Lettere Magiche... Magiche Lettere
Transcript
Lettere Magiche... Magiche Lettere
Lettere Magiche... Magiche Lettere Incontri di scrittura creativa dedicati al romanzo epistolare RACCOLTA ESERCIZI CORSISTI 2012 Peschiera Maggio 2012 Lo scorso anno il nostro “treno” ci ha portato a ricostruire ricordi legati al cibo, agli affetti, all'infanzia. E' stato facile emozionarci ed emozionare. Quest'anno il percorso è sembrato, in taluni casi, più faticoso: la lettera richiede tecnica e un notevole impegno per non cedere al consueto. Abbiamo dovuto affilare le armi per affrontare questa nuova e più complessa “prova”. Armi come i calambour – rileggendoli li ho trovati molto divertenti e originali - i racconti nati da incipit diversi, i sortilegi frutto di parole inventate, o le magie nate dai tautogrammi. Poi... la lettera. “Lettera a un italiano” come chiedeva quest'anno il concorso letterario “Il festival della lettera”. Un traguardo non facile che presuppone uno slancio creativo notevole e tecniche narrative adeguate. Infatti, anche grazie alla lettura di alcuni romanzi epistolari, abbiamo verificato come la lettera rappresenti un'ottima occasione di riflessione e di rielaborazione individuale, tappa obbligatoria per una scrittura consapevole e coinvolgente. Così il gruppo di Peschiera anche quest'anno ha sperimentato e trovato nuove possibili strade: come al solito siete state agguerrite e scrupolose, il massimo per un'insegnante! Paola Buonacasa Aurelia Andreis A conferma dell'intesa che si è creata nel gruppo di Peschiera, Aurelia ha voluto dedicare alle compagne un divertente e arguto abbecedario Baldanzose Creatrici Di Entusiastiche Fantasticherie Gioiose Ho Incontrato Leggiadre Malinconie Nostalgie Ombrose Poetici Quadretti Rivelatori Siamo Tutte Unite Variegati Zaffiri Finalmente mi svegliai per davvero, il sole mi bruciava le palpebre, le aprii con fatica. Vidi il cielo. Vidi che mi trovavo all’aperto. Ma il sonno appesantiva ancora i miei occhi. Partendo da questo incipit provate a costruire un testo di 5 righe (500 caratteri) e un testo di 10 righe (1000 caratteri). Racconto Finalmente mi svegliai per davvero, il sole mi bruciava le palpebre, le aprii con fatica. Vidi il cielo, vidi che mi trovavo all’aperto. Ma il sonno appesantiva ancora i miei occhi. Udivo solo un lontano canto di cicale che, anziché disturbare il silenzio, sembrava renderlo ancora più compatto. Le immagini dell’ultimo sogno si sfilacciavano, incapace di trattenerle, le andavo dimenticando perdendo con loro quella rara gioia che solo alcuni sogni perfetti regalano. Aprii gli occhi, abbagliata dal sole faticavo a mettere a fuoco il paesaggio, il mare una macchia blu screziata dal bianco delle onde, i fiori una confusa mescolanza arcobaleno. Stranamente nitida mi appariva la casa col suo bianco abbagliante, dove spiccava l’azzurro intenso delle imposte. Gli ultimi sprazzi di un sonno non cercato finalmente mi lasciarono, entrai quasi di corsa in casa, rifugio sicuro dove voci d’infantili litigi, di complici sussurrii, di tacite gelosie escono per me dai loro nascondigli segreti, si rincorrono, mi tendono trabocchetti di lacrime e sorrisi. Non mi lasciano mai sola. Lettera ad uno sconosciuto Caro sconosciuto, dopo tante lettere domani ci incontreremo. Improvvisamente la mia tranquillità è sparita. Paura, curiosità, dubbi, si accavallano, rendendo il mio viso una maschera mutevole. Ho deciso improvvisamente di darti una traccia su cui potrai immaginarmi. Fisicamente solo una cosa mi sembra rilevante: un sorriso certo non perfetto ma che si apre spontaneamente sorprendendo spesso anche me. Sono una buona amica perché so voler bene, sono pronta ad ascoltare, so perdonare un torto, ma non dimenticarlo. Se sbaglio mi scuso, ma con quanta fatica. Rileggo e penso: non la spedisco. Conoscersi è un gioco che farò con te usando carte ancora bianche. Esercizio Componi una o più frasi in cui siano presenti le due parole di una coppia con e senza l’apostrofo (tipo T’assista il Tassista) Nella fotografia color seppia l’ava di mia madre guardava stupita la lava rossa scendere dal vulcano. Nel bosco freddo e umido un lacero vagabondo trovò riparo tra le radici accoglienti dell’acero rosso d’autunno. L’ancia argentata del clarinetto brillava nella debole luce tra le mani del musicista come lancia agguerrita tra le mani del condottiero. L’abile maestra cercava, con ammirevole costanza, di far ripetere ai suoi alunni una piccola poesia, ma si scontrava con la loro labile memoria. Provate a scrivere tre brevi testi (non meno di 300 e non più di 500 caratteri spazi inclusi – massimo 5 righe) in cui: Nel primo si accenni a un segreto Nel secondo lo si sveli Nel terzo lo si tenga nascosto Il segreto La bambina nascosta tra i rami dell’albero osservava la vita monotona degli abitanti di quel piccolo paese. Improvvisamene si riscosse. Un uomo e una donna erano entrati in un giardino che la bambina sapeva abbandonato da anni. Al colmo dello stupore vide le due figure avvicinarsi abbracciandosi. Sconcertata, riconobbe chiaramente la figura femminile. Scese in fretta e sempre più agitata corse a casa. Aveva un segreto. La notte della bambina non fu tra quelle più tranquille, ancora non conosceva il peso di un segreto che non poteva condividere. Irrequieta si girava e rigirava, finchè la sorella con cui condivideva la stanza stanca di quel continuo disturbo le chiese cosa avesse. La bambina disse: Ti ho vista ieri abbracciata ad un ragazzo, ma ho mantenuto il segreto! La sorella si mise a ridere: Non c’è nessun segreto, mamma e papà lo conoscono e l’avrei già fatto conoscere anche a te, ma tu sei sempre in giro, a far cosa poi nessuno lo sa! La notte della bambina non fu tra quelle più tranquille. Da quando aveva iniziato a nascondersi nell’albero non aveva mai visto nulla che potesse sembrare anche lontanamente degno di essere conservato come un segreto. Per un attimo era stata tentata di rivelarlo a sua madre, ma era il suo primo segreto, lo voleva tenere stretto. La bambina non sapeva di aver fatto il primo passo per diventare grande. Che peccato. Calambour Il topolino guardò la topolina e disse: guarda che sorcio di paesaggio vediamo davanti a noi! Parole inventate Irricata seltamente. L’azzimo be bitto serlo, ma siti tutto è pulocissimo. La mia soltezia è alvaise puerissima. Ricossi ogni ierazio i tintoni, i crioli di tisa tarrita che intelvo. Serdido mi giunti. Che sciorita. Una puerissima serematica ci avicenna. Un crolocchio tendo, tendo Aurelia Tautogramma Salve Sandra, sei sempre in salute? Gli studi alla Sapienza scorrono con successo, le sedute scolastiche e i seminari sono da seguire con solerzia. Lo scopo sarebbe di superare le selezioni nella sessione del successivo semestre. Studio senza sosta e scarseggia il solito spettegolare settimanale con Susanna e Silvia. Sai sicuramente di Sergio, sempre stupidamente sospettoso, sono spesso scenate senza serio spunto. Spero la storia con Stefano sia senza screzi. Ti stringo con sincera simpatia. Aurelia Provate a trasformare questa lettera, che risulta abbastanza neutra, in una in cui si “percepisca” rabbia oppure allegria. Giorgia Carissima Ciao Giorgia, tutto bene? Da troppo tempo non mi faccio viva con te, e oggi mi son detta: perché non scriverti anche solo poche righe per raccontarti un po’ di questi ultimi mesi. Con l’Università fortunatamente è tutto ok. Certo sono sempre di corsa tra lezioni e seminari, pensa un po’ che mi sono messa in testa di finire tutti gli esami, e non sono pochi, nella sessione estiva. Dici che sono fuori di testa? Qualche volta lo penso anch’io. Una cosa però mi dispiace: vedo pochissimo le nostre amiche. Il fatto è che se ho appena un po’ di tempo esco con Carlo che è sempre più geloso, mi fa un sacco di scenate senza nessun motivo. Che ne dici? Gliene do uno? Sono sicura che la tua risposta sarà affermativa. Tra te e Stefano tutto per il meglio? Rispondimi presto. Un abbraccio. Tatiana Asmeret Carlucci Esercizio: Descrivi te stesso a uno sconosciuto (massimo 500 caratteri) Mi chiamo Tatiana, abito a Peschiera, dove convivo con Davide, il compagno della mia vita. Sono una receptionist, in una ditta metalmeccanica a Rodano, e mi piace molto il mio lavoro: mi occupo non solo della reception ma anche della posta e dell’archivio. Amo molto leggere romanzi di vari generi. Mi piace anche scrivere: mi sono dedicata alla narrativa, anche se i miei scritti sono per lo più da principiante. Inoltre mi piace viaggiare, scoprire posti nuovi vicini e lontani, soprattutto luoghi ricchi di storia e d’arte. Componi una o più frasi in cui siano presenti le due parole di una coppia con e senza l’apostrofo (tipo T’assista il Tassista) Sono andata a cercare l’oro con loro. Mi assale l’ira ripensando a come ho suonato male la lira in quell’importante esibizione. C’era, in quella scatola, una bambola di cera. Ho perso l’ago nel lago. Lavo questa pentola in rame che apparteneva all’avo Giovanni. Finalmente mi svegliai per davvero, il sole mi bruciava le palpebre, le aprii con fatica. Vidi il cielo. Vidi che mi trovavo all’aperto. Ma il sonno appesantiva ancora i miei occhi. Partendo da questo incipit provate a costruire un testo di 5 righe (500 caratteri) e un testo di 10 righe (1000 caratteri). Testo 500 caratteri Mi guardai intorno, ero in un bosco, sotto un albero, il sole passava attraverso le ampie fronde. Mi sembrava d’aver dormito un’eternità. Avrei voluto bere un buon caffè per svegliarmi. Sentii vicino un battito d’ali. Spalancai la bocca per la sorpresa: era piccola come una farfalla, ma aveva le sembianze di una fanciulla e mi guardava. <<Benvenuta nel regno di Miz! Hai dormito tre giorni e tre notti da quando sei arrivata. Il nostro sire ti aspetta per pranzo.>> Mi stropicciai gli occhi. No, non stavo più dormendo, ormai ero sveglia. Ma era tutto così incredibile! Testo 1000 caratteri Mi accorsi che ero ai piedi di un albero, davanti a me un ampio campo coltivato su una collina e stranamente nessuno intorno a me. Stropicciai le palpebre e pian piano mi misi seduto. Ero ancora intorpidito. Doveva essere mezzogiorno, talmente batteva il sole. Ma dove mi trovavo? Ricordavo solo che ero sbarcato a Genova, avevo dormito in quella locanda e poi del giorno dopo non ricordavo più nulla. Non avevo con me la mia sacca! Mi alzai, cercando di raggiungere l’abitazione che vedevo in lontananza. Scesi lungo la collina, camminai lungo un sentiero e giunsi davanti alla graziosa casetta, bussai e aprì un vecchietto che disse: <<Benvenuto buon uomo! Vi siete dunque svegliato!>> Rimasi ammutolito. Quell’uomo sapeva già di me? <<Vi ho trovato lì stamattina. Dormivate così beato. Ma entrate. Volete un po’ di pane e formaggio? >> <<Grazie, ho proprio fame. Io non so come sono capitato qui. Sono confuso. Sono sbarcato a Genova qualche giorno fa, da allora non ricordo più niente… Ora dove mi trovo?>> <<Siete a Triora, nell’entroterra.>> Provate a scrivere un “calambour” I prigionieri vennero rinchiusi nelle segrete ma era palese il motivo del loro arresto. Mangiare troppo non è salutare… Ciao! Lavatrice lanciata sul mercato: un morto e tre feriti. A Carnevale, lui: <<T’avevo detto di vestirti da panda>> e lei: <<Non ho trovato le portiere.>> Provate a scrivere tre brevi testi (non meno di 300 e non più di 500 caratteri spazi inclusi – massimo 5 righe) in cui: Nel primo si accenni a un segreto Nel secondo lo si sveli Nel terzo lo si tenga nascosto Care amiche del corso di cucina, erano buonissimi i biscotti al cocco che ci ha portato Sabrina la scorsa volta! Ognuna di voi sta migliorando decisamente. Durante la prossima lezione vi parlerò di un’importante novità: tenetevi pronte, si tratta di qualcosa di allettante che potrà mettervi alla prova. Non vi dico altro per ora, vi basti questo per stuzzicare la vostra curiosità. A presto Donatella Ciao a tutte! Stasera vi parlerò finalmente di quell’importante novità a cui ho accennato all’inizio della settimana. Vi propongo di partecipare a un concorso di cucina che si terrà a Como a marzo. Ognuna di voi preparerà un menù con le sue specialità e la giuria valuterà quelli di tutti i partecipanti. Potrebbe essere un’ottima opportunità per mettere a frutto le vostre crescenti capacità. Che ne dite, vi piace l’idea? Ciao a tutte! Stasera non vi parlerò ancora di quell’importante novità a cui ho accennato, perché mancano ancora alcuni dettagli tecnici. Vi sto tenendo in sospeso, così restate in fibrillazione per la sorpresa che ho in serbo per voi. Sono sicura che ne sarete entusiaste quando lo saprete. Presto vi svelerò di che cosa si tratta, quando tutto sarà ben definito. Ed ora, cominciamo la lezione! Provate a scrivere l’inizio (due/tre periodi) di una lettera scritta con parole inventate. Cara sorellina, come stai? Xondu uino che non ci piguiamo! C’è una tugra vabi: bim tre opifi melagio! Sono giolè giogetta! Io e Alan abbiamo pimato una bima qui bisnu: è una bima di due loni, con un bel caoluno. Ziunyu di trevolare te e la laba! Xonite fau tre londi nigia, vi ollino i tobi iroli e l’azasco. Cara sorellina, come stai? Quanto tempo che non ci sentiamo! C’è una grossa novità: fra tre mesi mi sposo! Sono così felice! Io e Alan abbiamo trovato una villetta qui vicino: è una villetta di due piani, con un bel giardino. Non vedo l’ora di rivedere te e la mamma! Venite tre giorni prima, vi mando i biglietti aerei e l’invito. Provate a trasformare questa lettera, che risulta abbastanza neutra, in una in cui si “percepisca” rabbia oppure allegria. Venezia, 12 gennaio 2012 Cara Giorgia, come stai? E’ da tanto tempo che non ci sentiamo, così ho deciso di scriverti e di aggiornarti su ciò che mi è successo negli ultimi mesi. I miei studi all’Università procedono bene, le lezioni e i seminari mi impegnano moltissimo. Vorrei dare tutti gli esami dell’anno tra maggio, giugno e luglio. Studio molto e così non ho tempo di vedere nessuna delle nostre amiche, anche perché Carlo è sempre più geloso e mi fa delle scenate senza motivo. Spero che con il tuo ragazzo le cose vadano meglio! Ti abbraccio Giovanna Venezia, 12 gennaio 2012 Cara Giorgia, come stai? E’ da tanto che non ci sentiamo, così ho deciso di scriverti e di aggiornarti su ciò che mi è successo negli ultimi mesi. I miei studi all’Università procedono senza sosta, le lezioni e i seminari mi impegnano troppo. Vorrei dare tutti gli esami dell’anno tra maggio, giugno e luglio, così me li levo di torno. Non posso vedere nessuna delle nostre amiche, non solo perché studio molto, ma soprattutto perché Carlo purtroppo è sempre più geloso e devo subire le sue continue scenate assurde! Spero che con il tuo ragazzo le cose vadano meglio! Ti abbraccio Giovanna Provate, come richiesto dal concorso letterario Il festival della lettera, a scrivere: una lettera a un italiano (una cartella) oppure una lettera a tema libero (una cartella) Lettera a un italiano Cara amica, ho appena letto la tua lettera e sono rimasta turbata per ciò che mi hai raccontato. Mi dispiace tanto che tu abbia perso il lavoro dopo tanti anni di servizio, a causa del piano di esuberi della tua azienda. Ti sono vicina in questo momento difficile per te e per la tua famiglia. E’ assurdo che questa crisi economica possa colpire chiunque, anche chi finora aveva il lavoro sicuro. Nella mia ditta ci sono stati tagli al personale due anni fa ed è stato un provvedimento così improvviso che abbiamo tutti faticato a rendercene conto, anche coloro che, come me, non ne sono stati sfiorati. Anche se pensi che non sarà facile rimetterti in gioco nel mercato del lavoro, ti auguro con tutto il cuore di riuscirci, senza scoraggiarti se all’inizio sarà dura. Hai sempre avuto una gran forza d’animo e un’energia che ti aiuteranno non solo a stare a galla ma anche a superare gli scogli che ora hai davanti. Mia cara amica, ricordo spesso e con affetto le estati trascorse insieme con le nostre famiglie. Spero di tornare presto in Italia, non solo per ammirare le sue bellezze storiche e artistiche, ma anche per rivederti dopo tanto tempo. Quella volta in cui mi hai insegnato a cucinare le lasagne è stata memorabile, da allora le preparo qualche volta la domenica ed i miei figli ne sono entusiasti. E non vedo l’ora che veniate ancora a trovarci a Bonn! Tutte le volte che passo dal parco Rheinaue mi ricordo di quante piacevoli passeggiate abbiamo fatto insieme! E ricordo anche quelle volte in cui abbiamo assistito insieme allo spettacolo dei fuochi d’artificio sul Reno… Spero che la tua situazione migliori e che l’anno nuovo porti per te delle buone novità. Sono contenta che Mino abbia superato così tanti esami quest’anno, tanti complimenti da parte mia! E tuo marito come sta? Per le vacanze di Natale andrete a trovare sua mamma al Sud? Buon Natale e Buon Anno Nuovo Lotty Daniela Bosini Esercizio: Descrivi te stesso a uno sconosciuto (max 500 caratteri) Sono Daniela. Sotto i panni di una cinquantenne, ribolle un minestrone di svariati gusti. Amo confrontarmi con le persone, ma mi ritraggo al solo sospetto di invadenza; sono posata e diplomatica ma intraprendo agguerrite battaglie su principi e valori per me inalienabili; amo l’ ordine e le regole, ma mi affascina la sregolatezza. Sono prudente e attenta, ma spesso mi butto in audaci avventure. Mi sforzo quotidianamente di evitare minestre riscaldate e alla sera mi corico sempre stanca morta. oppure Componi una o più frasi in cui siano presenti le due parole di una coppia con e senza l’ apostrofo Se non trovi l’ ago in un pagliaio, figurati in un lago. La luna e il sole: l’ una riflette ciò che l’ altro arde. L’ avo mio amato: nel suo ricordo i miei affanni lavo. La dolce lira del tuo canto, mitiga l’ ira quotidiana. Il libro che mi hai letto vale un tanto all’ etto. C’era una lenta tartaruga che sulla cera lippava. Esercizio - Provate a scrivere un calembour Uomini e topi La banalità erosiva degli stereotopi umani. Riproduzione Le cellule dei funghi si riproducono per micosi. Il vino fa buon sangue Dracula si ubriaca in emoteca. Sportello Informazioni trasporti pubblici Disinfopoint Ufficio Relazioni con il Pubblico - anomalia Burp Esercizio Finalmente mi svegliai per davvero, il sole mi bruciava le palpebre, le aprii con fatica. Vidi il cielo. Vidi che mi trovavo all’aperto. Ma il sonno appesantiva ancora i miei occhi. Partendo da questo incipit provate a costruire un testo di 5 righe (500 caratteri) e un testo di 1.000 righe). Finalmente mi svegliai per davvero, il sole mi bruciava le palpebre, le aprii con fatica. Vidi il cielo. Vidi che mi trovavo all’ aperto. Ma il sonno appesantiva ancora i miei occhi. Dentro le nebbie della mia materia grigia ancora intorpidita, qualcosa premeva per emergere alla coscienza: allungando il braccio sul terreno circostante, incontrai un oggetto freddo e liscio, dal collo allungato che immediatamente riconobbi come una bottiglia e con amara consapevolezza pensai: brutta sbornia ! Finalmente mi svegliai per davvero, il sole mi bruciava le palpebre, le aprii con fatica. Vidi il cielo. Vidi che mi trovavo all’ aperto. Ma il sonno appesantiva ancora i miei occhi. Un leggero sforzo, e ritornai cosciente: ero avvolta in un’amaca sospesa tra due alberi, e mentre i miei occhi in alto penetravano il blu del cielo, dalle narici inspiravo l’ odore di mare. Emersi dalle pareti di tela dell’ amaca e scorsi la tenda dalla quale ero evasa nella notte per trovare sollievo dal caldo. Era da tempo che anelavo ad una tale sensazione di compiutezza: immersa nella natura, potevo percepire l’ orizzonte a tutto campo: terra, mare e cielo. Di fianco alla tenda, un piccolo fornello da campo con una caffettiera già carica, pronta per essere accesa e diffondere l’ aroma del caffè nell’ aria satura di profumo di iodio e pini marittimi. Mi sentivo finalmente a posto, come una figura collocata nella composizione di un quadro, colta nel momento e fissata per l’ eternità. Esercizio: Provate a scrivere l’ inizio (due/tre periodi) di una lettera scritta con parole inventate. Amica cara, trovo finalmente il tempo di scriverti. In questa giornata invernale di freddo e vento il ricordo va alle piacevoli estati che trascorrevamo chiacchierando e sognando del nostro futuro passeggiando a piedi nudi nell’ erba fresca. Che risate e che divertimento ! E allora vediamoci presto e brindiamo a noi riempiendo di vino sonanti bicchieri in barba al nuovo anno: cin cin ! Ramiosa cara, distruso paminantemente il trascenio di escrugerti. In questa lorata birbiosa di frombio e cisfonio, il ramerso inciosa alle pilegre pambrie che guattappiavamo babeggiando e ponciferando del nostro sognusco, pumbeggiando a zinchi bleturi nella lepurbea zirlocchia. Che pancirollate e che patusamento ! E allora espongiamoci presto e bronziamo a noi venchendo di mellio titienti biciolli in entorpia al nefello girampio: bimp bimp ! Esercizio: Provate a trasformare questa lettera, che risulta abbastanza neutra, in una in cui si “percepisca” rabbia oppure allegria (scegliete voi senza allungare il testo). Venezia, 12 gennaio 2012 Cara Giorgia, come stai ? E’ da tanto che non ci sentiamo, così ho deciso di scriverti e di aggiornarti su ciò che mi è successo negli ultimi mesi. I miei studi all’Università procedono bene, le lezioni e i seminari mi impegnano moltissimo. Vorrei dare tutti gli esami dell’anno tra maggio, giugno e luglio. Studio molto e così non ho tempo di vedere nessuna delle nostre amiche, anche perché Carlo è sempre più geloso e mi fa delle scenate senza motivo. Spero che con il tuo ragazzo le cose vadano meglio ! Ti abbraccio Giovanna Cara Giorgia, come butta ? E’ da troppo che non ci sentiamo e urge scriverti e aggiornarti sugli accadimenti dei miei ultimi mesi. Il mio percorso all’università è tracciato, le lezioni e i seminari sono impegnativi ma davvero appassionanti. Confido di dare tutti gli esami nella sessione estiva. Certo, studio molto, e al momento il tempo per le amiche è davvero poco: Carlo, poi, vede bene di reclamare il poco tempo libero con intempestivi attacchi di gelosia ! Gli uomini… Con il tuo uomo invece, tutto sistemato ? Un abbraccione Giovanna Esercizio Provate a riscrivere questa lettera come fosse un tautogramma. Tautogramma in C Cara compagna, come campi ? E’ da così che non ci corrispondiamo, che ho convenuto di cominciare a comunicarti ciò che è mi è capitato negli ultimi casi. Il mio cammino alla Cattolica corre costante, i corsi e i convegni mi coinvolgono concitatamente. Conto di concludere tutti i controlli curriculari nel calendario della canicola. Cogito molto e così non convoco convivi con nessuna delle nostre compagne, anche perché Carlo è sempre più cafone e mi fa cazziatoni senza causa. Confido che col tuo caro le cose continuino meglio ! Ti circondo di coccole Cecilia Jessica Boveri Esercizi lezione 1 1) Descrivi te stesso a: - uno sconosciuto (max 500 caratteri) - tuo padre (max 500 caratteri). a) Sono italiana, non spagnola. Ho vissuto qui tra voi, lontano dal mio Paese, per molti anni, imparando finalmente ad amarlo come non lo avevo mai amato prima. Ho fatto 20 traslochi in 8 anni, imparando a vivere leggera, ma amo le piccole comodità che danno calore alle giornate in questo Paese freddo per natura e per vocazione. Il sabato mattina amo fare colazione con l’Earl Gray ed essendo straniera posso permettermi di berlo con il limone, accompagnato dal Guardian e dalla musica di Classic FM. Ho una passione smodata per il vetro sottile e per il valzer di Chopin che il pianista sta suonando in questo momento. b) Da quando la mamma non è più con noi in forma fisica dici sempre che il tuo incontro con lei è stato “una fiaba”. A me sono sempre piaciute le fiabe, forse perché quand’ero bambina nessuno me le raccontava mai. Nelle mie fiabe ci sono i personaggi più classici: io sono la principessa rinchiusa nella torre, figlia del re buono che la ama sopra ogni cosa. Sono così abituata ad ascoltarti, osservarti, parlare con te che descrivermi al re leone mi sembra quasi un insulto alla tua intelligenza. Siamo diversi negli strumenti che usiamo per interpretare la realtà: da te ho ricevuto il guizzo dialettico di Mercurio, l’analisi pronta e il senso degli affari. A volte ci scontriamo perché tu usi più il cuore, io la mente. 2) Componi una o più frasi in cui siano presenti le due parole di una coppia con e senza l’apostrofo (p.es. T’assista il tassista). a. b. c. d. e. f. g. h. L’ebbra danzatrice non morì di lebbra. Lente scivolavano le ore presso l’ente pubblico. Lorda si stagliava la sua figura in mezzo all’orda puzzolente. All’ora del tramonto tutte le pecore si radunarono, allora il pastore parlò. D'istinto pensarono a quel distinto signore. La sacca da mare era semplicemente d'amare. Dannata bottiglia di vino d'annata che non si vuole aprire! Divino nettare stillato da un calice di vino. i. L'amorosa stretta lo avviluppò nelle vesti della morosa. j. k. l. m. n. o. L’amara vita della Mara aveva avuto inizio. Il vero pacifista non accetta l’accetta e lascia l’ascia. Labile non è la mente dell’abile poeta. L’aura di Laura è rosa sfumato. L’ama come pochi lama sanno amare (un amore bestiale). Solida cera quando c’era. p. q. r. s. t. u. v. w. x. y. z. Letto l’aveva sul cartello: vendesi letto a 1 Euro l’etto. L’ira viene sbollita suonando la lira per qualche lira. Loro non cercavano l’oro. L’ago le cadde in fondo al lago. Lavo l’onta dell’avo (Costellazioni famigliari). Lotto contro la riservatezza dell’otto nel gioco del Lotto Non d’istruzione si alimenta la distruzione. Lottavo contro l’ottavo Comandamento. c’è D’una brezza spirava il canto su una duna. Delle due sorelle, l’una si chiamava Luna e l’altra Sole. Esercizi lezione 2 3) Scrivere tre brevi testi (300-500 caratteri, spazi inclusi – max 5 righe) in cui: a- si accenna a un segreto b- si svela un segreto c- si tiene nascosto un segreto: c) Sei sicuro che sia stato lui? Ma sì, non so più come dirtelo: mi sono affacciato dalla finestra del bagno, e uno dei figuri che stava scappando oltre la rete del giardino era proprio lui, il suo volto senza storia illuminato dalla luce della luna. d) La vecchiaia e la schiena delle donne della sua famiglia erano state gravate dal peso di quel sospetto per tre generazioni. Isidora aprì il referto degli esami con mani tremanti e lesse la parola che in cuor suo aveva sempre sospettato: sifilide. e) Quante volte avevamo immaginato di lasciare il Paese, emigrare in un posto dove nessuno conoscesse la nostra famiglia e il nostro passato, dove la vita sarebbe stata più facile. Ora quell’opportunità finalmente si apriva, purché alla domanda dell’ufficio immigrazione Teresa avesse saputo dissimulare lo spasmo involontario che sempre la prendeva quando ripensava al motivo per cui stavamo scappando. Era in gioco il nostro futuro: “sarebbe stata una roccia” mi disse il lampo nei suoi occhi. 4) Calambour La ragione si dà ai matti. L’uccellagione si dà ai gatti. Chi ha orecchie per intendere, intenda. Gli altri, in roulotte. 5) Incipit: Finalmente mi svegliai per davvero, il sole mi bruciava le palpebre, le aprii con fatica. Vidi il cielo. Vidi che mi trovavo all’aperto. Ma il sonno appesantiva ancora i miei occhi. (2 testi, rispettivamente da 5 e 10 righe). a) Feci mente locale mentre, immobile, controllavo l’integrità del mio corpo. La testa c’era, altrimenti non avrei potuto pensare. Gli alluci rispondevano, e così le mani. Inspirai profondamente e sentii che i polmoni non erano lesi. Mi faceva leggermente male il ginocchio sinistro. Mi dondolai a destra e sinistra della colonna vertebrale e mi stupii di riuscirci. Lo sbalzo dall’auto mi aveva catapultato sull’ampia spiaggia, potevo sentire l’odore del mare e la risacca che mi chiamava piano. b) Lui respirava piano accanto a me, i peli dorati scintillanti al sole. Era stata una notte memorabile, piena di canti e di danze ritmate coi tamburi e le chitarre, i flauti e le arpe, piene di battute e di lazzi, soprattutto i bambini si erano divertiti con il falò. Era la prima volta che ci riunivamo al mare, in genere festeggiavamo questo genere di ricorrenze in comode sale un po’ appartate che affittavamo per l’occasione. Questa volta però io avevo voluto ritornare alle origini, dare al consesso un tocco di naturalità, sentire da vicino gli elementi naturali che celebravamo al Solstizio d’Estate. Dovevamo essere cauti per non svelarci, ma allo stesso tempo eravamo più liberi nei nostri riti. Quando se ne erano andati tutti, Eric ed io avevamo festeggiato nel modo più ancestrale e istintivo l’apice delle forze della natura mettendo in comunione le nostre anime e i nostri corpi. Esercizi lezione 3 1) Scrivere una lettera con parole inventate (2-3 periodi) Mant M, caro M, galuk dr abinat ga chraskun mo ta nu vek arambai na kalim. Lu fa ta ne ermbak alluva na perem, mi spiace non essermi più fatta viva. Me ne sono partita un po’ all’improvviso, ogin dat kul fa ri skan po kiri. Elliven cen ti va no, G. ris pellin vols purk anv te buz pigon vusta non ne potevo più di quella situazione. Anche se non lo dava a vedere, G. ha sofferto molto ké. Sinde olliv ela arque, né ba maravà ka tza shint. dell’attacco di quei bambini a scuola. Da quando siamo venuti via sta molto meglio. 2) Lettera a un italiano Caro compatriota, italiano come me, beh quasi, al 50%. Cosa vuol dire però essere italiani? Tu come esprimi la tua italianità? E poi, ti senti effettivamente italiano o è una qualifica astratta? Ti viene il magone quando suonano l’inno nazionale, anche se non conosci le parole oltre la prima strofa? Ti si attivano degli istinti animali quando senti parlare ingiustamente male dell’Italia? Quanto la ami, quanto la odi? Perché essere italiano ti dà anche il diritto di criticare pubblicamente il tuo Paese, diritto che difficilmente e di malavoglia si accorderebbe a uno straniero. 3) Incipit: Carissimi, certo sarete tutti inquieti perché non scrivo da tanto, tanto tempo... è che dopo essermene andato da D. non potevo più ritornare, nemmeno con la mente, a ciò che aveva rappresentato per me in tutti quegli anni in cui ho vissuto lì. Anni di frustrazioni, di dolore, di sogni mancati, di ambizioni che ogni giorno venivano calpestate come un ragno sul selciato. Per questo ho dovuto mettere il mare tra me e la mia vita precedente, tra me e voi. Sappiate però che non vi ho mai dimenticati, anzi, alcuni tra i ricordi che mi hanno scaldato negli inevitabili momenti di sconforto che i nuovi inizi sempre implicano, sono proprio quelli legati a voi e alle grandi feste nell’aia della vostra cascina. Le musiche, i balli, le pietanze casalinghe che ognuno portava, il clima di convivialità festosa e intima, le stesse facce anno dopo anno i cui nomi sempre faticavo a ricordare, i filmati casalinghi girati da Giorgio con noi attori improvvisati, i giochi dei bambini a cui gli adulti non vedevano l’ora di partecipare, l’angolo del baratto, l’anno che Elisabetta lanciò l’idea del laboratorio di collane e orecchini, tutte queste immagini mi si sono impresse in modo indelebile sulla pellicola della memoria e rimangono per me tra i ricordi più belli dell’Italia. Esercizi lezione 4 Provate a trasformare questa lettera, che risulta abbastanza neutra, in una in cui si “percepisca” rabbia oppure allegria. Venezia 12 gennaio 2012 Cara Giorgia, come stai? E’ da tanto che non ci sentiamo, così ho deciso di scriverti e di aggiornarti su ciò che mi è successo negli ultimi mesi. I miei studi all’Università procedono bene, le lezioni e i seminari mi impegnano moltissimo. Vorrei dare tutti gli esami dell’anno tra maggio, giugno e luglio. Studio molto e così non ho tempo di vedere nessuna delle nostre amiche, anche perché Carlo è sempre più geloso e mi fa delle scenate senza motivo. Spero che con il tuo ragazzo le cose vadano meglio! Ti abbraccio Giovanna Collera Cara Giorgia, come stai? Non ti sento da mesi, così ho deciso di scriverti io e di aggiornarti su ciò che mi è successo negli ultimi mesi. I miei studi all’Università procedono bene, le stupide lezioni non fanno che aggiungersi agli inutili seminari e non mi danno tregua. Vorrei dare tutti gli esami dell’anno nella sessione estiva, almeno me li tolgo di torno. Il tempo se ne va tutto nello studio e non ho tempo di vedere nessuna delle nostre amiche, anche perché l’insensata gelosia di Carlo mi toglie il fiato, non ne posso più. Spero che almeno con il tuo ragazzo le cose vadano meglio! Ti abbraccio Giovanna Allegria 1 Giorgiuzza! Bene stai? Mesi passarono da quando ci sentimmo l’ultima volta, se non ti scrivo io, potresti anche essere sposata con tre figli che nessuno mi avvisa! I miei studi all’Università procedono niente male, nella sessione estiva darò tutti gli esami dell’anno. Studio indefessamente, neanche le nostre amiche riesco più a vedere, però Carlo – che pizza! – è sempre più geloso. Gli facessi le corna, almeno! Spero che tu e il tuo ragazzo vi divertiate. Un baciotto Giovanna Allegria 2 Giorgiuzza, come stai? Non ti sento da mesi, così ho deciso di scriverti io e di aggiornarti su tutte le belle cose che mi sono capitate negli ultimi mesi. I miei studi all’Università scivolano via come l’olio, lezioni e seminari catturano ogni mio neurone libero. Tra maggio, giugno e luglio mi offrirò in pasto ai pescecani della sessione estiva. Sono tutta casa e studio, la mia vita sociale è pari a quella di un 90enne allettato, anche perché Carlo allena la sua fantasia con teatrali scenate di gelosia che contribuiscono a mantenerci freschi e vitali. Spero che col tuo ragazzo vi divertiate! Baciotti Giovanna 6) Riscrivere la lettera come tautogramma. Giorgia guapa! Già da giugno non gironzoliamo più per Genova e le giornate ora galoppano grame. La galera glottologica, con la sua girandola di giochi grulli, mi getta in ginocchio, giornalmente un girone più grottesco di giudizi, giurie, giugulari graffiate. Grandineranno graduatorie a giugno, gracchianti giudici del Giurassico gonfieranno le loro globose gole e coi gomiti goffreranno i miei glossemi. Giochi goliardici, gustosi glucidi e gozzoviglie glissiamo. Il gastritico gabbiaio, gaglioffo greve di gelosia, grida e geme grassamente, giustificazioni grottesche. Guaisco gutturalmente in guepiere gustando gutturnio. Grandi gioie godrai tu col tuo gallo, o mia garrula gallina! Gattosamente, Giovanna Elisabetta Massera ESERCIZIO DESCRIVI TE STESSO A TUO PADRE / A UNO SCONOSCIUTO LETTERA AL PADRE Caro padre, come fare a descrivermi, tua figlia? dopo tutti questi anni? li abbiamo trascorsi molto vicini, dentro la stessa casa, ma vissuti, troppo spesso, come degli estranei. Ho tentato di farti sentire come sono, forse un po' della mia personalità ti ha toccato. Parole, parole, parole. Non mi piace il tuo silenzio. Il tuo strumento di comunicazione preferito. Parole, parole e ancora parole. Sempre, di questo mi voglio cibare, di questo ho bisogno per vivere. Mentre tu continui per questa strada, i tuoi silenzi e i tuoi musi mi tolgono aria, e soffocano anche te. (580) LETTERA AD UNO SCONOSCIUTO Caro amico, ancora non ti conosco, ma ti sto pensando e ho voglia di parlarti di me. Ho un carattere estroverso, sono positiva e ottimista. Lunatica e variabile di umore mi appassiono alle vite degli altri e fantastico sulle mie molteplici identità. Sono sempre in bilico, come su una corda tesa a 5000 metri sopra lo spazio terreno e le scelte da prendere sono come la salvezza dalla caduta. La realtà sarebbe invece a volte più semplice di quel che sembra. Dipende dal punto di vista con cui la si guarda. Incerta sul mio presente, sono critica sul passato e confusa per il mio futuro. (587) PAROLE INVENTATE: Clip ciop alruta vlaca talti. Batacapatam ajtoclak cicipo noprocuto. Alcat bicof vrazummi crugutaka. Nsresda bedol caturn plicotabu. ESERCIZIO PROVATE A SCRIVERE TRE BREVI TESTI IN CUI NEL PRIMO SI ACCENNI A UN SEGRETO, NEL SECONDO LO SVELI, NEL TERZO LO SI TENGA NASCOSTO. 1. Ester si aggirava per la stanza con fare preoccupato. Camminava pensierosa avanti e indietro. Si fermava davanti alla finestra del salotto per guardare fuori gli alberi del bosco con uno sguardo perso. Si girò di scatto e fulminea si diressa verso il tavolo di legno. Eccola. Era ancora lì. Come aveva fatto a dimenticarsene per tutte queste ore. Sapeva di non avere il coraggio di toccarla, ma i suoi occhi brillavano di rabbia e curiosità verso quella ragazza. 2. ecco finalmente ciò di cui tutti parlavano questa mattina tra i vicoli. La forestiera, arrivata qualche settimana fa, improvvisamente da chissa dove, era la figlia segreta di Ester. L'aveva confessato segretamente a qualcuno ma si sa, la gente mormora. Sulla tranquilla vita di Ester in questa comunità affacciata sull'oceano, si era scagliata una violenta onda. 3. Per tutti sarebbe stata la festa domenicale preparata da settimane con salsicce, polenta e fiumi di vino novello. Le donne erano state indaffarate come sempre nei preparativi, gli uomini pronti i fucili nei loro abiti caratteristici. I bambini aspettavano le caramelle eccitati e felici. In lontananza, si avvicinava Ester con una straniera. Anna Natali Descrivi te stessa a UNO SCONOSCIUTO Non sono alta né bassa, non magra, ma nemmeno grassa. Ho gli occhi piccoli e scuri, il naso dritto e lungo, la bocca è sottile, i capelli sono castani e l’acconciatura è liscia, banale direi. Il mio viso non è accattivante, l’espressione non è simpatica, anzi quasi scontrosa. Persino la mia voce non è squillante, bensì monotona, certo non da oratore. Nell’insieme l’aspetto fisico rispecchia il mio carattere: sono timida, introversa, un po’ malinconica. Mi sento di appartenere a quella categoria di persone di cui si dice: “Anna? Anna chi? Non me la ricordo…” Descrivi te stessa a TUO PADRE Sei stato mio padre per sessant’anni quindi avresti dovuto conoscermi bene. Ciononostante alcuni lati del mio carattere non li hai capiti, perché io te li ho ben nascosti: la mancanza di volontà, di sacrificio, l’abilità di eludere le verità scomode. Tu hai costruito, io ho distrutto. Invece come ravvisavi, con un sorriso, i miei atteggiamenti più manifesti: la pigrizia, il disordine, ma anche il mio amore filiale, la mia dedizione. Lo confesso: a te non sapevo dire di no e se in qualcosa ti ho tradito sono sicura che ancora una volta avrai capito. Oltre alla nostra somiglianza fisica, un’altra cosa ci accomuna: l’amore per i figli. Tutto l’amore e i buoni esempi che tu mi hai trasmesso, io li insegno ai tuoi nipoti. Gioca con gli apostrofi Dora d’ora in poi devi tacere Sul lago, l’ago della bussola indica la rotta. Scrivere tre brevi testi (non meno di 300 e non più di 500 caratteri – spazi inclusi) - NEL PRIMO SI ACCENNI A UN SEGRETO Carissima Amica, è da un po’ che non ci scriviamo. Io mi sto adattando, con fatica, alla mia nuova vita all’estero. Per fortuna con mio marito le cose stanno funzionando e se riusciremo a realizzare il nostro sogno, che ti confidai l’ultima volta al telefono, ci sarà un ulteriore positivo cambiamento. Ti prego però di non parlarne con nessuno, per ora. A presto A - NEL SECONDO LO SI SVELI Carissima Amica, non vedevo l’ora di essere a casa per scriverti. Ricordi la mia ultima email? Ora ti posso sciogliere dalla promessa di non parlare, infatti ho appena avuto la conferma che aspettavo: avrò un bambino, anzi una bambina. Io e L. siamo felicissimi e non riesco a pensare ad altro. Scrivimi! Baci A - NEL TERZO LO SI TENGA NASCOSTO Carissima Amica, siamo qui da pochi mesi e sono tante le cose che vorrei raccontarti. Ho avuto un’offerta per un nuovo lavoro molto interessante ma, per ragioni che non ti voglio spiegare, non posso affrontare ora questo cambiamento. Ciononostante ti voglio rassicurare che sto bene e sono felice. Dammi tue notizie A ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ CALAMBOUR • • “NON RIUSCIAMO A FARE UN TUBO” disse l’AD agli azionisti, e la Dalmine fallì. Il Diavolo fa le pentole, e qualche volta per farti vedere quanto sono belle, ti offre una gita in pullman e il ristorante gratis ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ INCIPIT : (scrivere due testi da 500 e 1000 caratteri) Finalmente mi svegliai per davvero, il sole mi bruciava le palpebre, le aprii con fatica. Vidi il cielo. Vidi che mi trovavo all’aperto. Ma il sonno appesantiva ancora i miei occhi … 1. ed una terribile emicrania faceva pulsare le mie tempie. Con le mani tastai il terreno intorno: solo terra ed erba rinsecchita. All’improvviso ricordai la lite avvenuta la sera prima e la bevuta eccessiva che mi aveva fatto ubriacare. Quel bastardo! Allora alla fine l’aveva fatto per davvero. Se ne era andato ed aveva portato via la nostra tenda canadese e tutto il bagaglio contenuto, lasciandomi sull’erba bruciata, da sola, in costume da bagno e senza una lira. Questa volta la pagherà cara, pensai, e richiusi gli occhi per allontanare la realtà. 2. Mi ero addormentata semisdraiata su di uno scoglio liscio, quasi una poltrona naturale, al riparo dal vento. Era una delle prime calde, profumate giornate primaverili della Riviera. Allungai le gambe, cambiando posizione, mi alzai in piedi, ma con cautela, come se dovessi evitare di sbattere la testa contro il letto sovrastante, forse si poteva chiamare riflesso condizionato. Una volta alzata, allargai le braccia respirando a pieni polmoni l’aria salmastra e sferzante. Mai per me fu risveglio più bello. Avevo fatto una promessa a me stessa: quel giorno, prima ancora di riabbracciare mio figlio e mia madre, prima di concedermi un pasto sobrio ma dai sapori che piacciono a me, prima di immergermi in una vasca piena d’acqua calda e profumata, prima di tutto sarei andata al mare, sul “mio” scoglio a respirare la libertà. Dopo cinque anni di attesa, di crocette sul calendario, di speranze e delusioni, finalmente il gran giorno era arrivato: scontato il carcere quello era il mio primo giorno di libertà. ESERCIZIO - Provate a scrivere l’inizio (due/tre periodi ) di una lettera scritta con parole inventate Trefia Socella, da more more fiata meo impedigo teo vergare motti. Meo roskepo veo nonke caredikmo heck rokvè veo varekto in la simokpra ebdomadaria. Meo adducerro tikanti mirre erk veo unc erk nibikbam. Tikanti Strofiniski Cara Amica, da molto molto tempo io non ho potuto scriverti. Io spero che non dimentichi che verrò a trovarvi la settimana prossima. Io porterò tanti doni per voi e per i bambini. Tanti baci Esercizio Scrivete una lettera a…… un Italiano Carissimo, scrivo a te, Italiano di Francia, emigrato della terza età. Scrivo a te, Italiano di Francia, che sei partito, da solo. Che alla svolta degli ottanta non hai potuto resistere all’appello di aiuto che ti veniva dalla sola persona alla quale non avresti mai saputo dire di no: tua figlia. E sei andato in Francia, da lei. Nuova vita, nuovo idioma, vecchie lacrime. Scrivo a te, Italiano di Francia. Ti rivedo il giorno che sei salito sul treno, dritto, con il tuo abito grigio, dal taglio un po’ fuori moda, il Borsalino a coprire i capelli bianchi, gli occhi sorridenti, scintillanti, dietro le lenti degli occhiali cerchiati d’oro. Vecchio sì, ma con quale eleganza, con quale grazia, nel salutare, nel dire parole di arrivederci o, forse, di addio. Scrivo a te, Italiano di Francia, incontrato di nuovo laggiù, qualche anno dopo, il fisico piegato (ma non lo spirito), con le stampelle a sostegno della tua povera schiena e delle gambe incerte , ma con lo stesso sguardo sorridente, la stessa parola arguta, la leggerezza nel raccontare i tuoi malanni, quel buon profumo sul viso appena rasato. Scrivo a te, Italiano di Francia, che hai sempre amato la tua famiglia di origine e che hai accolto me, nipote ritrovata, con un abbraccio, con espressioni di gioia in quel dialetto mai dimenticato. Scrivo a te, Italiano di Francia, che tutto hai lasciato. Gli amici: i tanti che con te erano cresciuti dalla giovinezza alla maturità. I ricordi: quella tomba , sacrario del tuo grande amore; la casa: guscio e seconda pelle, più che pareti e finestre. Scrivo a te, Italiano di Francia, che ti sei portato in valigia, oltre ai ricordi, la nostalgia. A te che già hai scritto: quando verrà quel giorno, è in Italia che vorrò tornare. Ed io non ti dimenticherò, Italiano di Francia. Con affetto A Giovanna Travai Esercizio: Descrivi te stesso a uno sconosciuto (massimo 500 caratteri) Gentile sconosciuto, se desideri corrispondere con me è bene tu sappia chi è la tua “amica di penna”. Riservata e insieme socievole, sono sanguigna nel difendere i valori in cui credo, affidabile e generosa, indipendente, abbastanza conciliante, pragmatica, a volte intransigente, selettiva nella scelta delle amicizie e sobria nella vita quotidiana. Nutro delle riserve su alcuni aspetti del carattere e del fisico. Non amo mostrare le mie debolezze. Vorrei essere più dolce. La disorganizzazione mi indispettisce. Componi una o più frasi in cui siano presenti le due parole di una coppia con e senza l’apostrofo (tipo T’assista il Tassista) Lenza – l’Enza La mia lenza continuava a scontrarsi con i mulinelli dell’acqua dell’Enza impedendomi di pescare. Lava – l’ava L’ava di Maria lava i piatti nel fiume freddo. Lente – l’ente Lente sono le file delle persone che aspettano di entrare all’ente. La lente di ingrandimento è stata adottata anche dall’ente del turismo. Danno – d’anno I petardi di fine d’anno recano danno ai timpani. Esente – e sente L’esente dalla scuola è sfiduciato e sente aria di guai a casa. Provate a scrivere tre brevi testi (non meno di 300 e non più di 500 caratteri spazi inclusi – massimo 5 righe) in cui: Nel primo si accenni a un segreto Nel secondo lo si sveli Nel terzo lo si tenga nascosto Alle prime luci dell’alba la giovane cammina con passo spedito lungo la spiaggia bianchissima che lambisce le acque cristalline della Costa Smeralda. Il suo procedere rigido, quasi militaresco, e l’espressione del suo volto stridono con la bellezza e l’atmosfera serena del luogo che lei sembra non vedere nè apprezzare. Il segreto che casualmente ha scoperto è un fardello troppo pesante da sopportare da sola…… deve assolutamente confidarsi con qualcuno. La sera precedente Ginevra festeggiava la sua laurea sulla spiaggia dove gli amici avevano acceso dei falò le cui fiamme rischiaravano la notte. Le risate, il suono delle chitarre e i canti costringevano il mare al silenzio. All’improvviso il suo sguardo captava uno strano bagliore vicino ad una barca. Incuriosita si avvicinava e scopriva, semicoperto da alghe, il corpo martoriato di una sconosciuta. Sconosciuto non era, invece, il coltello sporco di sangue vicino alla morta. Ginevra si rende perfettamente conto che dalla sera precedente la sua vita è ridotta in mille pezzi e che tutto ciò che aveva programmato per il suo futuro non ha più senso. Il tempo si è improvvisamente fermato e lei fluttua in un mare di emozioni e di tensioni: la mente è un’accozzaglia di pensieri, il suo cuore sembra scoppiare dal dolore, il fisico è sempre più debole. E’ disperata anche perché si rende conto che dovrà convivere per sempre con questo segreto. Finalmente mi svegliai per davvero, il sole mi bruciava le palpebre, le aprii con fatica. Vidi il cielo. Vidi che mi trovavo all’aperto. Ma il sonno appesantiva ancora i miei occhi. Partendo da questo incipit provate a costruire un testo di 5 righe (500 caratteri) e un testo di 10 righe (1000 caratteri). Contrariamente al solito non avevo voglia di alzarmi : mi sentivo inerme e languida per la sensazione di calore e di pace che mi provocava il sole sulla pelle. L’aria era immobile e sapeva di mare, di erica e di lavanda, di rosmarino e di mentuccia. All’improvviso il roboare di una moto mi riportò bruscamente alla realtà ed in meno di un secondo il motociclista mi si parò davanti con aria aggressiva e al contempo interrogativa quasi a voler significare che avevo invaso il suo territorio. Forse era il ricordo del sogno che stavo facendo, o il desiderio di non tornare alla realtà, che mi impediva di aprire le palpebre alla dolce brezza marina che faceva frusciare il canneto vicino al quale mi ero appisolata. La settimana precedente avevo deciso di allontanarmi dalla città per concentrarmi sulla stesura del libro che intendevo scrivere e contavo sulla serenità che sempre mi regalava quel luogo per dar vita alla trama che avevo in mente. Fino a quel momento, però, non avevo scritto neppure una riga ed il tempo a mia disposizione stava scadendo. D’un tratto mi ricordai del sogno e capii che quella era l’ispirazione giusta. Presa da un sorta di frenesia corsi in casa e mi misi a battere furiosamente sui tasti della vecchia macchina da scrivere. Solo quando mi resi conto che il sole aveva lasciato il posto ad uno stupendo cielo stellato scoprii di aver lavorato ininterrottamente per ore…. Il libro iniziava ad avere una vita propria e forse, chissà, avrebbe avuto successo. CALAMBOUR non fare i conti senza l’oste non fare i ponti senza soste Lettera a un italiano Carissimo, spero perdonerai il tono confidenziale, ma ho bisogno di sfogarmi e gli avvenimenti di questi ultimi giorni mi hanno fatto pensare a te ed alla località, innegabilmente bella, in cui abiti. Seppur così diversi, i luoghi in cui tu ed io viviamo sono meta incessante di visitatori provenienti da tutto il mondo. Per quanto riguarda Milano, è difficile captare il sottile fascino di cui è impregnata….. ci vuole del tempo e la disponibilità a conoscerla. Ricca di storia, cultura e arte, Milano offre giornalmente mostre, rappresentazioni teatrali, concerti, eventi letterari, convegni… Da un punto di vista professionale, questa metropoli rappresenta una realtà agognata da quei giovani che desiderano lavorare in ambienti innovativi. E’ vero, Milano va sempre di fretta ed i ritmi che impone sono spesso faticosi, non fa sconti o scende a compromessi con nessuno perché sa di offrire tanto e tanto chiede! Seppur così frenetica, questa città ti regala aree verdi dove sostare al riparo dai clacksons, dai suoni acuti delle sirene che perforano i timpani, dal vocìo prodotto dalla vita che pulsa. Quando in cima al Duomo, vicino alla Madonnina, ammiri un panorama che ti toglie il fiato, ti senti fortunato per la bellezza che ti circonda : lontano le Alpi innevate, più vicino piazza del Duomo, la Scala, il Castello Sforzesco, Sant’Ambrogio, l’Arco della Pace……. Tutto questo, però, te lo scordi quando le polveri sottili avvelenano l’aria e lo smog crea una coltre che ha il sopravvento sul sole: è esattamente ciò che stiamo vivendo in questi giorni….. Come vorrei essere da te, a Taormina, e respirare aria pura! Caro italiano, non vorrei tu pensassi che ho perso il gusto di abitare a Milano. Al contrario, non riesco ad immaginarmi altrove e, in fondo, mi sento un pò una traditrice, anche se, ne sono certa, lei capirà il mio sfogo e mi perdonerà.