1969.12.23 - Comunità dell`Isolotto

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1969.12.23 - Comunità dell`Isolotto
23.12.69. Preparazione alla veglia. Lettere arrivate. Asilo riaperto per gli invalidi.
giro 695 della seconda parte della bobina).
BA048 (al
(Interventi di: Donatello Gerbi, Aldo De Santi, Enzo Mazzi, Onda Lunetti, Aldo De Santi, Sergio
Gomiti, altre voci non identificate).
Donatello G.: …ci vogliono i secchi, c'è da sistemare la legna. Dopo pranzo, verso le cinque, le
quattro. Va bene?
Aldo D.S:: Si tratta di aiutare a preparare i secchi con la legna. Poi si portano in piazza e poi per
organizzare un po' tutto.
Donatello G.: C'è da portare le seggiole, c'è da portare tanta roba.
Voce femminile. Le seggiole si portano in piazza e fino alle nove e mezzo c'è il mercato. Che si
tengono in macchina?
Donatello G.: E si trova un barroccino e si caricano su un barroccio. Si mettono su un barroccino e
quando sono andati via le si mettono a posto.
Aldo D.S.: Allora chi è che viene? Chi viene dia i nomi per favore: Simone, poi? Per essere precisi
si tratta di questo: non è che uno debba perdere tutto il pomeriggio qui, ma domani sera alle cinque
e mezzo chi può venire qui alle Baracche, perché c'è da distribuire gli incarichi per la sera, viene
qua. Poi chi c'è? Forza! Questi giovani dove sono? Di qua non c'è nessuno? Ciocci, sì, va bene,
quello si sa.
Voce maschile: Che secchi ci avete? Si potrebbe prendere i bidoni del catrame.
Aldo D.S.: Ci vorrebbe un po' di legna e via!
Voce maschile: Basta anche una stagna. Io un affare grosso così ce l'ho. Si farebbe un bel braciere.
Aldo D.S. Noi si pensa di fare in un'altra maniera. Si fa una corona di secchi. Dopo se ne parla.
Cosa c'è ora? Questo è chiuso.[La discussione per questi preparativi avviene quasi tutta lontana dal microfono con proposte e
controproposte. Le voci si accavallano. Si riesce a capire qualche frase qua e là].
Enzo M.: Allora dico: qui non dobbiamo perdere tempo. Si può fare silenzio un momentino? Non
dobbiamo perdere tempo perché il tempo è molto prezioso. Tu Aldo hai finito di segnare quelli che
si impegnano per preparare domani sera? Alle cinque e mezzo si trovano qui. Se qualcuno è
disponibile più tardi lo dica: viene alle sette, no? Viene e trova qualcuno sempre alle Baracche
domani sera. Ecco dalle cinque e mezzo in poi c'è sempre qualcuno qui e chi è disponibile viene e
dà una mano per preparare la legna, i bracieri, l'impianto di amplificazione e tutto quanto c'è da
preparare per la notte. Dunque la veglia comincia… si è messo a un quarto alle undici per essere
puntuali perché si possa veramente dare inizio alle undici. Sono già arrivati alcuni amici terremotati.
Qualcuno è qui presente in mezzo a noi stasera. Poi altri arriveranno. Ho avuto una lettera da quel
sacerdote che venne a dire la messa, quello spagnolo che parla dell'incontro che si è avuto a Roma e
dice: "La nostra gioia dopo l'incontro non è stata minore. Bastava raccogliere al giorno seguente le
manifestazioni di molti degli assistenti dell'Università a cui è piaciuto tanto la manifestazione della
vostra ricerca così autentica che è difficile descriverlo, io adesso, soprattutto in italiano. Come
frutto concreto posso dire che uno degli assistenti, dei professori assistenti, Dionisio Minguet,
professore degli Atti degli Apostoli al Biblico, mi ha detto che voleva venire all'Isolotto o il diciotto
o il venticinque gennaio per dire la messa. Sulla presenza di alcuni di noi alla veglia di Natale è un
peccato che i tre preti baschi siano già partiti ma cercherò di venire io e sarò insieme a voi per la
notte di Natale. Loro, i preti baschi, - quelli che sono stati qui con noi anche nel pomeriggio pensano di inviare una lettera con adesione di gruppi spontanei che conoscono per leggerla durante
la veglia e speriamo che arrivi in tempo". Questo è questo spagnolo e poi ci saranno gli altri.
Dunque c'è anche una bellissima lettera che leggeremo domani sera e non stasera, arrivata
dall'America, da un gruppo di operai negri americani con cui aveva preso contatto questa estate
Daniele che hanno scritto, hanno scritto proprio perché questa lettera fosse letta durante la veglia di
Natale. Una lettera molto bella. Poi vi leggo un resoconto ancora dell'incontro che si è avuto a
Roma, un resoconto che è stato stampato su una Agenzia di Informazioni Stampa. "Roma. Il giorno
dodici dicembre ha avuto luogo nella sala del Movimento Cristiano della Pace un incontro tra
membri della Comunità dell'Isolotto con professori di teologia e studenti degli Atenei universitari
romani. L'incontro fatto a sala piena è riuscito benissimo. L'esperienza dell'Isolotto ha trovato un
grande eco fra gli studenti sacerdoti nella gran parte stranieri e che non avevano una conoscenza
approfondita della vicenda. Si conferma che l'Isolotto è l'espressione della più seria esigenza che lo
Spirito suscita nell'attuale ora della Chiesa: la scelta per i poveri con l'accettazione dell'umiliazione
storica che questo deve rappresentare per il sistema ecclesiastico" - l'accettazione dell'umiliazione
storica, cioè vuol dire in pratica che la scelta dei poveri vuol dire che per forza, se la Chiesa vuole
stare con i poveri, bisogna che torni ad essere umile; 'umiliazione storica' vuol dire torni ad essere
umile proprio come fatto storico, in tutto il suo sistema insomma - "esigenza d'altra parte che risulta
dallo sviluppo fedele delle parole del Concilio sul Popolo di Dio e sul la Chiesa dei poveri. Tra gli
interventi hanno suscitato particolare interesse quelli dei professori padre Hering e padre Dias
Allegrias. Il riconoscimento dell'Isolotto come Comunità cristiana era un dato fuori discussione. Fra
gli appunti che possiamo sottolineare è l'idea che la vicenda dell'Isolotto non è una polemica dovuta
a uno speciale indurimento legalistico e canonico. Piuttosto la mancanza di diplomazia da parte del
Cardinale Florit è stato un fattore determinante in quanto ha permesso di manifestarsi chiaramente
la realtà reazionaria e i precisi collegamenti con il potere del sistema ecclesiastico come tale. I
promotori di questo incontro fanno risaltare che non è stato possibile trovare un locale in nessuna
Università cattolica né Istituto religioso per fare questo incontro. Attualmente si lascia che negli
Istituti cattolici e nelle Università parlino protestanti e atei. Non si lascia che parlino quelli
dell'Isolotto a meno che l'incontro non sia sovvenzionato da Agnelli. Ricordarsi le sedute del corso
scorso nella Gregoriana." Ora io questo non lo capisco perché non si sa di preciso come stiano le
cose. Probabilmente anno scorso hanno fatto qualche corso sovvenzionato da Agnelli nella
Università Gregoriana. "Quale è la sincerità di un ecumenismo che pone i problemi del secolo
sedicesimo oggi praticamente non più reali ma che rifiuta i temi scottanti che scaturiscono nella
propria casa e costringono a una dura conversione?". Questo è tanto perché vi rendiate conto del
significato che a Roma ha potuto avere questo incontro. Io non ho altro da aggiungere. Se qualcuno
vuole (dire qualcosa).
Voce femminile: Dunque la domenica mattina, credo dal nuovo rito della messa, al momento della
comunione quando si dice "Signore io non sono degno che tu entri nella mia casa ma di' una parola
sola e l'anima mia sarà guarita" si debba dire solo una volta perché io, domenica mattina. essendo
nelle ultime file, sentivo una grande stonatura. Penso che questo sia brutto. Quindi le persone che
sono qui sono avvisate che va detto una volta sola.
Enzo M.: Non solo, ma sono cambiate anche alcune parole. Bisognerebbe averle qui. Sono cambiate
anche alcune parole. Si farà così magari: la notte di Natale le leggo io prima queste parole in
italiano perché sono un po' cambiate e voi le ripetete. Così si imparano anche e non si sta a
ciclostilare un foglio apposta per queste tre parole cambiate, perché praticamente non è cambiato
altro che questo. Nella messa, di parole è cambiato solo questo del "Signore non sono degno" che si
dice una sola volta e si dice con parole diverse. Ah! E' cambiata anche un'altra cosa: il confiteor.
"Confesso a Dio onnipotente". Nella prima parte sono tolti alcuni santi. Sembrano cose tanto
secondarie che noi non gli abbiamo dato molta importanza a queste cose qui. Quindi intanto si
comincia a cambiare questo "Signore io non son degno" e poi si cambierà anche il resto se è
necessario. La notte di Natale lo dico io prima da solo e poi lo ripetete voi. Io ho il libro davanti e so
come cambiare. Poi c'era anche il discorso della comunione con il pane. Disse appunto Aldo, se non
sbaglio mercoledì scorso, che si sarebbe affrontato un'altra volta. Effettivamente sarà bene dedicare
un po' di tempo a questi cambiamenti della messa fra cui questo del pane, vedere un pochino che
cosa si intende fare, in che modo. Perché è un po' difficile anche questo perché tra l'altro non è pane
questo. Se avessero detto: "Usate il pane" sarebbe andato bene. No, pane azimo, cioè pane non
fermentato. E dove si va a pescarlo il pane non fermentato? Allora è un po' un problema. Insomma
deve essere pane non fermentato. A questo punto o si usa il pane o si continua con l'ostia. Si fa il
pane noi? Bene, facciamolo! Però si rischia di farlo tanto duro che poi uno non lo rode, perché il
pane non fermentato fatto da noi diventa tutta crosta. Provate a farlo! Insomma si discuterà, si
discuterà un pochino. Ah! Sì? Il pane azimo vendono? Barboni in via della Vigna. Si andrà da
Barboni in via della Vigna! Si sentirà: si è perso un po' i contatti con questi negozi religiosi [Enzo M.
dialoga con la gente: dà risposte a delle proposte che vengono dall'assemblea, proposte comprensibili solo dalle parole di Enzo M.].
Comunque si sentirà un pochino, ci si renderà conto perbene.
Onda L.: Siamo rimasti indietro!
Voce femminile: Prima ci hanno fermato perché si camminava troppo, e ora siamo rimasti indietro!
Enzo M.: Io non so se c'è qualcuno che ha da dire qualche cosa. Potrei riferire un momento anche
sulla riunione degli invalidi che c'è stato domenica sera, per chi non c'era. Domenica sera, come voi
sapete, c'è stato il raduno mensile degli invalidi, nell'asilo. Insomma l'asilo è stato aperto e non si è
visto nessuno. La sera si è lasciato pulito. All'incontro era stato invitato… il raduno è stato di un
giorno intero perché due volte all'anno ci si raduna anche per mangiare insieme. La sera, poi, erano
state invitate alcune autorità ed è venuto soltanto il rappresentante del Commissario Prefettizio. Le
altre autorità si sono scusate ad hanno detto che verranno un'altra volta. Il rappresentante del
Commissario Prefettizio, il quale ha detto che gli era stato richiesto un novo salone per laboratorio,
da farsi sempre lì in quel terreno e alcune casette, delle case-famiglia per invalidi che sono soli,
sono in questi istituti di ricovero come Montedomini dove sono in cento letti in una sola stanza e
con un gabinetto solo. Voi non ci siete mai andati a Montedomini, ma bisognerebbe andarci perché
può capitare anche a qualcuno di noi di finirci lì! Capito? Perciò bisogna vederlo prima per rendersi
conto dove si andrà a finire. In ogni modo delle casette che dovrebbero venire di là dalle rete. Non
so se avete presente il terreno davanti al laboratorio degli invalidi. C'è un terreno, sempre della
parrocchia, che questi preti non vorrebbero dare agli invalidi ma il Vescovo si è impegnato ed è un
po' difficile che tornino indietro ora. Comunque ora si starà a vedere. Ad ogni modo questo
rappresentante del Commissario Prefettizio ha detto che avrebbe fatto di tutto per fare al più presto
questo nuovo fabbricato. Diversi di questi invalidi hanno presentato i loro gravissimi problemi in
una forma molto viva, molto impressionante anche perché i problemi loro sono problemi gravissimi
a volte, e insomma questa persona mandata dal Commissario Prefettizio si è trovato un po' a mal
partito effettivamente, perché davanti a problemi così grossi non sanno mai cosa dire questa gente.
E' gente che si porta a casa ogni mese le quattrocento o cinquecentomila lire e, quando si trovano di
fronte a della gente che per scendere le scale dal primo piano, non avendo nessuno, devono
scenderle col sedere e finire i calzoni e farsi venire le piaghe, questa gente si trova veramente a mal
partito. Effettivamente si è trovato a mal partito. Andò via molto sconvolto e speriamo che gli abbia
servito però per sollecitare questi impegni che si sono presi verso questi invalidi. E il prossimo
raduno sarà la terza domenica di gennaio. Ora non è che io abbia molte altre cose da dirvi. Se
qualcuno ha da parlare parla se no si va a letto.
Voce femminile: [Lontano dal microfono. Si capisce, anche dalla risposta di Enzo, che chiede notizie di padre Gamo].
Enzo M.: Padre Gamo. Di padre Gamo io sul giornale sono riuscito a vedere soltanto un piccolo
trafiletto e poi ho saputo che qualcuno ha ascoltato la radio. E risulta questo: che padre Gamo, il
parroco della parrocchia di Moratalaz vicino a Madrid, la famosa parrocchia di cui ci ha parlato
quel sacerdote che è venuto a dirci la messa, il domenicano padre Pedro Meca, quello con la barba
per intendersi - è stato anche lui un anno lì ed è riuscito a fuggire - questo padre Gamo che è stato
arrestato perché è stato denunziato per una predica, è stato processato il diciotto, è stato condannato,
sembra, a quanto mi risulta, a otto anni di galera - ne avevano chiesti nove, ne hanno ridotti uno - e
la esclusione per quattro anni dagli uffici pubblici, dai diritti civili, ecco, per sei anni. Questa è la
condanna pesantissima che è toccata a quest'uomo.
Voce femminile: E padre Barbieri?
Enzo M.: Padre Barbieri sta bene. Sta a Milano. Noi si è visto a Bologna, nell'incontro che si è
avuto a Bologna. Ah! Ecco se mai c'era Aldo… vai! dillo te!
Aldo D.S.: Dicevo questo: la notte di Natale si prevede che venga gente anche di fuori. Se qualcuno
ha qualche posto per dormire, per tenere qualcuno sarebbe bene che si mettesse in nota così almeno
se qualcuno ha bisogno di trovare un alloggio si sa dove mandarlo. Eventualmente ci potete pensare
su e domani, anche in giornata, in segreteria, tanto c'è sempre qualcuno, nel pomeriggio qui domani
qualcuno c'è a tutte le ore, dalle tre in poi può venire in qua e si segna e così si può provvedere.
Sergio G.: In questi giorni è venuto anche Mauro Bruni di Prato. E' venuto e lui disse che se poteva
avrebbe fatto una scappatina prima di Natale per rivedere voi. Soltanto si scusa perché è freddo.
Dice: io ho il "quarantotto" a venire da Narnali, laggiù, - è il motorino - si trova in difficoltà a
venire e poi anche lui diceva che sta prendendo contatto con delle fabbriche perché prenderà lavoro
e quindi ha avuto parecchie cose… sembra che vada, non so, sembra che vada in una vetreria e
quindi gli rimaneva un po' difficile venire qui. Però non è cambiato nulla assolutamente. E' capitato
un paio di volte qui, in casa. Anzi lui ha detto che è disposto a dire la messa e vorrebbe venirci con
delle persone della parrocchia con le quali è lì vicino. Poi c'è il discorso di Fabio.
Enzo M.: Stasera doveva venire anche don Fabio Masi. Mi aveva promesso che sarebbe venuto. Si
vede che non ha potuto e insomma Fabio ha detto che ci è molto vicino e sta cercando, insieme ad
altri sacerdoti, di vedere se è possibile fare qualche cosa per una soluzione della nostra questione
attraverso certe vie più diplomatiche ma, se come probabile andranno male, lui, insieme a questi
altri sacerdoti verranno a dire la messa, verranno insomma, torneranno ad esserci più vicino di
prima. In particolare don Fabio del Vingone. Ora cercano questa strada. Dice: vediamo se si riesce
ancora una volta attraverso il dialogo. Attraverso vie diplomatiche, ma se ancora una volta questa
strada dovesse risultare vana, vuol dire che veniamo con voi e si fa un'unica parrocchia. E così
anche don Borghi: mi ha telefonato, verrà la notte di Natale e insieme a noi celebrerà la messa e poi
anche forse questo sacerdote di Roma e anche altri ci saranno. Don Roberto Bonifacio, quello delle
Filippine, doveva essere a Firenze la notte di Natale. Ha scritto un biglietto con gli auguri per tutti
dicendo che gli è assolutamente impossibile venire ma è con tutto il cuore perché aveva già fatto
conto di essere qui con noi. Non può esserci insomma. Chi c'era poi? Don Collini. Don Collini
veramente l'ho perso di vista. Don Collini non si è rifatto vivo. E' venuto don Carlo Calamandrei e
altri sacerdoti. Mi ha detto don Carlo: "Io ho una gran paura, abbiate pazienza, sono ancora troppo
giovane, non mi riesce di levarmi questa paura da dosso, comunque piano, piano arriverò anch'io".
E così tanti altri preti. Carlo Calamandrei, quello infermiere. E' venuto sì. Allora che ci si dà la
buona notte? Ah! Vieni, vieni!
Sergio G.: Magari prima di andare via, se non vi dispiace, si riprova un po' quei canti. Una volta
sola eh!
Enzo M.: Questo è un mio amico di Partanna che è venuto insieme ad altri amici dalla Valle del
Belice. Questa sera c'è lui solo ma poi (verranno gli altri).
Voce maschile: Dalla Valle del Belice, di Partanna e, come molti di voi sanno, lì c'è una situazione
terribile per via della ricostruzione che non si avvia per niente perché purtroppo lo Stato non ne
vuol sapere. Se non ci diamo sotto non si verrà mai a ricostruire. Quel che è peggio adesso le
baracche - lo abbiamo saputo in questi giorni - le vogliono fare a Torino e a Milano invece che giù
nella Valle del Belice perché conviene fare questo a loro. Comunque laggiù la vicenda dell'Isolotto,
pur in mezzo a tante sventure, è molto sentita. E infatti noi, oltre alle nostre cose, siamo venuti qua
a solidarizzare con voi e domani sera saremo anche noi alla veglia. Invece di investire soldi per la
ricostruzione nella Valle del Belice hanno investito, vogliono investire quattrocento miliardi per
fare baracche a Torino e Milano che poi in quelle baracche ci andranno i siciliani. Cioè da baracche
a baracche. Capite che razza di roba? E' questo il sistema capitalistico. Che poi in realtà i problemi
siciliani, a guardarli meglio, sono i problemi di tutti. Non è che siano soltanto della Sicilia. Perché
in fondo a un operaio metalmeccanico di Firenze, di Torino o di Milano gli rompe le tasche che ci
vanno i meridionali e aumenta l'affitto e non c'è più posto e via dicendo. Intanto vale che i siciliani
rimangano a lavorare nella loro terra, come i pugliesi in Puglia e via dicendo, i fiorentini a Firenze.
Poi anche altre analogie che ci sono perché laggiù, purtroppo in Italia, dove c'è più ignoranza, la
gerarchia ecclesiastica è fortissima. In Sicilia io ne sono anche una vittima. Là i preti comandano
indisturbati e sono alleati con i padroni proprio anche loro. Dicono alla gente: state calmi, state
calmi e buoni e vedrete che tutto si aggiusterà. Ma in realtà sappiamo benissimo come vanno le
faccende. Quindi sono tante le analogie fra la valle del Belice e Isolotto. Importante è tenere un
collegamento costante e lottare di pari passo, ognuno nel proprio ambiente, non perderci di vista
perché più siamo e più probabilità abbiamo di spuntare la nostra battaglia: noi la ricostruzione e voi
qui e via dicendo.
[Con l'intervento di questo giovane della valle del Belice termina la registrazione dell'assemblea alle Baracche del 23 dicembre 1969. Gli ultimo 3040 giri della bobina sono vuoti].