le potenzialita` turistiche del parco nazionale dell`appennino lucano

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le potenzialita` turistiche del parco nazionale dell`appennino lucano
LE POTENZIALITA'
TURISTICHE DEL
PARCO NAZIONALE
DELL'APPENNINO
LUCANO - VAL D'AGRI
– LAGONEGRESE
Rapporto delle attività
di ricerca relative al progetto
Marzo 2010
La Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) è
un’istituzione non-partisan e non-profit che
svolge attività di ricerca nel campo dello
sviluppo sostenibile e della governance globale.
Riconosciuta dal Presidente della Repubblica nel
1989 e operativa dal 1990, la Fondazione è
diventata un’istituzione leader nel campo della
ricerca, in grado di fornire analisi puntuali e
obiettive su un’ampia gamma di temi
ambientali, energetici e di economia globale.
© FEEM - Documento redatto dal gruppo di ricerca
"turismo sostenibile" della Fondazione Eni Enrico
Mattei (Angelo Bencivenga, Livio Chiarullo, Annalisa
Percoco) e coordinato da Livio Chiarullo
[email protected], responsabile delle attività di
ricerca della sede FEEM di Viggiano
Fondazione Eni Enrico Mattei
Via del Convento, 16 – 85059 Viggiano (Pz) - Italia
Tel. +39.0975.350.729
Fax. +39.0975.350.729
E-mail: [email protected]
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Sede legale : Corso Magenta 63, Milano – Italia
INDICE
INTRODUZIONE
2
CAPITOLO 1.
5
INQUADRAMENTO SOCIALE, ECONOMICO ED AMBIENTALE
DEL PARCO NAZIONALE DELL'APPENNINO LUCANO - VAL D'AGRI - LAGONEGRESE
CAPITOLO 2.
IL TURISMO NELL'AREA DEL PARCO NAZIONALE DELL'APPENNINO LUCANO
8
2.1. L'opinione degli attori locali sul potenziale turistico dell'area
9
CAPITOLO 3.
LE POTENZIALITÀ TURISTICHE DEL PARCO NAZIONALE
DELL'APPENNINO LUCANO: L'INDAGINE SUL CAMPO
11
3.1. La strategia di somministrazione
3.2. Il profilo del turista del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano
3.3. L'interesse turistico per il Parco Nazionale dell'Appennino Lucano
3.4. Il valore del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano e della sua potenzialità
di sviluppo turistico: un esercizio di Valutazione Contingente
11
12
16
NOTE CONCLUSIVE
19
NOTA BIBLIOGRAFICA
21
16
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
INTRODUZIONE
L'attività di ricerca svolta nel 2009 dalla
Fondazione Eni Enrico Mattei (Feem) di
Viggiano si è concentrata sulle potenzialità del
turismo sostenibile in Basilicata analizzando in
particolare il rapporto tra turismo, aree protette
e sviluppo locale.
Alla base di tale scelta vi è la convinzione che
l'attività turistica rappresenta oggi un fattore
importante per la crescita economica di un
territorio 1 ed entra a pieno titolo nella sfera dei
fattori che influenzano lo sviluppo sociale e
culturale di molti paesi.
Nel Mezzogiorno poi, uscito dal lungo tunnel
dell'intervento straordinario che ha incentivato
un
modello
industriale
spesso
decontestualizzato e privo di reali legami con il
territorio 2 , puntare sull'attività turistica e sulla
tutela e valorizzazione delle risorse locali, non è
soltanto un obiettivo giusto in sé, ma
rappresenta anche una leva eccellente per avviare
processi di sviluppo locale partendo da risorse
endogene, preservate, spesso, anche meglio che
in altre parti d'Italia 3 .
1
Secondo l'Organizzazione Mondiale del Turismo
(2004) questo settore rappresenta, insieme al traffico
d'armi e prima dell'industria automobilistica e petrolifera,
l'attività economica principale a livello internazionale e
contribuisce all'11% del PIL mondiale.
2
Secondo molti studiosi il tentativo artificioso di
impiantare nel Mezzogiorno, secondo una logica top down,
la grande impresa a partecipazione pubblica, non ha
innescato alcun circolo virtuoso, favorendo semplicemente
la creazione di un mercato di sbocco per la produzione
dell'industria dell'Italia settentrionale o l'acquisto di
macchinari usati da altre imprese del nord (De Vito P,
2006).
3
L'arretratezza industriale e il carattere rurale di
molte aree del Sud, da questo punto di vista, rappresenta
2
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
La Basilicata, in particolare, è una delle regione
del Sud che sta vivendo una fase di sviluppo
turistico che è possibile definire ancora di
“esplorazione” (Butler, 1980) 4 . Fino ai primi
degli anni Novanta, infatti, questa regione, pur
dotata di significative risorse culturali,
enogastronomiche,
ambientali,
storicoarcheologiche, era poco nota alla gran parte dei
turisti italiani e stranieri (Telleschi 1997) e la
popolazione locale considerava il turismo un
settore marginale o del tutto privo di
opportunità di sviluppo (il 75% dei comuni della
Basilicata era privo di qualsiasi struttura di
supporto all'attività turistica). Se si escludono
poche località (come ad esempio Matera,
inserita nel 1993 dall'Unesco tra i beni
patrimonio dell'Umanità), la Basilicata, poco
meno
di
vent'anni
fa,
rappresentava,
turisticamente, il fanalino di coda delle regioni
d'Italia.
È solo a partire dalla seconda metà degli anni
Novanta che si assiste a una rivalutazione del
settore turistico che, grazie anche a una serie di
interventi messi in atto dall'Amministrazione
Regionale, evolve da policy marginale a settore
strategico per lo sviluppo economico e sociale
dell'intera regione. Gli ingenti investimenti, sia
pubblici che privati, rendono possibile un
potenziamento della dotazione di posti letto e la
nascita di nuove strutture ricettive, con ricadute
positive su tutta la filiera dell'ospitalità 5 .
Oggi la pianificazione turistica della Basilicata
sta attraversando una fase di svolta segnata in
modo particolare dall'approvazione del nuovo
quindi un limite che potrebbe rivelarsi un'opportunità da
cogliere.
4
Butler (1980) prevede diverse fasi evolutive,
ciascuna caratterizzata da una specifica relazione tra lo
sviluppo turistico e il grado di sfruttamento delle risorse
che costituiscono la base su cui poggia tale attività
economica. Nella fase di esplorazione il numero dei turisti
“pionieri” è modesto, vi sono pochi servizi di base per i
visitatori, l’ambiente è incontaminato In quella del
coinvolgimento la popolazione locale intravede potenzialità
economiche nel turismo ed inizia ad organizzarsi. Seguono
poi la fase dello sviluppo, quella del consolidamento, e
quella della saturazione durante la quale la comunità locale
inizia a prendere coscienza dei problemi economici, sociali
e ambientali provocati dal turismo di massa. Infine la fase
di post-saturazione che può seguire due traiettorie
differenti: a) definitiva perdita di competitività della
destinazione e declino turistico dell'area b) le autorità locali
si attivano per individuare nuovi segmenti di clientela,
diversificare l'offerta, rivitalizzare l’immagine della
destinazione.
5
Dal 1999 al 2008 gli arrivi (italiani e stranieri) in
Basilicata sono cresciuti di circa 100.000 unità e le presenze
di circa 500.000 unità. (Agenzia di promozione territoriale,
2009)
Piano turistico regionale (Ptr), recentemente
licenziato dalla Giunta Regionale (agosto 2009),
a cui ha fatto seguito il bando relativo ai
Pacchetti di offerta turistica integrata (PIOT) per
il quale la Regione ha stanziato circa 80 Meuro.
Si tratta di un'iniziativa che promuove azioni e
interventi volti a realizzare uno sviluppo turistico
integrato, in grado di mettere in rete i differenti
attori e le innumerevoli attrazioni culturali,
naturali e paesaggistiche presenti sul territorio
regionale. La sensibile evoluzione rispetto a
policy attivate in precedenza su questi temi è
rappresentata dal ruolo propulsore affidato alla
parte privata che, oltre a definire risorse e
territori da inserire nel pacchetto di offerta
turistica,
deve
contribuire,
anche
economicamente, alla realizzazione dell'idea. La
sfida è quella di stimolare l'imprenditoria privata
a farsi promotrice e responsabile di un progetto
di sviluppo condiviso con gli attori pubblici
locali e in sintonia con le linee strategiche della
Regione (definite nel recente Piano turistico
regionale).
In questo contesto così dinamico ma ancora in
evoluzione (i PIOT sono appena stati presentati
e occorre ancora capire che tipo di impatti
avranno sull'intero sistema regionale) si inserisce
l'attività di ricerca condotta dalla FEEM nel
corso del 2009 e finalizzata ad analizzare le
potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano, Val d'Agri, Lagonegrese.
Si tratta di un'area che sta attraversando una
delicata fase di ridefinizione del proprio assetto
socio- economico e che negli ultimi anni è stata
oggetto di importanti politiche territoriali legate
da un lato al vasto giacimento petrolifero
presente nel sottosuolo di questa regione,
dall'altro all'avvio delle attività dell'Ente Parco,
di recente istituzione.
Nonostante le grandi potenzialità turistiche
(legate non solo al patrimonio naturalistico ma
anche
alla
presenza
di
prodotti
enogastromonici, culturali e storico-archeologici
di pregio), la Val d'Agri ancora oggi risulta solo
marginalmente interessata dai flussi turistici.
Numerosi sono i progetti di valorizzazione e
promozione in fase di definizione, legati sia
all'avvio delle attività del Parco (connesse anche
a una valorizzazione ecoturistica dell'area), sia
alle risorse energetiche qui presenti (quale ad
esempio la realizzazione di un parco tematico
delle energie). Questo fermento di attività e di
progettualità permette di ipotizzare nel mediolungo periodo il potenziamento del settore
turistico che potrebbe divenire una delle
3
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
principali attività economiche dell'area con
impatti positivi sull'intera economia locale.
Il turismo natura, infatti, da settore di nicchia
sta divenendo sempre più attività economica di
rilievo per molte realtà caratterizzate da un
patrimonio naturalistico ancora intatto e da
forme di socialità che conservano i propri
caratteri identitari. I dati resi noti dal rapporto
Ecotur (Osservatorio permanente sul turismo
natura, 2010) mostrano come in Italia,
nonostante la crisi in atto e la contrazione della
domanda, questo settore stia registrando una
costante crescita. Il 2009, infatti, si è chiuso con
99 milioni di presenze (+3,3% rispetto al 2007 e
+ 1,2 % rispetto al 2008) e con un fatturato di
circa 10,7 miliardi di euro (+ 9% rispetto al 2007
e + 1,9 % rispetto al 2008). I parchi e le aree
protette sono tra le mete principali di questa
nuova domanda turistica e, secondo un'indagine
di Federculture e Federparchi del 2009, possono
essere considerati dei veri motori dell'economia
locale attivando un giro d'affari (per turismo,
agricoltura, servizi, artigianato, commercio) di
circa 2 miliardi all'anno con un impatto
occupazionale complessivo stimato in 86.000
posti di lavoro.
e meglio inquadrare il tema generale della
ricerca. Nella fase successiva sono state svolte
interviste ed incontri con alcuni attori chiave sia
locali che regionali, con l'obiettivo di integrare la
ricognizione critica, ma per certi aspetti generica,
della fase precedente con le testimonianze e le
opinioni di alcuni attori del settore della
programmazione e della gestione del turismo
locale. Una volta definito il campo di indagine,
delineata la maglia degli attori e delle loro
relazioni, e dopo aver messo in luce anche i
punti di forza e di debolezza del potenziale
turistico della Val d'Agri, si è passati alla
definizione di un questionario sottoposto ai
turisti in vacanza in Basilicata. L'indagine si è
conclusa con l'analisi dei dati che ha permesso
di delineare delle possibili strategie di policy per
lo sviluppo turistico dell'area.
Di seguito si presenta la ricerca condotta dalla
Feem 6 , utilizzando tecniche di indagine qualiquantitative
(interviste,
focus
group,
questionari). Le pagine che seguono presentano
il contesto, anche teorico, in cui si inserisce lo
studio, gli obiettivi, le fase dell'indagine e, infine,
i principali risultati raggiunti.
Lo studio aveva l'obiettivo di analizzare le
potenzialità
ecoturistiche
del
Parco
dell'Appennino Lucano, individuare gli eventuali
ostacoli che ne limitano lo sviluppo turistico e,
infine, definire servizi e strategie da mettere in
atto per valorizzare tale risorsa.
Il lavoro di ricerca, seguendo un processo misto
deduttivo-induttivo, è stato sviluppato partendo
da un background conoscitivo grazie al quale si
sono definite le ipotesi, successivamente
riconsiderate, messe in discussione e, in alcuni
casi, modificate grazie all’osservazione e al
contatto diretto con la realtà.
Il percorso di ricerca è stato articolato in 4 fasi.
Si è partiti da un'analisi teorico-bibliografica con
l'obiettivo di delineare il contesto di riferimento
6
L'indagine è stata condotta da L. Chiarullo e A.
Percoco con il contributo di Margaretha Breil, Mariaester
Cassinelli, Antonella Gatto, Elisabetta Fortunato,
Annunziata Gargaro. Tutti ricercatori della Fondazione Eni
Enrico Mattei.
4
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
CAPITOLO 1
INQUADRAMENTO SOCIALE,
ECONOMICO ED
AMBIENTALE DEL PARCO
NAZIONALE
DELL'APPENNINO LUCANO VAL D'AGRI – LAGONEGRESE
Il Parco Nazionale dell'Appennino Lucano – Val
d'Agri – Lagonegrese è stato formalmente
istituito con il D.P.R. dell'8 dicembre del 2007,
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.55 del
05.03.2008, al termine di un iter burocratico
alquanto burrascoso 7 .
Il territorio del Parco Nazionale dell'Appennino
Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese occupa l’area
Sud Ovest della Basilicata 8 . Si estende su una
superficie di circa 700 Kmq e interseca i bacini
idrografici di quattro fiumi: il Basento, l'Agri, il
Sinni e il Noce.
Da un punto di vista fisico, l'area risulta
fortemente disomogenea, includendo realtà
geograficamente distanti e morfologicamente
differenti che comprendono la piana dell'Agri e
7
Il Parco viene inserito tra le aree prioritarie di
reperimento con la legge n.394/1991. La legge n. 426/1998
ne sancisce l'istituzione e destina per l'avvio e il
funzionamento del Parco un finanziamento da erogarsi
nelle annualità 1998 e 1999. La perimetrazione ufficiale,
dopo un complesso iter concertativo, avviene con Delibera
del Consiglio Regionale della Basilicata n.552 del 23
dicembre 2002. Il D.P.R. che avrebbe dovuto rendere
effettiva l'istituzione del Parco e la relativa zonazione viene
però bloccato dalla Corte dei Conti nel 2006 che ne
evidenzia alcune non conformità nella Delibera Regionale
n.552 del 2002. La tormentata vicenda sull'istituzione del
Parco Nazionale Appennino Lucano - Val d'Agri –
Lagonegrese si conclude con il DPR dell' 8 dicembre 2007
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.55 del 05.03.2008 che
sancisce l'effettiva istituzione del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano, Val d'Agri, Lagonegrese.
Nell'ottobre 2008 l'Ing Domenico Totaro viene nominato
dal Ministrero dell'Ambiente, Commissario straordinario
dell'Ente Parco. Una nomina che suscita proteste da parte
della Regione (il provvedimento viene anche impugnato
davanti al TAR) che si sente esautorata dei poteri che, in
materia, la legge 394/1991 attribuisce alla Regione. Il Parco
Nazionale dell'Appennino Lucano è tutt'ora commissariato.
8
Rientrano in questo territorio 29 comuni della
provincia di Potenza: Abriola, Anzi, Armento, Brienza,
Calvello, Carbone, Castelsaraceno, Gallicchio, Grumento
Nova, Lagonegro, Laurenzana, Lauria, Marsico Nuovo,
Marsicovetere, Moliterno, Montemurro, Nemoli, Paterno,
Pignola, Rivello, San Chirico Raparo, San Martino d'Agri,
Sarconi, Sasso di Castalda, Satriano di Lucania, Spinoso,
Tito, Tramutola e Viggiano.
del lago del Pertusillo, il paesaggio montano dei
rilievi orientali ed occidentali, le aree carsiche del
monte Raparo.
Fig 1 Il territorio del Parco Nazionale
Appenino Lucano, Val d'Agri, Lagonegrese
Il territorio è connotato da una densità
demografica molto bassa, pari a 45 abitanti per
kmq, nettamente inferiore a quella regionale (61
ab/kmq) che, a sua volta, risulta essere inferiore
sia alla densità demografica del sud Italia (168
ab/kmq) sia a quella nazionale (190 ab/kmq).
Il sistema insediativo è caratterizzato da centri di
piccole dimensioni 9 , legati in parte anche alle
inclinazioni dei pendii che rendono difficoltosa
l'espansione. Il fondovalle ospita un sistema
diffuso di abitazioni rurali organizzato in frazioni
o frammentato sul terreno agricolo.
La struttura della popolazione residente è
soggetta alle conseguenze di una continua
emigrazione: con un indice di vecchiaia che
supera non solo la media nazionale, ma anche
quella regionale 10 . Lo spopolamento è un
fenomeno che interessa il territorio del Parco,
come molte altre aree interne della Basilicata,
dai primi del Novecento. Inizialmente erano la
miseria e le precarie condizioni del tessuto
produttivo a rendere quasi obbligatorio
l'abbandono di queste zone impervie e spesso
malsane (D'Alessandro, 1974). Oggi invece
9
Secondo quanto riportato dal 14° Censimento
Generale della Popolazione e delle Abitazioni (ISTAT, 2005)
i comuni del Parco contavano nel 2000, complessivamente,
una popolazione di 90.581 residenti.
10
Nel 2001 l’indice di vecchiaia (numero di persone
con età ≥ 65 anni per ogni cento giovani con meno di 14
anni) era pari a circa 130 nell’area della Val d’Agri, mentre
il valore regionale era di 113,7(ISTAT, 2005).
5
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
coloro che lasciano la Basilicata sono per lo più
giovani, diplomati e laureati, alla ricerca di un
mercato del lavoro maggiormente dinamico e
adeguato alla propria formazione e alle proprie
aspettative (Strazza, 2008). Il fenomeno sta
assumendo dimensioni allarmanti e rischia di
raggiungere una soglia critica superata la quale
sarà molto difficile ritornare indietro. L’esodo,
infatti, provoca nei centri urbani, oltre
all’erosione del tessuto sociale, anche una
contrazione dei servizi alla persona. I centri
urbani di piccole e medie dimensioni della Val
d'Agri
rischiano
di
veder
chiudere
progressivamente, a causa del ridotto numero di
abitanti, scuole, farmacie, uffici postali e
risultare così sempre meno “vivibili” per i
residenti che troverebbero nuovi motivi per
abbandonare questo territorio.
L’economia locale è tutt’ora dominata dal
settore agricolo, che rappresenta l’attività con il
più alto tasso di occupati, seguito da quello dei
dipendenti della pubblica amministrazione (PIT
Val d'Agri, 2003). Nonostante numerose piccole
imprese siano state create negli anni Settanta Ottanta
grazie
a
incentivi
statali 11 ,
l’industrializzazione stenta ad affermarsi. Si
tratta infatti di attività industriali nate nel
tentativo di clonare casi di successo realizzati in
altre parti d'Italia ma spesso prive di un reale
collegamento con l'assetto produttivo locale. Il
risultato è stato, quindi, la realizzazione di
attività imprenditoriali che non sono riuscite a
innescare un processo di sviluppo economico
con impatti significativi sul sistema economico
locale.
Il settore terziario si concentra in modo
particolare nei comuni di valle, più popolosi ed
economicamente più dinamici rispetto a quelli
delle aree montane. Sono sostanzialmente poco
diffusi i servizi alla persona, alle imprese e al
turismo.
Nonostante i recenti investimenti legati allo
sfruttamento dei giacimenti petroliferi, il
territorio della Val d’Agri presenta un tasso di
disoccupazione elevato (16%), superiore alla
media regionale che, a sua volta, è superiore di 7
punti percentuali alla media nazionale (PIT Val
d'Agri, 2003).
Il patrimonio ambientale e naturalistico del
Parco e del territorio sul quale si sviluppa è
11
In particolare risorse economiche legate alla
Cassa per il Mezzogiorno, istituita con la legge 646 del 10
agosto 1950 e alla ricostruzione post-sisma del 1980
(Legge 219/81).
“bifronte”, caratterizzato da un lato dalla
presenza del giacimento più importante
dell'Europa continentale e, dall'altro, da un
patrimonio faunistico e floristico di grande
rilievo. All'interno del Parco ricadono, infatti, 14
siti 12 inseriti nella rete europea Natura 2000. Si
tratta di 12 Siti di Importanza Comunitaria (SIC)
e di 2 Zone di Protezione Speciale (ZPS)
all'interno dei quali sono presenti numerose
specie animali protette tra cui il lupo, la lontra,
la faina, l'airone bianco, la cicogna bianca.
L’area montuosa, con vette che superano anche i
2000 m, è attraversata dal fiume Agri, che forma
in questa valle uno dei più grandi invasi artificiali
d'Italia, il “lago” del Pertusillo. La struttura
calcarea dei complessi montuosi e le terre rosse
dei relativi altopiani generano un paesaggio
variegato ed aspro, ricco di qualità sceniche ed
ambientali che hanno il proprio baricentro fisico
e visivo proprio nel lago del Pertusillo.
A questo patrimonio ambientale e paesaggistico
si affianca un'altra risorsa naturale di grande
valore, il petrolio, la cui scoperta in Basilicata si
fa risalire al 1930 - 1940, periodo in cui nel
comune di Tramutola, nella parte interna della
regione, vengono perforati i primi pozzi. La
produzione, inizialmente modesta, viene
bloccata negli anni Cinquanta, anche a causa
del contesto storico e geopolitico internazionale.
In seguito, l'emergenza petrolifera degli anni
Settanta e l'innovazione tecnologica nella ricerca
e nello sviluppo dei giacimenti danno avvio a
una nuova campagna esplorativa che, nel corso
degli anni Ottanta, porta alla scoperta dei
giacimenti di petrolio più importanti della
Basilicata, situati rispettivamente nella Valle
dell'Agri e nell'area dell'Alto Sauro. Nel loro
insieme queste due aree costituiscono uno dei
maggiori giacimenti on-shore 13 dell'Europa
Continentale. Il giacimento della Val d'Agri, in
particolare, si estende su una superficie di
61.515 ettari 14 , con riserve stimate in 490
milioni di barile di olio equivalente (Currà,
2001).
12
Il Bosco di Rifreddo, il Monte Pierfaone, la Serra
di Calvello, la Montagna Grande di Viggiano, il Monte
Caldarosa, il Lago del Pertusillo, la Faggeta di Moliterno, la
Murgia S.Lorenzo, il Monte Raparo, il Monte Sirino, il
monte Volturino e la riserva naturale dell'Abetina di
Laurenzana.
13
On-shore: area di ricerca e produzione di
idrocarburi in terraferma
14
Relazione del Vice Presidente della Giunta
Regionale, Gli interventi regionali concernenti lo
sfruttamento petrolifero, Regione Basilicata 4/12/2001
6
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
Un'altra risorsa importante del territorio è
rappresentata dal patrimonio archeologico,
storico e artistico, testimonianza delle numerose
civiltà che, nel corso dei secoli, hanno abitato
questi luoghi. All'occupazione dei Lucani,
avvenuta tra il V e il IV secolo a.C., infatti, seguì
nel III secolo a.C. quella dei Romani (che
fondarono la colonia di Grumentum). Terminata
la dominazione romana si avvia una fase
caratterizzata dalla diffusione del cristianesimo e
dalle dominazioni normanne, longobarde ed
angioine. Questo alternarsi di popolazioni e
culture differenti hanno lasciato in tutta la
regione e, quindi, anche in Val d'Agri, un ricco
patrimonio sia materiale (di rilievo i palazzi
signorili di Pignola, il sito archeologico di
Grumentum, il castello di Brienza, il monastero
basiliano di San Chirico Raparo), sia
immateriale rintracciabile in molte usanze e feste
tradizionali. Se a questi beni si aggiungono le
numerose tipicità enogastronomiche (tra cui il
fagiolo di Sarconi, il canestrato di Moliterno,
l'olio di Montemurro; il vino Grottino di
Roccanova; il vino Terre dell'Alta Val d'Agri), si
intuisce come la messa a valore, anche per fini
turistici, di questo “articolato” patrimonio
territoriale potrebbe rappresentare una leva per
creare nuove connessioni tra risorse endogene e
sviluppo e rinsaldare, così, i processi di crescita
economica e occupazionale al territorio.
7
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
CAPITOLO 2
IL TURISMO NELL'AREA
DEL PARCO NAZIONALE
DELL'APPENNINO LUCANO
Fino agli anni Novanta la visibilità turistica di
questo territorio è stata scarsa e legata
soprattutto ai viaggi d'affari oppure al turismo
invernale. Le uniche realtà capaci di attirare
visitatori e con un'adeguata capacità ricettiva
erano Viggiano (conosciuto e frequentato
soprattutto d'estate in occasione della festa
della Madonna Nera, Santa Patrona della
Basilicata) e le località sciistiche del Volturino e
del Sirino.
Si inizia a ipotizzare uno sviluppo di quest'area
come possibile meta di un turismo di nicchia
con il primo Piano turistico regionale del 2001.
Negli stessi anni l'avvio dei Progetti Integrati
Territoriali (PIT), prima, e dei Piani di Sviluppo
Locale dei Gruppi di Azione Locale (GAL), dopo,
mettono in campo una serie di azioni e progetti
finalizzati
proprio
alla
promozione
e
valorizzazione turistica dell'area 15 . Si diffonde
infatti la consapevolezza che le potenzialità
15
Tra le iniziative volte allo sviluppo e al sostegno
dell'incoming turistico dell'area si segnalano: l'adesione da
parte del Gal Akiris al progetto di cooperazione
transnazionale “I cammini d'Europa” finalizzato a
promuovere anche turisticamente i percorsi del culto
mariano da Santiago de Compostela a Brindisi; l'adesione,
sempre del Gal Akiris, al progetto di cooperazione
interregionale, “Itinerari Arcobaleno”, all'interno del quale
il Gal ha proposto “Il tempo ritrovato. Alla scoperta della
Val d'Agri”, iniziativa finalizzata a far conoscere luoghi
suggestivi ma ancora poco noti della Val d'Agri; o ancora,
la partecipazione del Pit Val d'Agri al progetto Interreg
“Musmet - Museums in network: european children and
local cultures” volto alla conservazione e valorizzazione
delle risorse culturali locali. A questi progetti si sono
affiancati, inoltre, una serie di bandi per finanziare
interventi di recupero, anche infrastrutturale, del
patrimonio architettonico e culturale a fini turistici. Il Pit
Lagonegrese-Pollino, nell'ambito del “Sostegno a
investimenti finalizzati alla promozione di attività
economiche ecocompatibili previsti dalla Misura 1.4 azione
C del POR Basilicata 2000/2006, ha messo a disposizione
delle imprese locali una somma di € 600.000,00 per la
valorizzazione di attività sportive e del tempo libero all'aria
aperta ecocompatibili (escursionismo, arrampicata, sci di
fondo, orienteering, birdwatching, canoa, ippoturismo,
torrentismo, tiro con l'arco, pesca sportiva) e servizi
ambientali turistici (guida turistica, guida escursionistica e
ambientale, guida esclusiva del Parco Nazionale del Pollino,
interprete, accompagnatore, e animatore turistico); le
iniziative sono state tutte realizzate. Il Pit Alto Basento,
nell'ambito del progetto AZ n.3/PIT/2005, ha presentato
un progetto di intervento per l'ospitalità diffusa.
turistiche di questi luoghi, che includono aree
archeologiche di interesse nazionale, borghi
antichi, testimonianze artistiche, scenari naturali
di pregio e tradizioni locali, sono in linea con le
aspettative del turista moderno, che ricerca una
pluralità di esperienze emozionali, affiancate alla
possibilità di differenziare/personalizzare il
soggiorno in relazione ai propri interessi
(Regione Basilicata, 2009). Fragilità e criticità,
quali l'isolamento geografico, l'arretratezza di
alcune aree, o la scarsa accessibilità diventano
quindi elementi singolari che potrebbero
catalizzare le nuove tipologie di viaggiatori.
Oggi, tuttavia, nonostante le innumerevoli
iniziative attuate, la visibilità e l'attrattiva
turistica di quest'area risultano essere ancora in
una fase embrionale. Molte delle risorse presenti
nell'area sono ancora scarsamente valorizzate e
turisticamente poco accessibili, a causa anche di
un grave ritardo nell'organizzazione di servizi e
strutture adibite per tali scopi 16 . La gran parte
delle iniziative, culturali, enogastronomiche,
escursionistiche, inoltre, hanno carattere
estemporaneo o limitato a brevi periodi
dell'anno: poche sono le attrattive permanenti in
grado di offrire itinerari costantemente fruibili.
Limite questo legato, in parte, alle ridotte
possibilità dei tanti piccoli comuni a sostenere,
da soli, sia economicamente sia in termini di
programmazione, progetti turistici di più ampio
respiro, che richiedono spesso un'elevata
specializzazione nel settore.
Si è assistito in questi anni, quindi, a un
proliferare di attività e iniziative, un “ingorgo
progettuale” che ha frammentato le risorse
economiche riducendo sensibilmente l'efficacia
delle politiche messe in atto. Questo è
testimoniato ad esempio dal tasso di sviluppo
turistico di quest'area, tra i più bassi della
regione. I dati dell'Agenzia di promozione
territoriale della Basilicata (Apt, 2009), infatti,
mettono in evidenza come nell'intervallo 19992008, il Sistema turistico locale “Parchi e Aree
Protette” 17 , all'interno del quale ricade il
territorio
del
Parco,
abbia
espresso,
16
Scarsa è anche la dotazione di servizi turistici
legati al Parco Nazionale. A oggi mancano centri visita,
materiali informativi, percorsi e sentieri segnalati, aree
attrezzate, guide del Parco, foresterie. Le uniche strutture di
supporto a una fruizione turistica del Parco sono i Centri di
Educazione Ambientale presenti in alcuni comuni dell'area
che promuovono sul territorio attività di informazione ed
educazione ambientale anche con finalità turistiche.
17
I Sistemi turistici locali sono stati istituiti in
Basilicata con la Legge regionale 135/2001 che ne individua
in tutto 5: il Stl “Potenza e Vulture Melfese”; il Stl “Parchi e
Aree Protette”; il Stl “Maratea e i monti del Sirino”; il Stl
“Collina Materana”; il Stl “Costa ionica”.
8
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
relativamente al mercato italiano, una
performance negativa, sia in termini di arrivi che
di presenze. Nello specifico, si è passati dai
19.600 arrivi del 1999 ai 18.600 del 2008. In
termini di presenze, l'andamento risulta ancora
più negativo, oscillando tra le 71.000 del 1999 e
le 53.000 del 2008.
Nonostante le performance degli ultimi anni non
abbiano rispettato le attese degli operatori, la
convinzione che quest'area possa rappresentare,
nel medio-lungo periodo, un'importante meta
turistica è confermato dagli investimenti e dai
progetti che, a livello regionale, continuano a
essere portati avanti, sostenuti, in parte, anche
dalle royalties 18 di cui la maggior parte dei
comuni del Parco beneficia.
Nell’ambito di questa attività di valorizzazione
culturale e ambientale, si colloca il progetto,
presentato di recente, per la realizzazione di un
parco tematico delle energie che dovrebbe
sorgere a ridosso dell'area protetta. Si tratta di
un progetto complesso, promosso dalla Giunta
regionale e ideato dall’Agenzia di promozione
territoriale 19 , a metà strada tra un polo
scientifico, da intendersi quale luogo per la
18
La materia delle royalties è trattata per la prima
volta a livello nazionale nel 1996 con il D.lgs. 625 che
dispone il pagamento delle royalties da parte delle
compagnie petrolifere nella misura del 7% del valore del
greggio. Il gettito viene ripartito per il 55% a favore delle
Regioni, per il 15% a favore dei comuni interessati dalle
estrazioni e per il 30% a favore dello Stato.
Successivamente, la legge 140 del 1999 precisa che “alle
regioni a statuto ordinario incluse nell’Obiettivo n.1 viene
corrisposta anche l’aliquota del 30% destinata allo Stato”,
in pratica con la L. 140 tutte le royalties vengono trasferite
alle Regioni. La regione Basilicata dall’1 gennaio 2007,
essendo uscita dall’Obiettivo 1, non avrebbe più avuto
diritto a ricevere il 30% di competenza dello Stato se non
fosse intervenuta una modifica legislativa, introdotta con L.
296 del 2006, che dispone la modifica della legge 140/99
sostituendo alla frase “regioni a statuto ordinario incluse
nell’obiettivo 1” con “regioni ricomprese nell’area del
Mezzogiorno”.
Nel rapporto della Banca d'Italia del 2009, relativo
all'economia della Basilicata nel 2008, si legge che “nel
periodo 2002-2008, la Regione ha percepito royalties per
un importo complessivo di 383,8 milioni di euro, di cui
102,6 milioni solo nell’ultimo anno, in connessione con i
valori particolarmente elevati delle quotazioni petrolifere.
Complessivamente, tenendo conto anche di quelle di
competenza dei Comuni interessati dalle estrazioni, le
royalties percepite nel periodo 2002-2008 sono state pari a
451,6 milioni di euro” (Banca Italia, 2009).
19
Per la realizzazione di quest'opera la Regione
Basilicata ha concesso uno stanziamento pari a 30 milioni
di euro. Circa la metà dei fondi saranno utilizzati per la
progettazione e realizzazione del parco tematico, i restanti
15 milioni, invece, serviranno a completare e integrare le
attrattive turistiche già presenti sul territorio, a promuovere
l’imprenditoria locale, ad implementare azioni di marketing
turistico.
ricerca e la formazione, e un parco tematico a
carattere ludico-spettacolare. Alla base di tale
idea progettuale vi è la convinzione che il tema
dell'energia possa rappresentare un tratto
identitario per questo territorio e ne sintetizzi
alcuni elementi significativi. Si propone cioè un
ribaltamento di prospettiva: il tema dell'energia
(considerata in tutte le sue forme) da detrattore
diviene fattore peculiare e integrato con lo
spirito del luogo, degno di essere valorizzato e
promosso anche per fini turistici.
2.1 L'opinione degli attori locali sul
potenziale turistico dell'area
Al fine di ottenere un’analisi dello sviluppo
turistico dell’area di studio il più possibile
rispondente alla realtà, la fase di ricerca e analisi
della letteratura è stata affiancata da una
consultazione diretta che ha coinvolto alcuni
stakeholders pubblici e privati del territorio.
Si è proceduto seguendo quello che è
comunemente
indicato
come
metodo
"snowball" (Goodman, 1961; Erickson, 1978).
Si è partiti da alcuni attori focali, individuati
all'interno del contesto oggetto di studio, a cui,
in occasione di alcuni incontri preliminari alla
ricerca, è stato chiesto di indicare altri
stakeholder che ritenessero significativi rispetto
al tema oggetto di analisi.
Obiettivi di questa azione di partecipazione
erano: da un lato indagare sulla percezione delle
cause della performance turistica negativa
dell'area; dall’altro ascoltare le opinioni circa i
futuri progetti di sviluppo turistico del territorio.
Sono state quindi organizzate circa 15 interviste
con attori locali e, successivamente, una tavola
rotonda, che ha coinvolto più di 20 persone
legate al settore del turismo e della
programmazione economica della Basilicata 20 .
Le principali questioni emerse in questa fase
sono riconducibili ad alcuni nodi tematici:
frammentarietà dell'offerta e mancanza di
network tra gli operatori del settore; valenza del
20
Sono stati ascoltati: due esponenti della Regione
(uno afferente all'Assessorato alle Attività Produttive e uno
all'Assessorato all'Ambiente); uno dell'Agenzia di
promozione territoriale (Apt); il Commissario dell'Ente
Parco Nazionale dell'Appennino Lucano-Val d'AgriLagonegrese; un rappresentante del Gal Akiris; il manager
del Pit Alto Val d'Agri; un esponente del mondo
associazionista (Centro di educazione ambientale di
Viggiano - WWF) e uno del settore imprenditoriale
(Presidente del Consorzio Turistico Alta Valle dell'Agri).
Il tavolo di lavoro, invece
ha coinvolto
rappresentanti degli Enti Parco (Regionali e Nazionali) della
Basilicata, esponenti della Regione, delle
Comunità
Montane, dei Gal, dell'Agenzia di promozione territoriale.
9
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
parco tematico delle energie; ruolo del Parco
Nazionale quale volano per lo sviluppo dell'area.
Innanzitutto si constata come la strategia del
POR 2000-2006, per l'utilizzo in Basilicata dei
Fondi strutturali dell'UE, abbia incentivato il
finanziamento di tante medio-piccole iniziative 21
che hanno permesso di dare alla Val d'Agri, al
Lagonegrese e alla Val Camastra una visibilità
turistica, prima quasi inesistente. Oggi esistono,
infatti, molti “contenitori” culturali (Civita,
2010), in alcuni casi anche inutilizzati, e micro
attrazioni
sviluppate
però
senza
un
coordinamento e privi in molti casi di una
comune visione strategica di medio-lungo
periodo. Si delineano, quindi, dei territori
ancora privi di un prodotto turistico capace di
sintetizzarne le specificità, pensato e costruito
per presentarsi in modo organico sul mercato
delle
destinazioni
turistiche
italiane
e
conquistarvi un proprio spazio.
Il parco tematico delle energie è riconosciuto
come un progetto che potrebbe realmente
costituire un'occasione di crescita per la
comunità locale e per il territorio. È infatti
considerato un macroattrattore che potrebbe
dare visibilità al territorio e innescare quindi un
processo moltiplicatore favorevole non solo allo
sviluppo turistico dell'area. Si evidenzia inoltre
come il parco tematico, sorgendo in un'area (la
Val d'Agri) centrale rispetto al territorio del
Parco Nazionale, potrebbe fungere da cerniera
tra tre “anime territoriali” del Parco Nazionale
stesso (Val d'Agri, Val Camastra e Lagonegrese),
e rappresentare quindi anche uno strumento per
“avvicinare” questi territori e per farli dialogare
in vista di un progetto comune. Non mancano,
però, valutazioni “critiche” in modo particolare
in riferimento alla tipologia di intervento che va
a innescarsi in un territorio dalla marcata
vocazione naturalistica. Si rilevano anche alcune
criticità che potrebbero comprometterne il
successo tra cui la scarsa propensione dei
privati a investire nel settore turistico
(considerato ancora da molti privo di grandi
possibilità di sviluppo) e la presenza di un gran
numero di stakeholders pubblico-privati che
operano nell'area, privi di una strategia comune
e, in alcuni casi, anche in conflitto tra loro.
Infine, particolare enfasi viene data alla recente
istituzione del Parco Nazionale, vocato
innanzitutto a tutela e salvaguardia del ricco
patrimonio floristico e faunistico presente
nell'area. Tale azione viene vista come
precondizione per qualsiasi progetto di sviluppo,
non solo turistico. Il Parco Nazionale, però, per
quanto rappresenti per tutti gli intervistati un
valore aggiunto per il territorio, pone degli
interrogativi legati alla perimetrazione dell'area
sottoposta a vincolo. Si tratta, infatti, di un'area
che interessa, a macchia di leopardo, tre nuclei
territoriali (quello della Val d'Agri, quello del
Lagonegrese e quello della Val Camastra),
distinti da un punto di vista antropologico e
socio-economico, oltre che fisico e che, proprio
per questa eterogeneità interna, potrebbe
incontrare difficoltà nell'attuare politiche e
strategie di gestione unitarie.
21
Dal rapporto “La spesa delle regioni per il
turismo” (Confturismo, 2007), emerge come dal 2002 al
2006 in Basilicata, per ogni arrivo ufficiale registrato, siano
stati spesi, in media, 153 euro. Il valore più alto a livello
nazionale.
10
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
CAPITOLO 3
LE POTENZIALITÀ
TURISTICHE DEL PARCO
NAZIONALE
DELL'APPENNINO LUCANO:
L'INDAGINE SUL CAMPO
L’analisi della domanda turistica (anche
potenziale) del Parco Nazionale della Val d’Agri
è stata effettuata attraverso la somministrazione
di un questionario, indirizzato ai fruitori del
Parco, strutturato con un triplice obiettivo:
definire la figura del turista tipo dell’area;
indagare circa il grado di interesse per un
possibile sviluppo dell’area dal punto di vista del
turista potenziale dell’area stessa; e infine
stimare, attraverso un esercizio di valutazione
contingente, il valore dell’area e della sua
potenzialità di sviluppo turistico.
Il questionario è stato suddiviso in tre sezioni. La
prima ha l'obiettivo di delineare il profilo
turistico dell'intervistato. Si indaga, nello
specifico, sulla tipologia di vacanza che si è soliti
fare: durata e numero di vacanze fatte nell'arco
dell'anno, preferenze motivazionali, spese
sostenute in media per il turismo nell'arco di un
anno. La seconda sezione ha come obiettivo la
definizione delle caratteristiche della vacanza che
il visitatore sta trascorrendo in Basilicata, nel
momento in cui è intervistato. Si chiede, in
particolare, com'è stata scelta la destinazione, in
quale struttura si alloggia, un'indicazione
approssimativa delle spese che si prevede di
sostenere per la vacanza. La terza sezione indaga
sulle potenzialità turistiche del Parco Nazionale e
sul valore economico intrinseco dell'area. Le
prime domande di questa sezione cercano di
capire quanto l'istituzione del Parco Nazionale e
il territorio nel quale ricade siano conosciuti. Si
richiede poi agli intervistati, utilizzando una
scala di utilità da 0 a 10, un giudizio rispetto a
una serie di servizi/azioni proposte 22 che
22
I servizi proposti sono: calendario degli eventi;
servizio di informazione e prenotazione on line; postazioni
informative multimediali dislocate in luoghi pubblici e di
passaggio; centri visita; tour organizzati; presenza di
attrattori turistici; possibilità di pernottare in borghi
caratteristici; trasporto pubblico; escursioni tematiche;
modalità alternative per la fruizione del territorio
(equitazione, trekking, mountain-bike, ecc).
occorrerebbe potenziare o attivare per
incentivare la fruizione turistica di quest'area. Le
ultime domande di questa sezione sono dedicate
all’esercizio di Valutazione Contingente di alcuni
possibili scenari di sviluppo dell’area e rispetto ai
quali viene chiesta la disponibilità a pagare per
un possibile biglietto di ingresso al Parco.
3.1 La strategia di somministrazione
La somministrazione dei questionari 23 si è svolta
nei mesi estivi del 2009 (luglio-settembre). La
popolazione di riferimento da cui è stato
estratto il campione comprende turisti in
vacanza (anche solo per un giorno) in Basilicata
intercettati sia all'interno del Parco sia in zone
limitrofe e relativamente vicine.
Nello specifico si è adottato un campionamento
non probabilistico con quote uguali riferite alla
zona geografica all'interno della quale i turisti
sono stati intercettati. Sono state individuate 5
aree di reperimento: la fascia costiera ionica,
quella tirrenica, il Parco Nazionale del Pollino,
l'area del Parco Regionale Gallipoli Cognato e
Piccole Dolomiti Lucane, il Parco Nazionale
Appennino Lucano- Val d'Agri-Lagonegrese. Le
prime 4 aree sono state scelte in quanto
considerate bacini turistici potenziali da cui il
Parco
dell'Appennino
Lucano
potrebbe
attingere: si tratta di aree relativamente vicine e,
come nel caso del Pollino e delle Dolomiti
Lucane, con un'offerta turistica affine a quello
che potrebbe essere il prodotto turistico
principale del Parco dell'Appennino Lucano,
l'ecoturismo e il turismo natura.
Il questionario, corredato da due schede di
presentazione (con testi e immagini) del Parco
Nazionale e del parco tematico delle energie, è
stato somministrato esclusivamente face to face.
Questo, se da un lato ha comportato un
maggiore dispiego di tempo e risorse per la
somministrazione, dall'altro ha assicurato una
migliore qualità dei dati raccolti e ha permesso
di recuperare commenti e osservazioni, fatti a
margine del questionario, risultati importanti ai
fini della ricerca in corso.
Il numero di questionari raccolti è stato pari a
664. 620 sono stati i questionari analizzati e
23
Questa fase è stata preceduta da un pretest,
condotto nel mese di giugno 2009 nel comune di
Pietrapertosa (Pz), in occasione dell'inaugurazione del Volo
dell'Angelo, uno dei macro attrattori turistici della
Basilicata. Sono stati somministrati 27 questionari che
hanno permesso di raccogliere informazioni e suggerimenti
utili per verificare la validità dello strumento e migliorare la
versione iniziale del questionario.
11
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
relativi agli intervistati che si sono dichiarati
turisti.
Fig.2 Le aree di somministrazione
Parco Regionale della
Dolomiti Lucane
Parco Nazionale
dell’Appennino Lucano
Litorale Ionico
Litorale Tirrenico
Parco Nazionale del
Pollino
3.2 Il profilo del turista del Parco
Nazionale dell'Appennino Lucano
L’età media degli intervistati è di 44 anni,
equamente distribuiti tra uomini e donne. Oltre
il 50% ha un reddito familiare annuale lordo
compreso tra 20.000 e 40.000 euro. Per quanto
riguarda il profilo professionale, si tratta
prevalentemente
di
dipendenti
(48,4%),
pensionati (13,3%), studenti (11%) e liberi
professionisti (9,4%), con un livello culturale
medio-alto (per il 45% sono diplomati e per il
34% sono laureati). Il nucleo familiare è
costituito in media da 3-4 persone.
L'indagine conferma come il turismo della
regione Basilicata sia prevalentemente un
turismo di prossimità. 24 Più del 60% degli
intervistati proviene dalla Basilicata stessa e dalle
24
Le statistiche regionali (Regione Basilicata 2009)
mettono in evidenza come quello della Basilicata sia
prevalentemente un turismo di prossimità: il 25% degli arrivi
proviene dalla Puglia , il 17% dalla Campania, il 12% Lazio,
il 9% dalla Basilicata stessa.
regioni italiane limitrofe, mentre solo circa il 20%
è residente in una località del nord Italia.
Quest’ultimo dato, se da una parte può indicare
una visibilità turistica della Basilicata di portata
anche nazionale, dall’altro può essere legato al
fenomeno del “turismo di ritorno”, fatto di
emigrati e/o loro discendenti che rientrano nei
luoghi di origine. Un turista quindi “particolare”,
che caratterizza molte regioni del Sud, il cui
impatto economico, sociale e culturale non è
sempre assimilabile a quello degli altri turisti.
La presenza di questo fenomeno è resa evidente
anche dalle risposte relative alla durata media
della vacanza e alla struttura ricettiva scelta: la
maggior parte del campione dichiara di
trascorrere in Basilicata dei periodi piuttosto
lunghi (valore mediano pari a 7 notti 25 , ma con
25
Il valore risulta comunque superiore alla media
regionale che è pari a 4 notti. Occorre tener presente,
infatti, che l'indagine è stata svolta esclusivamente durante
il periodo estivo, riservato, di solito, a vacanze
relativamente più lunghe.
12
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
punte superiori ai 90 giorni) e alloggia in case in
affitto, o di proprietà, o è ospite di amici e
parenti. Questi dati confermano quindi come in
Basilicata il rapporto fra turismo "ufficiale” e
turismo “non rilevato" sia sbilanciato sul
Fig.3 Provenienza degli intervistati (valore %)
Pu
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Ca
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Laz
L
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30,00
25,00
20,00
15,00
10,00
5,00
0,00
Fig.4 Le strutture ricettive scelte
Non pernotta in
Basilcata
26%
Hotel/residence
11%
Villaggio
Turistico/Camping
19%
Casa di amici o
parenti
8%
Casa di proprietà
16%
Casa/appartamento
in affitto
9%
Bed & Breakfast
4%
Agriturismo
7%
3
13
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
Fig.5 La motivazione principale della
vacanza
Cura del corpo e benessere
relax
8%
Visita a parenti e/o amic
12%
Naturalistico
21%
Enogastronomia
3%
Attività sportiva
3%
Interesse storico-culturale
20%
Attività balneare
33%
Fig.6 I canali di informazione per la scelta della meta turistica
Conoscenza
personale
21%
Internet
13%
Altro
3%
Agenzia di Stampa,
Viaggio TV e Radio
Fiera o altro evento
3%
4%
promozionale
5%
Consiglio di
amici/parenti
51%
4
14
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
secondo arrivando ad una relazione di 1:3,
essendovi, per ogni presenza ufficiale nelle
strutture ricettive, 2,8 presenze non rilevate. 26
In molte aree interne della Basilicata, come ad
esempio il territorio del Parco Nazionale, questo
fenomeno è particolarmente diffuso e si
configura, in qualche misura, come vitale per gli
operatori economici e per la comunità locale
stessa. Si tratta infatti di territori caratterizzati
da comuni con densità di popolazione molto
bassa e con un elevato tasso di spopolamento.
La presenza di emigrati o di loro discendenti che
in estate, per periodi anche lunghi, utilizzano
servizi e attività commerciali dà all'economia
locale un'importante linfa per sorreggersi e autosostenersi.
Per quanto riguarda le caratteristiche del viaggio
di vacanza, il 43% degli intervistati dichiara di
fare nell'arco dell'anno da 1 a 2 settimane di
vacanze, mentre poco meno del 30% riesce a
dedicare alle vacanze dalle 3 alle 4 settimane. Si
tratta per lo più di vacanze continuative, dal
momento che oltre il 60% degli intervistati
dichiara di fare durante l'anno una o al massimo
due vacanze.
La metà del campione (51%) va in vacanza
prevalentemente con la famiglia, spendendo in
media non più di 2000 euro.
Il 30% del campione dichiara di essere
interessato prevalentemente al prodotto-mare.
Tra le altre motivazioni che spingono il turista a
spostarsi per vacanza vi è l'interesse naturalistico
(indicato dal 21% degli intervistati), seguito da
quello storico-culturale (19%). L'80% degli
intervistati fornisce anche una motivazione
secondaria: anche in questo caso l'interesse
storico culturale (26%), quello balneare (22%) e
quello naturalistico (20%) risultano quelli
maggiormente segnalati.
I dati confermano come il prodotto balneare, e
quindi estivo, sia quello maggiormente ricercato
dai turisti. Informazione, questa, che si lega in
modo molto stretto al fenomeno della
stagionalità del turismo che rappresenta, non
solo in Basilicata, uno degli aspetti più
problematici di questo settore. È anche a causa
della sua discontinuità, infatti, che l'attività
turistica stenta, in molte realtà, a divenire una
reale occasione di crescita economica e
occupazionale.
Dai questionari emerge, tuttavia, un discreto
interesse verso altre forme di turismo (in primis
culturale e naturalistico), rispetto alle quali la
26
Valore molto simile alla media italiana, pari a una
presenza ufficiale per ogni tre presenze non rilevate (AA.VV,
2009).
regione può posizionarsi in modo competitivo
anche a livello nazionale.
Il ricco patrimonio “territoriale”, culturale e
identitario, rappresenta, quindi, per la Basilicata
una potenzialità da valorizzare, grazie alla quale
provare ad ampliare e differenziare, anche
rispetto alla stagionalità, la propria offerta
turistica.
Il campione mostra un elevato grado di
fidelizzazione con il territorio. Il 75% degli
intervistati dichiara infatti di aver già trascorso
un periodo di vacanza in Basilicata.
Per quanto riguarda gli strumenti di promozione
e marketing dell'offerta turistica, la Basilicata è
veicolata
principalmente
attraverso
il
passaparola: il 51% degli intervistati, infatti,
dichiara di aver scelto la meta dell'attuale
vacanza sulla base di consigli di parenti e amici.
Se a questo valore si aggiungono coloro che
hanno preferito la Basilicata in quanto originari
della regione oppure perchè già la conoscevano
(circa il 20% degli intervistati), appare evidente
lo scarso rilievo (11%) che hanno gli altri
tradizionali
mezzi
di
promozione
e
commercializzazione turistica (agenzie di viaggio,
stampa, fiere, TV e radio) nell'influenzare la
scelta della meta della propria vacanza.
Maggiore efficacia viene riconosciuta al Web
(inteso sia come strumento meramente
informativo, sia come “luogo” in cui acquistare
anche servizi e accedere a promozioni e offerte)
che ha permesso di far conoscere la regione al
13% degli intervistati.
Tali valori, pur rispecchiando i dati nazionali 27 ,
mettono in evidenza come la questione relativa
alla strategia e agli strumenti di comunicazione
del prodotto turistico lucano, sui mercati
nazionali e internazionali rappresenti una delle
principali criticità da affrontare nell'immediato
per potenziare la diffusione dell'immagine della
Basilicata e quindi permetterne un maggiore
sviluppo turistico.
Il 44% degli intervistati dichiara di aver già
effettuato o di avere in programma delle
escursioni in altre località della Basilicata, con
una accentuata preferenza
per le località
turistiche di punta della Basilicata (definite dal
27
Secondo un indagine Isnart (2009) sui
comportamenti turistici degli italiani, la vacanza principale
dei turisti italiani è legata essenzialmente al consiglio di
conoscenti, all'esperienza personale, ad internet.
15
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
Ptr le “locomotive di oggi 28 ”). Un notevole
interesse è manifestato anche per le “locomotive
di domani” che presentano potenzialità non
ancora pienamente valorizzate (quali le Dolomiti
lucane e il Volo dell'Angelo; l'area del Pollino; il
Vulture).
Rispetto alla spesa che singolarmente si prevede
di sostenere per la vacanza in corso in Basilicata,
più del 60% ipotizza di non superare i 300 euro
complessivi. Un dato molto basso che è legato,
in parte, all'elevato numero di escursionisti, in
parte a coloro che risultano ospiti di parenti o
amici o che trascorrono le loro vacanze in case
di proprietà. Solo il 15% degli intervistati ipotizza
di spendere più di 600 euro: si tratta in gran
parte di turisti che alloggiano in Villaggi turistici
o Hotel.
3.3 L'interesse turistico per il Parco
Nazionale dell'Appennino Lucano
Il Parco Nazionale e il territorio all'interno del
quale ricade sono sconosciuti a molti. Il 66%
degli intervistati infatti dichiara di non essere a
conoscenza dell'istituzione del nuovo Parco e
poco meno del 60% non sa individuare in quale
parte della regione ricada l'area protetta. Si
tratta per lo più di turisti giornalieri (25%) e di
visitatori che pernottano in villaggi e
hotel/residence (24%), un target per lo più
stanziale e che conosce principalmente, se non
esclusivamente, la località nella quale si trova.
Una maggiore conoscenza sia dell'istituzione del
Parco che del territorio sottoposto a vincolo è
riscontrabile in coloro che pernottano in casa, in
agriturismo oppure in B&B. Strutture, queste,
scelte spesso da una tipologia di turista
maggiormente interessato, e quindi più
preparato, alle specificità del luogo.
A fronte, però, di una visibilità dell'area ancora
molto limitata, emerge una notevole potenzialità
turistica
non
ancora
sufficientemente
valorizzata. Dopo aver ricevuto un'accurata
descrizione del sito e dei suoi futuri sviluppi
turistici 29 , infatti, la quasi totalità degli
intervistati (95%) si mostra interessato ad
28
Si tratta di località turistiche già note sul mercato
e con un'offerta organizzata e ben strutturata. Queste mete
che “fanno parlare della Basilicata” sono: Matera, il
Metapontino, Maratea e Melfi. Aree la cui valenza turistica,
secondo il Ptr, va ancora sostenuta e consolidata al fine di
renderle, appunto, trainanti per il prodotto “Basilicata”
nella sua eterogeneità (Regione Basilicata, 2009).
29
Si ricorda che a ciascun intervistato sono state
presentate due schede descrittive, con immagini e testi,
relative al Parco Nazionale della Val d'Agri e al parco
tematico delle energie.
effettuare un'escursione in quest'area. I pochi
che risultano scettici rispetto ad una possibile
visita al Parco legano tale indecisione a
motivazioni di ordine vario, quali: la mancanza
di un interesse specifico, preferendo in genere il
mare alla montagna; la carenza di servizi turistici
che rende quindi preferibili altre mete; la
lontananza rispetto al proprio domicilio.
Un alto livello di interesse viene riscontrato
anche rispetto ai servizi che si potrebbero
realizzare per potenziare l’attrattiva, non solo
turistica, dell’area. Sono stati proposti sia
strumenti informativi (calendario eventi, centri
visita, servizi informativi on line, postazioni
multimediali) sia attività/azioni utili per poter
migliorare la fruizione del Parco (tour
organizzati,
grandi
attrattori,
escursioni
tematiche, trasporto pubblico, possibilità di
pernottamento in borghi caratteristici, ecc.). A
tutti i servizi è stata riconosciuta un'utilità media
molto simile e piuttosto elevata, compresa tra 7
e 8. La possibilità di utilizzare postazioni
informative multimediali, dislocate sul territorio,
viene considerata relativamente meno utile (con
un valore medio di 6,9). I percorsi tematici
strutturati per far conoscere l'offerta culturale,
naturalistica, enogastronomica del territorio del
Parco, invece, ottengono il valore medio più
alto, pari a 8,3.
Se da un lato tale omogeneità verso valori alti
può essere legata all'attitudine a manifestare, nel
corso di indagini esplorative come quella da noi
effettuata, un elevato interesse per molti dei
possibili servizi che si presentano come
realizzabili, dall'altro è opportuno osservare
come ormai anche servizi meno tradizionali,
legati in modo particolare alle nuove tecnologie
per l'informazione e la comunicazione, vengano
considerati importanti per poter conoscere e
fruire delle opportunità turistiche di un
territorio.
3.4 Il valore del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano e della sua
potenzialità di sviluppo turistico: un
esercizio di Valutazione Contingente
La Valutazione Contingente è una tecnica di
osservazione del comportamento economico
dell’individuo sviluppata al fine di giungere a una
valutazione monetaria di beni senza mercato,
quali tipicamente i beni ambientali. È uno
strumento utilizzato spesso per l'individuazione e
misurazione monetaria del consenso e del valore
sociale attribuito dalle comunità direttamente o
indirettamente interessate all’attuazione di
16
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
progetti, permettendo di individuarne il valore
economico totale 30 . La Valutazione Contingente
si basa sulla creazione di un mercato ipotetico
per un bene per il quale non esiste mercato.
Attraverso un processo guidato l'intervistato è
indotto a esprimere la propria potenziale
disponibilità a pagare (DAP) per il bene in
esame. In termini pratici, nella Valutazione
Contingente
si
chiede,
mediante
un
questionario, quanto si sarebbe disposti a
pagare per poter fruire di un bene o di un
servizio, o per evitare che questo bene/servizio
venga a mancare.
Nel nostro caso di studio, il “bene” che è stato
proposto ai turisti coinvolti nell’indagine
consisteva in una visita nel Parco, a cui veniva
associato un biglietto di ingresso, il cui costo era
definito dall'intervistato.
Tre sono stati i differenti scenari proposti e
rispetto ai quali è stata richiesta una specifica
DAP. Il primo descriveva lo status quo e
presentava quindi un Parco Nazionale con scarsi
servizi per i turisti, ma con un patrimonio
naturalistico in gran parte incontaminato. Il
secondo descriveva un ipotetico miglioramento
qualitativo del primo, reso possibile grazie a un
significativo potenziamento dell'offerta turistica
(dal punto di vista sia dei servizi per i turisti, sia
delle attività proposte) 31 . Infine l'ultimo scenario
presentava uno sviluppo turistico dell'area reso
possibile anche grazie all'avvio del parco
tematico delle energie.
Per la strutturazione del nostro questionario si è
scelta la metodologia open-ended (formato
aperto), tecnica di valutazione contingente in cui
si chiede direttamente all'individuo di indicare la
propria disponibilità a pagare, senza alcuna
assistenza e senza limiti inferiori o superiori. È
stato quindi chiesto all'intervistato di indicare la
cifra massima che sarebbe stato disposto a
30
Il Valore economico totale di un bene ambientale
viene generalmente definito come la somma dei valori d’uso
e di non uso. I valori di uso possono essere: diretti, legati
all'utilizzazione dirette del bene stesso (attività che
prevedono il prelievo delle risorse o che ne implicano il
consumo); indiretti, fanno riferimento ai vantaggi/benefici
forniti all'essere umano dai beni naturali (la regolazione del
clima, e l'approvvigionamento d'acqua); di opzione, legati
ad un uso potenziale del bene di cui, con una certa
probabilità, l'individuo potrà in futuro fruirne. I valori di
non uso, detti anche di esistenza, invece, non sono
associati ad un utilizzo del bene ambientale, ma
esprimono, in termini monetari, la preoccupazione,
l'attenzione ed il rispetto per il benessere e per i diritti delle
specie non umane (Turner, 2003)
31
Nello specifico erano proposti: materiale
informativo cartaceo e on line, presenza di guide del parco,
disponibilità di aree attrezzate e di percorsi per trekking e
l'equitazione.
pagare per accedere al Parco Nazionale, così
come descritto in ciascuno dei tre differenti
scenari.
Rispetto al primo scenario, l'83% degli
intervistati dichiara di essere disposto a pagare
un biglietto di ingresso dal costo medio di circa
7 euro.
Nel caso del secondo scenario, la disponibilità a
pagare media sale a circa 10 euro ed è espressa
dal 92% degli intervistati. L'introduzione di
alcuni servizi per migliorare la fruizione dell'area
protetta raccoglie quindi maggior interesse
rispetto al primo scenario, sia in termini di
numero di persone disposte a sostenere il costo
del biglietto, sia in termini dell'ammontare
massimo che si sarebbe disposti a pagare.
Il parco tematico delle energie riscuote invece
l'interesse dell'88% degli intervistati, che si
dichiarano disposti a pagare un biglietto di
ingresso del valore medio di poco più di 9 euro.
Una possibile spiegazione di tale riduzione di
interesse (anche in termini di DAP) rispetto allo
scenario 2 è legata all'artificiosità del parco
tematico che, secondo alcuni intervistati,
contrasta con la mission di un'area protetta,
solitamente
riconducibile
alla
tutela,
salvaguardia e valorizzazione (anche turistica) di
un patrimonio turistico di pregio.
Nell’ultima parte dell’analisi, considerando i
66.000 arrivi turistici registrati nel 2008
all'interno del Sistema turistico locale “parchi ed
aree protette”, le percentuali di coloro che
dichiarano di essere disposti a pagare un
biglietto di ingresso, e i valori medi delle DAP
ricavate dal questionario, è stato possibile
ottenere una stima del valore attribuito dai
turisti al Parco Nazionale dell'Appennino
Lucano, relativamente a ciascuno dei tre scenari
proposti.
Nel dettaglio, il primo scenario ha per i turisti un
valore monetario annuo che supera i 380.000
euro, il secondo viene stimato circa 600.000
euro annui, mentre il terzo ha un valore medio
annuo che supera di poco i 520.000 euro.
Questi dati, che vanno interpretati in modo
comparativo tra di loro e non in termini di valore
assoluto, permettono di verificare come la
promozione turistica del Parco Nazionale, pur
necessitando di interventi mirati e legati in modo
particolare ai servizi per l'informazione e la
fruizione, attribuisca all'area protetta, dal punto
di vista della domanda turistica, un valore
aggiunto rispetto al valore attuale.
Emerge però come la priorità debba essere data,
comunque e sempre, alla tutela del patrimonio
naturalistico (il cui valore monetario è espresso
17
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
dal primo scenario): danneggiare questo
significherebbe far perdere all'area protetta circa
2/3 del proprio valore monetario.
In termini di policy, quindi, occorrerebbe da un
lato dare priorità agli investimenti e alle azioni
volte a salvaguardare la naturalità dell'area, e
dall'altro lato, considerando l'elevato interesse
per uno sviluppo turistico, si dovrebbero mettere
in atto una serie di interventi volti a potenziarne
la visibilità e a migliorarne la fruibilità. Anche la
realizzazione del parco tematico dell'energia
garantirebbe al Parco Nazionale e a tutto il
territorio della Val d'Agri un valore aggiunto
rispetto alla situazione attuale, anche se di entità
inferiore rispetto a quanto proposto nel secondo
scenario.
Il turismo sostenibile diventa in questo caso
un'attività che produce economia, tutela e
salvaguardia l'ambiente, garantendo così anche
una migliore qualità della vita in generale.
18
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
NOTE CONCLUSIVE
L'incrocio dei dati del questionario con le
riflessioni elaborate dai diversi attori coinvolti
nella prima fase della ricerca permette di
effettuare alcune riflessioni conclusive in merito
alle potenzialità di sviluppo espresse dal Parco
Nazionale e agli interventi da realizzare per
favorirne uno sviluppo turistico sostenibile.
Innanzitutto emerge come il turismo possa
essere considerato una grande potenzialità per
tutta l'area del Parco Nazionale.
Il
Parco
gode
infatti
dell'indiscusso
riconoscimento dell'elevato valore del proprio
patrimonio paesaggistico, naturalistico e
culturale che, opportunamente valorizzato,
potrebbe ben adattarsi alle nuove tendenze della
domanda. Il turismo infatti si sta evolvendo da
un'impostazione fordista ad una post-fordista.
La prima si basava sulla standardizzazione dei
prodotti turistici con pacchetti preconfezionati e
si rivolgeva a un turista passivo e considerava
l'ambiente come una risorsa da sfruttare per
massimizzare i profitti (Goffi, 2010). Il turista
post-fordista, invece, destina molta più
attenzione al tempo libero, richiede offerte di
viaggi tagliate su misura alle sue aspettative ed è
spesso alla ricerca di spazi turistici autentici e
non di massa (Dallari, 2007). Il patrimonio
locale territoriale, considerato in tutte le sue
forme, diviene quindi elemento distintivo e
perno sul quale far leva per attirare questa nuova
tipologia di turisti. Paradossalmente in questa
fase di sviluppo turistico, le aree industrialmente
meno evolute e fino ad ora interessate solo
marginalmente da flussi turistici possono
vantare maggiori potenzialità rispetto ad altri
territori. La ruralità dei luoghi, il forte legame a
tradizioni ed usi locali, anche la difficoltà di
accessibilità dell'area possono essere quindi
elementi distintivi per attirare una domanda
turistica ancora di nicchia ma fortemente in
crescita.
In termini di policy occorrerebbe innanzitutto
dare priorità agli investimenti e agli interventi
volti a salvaguardare la naturalità dell'area
protetta e l'identità del territorio. Interventi in
questa direzione potrebbero essere l'adozione di
regole precise rispetto alla qualità e alla
tipologia dell'edificato (certificazioni di qualità,
bio-architettura,
regolamenti
paesaggistici,
ecc..), la tutela della biodiversità, l'introduzione
di incentivi per l'avvio di attività agricole ed
19
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
industriali a basso impatto ambientale, la
rivitalizzazione di centri storici e di borghi semi
abbandonati.
I numerosi “contenitori” culturali diffusi sul
territorio del Parco potrebbero divenire delle
location di pregio all'interno delle quali ospitare
musei delle tradizioni popolari e della civiltà
contadina, laboratori di artigianato per la
riscoperta degli antichi mestieri, centri di
educazione ambientale e centri visita. I numerosi
centri storici semi abbandonati e in parte anche
ristrutturati grazie ai fondi provenienti dalle
royalties, permetterebbero di diversificare il
sistema ricettivo, introducendo forme di
ospitalità “alternative” e più sostenibili.
Grandi potenzialità, in questa direzione,
potrebbero essere offerte dallo sviluppo di
Alberghi diffusi: particolari tipologie di strutture
ricettive che tendono a trasformare un
patrimonio immobiliare dismesso e inutilizzato
in forme di ospitalità innovative che uniscono ai
comfort di un albergo tradizionale l'accoglienza
e l'ospitalità tipiche delle forme ricettive extra
alberghiere. Un modello quindi che pone
attenzione alle esigenze delle domanda ma che,
allo stesso tempo, si propone come
un'opportunità per rivalorizzare i luoghi e le loro
identità. In un'area interna della Basilicata,
connotata da un forte spopolamento e da un
elevato indice di invecchiamento demografico, la
diffusione di questa tipologia innovativa di
accoglienza
potrebbe
rappresentare
un'occasione per far rivivere borghi a rischio di
estinzione e, allo stesso tempo, riattivare
processi di sviluppo economico in alcuni casi, in
parte o del tutto, scomparsi.
Il territorio del Parco, quindi, inteso come
paesaggio naturale e urbano, relazioni, culture,
storia diverrebbe così una delle principali risorse
su cui costruire i futuri scenari di sviluppo
turistico dell'area.
Parallelamente però, considerando l'elevato
interesse per uno sviluppo turistico del Parco
Nazionale, si dovrebbero mettere in atto una
serie di interventi volti a potenziarne la visibilità e
a migliorarne la fruibilità. Come emerso
dall'indagine, si potrebbe puntare non solo sui
tradizionali canali di comunicazione e
informazione ma anche sulle opportunità offerte
dal Web. In una realtà come quella del Parco
Nazionale dell'Appennino Lucano, con un Ente
di gestione in fase di avvio e ubicato in un'area
non facilmente accessibile (se si esclude la SS
598, che segue il corso del fiume Agri, il sistema
viario dell'area è caratterizzato da tortuose
strade secondarie di montagna) puntare sulle
nuove tecnologie per promuovere e valorizzare il
proprio “prodotto” potrebbe essere una
soluzione
economicamente
accessibile
e
immediatamente realizzabile grazie alla quale
avviare una fase, per quanto embrionale, di
promozione turistica del Parco.
È utile evidenziare, tuttavia, come quanto fino
ad ora proposto possa essere attuato solo
attraverso una collaborazione tra pubblico e
privato. Per la definizione delle strategie di
sviluppo del Parco Nazionale, che come
abbiamo detto insiste su un territorio connotato
da specificità (e quindi esigenze) differenti,
potrebbe risultare indispensabile avviare un
modo di regolazione fondato sulla cooperazione
e concertazione degli attori, attivando quindi
forme di governance orizzontale e verticale. È
ormai sempre meno ipotizzabile una gestione
della destinazione turistica top down, univoca e
omologante. Per soddisfare le nuove esigenze del
turismo moderno senza compromettere le
autenticità culturali della comunità ospite e
garantire lo sviluppo locale, è necessaria una
gestione integrata delle risorse e l’attivazione di
politiche bottom up che mettano in rete
operatori del settore, amministratori e comunità
locali, rendendoli attori e co-decisori delle
strategie di sviluppo locale. In questo contesto il
ruolo dell'Ente Parco potrebbe essere proprio
quello di fare da promotore e moderatore di
questa
arena
decisionale
allargata,
presentandosi come garante del processo ma
anche dall'attuazione di policy adeguate per far
fronte alle istanze emerse.
Ultima considerazione che ci sembra opportuno
fare è che non si può proporre, ovviamente, di
sostituire al mito dell'industrializzazione
intensiva degli anni Settanta quello della Val
d'Agri turistica. È sempre più raro che lo
sviluppo economico dipenda dall'exploit di un
singolo settore, mentre assai più opportuno è
considerare
la
crescita
economica
e
occupazionale come il risultato di soluzioni
“polifoniche”, che riescono ad accordare
politiche ed interventi legati anche a settori
differenti. L'integrazione delle politiche è quindi
una priorità per lo sviluppo di questo territorio,
non è più possibile semplicemente giustapporre
interventi e azioni, occorre una chiara e
condivisa visione strategica del futuro dell'area a
partire dalla quale attivare interventi (formativi,
economici, di promozione turistica, agroalimentari, ecc) grazie ai quali il turismo nel
Parco potrà diventare una reale opportunità di
sviluppo per l'area.
20
Rapporto di ricerca FEEM - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale
dell'Appennino Lucano - Val d'Agri - Lagonegrese
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