Ecologia e ambienti della fascia collinare delle Marche

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Ecologia e ambienti della fascia collinare delle Marche
Ecologia e ambienti della
fascia collinare delle
Marche
un patrimonio da scoprire, ma soprattutto
una ricchezza, anche economica, da
conoscere, utilizzare, condividere e preservare
Fabio Taffetani
Università Politecnica delle Marche
[email protected]
www.museobotanico.univpm.it
Paesaggio agricolo e forestale delle Marche
Sistemi forestali di
discreta superficie
concentrati nei rilievi
appenninici
Linea di demarcazione tra la
zona collinare (ipersfruttata) e
quella montana (in lenta fase di
abbandono), soggette a due
opposte tendenze ma
accomunate dalle conseguenze
negative (anche se per motivi
completamente diversi) a carico
della biodiversità degli
agroecosistemi
Piante estinte o a rischio per ambienti
Colline
Campi e praterie collinari
Coste
Coste e ambienti salmastri
Fiumi
Fiumi e ambienti umidi
Arisarum vulgare L.
Lobularia maritima (L.) Desv.
Baldellia ranuncoloides (L.) Parl.
Bellevalia trifoliata (Ten.) Kunth
Malcolmia maritima (L.) R. Br.
Bidens aurea (Aiton) Sherff
Cardopatum corymbosum (L.) Pers.
Silene cretica L.
Myricaria germanica (L.) Desv.
Silene muscipula L.
Euphorbia palustris L.
Carex riparia Curtis
Asphodelus ramosus L. subsp. ramosus
Kochia arenaria (Maerklin) Roth
Cladium mariscus (L.) Pohl.
Adonis aestivalis L.
Limonium narbonense Mill.
Plantago altissima L.
Fumaria agraria Lag.
Vitex agnus-castus L.
Scleranthus perennis L. subsp. perennis
Glycyrrhiza glabra L.
Centaurea tommasinii A. Kerner
Carex vesicaria L.
Picnomon acarna (L.) Cass.
Evax pygmaea (L.) Brot. subsp. pygmaea
Illecebrum verticillatum L.
Silene bellidifolia Juss.
Limonium virgatum (Willd.) Fourr.
Linum maritimum L. subsp. maritimum
Crepis zacintha (L.) Babcock
Atriplex tatarica L.
Euphorbia hirsuta L.
Chamaemelum fuscatum (Brot.) Vasc.
Centaurium spicatum (L.) Fritsch
Iris pseudacorus L.
Geranium tuberosum L. subsp. tuberosum Andrachne telephioides L.
Puccinellia distans (L.) Parl. subsp. distans
Lavatera punctata All.
Carex extensa Good.
Ranunculus ophioglossifolius Vill
Lotus tetragonolobus L.
Erodium laciniatum (Cav.) Willd. subsp. lacin Isolepis cernua (Wahl) Roem. et Schult.
Malope malacoides L.
Hordeum marinum Hudson
Petasites albus (L.) Gaertn.
Malva nicaeensis All.
Euphorbia terracina L.
Cucubalus baccifer. L.
Melilotus elegans Ser.
Scabiosa argentea L.
Muscari botryoides (L.) Miller
Parentucellia viscosa (L.) Caruel
Plumbago europaea L.
Trisetum aureum Ten.
Turgenia latifolia (L.) Hoffm.
Fumaria officinalis L. subsp. wirtgenii (Kock) Arcangeli
Hyoscyamus niger L.
Lathyrus angulatus L.
Ziziphora capitata L.
5+22
6+12
3+14
Roccie
Ambienti aridi, rocce e garighe
Boschi
Boschi e arbusteti
Alta quota
Praterie montane e d'alta quota
Nepeta italica L.
Crucianella latifolia L.
Anemone narcissiflora L. subsp. narcissiflora
Juniperus sabina L.
Erica scoparia L. subsp. scoparia
Gentiana pumila Jacq.
Orobanche rapum-genistae Thuill. subsp. rapKnautia illyrica G. Beck
Pritzelago alpina (L.) O. Kuntze subsp. brevic
Potentilla argentea L.
Sambucus racemosa L.
Ranunculus alpestris L.
Adenocarpus complicatus (L.) Gay complicatPhysalis alkekengi L.
Saxifraga italica D. A. Webb
Daphne alpina L.
Aristolochia pallida Willd. subsp. pallida (WilBiscutella nicaeensis Jordan
Lappula squarrosa (Retz.) Dumort.
Astrantia major L. subsp. elatior (Friv.) K. Ma Rumex amplexicaulis Lapey.
Melica minuta L.
Peucedanum carvifolia Vill.
Rumex confertus Willd.
Myosotis stricta Roemer et Schultes
Piptatherum virescens (Trin.) Boiss.
Dianthus barbatus L. subsp. barbatus
Ononis alba L. subsp. alba
Gentiana campestris L. subsp. campestris
Ophrys bombyflora Link.
Gentiana anisodonta Borbàs
Chamaecytisus spinescens (C. Presl.) Rhotm.
Pedicularis verticillata L.
Ephedra nebrodensis Guss. subsp. nebrodensis
Ranunculus brevifolius Ten.
Erica multiflora L.
Ranunculus seguieri Vill. subsp. seguirei
Myrrhoides nodosa (L.) Cannon
Salix herbacea L.
Neatostema apulum (L.) I. M. Johnston
Festuca paniculata (L.) Schinz et Thell. subsp
Potentilla inclinata Vill.
Scorzonera humilis L.
Scutellaria alpina L.
2+15
1+8
0+18
Sulla base dell’Erbario e della Flora marchigiana di Paolucci (1891), nonostante
l’indagine sia assai incompleta rispetto alle conoscenze attuali, risulta comunque
assai lungo l’elenco delle specie scomparse (17) e di quelle a rischio (89).
Tra gli ambienti più colpiti risulta quello dei campi e delle praterie collinari
Erbe del paesaggio
agrario a rischio di
scomparsa
Terreni sabbiosi della costa
Liquirizia Glycirrhyza glabra
Giusquiamo Hyosciamus niger
Siepi e boschetti
Clematis viticella
Arisarum vulgare
Ambienti erbosi di margine
Euphorbia segetalis
Euphorbia exigua
Euphorbia lathyris
Ambienti erbosi di margine
Lathyrus angulatus
Assenzio Artemisia absinthium
Ambienti erbosi di margine
Erba vajola, succiamele Cerinthe major
Cerinthe minor
Terreni argillosi
Malope malacoides
Zafferanone Carthamus lanatus
Ambienti umidi
Altea Althea cannabina
Euphorbia plathyphyllos
Le commensali
delle coltivazioni
Le specie infestanti, meglio dette
“commensali”, delle coltivazioni sono
state ormai quasi completamente
eliminate dai campi in seguito all’uso
di diserbanti sempre più aggressivi e
a causa della ripetizione per diversi
anni successivi della stessa coltura
sul medesimo appezzamento
Solo nei campi delle aree alto
collinari e montane dove non
vengono utilizzati sistematicamente
diserbanti possono essere osservate
alcune specie commensali ormai
scomparse nel resto del territorio
L’erba perla Lithospermum officinale
Il fiordaliso Centaurea cyanus
Il gittaione Agrostemma gitago
Lo specchio di Venere
Legousia hybrida
Legousia speculum-veneris
L’adonide Adonis aestivalis
Pettine di Venere
Scandix pecten-veneris
Anchusa arvensis
Falsa camomilla
Anthemis cotula
Geofite
dei campi
Gladiolo
Gladiolus
italicum
Tulipani
Tulipa oculus-solis
Tulipa sylvestris
Pingiovo
Muscari
botryoides
Le querce del paesaggio marchigiano
Leccio
„
(in condizione tipica: Conero e costa
fermana e ascolana, gole calcaree; fuori delle zone
climatiche ottimali: gole calcaree e versanti con
affioramenti rocciosi appenninici)
„
Rovere (rara nel versante adriatico in quanto
predilige suoli acidi, più abbondanti nel versante
tirrenico dove abbondano terreni di origine vulcanica)
„
Farnia boschi delle pianure alluvionali, già
limitate come superfici nelle Marche e ormai da
tempo disboscati per l’agricoltura, rare piante isolate
„
Cerro è la specie dominante dei boschi collinari di
versante su terreni marnosomarnoso-arenacei, tra i quali la
Selva di Castelfidardo, la Selva di Gallignano e la
Selva dell’Abbadia di Fiastra, interessa anche le
zone alto collinari di tipo arenaceo come quella della
piccola catena delle Serre nel pesarese e quella ben
più estesa dei Monti della Laga, oltre ad una fascia
dell’Appennino calcareo nell’alta Valle del Chienti.
„
Roverella la più frequente, è diffusa su tutta la
fascia collinare, dove si trova prevalentemente
isolata nei campi e costituisce boschi misti con altre
caducifoglie alla base dell’Appennino sino a 88-900 m
di quota, preferibilmente su terreni marnosomarnoso-calcarei,
ove, nelle formazioni più aperte si sviluppano le
micorrize di tartufo nero pregiato e dello scorzone
Quercus ilex “Leccio”
Quercus ilex fiori maschili
Quercus ilex frutti
Leccete mediterranee
Monte Conero
Leccete appenniniche
Gola del Fiastrone
Quercus petraea “rovere”
Quercus robur
“farnia”
Querceti residui a dominanza di rovere e farnia
Piana di Gubbio
Populus
tremula
Malus florentina
Quercus cerris “cerro”
Cerrete appenniniche
Cerrete collinari
Serre di Cantiano
Selva di Montoro (Filottrano)
Quercus pubescens “roverella”
Quercus pubescens amenti maschili
Quercus pubescens frutti
Bosco aperto di roverella
Tartufo nero estivo
o Scorzone
Tuber estivum
Tartufo nero pregiato
Tuber melanosporum
Le querce di Paolo Spadoni
Quercus ilex
Leccio
Quercus suber
Sughera
Quercus coccifera
Quercia spinosa
Q. pseudo-suber
Cerro-sughero
Quercus esculus
Quercia piccola
Quercus robur
Rovere
Quercus picena
Cerqua castagnola
Quercus racemosa Farnia
Quercus pubescens Cerqua nera
Quercus apennina
Cerqua sempre verde
Quercus haliphaeos Cerro di Borgogna
Quercus cerris
Cerro
Quercus ebenoxylon Quercebano
Monumenti naturali
Longevità e durezza del legno rendono le querce particolarmente resistenti alle bizzarrie del clima,
ma sono soggette alle modificazioni fisiche e chimiche delle falde acquifere, all’inquinamento
dell’aria e alle lavorazioni del terreno, che indeboliscono la pianta e si manifestano con attacchi da
parte di funghi endofiti e larve di cerambicidi (oltre che con l’aggressione dell’edera!)
Conservazione
„
„
Il riconoscimento dello stretto rapporto tra querce e paesaggio
collinare ha consentito l’approvazione di una legge (LR n. 6 del 1973)
sulla tutela delle querce isolate o a piccoli gruppi, che con successive
integrazioni, è stata estesa a numerose specie forestali.
Si trattava di norme lungimiranti, quando sono state emanate, ma che
andrebbero oggi applicate in modo da permettere, anche con politiche
attive e di incentivazione, il recupero del ruolo di manutenzione del
territorio da parte dei proprietari e la conservazione degli habitat
Una immagine emblematica
Boschi residui
„
Importanti, anche se rari, nuclei boscati sono sopravvissuti al disboscamento nella fascia
collinare dominata dalle attività produttive agricole come la Selva di Gallignano in Provincia
di Ancona (che fa parte dell’Orto botanico dell’Università Politecnica delle Marche), la Selva
di Castelfidardo (AN), la Selva del Beato Sante (PU), la Selva dell’Abbadia di Fiastra (MC),
questi ultimi dopo un lungo periodo di abbandono, in un recente censimento, hanno mostrato
una sensibile e inesorabile diminuzione del numero di specie per rilievo, ben oltre il 50%, per
il periodo più lungo (30 anni)
Boschi residui
nel territorio tra Osimo e Filottrano
Localizzazione delle selve residue nel
territorio tra Osimo e Filottrano
Selva di S.
Paolina
Selve di Montepolesco
(o di Villa Spada)
Selva di Montoro
(o della Santa Casa)
Selva di
Centofinestre
Estensione attuale
Selva di S. Paolina
ha 10,7
Selva di Montepolesco
ha 31,7
Selva di Centofinestre
ha 12,9
Selva di Montoro
ha 27,2
Totale
ha 82,5
Selva di S. Paolina
Selva di Centofinestre
Selva di Montepolesco
Selva di Monitoro
Specie di elevato interesse biogeografico e naturalistico
Iris foetidissima (Giaggiolo
puzzolente); G rhiz, Eurimedit;
fioritura
primaverile;
nelle
Marche è poco diffusa, mentre la
troviamo spesso presente nella
Selva di S.Paolina; rara
Lysimachia nummularia (Mazza
d’oro minore); H scap, Europ.Cauc.;
nella Selva di Montoro in prossimità
dei bordi del laghetto
Hypericum androsaemum (Erba di S.Giovanni);
NP, W-Eurimedit.; fioritura fine primavera inizio
estate; individui isolati nella selva di Montoro
Colchicum lusitanum (Colchico
d’autunno); G bulb, W-Medit.Mont.; fioritura autunnale; diffusa
nella “Selvetta” di Montoro
Ulmus glabra (olmo di montagna); P scap, Europ.-Cauc.; in
Italia si riscontra sulle Alpi e sugli Appennini da 800 a 1600
metri, negli orizzonti delle latifoglie eliofile e sciafile;
presente nella Selva di Montoro.
Specie di elevato interesse biogeografico e naturalistico
Veronica montana (Veronica montana); H rept, Europ.; in
piccole e dense colonie in prossimità del laghetto nella
Selva di Montoro); rappresenta una delle rare stazioni per
la fascia collinare marchigiana insieme ad Arisarum
proboscideum e Carex olbiensis
Arisarum proboscideum (Arisaro
codato); G rhiz, Endem.; fioritura
primaverile;
in colonie nelle
cerrete della “Selvetta” e della
Selva di Montoro; rara
Carex olbiensis (Carice di Olbia); H caesp, WStenomedit.; rara, con una distribuzione assai localizzata
nelle Marche dove caratterizza gli ambienti boschivi relitti
collino-planiziari meglio conservati; presso i boschi di
cerro, della Selva di Montoro
Aristolochia rotunda (Aristolochia
rotonda); G bulb, Eurimedit;
fioritura primaverile; sporadica
negli orli di vegetazione della
“Selvetta” di Montoro
Veronica serpyllifolia (Veronica a foglie di Serpillo); H
rept, Eurasiat.; nella Selva di Montoro tra la vegetazione
igrofila sui bordi del laghetto piccolo e sul fondo di
alcuni fossi.
Selva di S. Paolina
Selva di S. Paolina
Struttura forestale eterogenea
Struttura
arborea
pluristratificata
disetanea in cui restano i segni del
governo a ceduo matricinato degli
anni passati (riconoscibili dalle
vecchie
ceppaie,
dai
polloni
invecchiati di carpino nero e dalle
matricine adulte di roverella e cerro)
Progressione verso un’eccessiva chiusura
e monotonizzazione degli habitat
forestali
Invecchiamento del bosco causa della
riduzione del numero di specie
presenti
Selva di Villa Spada
o di Montepolesco
Selva di Montepolesco
•
Si tratta di rilievi collinari nelle
cui parti sommitali sono presenti
ville di antica tradizione. Queste
sono circondate da parchi con
vegetazione ornamentale, che a
loro volta confinano con
porzioni abbastanza estese di
bosco naturale che è stato
mantenuto nei versanti più
acclivi e freschi
Selva di Centofinestre
Selva di Centofinestre
Nella selva di Centofinestre la situazione
gestionale attuale è quella di una fustaia di
roverella (accompagnata da cerro) con piante
giovani, segno di un ultimo intervento
abbastanza recente, insieme ad un ceduo
matricinato con matricine molto invecchiate
Selva di Montoro o
della Santa Casa
Selva di Montoro
Formazione disetanea, negli anni passati
sottoposta regolarmente a turni di taglio
Bosco a fustaia di cerro, sottoposto a ripulitura
e parzialmente aperto al pascolo brado
Lo strato arbustivo e lianoso risultano scarsi a
causa del passaggio e del pascolamento di
bovini e in conseguenza di operazioni di
“ripulitura” eseguite negli anni passati
Le entità nemorali di sottobosco mostrano uno
scarso grado di copertura, ma la compagine
floristica è risultata abbastanza varia e tra
le più ricche
Selvetta di
Campocavallo
Selva di Campocavallo
Si tratta di un querceto ad alto fusto
invecchiato. Presenta un certo grado di
rinnovamento, anche se la capacità di
affrancamento delle giovani plantule
risulta piuttosto scarsa; le chiome sono
chiuse nella parte aerea dominante;
inoltre si riscontra un’eccessiva
proliferazione di edera
I rilievi del sottobosco hanno comunque
evidenziato la presenza, pur in un’area
così circoscritta, di specie di elevato
interesse biogeografico e naturalistico per
la loro rarità nel territorio regionale, tra
cui Vinca minor (diffusa sottoforma di
estese colonie nel sottobosco), varie specie
di Carex ed Iris foetidissima.
Il bosco che ha conservato la maggiore biodiversità