Introduzione Assemblea di Ascolto sul futuro dell`Oratorio san

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Introduzione Assemblea di Ascolto sul futuro dell`Oratorio san
Introduzione Assemblea di Ascolto sul futuro dell’Oratorio san Giuseppe
In apertura Festa Patronale San Bernardo - 15 settembre 2016
Amici e amiche,
presenti a questa Assemblea di ascolto che da inizio alla nostra festa patronale, avendo tutti
nel cuore, stando qui in questa chiesa in clima di preghiera e di ascolto, il futuro dell’Oratorio
san Giuseppe.
Ci sono tanti modi per rileggere la storia del nostro Oratorio, sorto 40 anni fa. E ci sono tanti
modo per immaginare attese, anche molto dirette e concrete, circa il suo futuro.
Ciò che importa è cominciare ad ascoltarci davvero. In gioco c’è l’esigenza di una profonda
schiettezza tra noi, che tenga conto, da una parte di molti di voi della concreta conoscenza
della storia di questo Oratorio, e da parte di tutti noi, di una serie di attenzioni ecclesiali e
pastorali. In quanto Responsabile della Comunità Pastorale, non ho tanto il compito di
decidere a priori del futuro dell’Oratorio san Giuseppe. Ma di accompagnarvi all’interno di
un orizzonte ecclesiale e pastorale nel quale muoverci e ragionare. Per poi arrivare insieme
a qualche decisione comune e condivisa. In questo senso resta chiaro che non sarò in grado
neppure di dare alcuna risposta a breve termine a qualsiasi interpellanza che potrebbe essere
fatta anche nel contesto di questa assemblea.
Tutti pertanto potranno esprimere un loro intervento. Poi vedremo come riprendere i testi
prodotti, lasciando che l’intelligenza e lo Spirito santo ci assistano nel procedere nel modo
migliore.
Cerco dunque di delineare alcuni passaggi di una riflessione ecclesiale e pastorale entro il
quale collocare questa Assemblea di ascolto circa il futuro dell’Oratorio San Giuseppe.
1. Anzitutto mi riferisco al fatto che apparteniamo ad una Comunità Pastorale, che
è il frutto della comunione tra la parrocchia di san Giulio e di san Bernardo.
Dico comunione e non solo unione o giustapposizione di due parrocchie. Perché si
tratta di una comunità Pastorale che si sta dando un progetto pastorale che
naturalmente dovrà anche tenere conto della presenza, al suo interno, di alcuni strutture
importanti, non ultime le due strutture oratoriane ancora attivi.
2. Inoltre va tenuto presente un importante dinamismo già in atto nella nostra Comunità
pastorale: quello della collaborazione dei due oratori delle nostre parrocchie. A
questo riguardo vi invito a tenere presenti due livelli:
1) un livello operativo e più immediato, di coordinamento di iniziative e addirittura di
passaggio di gruppi da un oratorio all’altro (si pensi ad esempio al passaggio di
adolescenti e giovani dal san Giuseppe al Sacro Cuore o alla stessa unificazione
funzionale delle due società sportive ecc. ;
2) e un livello più istituzionale o di principio che, semplificando, potremmo
identificare con il cammino verso la unificazione dei Consigli dei due Oratori. A
questo riguardo sarà importante procedere con un certo metodo, sapendo che questo ci
chiederà del tempo per riuscire a formulare un progetto unitario ed essenziale sulla
base del quale giungere poi alla formazione di un unico Consiglio dei due oratori.
3. Infine, dentro questi due orizzonti, andrà costantemente tenuta presente l’importanza
della formazione. Perché un oratorio è un ambiente eminentemente formativo in senso
cristiano. Come dovessimo tornare a domandarci, mentre decidiamo di fare un
intervento:
- cosa significa oggi per me, per la mia famiglia, per il gruppo che rappresento, per
la Comunità pastorale alla quale appartengo, trasmettere in modo adeguato la
fede ai nostri bambini, ai nostri ragazzi, adolescenti e giovani?
- Come la struttura oratoriana del San Giuseppe può rispondere oggi a questa
finalità, nella consapevolezza che apparteniamo ad un mondo che cambia
velocemente e che sta cambiando il modo di evangelizzare e di trasmettere il
vangelo da parte della chiesa?
In questo senso si potrà giustamente tornare anche ad un passato glorioso, ma
preoccupandoci di tradurlo nell’oggi; così come sarà anche importante osare sognare
pensando all’immediato futuro dell’Oratorio san Giuseppe.
Piedi per terra e sguardo verso il cielo, perché solo così crescono i nostri bambini e i
nostri ragazzi se vogliamo loro bene, se vogliamo il loro bene!
Leggendo l’Evangelii Gaudium di papa Francesco ho trovato questo passaggio illuminante:
“Sogno (una chiesa in grado di mettere in atto) una scelta missionaria capace di trasformare
ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale
diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per
l’autopreservazione”.
Questa è proprio una bella domanda, che vorrebbe tenere conto di quanto la Chiesa ci sta
chiedendo oggi, con una certa premura: come passare dall’autopreservazione del nostro
Oratorio (dove si faceva così, dove si dovrebbe fare così ecc.) a immaginarlo come un luogo,
una struttura capace di sostenere una rinnovata evangelizzazione dei bambini e dei ragazzi?
Passo ad alcune note di metodo. Il nostro ascolto avverrà in due modi:
a) anzitutto come ascolto diretto di chi vorrà intervenire recandosi al microfono che sta qui
davanti (vi invito ad intervenire per qualche minuto, con interventi essenziali, non oltre 5
minuti), sapendo che in ogni caso, è bene che l’intervento al microfono è bene che sia
accompagnato da uno scritto che si potrà poi deporre nell’urna collocata accanto al microfono;
b) e inoltre l’ascolto di tutti coloro che per tante ragioni preferiranno scrivere il loro pensiero
su un foglio che già a partire da questa sera sarà possibile inserire nell’urna che sta qui davanti.
Quest’urna rimarrà disponibile in fondo alla chiesa, per tutto il mese di settembre per chi
vorrà aggiungere ulteriori riflessioni.
Vedremo poi, col piccolo comitato che si è costituito per questo ascolto come fare sintesi dei
vostri interventi e quali potranno essere i passi successivi. Chiedo infine che gli interventi
siano comunque firmati.
Lo scrittore Mark Twain diceva: “Tra vent’anni non sarete delusi delle cose che avete fatto,
ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate
il vento nelle vostre vele. Esplorate. Sognate. Scoprite”.
Dopo un breve brano musicale, potremo avviare l’ascolto di tutti coloro che vorranno
intervenire. Grazie
don Walter
con don Alessandro e suor Laura