in ricordo di don giampaolo doniselli

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in ricordo di don giampaolo doniselli
Parrocchia di San Leonardo, Confessore
19 – 2 – 2011, ore 21.00
IN RICORDO
DI
DON GIAMPAOLO DONISELLI
con la collaborazione dei
Cori di San Genesio e di San Lanfranco
e dei
Musicisti di San Leonardo
PRESENTAZIONE
INTRODUZIONE
Musica
Video
Musica:
Elevazione
Elevazione
SACERDOTE: UOMO “CHIAMATO” DA DIO
Dal Discorso di Benedetto XVI ai partecipanti al Convegno Europeo sulla pastorale
vocazionale, tenutosi a Roma, dal 2 al 5 luglio 2009
Con abbondanza e gratuità, il Signore getta il seme della Parola di Dio, pur sapendo che esso potrà
incontrare un terreno inadeguato, che non gli permetterà di maturare… Tuttavia, il seminatore non
si scoraggia, perché sa che una parte di questo seme è destinata a trovare il “terreno buono”, cioè
cuori ardenti e capaci di accogliere la Parola con disponibilità, per farla maturare nella perseveranza
e ridonarne con generosità il frutto a beneficio di molti. […] La terra è soprattutto il cuore di ogni
uomo, in particolare dei giovani, a cui voi vi rivolgete nel vostro servizio di ascolto e di
accompagnamento: un cuore spesso confuso e disorientato, eppure capace di contenere in sé
impensate energie di donazione; pronto ad aprirsi nelle gemme di una vita spesa per amore di Gesù,
capace di seguirlo con la totalità e la certezza che viene dall’avere trovato il più grande tesoro
dell’esistenza
.
Dai discorsi del Santo Curato d’Ars
Un buon pastore, un pastore secondo il cuore di Dio, è il più grande tesoro che il buon Dio possa
accordare ad una parrocchia e uno dei doni più preziosi della misericordia divina.
Dall’intervento di don Giampaolo nella celebrazione della sua Prima Messa.
Una festa che ha come primo protagonista il Signore e il suo disegno di salvezza per ogni uomo:
Lui ha pensato a questa festa chiamandomi “fin dal seno di mia madre” come lesse la sua vocazione
il profeta Geremia: lui mi ha indicato, nella mia giovinezza, la strada da percorrere; lui mi ha
sostenuto nel cammino di formazione in Seminario; Lui mi ha consacrato presbitero attraverso la
persona del nostro vescovo. Io ho solo cercato, pur con i miei limiti, di accogliere il disegno che
Dio aveva su di me. È a Lui quindi che va reso prima di tutto il nostro ringraziamento e la nostra
lode…».
Canto:
Vocazione
2
SACERDOTE: ALL’INIZIO DEL CAMMINO IL “DONO” DELLA FEDE
Dall’omelia del Card. Claudio Hummes, Prefetto della Congregazione per il Clero
Cari fratelli e sorelle in Cristo, vi invito ad una preghiera fervida e quotidiana perché il padrone
della messe invii operai per la sua messe. Vi invito anche a notare in quale famiglia è nato ed è
cresciuto il Curato d’Ars. Ci narrano che questa famiglia vivesse di una fede semplice e profonda,
coraggiosa e, perfino eroica: durante la rivoluzione accoglieva i sacerdoti fuggiaschi a prezzo della
propria vita, e Giovanni Maria ha fatto la sua prima comunione in occasione di una messa celebrata
in segreto in una casa. La signora Vianney ha plasmato il cuore del suo bambino insegnandogli a
pregare e ad agire secondo il Vangelo. C’era un piccolo oratorio in casa, dove si teneva la preghiera
della sera, era Giovanni Maria che la guidava. In casa dei Vianney, si accoglievano fino a venti
poveri insieme, ed il papà rifiutava la minestra se non ce n’era abbastanza per tutti. Si vede a quale
punto l’atmosfera familiare sia stata favorevole alla nascita della vocazione in questo santo
sacerdote.
Dai discorsi del Santo Curato d’Ars
Come la fede è qualcosa di prezioso! Se avessimo la fortuna di capirlo bene, con quanta cura la
custodiremmo dentro di noi.
Dall’omelia tenuta da don Giampaolo in occasione del matrimonio del fratello Luigi
Abbiamo l’esempio della nostra famiglia, parlo per noi Luigi ma penso che sarà così anche per te
Claudia; quanto ha faticato, ha sofferto la nostra famiglia, eppure bene o male è rimasta fedele alla
suo compito. Perché? Perché nella nostra famiglia c’è sempre stato un valore che noi abbiamo
respirato fin da bambini: quello della fede in Cristo. Non dimenticare mai questo valore…
Canto:
E mi sorprende
3
SACERDOTE: LA VOCAZIONE CRESCE IN UN DIALOGO D’AMORE
Dall’Enciclica Deus caritas est di Benedetto XVI
All’inizio dell'essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un
avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva
(n. 1).
Dai discorsi del Santo Curato d’Ars
Se sapessimo quanto nostro Signore ci ama. Moriremmo di gioia! Non credo che ci sono cuori così
duri da non amare, vedendosi tanto amati… L’unica felicità che abbiamo sulla terra è di amare Dio
e di saper che Dio ci ama.
Dalla lettera con la quale don Giampaolo invitava a partecipare al rito della sua Ammissione
tra i candidati al Sacerdozio
Il cammino verso il sacerdozio è molto più complesso di quanto si possa pensare…è un cammino
ricco di esperienze positive e meno positive, un cammino fatto di progressi e di sbagli, di gioie e di
sofferenze, ma è anche un cammino di pace perché è sempre sorretto dalla certezza, più o meno
cosciente in me, che è il Signore che sta guidando la mia vita, che è lui che mi chiama, è lui che mi
accetta così come sono con le povertà e le ricchezze che ogni giorno sperimento nella preghiera, nel
rapporto con gli altri, nell’impegno scolastico.
Video
Canto:
Te al centro del mio cuore
4
SACERDOTE: LA CONSACRAZIONE, PASSAGGIO FONDAMENTALE
Dall’Udienza Generale di Benedetto XVI del 1 luglio 2009
Cari fratelli e sorelle, a fronte di tante incertezze e stanchezze anche nell’esercizio del ministero
sacerdotale, è urgente il recupero di un giudizio chiaro ed inequivocabile sul primato assoluto della
grazia divina… La missione di ogni singolo presbitero dipenderà, pertanto, anche e soprattutto dalla
consapevolezza della realtà sacramentale del suo “nuovo essere”. Dalla certezza della propria
identità, […] gratuitamente e divinamente donata ed accolta, dipende il sempre rinnovato
entusiasmo del sacerdote per la missione. Avendo ricevuto un così straordinario dono di grazia con
la loro “consacrazione”, i presbiteri diventano testimoni permanenti del loro incontro con Cristo.
Preghiera del Santo Curato d’Ars
Ti amo, mio Dio, e il mio unico desiderio è di amarti fino all’ultimo respiro della mia vita. Ti amo,
o Dio infinitamente amabile, e preferisco morire amandoti, piuttosto che vivere un solo istante
senza amarti.
Domanda fatta al Vescovo di poter ricevere l’Ordine del Diaconato
Ecc.za Rev.ma Mons. Giovanni Volta, vescovo di Pavia, il sottoscritto, nato a Magenta (MI) il 16 –
4 – 1967, residente nella parrocchia di San Leonardo (diocesi di Pavia), alunno del suo seminario,
essendo stato ammesso tra i candidati all’ordine del diaconato e presbiterato e avendo ricevuto il
ministero di lettore e accolito, dopo attenta riflessione e preghiera, chiede spontaneamente e
liberamente di ricevere l’ordine del diaconato e promette di dedicarsi senza riserve all’esercizio del
ministero. Distinti saluti.
Pavia, 11 aprile 1991
Giampaolo Doniselli
Canto:
Eccomi
5
SACERDOTE: OGNI GIORNO DISCEPOLO ALLA SCUOLA DEL SUO SIGNORE
Dall’Udienza Generale di Benedetto XVI del 5 agosto 2009
Il sacerdote deve porre un’intima unione personale con Cristo, da coltivare e accrescere giorno dopo
giorno. Solo se innamorato di Cristo, il sacerdote potrà insegnare a tutti questa unione, questa
amicizia intima con il divino Maestro, potrà toccare i cuori della gente ed aprirli all’amore
misericordioso del Signore. Solo così, di conseguenza, potrà infondere entusiasmo e vitalità
spirituale alle comunità che il Signore gli affida.
Dai discorsi del Santo Curato d’Ars
Tutte le buone opere riunite non equivalgono al sacrificio della Messa, perché quelle sono opere di
uomini, mentre la Santa Messa è opera di Dio. Come fa bene un prete ad offrirsi a Dio in sacrificio
tutte le mattine!
Alcune regole di vita tratte dagli appunti di don Giampaolo
1) Avere dei momenti di preghiera e di silenzio. Devi assolutamente averlo, spec.(ialmente) al
mattino, prima degli impegni
2) Quando c’è un problema parlane con gli interessati, mai con la gente. Non illuderti di
camminare sull’olio. Preparati a una percentuale di attrito. Sopportare con pazienza:
qs.(questo) è segno di maturità.
3) Sia con i ragazzi/e: sia (con) chi ha simpatia (per te), sia (con quelli) che hanno antipatia
(per te): non restare prigioniero né degli uni né degli altri, perché questo blocca le persone.
Non essere ingenuo anche sul lato affettivo.
4) Quando ti prendi un impegno devi assolutamente farlo.
5) Preparati a quando parli. Può diventare occasione di interiorizzazione per te.
Canto:
Vieni e seguimi
6
SACERDOTE: IN CAMMINO IN COMPAGNIA DI MARIA
Dall’Udienza Generale di Benedetto XVI del 12 agosto 2009
Gesù dice a Maria: «Madre ecco tuo figlio» (Gv 19, 26). È una specie di testamento: affida sua
Madre alla cura del figlio, del discepolo. Ma dice anche al discepolo: «Ecco tua madre» (Gv 19,
27). Il Vangelo ci dice che da questo momento san Giovanni, il figlio prediletto, prese la madre
Maria «nella propria casa». Così è nella traduzione italiana; ma il testo greco è molto più profondo,
molto più ricco. Potremmo tradurlo: prese Maria nell'intimo della sua vita, del suo essere, «eis tà
ìdia», nella profondità del suo essere. Prendere con sé Maria, significa introdurla nel dinamismo
dell’intera propria esistenza – non è una cosa esteriore - e in tutto ciò che costituisce l’orizzonte del
proprio apostolato. Mi sembra si comprenda pertanto come il peculiare rapporto di maternità
esistente tra Maria e i presbiteri costituisca la fonte primaria, il motivo fondamentale della
predilezione che nutre per ciascuno di loro. Maria li predilige infatti per due ragioni: perché sono
più simili a Gesù, amore supremo del suo cuore, e perché anch’essi, come Lei, sono impegnati nella
missione di proclamare, testimoniare e dare Cristo al mondo. Per la propria identificazione e
conformazione sacramentale a Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria, ogni sacerdote può e deve
sentirsi veramente figlio prediletto di questa altissima ed umilissima Madre.
Dai discorsi del Santo Curato d’Ars
Ciò che ci deve spingere a rivolgerci con grande fiducia alla Vergine Santa è che lei è sempre
attenta. La Santissima Vergine si tiene tra il Figlio suo e noi. Quanto più siamo peccatori, tanto più
nutre affetto e compassione per noi. Il bambino che è costato più lacrime a sua madre è il più caro al
suo cuore. Non corre una madre verso il figlio più debole e più esposto?
Preghiera a Maria di don Primo Mazzolari
O Madonna, o cara mamma, tu sì lo capisci questo povero prete che non ha nessuno.
Tu sì non lo inquieti, tu sì non lo turbi, o santa e immacolata mamma dei poveri preti del tuo Gesù.
Canto:
Salve Regina
7
SACERDOTE: SULLE ORME DI CRISTO CHE SI È FATTO SERVO DI TUTTI
Dalla Lettera di Benedetto XVI per l’indizione dell’anno sacerdotale (16 giugno 2009)
Nel mondo di oggi, come nei difficili tempi del Curato d’Ars, occorre che i presbiteri nella loro vita
e azione si distinguano per una forte testimonianza evangelica. […] Perché non nasca un vuoto
esistenziale in noi e non sia compromessa l’efficacia del nostro ministero, occorre che ci
interroghiamo sempre di nuovo: “Siamo veramente pervasi dalla Parola di Dio? È vero che essa è il
nutrimento di cui viviamo, più di quanto lo siano il pane e le cose di questo mondo? La conosciamo
davvero? La amiamo? Ci occupiamo interiormente di questa Parola al punto che essa realmente dia
un’impronta alla nostra vita e formi il nostro pensiero?”. Come Gesù chiamò i Dodici perché
stessero con Lui (cfr Mc 3,14) e solo dopo li mandò a predicare, così anche ai giorni nostri i
sacerdoti sono chiamati ad assimilare quel “nuovo stile di vita” che è stato inaugurato dal Signore
Gesù…
Dai discorsi del Santo Curato d’Ars
Il sacerdote non è per lui stesso. Egli non si dà l’assoluzione, non si amministra i sacramenti. Egli
non è per lui stesso. È per voi.
Dalla testimonianza di Roberta Molina
Don Giampaolo era un sacerdote che amava i giovani soprattutto i bambini, aveva sempre il sorriso
sulle labbra ed era sempre molto generoso e molto bravo anche quando celebrava la S. Messa.
Quando in estate c’era il GREST lui si divertiva con i ragazzi della parrocchia a cantare e a
partecipare ai vari giochi: non si arrabbiava mai ed era felice con tutti i bambini, ragazzi ed adulti.
Quando ho saputo del suo grave incidente che ha provocato la sua morte, mi è dispiaciuto
moltissimo perché era una persona molto buona e tutti lo stimavano. Rimarrà il suo sorriso sempre
nei miei ricordi.
Canto:
Servo per amore
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SACERDOTE: UN UOMO DELL’EUCARISTIA
Dall’Udienza Generale di Benedetto XVI del 5 agosto 2009
(Il Curato d’Ars) fu “innamorato” di Cristo, e il vero segreto del suo successo pastorale è stato
l’amore che nutriva per il Mistero eucaristico annunciato, celebrato e vissuto, che è divenuto amore
per il gregge di Cristo, i cristiani e per tutte le persone che cercano Dio. La sua testimonianza ci
ricorda, cari fratelli e sorelle, che per ciascun battezzato, e ancor più per il sacerdote, l’Eucaristia
“non è semplicemente un evento con due protagonisti, un dialogo tra Dio e me. La Comunione
eucaristica tende ad una trasformazione totale della propria vita. Con forza spalanca l’intero io
dell’uomo e crea un nuovo noi” (J. Ratzinger, La Comunione nella Chiesa, p. 80).
Dai discorsi del Santo Curato d’Ars
No, non stanchiamoci di contemplare questo mistero d’amore in cui Dio, uguale al Padre, nutre i
suoi figli non con cibo ordinario, né con la manna di cui si cibava il popolo ebraico nel deserto, ma
con il suo Corpo adorabile e il suo Sangue prezioso. Chi avrebbe mai potuto pensarlo, se non fosse
stato lui a dircelo e a farlo nello stesso tempo?
Dall’omelia tenuta da don Giampaolo in occasione del matrimonio del fratello Luigi
Tutti siamo chiamati oggi a contemplare l’amore che Dio ha per noi. Egli ha donato il suo Figlio per
noi, l’Eucaristia che stiamo celebrando è il segno della donazione totale di Cristo sulla croce.
Dovremmo essere capaci di gustare, contemplare il Signore che si dona, per poi testimoniarlo.
Canto:
Panis angelicus
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SACERDOTE: UOMO RADICATO NEL TERRENO SALDO DELL’AMORE DI DIO
Dall’Udienza Generale di Benedetto XVI del 5 agosto 2009
“Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore produce molto
frutto” (Gv 12,24). Qui il Signore insiste sulla correlazione tra la morte del seme e il “molto frutto”
che esso porterà. […] Come Cristo, il sacerdote deve essere un “chicco di grano”, che rinuncia a se
stesso per fare la volontà del Padre; che sa vivere nascosto dal clamore e dal rumore; che rinuncia
alla ricerca di quella visibilità e grandezza d’immagine che oggi spesso diventano criteri e
addirittura scopi di vita in tanta parte della nostra cultura, ed affascinano molti giovani. […] Il Santo
Curato d’Ars […] è stato un sacerdote che ha dedicato la sua vita alla guida spirituale delle persone,
con umiltà e semplicità, “gustando e vedendo” la bontà di Dio nelle situazioni ordinarie.
Dai discorsi del Santo Curato d’Ars
Non dovremmo perdere la presenza di Dio, più di quanto non perdiamo la respirazione. Quando
qualcuno ha il cuore puro e unito a Dio, preso da una certa soavità e dolcezza che inebria, è
purificato da una luce che si diffonde attorno a lui misteriosamente.
Dall’omelia di Mons. Giovanni Volta tenuta al funerale (San Lanfranco, 21 febbraio 2001)
Nell’ultima lettera che mi scrisse nel novembre scorso terminava con queste parole: “da quando
sono orfano mi sento maggiormente figlio suo e della Chiesa di Pavia”. Una espressione che ho
letto come una manifestazione del suo animo e insieme come un’invocazione.
Canto:
Saldo è il mio cuore
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SACERDOTE: UOMO PARTECIPE DELLA PASSIONE DI CRISTO
E TESTIMONE DELLA FEDELTÀ DI DIO
Dall’Incontro di Benedetto XVI con il Clero della Diocesi di Bressanone (6 agosto 2008)
Noi tutti – e sempre di nuovo in un mondo che vive di attivismo, di giovinezza, dell’essere giovane,
forte, bello, del riuscire a fare grandi cose – dobbiamo imparare la verità dell’amore che si fa
passione e proprio così redime l’uomo e lo unisce con Dio amore. Quindi, vorrei ringraziare tutti
coloro che accettano la sofferenza, che soffrono con il Signore e vorrei incoraggiare tutti noi ad
avere un cuore aperto per i sofferenti, per gli anziani e capire che proprio la loro passione è una
sorgente di rinnovamento per l’umanità e crea in noi amore e ci unisce al Signore.
Nella passione vera è sempre difficile unirsi realmente al Signore e rimanere in questa disposizione
d’animo di unione con il Signore sofferente. Preghiamo dunque per tutti i sofferenti e facciamo
quanto sta in noi per aiutarli, mostriamo la nostra gratitudine per il loro soffrire e assistiamoli in
quanto possiamo, con grande rispetto per il valore della vita umana, proprio della vita sofferente
fino alla fine. È questo un messaggio fondamentale del cristianesimo che viene dalla teologia della
Croce: che la sofferenza, la passione è presenza dell’amore di Cristo, è sfida per noi ad unirci con
questa sua passione.
Preghiera del Santo Curato d’Ars
Gesù, unisco i miei dolori ai tuoi, la mie sofferenze alle tue. Fammi la grazia di trovarmi sempre
contento nella situazione nella quale mi hai posto. Benedirò il tuo santo nome e tutto quello che mi
accadrà.
Dall’omelia tenuta da don Giampaolo in occasione del matrimonio del fratello Luigi
Il fatto che il Figlio di Dio è in cammino verso la croce, può essere visto come il simbolo della vita
in cui coesistono la gloria e la croce, la gioia e la sofferenza. […] La Chiesa sa che la vita su questa
terra non è un paradiso; d’altra parte affermerete anche voi questa cosa quando prometterete l’uno
all’altro fedeltà nella gioia ma anche nel dolore, nella salute ma anche nella malattia. È un impegno
che non sarà sempre facile da mantenere, ma la Chiesa ve lo chiede perché sa che non sarete soli a
camminare, c’è il Signore con voi, il suo esempio, la sua grazia. C’è il Signore il Figlio di Dio che
si è abbassato fino alla croce per mostrarci quanto ci ama. È a lui che dovete guardare come
modello di uomo, di persona capace di amare sempre, nella buona e nella cattiva sorte.
È a lui che dovete chiedere sostegno nei momenti difficili.
Canto:
Chi ci separerà?
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PRETE: UOMO PARTECIPE DEL MISTERO DELLA CROCE
Dall’Omelia di Benedetto XVI del 19 giugno 2009
Lasciarsi conquistare pienamente da Cristo! Questo è stato lo scopo di tutta la vita di san Paolo …
questa è stata la meta di tutto il ministero del Santo Curato d'Ars…; questo sia anche l'obiettivo
principale di ognuno di noi. Per essere ministri al servizio del Vangelo, è certamente utile e
necessario lo studio con una accurata e permanente formazione teologica e pastorale, ma è ancor più
necessaria quella “scienza dell'amore” che si apprende solo nel “cuore a cuore” con Cristo. È Lui
infatti a chiamarci per spezzare il pane del suo amore, per rimettere i peccati e per guidare il gregge
in nome suo. Proprio per questo non dobbiamo mai allontanarci dalla sorgente dell'Amore che è il
suo Cuore trafitto sulla croce.
Preghiera del Santo Curato d’Ars
Mio Dio, se la mia lingua non può dire ad ogni momento che ti amo, voglio che il mio cuore te lo
ripeta ogni volta che respiro… Mio Dio, fammi la grazia di soffrire amandoti e di amarti soffrendo.
Ti amo, o mio divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me; ti amo, mio Dio, perché mi tieni
quaggiù crocifisso per te. Mio Dio fammi la grazia di morire amandoti e sapendo che ti amo.
Dalla Rivista Diocesana di Pavia
Così la cronaca delle sue ultime ore.
Domenica 18 febbraio, in tarda sera, giungeva in vescovado una preoccupante telefonata dal posto
di Polizia di Stato e della Stradale del Pronto Soccorso del Policlinico San Matteo: “Un sacerdote di
nome don Giampaolo Doniselli è gravissimo a causa di un incidente stradale”. Mons. Vescovo
rintracciava i parenti e li informava e poi, con don Vincenzo Migliavacca, partiva per il Pronto
Soccorso del Policlinico. Erano le ore 22.00, il medico di turno del Pronto Soccorso informava
mons. Volta sulle drammatiche condizioni di don Giampaolo il quale, per la gravità del caso, era
stato subito portato al sesto piano, per l’intervento chirurgico. Al posto di Polizia si potevano
raccogliere le prime informazioni sulla dinamica dell’incidente. Verso le 19.15 don Giampaolo si
trovava sulla strada che da Cura Carpignano porta a Calignano. Ad un certo momento la sua
automobile incominciava a sbandare (così aveva raccontato l’unico testimone) usciva di strada
violentemente e il suo corpo veniva catapultato a 23 metri di distanza dall’automobile: un impatto
violento. Il dubbio che nasceva: don Giampaolo aveva sbandato per un malore o per la perdita di
controllo della sua vettura?
Intanto giungevano in ospedale e si incontravano con Mons. Vescovo il fratello e le sorelle e
insieme salivano al terzo piano, nell’atrio di rianimazione seconda. Di lì sarebbe passato don
Gianpaolo al termine dell’intervento chirurgico.
Alle 23.30 arrivavano in ospedale don Emilia Carrera, parroco di San Lanfranco, comunità dove
don Giampaolo era vicario parrocchiale, molti giovani insieme ad alcuni adulti. Iniziava la lunga
attesa ricca di silenzio, preghiera, speranza. Verso mezzanotte scendeva al terzo piano un medico
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che aveva partecipato all’intervento chirurgico. Parlava con Mons. Vescovo e con i presenti non
nascondendo la drammaticità della situazione. Don Giampaolo nell’impatto aveva subito tantissimi
traumi interni, la milza completamente distrutta, fratture varie sul corpo.
Dopo circa un’ora, finalmente, l’ascensore che scendeva dal sesto piano si apriva. Don Giampaolo,
disteso sul letto, passava tra due ali di persone ed entrava nel reparto di rianimazione seconda. Era il
suo ultimo inconscio saluto. Mons. Vescovo aveva l’opportunità di entrare in rianimazione e di
amministrargli il sacramento dell’Unzione degli infermi. Un gesto accompagnato all’esterno dalla
preghiera e dal silenzio dei presenti.
Verso le ore 1.15 don Giampaolo aveva un arresto cardiaco e dopo circa un quarto d’ora cessava di
vivere. La salma veniva composta in una stanza della rianimazione così che tutti i presenti
potevano, a gruppi, passarvi accanto per l’ultimo cristiano saluto.
I funerali sono stati officiati da mons. Vescovo mercoledì 21 febbraio alle ore 18.00 nella basilica di
San Lanfranco e giovedì 22 febbraio alle ore 10.00 nella chiesa parrocchiale di San Leonardo, sua
parrocchia d’origine. Moltissimi i sacerdoti e i fedeli che hanno partecipato con viva commozione a
queste solenni liturgie funebri.
Il suo corpo riposa nel Cimitero di Pasturo (CO).
Canto:
Dove tu sei
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SACERDOTE: RISORTO CON CRISTO È TESTIMONE DI SANTITÀ
Dall’Omelia di Benedetto XVI del 19 giugno 2009
Se è vero che l'invito di Gesù a "rimanere nel suo amore" (cfr. Gv 15, 9) è per ogni battezzato […]
tale invito risuona con maggiore forza per noi sacerdoti. [….] Mi viene subito alla mente bella e
commovente affermazione del Santo Curato d’Ars, riportata nel Catechismo della Chiesa Cattolica:
"Il sacerdozio è l’amore del Cuore di Gesù" (n. 1589). Come non ricordare con commozione che
direttamente da questo Cuore è scaturito il dono del nostro ministero sacerdotale? Come
dimenticare che noi presbiteri siamo stati consacrati per servire, umilmente e autorevolmente, il
sacerdozio comune dei fedeli? La nostra è una missione indispensabile per la Chiesa e per il mondo,
che domanda fedeltà piena a Cristo ed incessante unione con Lui; questo rimanere nel suo amore
esige cioè che tendiamo costantemente alla santità…
Dai discorsi del Santo Curato d’Ars
Sì possiamo essere dei santi, e dobbiamo tutti lavorare a diventarlo. I santi sono stati mortali come
noi, deboli e soggetti alle passioni come noi, abbiamo gli stessi aiuti, le stesse grazie. Gli stessi
sacramenti… Possiamo essere santi, perché mai il buon Dio ci rifiuterà la sua grazia per aiutarci a
diventarlo.
Dall’omelia di Mons. Giovanni Volta tenuta al funerale (San Lanfranco, 21 febbraio 2001)
Aveva appena celebrato l’Eucaristia, ripetendo le parole di Gesù: “Questo è il mio corpo dato per
voi, questo è il mio sangue per voi versato” e stava andando contento alla festa di due sposi suoi
amici, quando d’improvviso lo stesso Signore l’ha chiamato a sé. Siamo rimasti tutti sbigottiti. Al
nostro cuore umano venne spontanea la preghiera di Gesù sulla croce: “Dio mio, Dio mio, perché
mi hai abbandonato?”. Perché, Signore, così d’improvviso, a soli trentatré anni, nel tempo in cui la
vita è così ricca di promesse, ce l’hai tolto? […] Ma i progetti di Dio non erano i nostri progetti.
Questo accadde anche agli apostoli quando Gesù parlò ad essi della sua passione e morte. Le loro
aspettative umane si sentivano sconfitte dalla prospettiva della croce. Solo di fronte al Signore
risorto compresero appieno il senso del suo sacrificio e guardarono al futuro con speranza. Per
questo gli interrogativi delle donne del Vangelo, Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salome,
che il giorno dopo il sabato sono andate al sepolcro di Gesù, sono anche i nostri: com’è possibile
rimuovere dalla nostra vita l’enorme masso della morte che ci minaccia, ci opprime, ci separa, che
interrompe tutti i nostri progetti? Ma anche a noi è dato di ascoltare le parole di speranza
dell’angelo: “Non abbiate paura!... Gesù il crocifisso è risorto”. E se Gesù è risorto, anche noi
risorgeremo, perché in Lui siamo rinati nel Battesimo e perciò siamo stati accomunati alla sua stessa
sorte.
Canto:
Musica
Canto:
So che sei qui
“Il risveglio”
Cristo è risorto veramente
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ARRIVEDERCI DON GIAMPAOLO
Dall’omelia di Mons. Giovanni Volta tenuta al funerale (San Lanfranco, 21 febbraio 2001)
Che la memoria di don Giampaolo rafforzi i vincoli della sua famiglia nella fede e nella carità, che
ricordi ai ragazzi, ai giovani la preziosità e la provvisorietà della vita, talento da trafficare nel dono
di sé e non semplicemente da consumare, che stimoli noi preti ad accoglierci con un cuore sempre
più largo, che ottenga alla diocesi nuove e generose vocazioni per l’annuncio del Signore morto e
risorto per ogni uomo.
Inno a San Leonardo
Con santo giubilo, insieme uniti,
Sazia pietoso la turba ansiosa
inni di gloria a Te innalziam.
e schiudi ai miseri il tuoi tesor. Rit.
Leonardo santo ti sian graditi
Dei carcerati l’aspre catene
i voti ardenti che Ti porgiam.
caddero infrante per Tuo buon cuor.
Rit. Deh! Benedici, dolce Patrono
Spezza dal cielo di colpe e pene
il popol tuo che inneggia a Te.
i ceppi ignobili del peccator. Rit.
Tu lo proteggi dall’alto trono
Della gran Madre la pia cintura
che a sé vicino Iddio ti dié.
ci è forza e scudo contro l’error;
D’arida zolla fonte copiosa
di vizi e colpe l’empia struttura
per la tua prece zampilla ancor.
vinci e calpesta col suo favor. Rit.
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