Marocco - Camere di Commercio

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Marocco - Camere di Commercio
Camera di Commercio di Genova
Ufficio E-Commerce e Commercio Estero
Sportello per l’Internazionalizzazione
MAROCCO
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Territorio
710.850 Kmq
Popolazione
28.873.000
Capitale
Rabat
Lingua
Arabo (ufficiale), Francese,
dialetti berberi, Spagnolo
Moneta
Dirham (Dh)
Tasso di cambio
1 Euro = 10,68 Dirham
Sistema politico
Monarchia Costituzionale
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GOVERNO
Il Marocco, è uno stato dell'Africa settentrionale, nella parte occidentale della
regione definita anche come Maghreb. Deve il suo nome alla città di
Marrakech. Il Marocco è una monarchia costituzionale: l’attuale monarca è
Mohammed VI e il capo del governo è Abbas El Fassi.
Il potere legislativo, bicamerale dal 1996, è prerogativa della Camera dei
rappresentanti (Majlis al-Nuwab), composta da 325 deputati eletti ogni 5 anni
a suffragio universale, e della Camera dei consiglieri (Majlis al-Mustacharin),
composta da 270 seggi rinnovati a elezione indiretta per un terzo ogni 3 anni.
Il parlamento ha visto progressivamente aumentare i suoi poteri di controllo,
fino alle ultime revisioni costituzionali del 1992 e 1996: oltre alla funzione
legislativa, infatti, vota il bilancio del regno, può costituire commissioni
d'inchiesta sull'operato del governo e può far cadere il governo con una
mozione di sfiducia.
L'ordine giudiziario è indipendente. I giudici della corte suprema sono nominati
dal sovrano. Negli ultimi anni sono state create diverse magistrature
specializzate, di ispirazione codicistica e non coranica.
Il livello amministrativo più elevato del Marocco è rappresentato dalle Regioni,
16 (comprese quelle del Sahara), introdotte con una legge del 1997 e
governate da un wali di nomina regia. Il Marocco è suddiviso in 71 tra province
(rurali) e prefetture (urbane).
SITUAZIONE ECONOMICA GENERALE
Grazie ad una politica in linea con le indicazioni degli Organismi monetari
internazionali, il Marocco ha potuto beneficiare, dalla metà degli anni 90, di
profondi e positivi effetti.
Il Paese presenta un buon equilibrio macroeconomico, conti pubblici in ordine,
debito estero in diminuzione, inflazione sotto controllo e stabilità valutaria.
Rimane, tuttavia, ancora eccessivo il peso sull’economia di un’agricoltura poco
competitiva ed ancora troppo legata all’andamento climatico, oltre a notevoli
aspetti di criticità che costituiscono un limite ad una crescita equilibrata e ad
uno sviluppo più armonico.
La disoccupazione segna un tasso dell’11,6%, che giunge al 19,3% nelle aree
urbane e al 26,3% tra chi è in possesso di un’istruzione superiore, soprattutto
in materie umanistiche e religiose.
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Inoltre, più del 40% della popolazione attiva resta ancora nell’analfabetismo,
mentre oltre il 15% vive al di sotto della soglia di povertà.
Il 2004, tuttavia, si è chiuso con una crescita del PIL, con l’inflazione (1,5%)
ben sotto controllo, il cambio stabile e le riserve in ulteriore crescita.
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Agricoltura
Allevamento e pesca
Industria
Servizi
Risorse naturali
Infrastrutture
Istruzione, formazione professionale e sviluppo tecnologico
Privatizzazioni
INTERSCAMBIO COMMERCIALE
Il Marocco ha una bilancia commerciale tradizionalmente passiva. Inoltre, a
seguito della contrazione dei dazi doganali, le importazioni crescono a tassi
notevolmente superiori rispetto alle esportazioni, determinando una pesante
erosione del tasso di copertura di queste ultime sulle importazioni.
Tuttavia, il deficit commerciale viene agevolmente compensato dai notevoli
flussi finanziari creati dalle importanti rimesse degli emigranti e dagli introiti da
turismo.
Le principali voce dell’ export sono gli articoli di abbigliamento, seguiti dai
fosfati, dai componenti elettrici e dai prodotti alimentari e della pesca.
Le attrezzature industriali, seguite dal petrolio, dai tessuti e filati e dai cereali
sono le principali voci delle importazioni marocchine.
I maggiori
partner commerciali del Marocco restano i Paesi europei e,
segnatamente, la Francia e la Spagna, tuttavia è evidente come negli ultimi
anni i rapporti commerciali del Paese si stiano ampliando. Oltre a Francia e
Spagna, sia come Paese cliente che come fornitore, risalta la crescita degli
scambi commerciali con i Paesi firmatari di accordi di libero scambio,
soprattutto USA e Turchia, mentre merita un’attenta valutazione ed
eventualmente l’elaborazione di idonee misure promozionali, il dinamismo di
alcuni Paesi asiatici, Cina ed India innanzitutto, ma anche dei maggiori paesi
del Mercosur (Argentina e Brasile).
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Principali prodotti scambiati
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INTERSCAMBIO COMMERCIALE CON L’ITALIA
L’Italia è tra i partner commerciali del Marocco, sebbene il valore degli scambi
sia piuttosto modesto. Tradizionalmente il saldo dell’interscambio tra i due
Paesi resta ampiamente positivo per l’Italia, con esportazioni in continua
crescita negli ultimi anni.
Per quanto riguarda la composizione merceologica dell’interscambio
commerciale tra l’Italia ed il Marocco, l’import italiano conferma per quasi tutti
i prodotti il trend decrescente ed è concentrato nelle voci relative agli articoli di
fili e cavi, di abbigliamento ed accessori, di prodotti della pesca, conservati e
trasformati. Tra le principali importazioni vi sono anche prodotti chimici di
base.
Le importazioni in controtendenza sono quelle dei prodotti agricoli,
dell’orticoltura e della floricoltura e in misura inferiore, i metalli di base preziosi
e non ferrosi.
Quanto alle voci dell’export italiano, i prodotti tessili dominano ancora
ampiamente le nostre vendite verso il Paese, seguiti dalle macchine e dai
prodotti chimici. Unica rilevante eccezione alla stabilità del trend verso il
Marocco sono stati i prodotti petroliferi raffinati.
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Esportazioni
Importazioni
SISTEMA DISTRIBUTIVO
In Marocco dominano ancora i canali distributivi tradizionali: i grossisti,
specializzati in un settore di attività e localizzati nei principali centri cittadini; i
semi-grossisti che operano in città minori e trattano prodotti diversificati e i
dettaglianti, la cui dimensione varia a seconda dell’area da rifornire.
Negli ultimi dieci anni i moderni canali distributivi hanno subito comunque un
notevole sviluppo.
La moderna distribuzione si articola in ipermercati (fra le più importanti catene
di vendita ricordiamo Marjane, presente a Rabat e Casablanca, e Makro,
presente oltre che nelle due principali città anche a Fes ed a Ain Sebaa ),
supermercati, concentrati prevalentemente nelle zone residenziali di Rabat e
Casablanca e piccoli supermercati localizzati ovunque; l’assortimento e la
dimensione dipendono dall’area che riforniscono.
I prodotti stranieri vengono introdotti nel Paese prevalentemente da
Casablanca da aziende che li collocano direttamente al pubblico o li
distribuiscono a grossisti, distributori o dettaglianti.
I prodotti possono essere importati attraverso agenti su commissione per la
consegna presso magazzini di grossisti o dettaglianti o al consumatore finale.
La commissione per l’agente rappresenta in genere il 5% del costo e talvolta è
anche superiore.
Normalmente, i manufatti locali vengono distribuiti dai produttori direttamente
ai grossisti, distributori e dettaglianti. Questo sistema fortemente guidato dalla
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concorrenza sui prezzi, elimina alcune intermediazioni e permette di mantenere
prezzi competitivi.
La maggior parte delle imprese commerciali all’ingrosso e al dettaglio sono a
conduzione familiare.
Tutti i produttori stranieri e gli esportatori operano sul mercato marocchino
attraverso filiali proprie o tramite agenti importatori. Questi distributori
generalmente forniscono il supporto tecnico all’utente finale.
Il franchising è un fenomeno in forte crescita in Marocco. La prima azienda ad
introdurre questo metodo di distribuzione è stata Pizza Hut, nel 1992.
Attualmente si contano 23 aziende che distribuiscono in franchising,
prevalentemente collocate nei settori dell’abbigliamento, dell’arredamento,
della cosmetica e dei fast – food.
I gestori di attività in franchising sono generalmente attratti dall’immagine,
dalla notorietà e dalla sicurezza di una marchio o di un prodotto conosciuto.
In Marocco è anche consentito il marketing diretto.
I prezzi sono determinati dal mercato e l’intervento governativo di controllo si
limita ad alcuni prodotti primari, come la benzina, gli olii vegetali, lo zucchero e
la farina, che viene sussidiata. Con l’annunciata liberalizzazione delle
importazioni dei prodotti primari agricoli, il governo dovrebbe consentire ai
prezzi locali delle voci summenzionate di fluttuare per incoraggiare la
concorrenza tra operatori. Attualmente, i prezzi vengono calmierati grazie ai
sussidi concessi dal governo ai dettaglianti, per rendere questi beni accessibili
anche agli strati della popolazione a più basso reddito e favorire la stabilità.
PROSPETTIVE FUTURE
Tra gli effetti positivi dei programmi di riforma economica finora seguiti dal
Paese, si evidenzia che gli investimenti esteri, seppure in modo discontinuo,
stanno crescendo rapidamente e, nonostante l’agricoltura continui a rivestire
un ruolo di grande e fondamentale importanza, tutti i settori non agricoli
cominciano a registrare crescite costanti. A tal proposito, il Fondo Monetario
Internazionale ha fornito una prospettiva relativamente ottimistica per
l’economia del Marocco.
Sembrerebbe che la politica economica del governo sia indirizzata verso uno
sviluppo più rapido, che consenta al tempo stesso di ridurre la disoccupazione
e la povertà della popolazione. L’intenzione è di migliorare l’apparato
burocratico riformando le regole sul diritto al lavoro (è ancora attesa una
riforma sulla legislazione relativa al diritto di sciopero), nonché sulla proprietà
privata.
Le riforme puntano anche al rilancio delle imprese, agevolando la nascita di
nuove iniziative economiche, migliorando il controllo bancario nonché
liberalizzando le telecomunicazioni ed i settori dell’aeronautica ed energetico.
Ulteriori riduzioni delle tariffe, accompagnate da una semplificazione delle
regole commerciali, sono progettate allo scopo di ampliare lo sviluppo
economico del Paese. Queste misure, con gli accordi commerciali raggiunti con
gli Stati Uniti e l’UE, dovrebbero rilanciare l’investimento interno.
Il governo garantisce anche che si muoverà verso una maggiore flessibilità del
tasso di cambio nel corso dei prossimi cinque anni.
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Le privatizzazioni continueranno sia nel settore industriale, sia nei servizi,
compreso quello bancario. Così, come darà la priorità allo sviluppo del settore
turistico, il governo, con il recente programma “vendita della terra”, sembra
rivolgersi anche alle problematiche del settore agricolo eccessivamente
dipendente dalla produzione dei cereali.
Tuttavia, gran parte dei programmi industriali di ristrutturazione del passato
sono stati ignorati, in quanto alcune riforme avrebbero potuto significare, nel
breve periodo, un aumento della disoccupazione, impoverendo maggiormente
la fascia debole della popolazione, nonché rischiando di creare problemi alla
classe ereditaria. Il governo ha comunque preso delle decisioni difficili, ma
cerca di vivere al meglio sotto la minaccia della stabilità sociale.
Il programma dell’Haut Commissariat (HCP), prevede lo sviluppo nel settore
agricolo con una crescita del 30,6% grazie all’aumento della produzione di
cereali. D’altra parte, anche l’industria edilizia continuerà a trarre vantaggi dai
programmi governativi di alloggiamento e di sviluppo delle infrastrutture.
Nel biennio 2008 – 2009 l’aumento di competitività della moneta nazionale
dovrebbe stimolare la domanda europea nei confronti delle produzioni
marocchine. L’espansione degli investimenti dovrebbe continuare in linea con
la privatizzazione e la crescita degli investimenti stranieri nel turismo, nel
tessile e nel settore bancario.
L’accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, promette un aumento delle
esportazioni risollevando al contempo l’investimento interno.
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Inflazione
Bilancia commerciale
Exportazione
Importazione
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Se fino ad una decina di anni fa gli investimenti esteri non erano consentiti
come una serie di attività economiche, che sono generalmente rimaste sotto il
controllo dello Stato, a partire dal 1990 il mercato marocchino si è
notevolmente aperto. Oggi è infatti possibile realizzare investimenti in tutti i
settori economici, fatta eccezione solo per i terreni agricoli (per i quali è
tuttavia possibile stipulare contratti di affitto) ed alcune attività tutt’ora
riservate allo Stato, come l’attività di estrazione dei fosfati. Una profonda
riforma del Codice Commerciale, della Legge sulle Società, l’auspicata prossima
adozione della normativa sul lavoro e, soprattutto, l’introduzione della Carta
degli Investimenti, che ha sostituito con un testo unico le nove leggi che
disciplinavano la materia, rendono oggi il quadro normativo di riferimento più
semplice ed appetibile per gli investitori stranieri.
Per investimenti esteri si intendono gli investimenti realizzati da persone fisiche
o giuridiche di nazionalità estera, residenti o non residenti, e le persone fisiche
di nazionalità marocchina residenti in un Paese straniero. Gli investimenti e
prestiti privati stranieri realizzati in Marocco possono assumere le seguenti
forme:
 creazione di una società;
 partecipazione al capitale di una società in corso di costituzione;
 sottoscrizione di un aumento di capitale di una società già esistente;
 creazione di una succursale o ufficio di collegamento;
 acquisizione di valori mobiliari marocchini;
 apporti in conto corrente di un associato, sotto forma di denaro liquido o
di crediti;
 concorso finanziario non remunerato a breve termine;
 acquisizione di beni immobili o di diritti di godimento pertinenti a tali
beni;
 finanziamenti per lavori di costruzione su terreni propri;
 creazione o acquisizione di un’impresa individuale;
 apporti in natura;
 prestiti privati in divisa.
Gli stranieri possono liberamente investire in Marocco praticamente in tutti i
settori di attività economica, fatta eccezione, come si è visto, per alcuni settori
considerati strategici, per esempio lo sfruttamento dei fosfati. La stessa
acquisizione di terreni agricoli rimane impossibile per gli investitori stranieri,
essendo possibile lo svolgimento di attività agricole solo associandosi con
proprietari terrieri marocchini o concludendo contratti di affitto agricolo (i quali
possono avere una durata massima di 99 anni).
Il regime di convertibilità istituito per gli investimenti esteri realizzati in divisa
garantisce agli investitori stranieri, senza la necessità di una preventiva
autorizzazione, la totale libertà di compiere le loro operazioni d’investimento, di
trasferire gli utili ottenuti, nonché il ricavato ottenuto da una liquidazione o da
una cessione dei loro investimenti. I trasferimenti vengono comunque fatti
dopo il pagamento delle eventuali imposte e tasse dovute, in base alla
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legislazione in vigore in Marocco. L’investitore è tenuto, entro i 6 mesi seguenti
la realizzazione del suo investimento, a comunicare all’Office des Changes,
Division des Investissements, con un dossier dettagliato la sua identità, il
settore di attività, l’ammontare, le attestazioni bancarie, etc.
Il Marocco desidera incoraggiare gli investitori stranieri e garantisce loro gli
stessi diritti e benefici goduti dagli investitori locali. Questo è stato reso
possibile attraverso la riforma del Codice Commerciale, della Legge sulle
Società, dalla Legge sul Lavoro e, soprattutto, attraverso l'introduzione della
Carta degli Investimenti, che ha sostituito con un testo unico le nove leggi che
disciplinavano la materia.
Vige inoltre l’obbligo per gli investitori stranieri di associarsi a degli azionisti
marocchini per l’esercizio di alcune professioni quali quelle di farmacista,
esperto contabile ed architetto.
NORMATIVA SUGLI INVESTIMENTI
Restrizioni ed incentivi agli investimenti esteri – La “Carta degli
investimenti” ed i suoi incentivi
Il Marocco ha promulgato, l’8 novembre 1995, la Legge quadro 18-95,
comunemente denominata Carta degli Investimenti, che fissa gli obiettivi
fondamentali dell’azione dello Stato al fine di sviluppare e promuovere gli
investimenti attraverso il miglioramento delle condizioni e degli incentivi, fiscali
e non, all’investimento. Lo scopo è quello di unificare ed automatizzare le
disposizioni relative agli incentivi e alle facilitazioni delle procedure per ogni
tipo di investimento, a prescindere dal settore economico e dalla localizzazione
geografica.
Facilitazioni previste dalla “Carta”:
 riduzione del carico fiscale relativo all’acquisto di materiali, utensileria,
beni strumentali e di terreni necessari alla realizzazione dell’investimento
 riduzione dell’aliquota impositiva sui redditi
 concessione di un regime fiscale preferenziale in favore dello sviluppo
regionale
 rafforzamento delle garanzie date agli investitori in materia di ricorso nei
confronti delle autorità fiscali nazionali e locali
 promozione delle piazze finanziarie off-shore, delle zone franche di
esportazione e del regime di deposito industriale franco
 applicazione dei regolamenti di libera concorrenza con la revisione degli
esoneri fiscali concessi.
Nella versione completa della
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Regimi particolari
Fondo Hassan II per lo sviluppo economico e sociale e gli altri incentivi
Diritti e garanzie per gli investitori esteri
Doppie imposizioni
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STRUMENTI DI COOPERAZIONE
All’interno della Guida vi è una sezione dedicata agli strumenti di sostegno e
promozione di carattere finanziario, tecnico ed economico, sia a livello
nazionale che comunitario.
Nel primo caso è stato evidenziato tra cui l’istituto la SIMEST, che si occupa
soprattutto dell’internazionalizzazione delle imprese.
A livello comunitario, invece, si è trattato del Partenariato euro-mediterraneo
con il programma MEDA.
Il Marocco beneficia anche di finanziamenti da parte dei seguenti organismi
finanziari industriali: Banca Mondiale, IFC (International Finance Corporation),
Banca Africana di Sviluppo.
PORTI E ZONE FRANCHE
Istituite dalla legge 19-1994, le Zone Franche d’Esportazione (ZFE) sono degli
spazi ben determinati del territorio doganale dove sono autorizzate, con
l’esonero dall’osservanza della regolamentazione doganale e dal controllo del
commercio estero e dei cambi, tutte le attività di esportazione a vocazione
industriale o commerciale, nonché tutte le attività di servizio collegate. Le Zone
Franche di Esportazione sono create e regolamentate attraverso un atto
normativo che fissa la natura delle imprese autorizzate ad installarsi. La
pianificazione e la gestione di queste zone vengono concesse tramite gara
d’appalto, ad un organismo di diritto pubblico o privato, sulla base di un
capitolato d’oneri indicante i diritti e le obbligazioni del concessionario. Le
domande d’installazione nelle ZFE vengono presentate dagli investitori agli
organismi di pianificazione e gestione delle suddette zone e sono in seguito
sottoposte alla commissione locale delle ZFE.
Nella versione completa della Guida sono, inoltre, disponibili
informazioni dettagliate su:
Tanger Free Zone
Zona Franca commerciale del Porto di Tangeri
Zona Franca d’esportazione dell’Aeroporto di Tangeri
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REQUISITI TECNICI, STANDARDIZZAZIONE,
IMBALLAGGIO ED ETICHETTATURA
LEGISLAZIONE
PER
Non sono richiesti requisiti speciali per l'imballaggio delle spedizioni destinate
in Marocco. Tuttavia, l'indicazione sull'imballaggio del peso netto in
chilogrammi e dell'identificativo consentiranno un più rapido sdoganamento
della merce all'arrivo. Le indicazioni potranno essere in francese o arabo e
devono indicare il Paese d'origine. Per il cibo e le bevande inscatolate, prodotte
sia localmente che all'estero, si richiede l'indicazione della data di produzione e
di scadenza. Recentemente, si sono resi obbligatori l’etichettatura in lingua
araba per i prodotti alimentari e l’indicazione delle coordinate dell’importatore
marocchino su tutte le merci importate.
Per quanto riguarda i requisiti tecnici, dal settembre del 2002 é necessaria
anche la certificazione ISO 9000, prima non richiesta, anche se la maggior
parte delle aziende e multinazionali straniere vi adempivano ( il Governo non
richiede alle aziende registrate localmente di applicare lo standard ISO 9000.
Tuttavia, molte aziende straniere e multinazionali adempiono alla certificazione
ISO 9000, intesa principalmente come strumento di marketing).
In Marocco è previsto il controllo di qualità per i prodotti industriali con lo
scopo di ricercare una maggiore qualità, migliorare la produttività e reprimere
le frodi. Le procedure di omologazione sono contenute nel Bulletin Officiel n°
3024 del 14/10/1970, pagina 1411.
La certificazione dei prodotti è rilasciata dal MICA - Ministero per l'Industria, il
Commercio e l'Artigianato. Il MICA è incaricato di attribuire il marchio di
conformità alle norme marocchine e di sorvegliare il mantenimento nel tempo
di tale conformità.
Altri soggetti coinvolti nel processo di certificazione sono:




comitati
tecnici
di
certificazione
garantiscono
l'imparzialità
dell'operazione e sono incaricati di controllare i rapporti di verifica;
lo SNIMA - servizio di coordinamento fra i diversi interventi nel processo
di certificazione;
i laboratori - incaricati di effettuare le prove di conformità alle norme, ad
esempio il LPEE (Laboratoire Public d'Essais et d'Etudes) per i materiali
elettrici e il LABOMETAL per le apparecchiature a gas e i tondini.
gli agenti di verifica.
La lista dei prodotti per i quali i controlli sono obbligatori è ampia e dettagliata,
fra questi si possono citare:
- i prodotti siderurgici da utilizzare nel cemento armato,
- la candeggina e suoi estratti,
- le acque per l'alimentazione umana,
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i materiali per installazioni domestiche, quali interruttori, prese
e convertitori, le apparecchiature per l'illuminazione, gli
ascensori, gli imballaggi in materie plastiche, ecc.
Per i prodotti disciplinati dalle norme obbligatorie sulla certificazione, le
importazioni sono soggette al prelievo di campioni rappresentativi al momento
del loro arrivo ai posti di frontiera, da effettuare alla presenza di ufficiali di
dogana. A questa operazione fa seguito la redazione di un verbale. I prelievi
vengono inviati ai laboratori che provvedono alle prove e, entro le 24 ore dalla
verifica, devono trasmettere al MICA i risultati. In caso di conformità,
l'attestazione relativa viene fornita dal MICA all'importatore ed una copia è
fornita all'ufficio di dogana competente. In possesso della certificazione
l'importatore porta a termine tutte le formalità doganali e provvede al ritiro
della merce. In caso di non conformità delle prove le spese di laboratorio sono
a carico dell'importatore.
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NORMATIVA DOGANALE
La struttura dei dazi doganali è stata semplificata nel 1985 e, nuovamente, nel
decennio successivo, quando è stato ridotto il numero di fasce soggette ad
imposizione. In linea di principio il commercio estero è, ormai, liberalizzato.
Permane il divieto di importazione solo per alcuni prodotti, pneumatici usati o
rigenerati e gli esplosivi. Esiste poi una lista estremamente limitata di prodotti
per cui l’importazione è subordinata ad una licenza del Ministero del
Commercio Estero. Le procedure ed i dazi di sdoganamento differiscono in
funzione della natura dell’operazione commerciale e dalla natura stessa delle
merci. Il Marocco ha eliminato tutti i diritti doganali e tutte le tasse di effetto
equivalente in favore dei prodotti originari dei Paesi dell’UE Tuttavia, per alcuni
prodotti è previsto uno smantellamento tariffario progressivo. Questo processo
ha interessato, come prima tappa, i beni d’investimento importati in Marocco, i
quali, a partire dal 2000, non sono più soggetti all’applicazione di diritti
doganali. Una seconda ondata di smantellamento tariffaria si è avuta in ambito
di materie prime e prodotti non fabbricati localmente che fino al 2004 hanno
avuto una riduzione dei dazi pari al 25% per ogni anno. Per i prodotti fabbricati
localmente l’abbattimento del dazio è previsto in ragione del 10% l’anno, fino
al 2012. L’articolo 163 bis del codice delle dogane consente, inoltre, alle
imprese di importare, in sospensione di diritti e tasse, le materie prime
necessarie a realizzare merci che beneficiano, in virtù di disposizioni legislative
particolari, di una franchigia totale o parziale dei diritti e tasse all’importazione
diretta. Le importazioni sono soggette all’imposta sul valore aggiunto (TVA), le
cui aliquote sono del 7%, 10%, 14% e 20% a seconda dello scaglione di cui fa
parte il bene importato; esistono dei prodotti esonerati quali: materiali e
prodotti agricoli, beni strumentali, materiali, utensili, parti e pezzi di ricambio.
Il Prelievo Fiscale all’Importazione (PFI) colpisce le merci importate con
aliquota fissa del 15%, ne sono esonerate le importazioni di beni strumentali,
materiali, utensili, parti e pezzi di ricambio destinati alla promozione e sviluppo
degli investimenti. Sono esonerati dal PFI e dai diritti d’importazione i prodotti,
le parti componenti, i materiali, gli accessori destinati alla fabbricazione di
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vetture economiche,
economiche.
veicoli
leggeri
economici,
ciclomotori
e
biciclette
Nella versione completa della Guida sono, inoltre, disponibili
informazioni dettagliate su:
Documenti di spedizione
Documentazione richiesta
Barriere tariffarie o quantitative
Barriere non tariffarie
LEGISLAZIONE SOCIETARIA
La disciplina fondamentale in materia di società è contenuta nel Bulletin Officiel
n° 4422 del 17 ottobre 1996 e n° 4478 del 1° maggio 1997.
Tale legge sulle imprese di nuova costituzione che mira a rendere più
appetibile il Paese agli investitori esteri ed incoraggia la modernizzazione e la
trasformazione delle imprese a conduzione familiare. In sintesi, le misure
introdotte dalla legge sono:
accentuazione della responsabilità dell’amministrazione e del ceto
dirigente dell’impresa;
aumento della protezione degli azionisti minoritari;
rafforzamento dei controlli esterni;
miglioramento del diritto all’informazione degli azionisti e dei terzi.
NORMATIVA TRIBUTARIA
Imposta Generale sul Reddito (I.G.R.)
Ad essa è soggetto il reddito globale delle persone fisiche. I redditi che
confluiscono nel calcolo della base imponibile sono:
- i redditi professionali;
- i redditi salariali e simili;
- i redditi provenienti da capitali mobili;
- i redditi agricoli;
- le rendite immobiliari;
Nella versione completa della Guida sono, inoltre, disponibili
informazioni dettagliate su:
Carta degli Investimenti
Contributo sui redditi professionali esonerati dall'imposta IGR
Tassa sul prodotto delle partecipazioni sociali e redditi assimilati (TPA)
Tassa sui profitti di cessioni d'azioni e quote sociali
Tassa di formazione professionale
Tassa urbana
Imposta di edificabilità
Imposta di licenza
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NORMATIVA DEL LAVORO
La legislazione sul lavoro in Marocco si ispira alle convenzioni internazionali e
alle raccomandazioni dell’Ufficio Internazionale del Lavoro. I dipendenti
possono essere assunti con o senza contratto scritto.
Le norme del 23 ottobre 1948 pubblicate sul Bollettino Ufficiale n. 1978 bis del
26 ottobre 1948 fissano gli elementi standard da applicare a tutte le imprese:
ogni persona fisica o giuridica che desideri esercitare un’attività commerciale o
industriale deve presentare una dichiarazione all’Ispettorato del Lavoro e
l’assunzione dei lavoratori può avvenire tramite ufficio di collocamento o
direttamente.
Il contratto di lavoro è stipulato fra datore di lavoro e lavoratore e può essere a
tempo determinato o indeterminato e, in questo caso, cessa per volontà di una
delle parti. In tutti i settori d’attività, industriali o commerciali, la durata della
giornata lavorativa non può eccedere le 8 ore, o le 48 ore settimanali. Per le
ore supplementari i salari devono essere maggiorati del 25% fra le 5.00 e le
22.00 e del 50% fra le 22.00 e le 5.00; se lo straordinario si verifica nei giorni
di riposo settimanale, queste maggiorazioni sono portate rispettivamente a
50% e 100%. Tutti i lavoratori hanno diritto ad effettuare le ferie dopo 6 mesi
di lavoro continuativo ed effettivo.
Il salario è liberamente contrattato fra datore di lavoro e lavoratore, ma non
può essere inferiore allo SMIG (Salario Minimo Interprofessionale Garantito) e
allo SMAG (Salario Minimo Agricolo Garantito).
I punti principali della nuova legislazione riguardano: il contratto a tempo
determinato che può ora essere adottato da industrie non legate al settore
agricolo, inaugurate da poco o che hanno avviato la produzione di un nuovo
prodotto, può durare un anno ed essere rinnovato una sola volta, in caso
contrario, diverrà a tempo indeterminato. Anche le aziende legate al settore
agricolo possono concludere tale contratto, rinnovabile fino ad un periodo
cumulativo di due anni, alla fine del quale diventa automaticamente un
contratto a tempo indeterminato.
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La Banca Centrale è la Bank Al Maghreb (Banque du Maroc), sorta nel 1959 e
vertice di una rete di istituzioni pubbliche, semipubbliche e private. Oltre ad
emettere moneta, ha funzione di controllo in materia valutaria e monetaria. Il
controllo dei cambi è gestito dall’Ufficio Cambi, Agenzia del Ministero delle
Finanze. Nel Maggio del 1996, é stato istituito un mercato interbancario per lo
scambio di valuta straniera ad un tasso determinato dal mercato. La Banca
Centrale del Marocco ha recentemente introdotto alcune regole per le Banche
nazionali a disciplina delle loro operazioni in Euro. Tutte le banche marocchine
sono state autorizzate ad investire fino al 10% del loro capitale in Euro. Si
tratta di un tetto piuttosto prudente, che è probabilmente soggetto a
cambiamento via via che la Banca Centrale prende maggiore confidenza con il
nuovo sistema europeo. Ciò è tanto più necessario in quanto la maggior parte
dei commerci marocchini è diretta in Europa e, di conseguenza, l’Euro diventa
la principale moneta per le transazioni estere. Attualmente, quattro banche
sono controllate dallo Stato:




Banque Nationale pour le Développement Economique (BNDE),
specializzata nel fornire prestiti a medio - lungo termine all’industria;
Crédit Immobilier et Hotelier (CIH), specializzata nel finanziamento di
investimenti destinati al settore immobiliare e turistico;
Caisse Nationale de Crédit Agricole (CNCA), specializzata nel
finanziamento del settore agricolo;
Crédit Populaire Marocain (CPM) che fornisce ogni tipo di finanziamento
alle piccole e medie imprese ed offre servizi bancari ai marocchini
residenti all’estero attraverso le filiali estere.
Con la nuova Legge bancaria del 1993, sono stati eliminati i privilegi di cui
godevano precedentemente gli istituti di credito. In particolare, il CPM gestiva
in esclusiva le rimesse degli emigranti marocchini all’estero e la BMCE gestiva
l’assicurazione alle esportazioni, inoltre esiste un programma di privatizzazione
del settore bancario che interessa la BNDE, il CIH e la Banque Centrale
Populaire. In Marocco operano attualmente circa 15 Banche commerciali, la
maggior parte delle quali hanno il capitale collocato fra azionisti privati e, fra
queste, una porzione significativa vede la partecipazione di banche europee.
Tra queste, oltre alla Bank Al Maghrib ed alla Banque Nationale pour le
Développement Economique (BNDE), Caisse Nationale de Crédit Agricole
(CNCA) e Crédit Immobilier et Hotelier (CIH), operano la Banque Commerciale
du Maroc (BCM), Banque Marocaine du Commerce Extérieur (BMCE), Banque
Marocaine pour l`Afrique et l’Orient (BMAO), Crédit du Maroc (CM), Crédit
Populaire du Maroc (CPM), Banque Centrale Populaire (BCP), Banque Populaire
Régionale (BPR), Société Générale Marocaine de Banque (SGMB), Société
Marocaine de Dépôt et Crédit (SMDC) e la Wafabank. Sono state inoltre
costituite 2 nuove Banche: la Banque Al-Amal, specializzata nel finanziamento
dei progetti d’investimento in Marocco da parte di marocchini residenti
MAROCCO
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all’estero e la Banque de Développement des Collectivités Locales, attiva
nell’erogazione di prestiti per lo sviluppo delle comunità locali.
Nella versione completa della Guida sono, inoltre, disponibili
informazioni dettagliate su:
Sistema finanziario
Nella versione completa della Guida, su formato CD, infine, sono
disponibili ulteriori, dettagliate informazioni su:
Sistema fieristico: principali Enti fieristici e Fiere in Marocco
Indirizzi utili: in Marocco ed in Italia.
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Ufficio E-Commerce e Commercio Estero
Sportello per l’Internazionalizzazione
C.C.I.A.A. Genova
Via Garibaldi, 4
16124 Genova
Tel. 010/2704560
Fax 010/2704298
E-mail: [email protected]
Sito: www.ge.camcom.it
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Maggio 2009
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