essere un piacere, ma spesso con bambini al seguito diventa una fatica. Musei e monumenti non sempre interessano i più piccoli, e la curiosità di scoprire una nuova città può a volte non essere sufficiente a tenerli occupati. Meglio quindi rinunciare a un week end in qualche capitale europea con tutta la famiglia? Neanche per sogno! Parchi, musei e attrazioni pensate appositamente per loro sapranno non solo incuriosirli, ma letteralmente affascinarli. E il loro entusiasmo finirà per contagiare anche mamma e papà. Berlino La capitale tedesca offre moltissime opportunità a chi viaggia con bambini: dal famoso Zoo al Legoland Discovery Centre, dai grandi parchi urbani in cui correre a perdifiato, fino ai musei fatti su misura per loro. Tre quelli da non perdere: il Museo della Tecnica (http://sdtb.de/), con oltre 250 attrazioni in cui i piccoli possono sperimentare di persona le più importanti leggi della chimica e della fisica. Il Labyrinth Kindermuseum (www.kindermuseumlabyrinth.de), un museo interattivo destinato ai bambini dai 4 ai 12 anni in cui, a differenza di molti altri musei, tutto si può toccare (non si può entrare con le scarpe, ricordatevi dunque di portare un paio di calze per visitarlo). E infine il MACHmit (www. machmitmuseum.de), nel vivace quartiere di Prenzlauer Berg: 1.200 metri quadrati in un’ex chiesa sconsacrata destinati solo ai bambini, per giocare, apprendere e creare. All’interno del museo, oltre a mostre a tema, workshop e percorsi espositivi appositamente creati per favorire l’apprendimento dei più piccoli, ci sono un laboratorio artistico, una tipografia, una sala degli specchi e un labirinto. Amsterdam Parchi giochi in ogni spazio verde, piste ciclabili, canali in cui specchiarsi e navigare: Amsterdam sembra fatta a misura di famiglia. Anche qui scordatevi musei noiosi e silenziosi: la parola d’ordine è divertirsi. A partire dal New Metropolis, meglio conosciuto come Nemo (www.e-NEMO. nl), progettato da Renzo Piano che ha saputo costruire, in una specie di moderno Nautilus, uno degli science center migliori d’Europa. Qui tutto si può e si deve toccare, usare, tirare: il paradiso di ogni piccolo apprendista scienziato. Ancorata di fronte alla prua verde di Nemo la ricostruzione di un galeone del XVIII secolo della Compagnia delle Indie aspetta a bordo i piccoli marinai che vogliono scoprire i segreti dei sette mari. Qui i bambini potranno vedere le cucine, la cabina del medico di bordo con tutti gli attrezzi chirurgici del tempo e il ponte di coperta con 200 piccole amache dove dormivano i marinai (www. hetscheepvaartmuseum.nl). Imperdibile, per grandi e piccini, il Museo Van Gogh, più tradizionale ma non meno appassionante: al piano terra c’è un atelier in cui si possono riprodurre con diverse tecniche 37 Fumetto Ric Hochet sul muro di una casa a Bruxelles Parco Tivoli (Copenaghen) Galerie des Enfants (Parigi) Bioparc (Valencia) Bruxelles Meno nota di altre grandi città europee, non per questo meno ricca di sorprese, Bruxelles è sì la città del cioccolato tanto amato dai bambini, ma è anche la patria del fumetto. Qui sono nati, tra gli altri, i Puffi, Tintin e Lucky Luke. Per ritrovarsi immersi nell’atmosfera dei comics si può andare al Centro belga del Fumetto (www.comicscenter. net): 4.000 metri quadri negli splendidi magazzini liberty disegnati da Victor Horta, in cui si ritrova la storia delle strisce disegnate dalle origini fino ad oggi, oltre che una biblioteca sterminata e consultabile. C’è anche la riproduzione della gabbia in cui Gargamella imprigionò il primo Puffo. Ma se non volete rinchiudervi in un museo basta andare in giro per la città alla ricerca dei 30 murales (c’è un vero e proprio “percorso del fumetto”) per scoprire enormi eroi dipinti sui muri delle case. Copenaghen 38 le opere appena viste. E per stare un po’ all’aria aperta c’è l’Amsterdam Bos, il più grande parco cittadino europeo: 137 km di sentieri, 51 di piste ciclabili e 50 ponti da attraversare. Qui i più piccoli potranno arrampicarsi sui ponti sospesi della Klimpark Fun Forest, nuotare nelle piscine a loro dedicate o dare da mangiare a capre e agnellini nello zoo che si trova al suo interno. Simbolo della città è la Sirenetta, personaggio di una delle favole di Andersen, e attrazione principale è Tivoli, il più antico parco divertimenti d’Europa: questo è un buon punto di partenza per decretare Copenhagen “città dei bambini”. Troverete attività per assecondare tutti gli interessi dei vostri figli. Se la storia è la loro passione il Museo nazionale (http://natmus. dk) è il posto giusto: qui i più piccoli potranno provare a sollevare una balestra medievale, indossare una maglia metallica come quella degli antichi guerrieri o vestirsi da principessa. Se è la scienza, invece, ad attrarli la meta più adatta sarà l’Experimentarium (www.experimentarium. dk), un museo scientifico per bambini con oltre 300 postazioni interattive. Si possono fare bolle quadrate e triangolari, entrare nella galleria del vento o provare il brivido di un vero terremoto. Per i più piccoli (3-6 anni) c’è un’apposita area, il Kids Pavillon, con percorsi sensoriali pensati per stimolare la fantasia. E se il tempo lo permette potrete passeggiare nei numerosissimi parchi della città, tutti dotati di bellissime aree giochi, fare tour sui canali (attenti alla testa, i ponti sono molto bassi) o visitare lo zoo, e soprattutto l’area riservata agli elefanti. Parigi Parigi incanta tutti, anche i più piccoli, e moltissime sono le attrazioni proprio dedicate a loro, anche all’interno dei musei che spesso vogliono visitare mamma e papà. Sia al Louvre che al Museo D’Orsay, infatti, ci sono percorsi a tema e atelier-laboratori destinati ai bambini, in cui rivivere e approfondire, attraverso quiz, bricolage e cartoni animati, le atmosfere dei quadri appena visti. Al Centre Pompidou (www.centrepompidou.fr) c’è una vera e propria sezione destinata a loro, per avvicinarli all’arte contemporanea e all’architettura (Galerie des Enfants) e nel nuovo Museo du quai Branly (www.quaibranly.fr) vengono proposte visite-gioco molto stimolanti per le famiglie con bambini. Ma se l’arte non è sufficiente a incuriosire i piccoli turisti, allora ci pensa la magia del Parc de la Vilette, un parco di 55 ettari, costellato di edifici rossi, corsi d’acqua e ponticelli, all’interno del quale si trova la Città della Scienza (www.cite-sciences.fr), con uno spazio tutto destinato ai bambini, la Cité des enfants, con percorsi pedagogici di “scoperta del mondo” per i più piccoli (2-5 anni) e attività di esplorazione e sperimentazione per i più grandicelli (5-12). Valencia 300 giorni di sole all’anno, parchi divertimento adatti ai più piccoli, spiagge su cui correre anche in inverno: questo, e molto altro, rendono Valencia perfetta per un viaggio in famiglia. La Città delle Arti e delle Scienze (www.cac.es), sarà la meta imprescindibile della vostra vacanza: un meraviglioso complesso di attrazioni, disegnato in gran parte da Calatrava e ricavato nel letto del fiume Turia, deviato per i continui allagamenti provocati alla città. Qui si può trovare l’Oceanografico, l’acquario più grande d’Europa, un gigantesco emisfero che ospita un cinema in 3D e un planetario, il Museo delle Arti Reina Sofia, e il Museo delle Science Museum (Londra) Scienze. Quest’ultimo è il prediletto dai bambini: da fuori assomiglia ad un gigantesco dinosauro e all’interno ospita uno dei pendoli di Foucault più grandi del mondo. Ma le sorprese a Valencia non sono finite. Zebre, giraffe e leoni si aggirano liberi in un parco un po’ speciale. Il Bioparc (www. bioparcvalencia.es) propone, infatti, un nuovo concetto di zoo: ricrea diversi ecosistemi africani (savana, foresta equatoriale e zone umide) in cui far vivere e convivere liberamente gli animali come se fossero nel loro ambiente naturale. Da non perdere inoltre i Jardines del Turia, dove il gigante Gulliver, riprodotto in tutta la sua grandezza, viene trasformato in un’area gioco adatta ai bambini di tutte le età. Ci si può arrampicare sulle corde che lo tengono legato a terra e poi scivolare tra i capelli o le pieghe dei vestiti. Londra Traffico, ritmi frenetici, condizioni meteorologiche più che variabili potrebbero far apparire Londra poco adatta ai bambini, ma le numerosissime attività riservate alle famiglie vi faranno ricredere. Al Natural History Museum (www.nhm. ac.uk) i più piccoli avranno in prestito gratuitamente zainetto, casco e binocolo da esploratore per visitare il museo. Potranno così essere perfettamente attrezzati per vedere la copia a grandezza naturale del Tirannosaurus Rex, per entrare in un vulcano o per vedere dal vivo un vero formicaio. Zainetti gratuiti in prestito con giochi e attività che accompagnano i bambini alla visita si possono richiedere anche al British Museum (www.britishmuseum.org). La National Gallery (www. nationalgallery.org.uk) propone invece percorsi pensati appositamente per stimolare la fantasia dei più piccoli e per motivarli a pensare all’arte, con schede stampabili dal sito, anche in italiano. Musei dunque, ma non solo. Col bel tempo i numerosissimi parchi di Londra diventano una perfetta occasione per correre e giocare: a Hyde Park si può andare in barca, vedere volpi e scoiattoli o le papere sul lago Serpentine; ai Kensington Gardens si trova il parco giochi dedicato a Lady Diana, con una grande nave dei pirati su cui arrampicarsi, un percorso sensoriale dedicato ai più piccoli e tende per giocare agli indiani; a Regent’s Park si trova il London Zoo, il più antico zoo scientifico del mondo, aperto nel 1828, con un’apposita zona, l’Animal Adventure, in cui i bambini possono interagire con gli animali. Il London Acquarium, infine, permetterà ai più piccoli, e non solo, di toccare e dar da mangiare ai pesci o di camminare su una piattaforma di vetro guardando gli squali che nuotano al di sotto. 39 T utti i giorni si parla di problemi ambientali e dei loro effetti, d’inquinamento della città, dei fiumi, di surriscaldamento del globo, di eccessivo sfruttamento delle risorse non rinnovabili, ma soprattutto di sostenibilità. Provo a darne una definizione, ovvero il punto di vista di un progettista. Premesso che dev’essere un obiettivo di tutti consegnare a chi verrà un mondo in cui siano disponibili risorse, la sostenibilità ambientale è l’insieme delle scelte (consapevoli) che portano a ridurre i problemi e le conseguenze generate dalla realizzazione di edifici, dai consumi nel ciclo di vita, dalla qualità e salubrità degli spazi. Qual è la sfida? Soddisfare le esigenze sociali offrendo edifici e città più salubri, realizzare le opere a un costo equo, ridurri i consumi e i costi di esercizio. PRIMA DI TUTTO Inizialmente bisogna concentrarsi sui mezzi di trasporto, quindi scegliendo un’area adatta e pianificando i percorsi che le persone utilizzeranno per recarsi al luogo del lavoro (a piedi, in bicicletta, con i mezzi pubblici ma anche in auto, magari elettrica). A seguire, spazio alle piante e al loro effetto purificatore e mitigatore, privilegiando la fauna autoctona, che può vivere nei parchi cittadini in libertà; non solo all’esterno, anche in casa, su terrazzi, tetti, magari attraverso una serra solare. I materiali impiegati e le tecnologie devono poi garantire edifici sicuri, duraturi, qualità dell’aria degli ambienti, ma anche essere frutto di riciclo, o velocemente rinnovabili, come il bamboo e il sughero, per fare un esempio. Le risorse idriche negli impieghi domestici potrebbero provenire dall’accumulo dell’acqua piovana, ovvero delle acque grigie di lavandini e docce che, opportunamente recuperate, possono essere convogliate per i WC e per irrigare le piante. Arriviamo alla riduzione dei città sostenibili di Alessandro Zichi 40 consumi energetici e conseguenti emissioni: servono abitazioni in grado di sfruttare apporti passivi come il sole nelle giornate invernali e la circolazione naturale dell’aria per ridurre o annullare la necessità di climatizzazione estiva. L’energia da dove arriva? È rinnovabile, può essere prodotta in loco, pannelli fotovoltaici o microeolici integrati nell’edificio, oppure da impianti di grande entità, quali idroelettrici. L’ideale sarebbe diffondere la cultura verso una società sostenibile, magari con edifici e interventi pubblici che possono consentire la sperimentazione e suggerire la replicabilità nelle costruzioni dei privati. FACCIAMO UN ESEMPIO Supponiamo di recuperare uno dei tanti edifici ex industriali delle nostre città. Cosa si potrebbe fare? A volte sono grandi come enne campi di calcio e hanno un’altezza di 24 metri. Quel che rimane è ambientiamoci praticamente memoria storica, della grande produzione industriale di inizio Novecento, e un telaio in acciaio. Proviamo a immaginarlo come un nuovo luogo messo a disposizione della città, un palazzo di cristallo, una grande serra bioclimatica, in cui inserire altri edifici con differenti funzioni; e, perché no?, un parco cittadino alimentare, insomma un microcosmo dentro il grande edificio. E l’involucro? È tecnologico, consente di produrre energia elettrica dai pannelli inseriti nella copertura e, con un sistema domotizzato, si controlla la temperatura all’interno dell’edificio. Una vera e propria cittadina, in cui trovano posto piccoli laboratori, botteghe, temporary offices utili per i giovani professionisti, ristoranti, bar, una piazza a gradoni ovvero un teatro-centro congressi, una palestra, con piscina e centro benessere e riabilitazione; il parco è un’oasi didattica alimentare sul Km “0”, con possibilità di illustrare ai cittadini come far crescere in città alberi da frutto, agrumi, ulivi, e si coltivano verdure biologiche nelle aiuole e sulle pareti degli edifici che diventano dei giardini verticali. Altro esempio di edificio pubblico, che non necessita di climatizzazione estiva, e ridotto riscaldamento invernale, un bar ristorante in cui la serra è integrata nell’edificio: d’inverno è chiusa, d’estate si apre. Il grande camino cos’è? Una torre evaporativa in cui l’acqua proveniente da una sonda geotermica raffresca e deumidifica l’aria; nei vasi delle pareti verdi trovano casa coltivazioni di erbe aromatiche e altre verdure, magari impiegate nella cucina. La cosa importante è che tutto può essere riprodotto in una casa privata o anche in un condominio: la serra bioclimatica a sud-est consente di coltivare i pomodori senza fertilizzante, nei giorni di sole invernali e primaverili contribuisce al riscaldamento del soggiorno e delle camere al piano superiore. In estate, la serra trasformata in veranda, e il sistema di camini di ventilazione, rinfrescano e deumidificano la casa. Il riscaldamento? Una pompa di calore acqua-aria può sfruttare la temperatura dell’acqua del pozzo - novello serbatoio termico - il quale integra la temperatura della casa già preriscaldata passivamente. E l’illuminazione? Le aperture si possono dimensionare e collocare per ottenere un’illuminazione diffusa naturale nel 90% della casa, la stessa è integrata dal sistema di illuminazione a LED gestito da un impianto domotico. Trovano posto in casa il parcheggio per le biciclette e la torretta per caricare la automobile. Da dove arriva questa energia elettrica? Dalla copertura in cui sono integrati i pannelli fotovoltaici e dal microeolico nel giardino. Poche parole o forse troppe, ma il principio è che ognuno di noi, progettista o meno, deve agire localmente e pensare globalmente. Vista esterna diurna/notturna: l’applicazione di luci led consente di trasformare la percezione dell’edificio 41 ESTATE BEACH sport di Enrico Maria Corno u na volta ci si limitava a tirare due calci a un pallone sul bagnasciuga, adagio e senza dare fastidio agli ombrelloni della prima fila. Oltre alle bocce, fino a pochi anni fa si entrava in acqua e al massimo si lanciava un frisbee o, nelle ore meno calde, si tiravano fuori dalla borsa i racchettoni. Oggi, con la versione moderna di quei racchettoni, a Ravenna si svolgono i campionati del mondo di beach tennis. per tutti i gusti 42 C’è chi a quarant’anni viene illuminato sulla via del beach volley e decide di trascorrere le vacanze in fondo alla spiaggia lontano dall’acqua ma vicino alla rete del campo dove si dà appuntamento con gli amici mollando la fidanzata fino a sera. C’è chi iscrive i figli ad un camp di beach rugby e poi realizza che avrebbe sempre desiderato farlo in prima persona. C’è chi desidera buttare giù un po’ di pancetta e si fa prendere la mano correndo tutte le mattine alle sei sul bagnasciuga e c’è chi si annoia in spiaggia e rompe gli indugi prendendo lezioni di kitesurf. Del resto, l’accidia non è uno dei sette vizi capitali? TENNIS La differenza fondamentale con il tennis “normale” sta ovviamente nella mancanza del rimbalzo. L’altezza della rete - 1.85 mt - obbliga poi a effettuare la maggior parte dei tiri dal basso verso l’alto: vincere pertanto non è una questione di potenza ma di precisione nei colpi e di agilità in campo. In campo bisogna muoversi molto velocemente e, per questa ragione, le partite durano solo un set ai 9 game, con applicazione del tiebreak ai 7 punti in caso di parità sull’8-8. Il punteggio del game è senza vantaggio e sul 40-40 si gioca il punto decisivo. L’EVENTO: Beach Tennis World Championships, dal 21 al 29 luglio a Ravenna. DOVE GIOCARLO: allo Stabilimento Corallo Beach, Ostia (www.corallobeach.it) IL SITO: www.beachtennis.com ZOOM alternative BEACH BASKET 3 vs 3 con un solo canestro, su un campo in cemento (www.beachbasketball.com) BEACH PALLAMANO I gol al volo, e perfino i gol del portiere, valgono doppio! (www.eurohandball-beachtour.com) BEACH GOLF Non sarà difficile realizzare le buche! (www.beachgolf.net) KITE-SURF Si decolla dalla spiaggia e si vola sopra le onde! (www.kitesurfing.it) SURF Gli spot migliori sono nel nord della Toscana e Sardegna (www.surfingitalia.org) SANDBOARD Con un vecchio snowboard sulle dune più alte d’Italia. Solo in Sardegna (www.sandboard.it) FRISBEE Si gioca con regole simili a quelle del football americano (www.fifd.it) svagarsi de a personalizzare le regole, nelle partite ufficiali ci sono in campo solo due giocatori per squadra, senza riserve in panchina. L’altezza della rete è la stessa della pallavolo, l’area di gioco è la medesima (16x8) e, nei campi ufficiali, la sabbia del fondo deve essere fine: si gioca al meglio dei tre set ai 21 punti. SOCCER La passione per il calcio non si ferma nemmeno in ferie? Per una vacanza ideale ci vuole allora una spiaggia di sabbia fine, un mare pulito, un ombrellone, una fidanzata molto collaborativa, un barista amico pronto con il necessario per rinfrescarti e, soprattutto, un bel campo da beach soccer nelle vicinanze. Anche se si è puristi del calcio, questa disciplina non potrà che affascinare. Si gioca spesso con la palla alta, tirando al volo, in 4 più il portiere su tre tempi da 12 minuti l’uno, su un campo da 40x30 metri. Del resto, tutti i grandi giocatori di calcio brasiliani, a partire da Ronaldinho, hanno cominciato così. Senza dimenticarsi del footvolley, una via di mezzo tra il beachvolley da cui prende le regole e il beachsoccer per l’esclusivo uso dei piedi. L’EVENTO: Finali Torneo Italia Beach Soccer, 28-29 luglio al Lido di Ostia DOVE GIOCARLO: allo Stabilimento Rive di Traiano a Terracina (Lt), www.terracinabeachsoccer.com IL SITO: www.beachsoccer.com VOLLEY Oggi è lo sport da spiaggia più popolare, tanto che da anni è stato accettato alle Olimpiadi (al proposito, le azzurre Greta Cicolari e Marta Menegatti sono candidate ad una medaglia a Londra 2012). La prima partita ufficiale di beach volley in Europa si è giocata nell’estate del 1984 al Fantini Club di Cervia, che oggi conta otto campi per sport vari, un beach stadium da 2000 persone ed è il tempio di questo e altri beach sport in Italia. Anche se in spiaggia si ten- L’EVENTO: Beachvolley Marathon, 7-8 luglio a Bibione (Ve) DOVE GIOCARLO: al Fantini Club, Cervia (Ra), www.fantiniclub.com IL SITO: www.beachvolley.it RUGBY Uno sport estremo, fatto solo di forza ed esplosività e, almeno all’apparenza, poca tecnica. Coraggio, sforzi e legnate (possibilmente non sotto il sole di mezzogiorno) cinque contro cinque, su un campo 31x25. Eliminate le fasi statiche del gioco: niente mischie, né rimesse dalla linea laterale, niente calci al volo né trasformazioni ma ovviamente i contatti non mancano. Una meta vale un punto e sono permesse le sostituzioni volanti a centrocampo. L’EVENTO: Master Finale, 2122 luglio a Senigallia (An) DOVE GIOCARLO: Parco del Rauccio, Torre Chianca (Le), www.playbeachrugby.it IL SITO: www.beachrugby.it 43 ricette La regina dell’estate di Laura Camanzi In collaborazione con Giovanni Seveso, Specialista in Scienze dell’alimentazione a Milano f 44 rutto dalle origini antichissime - geroglifici egizi ne testimoniano la coltivazione lungo le rive del Nilo già più di 5.000 anni fa - e dalle molte virtù, l’anguria con il suo sapore inconfondibile è da sempre la regina dell’estate. Il periodo in cui giunge a maturazione è compreso tra giugno e settembre, ma è nei due mesi più caldi, luglio e agosto, che il cocomero dà il meglio di sé. Giovanni Seveso, specialista in Scienze dell’alimentazione e dietetica, ci spiega perché questo frutto non dovrebbe proprio mancare nei nostri menù estivi. «Con il suo altissimo contenuto di acqua (superiore al 90%), l’anguria disseta, depura e idrata l’organismo, rivelandosi particolarmente indicata in caso di ritenzione idrica, ipertensione, cellulite e gonfiori alle gambe. Contiene inoltre discrete quantità di sali minerali, come potassio e magnesio, utili per combattere quel senso di stanchezza e spossatezza dato dalla calura estiva. Ma i pregi non finiscono qui: priva di grassi, ricca in vitamine (soprattutto A, C, B e B6), l’anguria, pur essendo particolarmente dolce, ha un bassissimo contenuto calorico, il che ne autorizza il con- VALORI NUTRIZIONALI (per 100 grammi) sumo di grandi quantità senza incorrere in problemi di peso o sovralimentazione». Notevoli poi le proprietà antiossidanti, come sottolinea Seveso: «Il rosso caratteristico della polpa è dato dal licopene, un carotenoide dalle comprovate proprietà antitumorali, che agisce come antiossidante nei confronti dei radicali liberi e che si è dimostrato molto efficace anche nella prevenzione di patologie cardiocircolatorie». Tanti i benefici che porta con sé il consumo di questo frutto estivo dunque, ma non c’è proprio nulla a cui si debba fare attenzione? «Alcune persone lamentano la poca digeribilità dell’anguria: mangiarla lontano dai pasti può essere un buon modo per ovviare all’inconveniente. Eliminare tutti i semini, sia quelli bianchi che quelli neri, è importante poi per non incorrere in spiacevoli effetti lassativi. Inoltre, seppur raro, è bene sottolineare un possibile effetto collaterale: nell’anguria sono presenti dei salicilati naturali, sostanze impiegate anche in ambito farmaceutico per la preparazione di alcune medicine, tra cui l’aspirina. Anche se la quantità di salicilati è molto bassa ed è difficile raggiungere concentrazioni Calorie: 25 kcal | Acqua: 95,3 g Grassi: 0,15 mg | Proteine: 0,6 mg Potassio: 280 mg significative, è bene che le persone allergiche o che hanno sviluppato un’intolleranza a queste sostanze non eccedano nel consumo». ghiaccioli all’anguria Ingredienti (per 8 ghiaccioli) • 400 gr di polpa d’anguria senza semi • 100 gr di zucchero • 1 limone Procedimento Mettete in un pentolino lo zucchero, il succo del limone e un cucchiaio d’acqua e fate sciogliere il tutto a fuoco basso. Mentre lo sciroppo si raffredda preparate la polpa dell’anguria (siate generosi, destinate ai ghiaccioli solo la parte centrale più rossa e dolce) alla quale dovrete togliere tutti i semini. Frullate la polpa con lo sciroppo di zucchero e poi versate il composto negli appositi stampini per ghiaccioli. Lasciateli nel congelatore per almeno 5 ore prima di servire. Questi ghiaccioli sono perfetti per la merenda dei più piccoli, da alternare con gelati e frutta fresca nei caldi pomeriggi estivi. Letture salutari di Francesco Rizzo Le emozioni parlano di Rossella Panigatti 316 pagine Edizioni tea Prezzo: 12 euro 46 Quando Woody Allen era ancora Woody Allen (non lo spento fantasma di To Rome with Love), scriveva e interpretava film come Io e Annie. Il cui protagonista, incapace di sottrarsi al guscio protettivo di New York, è costretto a volare a Los Angeles. Che detesta, come detesta l’ambiente che lo accoglie laggiù. Si sentirà male e ritroverà l’appetito solo quando saprà di poter restare chiuso in albergo. Sul volo di ritorno a casa, capirà anche che il suo amore per Annie è finito. Immagini che tornano in mente sfogliando Le emozioni parlano, di Rossella Panigatti, ex esperta di marketing diventata studiosa di comunicazione energetica strappandosi ai tentacoli della depressione. E che, in questo libro, ci aiuta a esaminare i nostri disturbi fisici, le nostre malattie, in relazione agli stati d’animo negativi che stiamo vivendo. Ma anche, secondo una logica di prevenzione, a lavorare sulle emozioni, ad “ascoltare” la rabbia, il disagio, il senso di esclusione per capire come evitare che le malattie possano minare il nostro benessere. Diviso in capitoli che esaminano diverse condizioni psicologiche, il manuale diventa un “atlante” del corpo umano e dei disturbi che possono affliggerlo, attento alle spiegazioni mediche ma, al tempo stesso, concentrato sui legami tra uno specifico problema di salute e le emozioni negative che non riusciamo a gestire. E così, un eritema può essere il segnale di un’incapacità di proporci agli altri per quello che siamo (e, infatti, colpisce la pelle, il nostro confine estremo con il mondo), dietro un banale mal di testa si può nascondere un senso di inadeguata valutazione di sé o il bisogno di non vedere qualcosa, mentre le tensioni muscolari possono segnalare difficoltà a esprimere noi stessi o tendenza a controllare troppo i propri stati d’animo. Il libro, che divide le patologie proprio in base alle emozioni, si apre, del resto, con una dedica significativa: «A tutti coloro che hanno creduto che non sentire una paura fosse lo stesso che non averla». tempo di lettura: 6 ore Longevità di Umberto Veronesi 94 pagine Edizioni Bollati Boringhieri Prezzo: 8 euro È vero che viviamo più a lungo? Sì, ma persino la longevità, in Italia, sembra in crisi. Secondo dati Istat del 2010, la durata media di vita è di 84,3 anni per le donne e a 79,1 per gli uomini. Rispetto ai numeri del 2005, gli uomini guadagnano un anno (quasi un terzo in meno, però, in confronto al guadagno medio tra il 1975 e il 2005), mentre le donne 0,6 anni (la metà del tempo rispetto al ritmo tenuto nei tre decenni precedenti). Resta il fatto, però, che oggi si raggiungono età un tempo impensabili: nell’Italia del boom economico, per esempio, un uomo aveva una vita media di 63 anni, una donna di 67. Ma abbiamo imparato a invecchiare bene? Sappiamo davvero tutelare la nostra salute psicofisica, prevenendo le malattie con uno stile di vita adeguato? È il tema videoteca Quasi amici (Francia, 2011) affrontato dal professor Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto europeo di Oncologia, in questo libro, scritto insieme alla giornalista Maria Giovanna Luini, scrittrice e comunicatrice scientifica. Il volume offre una serie di riflessioni e suggerimenti che vanno al di là del risvolto strettamente medico. Invitando, per esempio, a quello che Veronesi definisce “un approccio orientale verso i cambiamenti”: saper affrontare in modo costruttivo le conseguenze del tempo che scorre, tenere allenati e sani corpo e mente, imparare a godere degli aspetti positivi dell’autunno della vita. Un esempio? Non vedere la menopausa come una malattia ma come una nuova stagione. «Se la carta di identità ci rivela che abbiamo più di 75 anni», scrive ancora Veronesi, «e insistiamo ad affermare a denti stretti “non è vero”, evitiamo di adattare il nostro stile di vita a ciò che il corpo richiederebbe. E perdiamo opportunità preziose». Il libro affronta così molti temi legati all’invecchiamento - dall’esercizio fisico alla attività sessuale, dal lavoro all’alimentazione - invitando a fare della curiosità intellettuale una palestra da frequentare ogni giorno. «La longevità è un patrimonio», conclude l’autore. «Qualunque sia la vostra convinzione su ciò che accade dopo la morte. È inutile e sciocco sottovalutare il periodo che trascorriamo in questa vita». tempo di lettura: 3 ore di: di Olivier Nakache ed Eric Toledano con: Francois Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny durata: 112’ Valore terapeutico: per ragionare sulla disabilità? No, sul diritto alla felicità. Philippe, un uomo di indiscutibile ricchezza e di raffinata cultura, seleziona un assistente personale. Si presentano candidati dal curriculum invidiabile. Eppure Philippe sceglie Driss, un giovanotto di colore, che sembra capitato lì per caso e che ha appena assaggiato le dure panche della prigione. I due sono destinati a diventare complici, come ci suggerisce l’adrenalinico ma sottilmente ingannevole inizio del film. Perché la loro non sarà una complicità qualsiasi. Quasi amici, il film francese che ha incassato di più in Italia (oltre 14 milioni di euro), è una commedia lanciata a tutta velocità verso un precipizio, visto che Philippe è legato a una sedia a rotelle, il corpo abbandonato e insensibile come quello di una marionetta e il pericolo che il film piombi giù, nel patetico o nel crudele, è imminente, quanto l’arresto per i due protagonisti nella scena iniziale. E invece funziona, e benissimo. Perché si rivela una storia sul diritto alla felicità, che è di tutti, e su una relazione possibile fra persone “condannate a restare ai margini”, tessuta intorno a due personaggi opposti: Philippe potrebbe avere tutto ciò che desidera, ma non può muoversi senza un aiuto, Driss arriva dalle periferie più disagiate, non ha né denaro, né prospettive, è un allegro naïf scurrile e inopportuno, ma “sconvolge” la quotidianità di Philippe restituendogli la gioia di vivere. Tra zingarate notturne, risate inopportune all’opera e inviti a non dimenticare l’amore. Non a caso il titolo originale del film è Intoccabili: i due protagonisti appartengono cioè a mondi dei quali è buona norma fingere di occuparsi (i diversamente abili e gli immigrati), ma che in realtà i più trascurano o non rispettano. Certo, si dirà, Philippe è un miliardario e può permettersi ciò che vuole: ma il film ha bisogno di un meccanismo narrativo che rischi di apparire una favola (rischia, e basta), proprio per dare un calcio al perbenismo. Come, del resto, riesce a fare anche il libro da cui è tratto il film, Il diavolo custode, di Philippe Pozzo di Borgo. Philippe, già. Come quello del film. Perché questa è una storia vera. 47 PROSSIMO NUMERO I dossier di PiùSalute ginnastica in casa Come mantenersi in forma tra le pareti di casa, utilizzando oggetti di uso comune e alcune tipologie di mobili. Oppure facendo semplici esercizi di respirazione, di yoga, di stretching, di danza. Un vademecum intelligente che vedrà coinvolti insegnanti di scienze motorie, ortopedici, fisioterapisti, massaggiatori e - perché no? insegnanti di ballo. Curiosi, eh? L’esperto risponde Dopo il ginecologo è il turno dell’oftalmologo che risponderà a tutti i quesiti che ci raggiungeranno via mail a [email protected] o via fax allo 02.29513121. Segnali Nel PiùSalute di settembre-ottobre il nostro medico di famiglia, Stefano Nobili, si occuperà dei sintomi da ipersudorazione, problema non di poco conto, anche a livello psicologico. Svagarsi 48 Protagonisti i 10 più bei parchi del nostro Paese: da nord a sud, isole comprese, una miniguida per scoprirli in coppia, con gli amici, in famiglia.