Che cosa conosce della nostra azienda?

Transcript

Che cosa conosce della nostra azienda?
Indice
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†
†
†
†
Il colloquio
Domande frequenti
Rapporti chiari
Fiducia, reagire
Pensiero positivo,
positivo assertività
Il colloquio
Oltre ad alcuni accorgimenti scontati, ma pur sempre
importanti, come il non arrivare in ritardo e non presentare
una mano molle, c’è sempre una prima fase del colloquio da
preparare con cura
cura. Solitamente il colloquio è composto da
quattro fasi:
„
„
„
„
†
†
la prima, il ‘warm up’, o riscaldamento che dura circa 2-3
minuti;
la seconda, l’esame del candidato (all’incirca 20 minuti);
la terza, il controesame da parte del candidato di dieci minuti
circa;
la quarta ed ultima
ultima, la chiusura della durata di 4-5 minuti.
minuti
Anche se la prima fase è anche la più breve, sappi che può
influenzare decisamente le successive! Per fare un buon
p dobbiamo farci vedere da subito tranquilli,
q
, curiosi
‘warm up’
ma affidabili, sorridere, fare una simpatica battuta.
Possiamo anche adottare alcuni accorgimenti, come curare
il nostro abbigliamento, la comunicazione verbale e nonverbale.
verbale
Il colloquio
Le metodologie
g a disposizione
p
p
per la selezione del p
personale sono varie:
discussioni e simulazioni di gruppo, test.
Ma quella sempre utilizzata è il colloquio individuale con selezionatori
dell’azienda o di società esterne.
L scopo d
Lo
dell colloquio
ll
i è individuare
i di id
l corrispondenza
la
i
d
fra
f
.
motivazioni e caratteristiche del candidato e
caratteristiche del profilo professionale da ricoprire.
Il colloquio
Un colloquio si compone di vari elementi:
†
Il Contesto culturale, ambientale, temporale della comunicazione. Il contesto è
quindi dato dal luogo ‘lo spazio fisico’ della conversazione, ma anche dal clima
relazionale. ‘l’aria che tira!’, fino al più ampio contesto sociale.
†
Il Canale o mezzo di trasmissione, che permette il contatto tra emittente e
ricevente Il colloquio è normalmente gestito faccia a faccia
ricevente.
faccia, ma rientrano nel
colloquio anche le telefonate e le nuove forme di comunicazione virtuali con sms
e chat.
†
Il Codice,, cioè il linguaggio,
g gg , verbale e non verbale,, utilizzato dagli
g attori della
comunicazione.
†
L’Azione comunicativa, ovvero l’attività, consapevole o inconsapevole, messa in
atto per entrare in relazione e raggiungere gli scopi prestabiliti. Per comunicare
bene devi essere consapevole dell
dell’importanza
importanza di questi fattori ed apprendere
come gestirli al meglio.
Il colloquio
Il disagio fisico si traduce spesso in una comunicazione inefficace.
Dobbiamo imparare a metterci comodi e a scaricare le tensioni corporee.
Un abbigliamento confortevole può aiutare a sentirsi meglio con se stessi.
Rallentare i ritmi del discorso ed usare le pause ci permette di trovare il
tempo di ascoltare le parole dell’altro e al tempo stesso le nostre.
Ricordati che non è indispensabile rispondere subito, ma piuttosto
rispondere in maniera esaustiva e coerente
Il colloquio – Le domande classiche
Le domande che ti saranno poste in un colloquio di selezione
mireranno sostanzialmente ad informazioni su:
„
„
„
le conoscenze tecniche e le capacità di base necessarie per
ricoprire
i
i quell tipo
i
di posizione;
i i
le tue motivazioni e aspettative;
le tue capacità interpersonali.
Anche
A
h qualora
l
ti venga rivolta
i lt una domanda
d
d
apparentemente strana, prima di rispondere chiediti a
cosa mira.
Vi sono delle domande ‘classiche’
classiche , che probabilmente ti
sentirai ripetere in quasi tutti i colloqui. Tra le più
frequenti:
† Mi dica quali sono i suoi punti di forza? La risposta
più efficace, in questo caso, è quella che sottolinea i
punti di forza più attinenti alle caratteristiche che
potrebbero combaciare col profilo ideale del candidato.
Il colloquio – Le domande classiche
† Quali sono i punti deboli?
Inutile dimostrare di non averne. Qualche difetto al selezionatore glielo devi
dare. Magari uno simpatico, ma soprattutto uno che il selezionatore
avrebbe comunque notato.
notato
†
‘Vedo che non
p
di lavoro in q
questo settore’.
ha alcuna esperienza
Un’osservazione frequente che potrebbero farti è:
È il tipo di affermazione che fa arrabbiare e irrigidire il giovane appena
uscito dagli studi.
In realtà il selezionatore sa benissimo che non hai esperienza. Pone questa
domanda per vedere se riesci ad intuire quali siano i requisiti per fare
bene quel tipo di lavoro.
Potresti rispondere così: ‘no, ovviamente non ho esperienza di.... Però mi
pare di capire che le cose importanti per riuscire bene siano una buona
capacità
p
di…,, una passione
p
per…,
p
, è un profilo
p
stimolante,, nel quale
q
mi
riconosco abbastanza..’
Il colloquio – Le domande classiche
† Dove si vede tra cinque (o dieci) anni?
Domanda frequente!
Peccato che il giovane non sappia neppure dove sarà tra cinque
mesi! Per evitare di essere eccessivamente sfrontati o
eccessivamente
i
t modesti,
d ti d
dovresti
ti capire
i cosa il selezionatore
l i
t
sii
voglia sentir rispondere.
Devi puntare su elementi che assicurino al selezionatore l’effettivo
desiderio di svolgere quella mansione anche in futuro, magari
con responsabilità crescenti.
Non si sbaglia, però, affidandosi ad una risposta vaga e dall’aria
saggia, del tipo: ‘non so dove vorrei essere, certamente vorrei
aver fatto della strada ed essere cresciuto professionalmente e
personalmente..’
Il colloquio
† Che
h cosa conosce d
della
ll nostra azienda?
i d
Prima del colloquio cerca di avere tutte le informazioni possibili
sull’azienda.
sull
azienda. Sarebbe bene anche conoscere qualcosa della persona
che ti farà la selezione.
† Che sport pratica?
Per gli sport individuali devi evidenziare la capacità di mettersi alla prova
per superare i propri limiti
limiti. Se si tratta di sport di squadra bisogna
evidenziare l’attitudine allo spirito di gruppo, agli intenti comuni, a
vincere, emergere.
Il colloquio
† Cii sono statii episodi
i di nell corso della
d ll sua vita
i in
i cuii
ha preso decisioni significative?
L’obiettivo è verificare se hai mai preso decisioni importanti e se te ne sei
assunto la responsabilità. In questo modo il selezionatore esamina la
capacità di risolvere i problemi e se riesci ad agire con decisione e
responsabilità.
† Come la definirebbero i suoi amici?
Evita di mostrarti indeciso per timidezza o per modestia, ma rispondi con
sicurezza. Dimostra capacità di autoanalisi.
Il colloquio
Ad un certo punto, il selezionatore si aspetta che sia tu a fare domande.
Ecco qualche esempio di domande opportune:
†
Mi può illustrare più a fondo i contenuti del lavoro?
Molto probabilmente, all’inizio del colloquio, il selezionatore non sarà sceso nei
particolari. È fondamentale capire nei dettagli qual è la posizione offerta, anche
per dimostrare un vivo interesse.
†
Che tipo di persona cerca la vostra azienda?.
oppure, in modo più malizioso ‘a lei cosa piace di più dell’azienda in cui
lavora?’
lavora?
Serve a correggere alcune sfumature della tua immagine e in più riscalda
l’atmosfera tra te e il selezionatore, che per qualche minuto parlerà come se
fossi un amico.
†
Il colloquio
Ecco una batteria di domande comuni:
Domande personali
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†
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mi parli di lei
quali sono i suoi obiettivi professionali?
da quanto tempo cerca lavoro? Come mai da così tanto?
quale è il suo lavoro ideale?
come prende una decisione importante?
che hobby ha?
Domande su esperienze professionali e sulla propria formazione
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riassuma brevemente il suo curriculum
come ha scelto il corso di studi?
come mai è stato bocciato?
come maii non ha
h terminato
t
i t l’università?
l’ i
ità?
che materie di studio ha preferito?
perché sta cercando un altro lavoro?
che cosa le piaceva di più e cosa di meno nel suo impiego precedente? e in quello attuale
Il colloquio
Domande sul Lavoro proposto
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†
†
†
che cosa pensa di questo lavoro?
perché si è candidato?
cosa conosce della nostra azienda?
mi spieghi le ragioni per le quali dovremmo assumerla?
che cosa pensa di avere in più degli altri candidati?
Ed ecco alcune regole generali per rispondere nel modo giusto:
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Usa un tono di voce chiaro e fermo.
Dai risposte
p
brevi,, ma evita di rispondere
p
con un semplice
p
sì o no.
Se hai bisogno di un attimo di pausa prima di rispondere, non preoccuparti: questo
dimostrerà la tua capacità di pensare e farà capire al tuo interlocutore che non stai
semplicemente ripetendo frasi che hai imparato a memoria!
Non aver paura di ammettere di non sapere - ma cerca di ridurre al minimo questi casi.
Non mentire!
Preparati a rispondere a domande su situazioni ipotetiche. Rispondere nella maniera più
idonea alle domande poste dal selezionatore, vuol dire prestare attenzione al tono della
voce, alle pause, alle inflessioni, alla mimica facciale.
Il colloquio – Rapporti chiari
È importante chiarire, già in sede di colloquio, ogni dubbio sulla posizione da
ricoprire, le relative mansioni e tutto quanto concerne il lavoro per cui ti sei
candidato.
Ciò farà capire al selezionatore che sei seriamente motivato ed interessato e che
non sei affatto uno sprovveduto. Informati, quindi, sull’azienda prima del
colloquio!
Quando il selezionatore ti darà una piccola tregua con le sue domande, vorrà dire
che la fase dell’esame è finita. La parola verrà passata a te con la rituale
domanda: ‘Bene, ha qualche domanda da fare?’
S possiedi
Se
i di pochissime
hi i
iinformazioni,
f
i i potresti
t
ti dire,
di
ad
d esempio:
i ‘le
‘l riassumo
i
lle
informazioni che possiedo sulla vostra azienda, e l’immagine che mi sono fatto:
me le può correggere o integrare?..
In questo modo,
modo il dialogo potrà proseguire e il selezionatore avrà ll’impressione
impressione di
confrontarsi con una persona che sa quello che vuole, sa informarsi prima di
parlare.
Il colloquio – Rapporti chiari
È buona norma chiedere ed ottenere tutti i chiarimenti possibili sulla
posizione offerta: tipo di contratto, ruolo, rapporti con i colleghi, tipo di
azienda, localizzazione dell’azienda,
dell azienda, possibilità di trasferte.
È giusto che tu esponga l’eventuale non gradimento dei punti esaminati.
Un argomento delicato da affrontare in questa sede è il trattamento
economico.
economico
Può darsi che durante il colloquio il selezionatore ti parli della retribuzione
prevista. Ma non sempre succede.
In questo caso, bisogna evitare di parlarne, o aspettare a farlo fino a
quando avrai avuto una formale proposta di assunzione.
Sarà q
questo il momento p
per p
porre anche eventuali ‘ragionevoli’
g
richieste. Ad
esempio: “ Dal momento che devo trasferirmi, è prevista qualche
agevolazione? “
Reagire
È l’atteggiamento che abbiamo verso la vita che determina quello che la vita
avrà verso di noi.
Se il nostro atteggiamento è quello di non riuscire, allora sarà difficile ottenere quello
che ci prefiggiamo.
Il successo o il fallimento dipenderanno in gran parte dall’atteggiamento
mentale con cui affronteremo le situazioni.
P reagire,
Per
i
è ffondamentale
d
t l la
l motivazione.
ti
i
La motivazione è la forza, la spinta che ci stimola ad intraprendere un cammino. Non
sempre
p e non in tutte le cose che facciamo è p
presente una forte motivazione,, ma
è di fondamentale importanza per l’acquisizione del giusto atteggiamento con cui
affrontiamo tutte le nostre attività.
Fiducia
L’autostima è il valore che attribuiamo a noi stessi.
L’autostima determina il successo delle nostre azioni e condiziona il modo
in cui ci mettiamo in relazione con gli altri.
È la fiducia che abbiamo nelle nostre capacità di apprendere, di
scegliere, di decidere e di cambiare. L’autostima deriva dalla nostra
consapevolezza di essere all’altezza delle sfide che la vita ci pone.
L’autostima
L
autostima consiste nel conoscere, valorizzare se stessi ed essere
capaci di autorealizzazione.
I sentimenti di inferiorità e di falsa fiducia in se stessi sono invece tipici delle
persone mal adattate.
Fiducia
Questi sentimenti si manifestano in un duplice modo:
„
„
a. nell’astenersi dalle attività che richiedono tutta la p
propria
p
attenzione
oppure che ci collocano in una posizione secondaria e marginale (si è
convinti di non essere in grado oppure di non essere sufficientemente
valutati);
b oppure cercando di superare queste difficoltà apparendo presuntuosi
b.
con una eccessiva fiducia nelle proprie capacità; altre volte si ricerca un
persecutore o un salvatore reale o immaginario.
Una persona che si autostima non si disprezza, non si sente inadeguata o
inferiore agli altri ed è capace di confrontarsi con le diverse situazioni
che incontra. Stimarsi aumenta la capacità di automotivarsi. Automotivarsi
significa usare la propria energia
energia, usare le proprie preferenze più intime per
spronare e guidare se stessi, per raggiungere i propri obiettivi, per
intraprendere azioni sfidanti.
Pensiero positivo
L’atteggiamento ottimistico e la speranza sono importanti fattori
motivanti.
Grazie ad essi si ha la convinzione di avere le risorse necessarie per
raggiungere i propri obiettivi, qualunque essi siano. Per questo, la
persona ottimista e piena di speranza è portata a scegliere obiettivi
ambiziosi,
bi i i d
dall momento
t che
h ha
h fiducia
fid i nell proprio
i successo e negli
li
eventi futuri. L’ottimismo è correlato al modo in cui interpretiamo i
successi o i fallimenti.
Chi è ottimista attribuisce la causa di un fallimento a qualcosa che
può essere modificato in futuro e pensa di poter ottenere un
successo la volta successiva.
Chi è p
pessimista attribuisce a se stesso la causa dell’insuccesso,, credendo
di poter fallire anche in futuro.
Pensiero positivo
L’ottimismo e la speranza dipendono dal proprio temperamento ma
possono anche essere appresi.
Sviluppando le proprie competenze professionali o sociali possiamo
aumentare la sensazione di avere un maggior controllo sugli eventi.
Questo ci porta ad accettare con più disponibilità le sfide.
sfide I successi che
seguiranno serviranno per rinforzare il senso di efficacia personale e
l’atteggiamento ottimistico.
Un atteggiamento mentale vincente determina la riuscita delle
nostre imprese e tutti noi possediamo le capacità potenziali per
riuscire.
Da ciò deriva che il modo in cui pensiamo a noi stessi e alle nostre
abilità, influenza il nostro comportamento e quindi i nostri
risultati. Come puoi, quindi, esprimere al meglio le tue potenzialità?
Pensando positivamente!
Assertività
Quando devi affrontare l’insuccesso nella ricerca di un lavoro, quando ti
ritrovi a doverla nuovamente riprendere, o quando sei in una
situazione difficile, capita di essere sopraffatti dall’emotività e perdere
la calma! Impara ad essere assertivo!
Essere assertivi significa, essenzialmente, riuscire ad affermare se
stessi
t
i nell rispetto
i
tt degli
d li altri.
lt i
L’ assertività (la parola deriva dal latino e significa affermare, sostenere
con forza) è una scelta di comportamento
comportamento, un modo di agire e reagire
davanti alle situazioni più disparate della nostra vita, un
comportamento che aiuta ad affermare la propria posizione, senza
sottomettersi,, né sottomettere gli
g altri.
Assertività
Essere assertivi vuol dire riuscire ad esprimere se stessi, a padroneggiare le
situazioni,, a raggiungere
gg
g
le proprie
p p
mete,, conservando relazioni
positive con chi ci circonda.
Un comportamento del genere contribuisce a diminuire lo stress e
ad aumentare le probabilità di raggiungere i propri obiettivi.
L’assertività può essere migliorata.
Per ottenere un cambiamento è innanzitutto importante mettere a fuoco la
realtà e capire in quali situazioni abbiamo difficoltà ad essere assertivi
o quali
li aspetti
tti del
d l nostro
t comportamento
t
t non cii piacciono
i
i
e non cii
consentono di esprimere al meglio le nostre potenzialità.
Infine…
Allora …..
Buona ricerca del lavoro
Buon colloquio
q
e buon LAVORO
e…