Un grande salone, musica jazz in sottofondo. Uomini eleganti e

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Un grande salone, musica jazz in sottofondo. Uomini eleganti e
Un grande salone, musica jazz in sottofondo.
Uomini eleganti e donne vestite anni Cinquanta.
La mdp stringe sul bancone. Seduto scomposto su uno sgabello un uomo sulla
trentina (Milo Ventimiglia), sconvolto e ubriaco, vestito con un completo verde,
quando inizia a parlare il volume della musica diminuisce, rimanendo in sottofondo.
Uomo:
Versamene ancora amico.
Il barista, un omone di colore, fissa l'uomo e versa da bere.
Uomo:
Amico, non so nemmeno io perché ti racconto questa storia, forse perché ormai
siamo ai titoli di coda! (alza il bicchiere come per brindare e lo svuota).
Ma prima di sparire ti voglio raccontare di come l'ho conosciuto, quel figlio di
puttana!
Il barista sorride fingendo di essere interessato, ma si guarda attorno pensando ai
fatti suoi.
Uomo:
Hey negro, fammi il pieno! (agitando il bicchiere vuoto)
Il barista versa ancora da bere, mentre l'uomo al bancone gli allunga una banconota.
Uomo:
Non ero da molto qui, nella Grande Mela, ma già mi ero fatto nemico quello stronzo
di Big Johnny Callas. Io mi chiamo Mickey, ma sin da piccolo, a Philly, per tutti ero
Acaro...
Acaro continua a parlare ma la voce si abbassa mentre la musica sovrasta le sue
parole. L'immagine si fa color seppia, infine sfuma.
Sullo schermo nero appare il logo della Ramaya Productions.
In sottofondo una musica accompagna le scene.
PRESENTA:
Le inquadrature che si susseguono sono rapide con continui cambi di scena e
intanto, durante tali scene, scorrono i titoli di testa del film.
Le immagini si alternano fra colore e effetto “seppia”: vediamo l'interno di una
vecchia casa, una zoomata su una fessura in un muro, da cui spuntano le antenne di
uno scarafaggio, la scena seguente è su un gruppo di scarafaggi che accorrono verso
avanzi di cibo in una cucina malandata, un primissimo piano di uno scarafaggio che
scappa da un topo, poi due scarafaggi che combattono. L'ultima di queste scene, in
effetto seppia, segue uno scarafaggio che si nasconde sotto un letto. La mdp lo
inquadra mentre questo si ferma e, dietro di lui, nel centro della stanza che ha
attraversato, vediamo penzolare due gambe umane.
Fermo immagine: lo scarafaggio in primo piano, dietro le gambe penzolanti e la
scritta che prende forma:
JERRY BLATTA
Il color seppia lascia posto al colore, la musica sfuma.
La stanza è buia, illuminata da una luce al neon rossastra che viene dalla strada. In
sottofondo il rumore della città. La mdp oltrepassa lo scarafaggio e inquadra ora un
uomo di spalle penzolare dal soffitto dove è impiccato. La mdp gli gira intorno e
vediamo così le fattezze di Liev Schreiber.
La rotazione della mdp prosegue, l'illuminazione cambia velocemente, passando da
quella notturna alle luci del giorno, poi di nuovo alla notturna. La mdp dunque
zooma verso il letto dove si era nascosto lo scarafaggio e inquadra Liev Schreiber
nudo, rannicchiato sotto il letto.
La mdp zooma, facendo un primo piano del protagonista, che respira affannato,
come in apnea. I suoi occhi roteano, mentre il volto resta immobile, con una luce
rossa intermittente che lo illumina.
L'inquadratura si allarga, quasi di scatto. Vediamo il protagonista sotto il letto,
tentare di rannicchiarsi sempre più, schiacciandosi nell'angolo, sulla parete.
Tutta la scena prosegue con continui cambi di inquadratura, da primi piani a
immagini più larghe, che sottolineano il momento angoscioso.
La mdp è ora a ridosso del letto: il protagonista allunga una mano cercando
qualcosa sulla sua testa, si gratta i capelli, la sua espressione si fa di nuovo
terrorizzata, dunque inspira e poi emette un urlo strozzato, spaventandosi da solo.
Tenta di girarsi sotto il letto, ma sbatte e si graffia sotto lo stesso, continuando a
gemere. Di colpo si ferma, rannicchiandosi in un angolo e chiude gli occhi,
inspirando aria. Vediamo inquadrato ora il suo petto, mentre il respiro si
regolarizza. La luce rossa si fa più fioca, mentre entrano i primi raggi di sole.
Dissolvenza.
La giornata trascorre in time lapse, accompagnata dal tema musicale dei titoli di
testa, e torna in tempo normale con il ritorno della luce rossa del neon.
Viene inquadrata la stanza, il protagonista dorme sotto il letto.
E' notte, si sente il rumore della strada. Gli occhi del protagonista si riaprono e
tornano a guardarsi attorno. Inquadrato da lontano lo vediamo strisciare fuori dal
letto, ispezionando la stanza tenendosi radente al muro, sempre strisciando. Si
sofferma su una fessura, lo vediamo allungare il dito e la mdp insegue il suo dito con
una zoomata rapida, che ci mostra come stia accarezzando le antenne di uno
scarafaggio che si è sporto dalla fessura. Il protagonista prova a entrare, ma sbatte
la testa sul muro. Rimane poi immobile per qualche secondo, poi grida, e torna a
ispezionare la stanza. Poi il protagonista fa scorrere un dito sulla parete, fino ad
accendere, inavvertitamente, la luce della stanza.
Il protagonista è ora immobile, si schiaccia sul muro, l'espressione è terrorizzata.
L'inquadratura cambia, ora è una soggettiva del protagonista, che fissa l'uomo
penzolante, identico a lui. Dunque scorre nuovamente il dito verso l'interruttore e
spegne la luce. L'inquadratura è su una radiosveglia, che segna le due del mattino.
Dissolvenza.
L'inquadratura è ancora sulla radiosveglia, segna le tre.
Cambio di prospettiva.
Il protagonista è ora in piedi, che spegne e accende la luce. La sua espressione si fa
soddisfatta e lo vediamo in time lapse mentre tenta di camminare su due zampe,
cadendo e rialzandosi ostinatamente.
Dissolvenza.
L'inquadratura è sulla radiosveglia, segna le quattro.
Cambio di prospettiva.
Ora il protagonista cammina in maniera inusuale e sincopata, bilanciando i suoi
passi con ampi movimenti delle braccia, con l'indice e il medio che, ad ogni passo,
segnano la V di vittoria.
Dissolvenza.
Il protagonista ora è in grado di camminare e esplora la stanza. L'inquadratura ora
è una soggettiva. Ispeziona il letto, il comodino, poi guarda fuori dalla finestra, dove
vede un'insegna “HOTEL” , che è la fonte della luce rossa al neon.
Poi si volta e va verso il bagno.
Il protagonista nota lo specchio e rimane impietrito.
Dissolvenza.
L'inquadratura è ancora una soggettiva del protagonista, che inizia a capire il
meccanismo dello specchio. Allunga un dito e sfiora il vetro liscio, a bocca aperta.
Poi sposta il dito sul suo volto.
Dissolvenza.
Ancora soggettiva del protagonista. Sta albeggiando. Il protagonista è davanti alla
piccola scrivania della stanza dell'hotel. Le sue mani ispezionano un borsello, pieno
di soldi e foto. Il protagonista ne tira fuori una foto che lo ritrae con una donna e un
bambino. Le dita sfiorano il volto della donna, sempre più avidamente.
L'inquadratura cambia di scatto. Il protagonista si guarda attorno insoddisfatto, poi
prende il borsello e prova a mangiarlo, ma lo getta a terra stizzito.
Dissolvenza.
Il protagonista si guarda attorno, infine si aggrappa al corpo che penzola in mezzo
alla stanza, e, inquadrato da dietro, ci si accovaccia sopra, cominciando
evidentemente a mangiarne il volto.
Dissolvenza.
L'inquadratura è ora allargata. La luce si sta affievolendo. Il protagonista è seduto a
terra e si sta pulendo, leccandosi. Il volto e il corpo sono sporchi di sangue, mentre
si intravede, spolpato, il cadavere, ora irriconoscibile.
Dissolvenza.
Il protagonista si stringe sotto il letto, e si addormenta. Primissimo piano degli occhi
che si chiudono.
Dissolvenza.
Lo schermo è nero, ma l'immagine è disturbata. Impercettibilmente sullo sfondo
nero sono proiettate immagini scure di scarafaggi.
Questa rapida scena è interrotta dal rumore di un uomo che bussa alla porta.
Immediatamente, con una soggettiva del protagonista, vediamo inquadrata la
stanza da sotto il letto, con la porta che vibra.
Voce fuori campo:
Ehi Smith, ci sei?
Smith?
L'inquadratura cambia rapidamente. La mdp inquadra il protagonista, con uno
sguardo terrorizzato, che si stringe sempre più fra muro e letto.
Voce fuori campo:
C'è qualche problema Smith? Non ti si vede da due, tre giorni...
Inquadratura sulla porta, che vibra di nuovo. L'uomo bussa più insistentemente,
poi, mentre la VFC prosegue la mdp passa sul primo piano del protagonista,
spaventato.
Voce fuori campo:
Ascoltami bene Smith! La tua settimana termina domani, e vogliamo che te ne vai!
Abbiamo avuto delle lamentele per il cattivo odore. Scarica lo sciacquone e getta la
spazzatura, Cristo Santo! (Silenzio...)
Smith, cazzo, ci sei? Guarda che se domani non sei fuori di qui, chiamo qualcuno che
sfondi la porta e ti mandi via a calci in culo!
Ci siamo capiti?!
Hey? Non mi rispondi? Vedi di non tornare più indietro, bastardo insolente!
Il protagonista trema.
Dissolvenza.
Inquadratura di tutta la stanza.
Il protagonista ora è in piedi, e fissa la fotografia.
Dissolvenza.
Il protagonista apre l'armadio e tenta goffamente di vestirsi, infilando i vestiti e poi
guardando la foto per prendere esempio.
Dissolvenza.
Soggettiva del protagonista. E' in bagno e si guarda allo specchio, vediamo che è
riuscito a vestirsi. Guardandosi digrigna i denti, come se stesso cercando di
assumere una smorfia il più minacciosa possibile. Dopo aver fatto un paio di smorfie
inizia a sibilare, poi si sente la sua voce, è stridula e surreale.
Voce del protagonista:
Hey Smith, ci sei?
Dissolvenza.
Inquadratura di spalle del protagonista, vestito, mentre guarda fuori dalla finestra.
Apre la finestra e sembra sul punto di lanciarsi, ma poi si volta di colpo. La mdp
zooma rapidamente sul suo sguardo.
Soggettiva del protagonista, fissa la porta.
Si avvicina alla porta e vediamo le sue mani ispezionarla.
Dissolvenza.
Il protagonista è ora nel corridoio, inquadrato a corpo intero. La porta è aperta, con
i segni di essere stata sfondata con una spallata.
Si guarda intorno diffidente, poi, inquadrato da dietro, comincia a camminare nel
corridoio con la sua andatura goffa.
Sentiamo ancora la sua voce.
Voce del protagonista:
Hey Smith ci sei?
Guarda che se domani non sei fuori di qui, chiamo qualcuno che sfondi la porta e ti
mandi via a calci in culo!
Dissolvenza.
La mdp inquadra l'interno di una tavola calda, in sottofondo la radio trasmette
“Herthbeat” di Buddy Holly. La mdp stringe su Acaro (Milo Ventimiglia), con una
giacca verde pisello da pochi soldi; è seduto ad un tavolo assieme ad una ragazza
vestita in modo sciatto (Olivia Wilde).
Acaro:
Ciao Celia, me li presti 59 centesimi?
Celia:
Acaro...sempre il solito
Acaro:
Me li presti? O no? Dai Celia, ho grandi piani, nuove idee...e sempre a corto di
denaro per realizzarli! Ma se ingrano, stavolta, ti prendo e ti porto via!
Celia:
(sorride e allunga cinquanta centesimi ad Acaro) accontentati di 50 cent.
In quel momento l'inquadratura si allarga e scorgiamo un uomo dall'aria minacciosa
(Zachary Quinto) entrare nella tavola calda. Acaro lo nota.
Acaro:
Scusa bellezza, ma c'è un amico di Acaro, tale Johnny Callas...che è meglio se Acaro
non lo vede...me la squaglio.
Acaro prende la mano di Celia e la bacia, poi si acquatta e scappa via, mentre
Johnny Callas si guarda attorno. La mdp stringe sullo sguardo cattivo dell'uomo.
Dissolvenza.
La mdp inquadra dall'alto un vicolo malfamato di New York, per poi zoomare su un
cassonetto della spazzatura, illuminato dalla luce di un lampione. Qui vediamo il
protagonista, vestito come lo avevamo lasciato, ma molto più trasandato e barbuto,
intento a recuperare del cibo, che poi mangia soddisfatto.
Voce fuori campo:
Fai schifo! Trovati un cazzo di lavoro! Parassita!
Il protagonista alza lo sguardo al cielo, poi abbandona il cassonetto. La mdp lo segue
da dietro, lo vediamo rannicchiarsi fra dei cartoni, terminare il suo pasto, e
chiudere gli occhi per dormire.
Dissolvenza.
L'inquadratura, sempre sui rifiuti di un vicolo, è sul protagonista che si lava
leccandosi.
Voce fuori campo:
Ma non ce l'hai un po' di dignità, pezzente!
Dopo queste parole l'inquadratura diventa una soggettiva del protagonista; guarda
verso la strada principale che incrocia il vicolo, passano delle persone. Il
protagonista si fa coraggio e si affaccia. Quindi passa un uomo vestito pressapoco
come lui e lo comincia a seguire, inquadrato frontalmente, con la sua andatura goffa
con le dita a V. L'uomo si ferma e il protagonista si ferma. L'uomo si allaccia le
scarpe. L'inquadratura cambia e vediamo il protagonista copiare l'operazione di
allacciarsi le scarpe.
Dissolvenza.
E' sera. Sentiamo una musica in sottofondo.
La mdp inquadra il vicolo dall'alto, poi stringe sul protagonista, che si sta pulendo al
suo solito modo. Sembra più fiducioso e si sporge sulla strada principale, dove
passano frettolosi passanti. Soggettiva del protagonista che li segue con lo sguardo
mentre filano rapidi. Cambio di inquadratura, lo vediamo inquadrato da dietro,
mentre segue un uomo, in lontananza emergono le luci del cuore di Manhattan,
Times Square.
Mentre la passeggiata del protagonista continua sentiamo, frammezzati con la
musica, pezzi di discorsi che attirano l'attenzione dell'ex scarafaggio.
Fuori campo, voci diverse:
Hai da accendere?
Cerchi compagnia?
Chi è che non la cerca...
Ti costa cinque dollari...
Ci siamo capiti dolcezza?
Sono un forestiero...
Maschietti? Femminucce? Sveltine...
Fila via, bello!
Basta con il blat blat
Mi piace scuro!
Vengo da fuori...
Vacci piano, capo!
Niente di personale, gli affari sono affari!
Ho fame Jerry! Jerry? Tu hai fame?
La musica sfuma, mentre il protagonista si ferma a fianco di un banchetto di un
venditore ambulante, pieno di portafogli, borse e occhiali da sole. Lì un uomo, con
vistosi occhiali da vista, discute con il venditore.
Uomo:
E' originale?
Venditore:
Puoi scommetterci! E a questo prezzo! In negozio te lo scordi!
Il protagonista si avvicina e sceglie un paio di occhiali da sole, subito li indossa,
come a copiare l'uomo vicino a lui. Non appena li ha indossati l'inquadratura passa
ad una soggettiva del protagonista. Le immagini sono oscurate, come dalle lenti
degli occhiali da sole.
Venditore:
Ti piacciono, bello? Sono Ray-Ban! Una linea speciale, ti faccio un buon prezzo!
Protagonista:
Mi piace scuro!
Venditore:
Ce li ho anche scuri, fanno cinque dollari!
Protagonista:
Vengo da fuori...
Venditore:
Si vede lontano un miglio! Quattro dollari!
Protagonista:
Fila via, bello!
Venditore:
(ride) mi vuoi rovinare?
Il protagonista, incurante, si volta e comincia ad allontanarsi, richiamato dalle luci
del centro città, il venditore allora lo insegue, gridandogli dietro.
Venditore:
Hey tu! Mi devi quattro dollari!
Protagonista:
Niente di personale, gli affari sono affari!
Venditore:
Al ladro! Fermatelo! Hey fermati!
Il venditore raggiunge il protagonista, che si volta.
La mdp da presa li inquadra dal basso.
I due sono a pochi passi, il venditore alza un braccio minaccioso e il protagonista fa
altrettanto, con le dita a V, digrignando i denti e emettendo un sibilo spaventoso.
Venditore:
(spaventato) ok, ok, amico, non ti scaldare...me li paghi un'altra volta, ok?
Protagonista:
Ci siamo capiti dolcezza?
La mdp inquadra il protagonista, di spalle, che prosegue la camminata verso la città,
in sottofondo sentiamo ancora il tema musicale precedente.
Dissolvenza.
La mdp inquadra la Broadway, all'incrocio con la 45°, a pochi passi da Time Square.
L'inquadratura è inizialmente con effetto seppia, poi, come la mdp stringe su Acaro,
passa al colore normale.
Acaro sta distribuendo dei volantini ai passanti, intanto si guarda intorno, è in
apprensione.
L'inquadratura cambia. E' ora una soggettiva di Acaro, che guardandosi intorno
nota il protagonista, che sta camminando con il suo solito incedere ondeggiante, con
le dita che segnano la “V”, particolare sulle unghie lunghe del protagonista.
Acaro:
Guarda quello! Con su i Ray-Ban di notte! Che tipo!
L'inquadratura cambia, a campo largo, il protagonista si avvicina ad Acaro, ed
Acaro gli offre un volantino.
Acaro:
Femminucce? Maschietti? Sveltine?
Il protagonista si blocca e i due si fissano. Poi il protagonista indica con il dito verso
l'alto. La mdp segue l'indicazione e inquadra una vecchia pubblicità della Camel, con
un uomo vestito da cowboy che fuma. L'inquadratura torna su Acaro, per poi
allargarsi sui due, seguendo la loro conversazione.
Acaro:
Fumo, vero?
Protagonista:
Fumo, fumo...ho fame Jerry!
(indicando con insistenza verso il cartellone pubblicitario)
Acaro:
Fumo...ma certo! Hai la grana?
(dicendolo fa frusciare cinque biglietti da un dollaro)
Il protagonista si fruga nella sua giacca marrone, decisamente trasandata, ed estrae
dei biglietti verdi, facendo lo stesso gesto di Acaro.
Acaro:
(raggiante alla visione di tanti soldi)
Complimenti amico! Stammi dietro!
(gli fa cenno di seguirlo e cominciano a camminare)
Ti porto nel paese dei balocchi! Come hai detto che ti chiami? Jerry?
Jerry:
Ho fame, Jerry! Jerry, tu hai fame?
Acaro si blocca e lo fissa perplesso.
Acaro:
Che dici?
Jerry:
Basta con il blat blat!
(ricominciando a camminare, con Acaro che a sua volta riprende a fargli da guida)
Acaro:
Come dici Jerry? Blatta?
Jerry:
Jerry Blatta!
Acaro:
Ok Jerry Blatta, piacere, Mickey detto Acaro, seguimi che ci si diverte!
Jerry Blatta:
Vedi di non tornare più indietro, bastardo insolente!
Acaro si blocca di nuovo, lo guarda, poi scoppia a ridere, e gli fa ancora una volta
cenno di seguirlo, divertito.
I due proseguono a camminare nella notte newyorkese. In giro molti uomini e poche
donne e musica jazz che esce a tutto volume dai locali. Passando vicino a un vicolo
una bella ragazza (Lindsay Lohan), evidentemente una prostituta, si avvicina loro,
con aria divertita.
Prostituta:
Hey Acaro...il mio capo ti sta cercando
Acaro:
(agitato) Ok Sylvie, tu digli che mi bastano ancora pochi giorni e poi saldo tutto...
Sylvie:
Johnny dice che se ti mette le mani addosso te li fa pagare a sangue quei duecento
centoni che ti ha prestato!
Soggettiva di Acaro che sta guardando Sylvie, dietro di lei, non troppo distante, si
vede sbucare Big Johnny (Zachary Quinto).
Cambio immagine; la mdp inquadra Acaro che prende per il braccio Jerry Blatta, i
due cominciano a correre, per poi nascondersi in un altro vicolo. La mdp stringe ora
sui due, nascosti nel vicolo, dove Jerry appare a suo agio. I due si guardano.
Acaro:
Che vuoi?
Jerry Blatta:
Cerco compagnia!
Acaro:
Tieni giù le zampe, amico!
(fa una pausa, sporge la testa dal vicolo, poi riprende)
Andiamo, dai...
Jerry Blatta:
Ci siamo capiti, dolcezza!
Cambio scena.
I due, ripresi da dietro, entrano in un portone di un palazzo e salgono le scale, Acaro
guida Jerry, poi bussa a una porta. Mentre attendono Acaro bisbiglia a Jerry
Acaro:
Questa merda è Roscoe, è uno stronzo, ma ha il miglior fumo della Grande Mela...e si
da il caso che mi debba dei soldi per i clienti che gli ho procurato!
Ad aprirla un tipo lercio, che mastica tabacco, e si presenta con i pantaloni mezzi
slacciati e con la camicia completamente aperta sul petto peloso. Parla con una voce
da effeminato, che ne tradisce l'aspetto (Mark Derwin).
Roscoe:
Acaro, ma che sorpresa! Pensavo ti avessero già schiacciato!
Acaro:
Ti ho portato un cliente.
(indicando Jerry)
Roscoe:
Che ti serve, amico?
Jerry Blatta:
Fumo!
Roscoe:
Ti dice bene, mi è arrivato un carico d'erba proprio stamattina.
Acaro:
Ok Roscoe, ma prima dobbiamo saldare i conti noi due, dico bene?
Roscoe:
Hey bello, vai fuori a prendere un po' d'aria, io e il tuo amico stiamo parlando
d'affari.
Acaro:
(con tono acuto) E no Roscoe! Ti ho procurato un bel giro di clienti, mi devi la mia
parte! Avevamo fatto un patto!
Roscoe:
Un patto? Vai fuori a giocare bello, ne riparliamo dopo.
Acaro:
(agitato) No Roscoe, non me la puoi fare questa! Io ho bisogno di soldi! Ho Johnny
Callas alle calcagna!
Roscoe:
(ridendo) Ho solo una parola per te Acaro: smamma!
Acaro:
No, cazzo! Tu mi vuoi fottere!
Roscoe:
Capita, ragazzo.
Nel dire queste parole Roscoe afferra per la mano Acaro e comincia a torcergli il
braccio, con aria intimidatoria. La scena è ora vista con una soggettiva di Jerry
Blatta. Mentre Roscoe fa lentamente inginocchiare Acaro uno scarafaggio sta
correndo per entrare in casa, notato da Blatta, ma anche da Roscoe, che lo schiaccia
con soddisfazione.
Roscoe:
Ho reso l'idea, Mickey?
L'inquadratura cambia, ora la mdp è alle spalle di Roscoe e inquadra Jerry e Acaro.
Jerry ha un moto di collera e terrore nel vedere lo scarafaggio schiacciato e
reagisce: afferra Roscoe per il braccio libero e lo strattona con un colpo secco.
Roscoe urla e cade in ginocchio, mollando la presa su Acaro. Intanto Blatta continua
a strattonare con forza il braccio a Roscoe. Si sente il rumore di ossa che si
rompono, mentre Acaro si rialza sorpreso e si rivolge a Blatta, che molla il braccio di
Roscoe, ormai svenuto. Blatta ha un ghigno di soddisfazione.
Acaro:
Ma chi diavolo sei?
Jerry Blatta:
Jerry, no? Jerry Blatta!
Acaro ride, Blatta resta immobile. Acaro fruga nelle tasche di Roscoe e recupera il
portafogli, gonfio.
Acaro:
Questi sono quelli che mi devi (estrae due centoni) e questi (prende tutti i soldi)
sono per il disturbo! E quando ti svegli vai fuori a prendere un po' d'aria, bello!
(Acaro è su di giri e si rivolge a Blatta)
Ora filiamocela!
Blatta lo guarda divertito, poi, quando Acaro l'ha superato Blatta gli batte due dita
sulla spalla.
Jerry Blatta:
Ok Roscoe, ma prima dobbiamo saldare i conti noi due, dico bene?
Acaro si impietrisce, poi guarda Blatta, che continua a sorridere, immobile.
Acaro:
Vuoi la tua fetta? Ok, ok, è giusto!
(Acaro smezza le banconote) La tua parte amico!
Blatta prende i soldi e li guarda con attenzione, poi il suo sorriso si trasforma in una
risata, si impettisce e li mette in tasca orgoglioso.
Dissolvenza.
La mdp inquadra Blatta e Acaro, sono seduti su una panchina. Blatta guarda felice
le banconote. Acaro prende la parola.
Acaro:
Allora Jerry Blatta, cosa può fare Acaro per te? Qualsiasi cosa, te la devo! Mi hai
tirato fuori dai guai con quel Roscoe...e ora posso pure affrontare Jonny Callas!
Jerry Blatta:
Fumo!
Acaro:
Ok amico, ok, aspetta qui!
Acaro si allontana, la mdp stringe su Blatta. Il suo sorriso si smorza. Rimane
immobile, come spaventato dall'abbandono di Acaro, muove lentamente la testa a
destra e a sinistra.
Voce fuori campo di Acaro:
Ecco qua!
Soggettiva di Blatta. (luce oscurata – effetto occhiali da sole) Acaro gli mette in
mano un accendino. Acaro poi mette in bocca a Blatta una sigaretta. Blatta guarda
Acaro ma non sa che fare, allora Acaro prende l'accendino e fa girare la rotella.
Cambio inquadratura, primo piano di Blatta che scatta all'indietro spaventato dal
fuoco.
Cambio scena, inquadratura fissa su una colonia di scarafaggi che fuggono dalle
fiamme, sciamando in varie direzioni.
La scena torna su Blatta e Acaro.
Acaro:
Che c'è amico? (gli accende la sigaretta e gli mette in tasca l'accendino) Sù,
andiamo, la notte è giovane.
I due riprendono a passeggiare, inquadrati da dietro. Blatta estrae dalla tasca
l'accendino e comincia a giocarci, prendendo sempre più confidenza con la fiamma,
che non lo spaventa più.
Jerry Blatta:
(imitando Roscoe) Acaro, ma che sorpresa!
Acaro:
(divertito) Siamo amici, non è vero, Jerry?
Jerry Blatta:
Ci siamo capiti, dolcezza.
Acaro:
Ah ah, questo tuo slang jazzomane mi fa morire, ma da dove vieni?
Jerry Blatta:
Vengo da fuori.
Acaro:
Che ne dici, Jerry Blatta, se andiamo a metterci qualcosa sotto i denti?
Dissolvenza.
Cambio di scena; la mdp inquadra l'interno della solita tavola calda, in sottofondo la
radio trasmette “Don't be cruel” di Elvis. Sola ad un tavolo c'è Celia. Sta leggendo un
libro davanti a una torta e una tazza di caffè. Attorno a lei sono tutti allegri, mentre
il suo sguardo è malinconico. Nella tavola calda entra Sylvie, che le si avvicina.
Sylvie:
Sorridere non guasterebbe, pupa
Celia alza lo sguardo, come sorpresa, Sylvie le ride in faccia sguaiatamente e va' a
sedersi ad un altro tavolo, dove degli uomini le fanno posto fra commenti poco
galanti. Soggettiva di Celia che fissa in direzione di Sylvie, poi guarda fuori dalla
finestra e il suo sguardo si posa su Jerry Blatta, fermo davanti la vetrina,
imperscrutabile dietro i suoi occhiali da sole. L'inquadratura cambia, primo piano di
Celia che distoglie rapidamente lo sguardo, spaventata.
Celia:
Dio ti prego, fa che non entri qui...
L'inquadratura cambia ancora, è di nuovo sulla tavola calda, dalla porta entra
Acaro, dietro di lui Blatta.
Cambio inquadratura, soggettiva di Celia.
Celia guarda Blatta che si fionda verso il bancone del bar, dove c'è una vetrinetta
con il cibo, che Blatta guarda bramosamente, tentando con la mano di prendere il
cibo, ma scontrandosi con il vetro.
Voce fuori campo di Acaro:
Hey Celia!
Celia si volta di scatto, cosicché la soggettiva di Celia coincide con un primo piano di
Acaro, il dialogo prosegue con cambi di inquadratura sull'interlocutore.
Acaro:
Ciao stupenda! Voglio presentarti il mio nuovo amico (indicando Blatta, che però
rimane al bancone) Ti spiace se ci sediamo con te?
Celia:
(a voce bassa) Il tuo amico...
(a voce normale) Acaro che ci fai ancora a New York? Se ti trova Callas ti spacca la
faccia! Ti speravo già in fuga per Philadelphia!
Acaro:
Non sei aggiornata, tesoro!
Celia:
Per carità Acaro! Dopo la tua fuga ho chiesto in giro di questo Callas...ho sentito dire
che è incazzatissimo! Ce li hai i soldi per la corriera? Devi scappare! Io se vuoi
posso prestarti qualcosa...
Acaro:
Sssht (posandosi l'indice sulla bocca) La ruota gira Celia, ora con il mio amico Jerry
le cose hanno preso una nuova piega...al diavolo Johnny Callas!
(abbassando la voce guardando Blatta) Ah...che maleducato
(rivolgendosi a Blatta) Jerry, vieni qui...
Blatta abbandona il bancone e si avvicina al tavolo, col suo solito sorriso
inquietante.
Acaro:
Non ti dispiace, allora, se ti facciamo compagnia?
Celia:
Ma no...
Acaro:
Jerry, lei è Celia, una tipa in gamba!
Celia:
Piacere (abbassando lo sguardo)
Blatta si siede di fronte a Celia, Acaro accenna a sedersi a fianco a Blatta, poi però si
alza e si allontana.
Blatta estrae dalla tasca l'accendino e lo aziona, fissando col capo un po' inclinato
Celia, come a studiarne la reazione. Celia, imbarazzata, rimane un momento in
sospeso, poi si porta frettolosamente una sigaretta alla bocca, lasciando che lui la
accenda.
Celia:
Grazie, ti chiami Jerry, no?
Jerry Blatta:
Jerry, Jerry Blatta, ho fame!
Celia:
Hai un nome particolare...e sei amico di Acaro?
Jerry Blatta:
Non sei aggiornata!
Acaro torna con un vassoio pieno di cibo.
Acaro:
Forza Jerry, accomodati!
Blatta comincia a mangiare in modo disgustoso e vorace, mentre Celia parla con
Acaro.
Celia:
Affamato il tuo amico
Acaro:
Non lo siamo forse tutti? Guardalo Celia, lui è il mio jolly!
Celia:
Il tuo jolly?
Acaro:
Già Celia! Lui è il mio lasciapassare per il salto di qualità! Finalmente mangeremo
anche noi la nostra fetta di torta!
Acaro si interrompe e prende la sua tazza di caffè, bevendo con il mignolo all'infuori,
per darsi un tocco di classe. Blatta vede la scena e fa altrettanto. Celia sorride di
questa goffa imitazione.
Celia:
(abbassando la voce) Cosa sai di lui?
Acaro:
(sorridendo) Niente!
Celia:
Da dove viene? Dove abita? Non ne sai nulla e punti tutto su di lui? Non sarà mica
come con i duecento dollari di Johnny Callas?
Acaro:
Hey, ma ti hanno raccontato proprio tutto, eh?
Celia:
Come puoi fidarti di lui?
Acaro:
Non lo so, ma mi fido...e poi, cos'ho da perdere? E lui? Si vede lontano un miglio che
non sa come sopravvivere in questa jungla! Ci aiuteremo l'un l'altro...vedrai!
Assieme non ci saranno limiti per noi!
Celia:
Acaro non fare il pazzo, devi scappare! Callas ti troverà!
Acaro:
Te l'ho detto che non sei aggiornata! Ho i soldi!
Celia:
Hai i soldi?
In quel momento Blatta, che ha finito la cena, torna a badare ai due ed estrae le
banconote che prima gli ha dato Acaro, sventolandole in faccia a Celia, che rimane
stupita e imbarazzata dal gesto.
Jerry Blatta:
Cerchi compagnia? Ti costerà cinque dollari! Dolcezza...Ci siamo capiti? Dolcezza?
Primo piano di Celia, che diventa rossa, sembra stia per arrabbiarsi, poi la mdp
allarga l'inquadratura e vediamo Blatta che ha il suo solito ghigno. Celia si rilassa e
si mette a ridere. Anche Acaro, che rientra nell'inquadratura, si rilassa e ride.
Jerry Blatta si volta e fissa Acaro, emettendo un sibilo, Acaro è perplesso, così come
lo è Celia. Blatta sta per alzare le braccia, come per attaccare Acaro. Nessuno ride.
C'è un momento di tensione, poi Celia fa una risatina guardando Blatta, che si
acquieta. Celia si alza, subito si alza anche Blatta, il suo ghigno si fa in qualche modo
desideroso.
Celia:
(stringendo la mano a Blatta) E' stato un piacere signor Blatta.
Jerry Blatta:
(eccitato) Basta con il blat-blat!
Celia ride ancora e poi lascia la presa, il ghigno di Blatta si trasforma in
un'espressione delusa.
Celia:
Ci si vede Acaro! Sta in guardia, ti prego!
Acaro:
Sono loro che devono stare in guardia da me!
Celia:
(a Blatta) Prenditi cura del mio amico, intesi? (gli strizza l'occhio)
Jerry Blatta:
(tornando a sorridere) Ci siamo capiti, dolcezza!
Celia si allontana, vediamo inquadrati da dietro Acaro e Blatta, quest'ultimo sta per
seguirla, ma Acaro lo trattiene per un braccio.
Acaro:
Amico, ho capito, tu vuoi un servizietto...!
Jerry Blatta:
Maschietti? Femminucce? Sveltine...
Acaro:
(ride) Tieni a bada il pistolino, uomo, che c'è meta Times Square a quest'ora della
notte che non aspetta altro che mettersi al lavoro per te! Però, amico, ascolta, tutte,
tutte tranne lei! Mi hai capito Jerry? Quella è una brava ragazza! Te ne procuro io
una perfetta per te (indica col dito Sylvie) quella è una bomba...mi capisci? Che ne
pensi di lei? Hubba hubba hubba?
Jerry Blatta:
(guardando Celia uscire dalla tavola calda) Hubba hubba hubba!
Acaro:
Mi ascolti Jerry? Tutte, tranne lei! Guarda lì, Sylvie...fidati!
Jerry Blatta:
(guardando Sylvie, assumendo un'espressione eccitata) Hubba hubba hubba!
Acaro:
Ora ci siamo amico, sta qua che ci pensa Acaro!
Soggettiva di Blatta che guarda Acaro parlare con Sylvie. Acaro indica l'amico alla
prostituta, che scuote la testa schifata. Blatta sventola le banconote. Acaro torna da
Blatta, un po' deluso.
Acaro:
Ok amico, calmati, forse è il caso che andiamo a farci una dormita...e domani ti porto
a fare una doccia...
Dissolvenza.
Lo schermo è avvolto dal vapore. Siamo in un bagno turco.
Jerry Blatta ha un'espressione beata, Acaro lo guarda sorridendo. Sono entrambi
nudi, con un asciugamano che copre le loro parti intime. Blatta si sta quasi per
addormentare, quando Acaro gli rivolge la parola.
Acaro:
Hey Jerry, forse ho una buona opportunità per te, se ti interessa...qualcosa che ci
potrebbe far tirar su un sacco di grana!
Jerry Blatta:
Opportunità?
Acaro:
Un lavoretto...
Jerry Blatta:
(sorpreso) Affari!?
Acaro:
Già, proprio così bello, affari! Roba grossa...ho un piano...ce l'ho tutto qua!
(si batte la testa, Blatta lo fissa confuso) Tu non devi far altro che fare quel che ti
dico io e lasciare che le cose facciano il loro corso! Che mi dici?
Jerry Blatta:
(divertito) Gli affari sono affari!
Acaro:
(esultante) Magnifico! La cosa funzionerà, vedrai! Ora facciamoci una
doccia...doccia? Mi sa che ne hai fatte poche negli ultimi tempi!
Jerry Blatta:
Doccia?
Acaro:
Bravo!
Lo schermo si riempie di vapore, poi cambia scena.
Blatta è sotto la doccia, appena Acaro apre l'acqua e questa scroscia su Jerry, lo
vediamo saltare via spaventato. Si sovrappone una scena con degli scarafaggi in
uno stagno che, appena inizia a piovere, corrono a ripararsi sotto delle frasche.
Acaro:
Troppo fredda? Prova così...
Blatta
vedendo
Acaro
a
suo
agio
sotto
la
doccia
dedice
di
provare,
tranquillizzandosi, inizia così a copiare i movimenti di Acaro, che si insapona.
Acaro:
L'importante, Jerry, è che lasci parlare sempre me...io li conosco quelli là fuori e so
cosa vogliono. Ma poi arriverà il momento in cui gli dovrai mostrare di che stoffa
sei. Lo capirai da te quando intervenire e allora, tesoro, ta-ra-ta-ta, farai il tuo
numero!
Jerry Blatta:
Il tuo numero...ta-ra-ta-ta
Acaro:
Già, come hai fatto da Roscoe!
Jerry Blatta:
Prenditi cura del mio amico, intesi?
Acaro:
Bravo! Siamo una squadra, vero Jerry?
Jerry Blatta:
Ci siamo capiti, dolcezza!
Acaro:
(ride) Mi fai morire con questo tuo “dolcezza”! Lo sai Jerry, sei forte!
Cambio scena, la canzone “See you later alligator” di Bill Haley in sottofondo.
Vediamo Jerry seduto dal barbiere, mentre gli viene tagliata la barba e accorciati i
capelli. Poi Jerry in un negozio di abiti da uomo, prova un completo marrone, Acaro
lo guarda soddisfatto e paga per lui. La musica sfuma.
Acaro e Jerry sono in un parco, seduti davanti ad una scacchiera. Jerry Blatta è ora
pulito, indossa però nuovamente i suoi occhiali da sole.
Acaro:
Sai giocare a scacchi, Jerry?
Jerry Blatta:
Scacchi?
Acaro:
Sì, è un gioco meraviglioso, te lo posso insegnare...è il gioco delle opportunità e dei
re...quel che diventeremo io e te, amico mio!
Jerry Blatta:
Le opportunità e i re...
Acaro:
Sì amico, ed è un gioco che ti insegna a usare bene la zucca! Dai, facciamoci una
partita!
La mdp inquadra gli scacchi. Acaro apre, Blatta copia le sue prime mosse.
Dissolvenza.
E' sera e Acaro e Blatta, vestiti di tutto punto, stanno andando verso la solita tavola
calda.
Acaro:
Amico sei uno schianto! Non so come sia da dove vieni tu, ma qui nella Square
troverai il paradiso...con Sylvie poi...!
Jerry Blatta:
Hubba hubba hubba?
Acaro scoppia a ridere, mentre entra nella tavola calda.
Dissolvenza.
Jerry Blatta e Sylvie, sono inquadrati da dietro, mano nella mano. Passeggiano
lungo il corridoio, si sente la risata civettuola della prostituta, vestita in modo
provocante. Blatta le annusa i capelli. Arrivati ad una porta Sylvie fa cenno a Jerry
di entrare, lui si pone due dita sulla testa, come fossero le sue antenne di
scarafaggio, lei ride.
Sylvie:
Sei proprio matto, sai!
I due entrano, la mdp li segue. Blatta annusa la ragazza e gioca con le antenne, lei
divertita lo imita, le dita si sfregano.
Jerry Blatta:
Dolcezza! Dolcezza!
Sylvie:
Ah ah, matto da legare!
Sylvie bacia Blatta, che inizialmente rimane immobile, poi prevale l'istinto
animalesco. Blatta stringe forte Sylvie, che è quasi spaventata, poi, la getta sul letto.
La mdp è sempre alle spalle di Blatta. Sylvie si spoglia e Jerry la imita. La mdp si
allontana lentamente, mentre sentiamo i due gemere. Dunque la mdp arriva alla
porta della stanza e segue la scena di sesso fra i due, con Jerry che doma l'impeto di
Sylvie, imponendosi. La scena prosegue per alcuni istanti, poi lo schermo si oscura,
mostrando un accoppiamento di scarafaggi, ma con le voci di Sylvie e Blatta in
sottofondo.
Dissolvenza.
Jerry Blatta è nel bagno della stanza. Si guarda allo specchio, sorride compiaciuto
mentre si lava la faccia. Qualcosa attrae la sua attenzione: uno scarafaggio nel
lavello. Blatta lo prende delicatamente e con un dito ne accarezza la pancia, poi lo
lascia andare.
Inizia a rivestirsi. La mdp lo segue mentre torna in camera. Sylvie giace sul letto,
sta fumando una sigaretta, anche lei soddisfatta e scompigliata.
Sylvie:
(con una punta di delusione nella voce) Già vestito?
Jerry Blatta:
Fila via bello!
Sylvie:
Così presto?
Jerry Blatta:
Basta blat blat
Sylvie:
Sai dove trovarmi!
Jerry Blatta:
Che fortuna.
Prima di andarsene prende due biglietti verdi dalla tasca e li lascia sul letto.
La mdp volta l'angolo con Jerry. Nel corridoio gli viene incontro Acaro. I due, ripresi
dalla mdp di spalle, cominciano a parlare, mentre percorrono prima il corridoio e
poi le scale.
Acaro:
Te la sei presa comoda, eh?
Jerry Blatta:
Sono un forestiero!
Acaro:
Bravo, bravo, ma ora ti ricordi che abbiamo un patto noi?
Jerry Blatta:
Basta con il blat blat.
Acaro:
(ride) Ti ricordi tutto quel che ti ho detto, su come devi giocartela?
Jerry Blatta:
Assolutamente! Gli affari sono affari!
Acaro:
Amico mio, tu impari in fretta! Sù, muoviamoci, dobbiamo prenderci la nostra fetta
di torta!
Jerry Blatta:
(sventolando le banconote) Questi?
Acaro:
Un mucchio! Ci siamo capiti, amico, io e te saremo soci, vero? Soci fino alla fine!
Jerry Blatta:
Ci siamo capiti, dolcezza.
Dissolvenza.
La mdp sta inquadrando da dietro la camminata di Acaro e Blatta. Sono sempre a
Manhattan, ma si stanno allontanando da Time Square in direzione nord, verso una
zona più buia. Svoltata una strada si vede l'insegna di un ristorante greco
“Acropolis”, da dentro esce una musica malinconica cantata in greco (“Ena Vrady
Pou 'Vrehe” di Nikos Gounaris).
Acaro fa cenno a Blatta di entrare per primo, lui gli viene dietro. Prima di entrare,
però, lo ferma per dirgli una cosa.
Acaro:
Questo è il covo del Nonos, il capo della gang dei greci e di quello stronzo di Johnny
Callas...vai avanti, poi farai il tuo ingresso in scena come l'altra volta, intesi?
Cambio scena. Vediamo l'interno di una tipica taverna greca, un po' di gente ai
tavoli, un bancone con un uomo con una tipica veste greca (Elias Koteas).
Sulla parete dietro di lui tre tendine: una che da alla cucina, una ai bagni e l'altra ad
una sala interna.
L'uomo al bancone riconosce Acaro e lo chiama. Acaro e Blatta si siedono sulle sedie
a ridosso del banco.
Uomo greco:
Acaro che cazzo fai qui? Smamma se non vuoi che serviamo le tue palle al posto dei
suvlaki!
Acaro:
Stavros, amico mio, anche per me è un piacere vederti! C'è Nemo da queste parti?
Stavros:
Non scherzo pezzo di merda. Johnny ha detto in giro che vuole darti una lezione
esemplare, vuole ficcarti una mano in gola e staccarti l'arhidis!
Acaro:
Ah (interdetto) beh, che cazzo voglia dire chi lo sa...ma che solo ci provi!
Stavros:
(stupito dalla reazione imprevista) Ma...Acaro, smamma, il Nonos non vuole casini
nel suo ristorante.
Acaro:
Bingo! Allora ho scelto un posto sicuro! Fammi parlare con Nemo, forza!
Stavros fa il giro dietro al bancone con gli occhi spiritati, raggiunge Acaro, ma prima
di potersi avvicinare Blatta si frappone.
Stavros:
(guardando Acaro da oltre le spalle di Blatta) Questo bellimbusto sorridente chi è?
Acaro:
Si chiama Blatta...
Jerry Blatta:
Jerry Blatta!
Stavros:
E sta con te?
Acaro:
Sì, è un mio caro amico...ora facci parlare con Nemo.
Stavros:
Lui non c'è per te...e ora smamma!
Acaro:
Ascoltami bene Stavros, io...noi (indica Blatta, che continua a sorridere in faccia a
Stavros) cerchiamo Nemo...e ora andiamo a dare un'occhiata dietro.
Stavros viene raggiunto da due camerieri, i tre bloccano l'accesso alla sala privata,
Acaro scuote la testa guardando Blatta. Jerry si avvicina minaccioso.
Stavros:
Non vogliamo casini o è peggio per tutti!
Acaro:
Il mio amico ha fretta di entrare, che si fa, una bella scenata?
Jerry Blatta si avvicina sempre più a Stavros, che ne è intimidito.
Stavros:
Pezzo di merda...ok, aspetta qui un momento.
Stavros entra nella saletta, dopo un attimo con lui esce un altro uomo, vestito
elegante e con una fedora in testa (Georges Carraface).
Acaro:
Nemo, che onore!
Nemo:
(sarcastico e irritato per l'interruzione) Come ti vanno le cose Mickey, ti sei messo
in ghingheri? Guarda che ho altri gusti. E questo tuo amico? Nuovo da queste parti?
Jerry Blatta:
Sono un forestiero...
Nemo:
Vi inviterei volentieri dietro a bere qualcosa, ma c'è una festa privata...Stavros,
prepara qualcosa da bere per i signori, così poi tornano a casa contenti della visita...
Acaro:
Ti devo parlare.
Nemo:
(sempre con tono mellifluo) Ma io non ho tempo da perdere!
Acaro:
Nemo, gira voce nello Square che stiate cercando reclute...
Nemo:
Gira voce...?
Acaro:
(prendendo la bibita offerta) Sì, così dicono...
Nemo:
E voi sareste le persone adatte?
Acaro:
Assolutamente sì Nemo! Potrai fidarti di me e Jerry...
Nemo:
Sarò sincero con te, Mickey, faccio degli stronzi che sono più grossi di te...
Acaro:
Vuol dire che ti nutri bene! Ma non lavoro da solo Nemo, c'è il mio amico Jerry...
Nemo:
(cambia tono, si fa aggressivo) Ah sì? E cos'ha fatto questo Jerry?
(verso Blatta, che lo guarda sorridendo) Dì un po' Jerry, sei un reduce di guerra?
Hai schiaffeggiato un reggimento di giapponesi? Oppure eri in Europa a spaccare il
culo ai nazisti?
(verso Acaro) Perché cazzo mi ride in faccia? Senti Acaro ho perso già troppo
tempo.
Acaro:
Ma noi...
Nemo:
(tornando gentile) Mickey, la polizia e quel fottuto Fallon, stano sguinzagliando in
strada infiltrati di ogni tipo per snidare la feccia. E tu, Mickey, sei decisamente la
peggior feccia che conosco. Perciò ora esci da quella porta e...oh...guarda chi è
arrivato...lo conosci, vero, Johnny Callas? (ride)
Acaro si volta, la mdp allarga l'inquadratura, nel locale è entrato Johnny Callas, che
guarda in direzione di Acaro e gli si avvicina a lunghi passi. Acaro è in mezzo a
Callas e Stavros, che ha ascoltato tutto il discorso di Nemo.
In sottofondo un'altra classica canzone greca (“Danza di Zorba – Sirtaki” di Mikis
Theodorakis).
Johnny Callas:
Piccolo parassita, è da un po' che ti cerco...
Acaro:
Johnny, amico mio! (allargando le braccia)
Johnny Callas:
Pezzo di merda, so che hai fottuto Roscoe e, invece di pagare me, paghi le troie al tuo
amico. Bastardo impotente. Voglio i miei trecento dollari!
Acaro:
Duecento...
Johnny Callas:
C'è una tassa per i ritardatari cazzi mosci come te.
Acaro:
(sorridendo) Mi spiace Johnny, ho speso tutto!
Johnny Callas:
Ci speravo! (si rimbocca le maniche)
Acaro:
Qui? Johnny, lo sai che il Nonos non vuole casini nel suo locale...
Johnny Callas:
Stavros alza la musica, devo sbrigarmela con questo qui...
Stavros alza la musica, mentre Nemo guarda la scena divertito.
Callas alza il pugno. La scena è accompagnata dalla musica greca, sempre più forte.
Inquadratura del primo piano di Acaro, in attesa di subire il pugno.
Primo piano del pugno di Callas che si sta caricando.
Poi il braccio di Callas viene preso da Blatta, che entra in scena. L'inquadratura è
ora su Blatta che ha fermato Callas. Blatta strattona forte il braccio a Callas che,
stupito e disperato, crolla a terra. Il sirtaki è a volume altissimo, e copra le urla di
Callas.
Acaro sorride compiaciuto. Nemo e Stavros non sanno cosa fare.
Nemo:
Oh mio Dio...
Jerry Blatta:
Prenditi cura del mio amico Acaro!
Blatta sorride e Acaro si mette a posto il vestito. Stavros a quel punto ha uno scatto
rabbioso e estrae la pistola, puntandola contro Blatta, che però, non avendone mai
vista una, con gran noncuranza gliela strappa di mano. Nemo e Stavros sono ora
agghiacciati. In quel momento, dalle tendine, spunta un vecchio (John Aniston), la
musica cessa di colpo.
Vecchio:
Che succede qui...perché è finita la musica?
(guardando Blatta, che ha la pistola in mano) Chi diavolo sei tu?
Jerry Blatta:
Abbiamo avuto delle lamentele per il cattivo odore. Scarica lo sciacquone e getta la
spazzatura, Cristo Santo!
Il vecchio si guarda intorno, cercando di farsi un'idea della situazione, poi si rivolge
a Johnny Callas, che sta singhiozzando.
Vecchio:
Avrei dovuto aspettarmelo che c'eri di mezzo tu Johnny, ogni volta un casino...ha
ragione lui, avrei dovuto scaricarti da tempo!
Johnny Callas:
Ma no...Nonos, signore...io...
Nonos:
Taci. E tu (a Blatta) vieni dentro con me, dobbiamo parlare.
Acaro:
Lui è con me signor Abagados...siamo soci. Micky Pimelia, ma mi chiamano Acaro, e
lui è il mio amico Jerry Blatta. Avrà già sentito parlare di noi, probabilmente. Noi,
ovviamente, abbiamo già sentito parlare di lei...e siamo felici, onorati di essere al
suo cospetto! Siamo pronti a fare qualunque cosa per lei...
Nonos:
Nemo...la musica
Nemo:
Si Nonos...(riaccende la musica)
Nonos:
Voi due, venite con me (scostando la tendina)
Cambio scena. In sottofondo la musica, già sentita, che fa da tema del film.
La mdp inquadra un tavolo in angolo, sotto una bandiera greca. Il Nonos siede spalle
al muro, al suo fianco uno sgherro armato. Di fronte sono seduti Blatta e Acaro. Si
vedono parlare. La scena si fa sfocata e ora vediamo sovrapporsi un'altra scena. In
questa vediamo Acaro contare banconote. Lentamente questa scena si sovrappone e
cancella quella con Acaro e Blatta con il Nunos. Vediamo Acaro e Blatta spartirsi
banconote derivanti dai traffici che ora gestiscono per conto della mala greca. Si
sovrappongono immagini di Blatta e Acaro che trattano con prostitute e
intimidiscono alcune persone.
Dissolvenza. La musica cessa.
Cambio di scena.
La mdp inquadra l'interno di un ristorante di lusso, in sottofondo musica jazz (“Jazz
in Paris” suonata dal Chet Baker Quartet).
A un tavolo scorgiamo Acaro e Celia. La mdp stringe su di loro. Entrambi vestono
elegantemente. Sul tavolo bottiglie di vino e nei piatti bistecche di manzo.
Acaro:
(toccando con il suo coltello la bistecca di Celia) Non è cotta abbastanza, vero?
Celia:
Mah, dai, lascia stare. Racconta com'è andata, piuttosto.
Acaro:
Sì, ti dicevo, il verme è stato sistemato. Quell'idiota pensava di poterci prendere per
il culo...ma avrà imparato la lezione!
Celia:
E Blatta? Gli ha fatto qualcosa?
Acaro:
Abbassa la voce...
Celia:
(a bassa voce) Scusa...ho sentito dire delle cose in giro sul tuo amico...
Acaro:
(a bassa voce) Ti prego di non fare in giro il suo nome, non è una cosa che gli va a
genio, soprattutto in posti come questo...
Celia:
(a bassa voce) Ma è vero che gli ha staccato un orecchio a morsi?
Acaro:
Non la mangi?
(indica la carne) La facciamo mettere sul fuoco altri due minuti.
Celia:
Ok, ok...ma finisci il racconto.
Acaro:
(schioccando le dita al cameriere) Hey!
Celia:
Uffa! (ridacchiando)
Cameriere:
Qualcosa che non va, signor Pimelia?
Acaro:
Guarda questa bistecca...(puntando col coltello la carne sul piatto di Celia)
Cameriere:
Mi dica signor Pimelia.
Acaro:
E non lo vedi da te? E' cruda...
Cameriere:
Provvediamo subito, le mie scuse signor Pimelia.
(a Celia) Le mie scuse signora, gliela riporto più cotta.
Acaro guarda soddisfatto Celia, sentendosi importante.
Acaro:
Hai sentito Celia? Ora siamo dei signori!
Celia:
Pensa un po'...finalmente promossa alla dirigenza! (ridendo)
Acaro:
Come dici?
Celia:
Niente Acaro...
Acaro:
Celia, lo sai, se ti serve qualcosa basta chiedermelo. (strizzandole l'occhio)
Celia:
Mi piace questa vita Acaro...!
Nel frattempo si sente del rumore in sala, la mdp inquadra Acaro e Celia che
guardano verso uno dei banconi, un uomo circondato dai fotografi e da belle
ragazze.
Celia:
Hey, ma quello non è Jimmy Durante?
Acaro:
Proprio il caro vecchio Jimmy...
Soggettiva di Celia; Acaro si alza, si fa largo fra la folla e lo vediamo stringere la
mano e scambiare due parole con l'attore. Poi indica Celia, e Jimmy le fa un cenno
galante.
L'inquadratura torna sul tavolo, con Celia che è arrossita e Acaro che torna a
sedere.
Acaro:
Dopo passa a bere qualcosa con noi...ma hai visto che naso?
Celia:
Acaro, non finisci più di stupirmi!
Acaro:
Alla salute! (brindando)
Celia:
A che brindiamo?
Acaro:
Al turno di giorno?
Celia:
Come lo sai?
Acaro:
Ho parlato io al tuo capo, Barney, una brava persona...con il vizietto del gioco...
Celia:
Dovevo immaginarlo che c'eravate dietro voi!
Acaro:
(deluso) Già...noi...
Il cameriere riporta la carne a Celia, Acaro gli fa cenno di andare via rapidamente.
Celia:
Ora dimmi un po' Acaro, come si fa a rompere le gambe a qualcuno?
Acaro:
Cosa?
Celia:
Sì, voglio dire...uno le spezza semplicemente, come dei legnetti (spezzando un pezzo
di sedano) oppure usate qualche attrezzo? Il tuo amico Jerry...lo chiamano spezza
gambe, vorrei capire come fa...
Acaro:
(infastidito) Bah...è solo un modo di dire, non vuol dire niente. Ti piacerebbe andare
all'opera?
Celia:
All'opera...non so...ma dimmi, lui le rompe le gambe? Lo ha mai fatto?
Acaro:
Sì all'opera, ormai siamo persone di un certo livello.
Celia:
L'ha fatto?
Acaro:
Forse un paio di volte...non so...
Celia:
(eccitata) Si sente il crack?
Acaro:
Oh, insomma, sono cose che non è bene che tu sappia! Danno uno spettacolo di
Tennessee Williams...magari quello ti può piacere?
Celia:
Perché pensi non mi piaccia l'opera?
Acaro:
Non lo so, ti porto a vedere tutte e due, ok?
Celia:
Sì ma perché lo chiamano spezza gambe se non le spezza? Voglio capire il vostro
gergo!
Acaro:
Perché ti interessi tanto al capo, ora?
Celia:
Ma dai, così, sono curiosa...
Acaro:
Te l'ho detto, è solo un modo di dire. Ci sono accordi da rispettare e noi li facciamo
rispettare. Ma ora basta. Opera o Tennessee Williams?
Celia:
Urlano quando si spezzano le gambe?
Acaro:
(seccato, abbassando lo sguardo verso il piatto) Anche all'opera urlano parecchio...
Celia:
Ma ci pensi che strada avete fatto...la prima volta che t'ho visto eri un pulcino
bagnato che chiedeva 59 centesimi in giro...e ora sei uno dei re dello Square!
Acaro:
Sì...eppure mi sembra che tutto sia sottosopra...sai Celia, non è così che mi
aspettavo che andasse, c'è qualcosa, qualcosa (si indica la gola) un groppo. Io non so
se è così che...mi sento in trappola, siamo in trappola.
Celia:
Io non sono in trappola!
Acaro:
Siamo tutti in trappola, lascia che ti spieghi...
Acaro viene interrotto, un uomo sulla cinquantina, grosso e sudato, piomba sul loro
tavolo, parlando affannato. (Dave Coulier)
Acaro:
Cooney, che diavolo...
Cooney:
Signor Pimelia, mi scusi, signora (rivolgendo a Celia uno sguardo distratto) mi
scusi, mi scusi tanto...
Acaro:
Prendi fiato Cooney, e dimmi...che vuoi? E chi ti ha fatto entrare (guardando male il
cameriere)
Cooney:
Mi scusi signor Pimelia (ansima e prende fiato) le posso parlare in privato?
Acaro:
Dimmi che vuoi Cooney...
Cooney:
Il pagamento...
Acaro:
Sei ancora in ritardo Cooney, di due settimane...Altro vino Celia? (sorridendo)
Celia:
Sì caro...(divertita da Cooney, che li guarda come un cane bastonato)
Cooney:
Io...
Acaro:
Cameriere...?
Cameriere:
Signor Pimelia, ci sono problemi? Quest'uomo ci aveva detto di essere un suo
amico...
Acaro:
Nessun problema, a parte che è finito il vino.
Cameriere:
Arriva subito.
Cooney:
Signor Pimelia, c'è un problema, hanno rimandato di nuovo il rogito...ma se mi
concedete altre due settimane vi darò anche un extra...
Acaro:
(scuotendo la testa guarda Celia divertito, poi fissa Cooney) Tu hai una casa, vero?
Cooney:
Una casa sì...
Acaro:
E una famiglia...
Cooney:
Sì ho tre bambini, la prego signor Pimelia, mi venga incontro...
Acaro:
(alzandosi) Cooney stai disturbando la mia cena, vieni con me...
Acaro si allontana dal tavolo, a pochi passi da lì riprendono a parlare in piedi, la
mdp inquadra l'uno di fronte all'altro, con Celia che li guarda da lontano.
Acaro:
Dovremo parlarne col capo...
Cooney:
(terrorizzato) No, la prego, no...con lui...no.
Acaro:
Capisci, Cooney, se non paghi...noi cosa dovremmo fare?
Cooney:
La prego (a mani congiunte) signor Pimelia...pagherò tutto...
Acaro:
Fermo lì, mostra l'anello...(Cooney mostra la mano a Acaro) Bello...d'oro...quanto
vale?
Cooney:
Non lo so...era di mio nonno. Ha un valore sentimentale...
Acaro:
Quanto ci devi?
Cooney:
Due e cinquanta...
Acaro:
Mi voglio sedere.
I due tornano al tavolo. Celia osserva Cooney, che suda. Acaro gli fa cenno di dargli
l'anello.
Cooney:
Ma...per me è un ricordo...
Acaro:
Vuoi tenerci buoni, o no?
Cooney:
Sì signor Pimelia...ho capito.
Cooney cerca di togliere l'anello, ma non ci riesce. La scena è grottesca, Acaro e
Celia fissano Cooney divertito, poi Celia gli passa il burro per aiutarlo a togliere
l'anello. Finalmente, unto il dito con il burro, ci riesce e lo da a Acaro.
Acaro:
Bravo Cooney, ora lasciaci finire di cenare in pace. E vedi di non tardare più con i
pagamenti. Va' va'...
Cooney:
Signor Pimelia. (con un goffo inchino) Signora .(altro inchino)
Celia e Acaro ridono del poveretto dopo che gli ha voltato le spalle.
Dissolvenza.
Siamo in una stanza di un albergo di lusso. E' sera. Viene inquadrato il letto sfatto,
segno di una notte di sesso. Qualcuno bussa alla porta. La mdp scende sotto il letto.
Blatta si sta svegliando (non ha perso l'abitudine di dormire sotto il letto!). Si
ricompone, chiude la vestaglia e va ad aprire. Entra un cameriere con un carrello
con sopra due cupole d'argento. Blatta gli da una banconota e il cameriere va via.
Blatta si siede sul letto e solleva le cupole, cominciando a mangiare con avidità dei
gamberi, di cui ingoia anche il guscio, e delle costolette d'agnello, che spolpa fino
all'osso.
Cambio scena. La mdp è nella stanza, il cameriere ritira il pasto di Blatta. La porta
del bagno spalancata, si vede il vapore e si sentono gli scrosci nella doccia. Blatta
esce dal bagno in accappatoio e occhiali da sole, entrano Acaro ed un altro uomo.
Blatta si accomoda su una poltrona. L'uomo comincia a impomatarlo, per poi
tagliargli la barba. Acaro, in piedi, prende a parlare.
Acaro:
Le ragazze sono tutte fuori, Jerry, tutte tranne...Sylvie...dice che sta male, che non
riesce a camminare e cazzate varie. Non so che le sia preso, non è più quella di una
volta. Io...io credo che prenda qualcosa, anche se non capisco chi gliela venda. Lo
sanno tutti che non possono dare merda alle nostre ragazze...
Blatta fa cenno con la mano ad Acaro di continuare.
Acaro:
Il pizzo è arrivato puntuale come ogni settimana. Niente di che preoccuparsi,
soprattutto dopo quello che hai fatto a Paddy e a sua moglie (Acaro ha
un'espressione un po' infastidita). Come s'è sparsa la voce i ritardatari han pagato di
corsa...caduti come birilli! Comunque, sempre che ti interessi, Paddy ha ripreso a
camminare. Le riscossioni di oggi sono state tutte rispettate, solo Sparky è in
ritardo, allora sono andato dalla madre, fa da garante. Secondo me quella vecchia
ha i milioni nel materasso! Invece Ted, senti un po', sono usciti i suoi numeri alla
nostra bisca e sono andato a riscuotere al posto suo. Siamo in pari.
Jerry Blatta:
Fa un po' vedere.
Acaro:
Certo, Jerry, ecco qui
Acaro consegna una cartella a Blatta, la mdp inquadra lo scambio, si nota l'anello di
Cooney al dito di Acaro. La mdp torna ad inquadrare la stanza, con Acaro in piedi e
Blatta seduto, il barbiere ha finito il suo lavoro e gli spolvera il vestito.
Acaro:
Ho separato con una graffetta la parte per il Nonos. Ah...Jerry, il Nonos vuole
vederci tutti, stasera, a mezzanotte. Nemo vuole essere certo che non faremo tardi.
Jerry Blatta:
Blat blat...
Acaro:
E' tutto, credo...beh Jerry, buona serata, ci vediamo stasera all'Acropolis, a
mezzanotte!
Jerry Blatta:
E Cooney?
Acaro, che si stava sistemando per andare via si blocca. I due si guardano, c'è un
momento di tensione. Acaro ha un'esitazione, Blatta inclina la testa e lo fissa.
Acaro:
Non te l'ho detto? Cooney aveva già saldato settimana scorsa...
Jerry Blatta:
Io i soldi non li ho visti...
Acaro:
Ha saldato con un baratto. Ci ha dato questo (Acaro mostra l'anello).
L'ho detratto dalla mia parte, per questo non hai visto i soldi. (silenzio)
Però...Jerry, se non ti sta bene e lo vuoi tu, nessun problema, te lo regalo!
Acaro si sfila l'anello e lo lancia a Blatta. Jerry lo esamina e lo morde.
Jerry Blatta:
Una bomba! Tienilo pure. Ma ci deve ancora qualcosa Cooney?
Acaro:
Finirà di pagare a breve, capo...(fissando l'anello, che la mdp inquadra mostrandoci
il segno lasciato dai denti di Blatta) Ci ha promesso un extra.
Jerry Blatta:
Ci siamo capiti, dolcezza.
Acaro si volta per andarsene, ma Blatta lo richiama.
Jerry Blatta:
(con uno scacco in mano) Ti va una partita?
In sottofondo musica, che sale lievemente di volume.
La mdp inquadra i due, seduti uno di fronte all'altro, mentre giocano. La partita
viene mostrata con più dissolvenze, e a più riprese vengono inquadrati i due
giocatori, in primo piano. Si vede come un'inversione, quello dei due forte e sicuro
stavolta è Acaro, mentre Blatta è esitante.
La musica rimane in sottofondo, a un volume più basso.
Jerry Blatta:
(compiaciuto) Scacco!
Acaro:
Bella mossa...ma un'altra volta Acaro ha una sorpresa per te. (muovendo)
Jerry Blatta:
No...(deluso)
Acaro:
Scacco matto!
Jerry Blatta:
Matto...
Acaro:
Bella partita capo, stai migliorando!
Jerry Blatta:
Matto...
Acaro:
Mi fa piacere che apprezzi questo gioco...è il gioco delle opportunità, no? Un gioco
che ti spinge a guardare avanti...hey, non ti incupire, ancora qualche partita e mi
avrai in pugno!
Acaro si alza per andare via, mentre apre la porta Jerry risponde:
Jerry Blatta:
Ti ho già in pugno.
Acaro:
(sottovoce) Forse, ma ne dubito
Dissolvenza.
La musica sfuma.
L'inquadratura è ora della hall dell'albergo che ospita Blatta, vediamo il personale
che lo riverisce mentre lui si avvicina al banco.
Receptionist:
Buona sera mister Blatta. Questa è la sua corrispondenza
Jerry Blatta:
Molto bene.
Receptionist:
La sua macchina è qui fuori che la aspetta.
Jerry Blatta ringrazia con la mano e, con la sua solita andatura esce dall'albergo,
dove è atteso dal suo autista (Sasha Mitchell), un uomo ben piazzato con la guancia
solcata da una grossa cicatrice. L'autista apre la porta di una Lincoln color marrone
scuro.
Autista:
(con accento slavo) Buonasera signor Blatta.
Ora l'inquadratura è nell'auto.
Istvan:
Che programmi abbiamo per la notte, signor Blatta?
Jerry Blatta:
Affari.
Dissolvenza.
La mdp inquadra la strada. L'auto si ferma davanti ad un brutto edificio in mattoni
rossi, con l'insegna Hotel Murdock. Istvan apre la porta a Blatta, che scende ed
entra nell'hotel.
La mdp segue Blatta, che raggiunge la reception del brutto albergo, inquadrato da
dietro.
Jerry Blatta:
Stanza uno tre cinque.
Receptionist:
Subito...(si volta e gli da la chiave)
Blatta sale le scale rapidamente e senza bussare apre la porta della stanza.
L'inquadratura è ora di tutta la stanza, a letto, con una smorfia di dolore, c'è Sylvie.
Jerry Blatta:
Vestiti, usciamo.
Sylvie:
Non posso Jerry, sono malata, non vedi? Cristo santo!
Blatta si siede sul letto e le accarezza la faccia.
Jerry Blatta:
Non voglio vederti così...
Sylvie:
Anche a me manchi tanto Jerry. Non si riesce mai a stare assieme. Ti ricordi
quando mi portavi fuori? E quando ti ho insegnato a ballare al Latin Club? Bei
tempi, vero? (incupita) Lo so che sei incazzato con me, lo so che non ti porto più
incassi come prima, che non ho lavorato abbastanza ultimamente, lo so...ma sto
male. Anche le medicine che mi hai dato, Jerry, non bastano...voglio andarmene. Ho
una sorella a Pittsburgh, andrò da lei, per ricominciare.
Jerry Blatta:
Starai bene. Ti devi solo alzare, vestire e venire con me, ci facciamo un giro in auto.
Sylvie:
Non ce la faccio, no...non ce la faccio.
Blatta si alza in piedi e dalla tasca estrae un involucro di seta legato con un filo di
stoffa rosso, la getta sul letto di Sylvie.
La mdp inquadra da vicino l'involucro. Sulle lenzuola bianche il rosso risalta.
Jerry Blatta:
La medicina.
Sylvie:
Non so se è peggio la malattia o la cura...
Jerry Blatta:
Vestiti (si volta per uscire) ti aspetto fuori.
Sylvie fissa il sacchetto, lo soppesa indecisa, poi se lo stringe al petto.
Dissolvenza.
La mdp inquadra l'interno dell'auto. Istvan guida silenzioso. Dietro Blatta è seduto
con Sylvie, che indossa un abito vistoso. Jerry le accarezza un ginocchio e fuma una
sigaretta. Lei è pallida ma con un marcato rossetto rosso. L'auto si ferma e Blatta
abbassa il finestrino. La mdp inquadra una prostituta che si affaccia dal finestrino,
poi l'inquadratura si allarga a tutti e tre.
Prostituta:
Ciao Jerry...Hey, Sylvie! Allora ce l'hai fatta a muovere quel tuo culo flaccido!
Sylvie:
Ma vaffanculo! Torna a battere! Magari c'è ancora qualche marinaio in città che
non ti ha riempito la bocca.
Prostituta:
Io almeno un lavoro ce l'ho!
Jerry Blatta:
Basta con il blat-blat. Come vanno gli affari?
Prostituta:
A rilento Jerry, pare che in giro ci sia un convengo sulla Bibbia!
Jerry Blatta:
Fa vedere.
La prostituta estrae dal seno un po' di banconote, che Blatta annusa e poi si mette
nel taschino.
Prostituta:
Come mai la stronzetta si è guadagnata un passaggio in auto stasera?
Sylvie:
Perché Jerry si era stancato del tuo culo ciccione e aveva voglia di una dose di
classe!
Prostituta:
Di una dose di scolo, forse!
Blatta, senza troppa delicatezza, scosta la prostituta e alza il finestrino, facendo
segno a Istvan di ripartire.
C'è un momento di silenzio, la mdp inquadra in primo piano Blatta, che fuma
pensieroso. Poi la voce di Sylvie lo distoglie e l'inquadratura si allarga sui due.
Sylvie:
Ora me lo dici dove stiamo andando?
Jerry Blatta:
Ho qualcosa da farti vedere...
Sylvie:
(sorridendo) Un localino particolare? Qualche posto stravagante dove voi gangster
passate le serate?
Jerry Blatta:
Qualcosa del genere...
Sylvie:
Se sto con te qualsiasi posto sta bene...stupiscimi!
Jerry Blatta:
(con un ghigno) L'intenzione è quella...
La mdp inquadra dall'alto la Lincoln marrone guidata da Istvan, che si addentra in
una zona semi-abbandonata. L'inquadratura è ora su un capannone, con scritto
“macello” in inglese. La voce di Sylvie anticipa il cambio di inquadratura, che torna
sui due in auto.
Sylvie:
Che razza di posto è?
Jerry Blatta fuma silenzioso, mentre Sylvie si comincia a preoccupare.
Jerry Blatta:
Ok, Istvan, siamo arrivati.
La mdp inquadra la zona. Un capannone, un cane randagio che passa di lì e, poco
oltre, alcuni pontili sul fiume Hudson. La nebbia confonde le immagini.
Sylvie:
Perché mi hai portato qua Jerry?
Jerry Blatta:
Lo vedi il pontile giù in fondo?
Sylvie:
Che dici?
Jerry Blatta:
Adesso è tutto tuo.
Sylvie:
Va' al diavolo Blatta! Questo è un posto per fatti di crack, non per una come me...
Jerry Blatta:
Guardati, sei una drogata...questo è il posto per te.
Sylvie:
Ma sei stato tu a darmi quella roba, la medicina.
Jerry Blatta:
Stavi male, e avevi bisogno di lavorare, l'ho fatto per te. E adesso taci, anche i
fannulloni come te devono trovarsi un lavoro!
Sylvie:
(scoppiando a piangere) A me? A me che ti ho insegnato a ballare? Non te lo
ricordi? Jerry? Jerry?
Jerry Blatta:
Gli affari sono affari.
La mdp inquadra Jerry che si allontana, mentre Sylvie, alle sue spalle sullo sfondo,
scoppia in lacrime a ridosso del pontile.
Blatta raggiunge Istvan, la mdp inquadra l'autista serbo.
Istvan:
Dove andiamo ora?
Jerry Blatta:
All'Acropoli, pare che il Nonos mi voglia parlare.
(Istvan apre la porta a Blatta, che si ferma un attimo e riprende a parlare prima di
sedersi)
Ah, tu ripassa qui fra un paio d'ore e assicurati che Sylvie lavori.
Dissolvenza.
La
mdp
inquadra
una
chiesa,
avvolta
nella
nebbia.
La
scena
cambia
immediatamente e la mdp inquadra Acaro seduto in un confessionale.
Acaro:
Capisce, padre? Io sono un uomo in trappola. Non me ne sono reso conto, di aver
doppiato il capo del punto di non ritorno. No, lo, so, non è per niente edificante quel
che le sto raccontando. Spaccio, prostitute, alcol, pizzo...ma io vorrei chiudere con
tutto questo. Ma come posso fare? Io che sono stato la mente, ora sono solo il
cagnolino che scodinzola al padrone, a quell'uomo così...magnetico, misterioso. No,
padre, io sono in trappola. E non c'è via di fuga. A me sta bene di fare il cane, la forza
sovrasta sempre la testa, non potrò mai ribellarmi al capo. Ma non è così che volevo
che andassero le cose. Sono l'uomo chiave dopo l'uomo chiave, ok? Ma invece di
inebriarmi di potere vivo nella colpa...e poi, padre, c'è lei, la donna di cui vorrei
prendermi cura...e lei è in trappola con me.
Dissolvenza.
Cambio scena. La mdp inquadra l'interno della sala riservata dell “Acropolis”, in
sottofondo il tradizionale sirtaki.
C'è una tavolata disposta ad “U” con diversi sgherri seduti, alla testa della tavolata
un'altro tavolo. L'inquadratura si stringe su questo tavolo, dove sono seduti il Nonos,
Nemo e Acaro, un posto, fra il Nonos e Acaro, è vuoto; la mdp stringe su Nemo e il
Nonos. Il Nonos ha l'aria assonnata, come se si stesse per addormentare, Nemo è
irritato e picchietta una sigaretta sul tavolo.
Nemo:
Cazzo, lo sapeva che doveva venire?
Acaro:
Gliel'ho ricordato io stesso poche ore fa...
Nemo:
E allora cosa diavolo aspetta?
Acaro:
So che doveva sistemare una storia...
Nemo:
Che genere di storia?
Acaro:
Con una prostituta...
Voce fuori campo di Jerry Blatta:
Gli affari sono affari!
L'inquadratura si allarga, Blatta è arrivato, scortato da Istvan, e prende posto al
tavolo, sedendo al fianco del Nonos. Mentre si accomoda getta anche una mazzetta
al Nonos, che conta avidamente i soldi prima di passarli a Nemo, poi si schiarisce la
voce, la musica cessa, tutti si mettono a sedere. La mdp dunque fa un primo piano
del Nonos, che comincia a parlare.
Nonos:
Non perdiamoci in chiacchiere. (fa un cenno con la mano)
Ci stanno schiacciando, come un pomodoro maturo. Ogni singola gang di questa città
invidia quel che abbiamo fatto, e come cani affamati hanno messo il naso sullo
Square, la nostra bistecca. (fa una pausa e mangia un po' di pane greco che ha
davanti a sé, intingendolo in una salsina)
In questo mondo, imparate bene, se resti immobile è come se ti stessi disegnando dei
cerchi rossi sulla schiena. (mangia ancora un po' di pane, la sala mormora, prende
allora la parola Nemo, mentre l'inquadratura si allarga, inquadrando anche lui)
Nemo:
Dobbiamo allargarci! Ma in che direzione? A sud e a est ci sono gli italiani, a ovest
c'è la gang di Zwillman e a nord i negri di Livingstone. Per questo motivo, negli
ultimi mesi, abbiamo rimpolpato le nostre fila (con una mano fa un cenno verso
Blatta) sono entrati uomini validi e spregiudicati. E ci siamo costruiti un arsenale
bellico degno di un reggimento!
Nonos:
Ho trattato personalmente un accordo con Zwillman e con la famiglia Tartelli, che in
questo momento controlla la cupola di Littly Italy e Brooklyn.
Nemo:
L'accordo è stato siglato ieri. Da oggi, dunque, non si toccano gli italiani e gli ebrei.
C'è una tregua. Finché non ci saremo sbarazzati di Livingstone e dei suoi cani.
La sala mormora. Uno del gruppo interviene.
Sgherro:
Io non mi fido degli italiani e degli ebrei.
Nemo:
Non ci devi fare l'amore. Roosevelt ha vinto la guerra assieme a Stalin. Saremo
alleati finché non sarà finita la guerra, poi vedremo che fare di Berlino...
Nonos:
Per ora non prendete iniziative. Livingstone non deve sapere dell'accordo fino
all'ultimo, è il più grosso di tutti, e se ci prendesse uno per uno sarebbe difficile
fargli fronte.
Nemo:
(alzandosi) Tutto chiaro?
La mdp allarga l'inquadratura su tutto il locale, si alzano tutti, e tutti chiacchierano
concitati, c'è un gran rumore, la musica greca torna a suonare. Il Nonos è l'unico
ancora seduto, e termina la cena. Blatta si è alzato e parla con Istvan. Nemo invece
va' verso l'uscita, la mdp stringe su di lui che fa un lieve cenno di seguirlo a
qualcuno.
Dissolvenza.
La mdp inquadra la sala pubblica del locale. Acaro è seduto al bancone con altri due
della gang di Abagados. Stavros offre loro da bere. Stanno tutti ridendo, la musica
greca copre le loro parole. La mdp stringe su Acaro, che da' un'occhiata impaziente
all'orologio, poi da un sorso alla sua birra e si rivolge ai tre con lui.
Acaro:
Ragazzi, quando scappa scappa, scusatemi...
Stavros:
Birra bevuta non va trattenuta!
Acaro si alza, seguito dalla mdp, si volta a controllare i ragazzi, poi, anziché entrare
in bagno, torna nella sala privata dell'Acropolis, a farlo entrare è Nemo, che però
non lo segue.
La mdp inquadra la sala, che è buia, in un angolo c'è solo il Nonos, che gli fa cenno di
sedere. L'inquadratura è ora sui due, seduti al tavolino in angolo.
Nonos:
Come ti vanno le cose con quella ragazza, Mickey?
Acaro:
Bene, signor Abagados, con Celia le cose vanno bene.
Nonos:
L'ha capito che cosa provi?
Acaro:
Non lo so...(abbassando lo sguardo verso il tavolo)
Ma con tutto quello che spendo per lei...penso che il dubbio se lo sarà fatto.
Nonos:
Cosa aspetti a dirglielo?
Acaro rimane in silenzio, pensoso. Il Nonos, intanto, posa sul tavolo un limone.
Acaro lo guarda, curioso.
Nonos:
Lo sai cos'è?
Acaro:
Un limone...
Nonos:
Di che sa? Annusalo...
Acaro annusa il limone.
Acaro:
Di...limone?
Nonos:
(sorridendo) No, Mickey, no...annusa, chiudi gli occhi e annusa di nuovo.
Entrambi annusano il limone, a occhi chiusi.
Nonos:
Da bambino nel mio paese c'era una piantagione di limoni. Il proprietario ci pagava
per arrampicarci sui rami più alti e raccoglierli. Mi fa tornare bambino...
Acaro:
Viene dalla Grecia questo?
Nonos:
No, la Grecia è il mio passato (sospira). Questo limone viene dal futuro.
Acaro guarda il Nonos, non capisce cosa gli vuol dire.
Nonos:
Ho comprato una piantagione di limoni in California. Quando qui per me sarà finita
io voglio andare là. Sarà il mio buon ritiro.
Acaro:
Scommetto che è un bell'affare. Lasciare al sole il lavoro duro, e poi trasformare
limoni in banconote.
Nonos:
Hai detto bene. Il sorvegliante è del mio paese. I limoni li conosce bene...ma è un
farabutto e di lui non mi fido. Dormirei più tranquillo se avessi un uomo di fiducia in
California...
Il Nonos, inquadrato ora in primo piano, annusa il limone, poi fissa Acaro.
Nonos:
Mickey, tu sei uno che andrà lontano...
Acaro:
Quanto lontano?
Nonos:
Tremila chilometri a ovest, ragazzo mio. E (ammiccando) non penso che ci andrai
da solo.
La mdp inquadra Acaro che sorride, il Nonos riprende a parlare. Ora sono
inquadrati entrambi.
Nonos:
Questi sono tempi pericolosi, Mickey. I lupi ci girano intorno. E fiutano qualcosa. Lo
sai che cosa?
Acaro:
Limoni?
Nonos:
Tradimento. Io questo ho avuto nella mia vita. I due aromi più forti del mondo,
limoni appena colti...e tradimento. I lupi ci girano attorno. (l'inquadratura è ora un
primo piano del Nonos) E io ho bisogno che tu faccia una cosa per me. Una cosa di
massima importanza.
Dissolvenza.
La mdp inquadra da fuori la Lincoln marrone di Blatta. Poi la scena cambia. La mdp
inquadra in primo piano Istvan, dietro di lui, sfocato, Blatta. Istvan è nervoso. Viene
inquadrato il volante, su cui Istvan batte le dita annoiato.
Istvan:
Forse è uscito dal retro...
L'inquadratura cambia. L'auto è inquadrata da dietro, è parcheggiata nella via
dell'Acropolis.
Voce fuori campo di Jerry Blatta:
No.
L'inquadratura cambia ancora, ed è nuovamente all'interno dell'auto, con Istvan in
primo piano e Blatta seduto nel sedile dietro.
Istvan:
Vuole che vada dentro a controllare?
Jerry Blatta:
No.
Istvan spalanca la bocca, Blatta è impassibile. L'inquadratura cambia ancora.
La mdp inquadra dall'alto la strada, dall' “Acropolis” esce Acaro. La mdp zooma su
Acaro, che lancia in aria il limone, riprendendolo. Il suo volto è sconvolto.
La mdp inquadra di nuovo Istvan in primo piano e Blatta seduto dietro.
Jerry Blatta:
Cosa tiene in mano?
Istvan:
Sembrerebbe un limone...lo seguiamo?
Jerry Blatta:
(inquadrato in primo piano, con un sorriso in volto)
Cosa scegli Acaro?
Dissolvenza.
La mdp inquadra dall'alto la Lincoln marrone di Blatta lungo le strade di New York.
Voce fuori campo di Jerry Blatta:
Istvan, fermati da Kirschner.
Cambio scena.
La mdp inquadra la Lincoln, che è parcheggiata di fronte a un alimentari ebraico, si
legge, a fianco ad una stella di David, la scritta “KIRSCHNER DELICATESSEN –
APERTO TUTTA LA NOTTE”.
Voce fuori campo di Istvan:
Il solito?
VFC. Jerry Blatta:
Due.
VFC. Istvan:
Affamato, stasera?
VFC. Jerry Blatta:
Io ho sempre fame.
Istvan esce dall'auto ed entra nell'alimentari, poco dopo ne esce, con due sacchetti
oleosi in mano, su entrambi si distingue la stella di David.
Dissolvenza.
La mdp inquadra nuovamente l'interno dell'auto. Sui sedili posteriori Jerry Blatta è
in compagnia di una donna vestita come una segretaria, con i capelli raccolti e lo
sguardo furbo (Leelee Sobieski).
Ragazza:
Jerry, ho dovuto! Quel bastardo voleva andarsene senza pagarmi!
Jerry Blatta:
Jodie, non devi mai fare il mio nome. Mai.
Jodie:
(piagnucolando per finta) Mi è toccato farlo!
Jerry Blatta:
(divertito) Bugia!
Jodie:
La mamma m'ha insegnato a non dire le bugie! Puttana sì, bugiarda mai! (ride) Quel
che si dice in giro di Sylvie...è vero?
Jerry Blatta:
Non ti riguarda.
Jodie:
Va bene...va bene...ormai era una tossica, i pontili sono il posto giusto per lei! (ride)
Hey, ho fame e mi fan male i piedi, cos'hai lì (indicando i sacchetti).
Jerry Blatta:
Non è per te.
Jodie:
Dai Jerry, ho fame!
Jerry Blatta:
Devi fare un lavoretto per me, dolcezza.
Jodie:
Ma certo!
La ragazza si stringe su Jerry, cominciando a leccargli il collo e slacciandogli la
cintura.
Jerry Blatta:
No...non ora. Non questo...(la ragazza si ricompone, un po' stupita)
C'è un uomo, in un bar...Tu entra, corteggialo, vedrai, quello ci proverà subito. Tu
promettigli un regalino e portalo nel vicolo.
Jodie:
Hai cambiato gusti Jerry?
Jerry Blatta:
Vedi di fare come ti dico, e non fare mai più il mio nome, se non vuoi finire come
Sylvie.
Jodie:
(ride) La tossica dei pontili...ci siamo capiti, dolcezza! (gli da un bacio sulla
guancia)
Jerry Blatta:
Siamo arrivati. Vai.
La mdp inquadra un bar e Jodie che scende dall'auto, fino ad entrare.
Dissolvenza.
Cambio scena.
Siamo nel bagno di un bar. Jodie è inquadrata mentre un uomo (Pierfrancesco
Favino), dagli abiti vistosi, la palpa un po' ovunque.
Jodie:
Vacci piano, amore...
Uomo:
Dai pupa, non perdiamo tempo!
Jodie:
Non qui...
Uomo:
Dove vogliamo andare?
Jodie:
Vieni, dai...voglio un posto un po' più tranquillo!
La mdp segue Jodie, che prende per mano l'uomo e lo accompagna verso un'uscita
sul retro del bar. La porta conduce in un vicolo buio e poco illuminato.
I due sono nel vicolo. La mdp li inquadra da vicino. Lui le ha slacciato la camicia e
infila una mano, lei gli morde l'orecchio.
Uomo:
Sei una pupa calda, tu, non è vero?
Jodie:
Molto calda...
Lei gli slaccia i pantaloni, che lui abbassa in rapidità, mentre comincia a fare lo
stesso con lei una mano appare sulla sua spalla.
L'inquadratura cambia, l'uomo si volta, è faccia a faccia con Jerry Blatta.
Jodie:
Io andrei, non voglio sapere come andate avanti (ridendo).
Uomo:
Ma che cazzo...
Jerry Blatta:
Ciao, Rocco...
La mdp inquadra in primo piano Blatta, con gli occhiali da sole e uno sguardo
minaccioso. Poi torna ad inquadrare entrambi, nella luce fioca del vicolo. Rocco ha
le braghe calate ed è in impaccio.
Rocco:
Blatta? A cosa devo l'onore?
Jerry Blatta:
Grazie Jodie, aspettami in auto.
Rocco:
Blatta, che c'è? Era una delle tue pupe, vero? Guarda, ti spiego tutto...
Jerry Blatta:
Non devi spiegare nulla.
Rocco:
Te l'hanno detta, vero, la novità? Ora siamo amici!
(Rocco tenta di tirarsi su le braghe, ma la paura gli rende l'operazione difficile)
C'è un armistizio, sai? Fra noi, i tuoi e gli ebrei di Zwillman...
Jerry Blatta:
Me l'hanno detto...
Rocco:
Bene! E non è fantastico? Non ti va di brindare a questo nuovo inizio? No? Siamo
nello stesso esercito...sarà dura contro quegli stronzi di Harlem...ma vedrai,
brinderemo sui loro cadaveri! Eh? Jerry? Glielo friggiamo quel culo nero!
Jerry Blatta:
Giusto...
Rocco:
Magnifico! Soci?
La mdp stringe sulle mani dei due, che si stringono. Poi allarga, inquadrando
entrambi. Sul volto di Jerry si dipinge un ghigno, su quello di Rocco appare una
smorfia di dolore, vediamo la mano di Jerry stringere quella di Rocco. Jerry poi
torce il braccio a Rocco, costringendolo in ginocchio. Primo piano di Rocco, con un
urlo strozzato dell'italoamericano. L'inquadratura si allarga su entrambi. Jerry in
piedi, Rocco in ginocchio. Jerry molla la presa e comincia a strozzare Rocco, che
prova a opporre, inutilmente, resistenza, mentre soffoca paonazzo. La mdp
inquadra Blatta di spalle, mentre Rocco esala l'ultimo respiro.
Jerry Blatta si scuote di dosso la polvere e estrae dalla tasca il cibo ebreo comprato
da Istvan. L'inquadratura è ora sul cadavere di Rocco. Blatta prende una polpettina
di knish e la mette in bocca a Rocco, lasciando là il sacchetto.
Primo piano di Blatta.
Jerry Blatta:
Spiacente amico, gli affari sono affari.
Dissolvenza.
Viene inquadrato l'interno di un appartamento in pessime condizioni. La porta si
apre e vi entra Jerry Blatta, sorridente.
Blatta si siede a terra, la mdp stringe su di lui mentre estrae dalla tasca il secondo
sacchetto di cibo ebreo. Sbriciola quindi la polpettina di knish. Rapidamente
l'appartamento viene invaso dagli scarafaggi, mentre Blatta li accarezza e offre loro
il cibo, compiaciuto.
Voce fuori campo:
Buon Dio Blatta...sei un aberrante figlio di puttana! Sul serio, non negarlo!
Jerry Blatta:
(continuando a carezzare gli scarafaggi) Do da mangiare ai miei amici.
L'inquadratura cambia, vediamo Blatta seduto e, sulla porta, un uomo di colore che
veste abiti sgargianti da gangster, parla in modo svelto e con voce suadente (Snoop
Dogg).
Uomo:
Fai pure, Blatta...niente sorprese, vero?
Jerry Blatta:
Nessuna sorpresa, Cliff.
Cliff:
Che mi dici di Rocco Stanzi?
Jerry Blatta:
Dorme in un vicolo.
Cliff:
(ridendo) E loro daranno la colpa a quelli di Zwillman, come hai detto tu?
Jerry Blatta:
Come ho detto io.
Cliff:
Sta filando tutto liscio, fratello? No problem?
Jerry Blatta:
Niente che non possa gestire.
Cliff:
Tipo?
Jerry Blatta:
(alzandosi) Tipo niente che non possa gestire, non era chiaro?
Ora Blatta e Cliff sono faccia a faccia, la mdp stringe l'inquadratura.
Cliff:
Tu mi stai nascondendo qualcosa, scarafaggio! Dì un po', quell'Acaro, ci possiamo
fidare? Sarà uno dei nostri?
Jerry Blatta:
Lo sarà...in un modo o nell'altro.
Cliff:
(ride) Blatta, Jerry Blatta, sei fantastico! Tra un paio di settimane saremo io e te,
solo io e te in cima al mucchio!
Jerry Blatta:
E poi ce la vedremo fra noi. (sorride)
Cliff:
(sorride anche lui) E poi basta con le guerre, Jerry Blatta, figlio di puttana! Ci sarà
abbastanza da mangiare per tutti e due, lo so già, sono certo, che troveremo un
modo per accomodare le cose, Jerry!
Jerry Blatta:
Me ne hai portata altra?
Cliff:
Certo fratello!
Cliff estrae dal taschino una manciata di involucri di seta legati da un laccio rosso.
Cliff:
Rossa Rabbiosa, Jerry Blatta! Proprio come mi avevi chiesto! La migliore di tutta la
città! Fra poco la Grande Mela ne sarà invasa, tra non molto rifornirai ogni singolo
scarafaggio della città!
La mdp inquadra gli scarafaggi che, finito il banchetto, si ritirano, poi fa un primo
piano su Blatta.
Jerry Blatta:
Sarei proprio meschino, Livingstone, a dare un veleno del genere a uno scarafaggio.
Dissolvenza.
La mdp inquadra la Lincoln marrone parcheggiata davanti all'hotel di lusso che
ospita Blatta. Vediamo Istvan aprire la porta a Blatta, che scende. La mdp segue, di
spalle, la sua entrata nell'hotel. Blatta si ferma al banco della reception, il discorso
che segue vede Blatta di spalle.
Receptionist:
Salve signor Blatta, la sua ospite la sta attendendo in camera.
Jerry Blatta:
Molto bene.
Dissolvenza.
L'inquadratura è ora dentro a un bar.
Un uomo (Mark Ruffalo) richiama l'attenzione del barista dietro al bancone,
l'inquadratura stringe sui due.
Uomo:
Sparami un sorbetto, Herbert, un gin liscio...e, ben intesi, offre la casa!
Herbert:
E tu chi diavolo saresti per avere un drink omaggio?
L'uomo reagisce e di scatto afferra la cravatta del barista, strattonandolo e
facendogli sbattere la faccia sul bancone.
Uomo:
Ascolta bene, cazzone, ti stai rivolgendo al luogotenente Jack Fallon, chiaro?
Il barista, ripresosi, si affretta a preparare il drink a Fallon.
La mdp inquadra Fallon, compiaciuto. Cambio di inquadratura, vediamo Fallon
seduto sullo sgabello al banco, entra in scena Acaro, che siede sull'altro sgabello, poi
l'inquadratura cambia ancora, e vengono ripresi di fronte.
Acaro:
Sempre il solito, Fallon?
Fallon:
Mickey Pimelia! Cosa bolle in pentola?
Acaro:
Raccontamelo tu...
Fallon:
Per esempio mi è giunta voce di una riunione molto importante all'Acropolis...
Acaro:
Non ne so niente.
Herbert:
Il suo cocktail...e questo per il suo amico, spero sia cosa gradita. Offre la casa...
Fallon:
Bravo Herbert...Pimelia, lo so che c'eri!
Acaro:
Non c'ero.
Fallon:
Non fare il furbo con me Acaro! C'era anche Jerry Blatta, vero?
Acaro:
Chi?
Fallon:
Ascoltami bene, grossa testa di cazzo, è grazie a me che questo posto è sicuro e voi
trovate spazio per i vostri piccoli traffici di troie e bische, per cui mi siete tutti
debitori, anche gli stronzetti furbi come te...di che avete parlato?
Acaro:
Di moussaka.
Fallon:
Ah sì? Dai racconta...cosa avete deciso?
Acaro:
Il trucco è come salare la melanzana...pare che con il sale kosher venga più buona.
Fallon:
(scoppia a ridere) Il sale kosher? Mi fai ridere, Pimelia! Allora è una questione di
gastronomia che è costata cara a Rocco Stanzi?
Acaro:
(confuso) Dove stai andando a parare?
Fallon:
Non fare il furbo, Pimelia. Hanno trovato Rocco Stanzi morto, strozzato da una
polpetta di knish...
Acaro:
Che brutta morte...
Fallon:
Già...e così il vostro accordo va già a puttane, vero? Ma io vorrei che tu, stronzetto,
mi spiegassi che cazzo sta succedendo fra gli italiani e gli ebrei.
Dissolvenza.
La mdp inquadra dall'alto la via dov'è il ristorante “Acropolis”. Stringe su Acaro che
si sta dirigendo verso il locale greco, dietro di lui, in lontananza, si scorge Istvan.
Acaro si volta, Istvan si nasconde in un vicolo, poi Acaro entra all' “Acropolis”.
Cambio scena.
La mdp inquadra il tavolo del Nonos, dove Acaro siede di fronte a lui e Nemo.
Nemo:
Hai visto che merda? Ogni giorno gli italiani danno addosso a quelli di Zwillman,
Livingstone ci va a nozze e si allarga...ma il Nonos si sta facendo in quattro per
ripristinare la pace.
Acaro:
Qualcosa non quadra...
Nonos:
Nemo, lasciaci soli...
Nemo:
Con permesso...(si alza e va via)
Acaro:
Nonos, io ho controllato, sto controllando, ma ancora niente...
Nonos:
Insisti. Guarda che sta succedendo! C'è solo un uomo abbastanza forte, abbastanza
traditore, un uomo che non lascia che io lo fissi negli occhi.
Acaro:
Sì Nonos, ma gli è sempre stato fedele...
Nonos:
Perché porta occhiali scuri? Tu lo sai? E perché non vuole che io gli guardi
nell'anima. Ma quando gli stringo la mano...lo sento. La sua stretta...è fredda,
spietata, avverto qualcosa di oscuro e piccolo, come se avessi uno scarafaggio fra le
mani. Quello può essere un amico prezioso, ma anche un nemico mortale.
Acaro:
Continuerò a cercare...
Nonos:
Sono certo che qualcosa troverai, troverai la prova del suo tradimento. Solo così
potrò riunire le famiglie e ricominciare la guerra a Livingstone.
Acaro:
Io e Blatta siamo entrati insieme...che ne sarà di me?
Nonos:
Mickey...sai nuotare?
Acaro:
No...io...
Nonos:
La California è piena di spiagge...
Dissolvenza.
La mdp inquadra il pontile, avvolto nella nebbia. Acaro sbuca dalla nebbia e procede,
seguito dalla mdp raggiungendo Sylvie, che fuma, passeggiando su e giù.
Sylvie:
Acaro! Che ci fai qui? Vuoi divertirti con me?
Acaro:
Sylvie...quanto tempo...come stai?
Sylvie:
Giudica da te (con aria triste).
Acaro:
Mi spiace...
Sylvie:
Taglia corto, ti manda il capo? Gliene fotte ancora qualcosa di me?
Acaro:
Certo che gli importa...
Sylvie:
Dopo tutto quello che ho fatto per quello stronzo! Gli ho insegnato persino a ballare,
non sai che male i piedi, quante volte me li ha pestati...e guarda dove sono?
Acaro:
Lo so, me lo ricordo, pagavo io...
Sylvie:
Non dire stronzate Acaro! Con lui è sempre stato gratis...con lui era diverso...c'era
qualcosa di speciale! Poi mi sono ammalata e...
Acaro:
Piantala! Lo abbiamo capito tutti che ti drogavi!
Sylvie:
No, io...no...
Acaro:
Ma una cosa, invece, io non l'ho ancora capita...chi te la vendeva? Chi osava
rischiare con la pupa di Jerry Blatta?
Sylvie:
Ma di che stai parlando? Acaro?
Acaro:
Non farmi stufare Sylvie. Qui ho un biglietto per Pittsburgh. So che hai una sorella
là. Parla e potrai lasciare il pontile.
Sylvie:
(scoppiando in lacrime) Quello stronzo...mi diceva che era una medicina...
Acaro:
Ce l'hai qui?
Sylvie estrae dalla tasca il sacchetto con il fiocco rosso e la porge a Acaro.
Dissolvenza.
La mdp inquadra l'interno del bar dove Acaro e Fallon si erano incontrati. Fallon
siede al solito posto e Acaro gli si siede vicino.
Acaro:
Hai un minuto, luogotenente?
Fallon:
Secondo te, gran cazzone?
Acaro:
Secondo me ti sta per esplodere la testa.
Fallon:
Non mi provocare stronzo!
Acaro:
Ti faccio solo una domanda...
Fallon:
Ne ho piene le palle di domande, Acaro, voglio risposte!
Acaro non fa una piega e appoggia sul bancone, davanti a Fallon, il sacchetto che gli
ha dato Sylvie, la mdp inquadra il sacchetto col fiocco rosso in primo piano.
Voce fuori campo di Fallon:
Potrei accusarti per detenzione, come la mettiamo?
L'inquadratura torna su entrambi, Fallon si mette il sacchetto in tasca.
Acaro:
L'ho trovata addosso ad una delle nostre ragazze, sono certo che saprai dirmi cos'è.
Fallon:
Una delle vostre ragazze? Chi? Forse quella che ti scopi?
Acaro:
Fallon non dire cazzate, lei è fuori da tutto questo.
Fallon:
(ride) Sei innamorato?
Acaro:
Lascia stare Fallon, dimmi della roba...
Fallon:
Luogotenente Fallon, chiaro?
Acaro:
Chiaro, luogotenente...
Fallon:
La chiamano la Rossa Rabbiosa...quel laccetto rosso lo trovi ovunque ad Harlem, la
vendono i negri di Livingstone.
Acaro:
(sottovoce) Scacco matto...
Dissolvenza.
La mdp inquadra Acaro, con il limone in mano, mentre esce dal bar. Viene raggiunto
da Istvan, che gli indica l'auto. Acaro abbassa lo sguardo e lo segue.
L'inquadratura cambia. Seduto sui sedili posteriori c'è Blatta, che sorride. Acaro gli
siede accanto.
Acaro:
Quali nuove, capo?
Jerry Blatta:
La novità è Fallon.
Acaro:
Ah...ehm...sì, dovevo parlarci, dovevo chiedergli delle cose. Ma...dove stiamo
andando?
Blatta non risponde. Acaro è a disagio e prova a capire, guardando dal finestrino,
dove l'auto sia diretta, poi riprende a parlare, ripreso in primo piano.
Acaro:
Ero da lui per chiedergli una cosa che riguardava Sylvie...volevo capire chi fosse
così idiota da vendere la droga alle nostre ragazze.
(una pausa, la mdp inquadra Blatta, silenzioso, poi torna su Acaro)
Per questo ho parlato con Sylvie e poi con Fallon. Ho scoperto che la roba arriva da
nord, da Harlem, la vendono quelli di Livingstone.
(di nuovo viene inquadrato Blatta, silenzioso, e poi Acaro)
Quegli imbecilli fanno entrare la droga nel nostro territorio, vuoi sapere che ne
pensa il Nonos? (ancora uno scambio di inquadrature)
Jerry, dove mi stai portando?
Jerry Blatta:
(inquadrato in primo piano) E hai scoperto chi è l'imbecille?
La mdp ora inquadra i sedili posteriori, Blatta attende la risposta di Acaro, c'è un
momento di silenzio che sottolinea la tensione.
Acaro:
Certo...l'imbecille...sei tu.
Jerry Blatta:
L'hai detto a Fallon?
Acaro:
No.
Jerry Blatta:
Ma l'hai detto a Abagados.
Acaro:
Non serve che glielo dica. L'ha già fiutato che sei ammanicato con Livingstone. Vuole
solo che io glielo provi.
Jerry Blatta:
E lo puoi fare?
Acaro:
Sicuramente.
Jerry Blatta:
Lo farai?
Acaro:
E' finita per me, vero?
L'inquadratura è ora una soggettiva di Acaro, che fissa Blatta e, intanto, guarda
anche fuori dal finestrino dietro di lui, vedendo l'auto dirigersi verso la periferia.
L'inquadratura dunque torna sui due.
Acaro:
Perché ciò che abbiamo non ti basta? Non lo capisco, cazzo. Perché ti sei voluto
immischiare negli affari di Livingstone? Perché hai fatto quello scherzo a Rocco
Stanzi? Siamo partiti dal niente e ora siamo dei re...perché vuoi fottere il Nonos?
Jerry Blatta:
Non pensavo che saresti stato sincero. Mi hai stupito. Voi uomini mentite
sempre...mah...sarà per questo che mi batti sempre negli scacchi. Perché mi
sorprendi. Sarò anche io sincero.
(primo piano di Blatta) Ho fame!
L'inquadratura torna la precedente.
Acaro:
Come?
Jerry Blatta:
Ho fame in continuazione, non mi basta mai.
Acaro:
Non ti capisco, è veramente triste, non ti accontenti mai, bambinone? Dì un po',
visto che siamo in vena di sincerità, cos'è che davvero vuoi?
Jerry Blatta:
Io voglio tutto.
Dissolvenza.
La mdp inquadra un prato dal basso. Nel prato corrono due scarafaggi. La mdp li
segue fino ad incrociare delle scarpe. La mdp risale dalle scarpe verso il suo
proprietario, giungendo sino al volto di Blatta, coperto dai soliti occhiali da sole.
Jerry Blatta:
Eccoci qui.
La mdp allarga l'inquadratura. Blatta è nel prato assieme a Acaro, dietro di loro
delle casette di periferia.
Acaro:
Ok Jerry...ti prego solo di non farmi male...e di prenderti cura di Celia. Lasciala fuori
dalla...dalla tua fame.
Jerry Blatta:
Certo che lo farò.
Acaro:
Sei un amico.
Jerry Blatta:
Amico!
Acaro:
Figlio di puttana...tu ci pensi mai a quello che provano gli altri quando fai quello che
ti riesce così bene? Non immagini i loro pensieri? Le loro paure?
La mdp zooma su Blatta, che rimane sorpreso dall'obiezione di Acaro.
Jerry Blatta:
No.
L'inquadratura torna sui due.
Acaro:
Allora sei fortunato. Io ci penso, ci penso troppo. Per questo non ne posso più.
Jerry Blatta:
Non capisco. Io so cosa voglio e me lo prendo. Se anche qualcun altro vuole quello
che voglio io, prova a prendermelo. Il più forte vince.
Acaro:
No Jerry, non è così facile.
Jerry Blatta:
Lo è, Acaro, sei tu che la fai difficile. Il mondo è solo una questione di affari.
Acaro:
No capo, non è così. Forse ci sono cose che tu ti nascondi. Ma non è così facile. Io la
notte ho gli incubi per il male che facciamo in giro. Te lo giuro capo, sono questi
sentimenti che mi hanno spinto a fare quel che ho fatto...niente di personale. Stavo
solo cercando una via d'uscita.
Jerry Blatta:
Il limone...
Acaro:
Figlio di puttana! Come lo sai? Mi stavi spiando? Dove cazzo mi hai portato? Perché
siamo qui?
Jerry Blatta:
Perché è un posto speciale.
Acaro:
E levati quel sorriso. Vorrei vedere se davvero non proverai nulla quando mi farai
quello che stai per fare! Cosa pensi che proverai?
Jerry Blatta:
Fame.
Acaro:
Cazzo, allora è proprio una cosa seria, famelico figlio di puttana! Allora perché non
mi mangi invece di ammazzarmi?
Jerry Blatta:
Voglio mangiare tutta la città. Voglio mangiare il mondo.
Acaro:
Non mi ero reso conto di quanto fossi pazzo!
Jerry Blatta:
Ti svelo un segreto Acaro, io non sono umano.
Dissolvenza.
Acaro e Jerry Blatta sono ora all'interno di una casa. Un bel soggiorno ordinato.
Acaro è sconvolto, Blatta divertito. La mdp inquadra entrambi.
Jerry Blatta:
La casa di Cooney.
Acaro:
Cosa vuoi fare ora, Jerry?
Jerry Blatta:
Ora è casa tua, un regalo.
Acaro:
Come?
Jerry Blatta:
Hai capito. E' tua. Non è quello che vuoi?
Acaro:
Mi stai prendendo per il culo Jerry? Che cazzo hai in mente?
Jerry Blatta:
Non capisco il recinto, è come mettersi in gabbia da soli, ma se ti piace...
Acaro:
Che significa? Io stavo per venderti...perché dovresti fare questo per me?
Jerry Blatta:
(togliendosi per la prima volta gli occhiali, inquadrato in primo piano)
Quando ero piccolo sono stato abbandonato perché imparassi a cavarmela da solo.
Sono sopravvissuto, ma sempre grazie a me. Poi c'è stata la muta, mi sono sentito di
nuovo un neonato.
Acaro:
La muta? Che cazzo dici?
Jerry Blatta:
Tu mi hai trovato e mi hai vestito, lavato, insegnato a parlare la vostra lingua. Mi
hai portato da Abagados, mi hai fatto giocare a scacchi. Quello che sono (rimette gli
occhiali) lo devo a te.
Acaro:
Vuoi dire che prima non eri un gangster? Che cosa intendi dire quando parli della
muta?
Jerry Blatta:
Io non sono umano. Sono...ero uno scarafaggio.
Acaro:
Che cazzo dici?
Jerry Blatta:
Quello che conta è che io e te siamo fratelli. Io ne ho avuti migliaia di fratelli, ma non
ho mai preteso da loro lealtà. Bene. Ora la chiedo a te.
Acaro:
Che cazzo stai dicendo, brutto pazzoide? Che significa che hai avuto migliaia di
fratelli? Che cosa vuoi?
Jerry Blatta:
Significa che la casa è tua, che non ti mangerò, se tu mi sarai fedele. Ma ora abbiamo
ancora una visita da fare. Vieni con noi?
Dissolvenza.
Lo schermo è nero. In sovrimpressione corrono sullo schermo degli scarafaggi. Poi
lo schermo torna nero, finché la fiamma di un fiammifero non lo illumina.
Acaro:
(inquadrato con il cerino in mano) Dove siamo, Jerry?
Si accende una luce. Siamo all'interno di un grande capannone. La mdp inquadra
dall'alto Blatta, Istvan e Acaro. Davanti a loro decine di tavoli pieni di armi e
munizioni.
Acaro:
Cazzo...di chi è tutto questo? Dell'esercito?
Jerry Blatta:
Del Nonos.
Acaro:
Cristo...la roba che stava radunando? E tu hai le chiavi?
Jerry Blatta:
Noi abbiamo le chiavi.
Acaro:
Con tutta questa roba può saltare in aria tutto lo Stato!
Jerry Blatta:
Quello che sto progettando.
Acaro:
Vuoi far scoppiare l'apocalisse?
Jerry Blatta:
Il Nonos ha disposto i suoi pezzi. Io i miei. E' come negli scacchi. Facciamo fuori tutti
i pedoni, poi vediamo chi sopravvive.
Acaro:
Tu sei pazzo.
Jerry Blatta:
(in primo piano) Sono quello che tu hai fatto in modo che fossi.
Dissolvenza.
La mdp inquadra Acaro, nel suo completo verde. E' seduto a tavola con Celia, nel
solito locale. In sottofondo musica jazz (“I've got rhythm” di Charlie Parker).
Celia:
Allora, Acaro, qual è la sorpresa?
Acaro:
Sei mai stata nel West?
Celia:
Tipo dove? Nel far west? Con i cowboy? (ridacchiando)
Acaro:
No...tipo in California.
Celia:
Wow! Ovvio che no...
Acaro:
E ti andrebbe di andarci?
Celia:
In California? A vedere il Pacifico, Hollywood! Ma certo, chi non ci andrebbe Acaro!
Acaro:
Non per un viaggio...
Celia:
Che dici, Acaro?
Acaro:
Stasera, per piacere, chiamami Mickey. Ti spiace?
Celia:
Oh...scusa Mickey, non pensavo ti desse fastidio...
Acaro:
Non mi da fastidio...è solo che...le cose stanno cambiando. Ho avuto un'occasione
laggiù...e voglio approfittarne.
Celia:
(ridendo) Nel cinema?
Acaro:
Non scherzare Celia, è una cosa seria. Possiamo finalmente chiudere con questa
vita...
Celia:
Hey, Mickey, che toni...pensavo ci saremmo divertiti stasera...e poi, non dovevi
farmi una sorpresa...
Acaro:
Sì Celia...infatti. Allora, che ne dici?
Celia:
Della California?
Acaro:
Sì...
Celia:
Mickey, dai, stiamo alla grande qui a New York, ci divertiamo un mondo...perché
dobbiamo rinunciare a tutto questo?
Acaro:
Potremmo trovare una bella casa, sul mare. Un posto tranquillo, dove crescere dei
bambini...
Celia:
Bambini?
Acaro:
Ascoltami Celia, io qui non ce la faccio più. Mi sento soffocare...
Celia:
Tu hai bisogno di una vacanza...
Acaro:
Non si tratta di questo. Io ho dei progetti...per me...per noi...
Celia:
Mickey?
Acaro:
C'è una cosa che mi preme chiederti...
Celia:
Che cosa...
L'inquadratura si allarga, la musica sale di volume. Acaro si alza in piedi, poi si
inginocchia davanti a Celia. Estrae un anello che porge a Celia. Non sentiamo le loro
parole, ma la mdp inquadra prima Acaro, speranzoso, poi Celia, prima sorpresa, poi
incredula.
Dissolvenza.
Vediamo una serie di scene sovrapporsi. In sottofondo la musica trainante del film.
Acaro che entra trafelato all' “Acropolis” e parla con Nemo.
Acaro mentre segue da lontano Celia lungo una strada del centro.
Acaro che incontra Fallon in una tavola calda, il luogotenente che inizialmente
sembra arrabbiarsi, poi ascolta confuso Acaro.
Acaro in un corridoio di un albero di lusso, lancia un limone contro la porta di una
stanza, poi si volta, il volto rigato da lacrime.
Dissolvenza.
La musica prosegue a volume più basso.
Acaro è al bar di fronte al barista di colore, visto a inizio film che ora lo ascolta
rapito.
Acaro:
E' questa è la storia di come Acaro sta per fottere la malavita newyorkese e il suo
capo, Jerry Blatta. Manca solo il gran finale. Poi prenderò un treno e me ne andrò
via, poco importa dove.
(alza il bicchiere) Alla salute!
Dissolvenza.
La mdp inquadra il sole che tramonta fra i palazzi di New York, la musica prosegue.
Cambio inquadratura. Una strada, auto che passano. Acaro cammina tenendosi
vicino ai muri. La mdp stringe su di lui. L'espressione del volto è chiaramente
sconvolta. La mdp stringe ancora di più e finisce per seguirlo mentre cammina,
inquadrandolo di spalle. Acaro si guarda spesso attorno, spaventato, infine svolta in
un vicolo. Prosegue con passo deciso, poi comincia a arrampicarsi su una scala antiincendio.
Cambio scena.
Acaro è sul tetto del palazzo. Il tramonto lascia spazio alle prime luci della sera.
Acaro è immobile, inquadrato di spalle.
Cambio scena.
Acaro è seduto su un comignolo. E' notte. A illuminare Acaro la luna piena.
L'immagine è statica per un momento, Acaro si staglia nel cerchio formato dalla
luna.
La mdp lo inquadra mentre guarda l'orologio, poi fa un primo piano.
La musica sfuma.
Acaro:
Ci siamo.
Acaro si alza in piedi e si sporge a guardare di sotto.
L'inquadratura è ora una soggettiva di Acaro.
Si vede una strada a fondo cieco. In fondo l'ingresso del magazzino.
La strada comincia a riempirsi di camion, che entrano nel viottolo che porta al
magazzino della banda di Abagados, il Nonos.
Da una porta esce Blatta che va incontro a Livingstone. I due si fermano a parlare,
Livingstone è festante e da sonore pacche sulla spalla a Blatta.
I camion occupano la strada e gli uomini di Livingstone cominciano a entrare nel
deposito.
Voce fuori campo di Acaro:
Ride bene chi ride ultimo, Jerry. Adesso tocca a me muovere...
In sottofondo parte una musica.
Appena la strada è rimasta sgombra spuntano fuori altri uomini, guidati da Stavros.
Voce fuori campi di Acaro:
Greci...italiani...ebrei...che bell'alleanza...
Gli uomini si fermano sbarrando ogni via d'uscita. Arriva anche il Nonos, che urla,
sovrastando la musica di sottofondo.
Nonos:
Blatta, figlio di puttana, sei lì dentro?
Jerry Blatta:
Ciao Nonos, che piacere...
Nonos:
Non mi sono mai fidato di te! Lo sapevo che te la facevi con Livingstone!
Jerry Blatta:
Umani, ah, voi e le vostre strane parole. Sei pronto a combattere?
Nonos:
No, ho già combattuto abbastanza in vita mia. Addio Blatta.
Sei fottuto.
Acaro fissa il Nonos che da un segnale a un uomo accanto a lui.
In quel momento un'esplosione avvolge il deposito.
Gli uomini di Livingstone escono dal deposito, fatto esplodere. Ad attenderli gli
uomini del Nonos, della cupola e di Zwillman. Lo scontro è impari.
Il Nonos si allontana soddisfatto.
Voce fuori campo di Acaro:
Perdonami Abagados...
D'un tratto oltre ai rumori degli spari sale il rumore delle sirene, anche il volume
della musica cresce. Fallon guida i suoi nel vicolo. Abagados viene arrestato, la
polizia ha gioco facile contro i gangster, stremati dall'esplosione e dalla seguente
lotta.
Voce fuori campo di Acaro:
Scacco matto!
L'inquadratura cambia, Acaro è in piedi, dietro di lui la luna piena, i palazzi
newyorkesi e colonne di fumo, rumori di spari e sirene della polizia.
La mdp inquadra Acaro avvicinarsi, poi esitare un attimo. La mdp lo inquadra
mentre si volta un'ultima volta a guardare la strada, stavolta da un'altra posizione,
in modo da vedere anche l'uscita posteriore del magazzino.
L'inquadratura cambia, è di nuovo una soggettiva di Acaro.
La porta del magazzino è chiusa, ma di colpo viene sfondata. Ne esce un uomo
avvolto dalle fiamme. La mdp zooma sulla torcia umana, che alza lo sguardo, getta
gli occhiali.
La musica è terminata.
E' Jerry Blatta.
Fine.
La sonata al chiaro di luna di Beethoven risuona sui titoli di coda del film.
JERRY BLATTA
Un film di David Cronenberg
con...
Jerry Blatta
Liev Schreiber
Acaro
Milo Ventimiglia
Celia
Olivia Wilde
Il Nonos
John Aniston
Sylvie
Lindsay Lohan
Jack Fallon
Mark Ruffalo
Istvan
Sasha Mitchell
Livingstone
Snoop Doggy Dogg
Stavros
Elias Koteas
Nemo
Georges Corraface
Jodie
Leelee Sobieski
Big Johnny Callas
Zachary Quinto
Rocco Stanzi
Pierfrancesco Favino
Roscoe
Mark Derwin
Cooney
Dave Coulier
Dall'opera originale “Lo strano caso dello scarafaggio che diventò
uomo” di Tyler Knox.
Questo film è fittizio e partecipa ad un gioco di cinema virtuale,
non si intende sfruttare in nessun modo l’immagine delle persone
citate.
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