Diario Congolese “Mungbere Giugno 2015” di Ilde Cicchinelli Il

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Diario Congolese “Mungbere Giugno 2015” di Ilde Cicchinelli Il
Diario Congolese “Mungbere Giugno 2015”
di
Ilde Cicchinelli
Il “Progetto Congo” continua, a distanza di due anni torno a Mungbere questa volta la permanenza
sarà di quindici giorni.
Partenza 23 Guigno 2015 da Roma Fiumicino con destinazione Istambul, qui incontro il mio
compagno di viaggio si chiama Federico è un Tecnico di laboratorio che lavora presso l’Anatomia
Patologica dell’ospedale di Conegliano (TV) e che ha avuto numerose esperienze in Africa a Gibuti.
Attendiamo un pò di tempo il successivo volo per l’Uganda ed io e Federico abbiamo modo di
conoscerci e di raccontare le nostre relative esperienze in questo magnifico continente.
Arriviamo in tarda notte all’aeroporto di Entebbe il volo MAF per il Congo è previsto il mattino
seguente, rassegnati non possiamo far altro che alloggiare nell’area riservata ai passeggeri in
transito cerchiamo di riposare o almeno ci proviamo.
In tarda mattinata ci avvisano che il volo Maf è arrivato, l’aereo è molto piccolo circa dieci posti
sorvoliamo il lago Vittoria ed enormi estensioni di foresta una natura incontaminata, bellissima è
l’alternanza dei colori chiaro-scuri dei verdi equatoriali.
Atterriamo un’ora dopo a Bunia, passiamo il controllo passaporto con la immancabile tassa,
entriamo poi in una piccolissima stanza per misurare la temperatura corporea, il rischio è la
quarantena in caso di rialzo termico e anche qui tassa di un dollaro, la procedura termina con il
lungo controllo dei bagagli.
A Bunia incontriamo Isaie e Bienfait ci salutiamo affettuosamente io sono contenta di rivederli, loro
sono due dei cinque citoscreeners che sono stati formati all’ospedale Anoalite e che lavorano
rispettivamente nelle strutture ospedaliere di Beni e Goma.
Si riparte insieme e dopo un’altra ora di volo atterriamo a Mungbere c’è la solita folla ad attenderci
e soprattutto bambini, vengono a prenderci Gian maria, missionario medico plurispecialista e
direttore dell’ospedale e Joseph un fratello comboniano, l’emozione è forte è come rivedere dei cari
amici dopo molto tempo.
Ci accompagnano alla missione, sistemiamo le nostre cose e mangiamo qualcosa preparato da
maman Lelè, una donna congolese dal sorriso contagioso che si è presa cura di me, Federico e dei
ragazzi cucinando per noi e allietando le serate con canti e tante risate, salutiamo gli altri del gruppo
Aimée, Joseph, Vincent e conosciamo Alphonse un medico congolese che è stato in Italia a Perugia
per seguire l’anatomia patologica, in loro compagnia facciamo un giro per il villaggio, Mungbere
non è cambiato dall’ultima mia visita anche se noto che la maggior parte degli abitanti ha il
telefonino, mi spiegano che il mercato della telefonia mobile nell’ultimo periodo ha avuto una
enorme espansione, la cosa mi fa riflettere ulteriormente su quello che in Africa cambia e quello che
purtroppo stenta a cambiare.
Si cena e si va a letto presto siamo tutti molto stanchi, primo giorno ricco di emozioni e tanti ricordi
domani si inizia a lavorare.
Il mattino seguente dopo colazione andiamo in ospedale, solita fila di gente arrivata a Mungbere
anche da villaggi molto distanti pazienti e familiari in attesa di entrare. Arriviamo in laboratorio e
vedo la stazione di lavoro completa di microtomo centralina di inclusione e scanner, infatti da un pò
di tempo il laboratorio dell’ospedale Anoalite si è organizzato per l’allestimento di preparati
istologici.
Vincent uno dei citoscreener che lavora all’ospedale ci mostra le fasi dell’inclusione e della
processazione rigorosamente fatta a mano, si scalda l’acqua per il bagnetto stendifetta quindi si
procede al taglio dei blocchetti con il microtomo, tutto è molto pulito e super ordinato.
Si inizia a lavorare, i citoscreeners si sono ritrovati all’ospedale Anoalite di Mungbere dopo quasi
un anno di attività nelle loro sedi e senza docenti in loco, questo è per loro un secondo controllo di
qualità il primo è stato fatto l’anno passato da Daniela e Laura.
Tutti hanno portato i loro casi positivi e negativi e ci hanno illustrato l’attività svolta nei loro
ospedali parlando anche dei problemi locali legati a connessione, alla sensibilizzazione della
popolazione, al costo del pap-test, ai follow up dei positivi e ai costi dei materiali di consumo.
Iniziamo a organizzare il lavoro il nostro obiettivo è quello di revisionare i casi negativi pervenuti
nelle sedi periferiche e parte di quelli dell’ospedale Anoalite, stessa cosa si farà con i casi positivi
sia quelli inviati in Italia tramite la telepatologia e sia per quelli non inviati.
I giorni procedono molto velocemente e i casi da revisionare sono molti, la rilettura è eseguita dai
citoscreeners ma anche da me e Federico, rivediamo insieme con proiezione sullo schermo i paptest positivi e quelli discordanti con discussione e diagnosi finale colleggiale, la preparazione dei
ragazzi è ottima sono molto bravi e motivati ed è un piacere lavorare con loro.
E’ trascorsa una settimana, oggi Domenica ci si prepara per la messa io e Federico andiamo a quella
delle ore 10 due ore di canti danze e costumi colorati, la messa è in lingua locale ma l’atmosfera che
si respira non ha bisogno di interpreti.
Prima di pranzo accompagnati da Gian maria facciamo visita al mercato ci sono banchetti con frutta
rigorosamente allestiti con forme geometriche piramidali e poi verdure, caffè, scatolame pesci
secchi e carni, nerastre e bruciacchiate alla superficie per la loro conservazione.
Nel pomeriggio facciamo visita ad un gruppo di pigmei, loro sono gli abitanti della foresta vivono
in piccole capanne costruite dalle donne, sono delle costruzioni semisferiche coperte da grandi
foglie caratteristiche proprie della loro cultura.
Gian maria cerca di visitare un bambino con una forte congiuntivite che, un pò spaventato non ha
alcuna intenzione di farsi vedere, l’indomani verrà in ospedale con la mamma.
Alcuni pigmei ci mostrano arco e frecce con i quali si procurano il cibo, ci spiegano che le frecce
possono avere la punta di bambù o di ferro e che sono avvelenate. Facciamo una piccola
passeggiata, la vegetazione spontanea si manifesta nella sua forma più esuberante gli alberi di
bambù sono imponenti come enormi cattedrali, camminiamo in silenzio ascoltando i suoni della
foresta.
Nuova giornata di lavoro si continuano a leggere pap-test anche quelli che vengono effettuati
giornalmente in ospedale, oggi su richiesta dei citoscreeners abbiamo fatto due brevissime
presentazioni sulla citologia mammaria e linfonodale con visione di alcuni preparati citologici
dell'ospedale di Mungbere, i ragazzi hanno mostrato interesse e come sempre hanno fanno molte
domande.
Nel pomeriggio Gian maria ci ha fatto visitare ” le projet” una proprietà della missione vicino a
Mungbere dove si allevano vacche e capre, un posto molto bello all’ombra di alte palme con una
vegetazione fitta e rigogliosa e molti alberi da biogasolio, si utilizza infatti l’olio di palma per
ricavare combustibile per i generatori.
Negli ultimi giorni di lavoro è stata seguita un’altra possibile citoscreener per la lettura dei pap-test
per l’ospedale di Mungbere, la ragazza si chiama Josephine, brava e molto interessata ad
approfondire la sua preparazione anche in futuro con la teoria e con la pratica al microscopio.
Il nostro lavoro volge al termine sono stati visti più del 10% dei casi negativi e tutti sono stati
confermati.
Per quanto riguarda le lesioni di alto grado solo per alcune abbiamo visto le relative biopsie in
particolar modo per l'ospedale di Mungbere, per quanto riguarda gli altri centri ospedalieri eseguire
la colposcopia ed eventuale biopsia risulta più difficile, essendo queste attività legate al problema
dei costi delle prestazioni che le pazienti non sono in grado di pagare.
In Africa ci sono problemi e obiettivi diversi rispetto alle nostre latitudini, diverse infatti sono le
priorità e per noi, che siamo abituati a ragionare con protocolli e procedure da seguire è difficile
capire e soprattutto accettare queste realtà.
E’ arrivata l’ultima sera con la cena di saluto, si ride e si scherza con i ragazzi con Alphonse
Josephine e Gian maria che ci ha preparato un antipastino di bruschette con salsa di avocado ottima
da riproporre anche in Italia, menù della serata banane fritte, riso, manioca (fufu), carne, ananas che
così dolce e buona non ne ho mai mangiata e il mio frutto preferito il frutto della passione
(maracuja) ne ho mangiato tantissimo in questi giorni! Infine varie bottiglie di birra, molto gradite
da tutti anche se Bienfait Isaie e Joseph sembrano rimpiangere la grappa portata da Federico, si
fanno i bilanci di questa esperienza e ci si ripromette di tornare l’anno prossimo per un nuovo
incontro.
Giorno di partenza l’aereo è previsto per le ore 9 ma improvvisamente sentiamo il rumore del
veivolo la chiamata sorprende un pò tutti e di fretta ci prepariamo, saluti e abbracci ed io come due
anni fa con un nodo alla gola ma con la gioia di aver vissuto e condiviso con queste persone una tale
esperienza.
In brevissimo tempo ci troviamo sul piccolo aereo direzione Bunia, arriviamo ad Entebbe in tarda
mattinata il volo per Istambul è previsto per la notte, poco male abbiamo tutto il tempo per fare
compere e rivivere i momenti e le emozioni dei giorni passati.
Mungbere è il rosso della terra il verde della foresta il buio profondo della sera, la gente sorridente,
tutti indistintamente dagli adulti ai bambini che tendono la mano per un saluto e, fulcro di questa
piccola società l’ospedale Anoalite.
Stare in quel piccolo villaggio lontano dalle grandi città e da ogni urbanizzazione mi ha dato quasi
l’impressione di aver viaggiato nel tempo, la tranquillità di quel mondo così lontano pieno di
contraddizzioni perfetto e imperfetto ricco e tremendamente povero pieno di gioie ma anche di
sofferenza non può che rimanermi nel cuore.