Paesi Baschi, Navarra e La Rioja

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Paesi Baschi, Navarra e La Rioja
© Lonely Planet Publications
Paesi Baschi,
Navarra e La Rioja
PAESI BASCHI. . . . . . 280
Bilbao. . . . . . . . . . . . . . . 282
San Sebastián. . . . . . . . 295
NAVARRA . . . . . . . . . . . 312
Pamplona . . . . . . . . . . . 314
I Pirenei. . . . . . . . . . . . . 321
LA RIOJA. . . . . . . . . . . . 327
Logroño. . . . . . . . . . . . . 327
I migliori
ristoranti
»»Arzak (p302)
»»La Cuchara de San Telmo
(p302)
Perché andare?
Le colline verde giada e i cieli carichi di pioggia di questo
angolo della Penisola Iberica contrastano decisamente con
la solarità dell’immagine tradizionale della Spagna. D’altronde i baschi vanno fieri delle loro peculiarità: affermano
di essere i più antichi abitanti d’Europa e di parlarne ancora
l’idioma originario. Non tutto quanto essi sostengono a
questo proposito è dimostrato; ciò che è certo, invece, è
che abitano una terra di straordinaria bellezza e varietà:
monti che si dicono custoditi da divinità mitiche, musei e
gallerie d’arte di altissimo livello culturale, feste di strada
che coinvolgono anche un milione di persone e la migliore
cucina di Spagna.
Lasciato alle spalle l’aspro e selvaggio nord, ci si inoltra
nella vasta e calda pianura a sud di Pamplona e poi nelle
zone vinicole della Navarra e della Rioja, con i loro colori
bruciati dal sole, i paesaggi idilliaci, i monasteri medievali
e le irresistibili cittadine del vino.
»»Rio-Oja (p287)
»»Martín Berasategui
Restaurant (p302)
»»Mesón las Migas (p325)
I migliori hotel
Quando andare
Bilbao
°C/°F Temp
Precipitazioni pollici/mm
40/104
8/200
»»Hotel Marqués de Riscal
(p334)
30/86
6/150
20/68
4/100
»»Pensión Bellas Artes (p300)
10/50
2/50
»»Palacio Guendulain (p316)
»»Hospederia las Pedrolas
(p330)
»»La Casa de los Arquillos
(p310)
0/32
0
G
F
M
Maggio-giugno
Battete sul tempo
la folla nelle gallerie d’arte di Bilbao
e nei pintxos bar
di San Sebastián.
A
M
G
L
A
6–14 luglio Correte (più in fretta
che potete) davanti
a una mandria di
tori inferociti a
Pamplona.
S
O
N
D
Settembre Salite
agli alti valichi dei
Pirenei navarresi
e ammirate i
colori d’autunno.
280
PAESI BASCHI
Sia che arriviate dalle torride pianure del
sud della Spagna sia che proveniate dalla
dolce e verdeggiante Francia meridionale,
i Paesi Baschi vi colpiranno per la loro
peculiarità. Chiamata in basco Euskadi
o Euskal Herria (‘la terra di coloro che
parlano il basco’), e definita in castigliano
‘El Pais Vasco’, questa è una terra in cui le
ATLANTIC
OCEAN
vette toccano il cielo e sublimi insenature
riparate sono battute dalle potenti onde
dell’Atlantico. Una regione che chiede di
essere esplorata al di là delle incantevoli
e cosmopolite città di Bilbao, Vitoria e
San Sebastián. Un viaggio attraverso i
Paesi Baschi è un’esperienza che stimola
costantemente la curiosità del viaggiatore
e regala immancabilmente profonde gratificazioni.
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Paesi Baschi, Navarr a e L a Rioja Paesi B aschi
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Tudela
40 km
20 miles
Il meglio dei Paesi Baschi, Navarra e La Rioja
1 Le spiagge, i pintxos
(tapas basche) e la vita
notturna della raffinata San
Sebastián (p295), capitale
mondiale della buona tavola
2 I capolavori delle gallerie
d’arte di Bilbao (p282)
3 Il surf a Mundaka (p293)
e i castelli di sabbia su una
delle magnifiche spiagge
basche (p293)
6 La pendici ammantate di
4 I musei e i vigneti della
Rioja (p332)
nebbia e abitate da streghe
e avvoltoi dei Pirenei
navarresi (p321)
5 Le medievali città
7 Una settimana di follie a
fortificate di Olite (p323) e
Ujué (p325)
Pamplona (p317) sulle orme di
Hemingway, in occasione dei
Sanfermines
IL NAZIONALISMO BASCO
Paesi Baschi, Navarr a e L a Rioja 
Il nazionalismo basco ha molte facce, ma la sua motivazione profonda va cercata nel
forte senso di identità e di unicità culturale di questo popolo, una passione che anche
il viaggiatore meno attento che attraversi le province settentrionali non può fare a
meno di notare.
Nel 1959 un piccolo gruppo di nazionalisti baschi fondò un’organizzazione destinata a farsi conoscere con il nome di Euskadi Ta Askatasuna (ETA; Terra Basca
e Libertà), il cui obiettivo era l’indipendenza per i territori baschi della Spagna
settentrionale e della Francia meridionale. Nel 1968 il gruppo compì la prima azione
terroristica, innescando una spirale di violenza che non cessò neanche quando,
tra l’inizio degli anni ’80 e gli anni ’90, alle province basche spagnole fu concessa
un’autonomia sempre maggiore (oggi i Paesi Baschi sono una regione autonoma
dotata di un proprio corpo di polizia). In contrapposizione all’ETA ha conquistato
consensi, soprattutto tra i giovani, un nazionalismo altrettanto convinto ma non
violento, che vede nella lingua basca il simbolo più significativo dell’identità etnica. Dopo circa 30 anni di governo del partito nazionalista moderato PNV (Partido
Nacionalista Vasco), le elezioni regionali del 2009 hanno rappresentato una svolta
nella politica basca con la vittoria del partito socialista e l’elezione del nuovo presidente, Patxi López, che ha promesso una lotta senza quartiere ai terroristi dell’ETA.
Sebbene negli ultimi anni il movimento si sia notevolmente indebolito, l’ETA rappresenta ancora una forza da non sottovalutare e López avrà il suo bel da fare a
mantenere questa promessa.
Negli ultimi 40 anni la sanguinosa guerra dell’ETA ha causato (secondo le stime
del governo spagnolo) oltre 825 morti. Gli sporadici ‘cessate il fuoco’ e le iniziative
di pace più volte avviate sono sempre falliti a causa dell’intransigenza di entrambe
le parti. Il clima di sfiducia reciproca raggiunse l’apice nel marzo del 2004, quando il
governo di José María Aznar cercò di attribuire all’ETA la responsabilità dell’attentato
alla stazione di Madrid in un disperato, quanto inutile, tentativo di riguadagnare consensi in vista delle elezioni.
Nel marzo 2006 l’ETA dichiarò un ‘definitivo’ cessate il fuoco, a cui il primo ministro José Luis Rodríguez Zapatero rispose sostenendo che per il governo di Madrid
questa era ‘la migliore opportunità di dar vita a un processo di pace mai verificatasi
in oltre 30 anni’. Purtroppo il suo ottimismo era mal riposto: infatti tale processo
fu interrotto nel dicembre dello stesso anno a seguito di un attentato all’aeroporto
madrileno di Barajas, costato la vita a due persone. Fecero seguito alcuni scontri
a fuoco e una serie di attentati dinamitardi in alcune città basche e in altre località
della Spagna e della Francia sud-occidentale. Nel gennaio 2008 l’ETA ha nuovamente rivendicato l’indipendenza dei Paesi Baschi, paragonando la regione al
Kossovo. Negli ultimi tre anni, grazie a una maggiore collaborazione tra le autorità
di polizia francesi e spagnole e all’eliminazione delle cosiddette ‘basi sicure’ in Francia, si sono susseguiti gli arresti di esponenti di primissimo piano dell’organizzazione, che tuttavia sembrano già essere stati rimpiazzati. Nel settembre 2010 l’ETA
ha inaspettatamente annunciato un totale cessate il fuoco, dichiarando di voler
raggiungere il proprio obiettivo con mezzi pacifici, ma l’annuncio è stato accolto
con scetticismo dal governo di Madrid. Undici giorni dopo una piccola bomba – che
secondo la polizia non sarebbe da attribuire all’ETA ma a suoi simpatizzanti – è
esplosa in una zona industriale di Vitoria.
Va comunque detto che non tutti i baschi sono nazionalisti sfegatati, e oggi
la realizzazione delle aspirazioni pacifiche della maggioranza della popolazione sembra più probabile che mai dopo la concessione alla Catalogna di un’ulteriore autonomia regionale. Restano comunque da risolvere questioni e tensioni complesse,
non ultime la detenzione al di fuori della regione di persone considerate come
prigionieri politici da gran parte dei baschi e la messa al bando, dal 2003,
del partito Batasuna per i suoi presunti rapporti con l’ETA e il suo appoggio
al terrorismo.
281
Paesi Baschi, Navarr a e L a Rioja Paesi B aschi
Storia
282 Non si sa con precisione da dove provenga
il popolo basco (la sua storia orale non cita
migrazioni), e si ritiene che la sua presenza
in questo luogo sia precedente alle più antiche migrazioni note. Se i romani non si interessarono granché a questa remota regione
montuosa, nel corso del Medioevo (10001450) la Corona di Castiglia riuscì, sia pure
con difficoltà, a imporre progressivamente
la propria sovranità (a differenza di quanto
successe con la vicina Navarra, che riuscì
a conservare l’indipendenza fino al 1512).
Tuttavia, anche quando furono assorbite
nell’orbita del regno di Spagna, la Navarra
e le tre province basche (Guipúzcoa, Vizcaya
e Álava) riuscirono a ottenere da Madrid
ampie concessioni di autonomia, attraverso
i cosiddetti fueros (leggi ed editti propri).
Proprio l’abolizione dei fueros in tutte le
province (Navarra esclusa), nel 1876 dopo
la seconda guerra carlista, contribuì ad
alimentare il nascente nazionalismo basco.
Tuttavia, il partito nazionalista basco (PNV;
Partido Nacionalista Vasco), fondato nel
1894, non ottenne mai un consenso unanime
nella regione data la presenza, in tutte le
province, di una significativa componente
etnica castigliana.
Quando, nel 1936, il governo repubblicano
di Madrid propose ai baschi l’autonomia, le
province di Guipúzcoa e Vizcaya accettarono
e durante la guerra civile si schierarono
sul fronte repubblicano (una decisione che
pagarono molto cara nei decenni successivi),
mentre la Navarra e l’Álava, più conservatrici e rurali, decisero di sostenere Franco.
Fu durante l’epoca franchista che nacque
il movimento Euskadi Ta Askatasuna (ETA;
Terra Basca e Libertà), inizialmente allo
scopo di combattere il regime che aveva soppresso l’uso della lingua basca e in pratica
ogni forma di cultura locale. Scomparso il
dittatore, l’ETA ha proseguito la sua lotta
violenta contro il governo spagnolo con
l’obiettivo della completa indipendenza.
All’epoca della pubblicazione di questa
guida, l’ETA ha annunciato l’ennesimo ‘cessate il fuoco’. Solo il tempo ci dirà se si tratta
di un addio definitivo alle azioni armate.
Bilbao
POP. 354.200
La città di Bilbao (basco: Bilbo) è cresciuta
in condizioni difficili, prima sotto il gioco
dell’industria pesante e poi ridotta a un
TESSERE TURISTICHE
La Bilbaocard (tessera per 1/2/3 giorni
€6/10/12) dà diritto a tariffe ridotte
su tutti i mezzi di trasporto urbani e
a sconti sull’ingresso in molti luoghi
d’interesse. La tessera è in vendita
presso tutti gli uffici turistici. Creditrans dà diritto a sconti significativi
sulle tariffe della metropolitana e dei
trasporti urbani di superficie (tram e
autobus) ed è in vendita in tagli da €5,
€10 e €15 in tutte le stazione di metro
e tram.
desolato paesaggio di aree industriali
dismesse. Ma grazie alla tenacia degli
amministratori locali e ad alcuni illuminati investimenti, oggi la sua immagine è
profondamente cambiata. Simboli di questa
rinascita sono l’avveniristico edificio in titanio del Museo Guggenheim e una schiera
di gruppi artistici diffusi in tutto il mondo.
El Botxo (‘il buco’), come Bilbao è affettuosamente chiamata dai suoi abitanti, si è
ormai assicurato un ruolo di primo piano
nel panorama dell’arte europea, ma nel
suo cuore è rimasta una città che lavora
duramente, non particolarmente bella ma
dal carattere alquanto spiccato. Ed è proprio in questo suo spirito pratico, più che
nelle decine di gallerie d’arte, che risiede il
fascino più autentico di questa città vivace,
divertente e colta.
Storia
Nel 1300 fu concesso il titolo di villa (cittàstato) a quello che era all’epoca un agglomerato urbano sviluppatosi intorno a Las
Siete Calles, le sette vie che formavano la
città vecchia e in cui i bilbaínos medievali
portavano avanti i loro affari, e alla zona
del porto. La conquista delle Americhe
diede ulteriore impulso al commercio e
ben presto i pescatori, i mercanti e i coloni
baschi stabilirono forti legami commerciali
con città americane come Boston. Alla fine
del XIX secolo il panorama della città era
dominato dalla presenza delle ciminiere
delle acciaierie, dei cantieri navali e degli
stabilimenti chimici.
Nel periodo tra le guerre carliste e la
guerra civile Bilbao giocò un ruolo di primo
piano nel nord del paese, soprattutto dal
punto di vista industriale. Le truppe di
Franco occuparono la città nella primavera
del 1937 e le rappresaglie nei confronti dei
nazionalisti repubblicani furono feroci
e prolungate. Il contributo di Bilbao al
fabbisogno industriale del paese, però, non
venne meno, e l’epoca franchista fu per la
città un periodo di grande prosperità. Negli
ultimi anni il declino apparentemente irreversibile della città è stato efficacemente
superato.
1 Che cosa vedere
Museo Guggenheim
GALLERIA D’ARTE
(www.guggenheim-bilbao.es; Avenida Abandoibarra 2; interi/bambini €13/gratuito; h10-20 mardom) L’inaugurazione del Museo Guggen-
Museo de Bellas Artes
GALLERIA D’ARTE
(www.museobilbao.com; Plaza del Museo 2; interi/
bambini €6/gratuito, ingresso libero mer; h10-20
mar-dom) A soli cinque minuti dal Museo
Guggenheim, il Museo de Bellas Artes non
è solo un complemento al più celebre vicino,
ma spesso sembra superarlo per la qualità
delle opere esposte.
La sua splendida collezione spazia dalle
statue gotiche alla pop art ed è suddivisa in
tre grandi sezioni: arte classica, con opere
di Murillo, Zurbarán, El Greco, Goya e van
Dyck, arte contemporanea, con lavori di
Gauguin, Francis Bacon e Anthony Caro, e
arte basca, rappresentata da grandi scultori
come Jorge de Oteiza ed Eduardo Chillida,
oltre che da pittori come Ignacio Zuloago
e Juan de Echevarria. Il noleggio dell’utile
audioguida costa €1. Il museo è accessibile
con le sedie a rotelle.
Casco Viejo
CITTÀ VECCHIA
Il Casco Viejo, il piccolo e suggestivo centro
storico di Bilbao, è un dedalo di viuzze affascinanti, bar animati e negozi originali. Il
cuore del casco è formato da Las Siete Calles,
le sette strade che costituiscono il nucleo
originale, trecentesco, della città.
Paesi Baschi, Navarr a e L a Rioja B ilbao
heim, nel settembre del 1997, ha proiettato
da un giorno all’altro Bilbao e l’architettura
moderna nel XXI secolo dando slancio all’ormai avviata rinascita urbanistica della città,
facendo da volano a ulteriori programmi di
sviluppo e assicurandole un ruolo di primo
piano nel panorama dell’arte e del turismo
mondiale.
Alcuni sostengono, e probabilmente a
ragione, che la grandiosità della struttura
oscuri la funzione per cui è stata realizzata
e che il Guggenheim sia diventato famoso
più per le avveniristiche linee architettoniche che per il suo contenuto, ma bisogna
riconoscere che l’architetto canadese Frank
Gehry ha saputo creare effetti irresistibili
con il suo uso ispirato di coperture ondulate
e forme che ricordano falesie, promontori,
navi, torri e pinne alate.
Come tutti i grandi architetti Gehry ha
progettato il Guggenheim tenendo presente
il suo contesto storico e geografico. Il sito era
una desolata landa industriale abbandonata,
parte del vecchio quartiere dei magazzini
che stavano andando in rovina lungo le
rive della Ría de Bilbao. Le industrie che
storicamente avevano fatto la ricchezza di
Bilbao (le costruzioni navali e la pesca) si
conciliavano perfettamente con gli interessi
personali di Gehry, soprattutto per quanto
riguarda l’uso di materiali industriali.
Le lucenti lastre di titanio che rivestono
la maggior parte dell’edificio, simili a gigantesche scaglie di aringhe, sembrano
ispirarsi al fascino che, a quanto si dice, le
creature marine hanno esercitato su Gehry
sin dall’infanzia.
L’interno del Guggenheim fa un uso
meraviglioso dello spazio. Nel vasto atrio
centrale alto 45 m sembra di trovarsi in una
cattedrale in cui la luce filtra attraverso le
verticali pareti in vetro. Il pianterreno ospita
opere della collezione permanente, tra cui
uno spettacolare labirinto di metallo e luce
283
che si innalza verso il cielo.
Tuttavia l’attrazione principale del museo è costituita dalle mostre temporanee
(consultate il sito del museo per informarvi
sulle prossime esposizioni), che all’epoca
delle nostre ricerche comprendevano le
fantastiche collezioni di rifiuti riciclati di
Robert Rauschenberg e una meravigliosa
serie di specchi deformanti di Anish Kapoor.
Il prezzo dell’ingresso varia in funzione
delle mostre temporanee in programma. I
biglietti vengono venduti fino a 30 minuti
prima dell’ora di chiusura del museo. Alle 11,
12.30, 16.30 e 18.30 partono visite gratuite in
francese e in inglese, a cui bisogna iscriversi
mezz’ora prima presso il banco informazioni
ed è bene arrivare per tempo perché i gruppi
possono essere al massimo di 20 persone.
Nell’ultima domenica del mese (alle 12.30)
sono organizzate visite guidate per non
udenti in linguaggio gestuale. Le audioguide, comprese nel prezzo del biglietto, offrono
eccellenti spiegazioni in diverse lingue.
All’ingresso del Guggenheim c’è sempre una
fila interminabile di visitatori, soprattutto
nei giorni estivi di pioggia e durante le vacanze di Pasqua, quando la coda può durare
anche più di un’ora. Il museo è accessibile
con le sedie a rotelle.