Fattori di Rischio - FOR.PSI.COM. Uniba

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Fattori di Rischio - FOR.PSI.COM. Uniba
Fattori di Rischio e Fattori
Protettivi
Genitorialità,famiglia e psicopatologia
in un’ottica sistemica
Anno Accademico 2013-2014
Docente Prof. Pasquale Chianura
La prospettiva evolutiva del sintomo
Cosa vuol dire considerare il sintomo in una prospettiva
evolutiva?
Vuol dire valutare lo sviluppo del bambino come una serie
di organizzazioni e riorganizzazioni strutturali che
coinvolgono i sistemi biologici,psicologici e sociali.
Il percorso della crescita è caratterizzato cioè da una serie
di adattamenti che dipendono dal contesto di vita del
soggetto. Quando si parla di contesto si fa riferimento alla
qualità degli affetti,dell’attaccamento,della relazione con le
figure significative di riferimento.
Questo vuol dire considerare sempre l’interconnessione
tra genitorialità,personalità del bambino e risposte
sociali(Knauer,Espasa 2012)
In termini clinici si parla di fattori
(ambientali,psicologici,relazionali)che possono
promuovere nel tempo(effetto cumulativo)
l’eziopatogenesi dei disturbi o proteggere dall’insorgenza
della malattia
Fattori di rischio
Fattori protettivi
↓
↓
determinanti predittive
flessibilità ai cambiamenti
LIMITI E RISORSE
I fattori di rischio sono quelli che interferiscono con
l’adattamento e che aumentano le probabilità di comparsa della
psicopatologia;possono essere sia interni all’individuo che relativi
al contesto. In alcuni casi costituiscono una predisposizione
permanente allo sviluppo della psicopatologia(il concetto di
vulnerabilità)
I fattori di protezione invece inquadrano tutte le
caratteristiche del bambino,dei genitori e del contesto generale
che contrastano l’azione dei fattori di rischio consolidando
capacità di coping e resilience da parte del bambino
I Fattori di rischio
Qual è il rapporto tra sintomi del bambino e conflitti della
genitorialità?
Secondo Cramer e Palacio Espasa(1993) si può parlare di
conflitti della genitorialità di tipo nevrotico, depressivo e
dissociato. Queste classificazioni hanno a che fare con i
vissuti e le esperienze infantili dei genitori e permettono di
evidenziare la qualità dell’attaccamento genitoriale in
rapporto all’esigenze affettive del bambino. Dalla precarietà
o dalla distorsione dei modelli di interazione prendono
forma le relazioni disfunzionali,dalle entità più lievi a quelle
più gravi(le disarmonie evolutive)
Il genitore deposita nel bambino immagini
idealizzate,aspettative,frustrazioni,paure,privazioni che hanno
caratterizzato la sua infanzia e che non è stato in grado di
elaborare in età adulta.
Genitorialità vuol dire mettere a confronto le sicurezze,le
incertezze,le conquiste del passato(l’essere stato figlio)con i
compiti e i ruoli del presente(essere genitore e prendersi cura
dell’altro).Quando il genitore ha dei conti in sospeso con il
proprio passato,tenderà a mettere in atto dei meccanismi difensivi
nella relazione e il bambino diventerà più vulnerabile ai processi di
adattamento
→La vulnerabilità e la resistenza allo stress deriva dalle esperienze
precoci di relazione ‘con’ l’altro←
Conflittualità genitoriale di tipo nevrotico (la più frequente
e la più vicina alla norma)
Quando i genitori presentano tale tipologia di conflittualità
tendono a delegare al proprio bambino un’immagine
idealizzata: tale idealizzazione interferisce con le capacità
normative della genitorialità o funzione normativa(la
capacità di dare dei limiti )e il bambino tenderà ad adottare
sintomi funzionali e disturbi del comportamento.
Da un punto di vista terapeutico,tale situazione può essere
affrontata e risolta al’interno di percorsi psicoterapeutici
brevi genitore-bambino all’interno dei quali il genitore
prende consapevolezza della reale immagine del bambino
Conflittualità genitoriale di tipo depressivo
In questo tipo di conflittualità (più rilevante rispetto al
conflitto nevrotico) il vissuto genitoriale è caratterizzato da
importanti sensi di colpa. Questi genitori vedono il proprio
bambino come ‘il bambino difficile’ che essi stessi pensano di
essere stati per i propri genitori. Nelle modalità più gravi il
genitore porta dentro di sé una forte carica di aggressività e
rivendicazione che deposita nell’immagine del bambino
stesso.
Iperattivi o
ipomaniacali
all’inizio
del
percorso
evolutivo,questi bambini diventeranno sempre più tristi e
inibiti→la trasmissione transgenerazionale delle tendenze
depressive
Conflittualità genitoriale di tipo dissociato
I genitori proiettano sul bambino immagini molto
negative del proprio passato: si tratta di immagini
infantili o genitoriali pericolose e distruttive,cariche di
forte aggressività e profonda angoscia.
Ne derivano interazioni genitori-bambino gravemente
disturbate (stile di attaccamento disorganizzatodisorientato),assenza di scambi emotivi positivi e
incapacità di creare una sana regolazione degli impulsi.
Si parla in termini di ‘disarmonie evolutive’ che vanno da
un certo tipo di compromissione,i disturbi multisistemici
dello sviluppo,fino alle gravi compromissioni psicotiche
come lo spettro autistico
Queste dimensioni di conflittualità riguardano il mondo interno
delle rappresentazioni e la costruzione della relazione.
Quando si parla di conflittualità genitoriale non si fa riferimento
solo alla dimensione intrapsichica della relazione ma si
considera anche la dimensione interpersonale ovvero tutti quei
contesti e quelle situazioni in cui il conflitto nasce da fattori
sistemici.
Ad.esempio la separazione e il divorzio sono la conseguenza di
un tipo di conflittualità che si sviluppa a diversi livelli: a livello
coniugale,a livello genitoriale,a livello familiare(cioè del sistema
più ampio delle relazioni)
Il clima affettivo della coppia
L’insoddisfazione coniugale e il disaccordo sembrano essere fattori
negativi per la qualità dell’adattamento infantile. I bambini
provenienti da contesti disgregati e ostili mostrano una maggiore
angoscia e una maggiore reattività in risposta all’espressione della
rabbia degli adulti,se comparati con bambini appartenenti a
contesti meno conflittuali.
Un bambino piccolo può reagire ad un conflitto parentale acuto
producendo disturbi psicosomatici, disturbi della condotta,episodi
anoressici e stati depressivi.
In molti casi il bambino può essere coinvolto nella discordia come
ostaggio,testimone o confidente di uno dei genitori.
Può essere ‘sostituito’ ad uno dei genitori oppure può avere il
ruolo di confortare il genitore depresso(Marcelli,1999)
→attribuire al bambino un ruolo adultizzante
Gli Aspetti Sistemici della Famiglia: stili e configurazioni
Per comprendere meglio i fattori di rischio della psicopatologia
in età evolutiva è necessario conoscere l’organizzazione e la
struttura familiare ovvero quelle modalità di organizzazione dei
ruoli,delle gerarchie e dei confini che predispongono ad un
certo tipo di relazione tra i membri interni e configurano le
modalità di rapporto con l’esterno(con la società e gli altri
sistemi di appartenenza)
L’orientamento sistemico descrive la famiglia in termini di
processi,transazioni,livelli di coesione,pattern
funzionali/disfunzionali,benessere/malessere della relazione
Il cambiamento(le trasformazioni che ogni famiglia deve
affrontare a contatto con gli eventi) richiede nuovi equilibri
familiari:si parlerà di patologia quando la famiglia opporrà
resistenza alle normali fasi evolutive dei propri membri e
limiterà le opportunità di risoluzione dei conflitti( Salvador
Minuchin 1974)
I confini familiari
I confini della famiglia-le regole che definiscono chi ne fa parte e
in quale modo- hanno la funzione di differenziare il sistema.
Una famiglia che presenta confini chiari è una famiglia che
consente un interscambio continuo e flessibile tra autonomia e
interdipendenza.
A proposito di confini,parliamo di pattern familiari invischianti e
disimpegnati(invischiamento e disimpegno o alta e bassa
coesione)
L’invischiamento è caratterizzato da confini confusi,scarsa
differenziazione tra i membri e pressioni per un intenso
sentimento di appartenenza alla famiglia che ostacola l’autonomia
personale
All’estremo opposto c’è il disimpegno nel quale i confini
rigidi e la distanza bloccano la comunicazione,le relazioni
interpersonali e le funzioni di protezione reciproca
Gli estremi dell’invischiamento e del disimpegno
rappresentano i confini delle famiglie gravemente
disfunzionali( che generano dunque importanti alterazioni
nell’identità e nei comportamenti dei soggetti più
vulnerabili)
Invischiamento→ pattern di estrema appartenenza
Disimpegno→pattern di eccessiva distanza
Lo stile familiare
Lo stile si riferisce al grado della qualità centripeta o centrifuga
della famiglia.
Le famiglie centripete ricercano soddisfazione al loro interno,e
nutrono scarsa fiducia nel mondo esterno.
I membri della famiglia centripeta guardano alla famiglia come a
una fonte di piacere,gioia, e soddisfazione all’interno della famiglia
stessa.
Tendono a reprimere o negare i sentimenti ostili o negativi e ad
esaltare i sentimenti positivi di cura e attenzione reciproca. In tali
tipologie familiari si riscontrano frequentemente disturbi
interiorizzati,quali ansia e depressione.
La
famiglia
centrifuga
invece
cerca
conferme
all’esterno,oltre i confini familiari. I sentimenti presenti sono
negativi e di rabbia,incapacità di esprimere affetto
Le famiglie centrifughe tendono ad espellere i figli prima che
il processo di individuazione sia completo
Famiglie centripete→disturbi internalizzanti
(ansia,depressione)
Famiglie centrifughe→disturbi esternalizzanti
(disturbi del comportamento,personalità antisociali)
(Beavers,Hampson 1990)
Nei primi anni di matrimonio ed allevamento dei figli uno stile
centripeto è adattativo, poiché favorisce la cura dei figli piccoli.
Successivamente con l’adolescenza dei figli è adattativo uno stile
che diviene misto oppure centrifugo,tale da permettere ai figli di
andare verso il mondo esterno.
Successivamente con la famiglia matura lo stile è quello a tendenza
centrifuga, nella quale i genitori e i figli devono guardare all’esterno
La Competenza familiare
è la capacità della famiglia di adempiere ai compiti
indispensabili per la propria organizzazione e la gestione di
se stessa.
Alleanze deboli tre genitori o coalizioni tra genitori e figli e
tentativi disordinati e caotici di esercitare il potere sono
indicatori di un basso livello di competenza sistemica.
Le famiglie meno competenti presentano una ristretta
gamma di sentimenti(una gamma di sentimenti limitata) e
una concezione della vita più pessimistica
→fattori di instabilità e incoerenza che facilitano le
disfunzionalità relazionali←
Le categorie familiari secondo il Modello di Beavers
(1990)
∙ Famiglie ottimali e Famiglie adeguate
chiarezza confini, chiarezza
contestuale,reciprocità,intimità,autonomia,empatia
∙Famiglie intermedie
sforzo
continuo
dei
membri
di
controllarsi
reciprocamente
∙Famiglie borderline(centripete,centrifughe)
seria compromissione dei processi di individuazioneseparazione;rabbia,manovre manipolatorie,forte
ambivalenza e forte conflittualità
∙ Famiglie gravemente disfunzionali
confusioni molto gravi dei confini
interpersonali,funzionamento schizofrenico
Le famiglie intermedie costituiscono il gruppo familiare più
frequente,manifestano notevoli sofferenze e difficoltà di
funzionamento,i problemi relativi ai confini sono evidenti nello
sforzo continuo dei membri della famiglia di controllarsi
reciprocamente pensieri e sentimenti. Si riscontrano
frequentemente indizi nascosti oppure marcati di conflitti
edipici non risolti.
In queste famiglie si riperpetuano più marcatamente gli stereotipi
culturali. I membri riconoscono i sentimenti ambivalenti in se
stessi e negli altri, ma tali sentimenti vengono condannati e la
repressione è la modalità prevalente di gestire tali sentimenti.
I figli crescono con molti compiti evolutivi non del tutto risolti e
possono sviluppare nevrosi e disturbi comportamentali.
Le
Famiglie
borderline
centripete,
presentano
un’organizzazione sufficientemente buona, che consente loro di
tentare il controllo sul mondo esterno,oltre che all’interno della
famiglia.
L’ambivalenza è ammessa con grande riluttanza, i figli presentano
tratti di compulsività , i sintomi comprendono gravi stati ossessivocompulsivi,depressione,anoressia.
Le Famiglie borderline centrifughe sono inclini alla rabbia, la
condizione genitoriale è debole e frequentemente si verificano
litigi. Ogni membro si trova da solo a cercare di ottenere un
beneficio che si possa ottenere con manovre manipolative o con
ricerca di attenzioni.
L’ambivalenza è estremamente evidente, ma non viene
riconosciuta. Il desiderio di cure e attenzioni non è mai
soddisfatto e la spinta verso la depressione che risulta viene
mascherato dalla rabbia e dalla ribellione.
Le Famiglie gravemente disfunzionali si rivelano più
limitate nella negoziazione dei conflitti,nell’adattamento alle
richieste evolutive e nelle situazioni di crisi. I membri di
queste famiglie presentano le maggiori difficoltà nella
soluzione delle ambivalenze e nella definizione degli obiettivi.
La mancanza principale riscontrata è la coerenza
nell’interazione. La struttura di potere della famiglia è
difficile da definire, la comunicazione interna è
costantemente inefficace,confusioni molto gravi dei confini
interpersonali, tonalità emotiva diffusamente depressa
oppure cinica
La Psicopatologia genitoriale
Negli ultimi decenni l’impatto della psicopatologia genitoriale
sullo sviluppo del bambino è stato al centro dell’attenzione di
numerose ricerche scientifiche.
Le problematiche sviluppate dal bambino non dipendono solo
dalla specificità della diagnosi riguardante il genitore ma anche,e
soprattutto, dalla severità e dalla cronicità del disturbo. E’ il
fattore cronicità ad avere un impatto maggiore sul
bambino(Seifer,Dickstein,2000)
( Ricordando sempre che l’incidenza disfunzionale sul bambino è
data dall’insieme di fattori multipli di vulnerabilità)
Figli di genitori che soffrono di disturbi psicotici
I figli di genitori psicotici o schizofrenici vengono considerati
un gruppo a rischio psichiatrico certo.
Tanto più il bambino è piccolo tanto più gli effetti sullo
sviluppo risultano essere incisivi
→I bambini sono esposti alla discontinuità dell’immagine
genitoriale e ai mancati processi di identificazione
I disturbi psicotici possono manifestarsi in forme cliniche diverse:
dalla cronicità della schizofrenia al carattere acuto delle psicosi
più ‘reattive’ quali le forme schizoaffettive e schizofreniformi
Secondo alcuni studi il rapporto tra psicosi del genitore e rischio
di morbidità nel bambino si aggira intorno al 10% nel caso di un
genitore schizofrenico,al 30% se lo sono entrambi(Tienari,1985)
→condizioni importanti che determinano l’influsso psicotico sul
bambino:diagnosi genitoriale antecedente alla gravidanza,
cronicità ,inclusione del bambino nei deliri
n.b. quando il bambino è incluso nei deliri rischi importanti legati
all’aggressività materna
Interazioni madre-bambino caotiche
Il bambino mette in atto atteggiamenti di natura difensiva
(evitamento,ritiro),alterazione degli stati di
vigilanza(ipervigilanza,ipovigilanza),ipertonia motoria
→inversione delle funzioni adattative :il bambino dinanzi ai
comportamenti regressivi della madre si crea delle modalità
autonome della regolazione,l’interazione si adatta in
funzione dei bisogni materni non su quelli del
bambino(David,1987)
Nei bambini più grandi si manifestano difficoltà nel
mantenere l’attenzione e disturbi comportamentali
Figli di genitori che soffrono di disturbi dell’umore
Fattori familiari e fattori genetici
L’interazione con il bambino è fortemente influenzata
dalla
sintomatologia
depressiva:sentimenti
di
autosvalutazione,impotenza,scarsa
energia,basso
coinvolgimento o nei disturbi bipolari accessi di
collera,tendenze impulsive,angoscia
Forme insite prima della nascita del bambino o
depressione post-partum
↓
disforia,irritabilità,ansia
Prevalenza di stili di attaccamento insicuro
Il paradigma dell’interazione faccia a faccia e la regolazione delle
emozioni(Tronick,1978)
la madre assume dinanzi al bambino un volto completamente
inespressivo e senza sorrisi. Il bambino cerca di ripristinare la
normale interazione,sorridendo e facendo dei cenni alla madre.
Poiché la madre continua a non rispondere,il bambino ripete
una sequenza in cui guarda la madre in modo espressivo e poi
distoglie lo sguardo. Dopo numerose ripetizioni di questa
sequenza,volta a suscitare la risposta materna che non arriva,il
bambino si ritira,distogliendo lo sguardo dalla madre e
allontanandosi,spesso lasciandosi cadere e perdendo il tono
posturale
Queste mancate regolazioni hanno un valore predittivo
sulla qualità dell’attaccamento
→i figli di madri depresse già a sei mesi hanno aspettative
relazionali rigidamente strutturate,estendendo i modelli
di regolazione disturbata anche ai nuovi partner
dell’interazione
Importanza del ruolo della ∙figura paterna
(ruolo compensatore nelle dinamiche del sostegno)
Esiti evoluti avversi→sintomi e disturbi
depressivi,attaccamenti insicuri,disturbi del
comportamento(Dickstein 1998)
Figli di madri o genitori che soffrono di disturbi della personalità
Fattori genetici e fattori ambientali
↓
gli studi confermano la massima frequenza di disturbi
psicopatologici in famiglie affette da questa sindrome sopr. nella
sfera della depressione,nell’abuso di sostanze e nei disturbi
antisociali
Nel 39% dei casi di patologia borderline nel bambino,un
genitore presenta i criteri di patologia psichiatrica;nel 70% dei
casi vi è almeno una persona malata nella famiglia prossima,tra i
parenti di primo o secondo grado(Goldman,1993)
Gli studi attuali indicano per il disturbo di personalità
borderline un’origine molto
complessa:biogenetica,avvenimenti traumatici,disturbi della
genitorialità e contesto sociale
Investimento materno fortemente negativo:uno studio
ginevrino ha messo in evidenza che l’immagine e
l’investimento della maternità sono più positivi nelle madri
nevrotiche e in alcune madri psicotiche,piuttosto che nelle
madri borderline le quali vivono la maternità nella maniera in
assoluto più negativa(Righetti,Veltema 1986)
Caratteristiche del genitore borderline:imprevedibilità,tendenze
impulsive,depressive,atteggiamento autocentrato ed egocentrico
non responsabile dei bisogni dell’altro,vulnerabilità narcisistica con
tendenze paranoidi per cui si sente o invaso o abbandonato;senso
di vuoto cronico e persistente,uso di meccanismi difensivi proiettivi
per cui il bambino diventerà l’oggetto cattivo responsabile delle sue
difficoltà,profonda angoscia e assenza di empatia→sono le
dinamiche proiettive negative a determinare nel bambino la
disregolazione degli impulsi e la mancata modulazione degli affetti
La presenza di entrambi i genitori con disturbo borderline di
personalità aggrava i rischi per lo sviluppo del bambino
deprivandolo dell’azione compensatoria del genitore sano. La
coppia ‘borderline’ collude sempre in modo violento e rigido
Frequente compresenza di abuso nel bambino(fisico o sessuale)
sviluppo di ADHD e DC
I Fattori protettivi
La Resilienza
La resilienza è quella capacità o processo che permette
all’individuo di superare le difficoltà della vita
(la resistenza)
Ma anche la capacità di trasformare gli eventi di crisi in
opportunità di cambiamento
(la flessibilità)
RESILIENZA= RESISTENZA + FLESSIBILITA’
La capacità di resistere
Perchè alcune persone crollano sotto il peso degli stress
mentre altre sembrano attraversare indenni avverse
condizioni di vita ed eventi traumatici quali
malattie,abusi,incidenti d’auto,lutti o guerre?
La risposta di un soggetto a simili eventi è il risultato di
un’interazione dinamica tra fattori di rischio e fattori
protettivi
appartenenti
a
diversi
livelli:
biologico,psicologico,sociale,ambientale
La resilienza è quel fattore che permette di prevenire un
disturbo, di riparare gli aspetti disfunzionali quando una
patologia è in corso, di creare nuove risorse alternative ai
significati della malattia
Non è un fattore unidimensionale ma multidimensionale in
quanto attiva contemporaneamente strategie di coping,
autoefficacia e senso del Sé,apprendimento e relazione
dunque un fattore che coinvolge la totalità dell’individuo e
lo mette in comunicazione con gli altri
↓
è un fattore che fortifica la mente e il carattere del bambino
ed espone l’individuo alla comunicazione attiva,efficace
e positiva con gli altri
Evoluzione del concetto di Resilienza
Triplice natura del concetto di Resilienza
-come adattamento positivo nonostante l’esposizione ad
ambienti ad elevato rischio psico-sociale
-come funzionamento competente in presenza di forti
eventi stressanti(acuti o cronici)
-come processo di recupero da un trauma
Fattori protettivi in situazioni avverse
-Temperamento,coesione e supporto familiare(Weist et
all.1998)
-Supporto sociale (Garmezy,1993)
-Elevato QI (Garmezy,Masten e Tellegen 1984,Tiet et al.1998)
-Capacità di Problem Solving (Rutter 1987,Masten e Reed
2002)
- Buone capacità genitoriali a livello affettivo ed educativo
(Masten et all.1998)→genitori competenti e protettivi
- Presenza di relazioni profonde con le figure di
riferimento,stabilità della famiglia(Garmezy,Masten e
Telegen 1984,Masten et all.1998)
- “Locus of control” interno,abilità sociali(Luthar,1991)
-Positiva percezione del Sé (Masten e Reed 2002)
Froma Walsh, nota ricercatrice nel campo della Terapia
Familiare e autrice di numerosi studi sulla resilienza
familiare,utilizza una metafora calzante per descrivere gli
effetti della resilienza sulla vita degli individui:
↓
La resilienza permette di fare ‘un salto in avanti’ ovvero
accettare, reagire e riorganizzarsi in modo adattivo ed
evolutivo(Walsh,2008)
Le componenti evolutive della resilienza
∙ La resilienza non si forma una volta per tutte nel corso
delle primissime interazioni, ma è un processo dinamico
dunque un insieme di abilità e competenze che possono
essere conquistate nel corso del tempo e attraverso tutti i
generi di esperienza sia funzionale che disfunzionale (la
resilienza può emergere in qualsiasi momento della vita
Werner,Smith,1982)
resilienza e normalità
resilienza e psicopatologia
∙ è in grado di modificare la prognosi della malattia
(bloccando o rallentando gli esiti continuativi della malattia)
Perché è cosi importante il fattore resilienza nella
psicopatologia?
perché crea connessioni con i sistemi di appartenenza
↓
vs logica delle rotture e dei conflitti attribuibili ai
fattori di rischio
La resilienza familiare
insieme di strategie di coping e di processi di
adattamento che scaturiscono in seno alla famiglia intesa
come unità sistemica(Walsh,2008)
Un approccio basato sulla resilienza familiare offre una
cornice positiva e pragmatica che orienta gli interventi
verso un’azione di rinforzo della famiglia attraverso la
possibilità di risolvere le problematiche contingenti
↓
La resilienza prepara le famiglie ad affrontare possibili
avversità future non solo a convivere in maniera più
funzionale con le problematiche del presente
Quali sono gli elementi fondamentali della resilienza
familiare?
il sostegno, la reciprocità, la solidarietà,il
rispetto,l’accettazione,la condivisione,la fiducia,
l’empatia,la speranza,la tenacia,il coraggio,la
responsabilità
Come è possibile aiutare una famiglia a sviluppare
dinamiche di resilienza?
La psicoterapia aiuta a trovare un senso di coerenza dell’
esperienza cioè aiuta a ri-formulare le emergenze in termini
di comprensibilità e gestibilità, partendo dalle
caratteristiche degli individui e orientando il sistema (la
famiglia) verso relazioni più sane e costruttive
La psicoterapia promuove il benessere del sistema familiare:
lavorando su quelli che sono i fattori protettivi di una famiglia
è possibile conciliare gli aspetti della malattia con quelle aree
di funzionalità (le abilità,le potenzialità) in grado di favorire
processi di integrazione sia all’interno del nucleo d’origine sia
all’esterno nel contesto sociale→quello che in terapia viene
solitamente definito come intervento di depatologizzazione
(per contrastare lo stigma e le etichettature sociali)
L’incontro tra Famiglia,Psicopatologia , Psicoterapia è data
dalle opportunità che la relazione può dare
↓
fattori di rischio, vulnerabilità,stabilità e cambiamento
nell’ottica delle Risorse
Un esempio di intervento terapeutico che lavora sui fattori
protettivi e sui contesti del sintomo è l’approccio familiare
psicoeducazionale:
gli approcci psicoeducazionali sono stati sviluppati per
fornire informazioni,direttive e supporto sociale per
famiglie in trattamento per casi di schizofrenia.
Le difficoltà della quotidianeità familiare vengono
circoscritte e affrontate con tecniche di problem-solving
mirate, si rendono le persone più preparate e consapevoli
dinanzi alla cronicità della malattia
(=mobilitare le risorse familiari)
Gli interventi psicoeducativi familiari(soprattutto in
trattamento combinato con la terapia farmacologica) si sono
rivelati strategie efficaci nel prevenire le recidive e nel
migliorare il processo di recupero nella schizofrenia ma
anche nel trattamento dei disturbi bipolari, depressione
maggiore
e
altri
disturbi
psichici
gravi(Anderson,Reiss,Hogarty,1986;Mc Farlane,2002;
Goldstein,1997)
Gli interventi terapeutici che lavorano sui fattori protettivi
si basano sul concetto fondamentale dell’alleanza
terapeutica
↓
la famiglia diventa un alleato indispensabile della
cura e il terapeuta diviene un alleato indispensabile della
famiglia