settembre 2012 - Bcc Scafati e Cetara
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settembre 2012 - Bcc Scafati e Cetara
SETTEMBRE 2012 Numero 26 Gita sociale - Ischia 2012 editoriale Il Presidente Il polo industriale di Pietrarsa Lunica azienda italiana in grado di fare tutto da sola, dalle rotaie alle locomotive di Gabriele Acanfora Leditoriale S di Massimo Cavallaro small is Beautiful (Piccolo è bello). Prendo in prestito il titolo del bestseller che lo scrittore ed economista tedesco, Ernst Friedrich Schumacher (conosciuto soprattutto per la sua critica alle economie occidentali e le sue proposte per l'adozione di tecnologie a misura d'uomo), pubblicò nel 1973, per ribadire limportanza degli istituti di credito di piccole dimensioni, e in particolare, delle Bcc in un momento difficile come quello attuale. Sono tante infatti le piccole imprese che in Italia rappresentano un modello, da imitare, di efficienza. È il caso quindi di chiedersi se il gigantismo di certi istituti di credito non possa aver contribuito allattuale crisi economica. Difficile dirlo. Una cosa è certa: le Bcc, banche locali che si ispiranno alla Rerum Novarum di papa Leone XIII (che, insieme alla teoria del distributismo di alcuni fautori della dottrina sociale della Chiesa cattolica, ha influenzato lo stesso Schumacher), stanno affrontando meglio la difficile congiuntura. Con la loro azione a misura duomo, riescono a sostenere e supportare meglio anche la clientela della grandi banche. Per questo condividiamo appieno le parole del finanziere milanese, Jody Vender, che in una recente intervista ha affermato che "le economie di scala non contano nulla se poi la dimensione crea un rischio sistemico. Non dico che le banche non possano essere grandi, ma che le dimensioni non debbano essere eccessive, tali da provocare rischi per il sistema. Al di là del rischio sistemico resto convinto che tanto più sono grandi, tanto più è difficile avere visibilità e controllare tutti i rischi". 2 Informati... è meglio - Settembre 2012 P roseguendo il processo di industrializzazione delle Due Sicilie, cominciato dallavo Carlo III, nel 1770, con leReali Ferriere ed Officine di Mongiana e continuato dal figlio Ferdinando IV (poi Ferdinando I) con i cantieri navali di Castel lammare di Stabia fondati nel 1783, nel 1840, il nipote Ferdi nando II inaugurò, nel comune di Portici, il Reale Opificio Mec canico e Pirotecnico di Pietrar sa, presso Portici. A Pietrarsa, in seguito a questa decisione, 44 anni prima delle Officine Breda e 57 anni prima della Fiat, nacque lindustria si derurgica campana. Scopo dello stabilimento era la costruzione delle locomotive, nonché delle riparazioni e dei bisogni per le locomotive stesse degli accessori dei carri e dei wa gons che percorreranno la nuova strada ferrata Napoli-Capua. Si costruivano inoltre le prime mo trici a vapore per uso navale e si provvedeva assoluta novità alla formazione di personale qualificato per la loro gestione. Con Pietrarsa - scrive Nicola Zitara nel libro Linvenzione del Mezzogiorno - il re inten deva creare unindustria siderur gica moderna, che non dovesse più soggiacere allInghilter ra e alla Francia, all'avanguardia nella costruzione delle macchi ne a vapore... La costruzione delle locomotive avrebbe sviluppato i trasporti su ferro, integrato il trasporto via ma re, favorito ulteriormente traffici e commercio. Fino ad allora gran parte del materiale rotabile era di fabbricazione inglese come pure anglosassone erano la maggioran za del personale conduttore. Nel 1842, due anni dopo linau gurazione, nei circa 34.000 mq dellopificio di Pietrarsa, lavora vano circa 200 (duecento) per sone. Nel 1860 anno dellUnità gli occupati erano circa 900 (novecento). Ovviamente era mano dopera locale, artefici paesani: alcuni erano disegnatori, altri modella tori, tornieri e limatori, altri montatori. A Genova, le officine Ansaldo, nello stesso periodo, non superavano i 500 (cinque cento) occupati. La materia prima, che rendeva il regno autosufficiente, il ferro e continua a pag. 10 S O M M A R I O Il polo industriale di Petrarsa 2 Il cammino della speranza. I passi della ragione. Le ragioni del cambiamento 3 A Scafati gli incontri di Preparazione al VII Incontro Mondiale delle Famiglie 5 Gite sociali 7 n. 26 - Settembre 2012 La Fabbrica della Pasta senza glutine 8 Accordo Bcc-Comune per il rilancio dellantica Torre Vicereale 11 In Italia le tasse più alte dEuropa 13 Grande successo per la prima maratonina Città di Scafati 15 ASSEMBLEA ORDINARIA Federcampana Banca di Credito Cooperativo Il cammino della speranza. I passi della ragione. Le ragioni del cambiamento A Pietrelcina la 46a Assemblea ordinaria della Federazione Campana delle banche di credito cooperativo di Basilio Puoti A pprovazione del Bilancio 2011 ed elezione dei vertici: sono alcuni degli argomenti allordine del giorno della 46° Assemblea ordinaria della Federazione Campana delle Bcc svoltasi presso il Palavetro di Pietrelcina (Bn), alla presenza del presidente di Federcasse, Alessandro Azzi e del direttore della filiale di Salerno della Banca dItalia, Emanuele Alagna. Le nomine L'Assemblea di Federcampana ha provveduto all'elezione del nuovo Consiglio di amministrazione per il triennio 2012-2014. Alla guida della Federazione è stato rieletto Silvio Petrone, presidente della Cassa Rurale ed Artigiana Bcc di Battipaglia e Montecorvino Rovella. I consiglieri eletti sono i seguenti: Lucio Alfieri (Bcc dei Comuni Cientani), Antonio Calandriello (Bcc Sassano), Massimo Cavallaro (Bcc Scafati e Cetara), Domenico Carrino (Bcc Irpina), Angelo D'Amato (Banca di Salerno Credito Cooperativo), Maria Rosaria Di Il tavolo dei relatori Paola (Bcc Flumeri), Valentino Grant (Bcc "San Vincenzo de Paoli" Casagiove), Massimo Luciano (Bcc Serino), Pasquale Lucibello (Banca del Cilento - Credito Cooperativo), Amedeo Manzo (Bcc Napoli), Filippo Mordente (Bcc Monte Pruno di Roscigno e di Laurino), Giovanni Napolitano (Bcc Buccino), Angelo Perullo (Bcc Alto Casertano e Basso Frusinate), Giovanni Rinaldi (Bcc Buonabitacolo), Luigi Scorziello (Bcc Aquara), Domenico Sessa (Bcc Fisciano), Benedetto Voza (Bcc Capaccio Paestum), Luigi Zollo (Bcc di San Marco dei Cavoti e del Sannio Calvi). Per il collegio sindacale sono stati nominati Giulio Russo, Marianna Fiocco, Mariella Rutigliano. Le relazioni Nel corso della sua relazione al bilancio, Silvio Petrone ha parlato del futuro, di cammino della speranza con i passi della ragione, ma anche delle ragioni di un cambiamento che dovrà interessare il sistema della cooperazione di credito senza tradire i valori fondanti di ogni singola banca di credito e del sistema nel suo complesso. Forte è stato il riferimento al rilancio della cooperazione come possibile strumento di sviluppo per leconomia campana. Le nostre banche ha affermato non solo continuano, ma addirittura accentuano il loro ruolo di sostegno e di volano delleconomia locale e regionale. Da qui l'appello a Federcasse ad una sempre maggiore attenzione ai contributi di idee e di proposte che arrivano da Federcampana e dalle singole Bcc. Appello raccolto dal presidente nazionale della Federazione italiana delle Bcc, Alessandro Azzi, che ha evidenziato il ruolo positivo del credito cooperativo italiano nonostante le difficoltà generali derivanti dal calo della liquidità e dalla particolare congiuntura internazionale che ha portato alla fine del mito dei grandi istituti di credito. Azzi ha poi lanciato a tutti gli organismi della cooperazione di credito un appello alla partecipazione attiva: "la Bcc è sì numero ventisei 3 ASSEMBLEA ORDINARIA Federcampana Il Presidente Azzi un'impresa, ma è anche istituzione coperativa, e quindi è fondamentale la partecipazione". Le proposte della Bcc di Scafati e Cetara Nel suo intervento Un futuro da scrivere il presente da realizzare, il presidente Massimo Cavallaro si è soffermato sul principio di "democrazia cooperativa", tante volte invocato e da sempre ritenuto "fondamentale" per la stessa esistenza del movimento del credito cooperativo e sulle modifiche statutarie della Federazione Campana. La prima proposta avanzata dal presidente della Bcc di Scafati e Cetara riguarda la necessità di stabilire un adeguato limite al cumulo degli incarichi in seno alla Federazione Campana, in modo da estendere ad un maggior numero di amministratori la partecipazione, sia interna al movimento, che nella società civile, dando vita al necessario e periodico ricambio della classe dirigente, nonché ad una maggiore diffusione di conoscenze, competenze e professionalità. D'altro canto, lo stesso Governatore della Banca d'Italia, nella lettera dell'11 gennaio 2012, ha richiamato lattenzione del movimento in materia di organizzazione e governo societario delle banche, evidenziando come il concreto svolgimento delle funzioni assegnate agli organi di governo societario richieda che in tali organi siano presenti soggetti con professionalità adeguate al ruolo, con 4 competenze diffuse ed opportunamente diversificate, con possibilità di dedicare tempo e risorse adeguate all'incarico ricoperto. Se tutto ciò vale per gli organi di governo societario delle banche, a maggior ragione dovrebbe valere per gli organi associativi delle medesime, ha chiarito. Cavallaro ha fatto sue le considerazioni del segretario generale dell'Associazione delle Banche Cooperative Europee Hervé Guider che, al Congresso nazionale del Credito Cooperativo dello scorso dicembre, nel richiamare i nuovi attori e le nuove problematiche presenti sui mercati della micro finanza, ha prospettato un motivo di speranza nella "governance delle banche di credito cooperativo", in particolare nel "principio una testa e un voto". "Il modello cooperativo è un modello di relazioni e non di transazioni ha detto Guider -. Questo funzionamento democratico presenta una duplice virtù: ognuno partecipa al processo decisionale ed ognuno si sente responsabile delle decisioni collettive". Tali affermazioni, che sviluppano e realizzano il principio di "democrazia cooperativa" sono alla base delle considerazioni svolte per affrontare il tema della rappresentanza assembleare e, quindi, del diritto di voto. Da parte mia è la riaffermazione del principio dell'impresa bancaria coniugato con la natura sociale delle nostre aziende ha aggiunto -. È opportuno e naturale evidenziare l'esigenza di coniugare la "democrazia cooperativa" con l'efficienza organizzativa della società cui si riferisce; è evidente che il bilanciamento tra democrazia assembleare ed efficienza decisionale è tanto più difficile quanto più si allarga la compagine sociale. Tale esigenza è peraltro perseguibile in maniera totale in quelle società che non rappresentano unimpresa votata alla produzione di un utile. È questo il caso della Federazione Campana. A maggior ragione, la regola del voto "capitario" è certamente adeguata in una cooperativa composta da un Informati... è meglio - Settembre 2012 ristretto numero di soci, quale è la Federazione campana. A seguire il presidente Cavallaro ha citato il proverbio africano, già richiamato dal presidente Azzi: "Se vuoi arrivare primo, corri da solo; ma se vuoi arrivare lontano cammina insieme". E rispetto alla necessità di rendere ancor più efficiente e incisiva la rete del credito cooperativo, ha aggiunto: La "rete" deve assicurare la tutela dei più deboli e consentire una crescita territoriale diffusa a favore dei territori rurali ed economicamente più difficili. Il "sostegno" della Federazione è essenziale se vogliamo che le nostre banche contribuiscano in maniera significativa al miglioramento ed allo sviluppo dei nostri territori, così difficili, ma così bisognevoli di cooperazione, di mutualità, di quei valori di coesione ed assistenza portati avanti dal movimento ha proseguito Cavallaro -. La "rete", di cui la Federazione è parte integrante e fondamentale, deve, attraverso la diffusione e la pratica applicazione dei nostri principi, proteggere l'esistenza e la crescita delle nostre Banche, produrre efficienza nelle condizioni strutturali indispensabili per realizzare autonomia, capacità decisionale, sviluppo; il tutto coniugato con un più efficace ed efficiente controllo dei rischi per la tempestiva prevenzione delle crisi aziendali, le cui conseguenze ricadono su ogni banca associata. Questo richiede una riflessione comune per un diverso posizionamento della Federazione, i servizi offerti, il sistema di ripartizione dei costi, e non certo per ultimo l'applicazione del principio di "democrazia cooperativa". In tale riesame andrebbero rivalutati, con l'ausilio della Federazione nazionale, in un confronto con le altre Federazioni, la possibilità di mettere a fattor comune capacità ed esperienze per offrire servizi sempre più efficienti ad una platea adeguata a sostenerne i costi. E infine: la Federazione Campana può e deve offrire un contributo rilevante all'edificazione di quello che il presidente Azzi ha scritto come "il nostro possibile futuro. ATTIVITÀ SOCIALI Scafati Banca di Credito Cooperativo A Scafati gli incontri di Preparazione al VII Incontro Mondiale delle Famiglie di Gabriele Acanfora Nella parrocchia di S. Maria delle Vergini, a Scafati, si sono svolti, dal 10 al 13 maggio scorsi, in dal parroco, don Giovanni De Ruggi e dai suoi collaboratori, gli Incontri hanno toccato, nella serata Il manifesto dell'evento collaborazione con lUfficio di pastorale familiare della Diocesi di Nola, gli Incontri di Preparazione al VII Incontro Mondiale delle Famiglie, in programma prossimamente a Milano. Sapientemente coordinati di sabato, uno dei momenti di maggiore interesse e attenta partecipazione, perché il tema La Famiglia e il Lavoro è quanto mai sentito nel nostro contesto territoriale che, drammaticamente, vive non solo la progressiva scomparsa di posti di lavoro ma anche lassoluta carenza di indizi, che rincuorino e facciano presagire una sia pur lenta ripresa. Don Giovanni ha colto questi dati angoscianti e, con gli Incontri, ha voluto lanciare un segnale forte di speranza e di vicinanza a chi, specie i giovani, più è lacerato per la mancanza di segnali incoraggianti e prospettive di miglioramento. Si è perciò avvalso di relatori/testimoni - don Aniello Tortora, lingegnere Francesco Prete, il dott. Massimo Cavallaro - che hanno offerto alluditorio, alla luce delle proprie esperienze di vita e dei propri capisaldi valoriali, esposizioni piacevoli, briose, contenuti interessanti e proposte concrete. Don Aniello Tortora, responsabile dellUfficio Diocesano per la pastorale del lavoro, spaziando tra i testi sacri, dal Vecchio al Nuovo testamento, dal libro della Genesi al Siracide, alle Encicliche Sociali, ha affermato che la chiesa deve essere attenta al nuovo, interessarsi alla centralità del lavoro nella vita sociale, perché esso è vocazione, creazione, partecipazione dellazione di Dio. Soffermandosi, poi, sullincidenza del lavoro nella vita della famiglia contemporanea, ha evidenziato quanto spesso e diversamente dal passato, non sia più la madre ad accogliere il figlio che torna a casa dalla scuola, ma il figlio, che tornato dalla scuola, apparecchia per la madre, che torna dal lavoro. Che, qualunque sia, dal più umile al più prestigioso, rende degno di rispetto ogni lavoratore; come Gesù nella bottega di Giuseppe, o Dio, con la fatica della creazione. Lingegnere Francesco Prete, imprenditore, ha proposto il punto di vista di chi deve, ogni giorno, dialetticamente, conciliare questioni aziendali e problematiche familiari. Possono, si è chiesto, i problemi familiari interferire nel lavoro quotidiano, limitarne la dimensione creativa o relazionale? Qual è il ruolo dellimprenditore rispetto al lavoratore? Come deve agire il lavoratore nei confronti dellazienda, che pure consente il sostentamento a lui e alla sua famiglia? I gruppi di acquisto solidale possono essere una risposta? Dando prova di profonde competenze, anche psicologiche, lingegnere ha evidenziato il ruolo della collaborazione proattiva, come capacità di numero ventisei 5 ATTIVITÀ SOCIALI Scafati Dipinto della Chiesa Madre percepire anticipatamente le tendenze ed i cambiamenti futuri, per pianificare le opportune iniziative aziendali. Equesto tipo di collaborazione con limprenditore, che testimonia il senso di appartenenza del lavoratore allazienda, intesa come luogo in cui la fede unisce, vince gli egoismi e fonda, attraverso il lavoro, il bene comune. Il dott. Massimo Cavallaro, presidente della Banca di Credito Cooperativo di Scafati e Cetara, ha esordito precisando che la Bcc è una banca differente, non perseguono scopi di profitto bensì obiettivi di utilità sociale poiché reinvestono il danaro raccolto laddove hanno sede, aiutano le piccole imprese e facilitano laccesso al credito alle fasce più deboli. Le Bcc sono tenute per legge a dare dove hanno preso e ad operare, prevalentemente, con i loro soci ha affermato il presidente Cavallaro . 6 Ecco la grande differenza della Bcc. I soci sono la banca. Hanno fondato la Banca, ne eleggono il CdA, ne decidono gli assetti e le strategie. Sul loro ONORE è scritto nella Carta dei Valori si impegnano a contribuire allo sviluppo della banca aderiscono ad un codice etico fondato su onestà, trasparenza, responsabilità sociale, altruismo. Dopo aver ricordato che la Banca nacque, quasi cento anni fa, il 22 febbraio 1914, ad opera di piccoli commercianti e contadini che, ispirati dalla Rerum Novarum, misero insieme i loro risparmi per costituire un fondo di aiuto comune con cui affrontare le difficoltà, Cavallaro ha evidenziato lattualità della cooperazione che si fa solidarietà ed auspicato che la famiglia educhi i figli alla rinunzia e al risparmio. Leducazione al risparmio, inteso come uso consapevole del denaro, contrasta il consumismo dilagante, educa a scelte responsabili, consente di progettare ed investire nel Informati... è meglio - Settembre 2012 proprio futuro. Può favorire la riscoperta del lavoro in agricoltura, fondamentale per la tutela dellambiente e luso responsabile delle risorse naturali. Perché, senza risparmio non ci può essere sviluppo o crescita sostenibile. Sullimpegno sociale delle Bcc, Cavallaro ha aggiunto: laltra sera, il prof. Giuseppe Savagnone (direttore del Centro Diocesano per la Pastorale della Diocesi di Palermo intervenuto sul tema "La famiglia come comunità educante"), ha detto che noi non dobbiamo farci i fatti nostri. Ci dobbiamo curare degli altri. Noi della Bcc ci proviamo. Perciò siamo una cooperativa che privilegia le famiglie e le piccole imprese e operiamo per favorire lo sviluppo locale. Siamo la Banca del territorio. Siamo legati alla nostra terra, ai nostri contadini, ai nostri artigiani, ai piccoli imprenditori siamo nati grazie al risparmio, siamo cresciuti grazie al risparmio custodiamo il risparmio della nostra gente, e lo promuoviamo. Le famiglie hanno affidato alla Bcc circa 187 milioni di euro, pari al 90% di tutto quello che è stato raccolto. Il restante 10% viene dalle imprese. I risparmi che le famiglie ci affidano li restituiamo al territorio, cioè alle famiglie stesse, alle piccole imprese, a tassi vantaggiosi ha detto ancora Cavallaro -. Cè reciprocità, mutualità, perché al centro del nostro agire, cè la persona con le sue difficoltà, le sue risorse, i suoi talenti. Ascoltiamo le richieste e accompagniamo ognuno nel proprio percorso di vita per soddisfarne i bisogni, le aspirazioni. Alle famiglie abbiamo consentito di coronare il sogno di una casa, di affrontare un matrimonio, una disgrazia, degli imprevisti. Forniamo alle imprese i capitali, le condizioni per stare sul mercato. Le sosteniamo, le incoraggiamo, perché senza impresa non cè lavoro. E senza lavoro la famiglia soffre. Al 30 aprile scorso la Bcc ha restituito alle famiglie 44 milioni, pari al 37% del totale erogato. Il restante 63% è andato alle imprese per proteggere i posti di lavoro, e per creare lavoro. Il cliente della Bcc di Scafati e Cetara è valutato quindi non solo come soggetto economico, ma per la sua storia, la sua affidabilità come cittadino, per quello che mette in campo sociale. Per la storia della sua famiglia, per le sue relazioni interpersonali. E con questa filosofia, questo approccio al danaro e alleconomia che la nostra Banca, come tante Bcc, ha resistito alla crisi ha concluso il presidente Cavallaro non si è lasciata abbagliare dai facili guadagni, e non ha mai negato danaro a chi, avendone i requisiti, lo chiedeva. Potevamo fare di più, possiamo fare meglio. Certo. E certo però che anche se cooperatori da soli non siamo autosufficienti. Abbiamo bisogno che Voi ci vediate con occhio diverso, amico, come la Banca della MIA CITTA. ATTIVITÀ SOCIALI Ischia Banca di Credito Cooperativo Gite sociali ad Ibiza e Ischia Alcuni momenti della gita di Carmine Librera I l consiglio di Amministrazione ha ritenuto opportuno organizzare le gite sociali quest'anno ad Ibiza e ad Ischia. Entrambe sono state molto partecipate e hanno suscitato un'animi consensi. La gita di Ibiza si è svolta dal 15 al 22 luglio, mentre quella ad Ischia si è svolta dal 26 agosto al 2 settembre. Ischia ha accolto i soci della Banca di Credito Cooperativo di Scafati e Cetara che hanno soggiornato presso l'Hotel Re Fedinando. La scelta dell'isola ha voluto significare la vicinanza del nostro Istituto nei confronti degli operatori turistici della regione Campania. E la decisione di privilegiare la nostra terra è stata premiata da un meraviglioso soggiorno. È stata una settimana magnifica, il bel tempo è stato la cornice di una vacanza istruttiva che ha visto i partecipanti approfondire la conoscenza dell'Isola verde e delle sue più importanti attrazioni. Il soggiorno è stato inoltre reso piacevole dalle dotazioni dell'Hotel, ed in particolare dall'attrezzato centro termale con fisioterapia e reparto estetico all'interno del quale molti giovani, ma anche i meno giovani, hanno potuto godere di trattamenti estetici e massoterapici. Le escursioni e le serate si sono alternate in un crescendo piacevole cosicché la fine del soggiorno è stata da tutti salutata con rammarico e un pizzico di tristezza. Periodico informativo della Banca di Credito Cooperativo di Scafati e Cetara SETTEMBRE 2012 Numero 26 La famiglia BCC a Ischia Numero 26 - Settembre 2012 direttore responsabile Basilio Puoti art director Clemente Falanga Hanno collaborato Gabriele Acanfora Giuseppe Costigliola Carmine Librera Si ringraziano Corriere della Sera Gianni Cesariello Federcampana Alfonso Pappalardo Secondo Squizzato www.bccscafati-cetara.it [email protected] Reg. Tribunale di Nocera Inf. n. 7/07 del 3 maggio 2007 numero ventisei 7 IMPRESE Gragnano A Gragnano l'innovazione cresce con La Fabbrica della Pasta senza glutine I saperi e i sapori di una pregiata produzione artigianale incontrano la maestria e l'inventiva di Antonino Moccia, detto "il Pastaio" di Basilio Puoti Antonino, Ciro, Marianna e Susanna Moccia. (Credits photo / Gianni Cesariello) U na fabbrica unica nel suo genere. In grado di produrre esclusivamente pasta artigianale senza glutine. Per soddisfare i gusti e le esigenze di celiaci e diabetici. È "La Fabbrica della Pasta Senza Glutine" dei fratelli Moccia, già titolari della società La fabbrica della pasta di Gragnano, primo brand di riconoscimento artigianale europeo. I saperi e i sapori di una pregiata produzione artigianale incontrano la maestria e l'inventiva di Antonino Moccia, detto "il Pastaio", nel produrre pasta priva di glutine dedicata ai consumatori celiaci esordisce il direttore marketing Ciro Moccia -. Dal 15 settembre è iniziata la vendita della nostra nuova pasta artigianale nei formati più grandi ed emozionali. Da parte dei consumatori celiaci cè una 8 forte richiesta di un prodotto differente da quello offerto oggi sul mercato che mortifica ancor di più chi già non può gustare un buon piatto di pasta pregiata di semola di grano duro. La storia Tutto nasce nel 1976 quando papà Mario Moccia rileva il vecchio pastificio (dove lavorava) gestito fin dagli inizi del '900 da suo zio. Nostro padre ha dedicato tutta la vita al restauro delledificio nel centro storico, alla costruzione del nuovo stabilimento, al rilancio della pasta e dei suoi marchi, alla nascita del primo consorzio dei pastifici di Gragnano, il Copag racconta Ciro . In tal mondo ha contribuito all'affermazione della pasta di Gragnano sui mercati di tutto il mondo, almeno fino al 1989 quando purtroppo morì (nel 1994 il pastificio fu venduto). Dopo alcuni Informati... è meglio - Settembre 2012 anni, per amore e per passione, in onore del padre, i figli hanno deciso di rifondare un pastificio artigianale con una produzione di qualità pregiata. Non abbiamo saputo resistere alla nostalgica magia dei sapori e dei profumi esaltanti di Gragnano aggiunge -. Successe a Natale del 2006. Cercavamo un pacco di fusilli di Gragnano, ma non li trovammo. Così, noi 4 fratelli, insieme a nostra madre e alle nostre famiglie, convenimmo che da troppo tempo non si mangiava più un buon piatto di vera pasta di Gragnano che emozionasse e coinvolgesse tutti i sensi. Il 2 luglio 2007 riaprimmo il pastificio. Si decise di partire con 4 quintali di fusilli al giorno, ma poco dopo passammo a 12. Puntando sullinventiva di mio fratello, decidemmo di reinventarci la pasta di Gragnano, di dargli una veste nuova, di fare anche i formati che nessuno aveva mai fatto. In appena 5 anni la produzione è aumentata di oltre il 90 per cento. I formati Oggi la Fabbrica realizza 120 formati diversi, di cui 12 sono unici e brevettati (il lasagnone, gli spaghetti a metro, i cornicielli, il sole di Capri, i Cuori giganti, la Stella, il tiramisù). A farla da padrone è la caccavella, il formato più grande al mondo. E quello che vendiamo di più ricorda . Nacque da uno scherzo che volevamo fare ad Antonino: gli portai un formato gigantesco per l'epoca (2008), quasi l'attuale caccavella, ottenuto modellando una pasta sfoglia per dolci, facendogli credere che c'era un pastaio più bravo di lui. Antonino sembrò non raccogliere la sfida, ma a distanza di 6 mesi (di silenzi e prove segrete), mi portò il primo pezzo di caccavella. La famosa IMPRESE Gragnano Banca di Credito Cooperativo 500 metri sgorga la famosa acqua di Gragnano, dice ancora Antonino. Non produciamo pasta, ma emozioni. Attraverso leffetto ottico e gustativo, la pasta cerchiamo di raccontarla conclude . Riceviamo continue testimonianze di gratitudine per il nostro prodotto di qualità. Finalmente mangiamo pasta buona, ci ha scritto un cliente. Questo ci riempie di gioia. Azienda Antonino in azienda terrina di pasta monoporzione è diventata il principale testimonial della Fabbrica. È il formato che scatena le fantasie di chef, mamme e nonne: viene utilizzato anche come portagioielli, fermacarte, decorazione di alberi di Natale. Ed è il più gettonato dai blogger. Premi e progetti La Fabbrica ha ricevuto vari premi tra cui l''Agorà d'argento" per il miglior packaging food 2010. Il nostro è il primo pastificio di Gragnano certificato Igp spiega Antonino -. Abbiamo avviato una serie di collaborazioni e partnership con il Dipartimento di Scienze dellalimentazione dellUniversità Federico II di Napoli, nonché con Autogrill e Fiat. I Moccia sono titolari anche di un polo logistico ubicato a Scafati, nonché soci del centro Multicedi con il marchio Decò. Da dodici anni lazienda di Gragnano è cliente della Bcc di Scafati e Cetara (filiale di Santa Maria la carità). Da questanno siamo anche soci chiarisce Ciro -. Da un paio di anni il nostro rapporto con la Bcc è diventato più concreto e diretto. Sono convinto che una banca locale debba sostenere limprenditore che, se aiutato, può realizzare importanti trend di crescita. Ragione sociale: La Fabbrica della Pasta di Gragnano sas Sede: Viale San Francesco, 30 - 80054 Gragnano (Napoli) Settore e prodotti: agroalimentare - pasta Anno di fondazione: 2007 Direttore marketing: Ciro Moccia, 42 anni, detto o vulcan pazz" Responsabile produzione: Antonino Moccia, 39 anni, "o mpastator", il pastaio Amministrazione e contabilità: Marianna Moccia, 38 anni, "la precisa" Responsabile estero: Susanna Moccia, 31 anni, "il piccione viaggiatore" Immagine e design: Patrizia, "l'architetto", consorte di Ciro Controllo qualità: Manuela, consorte di Antonino Addetti: 40 Mercati sbocco: nord Europa, Nuova Zelanda, Australia, Brasile, Giappone, Usa, Canada, Marocco, Grecia, Russia, Panama, India, Singapore, Svizzera, Emirati Arabi, Corea . e Italia Tel. +39 081.8011487 Fax +39 081.8011530 Sito web: http://www.lafabbricadellapastadigragnano.it/ E-mail: [email protected] Curiosità La Fabbrica si è dotata di una cucina e una sala degustazione, dove ogni ospite si sente un re e come per magia rivive un viaggio nell'800, gustando la pasta fumante, circondato da stampe e antichi attrezzi d'epoca con vista sul golfo di Sorrento da un lato e, dallaltro vista sugli incontaminati Monti Lattari nei quali è incastonata la nostra fabbrica e dai quali a soli numero ventisei 9 STORIA ECONOMICA Pietrarsa continua da pag. 2 lacciaio, proveniva dal Po lo industriale di Mongiana, sulle Serre calabresi. La produzione, diversifica ta, concerneva caldaie a va pore per alimentare le loco motive, vagoni, carrozze, rotaie, cuscinetti nonché le navi dei cantieri di Castel lammare di Stabia. Per gli usi militari, Pietrarsa produceva cannoni, bom be, granate e proiettili, co sicché, insieme agli operai, lavoravano, anche circa 70 artiglieri che alloggiavano in unapposita caserma al linterno dello stabilimento stesso. Poco distante, nella Real Fonderia di Castelnuovo (nella cinta fortificata del Maschio Angioino. poi ab battuta) lavoravano, come fonditori, staffatori, fuochi sti e forgiatori circa 300 (trecento) operai. Vi erano anche impiegati i detenuti ai lavori forzati e i gendarmi per il loro con trollo. Le modernissime tecnologie, per lepoca, consentirono la realizzazio ne dell'apparecchio per ri coprir di seta i fili metallici de' telegrafi elettrici e le belle ed intricate macchine che questi richieggono. Si fabbricavano, inoltre, strumenti e opere d'arte .e di pregio come i can delabri posti sulla scalinata principale di Palazzo Reale a Napoli e la colossale sta tua in ghisa, fusa in un solo blocco posta all'ingresso, raffigurante Ferdinando II mentre dispone la fonda zione dell'Opificio (tratto da Musei.it). Veniva, perfi no, riutilizzato il ferro dei proiettili usati o difettosi, per realizzare opere in ferro di perfettissima qualità e di grosse dimensioni. Le prime 7 locomotive co struite a Pietrarsa, furono chiamate: Pietrarsa, Vesu La statua di Ferdinando II di Borbone a Portici vio, Etna, Partenope, Maria Teresa, Corvi, Robertson. Fino al 1860 ne furono co struite 20: una di esse, nel 1873, vinse la medaglia do ro allesposizione Univer sale di Vienna. La Campania era la regio ne più industrializzata d'Italia. La qualità delle produzioni indusse lo zar Nicola I di Russia, a visitar lo nel 1845, per far copia re e riprodurre scrive Pi no Aprile identica in Russia, la fabbrica napole tana: fu così che nacquero le Officine di Kronstadt. Nel 1849, Pietrarsa accolse il Papa Pio IX. Collegata allOpificio, Fer dinando II istituì anche una Scuola d'Arte", inaugurata nel 1841, dove si insegna vano matematica e geome tria, scienze meccaniche, lingue, e disegno meccani co, per avviare i giovani ai mestieri di carpentiere, tor nitore, fonditore. Si forma vano, inoltre, ufficiali mac chinisti perle navi a vapore della marina militare e mer cantile del Regno. In questo modo, le navi a vapore napoletane furono le uniche allepoca ad avere propri ufficiali di macchina, affrancandosi dalla necessità di dovere ricorrere a comandanti inglesi, gli unici, allepoca, in possesso delle necessarie competen ze tecniche e nautiche. Il Polo Industriale di Pie trarsa comprendeva nume rose botteghe artigiane, fonderie ed officine mecca niche quali la fonderia dei Fratelli Delamorte, lopifi cio meccanico di Luigi Oo mens, la fonderia Mather son e C., lo stabilimento metallurgico di Giovanni Corradini, nonché le società Guppy & Co. e Zino & Henri che co struì, assieme alla Bayard, la Napoli-Portici. Esse davano lavoro circa 600 persone. La fonderia Macry Henry & Co, al Ponte della Mad dalena, partecipata dal ric co calabrese Gregorio Ma cry, produceva strumenti e strutture metalliche per le navi. Fu scelta per la realizzazio ne delle tubazioni e dei 350 pali in ghisa necessari per sostenere le 350 lampade dellimpianto di illumina zione a gas a Napoli, a par tire dal Porticato della Ba silica di San Francesco di Paola. Il 10 settembre 1837 Napo li così fu la terza città dEu ropa, dopo Londra e Parigi, ad avere un impianto di pubblica illuminazione. Lintero Polo industriale occupava circa 7.000 (set temila) persone. Con lUnità dItalia, tutto questo ebbe termine. Lunica azienda italiana in grado di fare tutto da sola, dalla rotaia alla locomoti va, come scrive Pino Apri le, nel 1863, fu privatizzata e ceduta alla ditta Bozza, per un canone irrisorio an nuo di lire 46.000. Per fare un paragone lanno prima, il Parlamento aveva varato la legge 15 luglio 1862, n. 697 che autorizza la spesa di lire 500.000 (cinquecentomila) per il pa gamento della dote di S.A.R. la principessa Maria Pia di Savoia. La Scuola dArte fu sop pressa, dimezzata la forza lavoro, ridotta la paga. Inutili le proteste, gli scio peri. Come a Mongiana! Nel 1885, il Reale Opifi cio di Meccanico e Piro tecnico fu declassato ad of ficina di riparazione di locomotive e caldaie a va pore e nel 1975, riparata unultima locomotiva, cessò ogni attività. Dal 1989, Pietrarsa è stata trasformata nellunico Mu seo Ferroviario dItalia. continua .... 10 Informati... è meglio - Settembre 2012 SOCIETÀ & CULTURA Cetara Banca di Credito Cooperativo Accordo Bcc-Comune per il rilancio dellantica Torre Vicereale di Alfonso Pappalardo È ufficiale. La Banca di Credito Cooperativo di Scafati e Cetara e il Comune costiero lavoreranno, in sinergia, per la gestione e la valorizzazione dellantica Torre vicereale, simbolo dellidentità locale. Sottoscritto il protocollo di intesa tra lEnte comunale, diretto dal sindaco Secondo Squizzato e listituto di credito, presieduto da Massimo Cavallaro. Loccasione per la sottoscrizione e la presentazione dellaccordo è stata la manifestazione Le spose di ieri, una mostra organizzata in memoria di Giovanna Liguori, sarta di Cetara, nata nel 1924 e scomparsa nel 2008. Più volte il sindaco Squizzato ha sottolineato limportanza dellintervento di risanamento conservativo del monumento simbolo di Cetara. Lobiettivo principale dellamministrazione comunale è quello di rendere la cittadina costiera un nuovo contenitore turistico-culturale. La torre vuole quindi essere il centro propulsore di un nuovo sviluppo di Foto di gruppo Il sindaco Squizzato e il presidente Cavallaro Cetara basato sull'arricchimento dell'offerta turistica e delle attività economiche a cominciare dal pesce azzurro, dal tonno alla bottarga, dalla colatura di alici alle attività marinare ed al contempo il fulcro di una svolta sociale per il paese situato nel cuore della costa dAmalfi. Il primo cittadino plaude poi alla decisione della Bcc di sostenere la valorizzazione della torre e del nascente museo civico. A completamento dellintervento di restauro ha spiegato non poteva mancare lapporto della Banca di credito cooperativo di Scafati e Cetara sempre attenta alle esigenze del territorio e della nostra comunità. Dal suo canto il presidente della Bcc, Massimo Cavallaro, ha sempre considerato la torre vicereale il custode di quei valori antichi di cui Cetara è portatrice. La immagino ha ribadito come uno scrigno dove, aldilà delle arti e di tutto ciò che di artistico e musicale si svolga al suo interno, possa soprattutto racchiudere e testimoniare quella forza che il popolo cetarese da sempre dimostra di avere nel tempo. Sono convinto che una identità si riconosca nella capacità di un popolo di rispettare e ricordare le proprie radici. Il nostro intento è quello di numero ventisei 11 SOCIETÀ & CULTURA Cetara In alto la torre di Cetara, sotto la locandina dell'evento e un vestito realizzato dalla sarta Liguori far sentire alla comunità cetarese la nostra vicinanza. La Bcc ha aderito fin dallinizio al lodevole progetto del Comune di Cetara che, grazie al protocollo sottoscritto nei giorni scorsi, potrà utilizzare il logo Bcc per la promozione della torre e del museo. La Torre Vicereale e il mare hanno fatto da scenario naturale allevento Le spose di ieri, una cornice irripetibile per 45 abiti da sposa raccolti per questa occasione. Liniziativa è stata ideata dalla 12 Commissione Pari Opportunità di Cetara per accendere i riflettori su temi attuali quali limprenditoria femminile e gli antichi mestieri in via di estinzione. Grazie alla collaborazione del Forum dei giovani, il progetto, promosso nellambito del PTG (progetto di politiche giovanili) Tradizione e Creatività in Costiera, è stato dedicato alla figura di Giovanna Liguori, sarta cetarese che ha iniziato a ricamare a soli 9 anni; dalla sua passione è nata una vera e propria Informati... è meglio - Settembre 2012 forma darte che ha trasmesso a chi le stava accanto. Ha creato, cucito e ricamato a mano, centinaia di vestiti da sposa per tante donne di Cetara. La stanza della sua abitazione è stato un punto di riferimento per molte ragazze che allepoca, già alletà di 15 anni, dopo aver terminato la scuola, si prestavano ad apprendere questarte. Alcune di loro hanno lavorato con grandi stilisti come Gattinoni e Valentino. Ma ora non è più come una volta - dicono le ragazze che hanno lavorato con lei e ora sono madri -. Nessuno usa più ricamare a mano. Numerose donne hanno voluto concedere il proprio vestito per ricordare e rendere visibile a tutti, il lavoro, il sacrificio e le qualità di Giovanna Liguori. Tra i modelli in esposizione cera anche un abito degli anni 60 dellAtelier Passaro Sposa. Lobiettivo del progetto è la valorizzazione di arti e mestieri antichi che, attraverso specifiche tecniche e particolari modalità di lavoro, sono in grado di trasferire la cultura di un tempo. Oggi è importante mantenere, quanto più intatte possibili, le tradizioni di una preziosa manualità, capace di La torre trasformare anche le risorse più povere. Lo scopo è quello di creare dei laboratori d'artigianato. A settembre il progetto continuerà con specifici percorsi di formazione che dovranno coniugare il vecchio e il nuovo al fine di recuperare le antiche tradizioni legandole alle attuali esigenze, con l'ausilio di tecniche e metodi moderni che non cancellino lo spirito e loriginalità degli antichi valori e mestieri. Allevento, organizzato dallassessore del Comune di Cetara con delega alla cultura e alle politiche giovanili, Angela Speranza, hanno preso parte lassessore alla cultura del comune di Amalfi, Daniele Milano, Pinella Passaro, proprietaria di Atelier Passaro Sposa che ha concesso in esposizione uno dei primi vestiti della collezione anni 60 e un vestito recente della collezione 2011-12. ECONOMIA Italia Banca di Credito Cooperativo In Italia le tasse più alte dEuropa Dati allarmanti su una pressione fiscale al 54-55% (nel 2013) che rischia di affondare il Paese di Basilio Puoti T asse: Italia prima in Europa. E, forse, nel mondo. Alcuni studi realizzati da Istituzio ni europee e da Associazio ni nazionali di categoria mostrano una pressione fi scale apparente destinata a salire al 45,4% del Pil nel 2013 (toccherà il 45,1% nel 2012) ed una effettiva (ossia la quota di entrate fiscali e contributive sul Pil da quanto prodotto dall'economia sommersa) prossima al 54,6%. Studi europei Secondo la Commissione europea la pressione fiscale (apparente) in Italia toccherà il 45% del Pil, ri manendo inferiore solo a quella di Belgio (47,5%) e Francia (46,7%). Un livello eccessivo che penalizza i principali motori del siste ma economico: i lavoratori e le imprese. Le aziende esportatrici, che investono maggiormente in ricerca e innovazione e hanno la produttività più elevata, ri schierebbero di soccombe re di fronte alla concorren za di quelle che operano in paesi con migliori servizi pubblici e minore peso fi scale. Secondo il rapporto dell'Ufficio Statistico dell'Unione Europea (Eu rostat) per il 2012 la pres sione fiscale dell'Italia (Ir pef) raggiungerà il 47,3%. A stare peggio di noi in Eu rolandia sono Belgio, Dani marca, Grecia, Spagna. Ricerche nazionali A certificare i dati europei è il centro studi di Confin Il governatore della Banca dItalia Ignazio Visco dustria che, durante la pre sentazione degli scenari economici di giugno, ha rincarato la dose: la pressio ne fiscale apparente salirà al 45,4% del Pil nel 2013, quella effettiva raggiungerà il 54,6%. Entrambe inclu dono laumento dellIva pronto a scattare dal pros simo 1° ottobre. Un prece dente studio, presentato da Confcommercio al forum di Cernobbio su Le pro spettive economiche dell'Italia nel breve-medio termine, rilevava che nel 2007 la pressione appa rente era al 43%: lItalia era settima dopo Danimar ca (49,8%), Svezia (47,8%), Belgio (45,9%), Francia (45,2%), Austria (43,2%) e Finlandia (43,1%). Oggi, con il 45,2%, è quinta dietro Da nimarca (47,4%), Francia (46,3%), Svezia (45,8%) e Belgio (45,8%). Secondo Confcommercio togliendo dal Pil la quota di sommer so, la pressione effettiva fi scale sui contribuenti in re gola nel 2012 è al 55%. In tal caso lItalia raggiunge rebbe la vetta in Europa e Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi nel mondo davanti a Belgio (48%) e Svezia (46-47%). Tasse e PIL LItalia è tra i paesi in cui il peso delle tasse rispetto al Pil è più alto: 42,3% (dati 2010) contro una media europea del 38,4% (38,9% in Eurolandia). Il paese che raccoglie più tasse è la Da nimarca (47,6%) seguita dalla Svezia (45,8%). La re cessione italiana si è dimo strata così intensa da spin gere il Centro studi di Confindustria a rivedere al ribasso le stime del Pil. Per il 2012 l'economia calerà del 2,4% contro il -1,6% in dicato a dicembre e analo ga è la differenza nello sce nario per il 2013: da +0,6% a -0,3%. Tasse sulle persone fisi che Il peso del fisco sulle spalle degli italiani è destinato a crescere di quasi due punti percentuali passando dal 45,6% (2011) al 47,3% di questanno (dati Eurostat). Nel 2000 la percentuale era al 45,9%. Il confronto con il 2000 evidenzia come la pressione fiscale si sia gra dualmente spostata dalle imprese alle persone. La media europea è al 38,1% (nel 2011 era al 42,2%), per i Paesi dell'euro è pari al 43,2-43,3%. Secondo i dati in questione le tasse sul reddito più alte vengo no pagate in Svezia (56,6%), Danimarca (55,4%), Belgio (53,7%), Spagna e Olanda (52%), Austria e Gran Bretagna, (50%). I regimi fiscali più favorevoli sono quelli di Bulgaria (10%), Repubbli ca Ceca e Lituania (15%). Le imprese La pressione fiscale sulle aziende italiane risulta sta bile al 31,4% nel 2012 (nel 2000 era al 41,3%) nel cal colo figurano Ires (al 27,5%) e Irap (nella media è poco sotto il 4%). Le tasse sulle imprese in Europa so no mediamente più basse di quelle italiane: al 23,5% nellUe a 27, al 26,1% nel lEurozona. Il paese in cui le tasse sulle imprese sono più alte è la Francia (36,1%) ma il programma del neo presidente Franco numero ventisei 13 ECONOMIA Italia is Holande prevede una rimodulazione delle stesse. Al secondo posto in Europa cè Malta (35%), seguita da Belgio (34%) e Portogallo (31,5%). I regimi fiscali più favorevoli sono in Bulgaria e Cipro (10%) e in Irlanda (12,5%). Tasse sul lavoro Primato allItalia. Gravano imposte e contributi a cari co di lavoratori e aziende, comprensive dei contributi sociali (ad esempio, per la cassa integrazione), esclu dendo invece le pensioni. Nel 2010, in base ai dati di Eurostat, il peso implicito (ovvero tasse più oneri so ciali dello Stato) sul costo del lavoro è salito dal 42,3% del 2009 al 42,6%. La me dia dellUe a 27 si attesta al 33,4% (34% nellEurozo na). Fra i Paesi europei in cui il lavoro è più tassato ci sono il Belgio al 42,5% (era al 41,9% nel 2009). In Ger mania il peso fiscale impli cito sul lavoro nel 2010 era al 37,4% (dal 37,8%), in Francia al 41% (dal 41,3%). La tassazione più favorevo 14 "i proventi della sacrosanta lotta all'evasione devono essere utilizzati per ridurre la pressione fiscale su chi produce ricchezza ossia sul lavoro e l'impresa". Di ec cessiva tassazione ha par lato recentemente il gover natore della Banca dItalia, Ignazio Visco. Per rimet tere i conti in ordine ha affermato si è pagato il prezzo di un innalzamento della pressione fiscale a li velli ormai non compatibili con una crescita sostenuta. Linasprimento non può che essere temporaneo. Occorre trovare, oltre a più ampi recuperi di evasione, tagli di spesa che compen sino il necessario ridimen sionamento del peso fisca le. le è a Malta (21,7%). La casa Secondo Eurostat la pressione fiscale sugli immobili è in Italia all'1,9% del Pil (era 2,2% nel 2009). In Europa si va dallo 0,4% in Repubblica Ceca, Estonia e Slovacchia, al 4,2% del Regno Unito e al 3,4% della Francia. I ricavi mag giori dalla pressione fiscale sugli immobili si re gistrano in Gran Bretagna con 71,8 miliardi, Francia (66,5 miliardi), Italia (28,9 miliardi) e Germania (21 miliardi). Iva LItalia (al 21%) è in perfet ta media rispetto allUe a 27, e registra un punto in più rispetto al 20% di Euro landia. La più cara è in Un gheria (27%), Danimarca e Svezia (25%). Le più bas se sono in Lussemburgo (15%) e Cipro (17%). I commenti Nel suo discorso di insedia mento al vertice di Confin Informati... è meglio - Settembre 2012 dustria, il neo presidente Giorgio Squinzi ha punta to il dito contro la pressio ne fiscale che definisce u na zavorra intollerabile per le imprese italiane. Squinzi dice no a nuovi balzelli e tasse fantasiose che creerebbero solo in certezza e sfiducia. Nel 2011 ha proseguito il total tax rate, inclusivo di tutte le tasse e i prelievi, compresi gli oneri sociali, gravanti su una piccola im presa-tipo, era pari, in Ita lia, al 68,5%, contro il 52,8% in Svezia, il 46,7% in Germania, il 37,3% nel Regno Unito". Per Squinzi, Nessuna riduzione Il 16 agosto scorso il Presi dente del Consiglio, Ma rio Monti, ha spiegato: il carico fiscale sulle persone fisiche e sulle imprese in Italia è senz'altro eccessivo ma in questo momento l'attenzione per il riequili brio della finanza pubblica non può essere allentata... Un fisco meno gravoso è una sacrosanta esigenza per i contribuenti onesti. Renderlo concretamente possibile, senza fare pro messe irrealizzabili, è un obiettivo tra i più impor tanti per il governo. Ma prima che la politica di ri sanamento e di riforma venga consolidata [ ], iniziare a distribuirne i be nefici (ad esempio ridu cendo l'Irpef) sarebbe pre maturo. Quando una tale prospettiva verrà delineata e sarà considerata credibile anche dai mercati, ipotesi di un minore carico fiscale saranno non solo auspica bili, ma concretamente re alizzabili". ATTIVITÀ SOCIALI Scafati Banca di Credito Cooperativo Grande successo per la prima maratonina Città di Scafati di Giuseppe Costigliola È stata una festa per tutta la città. La prima maratonina Città di Scafati è stato un successo assoluto. Levento sportivo, organizzato dallAPD Atletica Scafati, con il patrocinio del Comune, ha visto la partecipazione di ben 815 atleti, tra tesserati e non alla Fidal, che hanno percorso i 10 km previsti, allinterno del territorio comunale, da via Oberdan a via (Pod. Cava Picentini 3057), e a seguire Hamza Sahli (Pod. Il Laghetto 3107), Said El Otmani (Lib. Benevento 3132) e Hamid Kadiri (Fiamme Argento 3228). Allarrivo il primo degli italiani è stato Enrico Signorelli (Amatori Vesuvio 3308). Gianluca Piermatteo (Apd Scafati) si è piazzato al nono posto con 3335. Più sentita ed entusiasmante per i Melchiade. Tra gli sponsor della manifestazione anche la Bcc di Scafati e Cetara. Sul fronte sportivo a vincere, con lottimo tempo di 3046, è stato dopo una lunga volata un atleta portacolori della Pod. Il Laghetto, già vincitore della Neapolis Half Marathon, ovvero Youness Zitouni, che ha preceduto altri quattro atleti nordafricani, staccando di circa 60 metri Morad El Mourid cittadini scafatesi è stata la gara femminile che ha visto il dominio assoluto dellatleta locale Annamaria Vanacore (Apd Scafati), vincitrice con un tempo di 3802 su Cathy Barbati (Baiano Runners), seconda con 3844, e Alba Vitale (Isaura Valle dellIrno), terza con 4051. Perfetta la macchina organizzativa messa in piedi dallApd Scafati, società presieduta da Carlo DAmbrosio, Sopra: la premiazione della gara; la partenzain via Oberdan; l'arrivo in via P. Melchiade nata appena 2 anni fa, che conta quasi 70 tesserati. Per noi organizzare questo primo evento a Scafati ha dichiarato su un blog il presidente DAmbrosio è stata una scommessa. Abbiamo dovuto superare diversi ostacoli burocratici per avere tutte le autorizzazioni necessarie, da quelle comunali a quelle rilasciate dalla polizia locale (che ringrazio per la professionalità). Gli obiettivi prefissati erano due: quello di non far mancare nulla agli attori principali che erano tutti gli amici podisti, dal percorso al ristoro al pacco gara; e quello di offrire un bello spettacolo, fatto di sport vero, alle centinaia di cittadini scafatesi che, per la prima volta, assistevano ad una gara agonistica di corsa su strada Un po di energia, un tantino di buona volontà e il risultato è stato raggiunto. Lo dimostrano i tanti commenti positivi che abbiamo ricevuto. Grazie ancora a tutti. Parte dellincasso delle iscrizioni è stato devoluto dallassociazione scafatese alla onlus Trame Africane che opera in Kenya, Congo e Tanzania. numero ventisei 15 Oggi ancora più vicina alle aziende Angri C.so V. Emanuele, 62/64 Tel. 081.513.87.11 Cava de' Tirreni Piazza Nicotera Tel. 089.445.61.73 Cetara Corso Garibaldi, 41/43 Tel. 089.26.13.13 Pompei Via Mazzini, 40 Tel. 081.850.69.31 S. Maria La Carità Via Scafati, 41 Tel. 081.874.27.09 S. Marzano S/Sarno Via S. De Pascale, 72 Tel. 081.518.65.54 S. Pietro di Scafati Via A. De Gasperi, 351 Tel. 081.850.09.12 Vietri sul Mare Corso Umberto I, 116 Tel. 089.76.10.78 Scafati - Via P. Melchiade, 47 - Tel. 081.857.01.11 www.alelio.com La Banca che da quasi 100 anni coltiva i tuoi sogni