Una Festa per Ogni Stagione - Sapori Palatesi

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Una Festa per Ogni Stagione - Sapori Palatesi
Un particolare della Processione di Sant’Antonio di Padova
Un momento della Trebbiatura
L
a nostra regione, ancora permeata dalla millenaria treadizione agricola, conserva ancora molto radicati riti e manifestazioni che
muovono le loro origini nei cicli lavorativi.
Questi cicli, quello lunare, quello delle stagioni,
quello del giorno e della notte, sono la misura dell’uomo, il modo in cui esso si relaziona e si orienta nella vita; la festa, invece, rappresenta il
momento straordinario in cui si ricostituisce il rapporto con dio e l’esistenza acquista una dimensione divina. Le feste così sono le grandi occasioni
per tornare alle radici, per riscoprire e rivivere
momenti che sembravano scomparsi. Anche qui a
Palata le feste costituiscono un momento speciale
in cui ritrovarsi e condividere antiche emozioni.
Il calendario delle festività si apre con la ricorrenza
del Sant’Antonio Abate (17 Gennaio), il santo
protettore dei maiali e di tutti gli animali, in Molise
il più apprezzato e rispettato. La festa consta di
una rappresentazione con figuranti che accompagnano il santo preceduto da animali domestici. La
personificazione prosegue per le strade del paese
dove vengono accesi falò e, tra cantate storiche e
scene rievocative della vita di S. Antonio, si rivive
lo spirito contadino ancora fortemente legato alla
tradizione. Questa rievocazione si riallaccia ai riti di
purificazione del male, celebrati in attesa del ritorno della stagione primaverile.
Il lunedì di Pentecoste a Palata si svolge una
solenne processione che dal Santuario di Santa
Giusta muove fino in paese. La statua della
madonna viene portata a Palata dove resterà fino
all’ultima domenica di giugno; in questa data
chiamata “Festa del Transito”, verrà poi ricondot-
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ta al Santuario e accompagnata da tutti i mezzi
motorizzati del paese. Che scenografia!
Un’altra importante festa è quella del 13 giugno in
cui si commemora la morte di Sant’Antonio da
Padova. Qui si svolge una suggestiva sfilata di carri
addobbati di fiori e altro, trainati dai buoi. Questa
tradizione secolare sancisce la devozione al santo
protettore degli animali, bestiame che veniva
impiegato nel lavoro dei campi. Il 13 giugno in passato segnava anche il ritorno definitivo delle greggi
dalla puglia, e questa data offriva a pastori, agricoltori e ad altri gruppi sociali, l’occasione per incontrarsi
e confrontare le proprie capacità ed esperienze.
In occasione della Madonna del Carmelo, il 16
luglio, c’è la festa del Grano, che cade alla fine
della mietitura: momento cardine è la sfilata dei
carri abbelliti con le spighe di grano. Si raccolgono
anche sacchi di grano depositati davanti alle abitazioni, che serviranno alla produzione delle ostie.
Altro appuntamento annuale è la
Rievocazione della Mietitura e
Trebbiatura, questa manifestazione fa
rivivere le atmosfere di un tempo, con le
sue fatiche, le sue gioie e i suoi sapori:
vengono rievocati i momenti della mietitura con canti, balli, cibo e buon vino; è
d’obbligo la visita alla mostra di macchine agricole d’epoca.
Il santo patrono si festeggia il 16 agosto:
S. Rocco. Di rilievo è l’imponente processione a cui partecipa tutta la cittadinanza. Qui le statue dei santi vengono
portate a spalla dai fedeli. Chiudono la
serata una grande festa e eccezionali
fuochi pirotecnici.
Madonna di S. Giusta, patrona
del transito.
“P
alata, paese dalle fertil terre e dagli abbondanti raccolti”. Lo stemma comunale
parla chiaro sul significato dell’effige con
due pali incrociati come una croce di S. Andrea.
In questa terra, fertile già dal medioevo, l’agricoltura rappresenta la maggiore attività economica; qui la conformazione orografica e l’ambiente
incontaminato favoriscono la produzione di colture naturalmente biologiche. Quelle cerealicole
(grano, orzo, avena) si alternano a quella del girasole e della barbabietola.
Le piantagioni di olivo sono abbondanti e punteggiano gran parte del territorio, mentre le produzioni di ortaggi e frutta sono quasi esclusivamente destinate ad uso familiare, come pure il
vino, di ottima qualità. Tra le cultivar, alcune
delle quali presenti nel territorio già dal periodo
romano, citiamo per diffusione la varietà Gentile
di Larino, il Leccino, la Cerasa di Montenero, e la
Corniola, che da un olio delicatissimo dal sapore
eccezionale.
Tutta questa varietà olivicola non può che garantire la produzione di un’ottimo olio extravergine
di oliva, che è possibile trovare nelle tante aziende agricole e nei frantoi. Come pure è possibile
comprare carne locale prodotta da allevamenti
palatesi, nonchè formaggi e mozzarelle acquistabili direttamente dal produttore. Tra i salumi spicca la ventricina, vera e propria chicca gastronomica, la cui bontà risiede nella sapiente preparazione con carne di maiale e peperoncino.
Nelle numerose aree boschive è possibile trovare
specie fungine di tutto rispetto tra cui il Porcinello
(Boleto pulverogentilis), la Lingua di Bue
(Hidnum Repandus), la Manicciola (Ramaria
Cinerea), il Galletto (Cantarellus cibarius), per
citarne alcuni.
Tutte queste produzioni agricole unite ai prodotti
dell’allevamento (maiale, agnello, pollo e vitello)
garantiscono un’ottima materia prima per la gastronomia palatese che è l’espressione della cultura agropastorale, le cui abitudini alimentari sono stratificate
nel tempo. Le paste, l’olio, il vino, i formaggi, i
salumi, portano con loro i profumi e i sapori di
questa terra.
I cavatelli rappresentano la “pasta della
festa”, perchè si accompagnano spesso alle
numerose festività tradizionali (S. Antonio
Abate, Carnevale). Vengono conditi in più
modi, dal sugo di carne di maiale ai vari tipi di verPane e dolci paesani
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dure. Il pane quotidiano dei vecchi era la “Pizza
de randinjie”, realizzata con farina di mais, verdure di campo, bollito di maiale, peperoncino,
acqua e sale. Tutt’oggi si può ancora consumare
nei locali del paese. Altro piatto tradizionale
sono le “Cotiche e fagioli”, un felice connubio
tra la carne di maiale allevata in casa ed i legumi.
Un piatto cardine della cucina molisana, molto
apprezzato dai palatesi, e non solo, è l’”Agnello
casce e ove”. Consumato prevalentemente nelle
feste pasquali, vede il felice abbinamento tra
l’agnello e le uova; molto prelibato (a buon
intenditor poche parole!).
Tra i dolci spiccano le “Picillate” (dolce ad anello) fatto con una base di uova, olio, zucchero;
seguono poi i “Taralli” fatti con uova, farina,
zucchero.
Tra i liquori, qui a Palata, troviamo il Punch, il
più caratteristico tra i liquori molisani, che viene
ancora prodotto come una volta. Dopo aver
lasciato nell’alcol per alcuni giorni bucce di mandarino e di arancia, l’infuso viene unito a uno sciroppo di zucchero e a zucchero caramellato.
L’Olio della nostra terra