Anno XXXXI, 1756 Firenze, 1 novembre 2010

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Anno XXXXI, 1756 Firenze, 1 novembre 2010
Anno XXXXI, 1756 Firenze, 1 novembre 2010 Esce il sabato abb. post. legge 662/96, art. 2, c. 20, lett. b Direttore Francesco Canosa
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Editoriale
Si corre il rischio di un neo-centralismo regionale...
La riforma federale deve scongiurare il rischio di un
neo centralismo regionale ''che prenda il posto del
centralismo statale''. Il ministro della Giustizia,
Angelino Alfano, boccia il progetto di soppressione
delle province regionali in Sicilia che sta creando
tante polemiche.
Dal palco dell'assemblea dell'Upi, Alfano ha sottolineato che ''il progetto di qualcuno in direzione dell'abolizione delle province credo nasconda il rischio
proprio di un neo centralismo regionale. Lo dico in
una regione, la Sicilia, in cui l'abolizione delle province sembra sia considerata da alcuni come la via per
eliminare quelle ostili. Occorre piuttosto ricominciare
dalla definizione delle funzioni delle province''.
Alfano si e' detto convinto ''che le Province abbiano
un senso nell'Italia di oggi perche' credo che tutto si
puo' fare tranne che abbandonare un centralismo
romano per accedere ad un neocentralismo regionale''.
E mentre Alfano difende la vecchia impostazione
delle regioni a statuto speciale da Firenze si leva la
voce di Andrea Barducci, presidente della Provincia
che chiede l’abolizione delle regioni a statuto speciale, ritenute ormai fuori tempo dall’arrivo del federalismo.
Ma al di là di questa diatriba c’è da essere preoccupati per il futuro democratico delle Istituzioni periferiche.
Nonostante il federalismo sia a tutt’oggi il tema del
giorno, si può dire che un’autentica cultura federalista
ed autonomista in Italia sia appena agli inizi; c’è la
resistenza passiva degli apparati burocratici, a cominciare dalla stessa Amministrazione e, fatto ben più
grave, c’è una resistenza politico-culturale che pervade molte forze politiche e sociali.
In effetti, le resistenze di vario tipo al decentramento
autonomista in senso lato e all’Autonomia scolastica
in particolare, in questi anni non sono di certo mancate.
Queste posizioni (che potremmo definire neocentraliste) difficilmente escono oggi alla luce del sole, assumono piuttosto la forma di una resistenza più o meno
strisciante, con l’obiettivo di arrivare alla sterilizzazione dell’Autonomia scolastica e dei nuovi princìpi
costituzionali.
Diversi sono i mezzi per raggiungere lo scopo:
◊ impedire l’emanazione di una legislazione ordinaria
in applicazione dei nuovi princìpi costituzionali, rendendoli così un flatus vocis;
◊ fare in modo che nella legislazione ordinaria le
norme generali e i princìpi fondamentali rimasti di
competenza dello Stato diventino disposizioni il più
possibile minuziose e onnicomprensive, limitando
così al massimo la potestà legislativa delle Regioni;
◊ fare in modo che il decentramento amministrativo
venga ridotto al minimo, non riconoscendo il ruolo
degli Enti locali e delle autonomie funzionali.
Le tendenze neocentralistiche non vanno sottovalutate: sono forti in molte categorie e gruppi sociali, organizzazioni sindacali, forze politiche. E’ chiaro che più
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Editrice Agipress s.a.s.
simili tendenze si rafforzano più diventa impraticabile
qualsiasi ipotesi di sviluppo e rafforzamento
dell’Autonomia scolastica.
Un’altra tendenza che si è affermata con forza nella
passata legislatura, e che sembra collocarsi all’opposto rispetto alla tendenza neocentralista, è quella che
si potrebbe definire di regionalismo spinto.
Questa tendenza mira a ridurre al massimo le competenze dello Stato a favore delle Regioni, in varie
forme:
◊ le Regioni assumono la piena potestà legislativa
nella definizione dell’assetto del servizio di istruzione; lo Stato fissa solo i livelli di fruizione del diritto e
alcuni generali obiettivi e standard da raggiungere;
◊ anche la gestione amministrativa passa alle Regioni,
il personale passa alle loro dipendenze, loro decidono
se eventualmente decentrare agli Enti locali o alle
autonomie funzionali competenze e funzioni amministrative;
◊ le Regioni intervengono anche sull’Autonomia scolastica.
Come già accennato, la riforma costituzionale approvata nella passata legislatura e bocciata dal referendum popolare è stata l’espressione massima di questa
tendenza; in effetti, quello che è stato presentato come
la piena attuazione del federalismo è stato percepito
come un passo indietro, una specie di nuovo centralismo (regionale) che si sostituisce ad un altro (statale):
il nuovo poteva rivelarsi anche peggiore del vecchio!
Anche perchè a livello locale il clientelismo può
disporre di armi più sofisticate.
Francesco Canosa
La vedova sconsolata...
ormai non si capisce più neppure il
politichese!
Una volta, con un certo impegno, si
riusciva a capire il linguaggio dei
politici, anche perchè si cercava nelle
parole il riferimento all’ideologia del
partito di appartenena di chi parlava.
Adesso è tutto più complicato: non ci
sono più ideologie certe e ben definite
perchè i politici si “sono nascosti” in
partiti che non sono più rappresentativi di idee ma coacervo di interessi
personali.
Cosa fare?
Purtroppo niente! Chi ci capisce
qualcosa è bravo!
E allora?
Signore Iddio,
fa che si possa capire di nuovo il politichese e poi ....
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Gli argomenti più importanti
pag.
*-Nuove regole per la compravendita di case
6
*-Sentenze Cassazione
7
*-Il Diamante nel Parco di Pratolino
8
12-13 (*)
*-Notizie dalla montanga toscana
15
*-Redditometro in Toscana
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*-Finanziaria Regione Toscana 2011
18
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20 (*)
*-Le lingerie invernale
21 (*)
22
*-L’ambiente nuoce alla salute
24-25 (*)
*-Alimentazione: castagne e mulino biologico
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*-Quote rosa in Turchia
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*-Serve una nuova generazione di sindacalisti
27
*-Il turismo rurale
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*-Attività aerobica
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raccoglimni pure accanto a quell’anima benedetta
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.756 Firenze 1 novembre 2010
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*-Si corre il rischio di un neo-centralismo regionale
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.756 Firenze 1 novembre 2010
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Politica
Necessario che Tv e giornali tornino
ad informare senza autoreferenzialità
Dobbiamo dirci chiaramente che serve, oggi più che mai, un
risveglio della coscienza. Di quella coscienza che ti fa percepire
innanzitutto di essere vivo e non un morto che cammina.
Lo dico perché i giornali, nella loro battaglia quotidiana per vendere qualche copia in più, e le reti televisive, nella ricerca spasmodica di vincere il confronto con i dati dell’auditel, stanno raggiungendo livelli a dir poco preoccupanti.
E mi preoccupo ancor di più se penso che i lettori o i telespettatori aumentano più aumenta il tasso di conflittualità della notizia
fornita. Come a dire che al fruitore di media interessa la lite, il
sangue, di qualunque notizia si tratti. Che si parli di politica, del
Grande Fratello o dell’omicidio di Avetrana, poco importa. Serve
il conflitto, quello vero, quello in cui si arriva a colpire la persona, in cui si riesce a scaricare addosso al nemico tutta l’invidia, la
rabbia distruttrice di chi è in guerra e non ha altro scopo che l’annientamento dell’avversario.
Così le copie si vendono e i telespettatori rimangono incollati allo
schermo. Perché si calca la mano sui colori forti, sugli eccessi,
sugli estremismi. Perché vince chi urla più forte, chi sbraita
inneggiando al raggiro e al sopruso.
Non importa che poi si perda di vista la verità e che si possano
pubblicare notizie palesemente false, o quantomeno non verificate, pur di distruggere l’avversario. La cosa preoccupante è che
questa situazione non ha colore politico, ma sembra un metodo
comune a tutti, o quasi, e che si allarga a macchia d’olio. E in
questo mare nero anche chi onestamente tenta di fare il proprio
mestiere con professionalità ed onestà rischia di rimanere impantanato. Rischia di non capirci più niente. Figuriamoci le persone
comuni che hanno ancora il coraggio di accendere la televisione
o sfogliare un giornale!
Nelle ultime settimane, poi, paradossalmente, ho visto le pagine
dei quotidiani riempirsi di notizie su trasmissioni televisive
improvvisamente salite alla ribalta, e trasmissioni televisive parlare di vicende in cui erano implicati giornalisti della carta stampata.
Raggiungendo così l’apice dell’autoreferenzialità, oggi i giornali
parlano della tv e la tv parla dei giornali.
E insieme, giornali e tv, parlano di politica, perché la politica,
come sappiamo, ormai si fa prevalentemente sulle colonne dei
giornali o nei salotti televisivi.
Per questo dico che serve un sussulto, un risveglio della coscienza, non tanto per capire chi bisognerà votare (ognuno per questo
farà le scelte più opportune) quanto per riportare un minimo di
umanità e di rispetto (non parlo certo di amore) sui palcoscenici
dove si giocano le partite in cui si decidono le sorti del Paese.
Uno di questi palcoscenici è proprio quello dei media, teatro di
tanti scontri e battaglie sanguinose. Credo valga la pena partire
proprio da qui.
Cristian Carrara
Nervo, cda Rai:
«Direttori di rete spegnete le luci su Avetrana»
Inviato Massimo Numa
Tensioni, veleni e polemiche. Giornata intensa per gli esami del
Ris, a Roma, sui reperti sequestrati nella prima fase delle indagini sulla morte di Sarah Scazzi. I primi risultati sono attesi per la
fine della settimana. Poi sopralluogo degli inquirenti, pm e carabinieri, nella villa e nella cantina garage dei Misseri. C’era anche
il medico legale che ha effettuato l’autopsia, Luigi Strada.
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Sentiti anche cinque nuovi testimoni, familiari e non, legati ai
movimenti degli accusati nel primo pomeriggio del 26 agosto
scorso. Teso l'avvocato Vito Russo, il difensore di Sabrina: «Non
so ancora dove presenterò il ricorso contro la carcerazione di
Sabrina, se al Riesame o in Cassazione». Nervoso anche l'avvocato di Michele Misseri, Daniele Galoppa: «C'è stata una forte
pressione per farmi abbandonare l'incarico, soprattutto da parte
delle donne della famiglia. Ho visto Michele e lui mi ha detto che
sta bene con me. E io continuo a lavorare».
Molte le reazioni sull'opportunità di divulgare documenti audiovisivi dell’indagine, in particolare gli interrogatori. Dal 26 agosto, senza mai interruzioni, le tv si sono concentrate in modo
ossessivo su questo caso di cronaca nera. Dalle dirette dalla casa
del mostro, sino alla docufiction, cioè una ricostruzione cinematografica della vicenda di Sarah, con tanto di zio assassino interpretato da un attore con l'immancabile berretto da pescatore.
E poi plastici delle case e del fondo maledetto, ripetizione maniacale delle videointerviste di Misseri, una specie di moviola alla
ricerca dell'inquadratura più lombrosiana possibile.
Sino all'analisi di quanti muscoli facciali l'assassino reo confesso
ha attivato durante i suoi pianti davanti alla tv. Pochi, osservarono gli esperti, e dunque un segno di finzione.
Il direttore de «La Stampa», Mario Calabresi ha scelto di non
inserire nel sito web i documenti audio, soprattutto per rispetto
nei confronti delle vittima e delle famiglie coinvolte, spiegandolo in un editoriale che tanti hanno condiviso. Il caso Scazzi «è il
più lungo, ampio, esteso atto di pornografia sociale che si sia mai
compiuto in Italia - dice per esempio il sociologo Domenico De
Masi - cinquanta giorni di martellamento continuo e folle».
«Direttori di rete Rai, spegnete i riflettori accesi ormai da quasi
due mesi su Avetrana!».
A chiederlo è il consigliere d’amministrazione della Rai, Nino
Rizzo Nervo. «Continuare a occuparsi di quella che ormai appare
a tutti come una grande tragedia familiare di cui sfuggono solo
alcuni contorni non risponde più a una giusta domanda di informazione ma a una vera e propria istigazione a un voyeurismo
macabro».
Dice, tra l'altro, il presidente della Fnsi Roberto Natale: «Il giornalista non è un incontinente che pubblica tutto quello che ha ma
seleziona, in base alla rilevanza e agli effetti che certe pubblicazioni possono avere. Dobbiamo saper scegliere: dove ci sono fatti
aggiuntivi e rilevanti ne parliamo, dove c’è solo la ricerca dell’audience, magari facendo leva sull’orrore, lì un bravo giornalista si ferma prima.
Ci sono le responsabilità dei magistrati, dei cancellieri e degli
avvocati, ma le loro colpe non assolvono i giornalisti... Il nostro
giornalismo troppo spesso fruga in queste vicende perché la leva
dell’orrore funziona e non fruga abbastanza in altre».
Infine l'Unione delle Camere Penali Italiane si schiera «contro
l'assuefazione alla barbarie del circuito mediatico-giudiziario.
Mentre i torpedoni scaricano frotte di turisti sulla scena del delitto come allo stadio, i media trasmettono il processo minuto per
minuto attraverso la pubblicazione vietata di delicati atti del processo».
Che vergogna!
C’è da porsi una domanda: deve vergognarsi il giornalista che fa
spazzarura mediatica o il lettore/telespettatore che gode di quella
spazzatura?
Noi non abbiamo una risposta. Però, qualunque sia delle due ipotesi c’è solo una parola che non ha alternative: vergogna!
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Confesercenti: i Confidi hanno sostenuto migliaia di imprese
Nel corso della crisi finanziaria 2008-09 i Confidi hanno accresciuto il proprio ruolo, consentendo la sopravvivenza a migliaia
di imprese la cui valutazione del merito creditizio si basa principalmente su informazioni qualitative. A fronte di una dinamica
dei prestiti bancari alle imprese che segna un - 3% su base annua
a fine dicembre 2009, il volume delle garanzie rilasciate alle
Banche in favore delle imprese assistite dalla garanzia Confidi e'
aumentato del 15%, nonostante la fase congiunturale sia stata
caratterizzata da un significativo deterioramento del profilo di
rischiosita', destinato a proseguire durante la ripresa.
Sono questi alcuni dei dati piu' significativi emersi da una ricerca
presentata durante un'iniziativa organizzata da Federfidi, la
Federazione di Confesercenti che rappresenta i confidi del sistema (totale garanzie rilasciate Euro 2.660.835.400 il 14% del totale delle garanzie rilasciate da tutti i suoi confidi), d'intesa con
Commerfin e con la collaborazione della BNL-Gruppo BNP
Paribas.La ricerca, dal titolo "Analisi delle performance dei confidi
aderenti alla Federfidi" e' stata realizzata dal Dipartimento Banche
Assicurazioni e Mercati dell'Universita' La Sapienza di Roma.
In particolare, per cio' che concerne i confidi di
Federfidi/Confesercenti, lo studio segnala il loro dinamismo nel
sostenere le PMI del commercio turismo e servizi facilitando ulteriormente l'accesso al finanziamento, garantendo non solo il rimborso del
prestito, ma anche la presenza delle PMI nel mercato.
A tali obiettivi hanno contribuito il sistema a rete che si sta sviluppando in Federfidi e Commerfin e l'apporto significativo di
banche a dimensione nazionale.
Secondo informazioni riferite a un campione di imprese censite
in Centrale dei rischi nel periodo dicembre 2007 - dicembre
2009, la Banca d'Italia ha stimato il tasso di variazione tendenziale annuo dei prestiti in favore delle piccole imprese assistite dalla
garanzia Confidi e' stato positivo (+2,1%) a fronte di una flessione (-1,4%) per le imprese non garantite dai Confidi.
"La ricerca", dichiara il Presidente di Federfidi, Sergio Ferrari,
"riveste un ruolo strategico nella congiuntura economica attuale
in cui il fondamentale ruolo dei confidi per l'accesso al credito
delle PMI, attraversa una fase delicata, connotata da innovazioni
normative, e da mutamenti rapidi nel sistema della regolamentazione di Basilea 2 e in prospettiva di Basilea 3.Essa, infatti, offre
un'ampia gamma di dati, analisi e riflessioni necessari per il
miglioramento dell'assetto gestionale dei confidi e per l'intervento su aree di eventuale criticita'".
Prato, arrivati i 25 milioni per il distretto tessile
I 25 milioni del finanziamento straordinario per fronteggiare l'emergenza del distretto
tessile pratese sono arrivati. L'assessore regionale toscano alle attività produttive, lavoro
e formazione Gianfranco Simoncini ha avuto la comunicazione della conclusione dell'iter per l'assegnazione dei soldi destinati al distretto tessile in seguito all'accordo sottoscritto il 21 luglio scorso con il ministero del lavoro da Regione Toscana, Provincia e
Comune di Prato.
«A partire da oggi – annuncia Simoncini (nella foto) - le risorse sono ora disponibili e la
Regione sta già lavorando alla variazione di bilancio necessaria per incassarle e poterle
così girare alla Provincia di Prato con la quale firmeremo venerdì prossimo una convenzione. Sarà la Provincia che, in base all'accordo, avrà poi il compito di gestire le risorse
a favore dei lavoratori colpiti dalla crisi sulla base di uno specifico progetto predisposto
insieme da Comune e Provincia di Prato».
In particolare, i destinatari del finanziamento straordinario sono i lavoratori di aziende
che hanno esaurito, almeno da 4 mesi, tutti gli ammortizzatori sociali disponibili. I 25
milioni di
euro sono
stati assegnati alla
Regione
Toscana
anche in considerazione del fatto che la crisi, in
questo distretto, è cominciata ben prima che nel
resto della Toscana.
«L'arrivo dei finanziamenti è una buona notizia ha commentato l'assessore Simoncini – perchè
costituisce una boccata d'ossigeno per l'economia e
la società pratese, in una fase delicata della crisi,
che vede coesistere qualche timido segnale di
ripresa delle esportazioni nel settore tessile, al perdurare di perdite sul fronte dell'occupazione, con
ricorso alla Cassa integrazione e alla mobilità in
misura superiore al resto della regione».
Le iniziative che saranno attuat e nel distretto,
saranno destinate sia ai lavoratori residenti in provincia di Prato che a quelli residenti nei comuni del
distretto tessile che non fanno parte della provincia
(Agliana, Quarrata e Montale in provincia dui
Pistoia, Calenzano e Campi in provincia di
Firenze).
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Economia * Politica
Nuove regole per gli atti di compravendita di case
Con la conversione in legge del decreto del consiglio dei ministri
del 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di
stabilizzazione finanziaria e di competitività economica sono
state emanate nuove regole per gli atti di chi compra e vende
casa.
Dal primo luglio 2010 infatti gli atti pubblici e le scritture private
autenticate tra vivi aventi per oggetto il trasferimento, la costituzione o lo scioglimento di comunione di diritti reali su fabbricati
già esistenti per le unità immobiliari urbane, devono presentare i
seguenti elementi:
-identificazione catastale (sezione, foglio, numero di particella ed
eventuale subalterno);
-riferimento alle planimetrie depositate in Catasto;
-dichiarazione, resa negli atti dagli intestatari, della conformità
dei dati e delle planimetrie catastali allo stato di fatto di dette
unità immobiliari (coerenza «oggettiva»), in base alle disposizioni vigenti in materia catastale. Dal 31.7.2010, la dichiarazione
può essere sostituita da un’attestazione di conformità rilasciata da
un tecnico abilitato alla presentazione degli atti di aggiornamento
catastale.
L’atto che non contenga l’indicazione di tutti i suddetti elementi è
nullo e non produce effetti.
Quindi attenzione a quando le planimetrie del catasto non hanno
corrispondenza con lo stato reale della casa, ad esempio se è presente un abuso edilizio, rischiate di avere tra le mani un atto
nullo.
Case abusive:
regolarizzare al catasto entro 31 dicembre 2010
Case abusive, ampliate senza autorizzazione o modificate possono essere iscritte al catasto entro il 31 dicembre 2010, risparmiando su oneri e sanzioni. Lo rende noto l’Omi – Osservatorio per il
mercato immobiliare – che ha indetto insieme alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri una campagna pubblicitaria.
I proprietari di “case fantasma” che non iscriveranno volontariamente le proprie abitazioni al catasto, dal 1 gennaio 2011 potranno incorrere in sanzioni, perché gli immobili verranno registrati
al catasto d’ufficio. L’iscrizione d’ufficio verrà eseguita in base
ad una stima presunta: la valutazione definitiva dell’immobile
verrà eseguita in un secondo momento dalle rispettive sedi
dell’Agenzia del Territorio.
L’obiettivo di questa disposizione è quello di fare emergere i fabbricati fantasma e aumentare il gettito fiscale grazie agli oneri
versati dai rispettivi proprietari che saranno, così, in regola. Le
stime parlano di circa 2milioni di particelle sulle quali sono state
edificate case che non risultano sulle mappe catastali. Nel 2009, a
Roma, gli incassi del condono edilizio si sono aggirati intorno ai
500milioni di euro.
Come iscriversi al catasto
Primo passo, procurarsi la visura catastale (sezione, foglio e particella) dell’immobile. Poi verificare presso gli sportelli comunali o all’Agenzia del Territorio se la casa figura o meno negli elenchi. Si può verificare anche on-line sul sito www.agenziadelterritorio.gov.it, accedendo alla sezione “Servizi telematici” e poi
“Elenco fabbricati non censiti”. Nel caso l’edificio risulti abusivo
– ovvero non dichiarato – il proprietario deve dare mandato di
accatastamento (iscrizione al catasto) ad un tecnico abilitato e
iscritto ad uno dei seguenti albi professionali: ingegneri, architetti, geometri, dottori agronomi, periti industriali edili, periti agrari,
agrotecnici.
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Sentenze Cassazione
Sanzioni per genitori separati troppo conflittuali
Possono essere ammoniti dal giudice, costretti a pagare una sanzione amministrativa o a risarcire i danni, i genitori separati in acceso conflitto tra loro sulla
gestione di cio' che riguarda i figli minorenni. Lo sottolinea la Cassazione, confermando una sentenza con cui la Corte d'appello di Napoli aveva ammonito una
mamma ad "attenersi nella modalita' di gestione dell'affidamento, al rispetto
delle esigenze del minore". Il caso era nato dalla denuncia di un padre, il quale
aveva lamentato il fatto che la ex moglie avesse trasferito la propria residenza e
quella del figlio nato dal loro matrimonio in un altro Comune "contro l'interesse
del minore stesso".
La Suprema Corte (prima sezione civile, sentenza n.21718) ha dichiarato inammissibile il ricorso della donna contro il verdetto d'appello (in primo grado, il tribunale di Benevento aveva ammonito entrambi i genitori "a limitare la loro conflittualità", mentre i giudici di secondo grado avevano poi eliminato la sanzione
nei confronti del padre): l'articolo 709 ter del codice di procedura civile, ricordano i giudici di 'Palazzaccio', prevede che il giudice "in caso di gravi inadempienze o di atti che arrechino pregiudizio al minore od ostacolino il corretto esercizio delle modalita' di affidamento, può modificare i
provvedimenti in vigore" assunti in sede di separazione, divorzio o di affidamento dei figli nati fuori dal matrimonio. Il giudice, si
legge ancora nella sentenza, "puo' ammonire il genitore inadempiente o condannarlo al pagamento di una sanzione amministrativa,
nonche' disporre il risarcimento dei danni nel confronti del minore o dell'altro genitore
Non risponde anche di violenza privata ma solo di maltrattamenti chi picchia il coniuge per evitare
la separazione
Quale fisco?
Ma la politica italiana sta preparandosi a uno scontro elettorale
senza quartiere o a una grande riforma fiscale per aiutare le famiglie, semplificare la burocrazia e spingere lavoro e imprese?
Il dubbio è legittimo ma, vista l'importanza del tema, più dello
scetticismo è utile una riflessione razionale dei problemi in
campo. La prima, obbligata, impone a chi siede al tavolo di confronto fra governo, parti sociali e professionisti di ricordare che il
fisco italiano non è all'anno
zero della riforma. È, per la
precisione, all'anno due, e
vede un gruppo di decreti
legislativi correre verso l'approvazione definitiva per
cominciare ad attuare il federalismo fiscale. Far dialogare
la riforma federale e quella
fiscale non sarà affar semplice: quando si promettono
alleggerimenti fiscali alle
imprese, bisogna ricordare
che l'Irap è in mano alle
regioni, quando si parla alla
famiglia non si può dimenticare che ai governatori sarà
riconosciuta la possibilità di
aumentare l'Irpef. Il fisco è
un'architettura complessa, e i
suoi tempi sono più lunghi
rispetto a quelli delle polemiche politiche (e delle campagne elettorali).
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Restano assorbite nel reato di maltrattamenti e non costituiscono l’autonomo reato di violenza privata le minacce al coniuge per convincerlo a non chiedere la separazione.
Lo ha sancito la Suprema Corte nella sentenza 37796 del 25 ottobre 2010, annullando la condanna per violenza privata di un uomo,
già condannato per maltrattamenti.
Non commette calunnia l’avvocato che insinua una presunta corruzione del giudice
Non risponde di calunnia l’avvocato che insinua che il giudice potrebbe essere corrotto, e lo accusa velatamente di abuso d’ufficio.
L’erronea insinuazione sulla possibile rilevanza penale dei fatti contestati non basta a condannare il difensore.
L’agente di commercio paga l’Irap solo se è organizzato. Non è un imprenditore
Agente di commercio non paragonabile all’imprenditore sul fronte Irap. Infatti paga l’imposta solo se dotato di autonoma organizzazione.
Lecite le videoriprese fatte per provare le molestie nello studio professionale
È utilizzabile nel procedimento contro il dominus di uno studio professionale, accusato di molestie sessuali, la video ripresa fatta dalla
lavoratrice, bersaglio delle attenzioni.
Piccoli imprenditori esentati dall'Irap. La Cassazione ufficializza il diritto al rimborso
Piccoli imprenditori esenti da Irap. Lo ha messo nero su bianco per la prima volta con tanta chiarezza la Corte di cassazione che, con
tre sentenze di ieri (la n. 21124, la n. 21123, 21122), ha ritenuto esenti dall’imposta, artigiani, tassisti e un coltivatori diretti.
Resta in piedi, tuttavia, lo stesso paletto previsto dai giudici di legittimità.
Legittimo l’accertamento dei redditi della società basato sul conto corrente della figlia del legale
rappresentante
Nelle piccole società, è legittimo l'accertamento del reddito effettuato sui conti correnti bancari della figlia e della moglie del legale
rappresentante
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.756 Firenze 1 novembre 2010
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Attualità
Firenze: il Diamante nel parco di Pratolino fa scuola
Provincia di Firenze ed Enel hanno firmato il Protocollo di
Intesa sull’energia sostenibile per promuovere l’educazione
ambientale in tutte le scuole della Provincia di Firenze, tramite il Laboratorio Didattico Ambientale di Villa
Demidoff. L’Assessore Crescioli: “un Diamante che lega
nuove generazioni ed energie alternative”.
Massimo Vivoli nominato da
Napolitano membro del CNEL
A firmare l’accordo, presso
la Sala Fallaci del Palazzo
Medici Riccardi, erano
presenti l’Assessore provinciale
all’ambiente
Renzo Crescioli (nella
foto) ed il Responsabile
dell’Area Tecnica Ricerca
di Enel Ingegneria e
Innovazione Sauro Pasini.
Al centro del Protocollo il
Diamante di Enel, la centrale energetica solare
innovativa che è anche
un’opera d’arte e che è
stata installata nel Parco di
Pratolino un anno fa.
Diamante produce energia
con pannelli fotovoltaici ed
è al contempo in grado di
accumulare energia solare
sotto forma di idrogeno per
utilizzarla quando il sole non c’è.
Si tratta di un protocollo con durata annuale, da cui possono
nascere prospettive importanti: attraverso la collaborazione tra il
Laboratorio Didattico ambientale di Villa Demidoff ed i tecnici
Enel, tutte le scuole di Firenze e provincia saranno coinvolte con
un percorso specifico alla scoperta del Diamante Enel, delle energie alternative e del loro sviluppo. In particolare, il Protocollo
prevede la costituzione di un Gruppo Tecnico Operativo, composto da personale della Provincia di Firenze e di Enel, che elaborerà e monitorerà un dettagliato programma per l’educazione
ambientale, anche attraverso iniziative originali: tra queste, un
grande evento pubblico sul tema che si svolgerà nel 2011 presso il
Parco di Pratolino coinvolgendo Istituzioni, scuole e aziende del
settore.
Enel svolgerà un’azione formativa per il personale del
Laboratorio Didattico e per il sistema scolastico, mentre la
Provincia di Firenze si preoccuperà di fornire spazi e dotazioni
oltre ad organizzare percorsi idonei allo sviluppo dell’educazione
ambientale.
“Parafrasando una canzone di De André, possiamo dire che in
questo caso dai Diamanti nasce qualcosa di molto importante – ha
affermato l’Assessore Renzo Crescioli - Un progetto che lega giovani generazioni ed energie alternative. Se la collaborazione tra
Enel e Provincia di Firenze per la realizzazione del Diamante a
Pratolino ha segnato un grande passo nel campo della ricerca, ora
si trasferiscono i risultati nel settore educativo su un tema decisivo per il futuro come quello delle energie rinnovabili, sulle quali
peraltro siamo impegnati con il progetto delle centraline idroelettriche delle briglie sull'Arno”.
“Ad un anno dall’inaugurazione del Diamante – ha detto Sauro
Pasini – facciamo un balzo in avanti, associando la produzione di
elettricità da fonte rinnovabile, su cui Enel è in primo piano con
un’importante attività di ricerca, alla promozione dell’energia
sostenibile tra le giovani generazioni: fare ricerca, sperimentare
l’innovazione tecnologica ed educare alla sostenibilità sono gli
elementi chiave per un mondo a zero emissioni”.
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Si è svolta, nella sede di Villa Lubin a Roma, la cerimonia di insediamento del nuovo Consiglio Nazionale dell'Economia e del
Lavoro alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano.
Massimo Vivoli, Presidente della Confesercenti Toscana, è stato
nominato membro del CNEL in rappresentanza della piccola e
media impresa.
Alla cerimonia sono intervenute le più alte cariche dello Stato, tra
gli altri, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni
Letta, i Presidenti delle Associazioni di Categoria e delle
Organizzazioni Sindacali.
Nel corso dell’insediamento è stato ricordato dal Presidente del
CNEL come “In Italia, con livelli inadeguati di competitività,
ogni politica di sostegno della domanda globale rischia di trasformarsi in sostegno della domanda di beni esteri, e cioè delle importazioni: per raggiungere i necessari obiettivi di crescita, quindi,
occorre attivare politiche economiche di supporto ai fattori di
forza del Paese. Politiche di sostegno alla ricerca e all'innovazione darebbero linfa all'attitudine creativa delle nostre imprese, ma
oggi l'Italia investe in ricerca e sviluppo soltanto l'1% del PIL”.
“Politiche fiscali – ha dichiarato Massimo Vivoli - di valorizzazione del ruolo della Piccola e Media Impresa nella formazione e
nella tenuta dei livelli di occupazione, in particolare di quella giovanile e femminile accompagnate da misure di massimo rigore
contro gli sprechi della spesa pubblica, accrescerebbero la fiducia
dei cittadini nei confronti dello Stato”.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.756 Firenze 1 novembre 2010
Firenze * Presentazione del libro di poesie
“DI PETALI LA LUNA” di Sandra Cervone
Alluvione in Toscana: entro fine anno
partono lavori per circa 10 milioni di euro
16 novembre 2010 ore 18:00 presso BiblioteCaNova – Isolotto
Sarà presentato a Firenze il prossimo 16 novembre alle ore 18:00
presso la BiblioteCaNova dell’Isolotto (via Chiusi 4/3°) il libro di
poesie di Sandra Cervone, edito da Perrone Lab nella collana La
Luna e gli Specchi dal titolo “DI PETALI LA LUNA”. Il libro
sarà presentato dallo scrittore e giornalista Paolo Ciampi con l’autrice Sandra Cervone (nella foto).
La Cervone è nata e vive a Gaeta (LT). Pubblicista dal 1992, collabora dal 1997 con il quotidiano "Il Messaggero". È autrice di
varie raccolte di poesia e di racconti brevi. http://www.atma-ojibon.org/italiano/Poe_Sandra.htm
Ha ottenuto premi e riconoscimenti sia per l'attività letteraria che
giornalistica. Cura, per il Comune di Gaeta (LT), l'ufficio stampa
del Premio Letterario Internazionale "Città di Gaeta" dedicato alla
Letteratura di Viaggio e Avventura, la cui giuria è presieduta da
Folco Quilici.
Questa serata a Firenze – spiega l’autrice Sandra Cervone – sarà
anche un'occasione per un interessante scambio di esperienze fra
autori del Sud Pontino e del capoluogo toscano”.
“La poesia – continua Cervone – puoi coglierla o maledirla... lei
arriva comunque, inattesa, inutilmente repressa o invocata, e
vuole fare da protagonista”.
“La poesia è donna, per forza! Come la musica e come la pittura...”.
La Cervone, del resto, con spirito grintoso ed audace, sta portando
avanti diversi progetti legati a scambi poetici fra giovani autori,
nell'intento di "coltivare" e promuovere la passione per la
Scrittura poetica e farne motivo di crescita umana ed artistica
delle giovani generazioni.
Dopo antologie a più voci pubblicate da Giulio Perrone Editore
nei primi anni del 2000, ecco un'intera collana di libri dedicati a
esordienti ed emergenti che tanto successo di pubblico e critica sta
ottenendo in diverse parti d'Italia.
Di recente la collana ed il libro della Cervone sono stati presentati
al Festival della Letteratura al Femminile di Narni, in Umbria.
L’ingresso è libero.
Finalmente arrivano i finanziamenti agli enti competenti per il
superamento dell’emergenza meteo di dicembre 2009 e gennaio 2010.
Lo comunica agli enti interessati l’Uncem Toscana sottolineando che i fondi derivano dalla LR 39/2000 e dal PSR misura 226. In una lettera inviata alle Comunità montane interessate, Oreste Giurlani, presidente Uncem, sente il dovere di ringraziare le strutture ed i tecnici per il lavoro preparatorio svolto, insiene alla Regione.
Sulla LR 39/2000 vengono attinti circa 832.000,00 euro che
vanno alla Provincia di Massa Cararra ed alle Comunità montane della Garfagnana, Media Valle del Serchio ed Appennino
pistoiese.
Dal PSR saranno prelevati circa 8 milioni di euro che andranno
oltre ai predetti enti, anche alle C.M. Val di Bisenzio e
Lunigiana, ed all’Unione di comuni dell’Alta Versilia.
“Inoltre - fa sapere Giurlani - in seguito alle intense precipitazioni verificatisi nel giugno 2010 sono in corso di finanziamento due interventi per un totale di 350.000,00 euro: uno per
la CM Media Valle del Serchio ed un secondo per la Provincia
di Massa Carrara.
Francesco Pasciuto
Per informazioni:
La BiblioteCaNova Isolotto - Via Chiusi, 4/3A - 50142 Firenze
Mail: [email protected]
Tel. 055 710834 - Fax: +39 055 7333294
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Toscana
Decreto legge 78/2010 “Misure urgenti in materia di
stabilizzazione finanziaria e di competitività”
Nel perdurare della crisi economica che ha impoverito le famiglie
e colpito il tessuto produttivo del paese e della nostra regione, il
decreto legge 78/2010 “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività” non delinea alcun intervento
a favore dello sviluppo mentre agisce con l’unico obiettivo di
ridurre la spesa pubblica di Regioni ed Enti Locali a scapito delle
risorse economiche destinate agli interventi sociali, al trasporto
pubblico, al sostegno dell’occupazione, agli ammortizzatori
sociali, alla sanità ed infine alla scuola. Si tratta di una impostazione di politica economica troppo lontana dalle necessità attuali
del Paese. L’ulteriore riduzione del Fondo Nazionale Politiche
Sociali destinato dai Comuni al finanziamento dei servizi sociali,
ne rappresenta uno dei capitoli più pesanti.
Il risultato complessivo dei nuovi tagli portati ai finanziamenti
statali per il sociale – che si assommano drammaticamente a
quelli del 2009 e del 2008 – comporterà un impatto dirompente
sulle politiche sociali, con una riduzione dei servizi sociali e un
aumento delle quote di partecipazione alla spesa a carico dei cittadini.
Proprio nel momento in cui servirebbero più risorse da dedicare
al settore sociale, in modo da compensare gli effetti della grave
crisi economica, tali risorse vengono ridotte, contribuendo ad
acuire gli effetti della crisi stessa sulle famiglie italiane più fragili e con ripercussioni forti anche sui livelli occupazionali del
comparto socio assistenziale.
La Regione toscana, Anci toscana, Uncem toscana e Upi toscana
sono impegnate per la ripresa economica e per il mantenimento
della coesione sociale. I nostri sforzi sono orientati verso una virtuosa eliminazione di sprechi e di spese non prioritarie; verso la
riduzione drastica dei costi della macchina amministrativa e della
rappresentanza politica e la razionalizzazione dell’erogazione dei
servizi. Nel contempo esprimono la più viva preoccupazione per
le scelte di politica economica contenute nel Decreto legge
78/2010 che rischiano di produrre degli effetti peggiorativi su più
campi:
•
Il sistema di protezione sociale che in questa regione si è
costruito nel tempo e che rappresenta tuttora un modello positivo
sia per la qualità che per la quantità di prestazioni erogate è posto
fortemente a repentaglio. E’ sufficiente ricordare che il Fondo
Nazionale Politiche Sociali trasferito alla nostra Regione con il
quale sono sostenuti gli interventi degli Enti Locali è passato dai
62,677 milioni di euro del 2007 ai 24,904 milioni di euro del
2010 (peraltro ad oggi erogati solo nella misura del 50%). A ciò
si aggiunga l’incremento delle risorse nazionali per la salute di
percentuali largamente al di sotto del tasso inflativo, il drastico
ridimensionamento del fondo per il sostegno agli affitti.
•
I diritti di cittadinanza che non possono essere concretamente esercitati in assenza di un sistema di servizi e di interventi
sociali adeguato per rispondere ai bisogni espressi dalle comunità
locali subirà delle pesanti restrizioni; cosa particolarmente grave
soprattutto in una prolungata fase di crisi che tende progressivamente ad allargare la platea delle persone fragili e quindi possibili beneficiarie di assistenza sociale.
•
Il peso della crisi viene scaricato interamente sulla
Regione e gli Enti Locali costringendo il sistema toscano a comprimere, anziché sviluppare le politiche di protezione sociale con
l’aggravante di una domanda che si accresce di giorno in giorno e
colpisce anche quelle fasce di popolazione che di norma non
ricorrevano alle tradizionali forme di assistenza sociale.
•
Le politiche per l’abitazione non prevedono azioni e
finanziamenti adeguati per il sostegno alle fasce deboli della
popolazione.
La Regione Toscana, Anci Toscana, Uncem Toscana e Upi
Toscana nel riaffermare la volontà e la necessità di mantenere i
livelli raggiunti dal sistema di protezione sociale della toscana, si
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impegnano a sostenere i diritti di cittadinanza consolidati attraverso politiche sociali basate sul principio di universalismo sostenibile e di equità sociale nel rispetto delle diverse condizioni e dei
bisogni delle persone e delle famiglie. In particolare il nostro
impegno è indirizzato :
•
A garantire l’obiettivo prioritario della tenuta del sistema di welfare locale attraverso la necessaria disponibilità condivisa da parte di tutti i soggetti che compongono il sistema stesso.
•
A costruire tutte le sinergie possibili affinché l’impegno
delle risorse finanziarie disponibili risulti ancora più efficace
anche attraverso l’impegno delle risorse umane, professionale e
di organizzazione dell’intero sistema sociale toscano con l’obiettivo di perseguire principi e valori di grande importanza quali l’uguaglianza, l’appropriatezza, la qualità delle prestazioni e l’efficacia dei servizi.
La Regione toscana, Anci toscana, Uncem toscana e Upi toscana
chiedono al Governo un impegno concreto e certo per:
A.
Finanziamento integrale del Fondo Nazione per le
Politiche sociali
B.
Finanziamento integrale del Fondo per la Non
Autosufficienza
C.
Definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza Sociale
Marciapiedi e strade sconnesse: la
presenza del vigile legittima la richiesta di risarcimento
Firenze. Ennesima pronuncia
della Corte di Cassazione in
materia di danni da cadute su
marciapiedi e strade pubbliche.
Con la sentenza n. 21329 del 15
ottobre 2010 i giudici specificano che e’ legittima la richiesta di
risarcimento del danno qualora il
tratto di strada in cui il pedone e’
caduto, ferendosi, sia dissestato,
aperto al pubblico e sottoposto
alla vigilanza diretta d’un vigile
urbano. Nel caso specifico una
signora s’era infortunata cadendo su un marciapiede non asfaltato che conduceva al cimitero,
nel periodo delle celebrazioni dei
defunti. Singolare coincidenza,
visto il periodo. In quella circostanza il vigile presente, pur potendosi avvedere della pericolosita’ di quel tratto di strada non aveva
fatto nulla per interdirne il passaggio, occupandosi solamente di
regolare il traffico comunale.
La Cassazione, in sostanza, ribadisce che a determinate condizioni le amministrazioni locali non possono esimersi dal tutelare la
salute dei propri cittadini quando le situazioni consentono d’intervenire velocemente ed in modo efficace. Si tratta d’un pronuncia, l’ennesima in tal senso, che condanna le colpevoli trascuranze nella cura del proprio territorio di tante amministrazioni comunali consentendo al cittadino di vedersi risarcito per i danni che
queste incurie gli hanno provocato.
Alessandro Gallucci, legale Aduc
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.756 Firenze 1 novembre 2010
Commissioni nelle aree di crisi:
Grosseto, rafforzare segnali di tenuta
Molte attese su Fidi Toscana, considerata chiave di volta per l’accesso al credito da parte delle medie e piccole imprese, tutela del
settore agricolo e agroalimentare, investimenti per la sicurezza
sul lavoro. Sono queste le principali aspettative dell’economia
grossetana verso la Regione Toscana, come emerso dall’incontro
tra le categorie economiche, le istituzioni locali e le commissioni
regionali Sviluppo economico, presieduta da Caterina Bini (Pd),
e speciale Emergenza occupazionale, presieduta da Paolo Marini
(Fed. Sinistra-Verdi). Le commissioni hanno fatto tappa a
Grosseto, nella sede della Provincia.
“La situazione economica e occupazionale è un po’ migliore, o
meno peggiore, ma i segnali di allarme ci sono e non vanno sottovalutati – osserva Paolo Marini - Non è un caso che le istituzioni
e le categorie sociali grossetane abbiano sollecitato interesse e
attenzione particolare da parte di Fidi Toscana e anche sulle iniziative a favore della sicurezza sui luoghi di lavoro”. Quella in
corso è una campagna di “ascolto per conoscere direttamente le
peculiarità del territorio − ha spiegato Caterina Bini −, gli elementi di crisi e i punti di eccellenza. Non solo agricoltura e agroalimentare, ma tutto il tessuto economico del territorio è al centro
della nostra attenzione, anche in vista del nuovo Piano regionale
di sviluppo, con un occhio particolare alla sicurezza sul lavoro e
ai giovani. Al di là del lavoro della Giunta regionale − ha detto
ancora Bini −, l’impegno del Consiglio è necessario per definire
la scala delle priorità di intervento, tanto più in una fase di riduzione delle risorse come quella che stiamo attraversando.
Bisogna capire bene su cosa puntare, per questo diamo molta
importanza a questi incontri”.
“Le questioni rilevanti emerse questa mattina − ha dichiarato
Nicola Nascosti (Pdl), vicepresidente della commissione
Sviluppo economico − riguardano principalmente l’aspetto della
promozione e la necessaria riforma delle Apt. Accanto a questo,
la richiesta forte, sollecitata specialmente dall’intervento del rappresentante dei costruttori, di un ruolo di coordinamento della
Regione nel rilancio dell’edilizia. E la Regione può effettivamente fare di più per lo sviluppo urbanistico e la ripresa dell’edilizia”.
“Un accesso alle possibilità che offre Fidi Toscana più semplice e
meno condizionato dalla burocrazia è davvero questione centrale
per le piccole e le microimprese che costituiscono la gran parte
dell’economia di questo territorio”, ha osservato Marina Staccioli
(Lega Nord Toscana), vicepresidente della commissione speciale
sull’Emergenza occupazionale. “Grosseto non è un’area fortemente industrializzata, qui le eccellenze sono il turismo e l’agricoltura: la risposta più efficace è nella qualità, che altrove non si
può raggiungere − ha proseguito Staccioli −; dal turismo di
Castiglione della Pescaia, Follonica, dell’Isola del Giglio, alla
qualità dei prodotti agricoli, vinicoli, oliveti, che dobbiamo difendere meglio dalla concorrenza, sia di altre regioni, sia dell’estero”. All’incontro hanno preso parte anche i consiglieri Lucia
Matergi e Marco Spinelli (Pd), Marco Manneschi (Idv), presidente della commissione Affari Istituzionali. Spinelli si è rivolto agli
interlocutori locali per ricordare “lo sforzo importante che la
Regione sta facendo in una difficile congiuntura economica e a
fronte dei tagli di risorse dal Governo centrale. Questa crisi − ha
proseguito Spinelli − non si potrà risolvere con semplici aggiustamenti, tutti devono avere consapevolezza della dimensione dei
problemi in campo. Non solo le istituzioni, ma anche le categorie
economiche. Lo sforzo che la Regione sta compiendo deve essere considerato”.
Secondo i dati del rapporto dell’Osservatorio economico locale
della Camera di commercio, nel 2009, in provincia di Grosseto,
la crisi ha avuto un impatto meno forte rispetto a quanto è accaduto a livello nazionale e regionale. Il Prodotto interno lordo provinciale (Pil) è diminuito, infatti, dell’1,4%, a fronte di una discesa pari al 4,5% su base regionale ed al 5% su scala nazionale. Il
tessuto produttivo provinciale ha tenuto bene, con una variazione
del numero delle imprese fra il 2008 ed il 2009 sostanzialmente
nulla (+0,2%) in termini percentuali, che costituisce un risultato
migliore rispetto al dato nazionale (-0,6%). Le situazioni di crisi
aziendale sono state meno diffuse, con un ricorso alla Cassa
Integrazione Guadagni cresciuto, rispetto al 2008, “soltanto” del
+161%, a fronte del +266% regionale e del +302% nazionale. Ma
la ripresa, sottolinea ancora il Rapporto, va al rallentatore e non ci
sono indici che facciano immaginare una veloce inversione di
tendenza. Per questo anche nella provincia di Grosseto i segnali
di sofferenza ci sono e si sentono (nell’agricoltura, nel turismo e
anche nel manifatturiero) e rischiano di aggravarsi. Una consapevolezza che durante l’incontro è emersa chiaramente. L’incontro,
il secondo dopo quello di lunedì scorso ad Arezzo, rientra nel
quadro delle visite che le due Commissioni regionali stanno conducendo nelle singole province toscane finalizzati a reperire
direttamente sul territorio ogni informazione utile sotto l'aspetto
economico ed occupazionale, con particolare riguardo alle situazioni di crisi aziendali in essere. Nelle prossime settimane sono in
programma gli incontri nelle altre province della Toscana e nel
Circondario di Empoli.
L'invasione di Lucca Comics and Games:
41mila presenze al secondo giorno
Inviato Riccardo Della Queva
------------------------------------Sono stati 41mila i visitatori paganti al secondo giorno di Lucca
Comics and Games. Un numero di tutto rispetto, soprattutto se
confrontato con quello dello scorso anno. I primi due giorni di
manifestazione 2009, infatti, fecero contare un totale di 47mila
presenze, mentre quest'anno siamo già a 64mila visitatori. La
città è stata letteralmente invasa da gente appassionata di fumetti,
di giochi e da personaggi abbigliati in maniera veramente singolare.
Tanti gli incontri e di tutti i generi. Uno dei più interessanti e
sicuramente il più affollato è
stato al padiglione di Lucca
Games, dove, per la prima volta,
Terry Brooks (nella foto) ha
incontrato i suoi fans. Fans arrivati da tutta Italia si sono affollati nella sala che, se fosse stata
grande il doppio, sarebbe stata
ugualmente piena all'inverosimile. E, dopo aver risposto alle (a
volte complesse) domande,
Brooks è salito in cattedra e ha
'interrogato' i cinque vincitori di
una selezione effettuata la mattina, che hanno, così, preso parte
al trivial su Shannara.
Un momento divertente per i
molti spettatori, ma anche la
dimostrazione che 'essere grandi' significa anche saper parlare
con la gente e non mettersi su un piedistallo.
Tra le presentazioni da segnalare quella del libro a fumetti sui
Beatles con gli autori a presentare il volume, Enzo Gentile e
Fabio Schiavo, mentre, nel padiglione di piazza Napoleone, per
tutto il giorno gli autori sono stati impegnati negli incontri con i
tanti ammiratori, accorsi per incontrarli e farsi (magari) fare un
disegno.
L’impressione? Buona, anche se è stata la prima volta che abbiamo “vissuto” questa importante manifestazione.
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Toscana: l’Uncem favorisce i “servizi di prossimità”
“Come Uncem Toscana ci stiamo impegnando per favorire i servizi di prossimità per aiutare le popolazioni che vivono in montagna a
sentire il meno possibile l’handicap a che deriva dalla difficoltà insite del vivere in montagna”.
Lo ha detto Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana, che ha portato ad esempio alcune iniziative che si stanno realizzando nei
piccoli comuni montani.
In particolare Giurlani ha sottolineato l’avvio del mulino ad acqua di Fabbriche di Vallico per la lavorazione delle castagne, che rappresenta un punto di forza per l’economia montana.
Non solo, ma a Fabbriche di Vallico sta per essere completata l’installazione di un distributore di carburante quanto mai utile per la
mobilità automobilistica.
“Non avremo solo il distributore - precisa Giurlani - ma insieme ad esso ci sarà un servizio di lavaggio, un bar, per soddisfare le esigenze degli automobilisti”.
Si tratta di servizi di prossimità indispensabili per i piccoli comuni che sono oltretutto distanti dalle città.
Tra di essi vanno citate anche le farmacie rurali, i servizi postali, postazioni con bancomat, etc.
Il portale per il supporto allo sviluppo rurale nei comuni ed enti montani della Toscana va a regime
Lo sviluppo Rurale nelle Aree montane è stato il tema centrale di un incontro tra il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani e
i tecnici regionali di riferimento.
“Il portale creato da UNCEM Toscana passa dalla fase sperimentale a quella a regime – ha commentato Giurlani. Oggi rappresenta
un’importante banca dati, contiene materiale a cui il cittadino potrà accedere, proponendosi di diventare un sistema informazionale
sulle opportunità del PSR per il cittadino, per l’agricoltore, e per un potenziale imprenditore che intende investire sul territorio.
Faremo sempre più sistema con la Regione Toscana su questo tema in modo da convogliare gli strumenti e i mezzi necessari a rafforzare questo utile strumento”.
Il progetto ha l’obiettivo di trasformare il portale in un punto di raccolta di informazioni, di monitoraggio e valutazione degli strumenti
istituzionali a disposizione delle Comunità Montane per lo sviluppo rurale ma anche uno strumento per l’elaborazione collettiva dei
documenti, uno spazio comune di dibattito e animazione tra i vari gruppi e organi che negli enti montani operano o si interessano di
sviluppo rurale, e di comunicazione dei risultati raggiunti.
Un’innovativa risorsa per aiutare i comuni e gli enti montani della Regione Toscana attraverso un supporto informativo sulle iniziative di Sviluppo Rurale della Toscana, a servizio prioritariamente delle Comunità montane e dei Comuni montani coinvolti.
Al link http://svilupporurale.uncemtoscana.it/ tutte le informazioni con le notizie e materiale specifico necessario.
IN.CO.M.E.: l’informatizzazione per una Montagna Efficiente
Continua l’impegno di UNCEM Toscana sul progetto IN.CO.M.E., INdicatori COndivisi per una Montagna Efficiente che ha come
obiettivi generali quello di creare strumenti di supporto delle decisioni di amministratori incentivando lo sviluppo informatico ai fini
statistici degli archivi gestionali e delle raccolte dati amministrativi, e potenziamento della funzione associata statistica.
Il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani ha sottolineato l’importanza di “lavorare sinergicamente per superare le difficoltà
che investono le aree montane toscane puntando sull’innovazione e continuare quindi il lavoro di condivisione di un percorso che consente di conseguire la realizzazione di gestione in rete degli uffici di statistica associati”.
“Tale percorso -ha aggiunto Giurlani- rientra nel processo di informatizzazione, e questa seconda fase di INCOME rappresenta un
ulteriore passaggio fondamentale per il processo di innovazione del sistema montagna toscano che l’UNCEM ritiene tra le azioni prioritarie”.
Evoluzione di INCOME I e INCOME II: Introdurre la georeferenziazione delle informazione statistiche in modo da fornire un migliore supporto alle decisioni politiche e migliori servizi al territorio e rendere pienamente compatibile il portale, realizzato con INCOME
I, nell’ambito del sistema CART. Lo sviluppo e la naturale evoluzione del progetto INCOME, con l’introduzione di nuovo servizi,
funzionalità e strumenti per il supporto alle decisioni degli amministratori locali e al miglioramento della trasparenza e affidabilità nei
confronti dei cittadini, rappresenta, tra l’altro, l’intento di continuare, incrementare e consolidare il progetto di promozione di un’
amministrazione elettronica.
La realizzazione di INCOME 2 si articola in tre punti cardine:
le banche dati realizzate con INCOME costituiranno il punto di partenza del nuovo progetto; sviluppo di nuovi accordi di servizio del CART per la cooperazione con altre fonti informative, incrementando ed allargando la base di date statistica;
la fonte dati ottenuta, sarà estesa con l’introduzione dell’informazione geospaziale in Datamart tematici, con dati certificati e
confrontabili tra loro;
lo sviluppo di un motore statistico territoriale permetterà di aggiungere le informazioni e valori su mappe tematiche , per la
comprensione del territorio e dei risultati ottenuti, e di interagire con l’utente per rendere maggiormente comprensibile la lettura dei
dati con vista territoriale.
Tavolo salute montagna toscana
Il comparto Socio-Sanitario sta attraversando un periodo difficile, caratterizzato da una domanda crescente di servizi a cui però corrispondono Bilanci progressivamente falcidiati dai continui tagli governativi.
Con l’approvazione della Manovra Finanziaria 2010 si rischia che l’effetto dei tagli si ripercuota anche sui servizi.
La situazione è difficile e rischia di esserlo di più per i territori marginali e montani e per i Piccoli Comuni.
Emerge da qui la necessità forte di fare rete fra tutte le istituzioni che governano le Politiche Socio-sanitarie nelle zone insulari e montane al fine di condividere le problematiche e le prospettive della salute territoriale.
Uncem Toscana ha perciò istituto il Tavolo Salute Montagna.
Fanno parte del Tavolo Salute Montagna:
· tutte le zone socio-sanitarie toscane su cui ricada una Comunità Montana/Unione Speciale dei Comuni;
· tutte le zone socio-sanitarie toscane che abbiano al proprio interno Comuni montani o parzialmente montani sede di Piccoli Ospedali.
Il Tavolo Salute Montagna istituito da Uncem Toscana coinvolge ben 19 Zone Socio Sanitarie Toscane e 124 Comuni Toscani.
Comunicazioni in quota: la ricetta dell'Uncem toscana
Aumentando il ventaglio di offerte, potrebbe esserci spazio per una gestione più adeguata. Anche pensando all'ormai imminente apertura del mercato. La proposta proviene dall'Uncem Toscana
Una proposta che favorirebbe la possibilità di svolgere prestazioni e di combinarle con altre per migliorare i processi di comunicazione, di informazione e di sostegno al territorio. Nasce dal contesto della liberalizzazione del comparto postale, già in atto in
ambito europeo e in via di completamento entro il 31 dicembre
2010.
A firmarla è la delegazione toscana dell'Unione nazionale
comuni comunità enti montani, nell'intento “di dare risposte alla
carenza dei servizi postali sui territori” e sviluppare nuovi supporti alla persona e di prossimità.
“Il progetto -viene spiegato- prevede la creazione di un modello
dinamico di erogazione dei servizi che parte dalle variegate esigenze in ambito postale e si allarga alle esigenze più generali di
comunicazione del territorio montano, ad oggi non sempre
coperte in modo soddisfacente e completo dalle infrastrutture
esistenti”. Intende, ad esempio, creare uno o più sportelli fisici
in grado di effettuare prestazioni postali e, contestualmente, di
raccogliere i bisogni del territorio “nell'ottica di un miglioramento dei servizi erogabili di comunicazione e di utilità”. Tali
sportelli sarebbero creati appoggiandosi a strutture o attività già
esistenti in zona. Gli Enti montani -viene sottolineato- “hanno
mostrato interesse per l'ipotesi”. Un ritorno al passato preministeriale, dunque?
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Confronto aperto su Unioni di comuni in Toscana
Nulla di fatto nella riunione tra i comuni dell’Arcipelago toscano per trovare una soluzione per la creazione di un unico soggetto associativo. Ne ha preso atto l’assessore regionale Riccardo Nencini, il quale ha ricordato, però, che nel 2011 la Regione Toscana è intenzionata a procedere sulla strada della costituzione di Unioni di comuni su tutto il territorio.
“Mentre esprimo la mia preoccupazione per la situazione dell’Arcipelago - dichiara Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana, a
cui fanno capo 14 Comunità montane e 5 Unioni speciali di comiuni e ben 160 comuni montani - prendo anche atto del confronto
aperto tra i comuni per addivenire alle future Unioni. Tutavvia - prosegue Giurlani - è bene stabilire, fin da subito, che il percorso non
sarà facile e soprattutto dovrà essere concordato con i diretti interessari. D’accordo con la Giunta che vuole puntare sulle Unioni di
comuni, ma si dovrà riflettere attentamente su come muoversi”.
Giurlani mette in evidenza alcune richieste specifiche già avanzate alla Regione Toscana tra cui quella di avviare un confronto concertato con il territorio e i protagonisti istituzionali per poter avviare la migliore e più partecipata riforma in oggetto.
Nonsolo, occorre che l’ente riformato sia in grado di:
a)
rilanciare le politiche della montagna attraverso azioni di presidio, di tutela, di valorizzazione e di marketing territoriale e
l’implementazione di nuovi strumenti che attivino le energie presenti ed impieghino le risorse scarsamente utilizzate o non utilizzate;
b)
rilanciare le politiche per la montagna in chiave evolutiva, sulla base di conoscenze approfondite delle sue reali risorse, a
cominciare da quelle ecologiche ed energetiche, e dell’apporto che esse possono dare alla crescita complessiva del paese;
c)
utilizzare le fonti rinnovabili con l’obiettivo di un riequilibrio economico a favore dei sistemi locali montani che realizzino la
loro virtuosa preservazione;
d)
garantire l’impiego armonico delle risorse naturali rinnovabili, da utilizzare in modo da non comprometterne la riproducibilità e senza alterare il contesto ambientale e con la previsione di un corrispettivo, sotto forma di canone, tariffa, prezzo, tassa, di ritorno alla montagna per le politiche locali a favore del territorio;
e)
assicurare ai territori montani agevolazioni di carattere fiscale, previdenziale, amministrativo;
f)
definire dei principi per la costituzione da parte delle regioni di bacini montani integrati di sviluppo produttivo e di concentrazione di funzioni e servizi di prossimità, comprendenti una o più comunità montane consorziate cui è affidata la gestione dei medesimi.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.756 Firenze 1 novembre 2010
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Toscana
Sinalunga, impianto fotovoltaico sui magazzini comunali
L’amministrazione comunale di Sinalunga sceglie di puntare sull’energia solare. Approvato dalla giunta, lunedì 25 ottobre, il progetto definitivo-esecutivo per la realizzazione di un impianto
fotovoltaico sulla copertura dei magazzini comunali di via
Meucci, a Pieve di Sinalunga.
L’istallazione della potenza pari a 49,28 Kwp consentirà di produrre annualmente 57.931 kWh che verranno impiegati, in regime di scambio sul posto, per l'abbattimento dei consumi elettrici
di diverse strutture dell’area. Oltre ai magazzini e depositi, l’impianto consentirà di coprire integralmente i consumi elettrici del
palazzetto dello sport, del campo sportivo compresi i campi di
allenamento e gli impianti di calcetto, del distaccamento dei
Vigili del Fuoco e della stazione del Corpo Forestale dello Stato.
L’opera, del valore di 245mila euro, verrà finanziata con la formula del leasing in costruendo.
Tale opzione finanziaria prevista per le cosiddette opere fredde,
che non hanno cioè un diretto ritorno economico, consentirà al
Comune di acquisire direttamente la disponibilità dell’impianto e
successivamente, dietro pagamento di canoni periodici della
durata di 20 anni, la proprietà.
La copertura fotovoltaica oltre che permettere un importante
risparmio sui consumi elettrici da parte dell’amministrazione
comunale contribuirà a migliorare la salute del pianeta. Saranno
infatti quasi 50mila i kg di emissioni di anidride carbonica evita-
te in un solo anno, oltre 17 le tonnellate di petrolio equivalenti
non utilizzate e 110,5 i Kg di ossidi di azoto non prodotti.
L’istallazione, realizzata in piena zona industriale ed esposta perfettamente a sud, si andrà a sovrapporre alla tradizionale copertura in fibrocemento del capannone prefabbricato, senza consumare o limitare il suolo pubblico. I materiali utilizzati per la realizzazione del generatore fotovoltaico dovranno garantire una durata nel tempo di oltre 25 anni, con una manutenzione il più possibile ridotta. Inoltre non sono previsti interventi di manutenzione
onerosa, ma andranno ipotizzate solamente alcune operazioni di
controllo preventivo dei componenti.
Il progetto prevede anche di installare un sistema di monitoraggio
continuo del sistema e di segnalazione delle anomalie di perdita
di potenza erogata. Una dotazione del genere consentirà di conoscere immediatamente la presenza di un guasto o di una anomalia
nel sistema.
“L’impianto fotovoltaico di via Meucci - dice Riccardo
Agnoletti, assessore comunale all’Ambiente - riassume meglio di
tante parole, la sensibilità e la coscienza verde di questa l’amministrazione. Sarà un elemento di eccellenza che permetterà di
coniugare risparmio energetico e produzione di energia alternativa con notevoli vantaggi sia in termini economici che ambientali.
Il fotovoltaico, l’eolico e altre energie rinnovabili rappresentano
ormai una certezza che va sfruttata e messa al servizio dei cittadi-
Dalla Turchia a Siena alla scoperta dell’olio toscano
Proficuo incontro, quello che si è tenuto sabato 23 ottobre a Siena
tra i vertici dell’Associazione Città dell’Olio e la delegazione dei
rappresentanti delle Camere di Commercio turche di Aydin, Didim
e Nazilli, che si è rivolta all'Associazione stessa per poter
approfondire le proprie conoscenze in merito ai sistemi di coltivazione, raccolta e produzione più all'avanguardia, per poter meglio
comprendere i meccanismi legati alla promozione dei prodotti di
qualità attraverso il canale del turismo.
“Una importante occasione da cui è scaturito un interesse reciproco - spiega il Presidente dell’Associazione Città dell’Olio Enrico
Lupi - con questo colloquio si sono volute gettare le basi per una
futura collaborazione che vedrà anche la presenza di alcuni rappresentanti della delegazione turca in due dei prossimi eventi organizzati dell'Associazione. La delegazione turca ci ha confermato che
gli obiettivi di conoscenza e approfondimento tecnico proposti
all'inizio del viaggio sono stati ampiamente soddisfatti dagli incontri e dalle visite proposte”
Dopo la prima riunione con la giunta dell’Associazione, la visita
della delegazione è proseguita con l’incontro nella Sala del Concistoro presso il Museo Civico a Palazzo Pubblico di Siena, insieme
allo stesso Presidente Associazione Nazionale Città dell’Olio Enrico Lupi, il Consigliere delegato all’Agricoltura della CCIAA di
Siena Alessandro Cinughi de’ Pazzi, l’Assessore al Bilancio della Provincia di Siena Fabio Di Onori e l’Assessore Turismo del
Comune di Siena Donatella Cinelli Colombini.
Prima di far tappa a Siena, la delegazione - che ha iniziato il suo tour alla scoperta dell'olio italiano dall'Umbria il 17 ottobre - ha visitato anche San Gimignano, dove ha incontrato presso la Sala del Consiglio il Sindaco Giacomo Bassi e l'Assessore all'Agricoltura
Silvio Troiani per uno scambio di idee su turismo, agricoltura, promozione dei prodotti enogastronomici del territorio attraverso la
leva del paesaggio della tradizione e della cultura.
Una giornata sulla sicurezza urbana
Paure e sicurezze sono al centro di una giornata (mercoledì 3 novembre 2010 inizio ore 9:30, auditorium Sant'Apollonia, in via San
Gallo 25 a Firenze) promossa da Regione Toscana con le tre Università toscane e con il Forum italiano per la sicurezza urbana.
Saranno presentati alcuni fra i lavori conclusivi del primo master sulla politiche per la sicurezza urbana: in tutto sono 32 (da qui il titolo dell'incontro: “32 tesi per la sicurezza”) e, scritte da giovani toscani, sono finalizzate a favorire la creazione di nuove figure professionali esperte in sicurezza integrata (il master proseguirà anche nel prossimo anno accademico).
Fra le problematiche toccate dalle “tesi”: ruolo dei mass media, nuove forme di prostituzione, culture giovanili e decoro nelle città,
gestioni associate delle polizie municipali, vandalismi, progettazioni urbanistiche.
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Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.756 Firenze 1 novembre 2010
Toscana: nella finanziaria le linee guida per un nuovo redditometro
Nel 2011 arriva il redditometro toscano. Va in pensione infatti
l'Isee. O meglio sarà modificato rispetto a quello che è oggi.
Nella bozza di finanziaria licenziata dalla giunta regionale e che
dovrà essere discussa ed approvata dal Consiglio entro la fine
dell'anno c'è infatti una prima riforma dell'indicatore della situazione economica equivalente: l'Isee appunto, strumento principe
per misurare i mezzi economici di una famiglia e determinare di
conseguenza tariffe di accesso a numerose prestazioni.
Il presidente della Toscana Enrico Rossi lo aveva annunciato a
settembre. “Non aumento le tasse – aveva detto – Ma i tagli del
governo sono pesanti e prima di tagliare servizi importanti potremo chiedere un contributo maggiore a chi guadagna di più, in
modo da concentrare le risorse a disposizione sulle famiglie e i
soggetti più deboli. Per questo serve un nuovo redditometro per il
welfare”. Uno strumento che meglio dell'Isee possa misurare la
ricchezza familiare e consentire quindi una maggiore equità. Uno
strumento che tenga conto per esempio, in futuro, delle spese
sostenute per i figli piccoli o per gli anziani che non sono autosufficienti. Un indice che consideri alcuni redditi non tassabili,
che oggi non rientrano nel calcolo dell'indicatore, ma che possono fare la differenza.
Da dodici anni uno strumento per mille usi
L'Isee è stato inventato nel 1998 e sicuramente si è rivelato una
misura più precisa del semplice reddito lordo. Uno strumento
mille usi e una formula unica per misurare e mettere a confronto
la capacità di spesa di famiglie che uguali non sono, a cominciare
dalle dimensioni: sommi i redditi, ci aggiungi un quinto dei conti
bancari, Bot, fondi di investimenti e proprietà immobiliari, sia
pur con alcune franchigie, e poi dividi il tutto per un coefficiente
in base a quante persone vivono nello stesso nucleo.
Per dodici anni l'Isee è stato utilizzato per accedere a numerosi
servizi: dalla determinazione delle rette per il ricovero degli
anziani in strutture assistite al calcolo delle soglie di esenzione
per determinate prestazioni sanitarie, dall'accesso agli asili nidi e
le borse di studio al rimborso dei libri scolastici o l'abbattimento
delle tasse universitarie. L'Isee è servito anche per stabilire o
meno il diritto ai bonus sulla bolletta telefonica, elettrica o del
gas. O per l'assegno regionale una tantum per i disoccupati privi
di ammortizzatori sociali o in difficoltà con il mutuo.
Il nuovo Isee: la modifiche in Finanziaria
Ora si cambia. Peserà di più la presenza di minori, anziani e disabili. Per ogni figlio, fino ad una certa età, potrebbe essere considerata una franchigia sui redditi dichiarati. Ma saranno soprattutto considerati tra i redditi disponibili gli assegni di accompagnamento ed altre indennità assistenziali e somme esenti su cui oggi
non si pagano le tasse e che non rientrano nell'Isee.
Nella finanziaria vengono definiti questi due nuovi criteri. Alla
legge seguirà un atto di indirizzo della giunta ed un regolamento.
Altri criteri allo studio
Ma altre modifiche potrebbero aggiungersi nel corso del 2011.
Così, come l'Isee diminuirà in presenza di più figli minori e persone non autosufficienti, potrebbe crescere (a parità di reddito) in
presenza di beni di lusso o spese particolari: se qualcuno in famiglia ad esempio frequenta una scuola privata, se sono state stipulate assicurazioni sulla vita, se ci sono più autovetture di proprietà, magari di grossa cilindrata, oppure una barca o altri generi
di lusso. A dichiarare redditi, patrimonio e spese saranno sempre
le famiglie, con un'autocertificazione. Ma cresceranno anche i
controlli.
Per strada, con la città,
con grande senso civico
«Basta indifferenza»: i tassisti fiorentini prendono
posizione in seguito al tragico episodio del 93enne
ucciso domenica scorsa.
Firenze – Indifferenza chiama indifferenza. Così Socota,
la cooperativa di tassisti fiorentina con il più alto numero
di associati, commenta la vicenda del pedone travolto lo
scorsa domenica in via dei Della Robbia. L’incidente ai
danni dell’anziano 93enne Luigi Laudisa, deceduto sul
colpo, è stato ravvisato in prima battuta da un tassista che
ha notato il corpo riverso per terra ed ha dato l’allarme.
Purtroppo era ormai troppo tardi. In seguito alla vicenda il
sindaco Matteo Renzi ha puntualmente provveduto a ringraziare forze dell’ordine e mezzi di soccorso per il tempestivo intervento sul luogo. Nessun riferimento al collega fermatosi per primo.
“E’ proprio di fronte all’indifferenza che decade la motivazione del cittadino nell’avere un atteggiamento propositivo e collaborativo nei confronti delle istituzioni” – commenta Massimo Materassi Presidente di Socota -. “Senza
nulla togliere alle forze dell’ordine, che svolgono il loro
lavoro in maniera eccellente, ci preme ricordare che – in
un clima in cui l’omissione di soccorso imperversa regolarmente - tali forze dell’ordine sono in prima battuta
state avvisate da un cittadino, un cittadino di professione
tassista. Non pretendiamo riconoscimenti e onorificenze,
ma almeno un cenno di ringraziamento sarebbe stato gradito, oltretutto se rivolto ad una persona appartenente a
quella categoria più volte ed ingiustificatamente al centro
di polemiche di varia natura”.
Varie sono state in passato le testimonianze di civiltà,
come quando il tassista Massimiliano Vitale riportò ad un
cliente di un hotel 9.000 euro dimenticate in macchina.
L’allora sindaco Leonardo Domenici rese merito alla questione facendo pervenire i suoi ringraziamenti al tassista.
In riferimento alla vicenda si pronuncia anche Alessandro
Cioncolini, rappresentante sindacale in Socota: “In un
contesto in cui il senso civico sta scomparendo, sarebbe
premiante per le stesse amministrazioni pubbliche dare
quei piccoli segnali di ringraziamento alle persone che
tutti i giorni, per strada, svolgono il proprio lavoro confrontandosi con una realtà cruda, talvolta subendo anche
minacce ed aggressioni. Quella categoria troppo spesso
sotto schiaffo di amministrazioni ed opinione pubblica.
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Occhi puntati su ... REGIONE TOSCANA
Il Presidente Enrico Rossi ha presentato la Finanziaria 2011
che permetta questa opzione, diventi legge. Lo sarà entro dicembre: il governo ha annunciato la richiesta di fiducia. E fino ad
allora le tabelle del bilancio – 9 miliardi, dove la parte del leone
continua a farla la sanità con 6 miliardi e 600 milioni - non
potranno essere aggiornate.
320 milioni in meno
I tagli decisi del governo sono rimasti pesanti. Nonostante le
richieste di Regioni, Comuni e Province, in queste settimane i
numeri non sono cambiati. Alla Regione Toscana nel 2011 mancheranno così 320 milioni (esattamente l'ammontare delle legge
Bassanini, ovvero i fondi per le competenze trasferite dallo Stato
alle Regioni tra il 1997 e il 1999). Ancora più grande, 360 milioni, è il taglio annunciato per il 2012.
Ridotti i costi di funzionamento
per 80 milioni
La giunta regionale ha approvato la bozza di bilancio 2011
Rigore e riforme per salvare il trasporto locale
Dei 700 milioni di investimenti dei Fas, 130 dirottati sui trasporti
di Walter Fortini
Firenze
Alla fine la riduzione dei finanziamenti ai trasporti
sarà di soli 31 milioni: 24 su gomma e 7 su ferro. Una riduzione
sempre significativa, ma sopportabile: razionalizzando il servizio
magari oppure decidendo se raggiungere una località in bus o col
treno. Nella bozza di bilancio che la giunta ha approvato il taglio
sui trasporti locali su gomma è di 154 milioni: meno dei 221
milioni che dal governo non arriveranno più dall'anno prossimo,
ma pur sempre un taglio pesante. E insostenibile. Ma con il maxiemendamento la giunta porterà in Consiglio regionale - forse alla
fine di novembre, di sicuro prima dell'approvazione del bilancio a
dicembre, lo stesso con cui saranno rimodulati e accelerati tutti
gli investimenti dei fondi europei: economia, formazione e infrastrutture - il taglio si ridurrà di 130 milioni. Ciò grazie ai fondi
Fas, il fondo per le aree sottoutilizzate che avrebbe portato in dote
alla Regione, il prossimo anno, qualcosa come 700 milioni. «Ciò
ha un prezzo. Sono 130 milioni di investimenti a cui saremo
costretti a rinunciare – ammette il presidente della Toscana,
Enrico Rossi -. E lo potremmo fare solo nel 2011. Abbiamo
dovuto ridurre di 30 milioni anche altri trasferimenti agli enti
locali. Ma almeno così l'impatto della manovra del governo sul
trasporto locale sarà meno devastante». Una boccata d'ossigeno,
per niente scontata. Dei 221 milioni inizialmente stanziati per il
traporto su gomma, in parte già anticipati, la Regione ne continuerà a girare a Comuni e Province 197. Dei quasi 196 destinati
al trasporto su ferro ne saranno tagliati solo 7. Per mettere a punto
l'operazione la giunta regionale deve però attendere che il disegno di legge sulla stabilità, approvato meno di due settimane fa e
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La giunta ha provato a razionalizzare laddove possibile. Ha ridotto i (pochi) sprechi che c'erano. Ha tagliato sulle spese di rappresentanza: quasi l'80% delle risorse destinate alla comunicazione,
3 milioni e 300 mila euro, sono state cancellate. Ha tagliato sui
costi della politica. Sul solo funzionamento della macchina regionale ha recuperato 50 milioni: il 10 per cento. Complessivamente
il risparmio è stato di quasi 80 milioni. Agli enti locali saranno
comunque trasferiti 80 milioni.
Minori finanziamenti, dall'edilizia
residenziale all'agricoltura
Ma inevitabilmente la giunta ha dovuto tagliare anche altrove. E
così, oltre a 31 milioni in meno sui trasporti (24 per la gomma, 7
per il ferro), ci saranno 6,7 milioni in meno per le aziende dell'industria e dell'artigianato di oltre 20 milioni che inizialmente
erano e 430 mila euro (poco meno della met& agrave; a disposizione) saranno tagliati sulle risorse aggiuntive per il miglioramewnto della competitività del sistema. La caccia perde 1,2
milioni (e gliene rimangono 7,3), la cooperazione internazionale
un milione (dei 4,7 che aveva), un altro milione e mezzo la cultura (oltre l'11% dei 13,4 che aveva a disposizione). Sono stati
tagliati anche 25 milioni (su 28) destinati all'edilizia residenziale,
quasi un terzo delle risorse per il sociale (da 4 milioni a quasi
2,8). L'agricoltura e pesca perde quasi 6 milioni su 20. Le risorse
destinate all'ambiente di fatto si dimezzano: da 9,5 milioni a 4,43.
il fondo sanitario per gli emotrasfusi (6 milioni) viene azzerato.
Dal governo arriveranno anche 30 milioni in meno per la non
autosufficienza. «Ma la Regione – ribatte Rossi – manterrà inalterato il fondo da 80 milioni».
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Gettoni di presenza al posto delle indennità, blocco del turn
over * Finanziaria 2011: una Regione più leggera e meno
costosa + Cancellate quattordici Apt e l'Arsia. Una riforma
per i servizi pubblici
Firenze Cancellate le quattordici Apt, con le funzioni di accoglienza e promozione turistica locale che rimarranno comunque
alle Province: assieme a 4 milioni dei 14 finora distribuiti.
Cancellata anche l'Arsia, con tutto il personale (poco meno di 100
persone), assegnate provvisoriamente al settore agricoltura della
Regione, in attesa della costituzione di una nuova agenzia agroforestale che si occuperà di innovazione e subentrerà anche alle
aziende agricole di Cesa, Alberese e San Rossore per gestire l'intero patrimonio agricolo regionale. E poi via libera, per legge,
all'Ato unico per l'acqua al posto dei sei attuali, e ai tre per i rifiuti, con
le funzioni (e le gare da bandire) riassunte provvisoriamente dalla
Regione ed affidate a quattro commissari in attesa della riorganizzazione degli Ato e dell'intero sistema dei servizi pubblici locali. Con un
risparmio, nel 2011, sulle spese dei direttori.
Sono alcune delle misure più importanti, in parte annunciate,
scritte nella finanziaria della Regione che accompagnerà la proposta di bilancio per l'anno prossimo. Misure da un lato tese a
contenere la spesa corrente della macchina: della Regione e dell'universo che le ruota attorno. Altre misure che porteranno ad
una maggiore efficienza nel campo dei servizi pubblici. Misure,
infine, pensate per razionalizzare l'organizzazione della Regione
e delle sue funzioni.
La riforma dei servizi pubblici
I consigli di amministrazione di nove Ato, sei per l'acqua e tre per
i rifiuti, costavano al sistema Toscana 1,5 milioni l'anno. Soldi
che saranno ora risparmiati, assieme a quelli dei nove direttori,
che saranno sostituiti da quattro commissari.
L'avere solo quattro Ato dovrebbe in futuro aiutare anche l'aggregazione delle aziende che al momento gestiscono i servizi. Per
l'acqua gli attuali gestori sono dieci e tutti gli incarichi, salvo
l'Ato 1 di Lucca, scadranno attorno al 2020. Per i rifiuti le aziende che operano sono 37: 27 sono pubbliche (e di queste tre non
sono toscane), tre operano in economia, le altre sono private.
Una gara regionale
per il trasporto pubblico
Salvato il trasporto locale grazie al recupero di 130 milioni dai
Fondi Fas, la Regione ha deciso di guardare in prospettiva e provare a razionalizzare il sistema ed ottimizzare la spesa spingendo
le attuali aziende, 14 per dieci ambiti proviniciali, ad associarsi,
almeno temporaneamente, per poi domani costituire magari una
Spa sola. Dal 2012 ci sarà in ogni caso un unico gestore regionale
di tutto il trasporto locale. E la gara unica regionale riguarderà, in
modo integrato, sia il ferro che la gomma.
Cancellati i consigli di amministrazione,
gettoni da 30 euro per tutti
Gli enti pubblici dipendenti della Regione che hanno un consiglio
di amministrazione sono Ars, l'agenzia per la ricerca in sanità (8
membri oltre al presidente), l'Irpet, l'istituto di programmazione
economica (13 con il comitato scientifico), e l'Azienda regionale
per il diritto allo studio universitario (8 membri), che sostituisce
le precedenti tre aziende, una per ogni università toscana.
La finanziaria regionale cancella i consigli di amministrazione di
Ars e Irpet. Il presidente Rossi aveva annunciato il provvedimento in estate, parte di un più vasto piano di dimagrimento e di riduzione dei costi della politica. I due consigli di amministrazione
saranno sostituiti da un comitato di indirizzo e un comitato scientifico i cui membri percepiranno un gettone di presenza da 30
euro per ogni seduta. Oggi il consiglio di amministrazione
dell'Ars costa 126 mila euro l'anno, altri 48.800 l'Irpet.
Ipotizzando dodici riunioni l'anno ed un gettone appunto da 30
euro, dei 175.570 euro spesi oggi ne verrebbero risparmiati
167.650.
Con il blocco del turn over 5 milioni
in meno per il personale
Dal prossimo anno ogni dieci dipendenti che cesseranno il servizio, solo due potranno essere riassunti. Vale per le Regioni e per
tutta la pubblica amministrazione. La stima è che in Regione
Toscana siano un centinaio i dipendenti del comparto che potrebbero cessare il servizio: almeno quindici i dirigenti. Se 115 usciranno e solo 23 saranno riassunti, il risparmio per le casse della
Regione sarà di 5 milioni.
Affitti e acquisti centralizzati,
oltre 3 milioni di risparmi
La giunta risparmierà anche su altri fronti. Ed invita gli enti
dipendenti a fare altrettanto. L'obiettivo è ridurre dell'80 per
cento le spese di rappresentanza: per le relazioni pubbliche, i convegni, le mostre e la pubblicità. Saranno dimezzate le spese per la
formazione professionale e ridotta del 5 per cento quella per il
personale.
Un'altra grossa fetta di risparmi arriveranno da affitti e acquisti
centralizzati. La giunta propone infatti che entro il 31 dicembre
2011 tutti gli enti e le agenzie regionali sopprimano le strutture
che provvedono agli acquisti e si avvalgano della centrale di
acquisto regionale. Così potrebbero essere recuperati 3 milioni,
su 11 di spesa prevista. La giunta inviterà inoltre gli enti ed organismi dipendenti a ridurre l'uso di locali in affitto, laddove soprattutto siano disponibili edifici del patrimonio regionale: altro possibile risparmio da 1,5 mil ioni.
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Ambiente - Tecnologie
«Il paesaggio, bene essenziale
per la qualità della vita»
Il 98% dei Comuni toscani sono a
rischio frane o alluvioni
Sono 280 i comuni toscani a rischio frane o alluvioni, ossia il
98% del totale. Tra i 10 capoluoghi toscani, ben sette - Firenze,
Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Prato e Pistoia - presentano il 100%
delle Amministrazioni classificate a rischio. Seguono Arezzo,
Siena e Grosseto, rispettivamente con il 97, il 94 e l'86% delle
municipalita' considerate a rischio. Sono alcuni dei dati emersi
dall'indagine sui Comuni toscani effettuata da Ecosistema
Rischio 2010, la ricerca curata da Operazione Fiumi per
Legambiente.
680 mila cittadini esposti a frane e alluvioni
L’88% dei comuni toscani presenta abitazioni in aree a rischio
idrogeologico. Tradotto in termini di abitanti, significa che 680
mila cittadini sono esposti quotidianamente a frane e alluvioni.
Inoltre, il 33% dei comuni presenta interi quartieri in zone a
rischio, il 76% ha edificato in tali aree strutture e fabbricati industriali e nel 37% dei casi, nelle zone esposte a pericolo, sono presenti strutture sensibili
come scuole e ospedali.
Come se non bastasse, otto
comuni su dieci non svolgono un lavoro positivo di
mitigazione del dissesto
idrogeologico. E soltanto
nel 3% dei casi sono state
avviate iniziative di delocalizzazione delle abitazioni
soggette a criticità.
E’ una Toscana dai tratti
inquietanti quella che emerge dall’indagine nazionale
«Ecosistema
Rischio
2010», curata da «Operazione Fiumi», la campagna di Legambiente e Protezione Civile.
Non superano l’esame neppure i capoluoghi di provincia. Tutti
bocciati, eccetto Livorno: la città labronica, spiega il presidente
di Legambiente Piero Baronti, «sta eseguendo una serie di interventi di delocalizzazione delle strutture maggiormente esposte a
pericoli». Fanalino di coda delle province è Grosseto, dove
«nonostante la presenza di strutture e interi quartieri in aree a
rischio non sono stati realizzati interventi di manutenzione o di
messa in sicurezza dei corsi d’acqua e del territorio». Le cose non
vanno molto meglio a Firenze, classificata al terzultimo posto.
Positivo tuttavia, secondo il presidente di Legambiente, il piano
strutturale a volumi zero del sindaco Renzi, anche se, precisa
Baronti, «è necessario istituire un assessorato che abbia come
uniche deleghe l’ambiente e l’urbanistica perché Firenze non è
esente da gravi pericoli, tra cui l’inondazione dell’Arno e il
rischio frane sui terreni collinari, inclusa l’area del Piazzale
Michelangelo».
In tutta le regione, sono soltanto 19 i comuni che superano la sufficienza nelle votazioni di Legambiente. Medaglia d’oro per
Massarosa, seguito da Cortona, Figline Valdarno, Livorno e
Viareggio. Tra i Comuni meno virtuosi Santa Fiora, Ponte
Buggianese e Vergemoli.
Positiva, invece, la situazione relativa alla pianificazione dell’emergenza e all’organizzazione della Protezione Civile locale: il
96% dei Comuni ha predisposto un piano d’emergenza con il
quale fronteggiare situazioni di crisi e il 75% delle Municipalità
lo ha aggiornato negli ultimi due anni.
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Protezione Civile Toscana per attività
di pianificazione, prevenzione,
preparazione e gestione delle emergenze
A seguito dell’importante nomina di Maria Sargentini come
Responsabile del sistema di Protezione Civile della Regione
Toscana, il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani esprime soddisfazione, non solo per l’esperienza acquisita sul servizio
Bonifiche, ma anche per il delicatissimo compito alla guida di un
settore così delicato come la Protezione Civile.
Come è noto, nel contesto del sistema di Protezione Civile
Toscano, gli Enti Locali rivestono un importante ruolo grazie ai
“Centri intercomunali” che, spesso, sono basati sulle Comunità
Montane e raggruppano diversi Comuni svolgendo, per loro ed
insieme a loro, le attività di pianificazione, prevenzione, preparazione e gestione delle emergenze.
UNCEM Toscana, oltre a lavorare in sinergia con il responsabile
nazionale della Protezione Civile Arch. Marco Iachetta, ha recentemente deciso di attivare una propria rete settoriale come contributo al sistema regionale e potenziamento sussidiario delle
Amministrazioni di montagna. L’occasione dell’Esercitazione
TEREX 2010 pone davanti l’opportunità fondamentale di testare
il nostro sistema, che, per la specificità dell’evento simulato,
coinvolge direttamente e massicciamente la montagna toscana
dalla Lunigiana all’Appennino Pistoiese.
UNCEM nazionale è coinvolta a livello di Comitato Operativo e
supporta per le attività di concerto con la Regione, le Province e i
nostri Enti Locali.
Le linee di lavoro, concordate con il Dipartimento della
Protezione Civile e anticipate ai Funzionari della Regione
Toscana sono sostanzialmente due:
1) il coinvolgimento / potenziamento sussidiario della rete dei
Centri Intercomunali basati sulle Comunità Montane e le Unioni
Speciali operativa sul terreno (previsto dal sistema regionale di
P.C.)
2) una sperimentazione del modello “the Guardian” su un caso di
specie che si potrà concordare insieme a DPC e alle Istituzioni
locali.
“Il sistema che abbiamo in mente di sviluppare –ha affermato
Giurlani - sarà infatti applicabile sia alle frane, che ai corsi d’acqua, che agli edifici, strategici e non, ricadenti in zone ad alto
rischio sismico e idrogeologico, stiamo già lavorando su questo
con il nostro Responsabile nazionale e al referente di Protezione
Civile UNCEM Toscana Dott. Maurizio Verona, Presidente
dell’Unione Speciale dei Comuni Alta Versilia”.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.756 Firenze 1 novembre 2010
«Il paesaggio come risorsa essenziale per la qualità della vita,
come elemento chiave del benessere individuale e sociale. E' uno
dei passaggi chiave della Convenzione europea del paesaggio,
adottata proprio a Firenze il 20 ottobre di 10 anni fa, promossa
dal Consiglio d'Europa con la partecipazione attiva ai lavori preparatori delle giunte regionali toscane guidate da Vannino Chiti e
Claudio Martini, impegno che oggi continua con l'ospitatalità
data nella Villa di Careggi alla Rete Europea degli enti locali e
regionali (Recep) e alla rete di università Uniscape per l'attuazione della convenzione. Riletto oggi, il testo della Convenzione stupisce per la sua lungimiranza e per il suo essere più avanti della
realtà con cui ci misuriamo quotidianamente, ad esempio nell'impegno dei firmatari (oggi gli Stati che hanno aderito sono diverse
decine, dal Portogallo al Kazakistan) a “integrare il paesaggio
nelle politiche di pianificazione del territorio, urbanistiche e in
quelle a carattere culturale, ambientale, agricolo, sociale ed economico, nonché nelle altre politiche che possono avere un’incidenza diretta o indiretta sul paesaggio”».
Lo ha detto l'assessore regionale al governo del territorio Anna
Marson, intervenendo, a nome del presidente Enrico Rossi e della
Giunta, a Palazzo Vecchio alla cerimonia di celebrazione del
decennale della Convenzione europea sul paesaggio.
«La Convenzione – ha proseguito l'assessore – di fatto ci ricorda
come l'identità europea sia fondata sulla diversità e specificità dei
paesaggi urbani e rurali che riflettono una cultura civica costruita
nei secoli. Oggi le politiche regionali in questo campo hanno due
riferimenti: la Convenzione europea e il Codice nazionale dei
beni culturali e del paesaggio, approvato nel 2004 e modificato
nel 2007. Entrambi i riferimenti hanno in comune il fatto di invitarci a considerare non soltanto le eccellenze paesaggistiche, ma
tutto il territorio, comprese quindi le aree degradate da riqualificare. E' ciò che ci apprestiamo a fare innanzitutto perfezionando e
portando all'approvazione il Piano paesaggistico della Regione
Toscana».
«Un impegno – ha spiegato Marson - che richiede di migliorare la
conoscenza del paesaggio, dei suoi caratteri e delle sue regole di
trasformazione, e di utilizzare strumenti appropriati per la sua
rappresentazione, definendo infine una normativa adeguata».
E tuttavia, secondo Marson, «anche se l'articolo 145 del Codice
individua il Piano paesaggistico come strumento cogente nei confronti dei piani di settore, una visione solo vincolistica rischia di
produrre risultati insufficienti (basta considerare la situazione
delle coste italiane, teoricamente tutte vincolate). La sfida è dunque quella di riuscire a sviluppare politiche davvero integrate tra i
diversi settori dell'intervento pubblico, oltre che partecipate con
tutti coloro che sono disponibili a prendersi cura del territorio e
del paesaggio in cui vivono. Una sfida che vede segnali interessanti giungere in tal senso dal Ministero per le politiche agricole e
forestali con un nuovo documento che cerca di coniugare politiche agricole e paesaggio, e che noi cercheremo di praticare per
quanto possibile già nell'integrazione al Piano di indirizzo territoriale per il parco della Piana fiorentina».
Oreste Giurlani in rappresentanza dei comuni montani, che sono
tanta parte del nostro paesaggio, chiede una forte e coerente
declinazione di tale assunto nelle politiche nazionali e regionali
per la montagna toscana.
Da sempre rivendichiamo una rinnovata attenzione ai bisogni
delle nostre terre, per farlo sarebbe sufficiente dare attuazione ai
dettati dell’ art.44 della Carta costituzionale,.. che invita il legislatore a valorizzare le zone montane, o ai principi della carta
europea della montagna, che salvaguardia il diritto di vivere e
lavorare in montagna, o sviluppare le potenzialità dei territori
montani , che è un obbiettivo del piano d’indirizzo territoriale e
una finalità della legge sul governo del territorio toscano.
Per fare questo dobbiamo costruire progetti per la montagna
toscana che ne favoriscano l’atteso sviluppo economico e sociale
valorizzando le rilevanti risorse ambientali e paesaggistiche e le
ricchezze che tali territori dispongono. Non farlo significherebbe
non garantire la vita e la tutela di tali delicati territori.
Ricordo come l’attuale bellezza del paesaggio toscano sia frutto
soprattutto della qualità e capacità di governo che quei territori
hanno esercitato negli anni, pur fra mille difficoltà e vessazioni
non solo economiche. Una buona governace locale che progetti e tuteli il territorio montano e integri lavoro e natura sono al
contempo risposta e condizione per la crescita della nostra montagna ,sicuramente altra cosa dalle alchimie istituzionali che ci
accompagnano in questo tempo.
Stop ai sacchetti di plastica
''La messa al bando della commercializzazione dei sacchetti di plastica dal primo gennaio 2011 e' il coronamento di una battaglia iniziata con la Finanziaria del
2007, quando un nostro emendamento aveva previsto
che in Italia non venissero piu' prodotti gli shoppers di
plastica a partire dal 2010. Erano state poste allora le basi
affinche' il nostro Paese potesse essere all'avanguardia.
Invece con la proroga approvata lo scorso anno si e'
perso tempo. Finalmente adesso anche l'Italia, come
hanno annunciato i ministri Prestigiacomo e Romani,
vieta gli shoppers inquinanti, favorendo il riutilizzo con
materiali ecocompatibili e promuove i nuovi materiali
della green economy per guardare con piu' lungimiranza
al futuro''.
Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile
per il Pd per le politiche relative ai cambiamenti climatici.
''Dal 2011 risparmieremo centinaia di migliaia di tonnellate di petrolio, e un milione di tonnellate in plastica non
si riversera' piu' nell'ambiente, inquinandolo per anni.
Auguriamoci - conclude Ferrante - che la lobby degli
inquinatori non tenti un colpo di mano, perche' sarebbe
un errore imperdonabile fermarsi ora che si apre una
nuova fase per la chimica della green economy, che crea
lavoro e rispetta l'ambiente''
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.756 Firenze 1 novembre 2010
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Moda
pagine a cura di Angelina Aino
La moda dark e le sue origini
La moda gotica o moda goth, spesso in
Italia impropriamente definita moda
dark, sta ad indicare vari tipi di abbigliamento e di stili estetici che caratterizzano
le diverse categorie del movimento gotico. Lo stile comune che è uguale in queste varie categorie è la tendenza ad usare
il colore nero. Questo abbigliamento è
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stereotipato come dark, oscuro, a volte
morboso, erotico o esageratamente enfatizzato, quasi camp. La tipica moda gotica include dettagli come lo smalto nero, i
vestiti neri, borchie, croci, trucco e capelli neri, piercing e catene. In alcune categorie di moda gotica, buone quantità di
accessori sono ispirati alla moda vittoriana.
Negli anni 90, soprattutto in Scandinavia
e in Olanda, iniziano ad emergere artisti
e gruppi che traevano ispirazione dalle
caratteristiche della letteratura gotica. La
musica è contraddistinta da una voce
femminile soave, solitamente d'opera e
da un notevole utilizzo di archi e di altri
strumenti classici che creano un contrasto tra atmosfere dolci, sognanti ma allo
stesso tempo oscure, quasi come stare ad
indicare un'inquietudine interiore. Una
musica caratterizzata da temi romantici,
passionali, ma anche macabri, fantastici,
malinconici ed intimisti. (Theatre of
Tragedy, Within Temptation, Dark
Sanctuary...). E sono proprio molte di
queste cantanti che con il loro look molto
curato e raffinato, lanciarono al grande
pubblico la moda romantic-goth. Un
modo di apparire talvolta quasi complicato che vorrebbe mettere in risalto la
delicatezza e profondità d'animo, la passione e l'inquietudine interiore che questo tipo di musica vuol far percepire.
Per rendere l'idea questo abbigliamento
prende ispirazione da riferimenti ed
influenze storico-culturali, soprattutto
dal periodo romantico del XIX secolo, in
particolare dall'età vittoriana e dalla
moda vittoriana. È uno stile molto elegante e barocco che introduce l'uso dei
lacci e di meccanismi complicati
per la vestizione, come corsetti o
vestiti multistrato. Molte varianti
della moda gotica ricorrono ad
alcuni lati di questo stile classico. Il colore predominante è
sicuramente il nero, ma anche il
bordeaux, il viola, il grigio, il
bianco e il blu sono in voga.
Nel caso della moda vittoriana,
le gonne e i corsetti (specie per i
goth che praticano il tightlacing)
hanno un peso particolare; le
gonne, sono ampie, stratificate,
lunghe, a volte addirittura fino a
terra e terminano spesso in una
serie di merletti e pizzi o crinolina. Alla gonna questo stile può
abbinare un corsetto oppure uno
stringivita, anch'esso munito di
vistosi merletti, oppure delle
camicie molto castigate ma allo
stesso tempo scollate o addirittura a rete, così come le calze tipicamente abbinate.
In inverno la lingerie è più ricercata
Ritorna l’intimo più sognato e desiderato da donne di tutto il mondo. Ed
ancora una volta, ci lascia incantate,
sedotte e colpite dall’irrefrenabile
desiderio di poter indossare almeno
uno dei capi della collezione di lingerie per l’inverno 2010/2011.
Le griffes ce la mettono davvero tutta
per stupire e soddisfare le esigenze
delle donne, trasformandole in elegantissime e sensuali femmes fatales,
capaci di piegare qualsiasi uomo al
proprio volere.
I capi delle collezioni inverno 2010
giocano amabilmente con tulle, raso,
seta e pizzo, strizzano l’occhio ad
Inoltre, da menzionare, tra tutti il cosiddetto mopey goth, uno stile molto stravagante del romantic goth medievale, facilmente riconoscibile dalle grandi camicie
con gale e fronzoli per gli uomini e lunghi vestiti per le donne, un trucco elaborato e degli accessori che sfiorano il
camp e il ridicolo.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.756 Firenze 1 novembre 2010
strass. Il body con le coppe preformate, la guepiere, le calze autoreggenti e
i guanti sono gli accessori di seduzione, ideali per un look veramente hot.
atmosfere parigine da Moulin
Rouge grazie a reggicalze e sensualissimi bustier, evocano giochi e
battaglie sensuali con capi in raso
lucidissimo, applicazioni metalliche
e disegni di lacci nei corpetti.
Motivi di macramè impreziosiscono
la soffice microfibra donando a
capi basici un indiscusso tocco di
raffinatezza.
Eleganti dettagli in stile boudoirchic ingentiliscono altri capi, realizzati in pizzo textronic elastico con
preziosi ricami ramage sulle coppe
dei reggiseno e sugli slip. La serie è
finita con dettagli ricercati come
strisce di morbido tulle che creano
leggeri drappeggi, nastrini di satin e
A completare la miniserie ci sono
una sottoveste e un completo di
maglia con pantaloni, entrambi
realizzati con pizzo e georgette di
seta. La serie è disponibile in
nero, bianco, bordò e miele.
Piccolissimi pois stampati su
finissima microfibra elastica rendono affascinante un’altra linea,
che comprende modelli essenziali
per un look giornaliero. La giocosa corsetteria è impreziosita con
tulle e ricami. I capi di homewear,
disponibili in nero e rosa con stampe a
micro-pois, assicurano la massima
comodità.
La corsetteria è preziosa ma al contempo easy-to-wear. La serie è realizzata in leggera charmeuse e con un
ricamo laize cordonetto a effetto
tatuaggio. Un mix di tessuti gioca con
le trasparenze sulle coppe e sul perimetro del reggiseno. Sui collant e
sulle calze jacquard è riportato lo stesso motivo dei capi di corsetteria. Le
varianti colore disponibili sono il
nero, il melanzana e il biscotto.
Per chi non vuole osare, ma tiene sempre alla sensualità e alla classe, consigliamo l’intimo che va dal bianco al
nero. Non manca comunque l’intimo
colorato come il blu e il rosa .
Per le sportive, soprattutto per le più
giovani, l’intimo ideale è comodo e in
colori ginnici come il blu notte, il grigio e l’arancio.
Ma la ciliegina sulla torta è rappresentata dai seducenti colori dal rosa antico all’ argento che sono presenti su
capi dominanti e passionali, da vera
donna!
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Occhio alla salute...
L'ambiente nuoce gravemente alla salute
Osteoporosi, Toscana all’avanguardia
con il Progetto TARGET
di Simona Zazzetta
Come sottolineato in un incontro tra esperti, di recente promosso
a Milano dalla Mario Negri institute alumni association, viviamo
immersi in un aerosol e respiriamo in condizioni normali circa
200 milioni di particelle al minuto, 10 milioni delle quali si fermano nei polmoni e vi restano depositate.
Se la concentrazione di particelle aumenta ulteriormente o se
varia la composizione e subentrano componenti tossici, compaiono anche danni alla salute.
Sono, infatti, in aumento i segni dell'impatto negativo, per esempio sull'apparato respiratorio e sul sistema cardiovascolare, registrato da numerose indagini sperimentali ed epidemiologiche. Gli
esperti tendono a fare una distinzione tra gli effetti acuti che si
manifestano subito dopo l'innalzamento delle concentrazioni di
inquinanti atmosferici, come aumento dei decessi o dei ricoveri, e
gli effetti cronici. Questi ultimi infatti si manifestano a causa di
una prolungata esposizione che può favorire la comparsa di patologie croniche a carico dell'apparato respiratorio, come asma,
sensibilizzazione agli allergeni e probabilmente anche tumore
polmonare, o a carico del sistema cardiocircolatorio con patologie che vanno dall'infarto alla trombosi venosa. Il dato rincuorante è che a differenza di periodi storici passati alcuni inquinanti di
riconosciuta pericolosità, come l'anidride solforosa (SO2), sono
nettamente diminuiti. Per contro, sono ancora molto alti, o in
aumento, i livelli del particolato, le cosiddette polveri sottili
(Pm10), la cui presenza soprattutto nelle aree urbane è da attribuire al traffico delle auto. Il particolato fine, oltre a raggiungere
trachea e bronchi, tende a penetrare nel sangue, interferendo con
la coagulazione e aumentando, appunto, la tendenza alla trombosi. È stato, infatti, stimato che un aumento di 10 microgrammi al
metro cubo di Pm10 fa salire dell'1% la mortalità totale. Un dato
che si traduce, per esempio in una città come Milano, in un numero di morti compreso tra 160 e 200 attribuibili alle condizioni di
esposizione. Una recente ricerca condotta presso l'ospedale San
Paolo di Milano, ha registrato un aumento dei ricoveri per problemi respiratori in corrispondenza dell'aumento delle concentrazioni di monossido di carbonio (CO) e di biossido di azoto (NO2).
Pericoli ancor più gravi per i più piccoli
L'impatto sulla salute dei bambini rappresenta un capitolo a parte
proprio perché come sostiene Luigi Terracciano, dirigente medico nello staff di Pediatria del Presidio ospedaliero Macedonio
Melloni di Milano «I bambini non sono adulti in miniatura e interagiscono con l'ambiente in maniera diversa, che determina una
suscettibilità ai danni da sostanze inquinanti che è quasi sempre
maggiore». Nel bambino, infatti, le difese dalle aggressioni
ambientali sono ancora immature ed è in corso un processo di sviluppo e di accrescimento di organi e funzioni, che lo rendono particolarmente vulnerabile. Ma gli effetti degli inquinanti possono
incidere sull'evoluzione nel periodo prenatale e immediatamente
post-natale: per esempio è stata riscontrata una riduzione del peso
alla nascita per esposizione al particolato, all'ozono e agli ossidi
di azoto, ma anche al fumo di sigarette attivo e passivo. Le conseguenze possono essere ancora più gravi, come dimostrano i dati
di aumento dei casi di tumore e di malattie neuropsichiche. Per
ciò che riguarda i tumori, l'incremento più consistente interessa i
bambini sotto l'anno di età per alcune particolari forme di tumore
come linfomi e tumori del sistema nervoso, che rendono molto
probabile il contributo alla loro genesi di un'esposizione materna
o dei gameti a sostanze tossiche. Inoltre, centinaia di studi confermano che la presenza nell'ambiente di sostanze simili a molecole
presenti nell'organismo, di metalli pesanti e di altri inquinanti può
interferire sullo sviluppo neuro-endocrino dell'embrione, del feto
e del bambino. Un recente studio della Harvard school of pubblic
health, pubblicato sul Lancet, segnala l'aumento dei danni neuropsichici che interessano ormai il 10% dei bambini.
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Psoriasi, l’Italia mobilitata
per la Giornata Mondiale
Una serie di manifestazioni promosse da Adipso in 20 città grandi e piccole hanno anticipato, sabato 23 e domenica 24, la
Giornata internazionale della Psoriasi (29 ottobre), voluta
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per sensibilizzare la
pubblica opinione su questa particolare malattia della pelle, a
decorso cronico - recidivante, di cui soffrono 150 milioni di persone nel mondo e circa 2 milioni in Italia.
All’iniziativa di Adipso, che come noto è l’Associazione per la
Difesa degli Psoriasici, hanno partecipato collateralmente anche
il progetto Tepso, grazie al quale è stato realizzato per la prima
volta al mondo un tessuto che i malati di psoriasi possono finalmente indossare senza timori.
Il filato è costituito da una fluoro-fibra sintetica sviluppata nei
laboratori del Gruppo Lenzi, leader nel settore, che ha poi prodotto il tessuto nei propri stabilimenti di Vaiano. Passo successivo la
speciale linea di abbigliamento Tepso, testata clinicamente con
successo all’ospedale di Prato nel reparto di Dermatologia del
professor Giovanni Lo Scocco.
In che cosa consiste la novità di Tepso? Come noto, la psoriasi
costringe i pazienti a usi continui di costose creme e unguenti per
attenuare lo sfregamento degli abiti, tra le cause principali dell’ampliamento della patologia. Tepso è invece oleo e idro repellente, traspirante, fresco, liscio e scivoloso al punto di presentare
un coefficiente di attrito minimo. L’ideale per una pelle malata,
come i pazienti hanno confermato.
Il tessuto è ora oggetto di una seconda vasta sperimentazione condotta dal Centro GISED (Gruppo Italiano Studi Epidemiologici
in Dermatologia) di Bergamo e coadiuvata dal reparto di
Dermatologia di Prato oltre che dalle cliniche universitarie di
Firenze, di Tor Vergata a Roma e del S. Raffaele a Milano.
Il Gruppo Lenzi partecipa dunque alla Giornata della Psoriasi con
una capillare attività informativa destinata ai medici di base e alle
farmacie. Tutto ciò in parallelo con le iniziative di Adipso, che si
avvale della collaborazione e del supporto di medici e volontari
per la distribuzione di opuscoli informativi, depliant e booklet.
Gli scopi sono due: dare informazioni sulla malattia, le nuove
terapie e i centri specializzati nella cura della Psoriasi e della
Psoriasi Artropatica; aiutare i pazienti a uscire allo scoperto per
difendere i propri diritti coinvolgendo opinione pubblica e
Istituzioni.
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La Toscana ha celebrato la Giornata Mondiale dell’Osteoporosi
(20 ottobre) con il Progetto Target, un’operazione d’avanguardia
mirata alle fratture del femore degli anziani, che coinvolge l’intero territorio della regione con le tre università, tutte le strutture
ospedaliere pubbliche e il loro personale: in totale circa 3000 tra
specialisti e medici di base.
Attraverso cure appropriate contro l’osteoporosi, lo scopo di
Target è appunto di impedire ai ben 7000 ultra 65enni che ogni
anno si rompono un femore, di restare vittime di una seconda
frattura da fragilità. Target è appunto l’acronimo di ‘Trattamento
Appropriato delle Rifratture Geriatriche in Toscana’.
Promosso dalla Regione, il progetto é attualmente in fase di start
up ed entrerà a regime nel 2013 in base ai risultati. Tra i sostenitori la Fondazione FIRMO, che come noto ha sede a Firenze e
che da anni è attiva nella ricerca di fondi per la ricerca sulle
malattie delle ossa, conducendo una importante battaglia culturale centrata sull’informazione.
In occasione della Giornata mondiale dell’Osteoporosi, il presidente della Fondazione, l’endocrinologa Maria Luisa Brandi, h
presenteto Target a Milano a un convegno che FIRMO ha organizzato in collaborazione con l’Osservatorio nazionale sulla salute della Donna (O.N.DA). Il tema è esattamente in linea con la
strategia della Fondazione: Il ruolo dell’informazione nella prevenzione delle fratture da osteoporosi.
Nel progetto la professoressa Brandi (nella foto) rappresentava
l’Università di Firenze ed è uno dei due coordinatori scientifici.
L’altro è il professor Ranuccio Nuti dell’Università di Siena. Per
l’Ateneo pisano opera invece il gruppo della reumatologa
Ombretta Di Munno.
“Il Progetto Target”, spiega Brandi,
“nasce da una doppia o tripla esigenza: limitare i casi di rifrattura del
femore (sono il 20% delle prime fratture, ossia circa 1500 persone ogni
anno), quindi preservare la qualità di
vita dei pazienti (all’infermità segue
spesso la morte), e consentire al sistema sanitario ingenti risparmi”.
Oggi cure ospedaliere e riabilitazione
delle sole fratture del femore costano
alla Toscana circa € 100 milioni
all’anno, di cui 20 per le rifratture.
Finora questi pazienti erano per lo più
trattati solo sotto il profilo ortopedico,
trascurando eventuali cause da osteoporosi. Riparata e guarita la frattura, venivano tutti rimandati a
casa senza alcuna efficace trattamento contro la malattia, salvo
un 10% pronto però ad abbandonare la cura nel giro di pochi
mesi. Da qui i numerosi casi di rifrattura.
Con Target questi pazienti sono ora gestiti da un team multidisciplinare (ortopedici, endocrinologi, reumatologi, geriatri, ecc),
capace non solo di riparare la frattura, ma anche di individuarne
le cause e ottimizzare per ognuno la terapia preventiva. Aspetto
umano a parte, si calcola un risparmio economico pari a circa il
90% della spesa attuale, ossia 18 milioni su 20.
“Questi pazienti”, dice la professoressa Brandi, “sono le persone
che hanno più bisogno e maggior diritto a un simile trattamento.
Quella di garantire all’anziano con le ossa ormai fragili una terapia per l’osteoporosi è una delle battaglie che Firmo sta conducendo in tutta Italia. Sono peraltro in corso due importanti iniziative della Fondazione, che toccano numerose città con conferenze
e offerte di esami gratuiti della densità ossea”.
L’Osservatorio Psicologia nei Media
(OPM) interviene sul clamore mediatico nel delitto di Avetrana
L’Osservatorio Psicologia nei Media, un’associazione composta
da esperti su tutto il territorio nazionale al fine di migliorare gli
standard qualitativi dell’informazione psicologica nei massmedia italiani, ha ricevuto negli ultimi giorni numerose segnalazioni sulla vicenda di Avetrana circa interviste di questo o quell’esperto, spesso spocchiose quando diffondono presunte verità
cliniche che tali non sono, se vengono fondate solamente su un
materiale del tutto giornalistico. Accanto a professionisti seri che,
di fronte a certi eventi, vengono interpellati per fornire pareri
scientifici e i quali il più delle volte, pur svolgendo il loro lavoro
seriamente, rimangono in ombra, c’è un continuo fiorire di altri
personaggi (quasi tutti frequentatori del piccolo schermo) che
cadono nel solito gioco mediatico dove vige la regola: siamo in
ballo e dunque balliamo, e visto che mi avete invitato/intervistato
e devo dire qualcosa d’intelligente sparo le prime cose verosimili
che mi vengono in testa. Mai nessuno che dica: “non mi azzardo
a esprimere nemmeno uno straccio di considerazione su una
vicenda di cui non ho alcuna conoscenza diretta (che tra l’altro
non si potrebbe rivelare pur sapendola), o comunque alcuna
informazione fondata”.
“Ed ecco allora dove una riflessione può essere svolta con efficacia - afferma il Presidente dell’Osservatorio Psicologia nei
Media Dr. Luigi D’Elia. Qui siamo di fronte, tutti - protagonisti,
pubblico, giornalisti, inquirenti, esperti – ad un accumulo di
irrealtà e di simulazione dove è diventato impossibile osservare e
comprendere fenomeni propriamente umani. Ci troviamo di fronte cioè ad una fenomenologia particolare per la quale la finzione
intrinseca al media TV, per come la vicenda s’è sviluppata, ha di
fatto inglobato in sé tutto ciò che dell’uomo esisteva al di fuori
dei media colonizzando con le proprie regole irreali ciò che di
realistico sopravviveva in precedenza. Provare a cercare la
“realtà” in questo caso è operazione viziata in partenza.
Dovremmo più propriamente quindi parlare di una nuova forma
di umanità del tutto fusa e confusa col mezzo mediatico, ma ad
essere ancora più precisi, da esso regolamentata”.
“È ancora più inquietante – afferma per l’Osservatorio Psicologia
nei Media il Dr Davide Lacangellera, psicologo e giornalista –
constatare giorno dopo giorno come la tragica vicenda di
Avetrana diventi contesto in cui ognuno si sente legittimato a fare
considerazioni specifiche, si pensi a quelle cliniche che necessiterebbero di ben altri approfondimenti prima di essere “confezionate”. Si crea quindi una situazione in cui qualsiasi professionista si
sente autorizzato a sollevare questioni e fare domande che spesso
oltrepassano il proprio ambito e, in fondo, tengono poco conto
dell’aspetto emotivo di profondo dolore che vivono gli interessati alla vicenda” .
“Ciò che impressiona – sottolinea la Dr.ssa Chiara Santi, coordinatrice interna dell’Osservatorio - è il clamore mediatico sulla
vicenda, il quale va ben al di là della necessità di informazione e
viene originato piuttosto da una certa morbosità, da una parte,
unita al bisogno di apparire a tutti i costi, dall’altra. Necessità
che, francamente, ci piacerebbe non investisse anche professionisti della psiche umana, i quali questi fenomeni dovrebbero studiarli, più che soggiacervi. Su tale aspetto dovrebbero centrarsi,
al limite, i pareri di colleghi afferenti all’area psy, piuttosto che
azzardare ipotesi e diagnosi basate su informazioni riferite dai
media. Conclusioni non fondate su dati oggettivi che, fra l’altro,
sarebbero anche vietate dal nostro stesso codice deontologico”.
Per informazioni e chiarimenti consultare il sito www.osservatoriopsicologia.it
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pagine a cura di Ketty Canosa
Alimentazione: CASTAGNE
Le castagne sono un frutto atipico, poiché sono ricche
di carboidrati complessi (amido) come i cereali. Sono
una buona fonte di fibre, di potassio e di vitamine del
gruppo B, soprattutto B1 e B6. La cottura trasforma
parte dell'amido in zuccheri semplici, che ne conferiscono la dolcezza tipica.
Per centinaia di anni le castagne hanno rappersentato la
principale fonte alimentare delle popolazioni degli
appennini durante l'autunno e l'inverno.
Le castagne sono il tipico prodotto autunnale: cadono
spontaneamente dall'albero da settembre a dicembre,
periodo nel quale vengono raccolte due volte al giorno.
I prodotti derivati, come la farina di castagne e le castagne secche, possono essere conservati a lungo e si trovano tutto l'anno.
Il Mulino biologico di Fabbriche di Vallico
Nei giorni scorsi è partita la campagna 2010 di lavorazione delle
castagne. Tale attività riveste una motivazione particolare
perchè è legata ad antichi impianti, cioè i mulini ad acqua,
che trovano la loro ragione d’essere in montagna dove si
utilizza la risorsa acqua in maniera diretta.
Al via la stagione anche a Fabbriche di Vallico e soddisfazione del sindaco Oreste Giurlani, che ha voluto presenziare alle prime fasi di lavorazione.
Il mulino biologico si trova in Val di Turrite, nel paese di
Fabbriche di Vallico e risale al 1721, ed a parte una sua
ristrutturazione è completamente originale. Il mulino
attualmente funziona per tutto il periodo autunno-inverno
per quattro ore al giorno.
Nei mesi invernali vengono macinate le castagne che arrivano al molino dai castagneti del comune di Fabbriche di
Vallico, per un totale di circa 80 quintali, ma il grosso del
raccolto arriva da fuori del comune, da dove arrivano circa
300 quintali di castagne; il mulino è in grado di produrre
circa 3 quintali di farina al giorno.
Il mulino si trova su due piani, il primo è quello dello stoccaggio, qui vengono depositate le castagne, che arrivano
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gia pulite, in attesa di essere macinate.
Il periodo migliore per macinare le castagne è il periodo "secco"
quando soffia il vento dell'Alpe, ovvero la tramontana, questo
perchè le macine risentono molto dell'umidità.
All'interno della seconda stanza ci sono quattro macine, che lavorano incessantemente, sfruttando solo l'energia dell'acqua del torrente
Turrite, tutte di pietra arenaria, una sola di queste viene utilizzata per
le castagne biologiche, quindi per ottenere la farina Dop.
Le castagne biologiche devono essere coltivate senza aggiunta di
concimi chimici e rispettare i metodi di essiccazione naturali che
si svolgono all'interno dei metati, tradizionalmente alimentati a
fuoco lento dei ciocchi di castagno ed è all'interno del metato che
le castagne, dopo un'essiccazione per quaranta giorni assumono
quelle proprietà che saranno apprezzate una volta pulite e trasformate in farina di neccio della Garfagnana Dop.
Una volta finita la macinatura delle castagne le macine di pietra
arenaria o serena vengono sostituite per la macinazione del grano
e del farro con macine più dure di pietra focaia o granito, da questa pietra durissima esce la farina integrale o a seconda del ciclo
di filatura, le varie farine di tipo 00-0 ecc ecc.
Sarebbe interessante far conoscere alle scolaresche questa antica
tradizione.
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Castagne e derivati nell’arte culinaria
Il consumo della castagna ha sfamato intere popolazioni durante le guerre, le carestie e,
anche in tempi recenti, ha permesso la sopravvivenza a fasce di popolazioni “deboli”.
In Valtaro la farina di castagne era la materia prima per molti piatti tipici che potrebbero essere riscoperti ai fini culinari anche nelle migliori ristorazioni.
Le tagliatelle di castagnaccio
Pane di castagne
In Val di Vara prendono il nome di taiette e possono essere anche
condite con un pesto tradizionale. Le armellette sono un piatto
simile ma in questo caso dalla sfoglia si ricavano delle pappardelle (lasagnette) che possono essere condite con il pesto, con olio e
parmigiano o con fette sottili di pecorino (ricavate con il tagliatartufi).
Mescolare a secco 350 g di farina dolce di castagne e 200 g di
farina di frumento; impastare con un poco d’acqua tiepida, 2 uova
intere e sale sino ad avere una pasta tirabile a sfoglia; tirare la sfoglia e ritagliare alla macchina (o tagliare a mano) le
tagliatelle(misura media); cuocere al dente in abbondante acqua
salata; scolarle e servirle in un piatto da portata condite con ricotta cremosa (ottenuta stemperando la ricotta con un poco d’acqua
di cottura); se si desidera la ricotta può essere arricchita con una
spruzzata di parmigiano.
Si panifica con 3 parti di farina di frumento ed una parte di farina
di castagne (il costo attuale della farina di castagne limita purtroppo la voglia di novità dei fornai). Si procede poi come un normale pane.
Zuppa di castagne
La marronata (marmellata di castagne)
Servono 50-60 castagne arrostite quel tanto che serva per sbucciarle bene; si cuociono a fondo in brodo di carne; si passano allo
staccio, si aggiungono due tuorli d’uovo e prezzemolo, indi si
amalgama bene e si versa sopra il brodo di cottura delle castagne;
si serve calda. Variante: si trita una cipolla intera, 50 g di sedano,
70 g di prosciutto crudo magro, 50 g di lardo (al posto di prosciutto e lardo si può usare la pancetta) e si mescolano bene in padella
soffriggendo con 50 g di burro; aggiungere 800 g di passato o di
castagne bollite, sbucciate (in acqua bollente) e tritate; aggiungere un bicchiere di vino rosso e far cuocere per 5’; aggiungere 1
litro di brodo vegetale leggero; lasciar cuocere per 1 ora; servire
la zuppa calda.
E’ in uso dall’ultimo dopoguerra; sbucciare e cuocere le castagne;
scolarle, togliere loro la pellicina intera, schiacciarle e passarle
allo staccio. Preparare a parte uno sciroppo facendo bollire per
una mezz’oretta lo zucchero in acqua (700 g di zucchero in un
bicchiere di acqua: dose suggerita per chilo di passato).
Mescolare lo sciroppo al passato di castagne e riporre sul fuoco
per almeno mezz’ora. Giù dal fuoco si può aggiungere qualche
cucchiaio di rhum.
Variante: al passato caldo aggiungere 1200 g di miele e miscelare
(aiutarsi con un poco d’acqua di cottura delle castagne; raffreddare, aggiungere vaniglia ed invasare.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.756 Firenze 1 novembre 2010
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Attualità
Le quote rosa nei cda in Turchia non servono.
Ankara seconda nell'Ocse per numero di Ceo donna
ISTANBUL. Le quote rosa per i consigli di amministrazione delle società in Turchia? No non servono proprio»,
dice nella sua sede Gulseren Onanç, presidente di
Kagider, una associazione non-profit di donne imprenditrici, costituita a Istanbul nel 2002 da 27 donne di successo per favorire la parità e la partecipazione al lavoro delle
donne turche. «La presenza in Turchia di donne nei board
è pari al 15% rispetto a una media del 6% in Europa».
Il dato è confermato da una classifica appena redatta tra i
paesi appartenenti all'Ocse più Cina, Brasile e Russia dal
World Economic Forum della Confederazione degli
imprenditori turchi (Tisk) in cui risulta che la Turchia con
il 12% di presenze femminili nei consigli delle società è al
secondo posto dopo la Finlandia (13%) per numero di Ceo
e alti dirigenti presenti nel bord delle prime cento società
di ogni paese con una media delle altre nazioni del 5% di
presenza rosa ai massimi livelli dirigenziali.
Tutto bene dunque, chiediamo nella sede dell'associazione
Kagider alla dinamica e decisa Gulseren Onanc, che ha
alle spalle una carriera di esperta in marketing internazionale in multinazionali tra cui la Ferrero di Alba in cui ha
lavorato dal 1998 al 2000 imparando anche un po' di italiano? «No, affatto – risponde pronta il presidente - é proprio per questo che abbiamo fondadato Kagider, sponsorizzata tra l'altro da gruppi del calibro di Garanti, una
delle maggiori banche del paese, di Aksigorta, Guvensan e
sostenuta da società di consulenza internazionali come
Bcg. «In Turchia non abbiamo il problema delle quote
rosa nei consigli di amministrazione, ma abbiano il problema del più basso tasso di partecipazione femminile al
lavoro pari al 24% nei paesi Ocse. Questo è il nostro
obiettivo: incrementare questa quota tra gli strati meno
istruiti della popolazione femminile cooperando con il
Governo conservatore dell'Akp che spesso ci aiuta molto a
parole ma meno nei fatti».
«Inoltre il nostro secondo obiettivo è ottenere le quote
rosa in politica poiché sebbene il partito di maggioranza
abbia posto le quote del 25% per i posti femminili nella
propria formazione politica e ci sia un ministro donna per
la condizione della famiglia nella compagine governativa,
l'AKp, il partito di maggioranza, non ha fatto niente per
avere la stessa proposta in parlamento di Ankara dove
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infatti le donne sono presenti con un misero 9 per cento»,
spiega la battagliera Gulseren Onanç. Ma le difficoltà
naturalmente non spaventano i 200 membri dell'associazione Kagider.
Molte donne di successo in Turchia lavorano già dove
possono per far avanzare la condizione femminile nel suo
insieme e battere la «macho mentalità della società turca»,
come dice Onanç: per esempio Suzan Sabanci Dincer, presidente del Board di Akbank, una delle maggiori del
paese, ha già portato la quota delle donne presenti nella
sua banca al 51% del totale. Anche la signora Zeyep
Bodur Okyay, presidente della conglomerata Kale group,
punta a sensibilizzare la società turca su un maggiore
coinvolgimento femminile nel mondo del lavoro ma non
manca di sottolinerare sorridendo come la sua fortuna «sia
stata essere figlio unico», così suo padre, Ibrahim Bodur,
il fondatore del gruppo ledaer nelle ceramiche, quarto
gruppo europeo, oggi presidente onorario, non abbia avuto
scelta nell'indicare lei come successore della famiglia nel
board della società capogruppo che controlla 22 società e
5mila impiegati che spaziono dalla chimica alla difesa,
alla logistica al turismo e all'alimentare.
Insomma se non ci sono problemi nei board delle prime
cento società turche resta invece mplto da fare per il resto
della piramide dove le donne sono ancora sotto rappresentate. Ma Gulseren e la sua vicepresidente Ayla Sevand on
demordono: Kagider ha appena aperto una sede a
Bruxelles per portare avanti le proprie istanze anche a
livello europeo e non a caso il presidente tedesco Cristian
Wulff, in visita in Turchia i questi giorni ha accettao di
incontrare una sola associazione femmminile turca:
Kagider, appunto, in segno di stima per il lavoro fatto.
Vittorio Da Rold Il Sole-24Ore
Nasce Rete Nirva
Una grande rete, composta da centinaia di realtà pubbliche
e private, si è costituita e si sta implementando per attuare
l’opzione del Ritorno Volontario assistito. Con l’obiettivo
di informare i migranti e fornire loro gli strumenti necessari per ritornare al Paese di origine in condizioni di
dignità, sicurezza e assistenza, la Rete NIRVA è stata presentata in Conferenza stampa il 22 ottobre presso la Sede
dell’AICCRE.
Alla Conferenza stampa hanno partecipato:
Michele Picciano, Presidente AICCRE, capofila Progetto
NIRVA; Carla Olivieri, AICCRE, Responsabile del Progetto
NIRVA Fase II; Christopher Hein, Direttore CIR - Consiglio
Italiano per i Rifugiati, partner Progetto NIRVA; Carmela
Godeau, Vice Direttore Ufficio Regionale per il Mediterraneo,
OIM - Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, partner
Progetto NIRVA; Nadia Minati, Prefetto, Direttore Centrale,
Direzione Centrale dei Servizi Civili per l’Immigrazione e
l’Asilo, Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione,
Ministero dell’Interno, Autorità Responsabile Fondo Europeo per
i Rimpatri. Ci sono stati altri interventi programmati di referenti
delle realtà pubbliche e private che svolgono il ruolo di “Antenna
Regionale della Rete NIRVA”.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.756 Firenze 1 novembre 2010
La Cgil arroccata su vecchie posizioni
Cisl e Uil hanno il coraggio di guardare avanti
Serve una nuova generazione di sindacalisti
Nei giornali di ieri campeggiavano le dichiarazioni di
sostegno alla manifestazione del Presidente D’Alema
(in Italia siamo tutti dottori e presidenti di qualcosa)
presente e sempre inossidabile. Mi riferisco alla manifestazione della Fiom di sabato scorso, una manifestazione importante, una grande manifestazione come
l’ha definita il Presidente. E che merita anche il nostro
rispetto. Una manifestazione pacifica, ordinata come
lo sono sempre state quelle promosse dalla Cgil: un
buon servizio, ancora efficiente come lo era nei miei
anni giovanili. La partecipazione, la democrazia, la
libertà di manifestare sono valori indiscutibili.
Detto questo, non possiamo non rimarcare le questioni
che non ci sono piaciute. E mi si perdoni sincerità e
franchezza. “La manifestazione di ieri è stata grande,
pacifica e non violenta: non è andata come pensava
Bonanni”. Non so se Guglemo Epifani, persona stimata, si renda conto delle parole che ha pronunciato:
Bonanni, la Cisl in cuor loro auspicavano le violenze
per dire le loro ragioni? Davvero il veleno delle relazioni sindacali ha raggiunto livelli così alti? Conosco
Bonanni e tanti amici della Cisl (e conosco tanti amici
della Cgil): non riesco neppure solo ad immaginare
che abbiano auspicato in cuor loro “l’incidente”.
Eppure Epifani l’ha detto. Come pure sono parse troppo deboli le prese di distanza dagli ultimi attentati,
molto “simbolici” ma per questo pericolosissimi, alle
sedi Cisl e Uil. Questi comportamenti, le parole ingiuriose a Bonanni e Angeletti, non andrebbero poste al
giudizio degli organismi deputati della Cgil?
“Fare polemiche sulla partecipazione o meno di un
partitto è da cretini, partecipano le persone”: oibò,
D’Alema ci sta dicendo che la sua presenza è irrilevante, smentisce se stesso, mette da parte il suo narcismo
intelletuale. Non è stato utile al Pd, neppure se le presenze erano a “titolo personale”, è un errore grave che
nuoce al suo progetto.
Ma entriamo un po’ nel merito. Vi è una questione culturale decisiva che va affrontata da coloro che vivono
ancora con la mente nel secolo scorso: la lotta di classe, il mito del conflitto sempre e comunque, la demonizzazione degli imprenditori senza alcuna distinzione. Il mondo che ci attende è profondamnete diverso
da quello che abbiamo vissuto. La globalizzazione e la
crisi economica ci costringono a rivedere i nostri paradigmi culturali; siamo chiamati a “pensare nuovo” con
intelligenza e coraggio. L’impresa di domani non sarà
quella fordista e mono-archica, dovrà prevedere sempre più il “gioco” (mi si consenta la parola) tra persone
che si rispettano indipendentemente dai ruoli ricoperti;
dovrà essere trasparente, rendere partecipi i lavoratori,
dare il giusto salario compatibilmente con le dinamiche del mercato, personalisticamente flessibile. Si
dovrà praticare la sussidiarietà anche nel mercato del
lavoro, avvicinando le decisioni e le corresponsabilità
a dove si produce: la contrattazione decentrata è coerente a questo principio, si misura con la realtà e valorizza le differenze. E’ questa una sfida soprattutto per
il sindacato che dovrà tornare sui territori più diffusamente di quanto abbia fatto sino oggi, coltivare una
nuova generazione di giovani sindacalisti (l’appello
del Papa vale anche per le rappresentanze sociali),
sgonfiare gli apparati nazionali e decentrarsi nei territori; costruire ed inventare nuove forme di rappresentanza non solo a misura dei garantiti ma soprattutto a
misura dei giovani lontanissimi dalle organizzaioni
sindacali. A me pare, con la solita franchezza, che la
Cisl abbia scelto di avventurarsi verso il nuovo e la
Cgil (una parte di essa) guardi ancora all’indietro. In
questi mesi non sono stati lesi i principi costituzionali
come con troppa facilità molti opinionisti hanno scritto: i diritti - come i valori e i principi - vanno “incarnati” nella realtà, si devono misurare con le concrete possibiltà che il tempo di oggi ci offre per raggiungere il
maggior bene comune possibile. La persona e la vita
umana sono intangibili, i diritti sono inviolabili come
recita la nostra Carta, ma per proteggerli davvero,
non solo con la retorica costituzionale, occore poi far
conto dei “pani e dei pesci “ che si posseggono (con il
nostro spaventoso debito, mi sembrano pochi) per
metterli a frutto con saggezza, con una attenzione
amorosa ai nostri povei, alle famiglie affaticate, ai giovani disoccupati, ai tanti anziani poveri. Sono questi
gli indicatori viventi che misurano la nostra democrazia. Altro che il Pil!
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.756 Firenze 1 novembre 2010
Edoardo Patriarca
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Cultura - Società
Il turismo rurale
Il turista rurale italiano cerca sempre di più la tranquillità dei parchi naturali. Perdono posizione le zone di mare e le mete del turismo religioso
Finita l’estate, è tempo di riflessioni per il turismo rurale.
Toprural, motore di ricerca in Europa dedicato agli agriturismi ed
alle strutture rurali, ha stilato la classifica dei primi 10 comuni
italiani oggetto delle ricerche dei navigatori.
Il comune in vetta alla classifica di Toprural è, non senza sorprese, Camigliatello Silano, piccolo borgo calabrese della provincia
di Cosenza a 1.300 metri d’altitudine, nel cuore del Parco
Nazionale della Sila. La zona è un paradiso per gli escursionisti,
sono molti i sentieri ufficiali che si diramano nella zona parco; gli
amanti delle ferrovie possono godere di un viaggio in un treno
storico a vapore del 1932.
Secondo comune ad essere stato oggetto delle ricerche degli utenti di Toprural è Amatrice (Rieti). Città rinomata per le varietà di
pasta, è sede del polo agroalimentare del Parco Nazionale del
Gran Sasso monti della Laga, parco dove troviamo l’ultimo
ghiacciaio dell’Europa meridionale.
Per il terzo comune della classifica ci spostiamo in Valle d’Aosta,
a Cogne. Piccolo comune all’interno del Parco Nazionale del
Gran Paradiso è conosciuto per la varietà di sport invernali ed
estivi. E’ meta prettamente di chi ama praticare il trekking, la
moutain bike, il kayak e la pesca sportiva.
Completano la top10: Pescasseroli (L’Aquila), Bormio (Sondrio),
Contursi Terme (Salerno), Pescocostanzo (L’Aquila), Perugia,
Morcone (Benevento), Pozza di Fassa (Trento).
Il mito della Toscana è sempre alto: il primo comune italiano ad
essere al centro delle ricerche dei turisti rurali spagnoli è stato
San Gimignano (Siena). Gli utenti francesi del portale hanno
invece in maggior quantità ricercato il comune di Castellana
Sicula, in provincia di Palermo, all’interno del parco naturale
regionale delle Madonie. Destinazione questa scelta grazie ai voli
diretti dalla Francia al capoluogo siciliano.
L’interesse per il turista rurale si concentra così su rotte turistiche
non convenzionali e fuori dal turismo di massa: nuove destinazioni in parchi naturali e contesti di montagna, collina e relax.
Divorzio, 40 anni dopo la legge
Fu una corsa in tribunale per lasciarsi. L’avvocato Cesare Rimini ricorda così la stagione dei primi divorzi, quando la legge
Fortuna-Baslini il 9 ottobre 1970 passò al Senato, per entrare poi in vigore il 1º dicembre. «Una donna, davanti all’indimenticabile presidente Clemente Papi, si alzò e chiese al suo avvocato di fotografarla. Ricordo che disse: “Scatti, ho la foto del matrimonio,
ora voglio quella del divorzio”. Era un’onda in piena, alla prima sezione si divorziava ininterrottamente dal mattino alla sera. Con
la paura dell’arrivo del referendum e con un’ansia di risposarsi che nel tempo è andata perduta».
Quarant’anni di divorzi in un Paese profondamente cambiato, come racconta la sociologa femminista Chiara Saraceno: «Oggi il
divorzio è secolarizzato, ma allora era un’Italietta che si diceva soddisfatta di avere ottenuto almeno quello, anche se la legge prevedeva la pausa di riflessione di cinque anni, dopo la separazione, prima di poter avere lo scioglimento. Un’idea paternalistica
dello Stato verso i cittadini. Alle donne come ulteriore cattiveria fu imposta l’attesa vedovile, altri 300 giorni prima di potersi rifare una vita». Allora, per dimezzare i tempi, racconta l’avvocato Alessandro d’Avack, «si andava all’estero, in Centro America.
Partivo il sabato per la Repubblica Dominicana e tornavo il martedì a Roma con la sentenza di divorzio. Ma era molto costoso e
complicato dalla residenza dei coniugi».
Nel 1987 cambia la legge e la pausa di riflessione scende a tre anni, ma resta perlopiù disattesa, come conferma Rimini: «Ho avuto
solo un cliente che è tornato sui suoi passi».
Dopo il 1973, i divorzi si stabilizzarono intorno ai 10-15 mila all’anno per tornare a crescere con la riforma dell’87: 27.072. Nel
2008 ne sono stati fatti 54.351, 179 ogni 1.000 matrimoni, con un aumento del 7,3 per cento rispetto all’anno precedente, secondo
gli ultimi dati Istat. «Dopo 40 anni finalmente tutto è più facile, si è evoluto il concetto che la separazione è un diritto a iniziare una
nuova vita» dice Laura Hoesch, celebre e agguerrita avvocato, esperta di diritto di famiglia. «Allora si aveva paura che la legge
venisse abrogata. Ho amici che divorziarono per timore del referendum, continuando poi a stare insieme. Oggi queste paure non
esistono più, ma si è deteriorata la relazione interpersonale, la conflittualità è aumentata. Divorziare è sempre più uno sforzo
mastodontico, complesso e costoso».
La tendenza è comunque un aumento dei divorzi. Dal 1995 a oggi sono addirittura raddoppiati.
Hanno fatto l’inchiesta fra i divorziati e li han trovati tutti amareggiati. Che ha di speciale la nuova donna? Ha solo della moglie
più corta la gonna.
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Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.756 Firenze 1 novembre 2010
l'eccitazione".
Sesso: ansia da prestazione
'in rosa', colpisce 1 italiana su 5
Sempre al top, in ufficio, in famiglia e sotto le lenzuola: le italiane inseguono la perfezione su più campi, ma cresce la paura di
non essere all'altezza. Così una su 5 ammette di aver provato l'ansia da prestazione. Il problema, finora sempre declinato al
maschile, 'in rosa' è poco noto: se il 95% delle connazionali conosce quella degli uomini, solo il 38% sa che può presentarsi anche
nel gentil sesso. Lo rivela il sondaggio 'Le italiane e il sesso' presentato a un Congresso nazionale a Firenze - condotto a
Roma, Milano e Napoli su 600 donne tra i 18 e i 50 anni, di cui il
26% single. L'ansia da prestazione in rosa è uno dei nuovi nemici
della coppia, con la routine (65%), lo stress (51%) e il timore di
deludere il partner (48%). "Più a rischio sono le donne che soffrono di cicli abbondanti, che possono causare anemia, e di forti
sbalzi ormonali - spiega Salvatore Caruso, presidente della
Federazione di sessuologia scientifica (Fiss) e co-presidente del
Congresso nazionale di Firenze, congiunto con la Società della
contraccezione (Sic) - Non bisogna sottovalutare gli effetti dannosi di stili di vita sempre più maschili, che si riflettono anche
sulla libido: in particolare l'abitudine al fumo, il consumo di alcolici e il superlavoro". Dal sondaggio emerge anche una maggioranza abitudinaria e fedele, con il 59%, che mantiene un numero
di rapporti invariato nell'ultimo anno; il 61% che ha avuto in questo periodo un solo partner. La paura di restare incinta 'frena'
inoltre il desiderio per un'italiana su 3, tanto che il 72% rinuncerebbe a un'avventura occasionale se non adeguatamente protetta,
anche nei confronti delle malattie sessualmente trasmissibili. Ma
come si manifesta l'ansia da prestazione in rosa? E' come un blocco della risposta sessuale, con un meccanismo più psicologico e
introspettivo che fisico: lei riesce comunque a portare a termine il
rapporto, pur vivendo un senso di disagio, spiegano gli esperti.
"Per risolverlo, a prescindere dall'intervento medico, è fondamentale il dialogo con il partner, per condividere le difficoltà e
migliorare l'intimità - spiega Caruso - Una strategia efficace è
anche una dieta sana, riposare un numero adeguato di ore (8 per
notte, perché l'ansia basale aumenta quando c'è carenza di sonno)
e praticare ogni giorno un po' di movimento fisico, che facilita
Campagna Nastro Rosa
Partita la XVII edizione della ,Campagna Nastro Rosa ideata
negli Stati Uniti da Est@e Lauder per sensibilizzare le donne
sull'importanza della prevenzione e della diagnosi precoce dei
tumori al seno, primo tumore femminile nel mondo occidentale
per numero di casi.
La Lega italiana per la lotta contro i tumori nel mese di ottobre ha
messo a disposizione i suoi 390 ambulatori per visite senologiche. Si stima che nel 2010, nel nostro Paese, i nuovi casi saranno
circa 42 mila, la maggioranza dei quali curabili grazie a regolari
controlli diagnostici ed a corretti stili di vita.
Info su www.nastrorosa.it
"Vatican style" in sofferenza
"La vecchia generazione dei sarti ecclesiastici
sta scomparendo e con
essa la professionalità
va scemando". E' un'attività "in via di estinzione", afferma il guru
della sartoria ecclesiastica, Michele Ombroso,
cinquant'anni passati a
vestire papi e prelati.
"Con Papa Ratzinger dice il sarto che fa parte
della Camera Europea
dell'Alta Sartoria - è
ritornata l'eleganza nel
vestire ed è stato rispolverato uno stile che era
stato abbandonato".
A monsignori e cardinali italiani va la palma
dell'eleganza, seguiti dai
francesi.
Per il resto - dice il guru - c'è invece una certa sciatteria.
Conferenza Nazionale sulla Famiglia
Dall'8 al 10 novembre si tiene a Milano la "Conferenza Nazionale
sulla Famiglia" organizzata dal Sottosegretario di Stato Carlo
Giovanardi con il supporto del Dipartimento Politiche della
Famiglia e dell'Osservatorio Nazionale sulla Famiglia. Lo scopo
principale è di favorire un'ammpia consultazione delle realtà
sociali, economiche, politiche e culturali del Paese, in vista della
formulazone da parte del Governo di un Piano nazionale di politiche per la Famiglia che tenga conto dei rapidi mutamenti in atto
nella società contemporanea.
Per saperne di più:
www.conferenzafamiglia.it. a cura del Segretariato Sociale Rai
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Europa + Mondo
Automotive *Sport
L'ATTIVITA' AEROBICA
COM-PA 2011, l’appuntamento da non
perdere con la comunicazione pubblica
Dall’1 al 3 marzo 2011 Bologna ospiterà la 17° edizione di
COM-PA 2011.
La manifestazione accoglierà comunicatori, amministratori di
enti pubblici, manager di aziende ICT e TLC e operatori leader
nella comunicazione provenienti da tutta Italia.
L’evento sarà suddiviso in due sezioni principali: l’area espositiva, in cui le Pubbliche Amministrazioni e le Aziende presentano i
progetti di comunicazione, e un qualificato calendario di incontri,
curato dall’Associazione Italiana della Comunicazione Pubblica
e Istituzionale.
“La comunicazione pubblica nel terzo millennio: strategie, servizi, professioni” è il tema guida dei convegni, che daranno voce ai
diversi protagonisti con iniziative di settore tra cui quelle dei
responsabili degli urp, delle reti civiche e degli uffici stampa.
Gran parte degli appuntamenti si incentrerà su temi specifici ma
di grande importanza come l’ambiente, la sanità, la cultura e la
crisi, oltre a numerosi incontri con le associazioni di settore.
Per essere sempre aggiornati, non mancheranno workshop e laboratori formativi per gli amministratori di enti ed aziende.
Grande novità di questa edizione è la suddivisione dello spazio
espositivo in aree tematiche:
• Area Innovazione
• Area Arcipelago Urbano
• Area Sanità
• Area Università
• Area Piccoli Comuni
Il Salone ha aperto le proprie porte anche alle Aziende che forniscono servizi per la PA, per dare agli Enti Pubblici un’offerta
completa e favorire il contatto tra operatori.
Per i più giovani il progetto COM-PA e la Scuola sarà invece il
momento di incontro tra le Istituzioni e gli studenti delle scuole
secondarie di primo e secondo grado.
Save the date: 1-2-3 Marzo 2011 BolognaFiere!
Lotta alla povertà: il Parlamento
propone introduzione
di sistemi di reddito minimo
Il Parlamento europeo, in una risoluzione non legislativa adottata
nei giorni scorsi, ha proposto l’introduzione di sistemi di reddito
minimo in tutti gli Stati membri dell’Unione, ai fini di combattere la povertà, garantire un adeguato standard di vita e favorire
l’integrazione sociale.
Il reddito minimo dovrebbe essere fissato al 60% del reddito
medio del Paese cui si ferisce, precisa il testo, che invita la
Commissione a presentare "un’iniziativa" che porti alla preparazione di un piano d’azione in questo campo.
I deputati hanno anche portato l’attenzione sul numero crescente
di lavoratori poveri: per affrontare tale questione, affermano, il
salario di sussistenza deve sempre essere superiore alla soglia di
povertà ed i lavoratori che, per varie ragioni, restano al di sotto
della soglia di povertà dovrebbero ricevere integrazioni non soggette a condizioni.
Il testo approvato sostiene inoltre la necessità di risposte politiche
adeguate affinché la retribuzione in generale e i salari minimi
possano garantire un livello di vita dignitoso.
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La maternità all’europea
reponsabilizza i padri
Il Parlamento europeo ha
approvato una proposta sui
congedi di maternità. Tre gli
obiettivi: portare a 20 settimane il congedo pienamente
retribuito; proteggere le donne
dal licenziamento e garantire
anche ai padri almeno due settimane di congedo. L'Italia
riconosce già i primi due
punti, con scarsi effetti sulle
scelte di lavoro e fecondità.
Perché contano di più un adeguato sistema di servizi e agevolazioni fiscali alle famiglie
con figli. Il congedo obbligatorio per i padri invece può
rappresentare un segnale per
smuovere una cultura di disuguaglianza nella distribuzione
delle responsabilità familiari e
sul posto di lavoro.
La proposta legislativa sui
congedi di maternità approvata nei giorni scorsi dal Parlamento europeo ha tre obiettivi principali.
Il primo obiettivo è quello di migliorare le condizioni delle lavoratrici incinte, aumentando per le madri le settimane minime di
congedo di maternità pienamente retribuite da quattordici a venti.
Questa parte della proposta non cambia molto la situazione delle
mamme in Italia dove le venti settimane di congedo sono già un
diritto acquisito. L’unica differenza sta nel rendere omogeneo tra
tutte le categorie l’indennità al 100 per cento della retribuzione,
mentre attualmente il contributo è limitato all'80 per cento per
alcuni contratti (legge n. 53 dell’8 marzo 2000 e il successivo
decreto legislativo n. 151 del 26 marzo 2001). Per le mamme in
Germania, Francia e Gran Bretagna, che hanno congedi di maternità meno lunghi e con copertura inferiore, la situazione invece
cambierà in modo significativo con vantaggi per le famiglie, ma
anche costi a carico del welfare. I governi hanno infatti espresso
forti riserve a causa dell'aumento dei costi per le finanze pubbliche in un momento in cui si introducono tagli non indifferenti ai
sussidi alle famiglie.
Il secondo obiettivo è quello di proteggere le donne dal licenziamento introducendo il divieto di licenziare le lavoratrici per un
periodo minimo che va dall'inizio della gravidanza ad almeno sei
mesi dopo il termine del congedo di maternità. Anche in questo
campo, per l’Italia non cambia molto dal momento che la legislazione italiana del lavoro vieta già il licenziamento fino a che il
bambino non abbia compiuto un anno di vita.
Il terzo obiettivo è quello di introdurre il contributo del padre del
neonato a pieno titolo per “almeno due settimane” nel periodo
obbligatorio delle venti settimane del congedo della madre, anche
se l'unione non è formalizzata dal matrimonio. È l’unica grossa
novità per l’Italia, in quanto si tratta di prevedere un periodo di
almeno due settimane di congedo obbligatorio per i padri, pienamente retribuito e non cedibile alla madre. In Italia già dal 2000 il
padre, anche se non coniugato con la madre, ha la facoltà di prendere tre giorni di congedo alla nascita del figlio e successivamente alcuni mesi al 30 per cento del salario, anche durante il periodo
di congedo obbligatorio della madre. La retribuzione per il padre
in congedo è pari al 100 per cento solo per i dipendenti pubblici e
solo per il primo mese.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.756 Firenze 1 novembre 2010
Si definisce aerobica un'attività fisica moderata che coinvolge
grosse masse muscolari e che da un punto di vista metabolico
impiega i sistemi ossidativi come principale fonte energetica.
La capacità aerobica è dunque la possibilità di assumere, trasportare e usare ossigeno da parte del nostro organismo.
I fattori che la influenzano sono in parte endogeni, legati ad
esempio all'ereditarietà, al sesso, all'età del soggetto e in parte
dipendenti dall'allenamento stesso.
Infatti durante un esercizio ripetuto, come ad esempio camminare
o correre, vengono reclutate le stesse fibre muscolari e vengono
utilizzate le stesse vie metaboliche.
Questo provocherà nel tempo un adattamento alle nuove richieste.
L'insieme di queste modificazioni è il cosiddetto effetto dell'allenamento.
Il sistema cardio-respiratorio e quello endocrino forniscono il
supporto funzionale per il lavoro muscolare.
Gli adattamenti indotti da una pratica aerobica regolare sono molteplici.
Nello specifico, l'allenamento migliora i muscoli respiratori
aumentando contemporaneamente la capacità polmonare.
L'attività aerobica induce un incremento della frazione corpuscolare circolante nel sangue e la quantità di emoglobina.
E' noto che l'ossigeno per raggiungere i tessuti si lega all'emoglobina, quindi maggiore è la sua quantità migliore, sarà la possibilità di ossigenazione dei muscoli.
A livello cardiaco, allenare la resistenza riduce la frequenza a
riposo e aumenta la gittata.
Da un punto di vista morfologico si può osservare nel cuore di
soggetti allenati un modesto aumento dello spessore della parete
cardiaca che si traduce nella possibilità di immettere e quindi
pompare maggiori quantità di sangue in circolo.
Anche il sistema nervoso è interessato dai cambiamenti relativi
all'aumento della capacità aerobica.
L'allenamento permette un minor dispendio energetico e una
maggior capacità di sincronizzazione intra e intermuscolare che
sono strettamente correlate all'adattamento del SNC.
Inoltre, grazie a un sofisticato controllo a feedback, il sistema
nervoso è in grado di influenzare la frequenza cardiaca a riposo
del soggetto.
Al pari di quello nervoso, anche il sistema endocrino è sollecitato
dall'allenamento aerobico.
Questo avviene grazie a una modificazione della risposta ormonale a seguito delle mutate richieste metaboliche imposte dall'esercizio.
Altri effetti evidenti si hanno sulla composizione corporea e sull'apparato osteo-articolare.
L'allenamento aerobico favorisce il dimagrimento, preserva le
ossa e garantisce elasticità e stabilità rispettivamente ai tendini e
alle articolazioni.
Praticare sport può essere inteso come un vero e proprio farmaco,
tante sono le modificazioni indotte sull'organismo.
Dato che gli effetti di una regolare pratica sono molteplici è fondamentale che la prescrizione dei vari esercizi sia “tarata” in funzione del soggetto e delle sue esigenze.
Per essere sicuri di non sbagliare è dunque necessario affidarsi ad
uno specialista in grado di consigliare il lavoro più adatto nei
parametri quali-quantitativi.
Se diecimila passi al giorno è quanto consigliato dall'OMS come
livello minimo per mantenere efficiente il nostro organismo,
muoversi regolarmente è un imperativo per preservare la propria
salute.
Riccardo Carrai
Salone di Milano: le due
ruote protagoniste
inviato
Claudio Guidotti
Dal 2 al 7 novembre, è il
Salone dei record, per il
numero di novità ed espositori.
Nell’immensa
struttura alle porte del
capoluogo lombardo, la manifestazione/evento nell’edizione
2010 registra un rinnovato slancio da parte degli espositori, in
controtendenza rispetto al mercato (speriamo sia un segnale positivo), fatto di nuove presenze, sostanziali conferme e “ritorni”
particolarmente importanti. Quasi 1100 marchi in rappresentanza
di 35 Paesi diversi.
Un rientro è ad esempio quello della Honda, che lancia per l’occasione otto anteprime. Ducati svela ufficialmente la Diavel, la
nuova muscle bike 1200 di Borgo Panigale. Harley-Davidson è
presente con i nuovi modelli della gamma 2011, come la
Superlow. La più recente creazione di Yamaha è uno scooter elettrico, mentre Kawasaki, porta la supersportiva ZX-10R Ninja e la
naked Z750R, già presentate anche all’Intermot, il Salone della
moto di Colonia. Anche l’attivissima Casa austriaca KTM ha una
nuova moto, ovvero l’eccentrica Duke 125 in versione naked. La
più attesa di casa Aprilia è senz’altro la supermotard Dorsoduro
1200, mentre a farle da cornice sono presenti anche le quattro
cilindri Tuono 1000 e RSV4 con controllo di trazione e di impennata. BMW punta sui motori di grandi cubature per le moto da
turismo: con un’architettura del motore sei cilindri in linea sono
pronte per il mercato la K1600 GT e K1600 GLT. Con i suoi classici motori a tre cilindri Triumph espone la nuova enduro Tiger
800. All’EICMA c’è anche il grande ritorno di Piaggio, che ha
rifatto la Vespa PX 125 con il cambio al manubrio; altro prodotto
di Pontedera è il Typhoon. Moto Guzzi propone la V7 Racer,
mentre Beta presenta la nuova gamma delle trial a 2 tempi.
Oltre alle novità di prodotto, EICMA vede, in questa edizione, il
ritorno al Salone della Moto di Milano di 44 aziende, tra le quali,
oltre a Honda e Yamaha, anche Dainese e Nolan, e 38 nuove
aziende che non avevamo mai esposto prima i loro prodotti alla
Fiera meneghina.
Tra le particolarità l’area Custom City interamente dedicata alle
moto custom; La “The Green Planet”, una parte del Salone in cui
sono esposti i veicoli ibridi ed elettrici. Merita una segnalazione
il fatto che 12 Aziende americane che hanno consentito di realizzare per la prima volta ad Eicma un American Pavilion, ufficialmente riconosciuto dall’US department of Commerce, che ha
certificato Eicma come il più importante Salone della Moto, e lo
ha scelto come “location” per l’US Pavilion.
Non mancano le aree esterne, come la Moto Live, una superficie
complessiva di 80.000 metri quadri, disposti intorno alla pista,
circondata da otto tribune, con 4.500 posti a sedere. 4.000 metri
cubi di terra, fatti portare dall’organizzatore, sono utilizzati per le
gare dell’Europeo di Supercross e l’Internazionale di
Supermotard. In programma anche 24 esibizioni degli stunt più
titolati al mondo. In pista anche i piloti specialisti del trial e del
quad acrobatico e quelli del motocross freestyle. La pista per le
esibizioni di velocità è lunga 700 metri e larga 10 metri, con due
rettilinei, due chicane e due curve ad ampio raggio. Il tema del
Moto Live non è solo l’agonismo: sono infatti allestite altre cinque piste di dimensioni minori, dove si tengono la Riding School
ed i test ride, con il contributo di Honda e Suzuki.
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.756 Firenze 1 novembre 2010
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30 SECONDI DI RIFLESSIONE!
Famiglia Cristiana: non c’è più religione!
Giornale indegno di essere venduto nella Chiesa!
Ormai Famiglia Cristiana non rappresenta più una guida per lʼanima cattolica
perchè troppo schierata nella politica con atteggiamenti che non possono
essere condivisi da chi è cattolico e frequenta la Chiesa
Agipress-L'attenzione -settimanale - anno XXXXI- n. 1.756 Firenze 1 novembre 2010