Dal poliziesco al “noir” - Istituto Comprensivo Varese 4 Anna Frank

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Dal poliziesco al “noir” - Istituto Comprensivo Varese 4 Anna Frank
Dal poliziesco al “noir”
a cura di Rocco Cordì
Le origini del noir e del suo avo più prossimo, il genere poliziesco, sono fonte di
discussioni e controversie. Una definizione certa e univoca di ciò che s’intende
dell’uno o dell’altro non è facile da rintracciare neppure tra gli esperti e gli
appassionati di questo ramo della letteratura.
Si può convenire con la tesi di quanti sostengono che l’incerta “classificazione” è
dovuta anche alla molteplicità degli elementi che compongono il romanzo. Per
scoprire le origini del “noir” alcuni risalgono ai romanzi inglesi della fine del XVIII
secolo definiti “neri” per le terrificanti storie di personaggi malefici e delle vittime
innocenti delle loro macchinazioni, di castelli immensi e antichissimi popolati di
fantasmi e misteri. E’ il filone più propriamente
avventuroso, che dà origine ai cosiddetti thriller o racconti del brivido.
In continuità con questo genere si colloca il romanzo “poliziesco”, opera in cui
assume centralità il fatto criminoso e la tecnica investigativa impiegata per la
scoperta del colpevole.
Il genere poliziesco nasce nel XIX secolo quando, nei singoli stati, vengono create
organizzazioni moderne di polizia con il compito di combattere il crimine (o anche di
reprimere ogni “minaccia” all’ordine costituito).
Tra i creatori del romanzo poliziesco un ruolo di primo piano è attribuito a Edgard
Allan POE (1809-1849) scrittore e poeta americano. Nei suoi racconti, accanto alla
figura dell’investigatore dilettante Dupin, prende corpo la tecnica narrativa propria del
poliziesco: il crimine, la descrizione minuziosa dell’indagine, la complessità o
apparente irrisolvibilità del caso, le peripezie investigative e, infine, la soluzione del
mistero (quasi sempre in modo inatteso o imprevedibile).
Erede di Poe viene considerato l’inglese Arthur Conan DOYLE (1859-1930) la cui
grande creazione, Sherlock Holmes (e il suo fido dottor Watson), resta il prototipo
dell’investigatore scientifico, analitico, dotato di una logica rigorosa e infallibile.
Sherlock Holmes è diventato popolare grazie anche alle numerose opere
cinematografiche (interpretato da Basile Rathbone).
Nel XX secolo tra i grandi scrittori del genere poliziesco vanno ricordati: Gilbert Keit
CHESTERTON (1874-1936) inglese, cattolico militante, creatore di padre Brown, il
parroco investigatore per il quale la soluzione dell’enigma equivale a una vittoria sul
diavolo. Nelle opere di Chesterton prevale un metodo di indagine psicologica.
Agatha CHRISTIE (per la precisione Agata Mary Clarissa MILLER) 1890-1976),
autrice di una sterminata quantità di opere e creatrice di personaggi che
diventeranno molto popolari come Hercule Poirot (un simpatico e bizzarro belga) e
Miss Jane Marple (un’anziana signorina, tipicamente inglese, che riesce
a risolvere i casi senza mai muoversi dal suo villaggio).
Il “giallo”
Nell’estate del 1929 la casa editrice Mondadori lancia in Italia la prima collana
poliziesca battezzandola “I libri gialli”. La scelta di questa denominazione si ispirava,
secondo alcuni, all’espressione inglese yellowback che indicava il romanzo
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popolare. Altri invece sostengono che sia derivata più semplicemente dal colore –
giallo intenso – della copertina.
In effetti anche altre collane dell’epoca hanno preso il nome dal colore – o da un
disegno particolare – della copertina: dai libri “verdi” a quelli “azzurri”, dai “libri della
palma” ai “libri della medusa”.
Sulle copertine dei libri gialli campeggiava il motto “questo libro non vi lascerà
dormire”. La tiratura dei primi volumi (siamo negli anni trenta e quaranta del
novecento) si attesta sul mezzo milione di copie (una quantità considerevole in
quell’epoca), ma alcuni titoli riusciranno a superare la soglia del milione di copie.
Fin da subito il giallo si impone come elemento nuovo e importante nella lettura degli
italiani: un evento editoriale di successo e duraturo nel tempo.
Il primo titolo pubblicato è “La strana morte del signor Benson” dello statunitense
S.S. VAN DINE (1888-1839) vero nome Wright, inventore del celebre detective,
aristocratico, colto e raffinato, Philo Vance.
Seguono Edgar WALLACE, Robert L. STEVENSON, Edgar Allan POE, Agatha
CHRISTIE, Ellery QUEEN, Rex STOUT (“padre” di Nero Wolf, geniale e sedentario
detective, e del suo assistente Archie Godwin. Negli anni sessanta ebbe grande
successo la versione TV (bianco e nero) con la magistrale interpretazione di Tino
Buazzelli, nella parte del detective e di Paolo Ferrari in quella dell’assistente),
Georges SIMENON (creatore dell’ispettore Maigret, anch’egli reso popolare da una
serie televisiva, trasmessa negli anni della TV in bianco e nero, con Gino cervi nel
ruolo di protagonista) e Arthur Conan DOYLE con il suo infallibile Sherlock Holmes).
Il “giallo” italiano
In quegli anni, tra tanti autori stranieri, è facile notare l’assenza di uno italiano. Per
trovarne uno, e di successo, bisognerà attendere ancora un bel po’.
Sollecitate dalla politica culturale fascista (che imponeva di inserire nelle collane con
tanti autori stranieri anche qualche italiano) le case editrici si danno da fare per
conseguire l’obiettivo. Comincia così la “confezione” di un prodotto che si propone di
uscire dagli schemi del poliziesco anglosassone adattandosi entro la cornice della
tradizione letteraria nazionale.
Il giallo italiano nasce ufficialmente nell’anno 1931 quando nella collana dei Gialli
Mondadori (volume 21) viene pubblicato Il sette bello di Alessandro VARALDO
(1878-1953). Nasce così anche il primo investigatore autenticamente italiano –
Ascanio Bonichi – dalla fisionomia più casalinga e quasi paesana. Un personaggio
tra gli altri, che si trova a risolvere casi intricati quasi per sbaglio (tutto l’opposto dei
suoi “colleghi” stranieri, maestri di tecnica investigativa raffinata e di rigore
scientifico).
Il giallo italiano muove i suoi primi passi oscillando, rispetto ai classici stranieri, tra
diversità e imitazione. Se Varaldo punta tutto sulla “italianizzazione” del genere, Ezio
D’ERRICO (1892-1972) si ispirerà al Maigret di Simenon inventandosi a Parigi il
commissario Emilio Richard. D’Errico alimenta il filone del giallo latino più a sfondo
sociologico e psicologico che analitico sensazionale.
Il commissario, rifuggendo dalla posa tipica dei suoi “colleghi” americani o
anglosassoni (estranei o distaccati dall’ambiente in cui matura il delitto), si cala nella
realtà fino a contaminarsi con il mondo di cui deve carpire il segreto: l’investigatore
risolve il caso in quanto capace di respirare, assorbire, l’atmosfera del delitto.
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Con Augusto DE ANGELIS (1888-1944), giornalista, le vicende tornano ad essere
rigorosamente italiane. I suoi romanzi La barchetta di cristallo, Il mistero di
Cinecittà, Il candeliere a sette fiamme, sono tutti ambientati a Milano e hanno per
protagonista l’investigatore capo della squadra mobile De Vincenzi.
L’autore esalta il rapporto sofferto ed ossessivo che l’investigatore intrattiene con il
delitto. Il dispetto per la sfida portata dall’assassino alla ragione umana si mescola al
desiderio di conoscere la mente dell’altro.
Abile inventore di trame De Angelis è anche il primo giallista italiano capace di creare
atmosfere terrorizzanti attraverso la semplice descrizione di un personaggio o di un
ambiente.
Dopo i primi successi le collane di narrativa poliziesca si moltiplicano e, con esse,
anche gli autori. A quelli già citati si aggiungono: Gastone TANZI, Armando
COMEZ, Alessandro DE STEFANI, Vasco MARIOTTI.
Gli esperimenti realizzati testimoniano l’evidente richiamo che il giallo, anche a firma
italiana, esercita su lettori ed editori. Ben presto però la scure censoria del regime
fascista si abbatte sul “giallo” fino a decretarne la morte.
Inizialmente si cerca soltanto di condizionare la qualità del prodotto mediante
direttive che esigevano, in particolare, che l’assassino fosse straniero, non si
suicidasse e che comunque venisse assicurato alla giustizia. Nell’agosto del 1941 si
alza ulteriormente il tiro con un provvedimento che impone, “per ragioni di ordine
morale”, la preventiva autorizzazione del ministero alle pubblicazioni e si ordina di
ritirare dalla circolazione i “non pochi romanzi gialli già pubblicati e giudicati nocivi
per la gioventù”. Pochi mesi dopo viene emanato dal regime un ordine ancora più
drastico: il sequestro di tutti i romanzi gialli “in qualunque tempo stampati e ovunque
esistenti in vendita”.
Il giallo diventa fuorilegge in quanto “ produzione abborracciata, malsana, fradicia di
anglofilia e di americanofilia” perdipiù “germanofobica” e spesso “importata di peso
dalle pubblicazioni di nazioni nemiche”.
Pubblicazioni e autori risorgono nell’immediato dopoguerra, ma il giallo diventa
rigorosamente “romanzo per soli adulti”.
Al poliziesco classico, basato sul meccanismo narrativo della investigazione
ragionata e sulla morale del bene che trionfa sempre sul male, si affianca la nuova
produzione americana, molto diversa per modello e linguaggio.
La scena del crimine è la metropoli e il racconto si dipana in una miscela esplosiva
fatta di azione, violenza, sesso, lo stesso investigatore più che rappresentante della
giustizia è un giustiziere che ricorre spesso a tecniche e armi simili a quelli usate dal
fuorilegge. Molti autori italiani si cimentano con la novità oscillando sempre tra
imitazione e sperimentazione, ma senza grande successo. Il giallo italiano non è
però morto anche se per affermarsi, e lo farà in forme davvero originali, bisognerà
attendere ancora molti anni.
Tra i padri della letteratura gialla italiana va certamente annoverato Carlo Emilio
GADDA (1893-1973) e la sua opera più conosciuta: Quer pasticciaccio brutto di via
Merulana (Garzanti 1957). Nel romanzo traspare la visione del mondo dell’autore: la
realtà altro non è che un aggrovigliatissimo “garbuglio” tragicamente impossibile da
dipanare.
Ambientato nella Roma fascista del 1927, si presenta come una grandiosa creazione
plurilinguistica – ma con prevalenza di romanesco - di straordinaria efficacia
espressionistica. Il commissario Ciccio Ingravallo si trova ad indagare su un delitto
che coinvolge le sue amicizie e anche i suoi segreti affetti. Muovendosi tra labili indizi
e improvvise scoperte che complicano l’indagine anziché semplificarla, il
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commissario agisce nella consapevolezza della inutilità dei suoi sforzi di mettere
ordine in un contesto insensato a cui corrisponde l’insensatezza della storia e del
regime sciagurato che gli è toccato di servire.
Un posto di rilievo viene unanimemente attribuito al siciliano Leonardo SCIASCIA
(1921-1989) che oltre a valorizzare il genere in due saggi (La letteratura gialla e
Appunti sul giallo) diventerà famoso grazie anche ad alcune opere come Il Giorno
della civetta, A ciascuno il suo, Il contesto, Todo Modo,
La scomparsa di Maiorana, L’affaire Moro, Una storia semplice. Anche per
Sciascia l’investigatore si sforza di arrivare alla soluzione del delitto, ma senza
successo. Il “giallo” appare come un pretesto per radiografare un microcosmo
sociale, una situazione, un “contesto”. Per Sciascia diventa uno strumento per
riflettere sui mali dello Stato in Sicilia e sugli inestricabili rapporti tra potere mafioso e
classi dirigenti. Le opere di Sciascia sono una denuncia forte del “potere”, nelle sue
varie forme, e dei delitti che in suo nome si consumano.
Il “noir”
Il termine “noir” comincia ad essere usato da alcuni critici francesi in ambito
cinematografico per definire una fase del cinema poliziesco americano (tra l’inizio
degli anni ’40 e la fine degli anni ’50). Sempre in Francia, nello stesso periodo,
l’editore Gallimard inaugura la “Série Noir” pubblicando i romanzi di alcuni scrittori
statunitensi.
Uno tra i più famosi è Raimond CHANDLER (1888-1959). Creatore di Philip
Marlowe abile investigatore privato, apparentemente cinico, ma profondamente
onesto. La straordinaria popolarità di Marlowe è dovuta anche al successo della
versione cinematografica e alla grande interpretazione dell’attore statunitense
Humphrey Bogart.
Con il termine “noir” si definisce una tendenza che attraversa generi diversi e non si
fonda su un manifesto o un programma definiti.
Una caratteristica del “noir” è quella di non risolversi con un finale rassicurante per il
lettore. Il turbamento dell’ordine da cui prende le mosse la narrazione non sempre si
ricompone positivamente nel finale.
Se nel giallo o nel poliziesco classico le forze del bene e della ragione, incarnate
dall’investigatore, alla fine trionfano sempre sul male scoprendo l’autore del crimine e
assicurandolo alla giustizia, nel “noir” la narrazione sembra più rivolta a
sviscerare il perché del crimine o della violenza, il contesto in cui è maturato, le
cause sociali o psicologiche che lo hanno generato. Il “noir” richiama tutto quanto
c’è di torbido e di oscuro nell’animo umano che spinge a compiere azioni criminali.
Lo stesso investigatore diventa parte integrante della trama non come giustiziere che
incarna verità, giustizia, infallibilità, ma come persona suscettibile di errore, esposta
ai sentimenti ed alle emozioni, da questi travolgibile, partecipe diretto degli eventi.
Nel “noir” i confini tra il bene e il male possono confondersi o apparire
appannati e confusi.
Un'altra caratteristica del “noir” è l’ambientazione metropolitana del crimine.
L’ambito territoriale circoscritto (che può anche essere una città o una provincia)
consente di evidenziare una realtà specifica, delimitata, ma non per questo isolata da
ambiti più ampi. Un microcosmo in cui le trame segnalano tendenze e avvenimenti
più generali. Il luogo e i fatti sono realtà identificabili a tal punto che anche il lettore
può avvertirli come “conosciuti”.
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La città è il luogo prediletto dei principali scrittori italiani di “noir”.
In Italia il genere “noir” è diventato, a partire dagli anni ’90, un vero e proprio
dilagante fenomeno letterario, capace di influenzare e produrre nuove forme
espressive anche in altri media (tv, radio, cinema, teatro). Non a caso molti degli
autori sono anche bravi “sceneggiatori” capaci di trasformare tanti personaggi di
“carta” in veri protagonisti di molte fiction televisive: dal commissario Montalbano,
mitico personaggio inventato dal prolifico scrittore siciliano Andrea Camilleri , al
commissario Soneri di Valerio Varesi, al sergente Sarti Antonio di Loriano
Macchiavelli.
Di recente sugli schermi televisivi è approdato anche l’avvocato Guido Guerrieri
protagonista dei romanzi di Gianrico Carofiglio e il commissario De Luca di Carlo
Lucarelli.
Gli autori principali del “noir” italiano
Giorgio SCERBANENCO (1911-1969) nato a Kiev (vero nome Vladimir Giorgio
Scerbanenko) ma cresciuto a Milano. E’ considerato da molti il vero padre del “noir”
italiano. Esordisce, già negli anni quaranta, con una serie di racconti gialli che
verranno poi ripubblicati in Cinque casi per l’ispettore Jelling.
Nel 1966 pubblica Venere privata il suo libro rivelazione, il primo romanzo della serie
dedicata all’investigatore Duca Lamberti. Seguono: Traditori di tutti, I ragazzi del
massacro, I milanesi uccidono al sabato, Uccidere per amore, La mia ragazza di
Magdalena, Rossa, Uomini ragno, Annalisa e il passaggio a livello, Sei giorni di
preavviso.
Scerbanenco reinventa strutture, linguaggi, ambientazione, superando gli schemi del
poliziesco tradizionale. Il noir all’italiana di Scerbanenco coniuga in forme inedite
umanità, compassione, violenza e sentimenti. La personalità stessa
dell’investigatore, Duca Lamberti, assume nel racconto una centralità straordinaria.
Se è vero che l’eroe solitario, duro e compassionevole, creato da Scerbanenco, è
molto simile al Philip Marlow di Chandler, ancora più vero è che la sua personalità
emana una biografia romantica che, intrecciandosi strettamente con le vicende
narrate, nella Milano più nera, si contamina , dando un segno nuovo al romanzo
stesso.
Loriano MACCHIAVELLI, bolognese (1934). Dal 1974 si è dedicato al genere noir
dando vita a una lunga serie di romanzi con protagonista il poliziotto Antonio Sarti,
tra cui Sarti Antonio un diavolo per capello, Sarti Antonio: caccia tragica, I
sotterranei di Bologna, Passato, presente e chissà, Sarti Antonio fra gente
perbene, Sarti Antonio e l’assassino (scritto con Sandro TONI), Sarti Antonio e la
via dell’inferno.
Con il noto cantautore Francesco GUCCINI ha pubblicato: Un disco dei platters,
Questo sangue che impasta la terra, Tango e gli altri, Macaronì, Storie d’inverno e
la raccolta di racconti Lo Spirito e altri briganti.
Carlo LUCARELLI (Parma 1960). E’ uno dei più affermati autori del noir italiano. I
suoi romanzi e racconti pur nel rispetto delle regole convenzionali del genere sono
molto originali per tecnica narrativa ed anche per incisività analitica del tessuto
storico della città moderna. Lucarelli sa dare il sapore e le coordinate del degrado
etico e morale a cui un uomo (o una società) può giungere.
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Da alcuni anni Lucarelli conduce in Tv Blu notte, una fortunata trasmissione dedicata
a casi misteriosi e insoluti. Alcuni casi proposti in Blu notte sono ora raccolti nel
volume Misteri d’Italia. Si tratta di trame omicide, poteri oscuri, nuovi criminali, una
serie di fatti che hanno segnato la storia d’Italia nel dopoguerra. Per gli appassionati
dei misteri italiani si consiglia il saggio-guida Storia d’Italia in giallo di Enzo LA
FORGIA (insegnante e direttore dell’Istituto Storico Varesino “L. Ambrosoli”).
Della inesauribile produzione di Carlo Lucarelli ricordiamo: la trilogia Carta Bianca,
L’estate torrida, Via delle Oche, ambientati nel periodo tra Repubblica di Salò e
immediato dopoguerra con protagonista il commissario De Luca; Almost blue,
travolgente giallo a tinte horror ambientato in una Bologna quasi iperreale; L’isola
dell’angelo caduto, ambientato nel periodo fascista in un carcere di massima
sicurezza in un’isola.
E ancora: Il giorno del lupo, Guernica, Un giorno dopo l’altro, Falange armata,
Lupo Mannaro, Laura da Rimini, Il lato sinistro del cuore (una raccolta di oltre 50
storie brevi) e Medical Thriller (scritto con Eraldo BALDINI e Giampiero
RIGOSI) un’avvincente esplorazione di quella zona sempre più vasta in cui realtà
scientifica, interessi commerciali, farmaco e malattia, si fondono fino a produrre
moderne patologie sociali e criminali.
Con L’ottava vibrazione, appena pubblicato, Lucarelli racconta “come eravamo” un
secolo fa quando le truppe italiane partivano verso l’Africa, male equipaggiate, per
inseguire il sogno colonialista e l’idea di un nuovo Impero Italiano. Nello sfondo la
battaglia di Adua del 1896 e la grave sconfitta subita dagli italiani perché, come
sostiene Lucarelli partivano all’avventura impreparati e senza sapere cosa avrebbero
trovato.. L’impresa veniva giustificata con l’intento di “civilizzare” quei popoli (una
motivazione non dissimile da quella della “esportazione della democrazia” coniata in
tempi a noi molto più vicini).
Andrea CAMILLERI (Agrigento 1925). Autore teatrale e televisivo fin dagli anni
quaranta esordisce come romanziere nel 1978 con Il corso delle cose. Seguono altri
romanzi di carattere storico come Il birraio di Preston e La stagione della caccia.
Nel 1994 pubblica La forma dell’acqua il primo della fortunatissima serie di romanzi
e racconti tutti ambientati a Vigàta (città d’invenzione ma fortemente connotata di
sicilianità) e nei quali compare la figura del commissario Salvo Montalbano,
personaggio sarcastico e malinconico, dai tratti spiccatamente antieroici,
dichiaratamente modellato sul poliziotto Pepe Carvalho, creatura dello scrittore
catalano Manuel Vàsquez MONTALBAN . ( * )
Gli altri romanzi finora pubblicati, con Montalbano protagonista, sono: Il cane di
terracotta, Il ladro di merendine, La voce del violino, La gita a Tindari, L’odore
della notte, Il giro di boa, La pazienza del ragno, La luna di carta, La vampa
d’agosto, Le ali della sfinge, La pista di sabbia, Il campo del vasaio, Gli arancini di
Montalbano, Un mese con Montalbano, La paura di Montalbano, La prima
indagine di Montalbano.
I romanzi citati sono pubblicati da Sellerio ad eccezione degli ultimi quattro stampati
da Mondadori. Tra gli altri romanzi, storici e civili, da segnalare: La concessione del
telefono, La bolla di componenda, Un filo di fumo, La strage dimenticata ,La
scomparsa di Patò, La mossa del cavallo, Il re di Girgenti, La presa di Macallè, La
biografia del figlio cambiato (una originale biografia di Luigi Pirandello), Privo di
titolo, Le pecore e il pastore, Maruzza Musumeci. Il tailleur grigio, Il colore del
sole (un testo dedicato ad un pittore grande e misterioso come Michelangelo Merisi
detto il Caravaggio).
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I romanzi di Camilleri sono quasi tutti ambientati in Sicilia e sono intessuti di una
prosa vivace, caratterizzata dall’uso intensivo delle voci dialettali.
L’insieme dell’opera letteraria di Camilleri finora pubblicata è raccolta in due volumi
della collana “I meridiani” di Mondadori: Storie di Montalbano e Romanzi storici e
civili.
Gianrico CAROFIGLIO (Bari 1961). Sostituto procuratore antimafia. L’avvocato
Guido Guerrieri è il protagonista dei suoi primi tre romanzi “noir” Testimone
inconsapevole, Ad occhi chiusi, Ragionevoli dubbi. Dello stesso autore anche Il
passato è una terra straniera in cui si racconta la storia di una amicizia nell’età in cui
le cose che ci accadono cambiano per sempre la nostra vita.
L’avvocato Guido Guerrieri è un vero talento in tribunale, ma un disastro nella vita
privata. Abbandonato dalla moglie perché stanca di vivere con un uomo mediocre,
attraversa una crisi profonda al limite della depressione e solo attraverso il lavoro
professionale riesce gradatamente a risalire la china.
Guerrieri è un uomo con una vicenda umana piena, carico di contraddizioni e drammi
personali, che a volte sembra lasciarsi sopraffare dal quotidiano e invece, grazie ai
casi che gli si presentano, trova la forza di reagire e rinascere. Grazie alla sua
competenza professionale, alla capacità di interpretare norme e codici di legge, alla
profonda conoscenza del funzionamento della giustizia, risolve con successo i casi
che prende a cuore e, suo malgrado, riesce persino a diventare un quasi-eroe.
Piero COLAPRICO (Putignano-Bari 1957). Milanese di adozione, inviato speciale di
Repubblica si occupa di giustizia e cronaca nera.
Si è affermato con alcuni saggi di taglio giornalistico come: Duomo connection,
Manager calibro 9, Capire tangentopoli.
Con la Trilogia della città di M., tre lunghi racconti ambientati a Milano con
protagonista l’ispettore Bagni, vince il premio Scerbanenco.
Con i gialli Sequestro alla milanese e Kriminalbar scava nella realtà cittadina
descrivendo il nuovo volto della criminalità milanese e italiana. Un racconto in presa
diretta di un mondo livido e feroce, cinico e disperato.
Le storie della sua creatura, il maresciallo Binda, sono raccolte nei tre libri scritti con
Pietro Valpreda: Quattro gocce d’acqua piovana, La nevicata dell’85 e La
primavera dei mai morti e poi dopo la morte del compagno di scrittura, L’estate del
Mundial, La quinta stagione e La donna del campione.
Sandrone DAZIERI (Cremona 1964). Milanese d’adozione nei suoi romanzi mette in
scena l’omonimo Sandrone Dazieri investigatore un po’ schizofrenico che si muove
con abilità e tra rocambolesche avventure, nei bassifondi urbani popolati una
umanità perennemente esclusa e in cerca di riscatto. Tra le opere pubblicato
ricordiamo: Attenti al gorilla, La cura del gorilla, Gorilla blues, Il carma del gorilla,
E’ stato un attimo.
Marcello FOIS (Nuoro 1960). Fin dal suo esordio con Ferro recente, è la Sardegna
che fa da sfondo ai suoi romanzi: Sempre caro, Sangue dal cielo, L’altro mondo,
Meglio morti, Dura madre, Memoria del vuoto, Piccole storie nere, Sheol.
Marco VICHI (Firenze 1957). I suoi romanzi sono ambientati prevalentemente nella
sua città. Il Commissario Bordelli è il protagonista indiscusso della fortunata serie
pubblicata a partire dal 2002: Il commissario Bordelli, Una brutta faccenda, Perché
dollari, Nero di luna. Bordelli è una tormentata figura di investigatore in una Italia da
amarcord (anni cinquanta) disegnata dal suo autore con un ampio uso di toni
chiaroscuri: di sentimenti democratici, ha partecipato alla Resistenza, ma burbero e a
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volte cinico, duro ma dal cuore tenero, solitario e un po’ fuori dal tempo, poliziotto
anomalo che preferisce
frequentare i delinquenti. Vichi ha pubblicato anche: L’inquilino, Donne donne, Il
Brigante, Il nuovo venuto.
Di particolare interesse i due volumi da lui curati che rappresentano una piccola
antologia del noir italiano: Città in nero (con racconti di Vichi, Carlotto, Biondillo,
Fois, Von Borries, e altri) e Delitti di provincia (con racconti di Vichi, Varesi,
Avoledo, Magliani, Seminerio e altri).
Carlo FRUTTERO (Torino, 1926) e Franco LUCENTINI Roma 1920-Torino 2002). Il
primo e, forse, il più popolare dei libri di Fruttero & Lucentini è La donna della
domenica. A quasi trent'anni dalla prima edizione, resta tuttora uno dei capostipite
del "giallo italiano". Un racconto che si snoda tra i vizi, l'ipocrisia, le comiche velleità
e gli esilaranti chiacchiericci che animano la vita della borghesia piemontese, tra
architetti misteriosamente assassinati, dame dell’alta società tanto affascinanti
quanto snob, poliziotti e industriali. Sullo sfondo - ma è in realtà la vera protagonista vi è una Torino in apparenza ordinata e precisa fino alla noia, che nasconde un cuore
folle e malefico.
Della famosa coppia sono anche:A che punto e' la notte, e Enigma in luogo di
mare. Il più recente Donne informate sui fatti è di Carlo Fruttero.
Giancarlo DE CATALDO (Taranto 1956). Oltre al suo romanzo più celebre,
Romanzo Criminale, basato sulla storia della Banda della Magliana, ha pubblicato
Nero come il cuore (romanzo di esordio) Teneri assassini, Fuoco, Terroni, Il padre
e lo straniero, Nelle mani giuste, Minima criminalia, e, fresco di stampa, Onora il
padre. Quarto comandamento.
Di particolare interesse il volume da lui curato: CRIMINI . Il libro contiene nove storie
scritte da: Ammaniti, Camilleri, Carlotto, Dazieri, De Silva, De Cataldo, Faletti,
Fois, Lucarelli.
Walter BINAGHI (Milano 1957). Tra i suoi libri pubblicati ricordiamo: L’ultimo gioco,
La porta degli innocenti, Robinia blues e I tre giorni all’inferno
di Enrico Bonetti cronista padano.
Santo PIAZZESE (Palermo 1948). I delitti di via Medina-Sidonia, La doppia vita di
M. Laurent, Il soffio della valanga.
Niccolò AMMANITI (Roma 1966) è tra i primi a fondere noir, horror, commedia .
Oltre a Io non ho paura, che ha avuto uno straordinario successo, ha scritto Fango,
Ti prendo e ti porto via.
Laura GRIMALDI (Firenze 1957). Ha pubblicato tra gli altri Il sospetto, Il giallo e il
nero, Perfide storie di famiglia.
Attilio VERALDI (Napoli 1925 – Montecarlo 1999). Nel 1976 ha pubblicato La
mazzetta con nel ruolo di protagonista Sasà Jovine un ambiguo faccendiere di
mezza tacca dedito al disbrigo di incombenze poco pulite al servizio di personaggi
compromessi con la camorra. Veraldi ha scritto anche: Uomo di conseguenza, Naso
di cane, L’amica degli amici.
Giuseppe FERRANDINO (Ischia 1958). Sceneggiatore di fumetti si afferma tra i
nuovi autori italiani di gialli/noir con Pericle il nero, pubblicato nel 1993, un romanzo
il cui protagonista principale è Pericle Scalzone, un fallito che vive compiendo
malefatte per conto di un boss dei quartieri spagnoli di Napoli. Segue, con sempre
sullo sfondo i quartieri popolari di Napoli, Il rispetto (ovvero Pino Pentecoste contro
i guappi).
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Renato OLIVIERI (Sanguinetto (VR) 1925). Considerato una icona del giallo italiano
pubblica, nel 1978, Il caso Kodra con il Commissario Ambrosio che indaga in una
Milano grigia e, a volte, triste. Le inchieste di Ambrosio saranno al centro anche in:
Maledetto ferragosto, Dunque morranno, L’indagine interrotta e Madame Strass
Giampiero RIGOSI (Bologna 1962). Nel 1995 è uscito il suo primo romanzo Dove
finisce il sentiero. Ha pubblicato la raccolta di racconti Chiappe da apache e un
romanzo dal titolo Come le nuvole sopra Veracruz. Suo anche Notturno bus e L’ora
dell’incontro. Con Carlo Lucarelli e Eraldo Baldini ha scritto il già citato Medical
thriller.
Alcuni autori stranieri
(*) Manuel Vàsquez MONTALBAN (1939-2003), scrittore e giornalista catalano di fama
internazionale. La sua creatura, il detective privato Pepe Carvalho, è un moderno Don
Chisciotte, malinconico e critico verso un mondo che gli appare sempre più detestabile. Tra
le sue opere ricordiamo: Assassinio al Comitato Centrale, Gli uccelli di
Bangkok, Tatuaggio, Il centravanti è stato assassinato verso sera, Il labirinto greco, La
solitudine del manager, La Rosa di Alessandria, Le terme, Il premio, Il fratellino, Il quintetto di
Buenos Aires, Sabotaggio olimpico. Nei romanzi con Pepe Carvalho la cucina ha un ruolo di
rilievo. L’inventore di Carvalho ha avuto la buona idea di tradurre la sua passione per il cibo
in una sorta di trattato eno-gastronomico-sessuale arricchito da riflessioni sulla cultura (la
cucina come metafora della cultura) e sul suo ruolo nel mondo di
oggi. L’opera è stata pubblicata in due gustose raccolte : Ricette immorali e Le ricette di
Pepe Carvalho.
Alicia GIMENEZ-BARTLETT (1951). Vive a Barcellona. Ha scritto diversi saggi e romanzi,
ma l’opera che l’ha portata al successo, Riti di morte, è la prima di una serie di romanzi “noir”
che vedono protagonista l’ispettrice Petra Delicado.
E’ considerata la Camilleri spagnola per la vivacità della scrittura e l’originalità delle trame,
tutte ambientate nella città di Barcellona. Ha pubblicato tra gli altri: Giorno da cani,
Messaggeri dell’oscurità, Morti di carta, Serpenti nel paradiso, Il caso del lituano, Nido vuoto.
Fred VARGAS (pseudonimo di Frédérique Audouin-Rouzeau). (Parigi 1957). Ricercatrice di
archeozoologia ed esperta in medievistica scrive i suoi romanzi nel rispetto della struttura
classica del giallo a enigma. Protagonista dei libri finora pubblicati in Italia è il commissario
Adamsberg: Io sono il Tenebroso, Chi è morto alzi la mano, Parti in fretta e non tornare,
Sotto i venti di Nettuno, L’uomo a rovescio, Nei boschi eterni, L’uomo dai cerchi azzurri.
P.D. JAMES (Phyllis Dorothy James White) (Oxford 1920). Scrittrice britannica. Protagonista
principale dei suoi romanzi è l’ispettore Dalgliesh. Tra i suoi libri, in Italia pubblicati da
Mondadori, ricordiamo: Brividi di morte per l’ispettore Dalgliesh, Una notte di luna l’ispettore
Dalgliesh, La stanza dei delitti, Morte in seminario, Scuola per infermiere, Una certa giustizia,
I figli degli uomini, Morte sul fiume, Sangue innocente, Copritele il volto.
Joe Lansdale (Texas 1951). Scrittore americano ha prodotto una ventina di romanzi e
moltissimi racconti. Un vero e proprio cocktail di noir, horror, western e altro ancora, che
portano alla scoperta del Texas più profondo e dei turbamenti sociali della nuova America.
I suoi romanzi sono pubblicati in Italia da Einaudi : Il mambo degli orsi, Rumble Tumble,
Tramonto e polvere, Bad chili, La notte del drive-in, In fondo alla palude, La sottile linea
scura, Una stagione selvaggia.
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