Intervento in aula del senatore Marco Marin in dichiarazione di voto

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Intervento in aula del senatore Marco Marin in dichiarazione di voto
Signor Presidente, onorevoli colleghi, il provvedimento che stiamo per votare e di cui abbiamo
discusso è un provvedimento che ci viene chiesto dal mondo dello sport; questo è il punto di
partenza. Il mondo dello sport non ha colore politico; suggerisco tale riflessione a tutti coloro che,
nel votare questo provvedimento, cercano o hanno cercato di colorare il provvedimento stesso. Il
mondo dello sport non si fa etichettare. Come ricordava correttamente Franco Carraro, il mondo
dello sport rappresenta la più grande associazione di volontariato che esista nel nostro Paese. Esso
è formato da dirigenti, ex genitori ed ex atleti, che tolgono tempo alle loro famiglie, alla loro vita e
al loro lavoro e non guadagnano assolutamente nulla. Le società sportive dilettantistiche di tutto il
nostro Paese vivono con i contributi e con le iscrizioni dei dirigenti e dei consiglieri, che sono
famiglie e genitori che vanno a tifare e a sostenere i loro figli. Credo pertanto che questo
provvedimento vada anzitutto inquadrato all'interno di questo aspetto: ce lo chiede il mondo dello
sport, ce lo chiede cioè il più grande settore del volontariato. E perché ce lo chiede?
In quest'Aula, Josefa Idem e il sottoscritto abbiamo avuto la fortuna di vincere qualche medaglia
olimpica. E come abbiamo vinto le olimpiadi? Forse ci mettevamo qualcosa di personale, ma
siamo cresciuti, da quando abbiamo dieci anni, in quelle società dilettantistiche, quelle società che
sono volontariato (di cui parlavo prima), in cui hai la fortuna, la voglia e il piacere di misurarti con
ragazzi qualche volta più bravi e qualche volta meno bravi di te. Quindi la competizione è positiva,
è imparare a stare assieme, a vincere insieme. Talvolta è più difficile vincere che perdere, in uno
spogliatoio di ragazzini. Ma tutto questo è il grande insegnamento che il mondo dello sport porta
a tutti noi. È un mondo meritocratico, l'unico in cui si parte tutti dalla stessa linea. Chiunque siano
coloro che vanno a correre, vincerà il ragazzino più bravo e più veloce; lo stesso vale per chi
impugna una sciabola o una pagaia, per chi fa il tiro a volo, per chi lancia il peso. In qualsiasi
disciplina sportiva, non importa come ti chiami, da dove vieni e qual è la classe sociale che
rappresenti (ammesso che ancora esistano), importa invece chi è più bravo, chi si impegna di più e
chi si allena. Impari così a rispettare il tuo avversario, in un mondo dove non hai nemici, ma dove
ci sono avversari con cui competi, che condividono con te, anche al livello più alto (quello
olimpico), la stessa passione e che quindi rispetti.
Cosa stiamo votando oggi? Cosa ci viene chiesto dal mondo dello sport? Ci viene chiesto che chi
vive in questo Paese ed è iscritto ad una società sportiva di questo Paese possa gareggiare
indipendentemente da colore, religione e nazionalità. Per quale motivo? Non stiamo votando la
nazionalità - lo dico ai colleghi - e non stiamo votando selezioni per la maglia azzurra, quella
maglia azzurra che mi sono messo sulla pelle, partecipando alle olimpiadi. Ho avuto la fortuna di
portare la bandiera olimpica e di rappresentare il mio Paese alla cerimonia di chiusura di
un'edizione dei giochi olimpici. Quella maglia non ce la toglieremo mai più. Non stiamo parlando
di quello; non stiamo parlando della cittadinanza. Chi cerca di colorare questo provvedimento in
questo modo fa un grave errore. Stiamo parlando di ragazzini, di integrazione, di chi va a scuola.
Cosa fa un ragazzino quando ha finito di andare a scuola? Cosa fanno i figli di tutti coloro che sono
qua? Sono iscritti ad una società sportiva. Questa è l'integrazione che il nostro Paese sa fare.
Altri aspetti esulano da questo provvedimento e riguardano davvero la politica; su di essi
sicuramente non avremo idee comuni, anzi, probabilmente avremo idee completamente diverse.
Vogliamo inserirli in questo provvedimento? Non credo che sia il caso, perché diventerebbe uno
scontro tra centrodestra e centrosinistra, che non rappresenta lo spirito di questo provvedimento,
che ci viene chiesto dal CONI e dalle federazioni. Qui stiamo parlando della vera integrazione, che
già cerchiamo di sforzarci di avere nella scuola, come nello sport. Non riguarda la cittadinanza,
non riguarda la selezione per la maglia azzurra. La maglia azzurra riguarda i cittadini italiani.
Rappresentiamo il nostro Paese, quando andiamo alle olimpiadi, e lo facciamo in modo orgoglioso
e sereno. Qua stiamo parlando di un meccanismo integrativo che serve allo sport, alle società e
alle famiglie. Fare sport fa bene, è sano ed è giusto poter partecipare. Quando ti alleni tutto
l'anno, è giusto che tu possa gareggiare. Di questo stiamo parlando e per questo il Gruppo di Forza
Italia annuncia il suo voto positivo.