Fecondazione artificiale eterologa
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Fecondazione artificiale eterologa
Rischio delle identità parentali nella fecondazione artificiale eterologa Antonio Facciorusso* Il 2 dicembre 2014 circa 250 ragazzi delle scuole “A. Moro” e “A. G. Roncalli” di Manfredonia e “G. T. Giordani” di Monte Sant’Angelo hanno partecipato, in Casa Sollievo della Sofferenza, ad un incontro organizzato in collaborazione con la sezione AMCI (Associazione Medici Cattolici Italiana) di CSS. Dopo i saluti di Mons. Michele Castoro, Arcivescovo della locale Diocesi e Presidente dell’Opera di San Pio, il Prof. Michele Illiceto, docente di Filosofia, ha moderato le relazioni della Dott.ssa Lucia Miglionico, Medico, Pediatra dell’Onco-ematologia pediatrica di CSS e Presidente regionale AMCI, e del Prof. Filippo Boscia, Medico, Ginecologo, esperto di fisiopatologia della riproduzione e Presidente nazionale AMCI. Lo scopo dell’incontro? Far riflettere i giovani, i futuri genitori responsabili, su di una metodica di fecondazione che certamente risolve la sterilità di coppia, ma genera anche rilevanti problemi etici. La fecondazione artificiale eterologa (FAE) è una forma di procreazione medicalmente assistita in cui il seme, maschile e/o femminile, non appartiene a uno dei genitori ma a un donatore esterno alla coppia. Questa tecnica era vietata in Italia per la legge 40 del 2004, ma a giugno del 2014 la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il divieto di fecondazione eterologa. Tutti parlano della libertà della coppia di procreare con l’aiuto della tecnica, ma non si parla del bambino che viene “creato” dalla tecnica come si crea una nuova specie di pianta. Papa Francesco, all’udienza ai Medici Cattolici del 15 novembre 2014, ha detto che “produrre un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come un dono è un peccato contro Dio Creatore”. Le domande sulla FAE sono tante: Chi è mia madre e chi è mio padre? Con la FAE all’interno della vita di coppia si introduce una figura estranea, il donatore del seme (ovociti e/o spermatozoi) che è di fatto il genitore biologico. I legami parentali, la genitorialità in particolare, si dissolvono: avremo una madre gestante e partoriente che non sarà la madre biologica e un padre sociale che non sarà il padre biologico. Di fatto, si priva il figlio di avere genitori certi. Crescendo, il ragazzo nato con la FAE noterà di avere tratti somatici differenti da quelli che pensava essere suoi genitori; cercherà prima o poi i suoi genitori biologici. Chi sono i miei fratelli? Il bambino creato con la FAE avrà dei fratelli biologici generati con gli ovociti o gli spermatozoi dello stesso donatore; vorrà conoscere questi fratelli o sarà necessario ricercarli per un eventuale trapianto perché uno dei fratelli potrebbe ammalarsi ed avere bisogno di un trapianto da donatore compatibile. Di chi è questo figlio? La madre che porta in grembo un figlio generato con il seme di un’altra donna ha certamente l’esperienza della gestazione e del parto, ma sa bene che il figlio non è frutto del suo seme, ma della donna che ha donato gli ovociti. Il padre sociale sa bene che l’ovocita di sua moglie è stato fecondato da uno spermatozoo che non viene da lui. La FAE introduce problemi affettivi da non sottovalutare. Chi sono i miei figli? Nella FAE ci sono persone che donano o, in alcuni paesi, “vendono” il proprio seme e saranno così genitori “anonimi” di figli di cui forse un giorno vorranno conoscerne l’identità. In questo contesto, il concetto di dono è equivoco: non si tratta di nobile donazione di un organo, come il cuore, il midollo osseo o il rene, che va a sostituire l’organo malato di un’altra persona. Si tratta di donazione del seme, cioè di un “progetto di vita”. Nonostante la tecnica e la legislazione, sarà indissolubile il legame tra il figlio ed il genitore da cui proviene quel progetto di vita. * Medico, Cardiologo della Casa Sollievo della Sofferenza e Presidente AMCI – sezione CSS Da sinistra: Dr. Michele Pacilli (consigliere AMCI – sez. CSS), Dr. Giuseppe Fasanella (consigliere AMCI – sez. CSS), Dr.ssa Lucia Miglionico (presidente AMCI Regione Puglia), Prof. Filippo Boscia (Presidente Nazionale AMCI), Dr. Antonio Facciorusso (Presidente AMCI – sez. CSS), Don Giovanni D’Arienzo (assistente spirituale AMCI – sez. CSS), Dr. Angelo Iacobellis (segretario e tesoriere AMCI – sez. CSS), Dr. Giuseppe Petracca – Ciavarella (già segretario e tesoriere AMCI – sez. CSS) Grazie per la gentile concessione delle foto a Michele Martino, Ufficio Stampa di Casa Sollievo della Sofferenza