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consumatori
I
servizi igienici
Signora,
però se ha
utilizzato il
bagno dovrebbe
consumare!
Il Tar dà
manforte
agli esercenti,
ma qualche
perplessità è più
che legittima
Toilette... libera per tutti?
na
cura di Stefano Zerbi
Il Codacons - Coordinamento
delle Associazioni per la Difesa
dell’Ambiente e dei Diritti degli
Utenti e dei Consumatori - è
un’Associazione di volontariato
autonoma e senza fini di lucro.
La sua esclusiva finalità è quella
di tutelare con ogni mezzo
legittimo, ed in particolare
con il ricorso allo strumento
giudiziario, i diritti e gli interessi
di consumatori ed utenti.
www.codacons.it
Salve!
Volevo segnalare un episodio avvenuto questa
mattina e che mi ha molto infastidita. Mi trovavo a
passeggiare con mia figlia di 5 anni e una mia amica
nella zona del centro storico, quando la bimba mi
dice che deve urgentemente fare la pipì. Trovandomi
in prossimità di un bar, entro e chiedo della toilette,
mentre la mia amica resta fuori a fumare. Terminato
al bagno, mi avvio verso l’uscita, intenzionata a chiedere alla mia accompagnatrice se desiderava un caffè, ma, appena passo davanti la cassa, una persona
(suppongo il proprietario del locale) mi fa: “Signora,
però se ha utilizzato il bagno dovrebbe consumare!”.
Questa frase, detta inoltre davanti ad altre persone,
mi ha spiazzato e lasciato letteralmente senza parole.
Io infatti avrei preso sicuramente qualcosa, e volevo
offrire anche alla mia amica, non stavo certo uscendo
dal bar come una ladra. Alla fine, un po’ imbarazzata,
ho ordinato un caffè e comprato un gelato alla bimba.
Ripensando all’accaduto mi chiedo: ma i bar non
sono obbligati a far utilizzare i bagni anche se un
cittadino non consuma?
E se io non avessi avuto i soldi per permettermi una
consumazione? Mi avrebbero cacciato dal locale?
Attendo la vostra opinione. M. F.
Gentile Signora,
La questione è molto spinosa e per affrontarla stavolta
partiamo dal punto di vista di un Esercente. Il mantenimento dei servizi igienici di un locale comporta
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mixer N. 227 / luglio-agosto 2010
sicuramente dei costi (manutenzione, pulizia, acqua,
elettricità, carta igienica, sapone, ecc.), e l’utilizzo
promiscuo di tali servizi fa crescere le spese a suo carico. Non di rado capita di utilizzare le toilette di locali
pubblici e trovarle – specie nelle zone ad alta densità
turistica - in uno stato pietoso. A dare manforte agli
esercenti è arrivata una recentissima sentenza del Tar
della Toscana, emessa lo scorso 18 febbraio e valida
su tutto il territorio nazionale, che dispone come l’utilizzo dei servizi igienici nei locali pubblici sia ad uso
esclusivo dei clienti. Riporta infatti la sentenza: “è
agevole ribattere che una cosa è l’attività di pulizia e
manutenzione di un locale destinato ad uso bagno, se
ne possono far uso un numero limitato ed in una certa
misura preventivabile di persone, tutt’altra cosa è tale
attività, se a poter fruire del locale destinato a bagno è
la generalità del pubblico, cioè, all’occorrenza, masse
di persone ingenti e non predeterminabili (si pensi ad
es. agli afflussi di pubblico, formato non soltanto da
turisti, in occasione di famose manifestazioni culturali e cerimonie)”. In sostanza, per i giudici, i bagni
di bar e ristoranti non possono essere aperti alla generalità del pubblico, ma solo ai clienti dei medesimi
esercizi. Una sentenza che pare inoppugnabile, ma
che in realtà può suscitare perplessità se analizziamo
bene la questione. Supponiamo che un cittadino abbia
urgente bisogno di un bagno, perché in condizioni
fisiche particolari o perché soggetto a patologie precise, e che non abbia i soldi per consumare, o semplicemente non voglia farlo. Supponiamo che lo stesso
cittadino si veda rifiutare dal gestore di un locale
la possibilità di utilizzare la toilette, perché non di-
Il commento di FIPE
Il Codacons è
convinto che un
P.E. debba sempre
mettere i bagni
a disposizione
di tutti, salvo
casi eccezionali
sposto a consumare. Cosa accadrebbe se, per effetto di tale
rifiuto, il cittadino in questione
subisse un malore o delle lesioni
fisiche? Entrerebbe in gioco il
Codice Penale, e si potrebbe
parlare addirittura di omissione
di soccorso o altri reati? A nulla
varrebbe la tesi secondo cui il
cittadino abbia omesso di specificare al momento della richiesta
la propria patologia: le leggi relative alla privacy in fatto di salute
sono estremamente rigide. Certo
molto diverso sarebbe il caso di
un pullman pieno di turisti che
Può capitare a tutti una giornata storta.
entra in un bar al solo scopo di
usare i bagni… anche se resta
difficile pensare che nessuno di
questi turisti acquisterà qualcosa
nell’esercizio! Concludendo,
noi del Codacons siamo convinti
che un locale pubblico debba
sempre mettere i bagni a disposizione di tutti, salvo ovviamente
casi eccezionali. Ciò non per mere interpretazioni legali, quanto
per una questione di sensibilità
e di attenzione verso la categoria
dei consumatori e, quindi, dei
potenziali clienti. Resta inteso
che l’utente che utilizza una toilette, dovrebbe prestare la massima attenzione nel mantenere
pulito e funzionale il servizio,
a maggior ragione se tale servizio viene usato gratuitamente.
Come in tutte le cose, basterebbe il semplice buon senso per
risolvere con facilità qualsiasi
problematica. n
Ai consumatori ma anche a esercenti e loro collabotaori,
come racconta la signora M.F.. Intendiamoci, è sacrosanto che l’utilizzo della toilette al bar o in qualsiasi locale pubblico sia riservato ai clienti (e, aggiungo, dotati di
un giusto senso civico). Ma il buon senso degli esercenti
da sempre consente l’uso di questo servizio a chi ne ha
necessità, indipendentemente dal fatto che consumi o
meno. Ma non è certo, questo, un atto dovuto, come
vuole farci credere il Codacons che, come al tempo delle
nuove norme antifumo (quando pretendeva che gli esercenti denunciassero alla polizia i clienti trasgressori),
attribuisce alla categoria compiti pubblici che, invece,
spetterebbero alle Amministrazioni Comunali. Allora
come ora, per far valere un diritto, fummo costretti a
ricorrere al TAR, contribundo ad appesantire una macchina della giustizia che non ce la fa più. Se tutti, invece,
applicassero un po’ di sano buon senso si arriverebbe a
risultati migliori, concordati e senza spendere soldi dei
contribuenti.
L’Amministrazione non può scaricare sugli esercenti
compiti che le spettano, come per esempio dotare le città di servizi igienici per il pubblico, come avviene in tutte
le città d’Europa. E se è professionale per l’esercente
consentire l’uso del bagno ad una persona in evidente
stato di necessità, sarebbe altrettanto delicato da parte
dell’avventore avere l’accortezza di consumare qualcosa, magari proprio per riprendersi dallo stato di disagio.
Invece, purtroppo, l’uso dei servizi è diventato occasione di vandalismi, inciviltà, furti e altre cose vergognose
in una società civile.
NOTIZIE
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