Congo Attualitàn° 87 - Rete Pace per il Congo
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Congo Attualitàn° 87 - Rete Pace per il Congo
RETE PACE PER IL CONGO Strada Cavestro n°16 Loc. Vicomero 43056 San Polo – Torrile (PR) tel/fax : 0521/314263 E-mail : [email protected] Congo Attualità n° 87 20 gennaio 2009 RDC SOMMARIO EDITORIALE NORD KIVU News Le negoziazioni di Nairobi II Crisi nel Cndp Le negoziazioni di Nairobi III La Comunità Internazionale La Società Civile SUD KIVU PROVINCIA ORIENTALE EDITORIALE Le notizie provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo (RDCongo) si susseguono ad un ritmo vertiginoso e proprio mentre stiamo per terminare questo numero del nostro bollettino è arrivata una nuova notizia che ha apparentemente cambiato lo scenario attuale. Già il 5 gennaio, il capo dello stato maggiore delle forze del movimento ribelle, il Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo (Cndp), Jean Bosco Ntaganda, aveva annunciato la destituzione di Laurent Nkunda dalla presidenza del movimento. Nella serata del 16 gennaio l’ala dissidente del Cndp, rappresentata da Jean Bosco Ntaganda, ha poi annunciato una cessazione delle ostilità nei confronti delle Forze Armate della RDCongo (Fardc). L’annuncio è stato fatto alla presenza di James Kabarebe, capo dello stato maggiore dell’esercito rwandese, il che fa pensare ad una implicazione diretta del regime rwandese in tale decisione. Era presente anche il direttore del corpo di polizia congolese, John Numbi, uno dei principali protagonisti degli accordi che diedero origine al “mixage” (in contrapposizione al “brassage”) come modalità di integrazione delle truppe ribelli nelle Fardc. L’ala Ntaganda ha annunciato di mettere le sue truppe a disposizione delle Fardc, in vista di una loro partecipazione all’operazione militare congiunta RDCongo-Rwanda contro le Forze Democratiche per la Liberazione del Rwanda (Fdlr), i rifugiati hutu rwandesi ancora presenti nel Kivu già dal 1994. Questo annuncio coincide, inoltre, con la sospensione dei negoziati diretti in corso a Nairobi tra una delegazione del governo congolese e una delegazione del Cndp stesso. Si era arrivati alla sospensione dei dibattiti per la mancanza di un accordo sulle modalità di un cessate il fuoco e subito arriva, improvviso e al margine dei negoziati stessi, l’annuncio di una cessazione delle ostilità. Ci sono molte cose che ancora non si capiscono e aprono la strada a tanti interrogativi e perplessità. Come interpretare il silenzio, almeno fino alla data del 18.01.’09, dell’ala di Laurent Nkunda, finora abbastanza loquace? Ci si può chiedere se non sia stato abbandonato da Paul Kagame e dagli Usa. A ciò potrebbe aver contribuito la pubblicazione, il 12 dicembre ’08, del rapporto del gruppo degli esperti dell’Onu sul conflitto nell’est della RDCongo, in cui è ben documentato l’appoggio fornito dal Rwanda al Cndp di Nkunda e la conseguente pressione esercitata sul regime rwandese da Svezia e Olanda, mediante la loro interruzione degli aiuti bilaterali al governo rwandese (esclusi gli aiuti umanitari). Suscita molte perplessità la posizione di primo piano che sta assumendo attualmente Ntaganda, oggetto di un mandato d’arresto internazionale emesso dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra e crimini conto l’umanità. 1 Se apparentemente si chiude un fronte di guerra (Cndp-Fardc), se ne aprirebbe un altro molto più pericoloso, quello Fardc-Rwanda-Cndp contro le Fdlr. Si chiuderebbe una guerra per aprirne un’altra, condotta direttamente contro “i figli” di una parte dei protagonisti degli avvenimenti rwandesi del 1994 e, indirettamente, contro la popolazione congolese locale, in vista di uno spopolamento progressivo del Kivu e di una successiva implantazione di nuove popolazioni nella regione. Tutto questo è inaccettabile, tanto più che sancirebbe ancora una volta l’occupazione del Kivu da parte del regime rwandese, in continuità con le due guerre precedenti (1996-1997 e 19982003). Infatti, è di oggi stesso, 20 gennaio, la notizia dell’entrata “ufficiale” di nuove truppe rwandesi nel Kivu. Che promessa avrà avuto il regime rwandese dalla Comunità Internazionale, per “sospendere” il suo appoggio a Nkunda e “far cessare” le ostilità nel Nord Kivu? Un piano commerciale che si sta profilando, proposto particolarmente dagli USA e Francia, orienterebbe il flusso commerciale del Kivu verso l’Africa dell’Est (oceano Indiano, porto di Mombasa), con il rischio di indebolire i rapporti del Kivu con Kinshasa (Oceano Atlantico, porto di Matadi). Porterebbe in sé il rischio di una balkanizzazione della RDCongo, in favore di una lenta ma inarrestabile annessione del Kivu nell’area rwandese. NORD KIVU News Il 18 dicembre, l'Alto Commissariato delle Nazioni unite per i Rifugiati (HCR) ha denunciato le "vessazioni" esercitate dai ribelli di Laurent Nkunda su delle persone sfollate affinché rientrino nel loro villaggio. Secondo un responsabile della Monuc, questa situazione è legata "alla volontà di Nkunda di fare credere che tutto va bene nelle zone sotto suo controllo". Secondo il HCR, dei ribelli del Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo (Cndp) di Laurent Nkunda avrebbero reclutato dei giovani per organizzare delle pattuglie ed impedire che delle persone si rechino nel sito situato presso la base della Monuc a Rutchuru (a 75 km. a nord di Goma, capoluogo della provincia del Nord Kivu).1 Il 22 dicembre, nel corso di una riunione a Rutshuru, i responsabili del Cndp hanno annunciato ai delegati delle agenzie umanitarie che oramai tutte le organizzazioni internazionali e umanitarie che vogliano esercitare nel settore controllato dal CNDP, nel Nord Kivu, saranno sottomesse al pagamento delle imposte e tasse, secondo la legge vigente. Si tratta particolarmente della tassa sul reddito professionale e del contributo sul reddito locativo. Mwiti Nganisha giustifica la decisione in questi termini: "Il CNDP esercita il potere nel territorio che controlla. Abbiamo una nostra amministrazione". Secondo gli osservatori, riscuotendo imposte e tasse, Nkunda si considera già alla testa di uno "Stato sovrano" e stima che Rutshuru costituisca già l'embrione di una "repubblica" che sogna da sempre. È sicuro che intende conquistare Goma, allargare l'area di influenza della sua "repubblica" per continuare indisturbato il suo criminale traffico dei minerali. Il rischio è quello di entrare durevolmente in una situazione di né pace né guerra.2 Il 7 gennaio, secondo fonti locali, sul cadere della notte, verso le 18h40, vari camion con immatricolazione ruandese sono arrivati al centro della città di Rutshuru con a bordo parecchie truppe ruandesi. A partire dalle ore 20, queste truppe ruandesi che portano delle uniformi militari dell'esercito congolese, pattugliano già nelle vie di Rutshuru. È la seconda volta che, durante i negoziati di Nairobi, le truppe ruandesi entrano nel Territorio di Rutshuru, per sostenere militarmente il CNDP e far fronte ad ogni eventualità. Se l'appoggio del Ruanda al CNDP di 1 2 Cf AFP - Kinshasa, 18.12.’08 Cf Radio Okapi, 25.12.’08; Le Potentiel – Kinshasa, 27.12.’08 2 Nkunda non è più un segreto per nessuno, il silenzio della Monuc distaccata alla frontiera RuandaRutshuru ed Uganda-Rutshuru resta sconcertante.3 Il 12 gennaio, il governo congolese ha deciso di procedere al disarmo forzato delle FDLR e di altri gruppi armati da parte delle FARDC. Vi parteciperanno anche degli ufficiali dei servizi di investigazione militare ruandesi nel quadro di una missione di osservazione. La RDCongo e il Ruanda hanno firmato, il 5 dicembre 2008 a Kigali, un piano militare congiunto per il disarmo delle milizie hutu ruandesi delle FDLR, basate nell'est del paese dal 1994. Una visita effettuata la settimana anteriore a Kinshasa dal capo dello Stato Maggiore dell'esercito ruandese, James Kabarebe, si inserirebbe nel contesto dei preparativi di questo piano militare congiunto. Per quanto concerne l’attacco contro le Fdlr, alcune donne della Società Civile propongono al governo congolese una soluzione pacifica negoziata, perché dei nuovi scontri militari provocherebbero altri morti tra la popolazione civile congolese. Edo Nziavake, portavoce della Ong Sauti ya Mama Mukongomani, afferma: "Pensiamo che sarà la popolazione congolese che morirà, perché questi profughi vivono negli stessi villaggi dei congolesi. Auspichiamo che si faccia una pressione affinché ci sia una conferenza tra i ruandesi, in modo che questi profughi ruandesi possano ritornare pacificamente in Ruanda".4 Il 14 gennaio, i ribelli hutu ruandesi delle Forze democratiche di liberazione del Ruanda (FDLR), basati nell'est della RDCongo, hanno denunciato la decisione di Kinshasa di procedere al loro disarmo forzato, stimando che "il tempo dell'uso della forza è finito" e proponendo un immediato "dialogo inter-ruandese". Le FDLR "condannano ogni ricorso alla forza militare per risolvere dei problemi politici: per la risoluzione del problema politico ruandese, il dialogo interruandese non deve continuare ad essere un tabù", ha indicato in un comunicato il segretario esecutivo delle FDLR, Callixte Mbarushimana.5 Le negoziazioni di Nairobi II Il 18 dicembre, dopo un'interruzione di sei giorni, le negoziazioni dirette tra le delegazioni del governo congolese e della ribellione di Laurent Nkunda sono riprese a Nairobi (Kenia) sotto l'egida delle Nazioni Unite. La seduta è stata presieduta da Benjamin Mpaka, ex presidente tanzaniano ed emissario dell'Unione Africana per la crisi del Nord-Kivu. La ribellione dell'ex-generale Laurent Nkunda ha dapprima auspicato di includere in questi negoziati delle rivendicazioni nazionali che superano la problematica della crisi nell'est della RDCongo, una richiesta respinta fermamente dalla mediazione. La delegazione del CNDP ha poi lasciato cadere questa sua prima esigenza di includere nei negoziati di Nairobi la crisi globale del paese e ha accettato di restare nei limiti del mandato che è stato conferito alla mediazione, quello di risolvere la crisi bellica e umanitaria nel Kivu. Tuttavia, per la continuazione del dibattito e prima della firma di un nuovo accordo col governo, i delegati del Congresso nazionale per la difesa del popolo esigono la presenza di Vital Kamerhe e di Léon Kengo wa Dondo, rispettivamente presidenti dell'Assemblea Nazionale dei Deputati e del Senato e di quattro delegati parlamentari, due della maggioranza presidenziale (AMP) e altri due dell'opposizione politica per ciascuna delle due Camere. Un modo, stima il CNDP, di legittimare il prossimo accordo che verrà firmato col governo. Secondo questo movimento, l'accordo implicherà il voto di certe leggi ed è necessario dunque che il Parlamento si impregni, sin dall'inizio, dello spirito e della lettera del futuro accordo. Questa visione non è condivisa dalla delegazione di Kinshasa, secondo cui il governo è il solo ad impegnare il paese di fronte a coloro che hanno preso le armi. Le due parti sono restate accampate sulle loro posizioni e la mediazione, visibilmente 3 Cf Beni-Lubero Online – congoforum, 08.01.09 Cf AFP - Kinshasa, 13.01.’09; Radio Okapi, 13.01.’09 5 Cf AFP - Nairobi, 14.01.’09 4 3 irritata per l'insistenza del CNDP sulla sua richiesta, ha sospeso così le discussioni e le ha rinviate all'indomani.6 Il 19 dicembre, l'ex presidente nigeriano, Olusegun Obasanjo, ha ripreso la direzione della mediazione. Nel corso della giornata, le due parti hanno dovuto adottare il regolamento di ordine interiore e le modalità pratiche delle discussioni di fondo. Una divergenza persiste ancora sulla partecipazione o no alle discussioni dei presidenti delle due camere del Parlamento congolese e dei rappresentanti della maggioranza presidenziale e dell'opposizione. Un'esigenza del CNDP che ne fa una condizione previa al dibattito sul cessate il fuoco. Posizione che la delegazione governativa continua a rigettare, pur rimettendosi alla decisione della mediazione.7 Il 20 dicembre, solo la delegazione governativa ha firmato l'atto di prolungamento della cessazione delle ostilità presentato dalla mediazione. Lo scopo di questo atto è di permettere la distribuzione dell'aiuto umanitario e di continuare i negoziati in un clima sopito. Il CNDP di Laurent Nkunda non ha firmato il documento e ha giustificato il suo rifiuto allegando che le sue posizioni sarebbero state attaccate dalle FARDC che avrebbero occupato delle posizioni da cui il Cndp si era ritirato anteriormente. Affermazioni che si sono rivelate senza fondamento, ha indicato la mediazione, dopo verifica presso almeno tre fonti, fra cui la Monuc. Per concludere il dibattito sulla forma, non resta che l'adozione dei termini di riferimento e la questione relativa alla partecipazione delle altre istituzioni nazionali come facilitatori od osservatori, come richiesto dal CNDP. Tuttavia, le due delegazioni hanno riaffermato la loro volontà di continuare il dialogo il 7 gennaio prossimo. Forse il tempo di permettere al CNDP che ha giocato molto spesso il ruolo del bambino viziato, secondo i termini di un analista, di essere un po' più responsabile.8 Il governo congolese ha accusato la ribellione di Laurent Nkunda di continuare a "inventare" nuove esigenze. "Nkunda è in pilotaggio automatico. La sua risposta è più strategica che politica", stima un esperto occidentale, sottolineando che oramai "tutte le opzioni sono possibili sul campo". "O Nkunda cerca di guadagnare tempo, o rifiuta di firmare un accordo, perché prevede già delle operazioni militari", stima un altro perito occidentale. "Con la ripresa della dinamica di normalizzazione dei rapporti tra Kinshasa e Kigali, il margine di manovra del CNDP si è ridotto considerevolmente", stima Forum des As, secondo cui "Nkunda si ritrova ormai isolato sul piano regionale".9 Il 24 dicembre, in una lettera inviata al segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, il capo della ribellione congolese, Laurent Nkunda, ha accusato le FARDC (Esercito nazionale della RDCongo) di violare il cessate il fuoco e di occupare le zone intorno all'aeroporto di Goma, da cui si era ritirato verso la fine di ottobre. Laurent Nkunda afferma che il nuovo dispiegamento delle truppe governative sulla linea del fronte a Kibati, vicino a Goma, ha ridotto ulteriormente la distanza tra i soldati governativi e i ribelli, distanza che sarebbe attualmente solamente di 150 metri. Ha quindi richiesto un intervento dell'ONU per ottenere un ritiro delle truppe dell'esercito congolese e ha 6 Cf AFP – Nairobi, 18.12.’08 ; Radio Okapi, 19.12.’08. Cf anche Joachim Diana G. - L'Avenir - Kinshasa, 27.12. '08: Laurent Nkunda non si impegnerà nella cessazione delle ostilità se non quando otterrà la revisione dell'articolo 78 della costituzione che stipula che il Primo ministro sia scelto tra la maggioranza parlamentare. Questa revisione, egli spera, gli aprirerebbe la via per diventare 1° ministro e, durante quel periodo, beneficiando dell'immunità, potrebbe sfuggire alla spada di Damocle che la giustizia internazionale sospende sulla sua testa. È la ragione principale dell'insistenza della delegazione del Cndp nel richiedere la presenza dei due presidenti del parlamento e una delegazione di deputati e senatori della maggioranza e dell'opposizione ai negoziati di Naïrobi. 7 Cf Radio Okapi, 20.12.’08 8 Cf Radio Okapi, 21.12. ’08. 9 Cf AFP - Kinshasa, 22.12.’08 4 proposto che la gestione e il controllo di questa zona evacuata siano riservati alla Monuc. Per Alan Doss, la Monuc non ha osservato nessun movimento delle FARDC (esercito governativo) nelle zone in questione, dalla proclamazione unilaterale del cessate il fuoco da parte di Laurent Nkunda, il 29 ottobre ultimo. L'appello di Nkunda interviene proprio quando il CNDP ha rifiutato di firmare una dichiarazione congiunta di cessazione delle ostilità coi rappresentanti del governo di Kinshasa nel corso delle trattative di pace che hanno luogo a Nairobi.10 Il 2 gennaio, la ribellione di Laurent Nkunda ha denunciato le "menzogne" dell'ONU in RDCongo e ha richiesto una verifica sulle linee del fronte da parte della mediazione, come preliminare alla ripresa dei negoziati col governo congolese, prevista il 7 gennaio a Nairobi. Il CNDP "esige che sia fatta luce" su una questione che giudica "di grande importanza": "la rioccupazione, da parte di unità della coalizione governativa (Fardc – Maï-Maï - Fdlr), delle zone da cui la ribellione si era disimpegnata, alla fine d'ottobre".11 Il rifiuto di firmare formalmente il cessate il fuoco da parte del CNDP e le sue accuse portate contro le FARDC di occupare le zone tampone fanno parte di una strategia per la ripresa dei combattimenti con il sostegno delle truppe ruandesi. I reclutamenti e i sequestri dei giovani a Kiwanja costituiscono già un primo serio indizio della ripresa dei combattimenti. Peraltro, il 22 dicembre, il comandante delle operazioni dell'esercito congolese nel Nord-Kivu, il colonnello Delphin Kahimbi, ha accusato il Ruanda di rinforzare la ribellione dell'ex-generale Laurent Nkunda, affermando: "Abbiamo delle informazione affidabili secondo cui l'esercito ruandese ha già raggruppato 8.500 uomini da mandare a Nkunda per attaccare Goma e le nostre posizioni nel Masisi". Forte di questo appoggio militare, Nkunda non si sente più interessato ai negoziati di Nairobi e le accuse portate contro le FARDC non sono che sotterfugi e non mirano che a distrarre l'attenzione dalle persone da nuovi preparativi militari. Di fronte alla sua ormai scomoda posizione sul piano politico e diplomatico, Nkunda intende giocare la carta militare, certo che con l'appoggio militare del Ruanda, potrà obbligare le Nazioni Unite e Kinshasa a discutere con lui in posizione di forza. In tal caso, l'Unione Europea avrà la sua parte di responsabilità morale e politica, per avere riservato una risposta negativa alla richiesta del segretario generale dell'ONU, Ban Ki Moon, sull'invio di una forza europea di interposizione.12 Crisi nel Cndp Il 5 gennaio, in un comunicato trasmesso alla radio BBC, l'Alto comando militare del Cndp, pilotato dal generale Bosco Ntaganda, ha dichiarato di avere destituito Laurent Nkunda dalla presidenza del movimento, accusandolo per cattiva gestione del movimento. Secondo il portavoce dell'Alto comando militare, Désiré Kamanzi, tutte le strutture del CNDP restano intatte fino a nuovo ordine. Questo annuncio interviene tre giorni prima della ripresa delle trattative tra il governo e la ribellione, prevista per il 7 gennaio a Nairobi. Fine ottobre, un "comunicato ufficiale" della ribellione che portava la firma del generale Ntaganda aveva annunciato la morte di Laurent Nkunda "per arresto cardiaco" e la sua sostituzione per lo stesso Ntaganda. Riportato da parecchi media, il documento si era rivelato essere un falso, e l'annuncio della morte di Nkunda una manipolazione i cui autori sono rimasti ancora sconosciuti. 10 Cf AFP - Kinshasa, 25.12.’08; Radio Okapi, 30.12.’08 Cf AFP – Kinshasa, 02.01.’09 12 Cf Le Potentiel – Kinshasa, 30.12.’08 ; AFP - Kinshasa, 22.12.’08; AFP - Kinshasa, 23.12.’08 11 5 Il generale Ntaganda è ricercato dalla Corte penale internazionale (CPI) che ha emesso un mandato di arresto contro di lui, particolarmente per arruolamento di bambini soldato nella provincia di Ituri (nord-est) nel 2002-2003.13 Il 6 gennaio, il portavoce militare del Cndp, il tenente-colonnello Séraphin Mirindi, ha messo in causa il capo di Stato Maggiore, Bosco Ntaganda, imputato di "alto tradimento", per avere tentato di destituire e sostituire il capo ribelle Laurent Nkunda. "Nulla è cambiato al CNDP, il chairman (presidente) è sempre Laurent Nkunda. Il movimento resta intatto, i suoi organi continuano a funzionare normalmente", ha assicurato, aggiungendo: "La dichiarazione di Bosco Ntaganda impegna solo lui, ma è una dichiarazione grave che deploriamo". Bosco Ntaganda risiede abitualmente nel territorio del Masisi, al nord-ovest di Goma, e cristallizza l'opposizione interna al generale Nkunda, basato nel territorio di Rutshuru, 60 km a nord di Goma. Il Suo tentativo di rovesciare il "chairman" Nkunda porta alla luce del giorno i dissensi in seno all'apparecchio militare tutsi, cuore del movimento ribelle del CNDP.14 L'8 gennaio, Bosco Ntaganda, che riafferma di avere destituito il suo capo Laurent Nkunda, auspicherebbe che le sue truppe partecipassero a lato degli eserciti congolesi e ruandesi all'operazione militare contro i ribelli hutu ruandesi nell'est della RDCongo. "Sostengo l'accordo firmato in dicembre tra i governi di Kinshasa e Ruanda", ha dichiarato alla stampa il generale Ntaganda. I due governi avevano firmato il 5 dicembre un piano militare congiunto per il disarmo delle milizie hutu ruandesi delle Forze democratiche di liberazione del Ruanda (FDLR) basate nell'est della RDCongo. "Era una delle nostre rivendicazioni. Questo accordo è stato firmato, è tempo che il CNDP possa partecipare a questa operazione", ha sottolineato il generale Ntaganda.15 Curiosamente, è lo stesso giorno in cui James Kabarebe, capo di Stato Maggiore ruandese, si è recato a Kinshasa, probabilmente nel quadro dei preparativi dell’operazione militare congiunta tra RDCongo e Rwanda contro le Fdlr.16 Il 13 gennaio, a Bwiza, nel territorio di Rutshuru, il generale Bosco Ntaganda ha istituito un comitato politico provvisorio del CNDP. I membri del comitato sono 12. La presidenza del comitato politico è assicurata da Kamanzi Désiré e Nzabirindanabara Déogratias, rispettivamente presidente e vicepresidente. Jean Munyampenda ne è il portavoce. Per Séraphin Mirindi, portavoce militare del CNDP di Nkunda, questa struttura non è riconosciuta dal CNDP che potrebbe considerare delle sanzioni nei confronti del generale Bosco Ntaganda.17 Désiré Kamanzi ha sottolineato: "Non accettiamo la delegazione mandata a Nairobi da Laurent Nkunda, né le risoluzioni che usciranno dai negoziati in corso. Vogliamo trattare ciò che riteniamo pertinente al Kivu, e non i contratti cinesi o le riforme istituzionali che non sono le nostre priorità".18 13 Cf Radio Okapi, 06.01.’09 Cf AFP – Goma, 06.01.’09 15 Cf AFP – Kabati, 08.01.’09 16 Cf J.-P. Mbelu - Le Potentiel – Kinshasa, 10.01.’09. Il Congo detto democratico è diventato uno strano stato: i boia dei suoi figli e delle sue figlie possono, senza nessun inizio di Giustizia riparatrice, tornare su quella terra dove non hanno fatto che spargere sangue innocente durante dodici lunghi anni, senza che ciò susciti alcuna indignazione. Dopo Kagame, James Kabarebe è uno degli attori maggiori della tragedia dei paesi dei Grandi Laghi. Come Rose Kabuye, è perseguito dalla Giustizia francese e dalla Giustizia spagnola. Che sia ritornato, indisturbato ed accolto, sul luogo dei suoi molteplici misfatti, ciò è preoccupante. 17 Cf Radio Okapi, 14.01.’09 18 Cf AFP - Kinshasa, 14.01.’09 14 6 Le negoziazioni di Nairobi III Il 7 gennaio, le trattative dirette tra la ribellione di Laurent Nkunda e il governo di Kinshasa sul conflitto nell'est della RDCongo sono riprese a Nairobi sotto la mediazione di Benjamin Mkapa, ex presidente tanzaniano. Le prime due sessioni delle trattative erano state sospese il 20 dicembre, senza che nessuna dichiarazione comune di cessazione delle ostilità fosse stata adottata. Benjamin Mkapa ha richiesto un accordo formale sulla cessazione delle ostilità, un accordo di cessate il fuoco o una tregua, tra le forze governative e la ribellione, in vista di un vertice regionale dei Capi di Stato dei paesi membri della Conferenza Internazionale sulla Regione dei Grandi Laghi (CIRGL) che dovrebbero riunirsi verso la metà di gennaio. Il rappresentante del governo congolese, Raymond Tshibanda, ha di nuovo rigettato la richiesta presentata dal Cndp di integrare i senatori e deputati alle trattative, affinché i rappresentanti del popolo siano informati del reale svolgimento dei negoziati. Raymond Tshibanda ha ricordato che “non è possibile che deputati e senatori firmino l’accordo, dal momento che ciò spetta elusivamente al governo che ne ha le prerogative costituzionali per farlo”. L'ala dissidente del Cndp, guidata oramai da Bosco Ntanganda, afferma di non riconoscere il mandato della delegazione inviata nella capitale keniana. Il suo portavoce, Désiré Kamanzi, afferma non solo che tale delegazione è stata mandata dal presidente destituito, ma anche che occorre innanzitutto avere delle discussioni interne sulle rivendicazioni prima di andare a Nairobi.19 Il 9 gennaio, il mediatore dell'ONU Olusegun Obasanjo, si è recato a Jomba dove ha incontrato il capo ribelle Laurent Nkunda. Secondo il tenente-colonnello Séraphin Mirindi, portavoce militare del CNDP, il colloquio ha ripreso due questioni: la partecipazione del Senato e dell'Assemblea Nazionale ai negoziati di Nairobi, come sollecitato dal CNDP e la situazione militare nei pressi della località di Kibati, a più di 10 chilometri a nord di Goma. Questa era stata abbandonata dal CNDP ma sarebbe attualmente, secondo il CDNP, occupata dalle FARDC. Il CNDP esige il ritiro dei militari FARDC da questa zona detta tampone. Dopo il colloquio, a proposito della prima questione, Laurent Nkunda ha affermato: "Obasanjo si intratterrà per telefono coi presidenti dell'Assemblea Nazionale e del Senato" e sulla seconda: "il mediatore dell'ONU ha detto che la Monuc si è fatta un’idea sbagliata sull'occupazione di Kibati, sulla linea del fronte e ha promesso una verifica".20 Il 13 gennaio, il commissario per la pace e la sicurezza dell'UA, Ramtane Lamamra, ha dichiarato che "una riunione di Capi di Stato sulla situazione nell'est della Repubblica democratica del Congo avrà luogo il 31 gennaio ad Addis Abeba, prima del vertice dell'UA". "Questa riunione è co-organizzata dall'UA e dalla Conferenza internazionale sulla regione dei Grandi Laghi africani (CIRGL), attualmente presieduta dal presidente keniano Mwai Kibaki", ha indicato. La scelta della data non è fortuita, in quanto dall'1 al 3 febbraio 2009 si terrà nella capitale etiope il vertice dell'Unione Africana.21 Quasi tutti i capi di stato africani saranno presenti e l'UA trasmetterà loro il dossier sulla RDCongo, che sarà stato esaminato anteriormente dai capi di stato dei paesi membri della Conferenza internazionale sulla regione dei Grandi Laghi. Si tratterrà di esaminare, al di là delle ribellioni rispettive, le questioni di fondo che sottendono alle ribellioni nel Kivu ed oppongono certi Stati della regione, particolarmente la RDCongo e il Ruanda. Rievocare i problemi di fondo riporta sul 19 Cf AFP - Nairobi, 07.01.’09 ; Reuters - Nairobi, 07.01.’09 ; Radio Okapi, 07.01.’09; Misna, 07.01.’09. Secondo ArthuroKappel, ricercatore ed analista dell'ONG Crisis Group, c'è rischio che i negoziati di Nairobi non arrivino alla cessazione delle ostilità sul luogo, perché la dissidenza, che ha il comando delle truppe, non riconosce il mandato della delegazione inviata da Laurent Nkunda. Arthur Kappel spiega: "Se la dissidenza, evidentemente, non riconosce il mandato dato a questa delegazione da Laurent Nkunda, si rischia di andare a Nairobi, di discutere, di firmare delle cose ma sul campo, le truppe del comandante militare, dispiegate sul posto, agiranno differentemente". 20 Cf AFP – Goma, 09.01.’09 21 Cf AFP - Addis Abeba, 13.01.’09 7 tappeto certe interrogativi. Si tratterà di dare al governo di Kinshasa tutti i mezzi per ristabilire la sua autorità sull'insieme del territorio nazionale, compreso il Rutshuru, attualmente sotto il controllo della ribellione del CNDP? Si dovrà esaminare, ancora una volta, il problema della protezione delle minoranze, l'entrata del CNDP al governo, l'integrazione dei suoi militari nelle FARDC, l'amnistia e, perché no? il Piano Herman Cohen che non è stato brandito a caso…? È un fatto che l'apertura politica ai membri del CNDP dovrebbe farsi senza toccare l'ordine costituzionale attuale. In quanto all'integrazione dei militari del CNDP nelle FARDC dovrebbe ubbidire alla stessa logica, per permettere alla RDCongo di dotarsi di un vero esercito nazionale e favorire la compenetrazione nazionale. Fra i vari interrogativi, c'è certamente il Piano Cohen che mira a rinforzare l'economia del Ruanda, dell'Uganda, del Kenya, della Tanzania e del Burundi a scapito dell'economia nazionale della RDCongo. Perché? Al di là di ogni aspetto del problema, c'è sempre lo spettro della balcanizzazione della RDCongo. Tutte le questioni di fondo girano intorno a questa ipotesi.22 Il 14 gennaio, le trattative sono state di nuovo sospese, senza che nessuno accordo comune di cessate il fuoco sia stato firmato, e riprenderanno il 25 gennaio. Il punto di intoppo sarebbe la modalità di applicazione del cessate il fuoco, tenuto conto della presunta scissione in seno al CNDP. Le due delegazioni, quella del governo e quella del Cndp-Nkunda, si sono lasciate alle 21h30, ora di Nairobi, senza alcuna conclusione dopo una lunga giornata di lavoro sulla finalizzazione di un testo sulla dichiarazione di cessazione delle ostilità. Secondo Olusegun Obasanjo, Laurent Nkunda ha posto come condizione preliminare alla firma della dichiarazione di cessazione delle ostilità il ritiro delle truppe governative da Kibati, nei pressi di Goma. Si è mostrato tuttavia più flessibile sulle sue precedenti esigenze, circa la partecipazione dei presidenti dell'Assemblea e del Senato al dialogo di Nairobi, in qualità di mediatori. D'altra parte, la scissione, non ancora confermata ufficialmente in seno al CNDP, minaccia seriamente il processo di negoziazione a Nairobi e il cammino di pacificazione nel Kivu. Invece di un solo interlocutore, Kinshasa rischia di ritrovarsi di fronte a due CNDP e di non sapere con quale negoziare. Infatti, il comando militare del CNDP, rappresentato da Bosco Ntaganda, dichiarando la destituzione di Laurent Nkunda dalla presidenza del movimento, ha affermato che la delegazione inviata a Nairobi dal presidente destituito non ha nessun mandato per impegnare il CNDP e ha confermato, di conseguenza, di non riconoscere le clausole e le conclusioni delle trattative in corso.23 La Comunità Internazionale Il 22 dicembre, con la risoluzione 1856 adottata all'unanimità, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha prorogato fino al 31 dicembre 2009 il mandato della Monuc e autorizzato il mantenimento del personale effettivo che potrà aumentare fino a 19.815 militari, 760 osservatori militari, 391 agenti di polizia e 1.050 membri di unità di mantenimento dell'ordine". La risoluzione chiede alla Monuc di accordare la priorità assoluta alla crisi dei Kivu, in particolare per ciò che riguarda la protezione dei civili. La risoluzione precisa e dettaglia il mandato della Monuc articolandolo intorno a quattro assi, per ordine di priorità decrescente: "protezione dei civili e del personale umanitario" (...), "disarmo e smobilitazione dei gruppi armati stranieri e congolesi", "formazione delle FARDC a sostegno della riforma del settore della sicurezza" e "mantenimento della sicurezza sul territorio della RDCongo". Il testo votato rinforza il mandato della Monuc, precisando che essa dovrà lavorare "in stretta cooperazione" col governo di Kinshasa e non solamente "portargli il suo sostegno". Per questo, la Monuc è incaricata di "dissuadere ogni tentativo di ricorso alla forza che potrebbe minacciare i processi di Goma e di Nairobi, in modo particolare da parte di ciascun gruppo armato, straniero o congolese". 22 23 Cf Le Potentiel – Kinshasa, 14.01.’09 Cf Radio Okapi, 15.01.’09; AFP - Nairobi, 16.01.’09; BBC Afrique 16.01.’09 8 La missione deve anche "verificare l'eventuale presenza di elementi militari stranieri nelle principali zone di instabilità" e "sorvegliare l'applicazione" dell'embargo sulle armi destinate alle molteplici milizie armate che imperversano nell'est del paese, embargo regolarmente violato . La risoluzione conferma che la Monuc è "autorizzata ad utilizzare tutti i mezzi necessari", comprese regole di impegno robusto, per la realizzazione dei suoi obiettivi. Inoltre, il Consiglio ha invitato i governi della regione a prendere delle misure efficaci per impedire l'appoggio transfrontaliero ad ogni gruppo armato illegale attivo nell'est della RDCongo. La risoluzione esorta i governi dei paesi della regione, particolarmente la RDCongo, il Ruanda, l'Uganda e il Burundi, a risolvere i loro problemi comuni di sicurezza e di frontiera e a prendere le misure adeguate per mettere fine al commercio illegale delle risorse naturali. Il Consiglio ha invitato tutti i gruppi armati a depositare immediatamente le armi e a presentarsi, senza condizioni, alle autorità congolesi e alla MONUC, per il loro disarmo, rimpatrio e/o reintegrazione. Il Consiglio di sicurezza ha condannato il traffico illegale delle armi in RDCongo e ha adottato una risoluzione distinta, la 1857, prolungando fino al 30 novembre 2009 l'embargo sulle armi per la RDCongo e le sanzioni (congelamento dei conti bancari e interdizione di viaggi all'estero) contro le persone accusate di ostacolare il processo di pace. L'embargo sulle armi concerne i gruppi armati che non fanno parte delle forze di sicurezza, governative o della Missione delle Nazioni Unite (MONUC) e le sanzioni riguardano coloro che violano l'embargo sulle armi, commettono violazioni dei diritti dell'uomo, impediscono il disarmo e la smobilitazione dei gruppi armati o sostengono questi ultimi attraverso lo sfruttamento illegale delle risorse naturali.24 Il 23 dicembre, il ministero degli Affari Esteri della Svezia ha annunciato di avere deciso di sospendere il suo aiuto bilaterale al governo del Ruanda, perché sostiene il gruppo ribelle di Laurent Nkunda. L'ultima aiuto era di 7,3 milioni di euro. La decisione del governo svedese segue quella del governo olandese, che aveva annunciato, l'11 dicembre, l'interruzione del versamento di un aiuto al bilancio del Ruanda di 3 milioni di euro, previsto per il 2008 e di 4 milioni di euro per il 2009. Tuttavia queste due decisioni non riguardano gli aiuti umanitari al Ruanda.25 Si tratta di un vero problema morale per i paesi occidentali che finanziano il Ruanda, tra cui particolarmente gli Stati Uniti di America e la Gran Bretagna. L'attrattiva che il regime di Kigali esercita su questi paesi, è che Kagame è un uomo di azione che avrebbe fatto uscire il suo paese dalla turbolenza. Ma come? Per la sicurezza (sic) del suo paese, Kagame non esita a trasportare la guerra in Rdcongo, fomentandovi delle ribellioni. La realtà è diversa da come la si è presentata finora. Le opinioni americane e britanniche ormai la stanno scoprendo. Così, se il "The Independent" può fare notare ai dirigenti britannici che è tempo di rivedere la loro politica ruandese, è perché le cose cominciano a muoversi. "Se Kagame non lascia Nkunda, dobbiamo dirgli che non lo finanzieremo più", può leggersi nell'edizione del lunedì 15 Dicembre 2008. Il collega rievoca la decisione del governo olandese e chiede alla Gran Bretagna di fare altrettanto. Non è un segreto per nessuno: Paul Kagame è il favorito di Londra, sin dal tempo dei ministri Clare Short e Lynda Chalker. Oggi, l'ex Primo ministro britannico, Tony Blair, è consigliere del presidente ruandese. Sostenere Kigali, è portare consapevolmente la responsabilità dei massacri che Nkunda sta commettendo in Rdcongo.26 La Società Civile Il 16 dicembre, un rapporto di Human Rights Watch indica che, dalla ripresa delle ostilità in agosto scorso nel Nord-Kivu, almeno 175 bambini-soldato sono stati reclutati con la forza, per servire in seno alle diverse truppe. Nelle località di Nyamilima e di Ishasha, per esempio, i 24 Cf AFP - New York (Nations Unies), 22.12.’08; Monuc – 23.12.’08 Cf AFP - Stockholm, 23.12.’08 26 Cf Joachim Diana G. - L’Avenir – Kinshasa, 17.12.’08 25 9 ricercatori di Human Rights Watch hanno visto almeno 30 bambini armati, di meno di 14 anni, che custodivano delle barriere o pattugliavano per le strade. Nello stesso rapporto, HRW dice di avere raccolto delle informazioni sugli stupri di donne commessi sia dai soldati dell'esercito congolese che dai combattenti del CNDP, delle FDLR e dei Maï-Maï. Di fronte a questa situazione, Human Rights Watch chiede al Consiglio di sicurezza dell'ONU di prendere in considerazione delle sanzioni supplementari contro le parti responsabili del reclutamento e dell'utilizzazione dei bambini-soldato e contro gli autori degli stupri e delle violenze sessuali.27 Fonti locali a Kiwanja, a 4 chilometri da Rutshuru centro, denunciano il sequestro dei giovani da parte del Cndp. Il movimento respinge queste affermazioni e parla piuttosto di adesioni massicce e volontarie registrate questi ultimi tempi in seno a questo movimento. Secondo Mwitinganisha, un agente del Cndp, un centinaio di persone sarebbe in formazione a Rumangabo. E queste persone sarebbero degli abitanti dei diversi villaggi che avrebbero aderito volontariamente al CNDP. Questa formazione organizzata a Rumangabo, precisa l'agente del movimento, mirerebbe l'inquadramento delle forze di autodifesa popolare in tutti i villaggi sotto controllo del CNDP, per lottare contro il banditismo e le incursioni dei Maï-Maï. Reagendo alle dichiarazioni del CNDP, che parla di una formazione delle forze di autodifesa, il ministro provinciale del Nord-Kivu incaricato della sicurezza e decentramento, Charles Kasereka Kalwahe, stima che è un modo come un altro per creare delle milizie. Egli spiega: "Dire che si sta dando loro una formazione di autodifesa popolare, è contro la Costituzione. Sono il corpo di polizia e l'esercito che hanno la responsabilità della sicurezza della popolazione del territorio. Chiedere ai civili di occuparsi della loro propria sicurezza è esattamente formare una milizia".28 Secondo una corrispondenza particolare proveniente da Rubare, territorio di Rutshuru, dei miliziani infiltrati del CNDP sarebbero entrati nella città di Goma, in piccoli gruppi e vestiti con tenute militari delle Fardc e della Polizia Nazionale congolese. La loro posizione avanzata si troverebbe a Kibumba. Come forza di appoggio, il CNDP conta oramai sui miliziani Hutu dei Falsi Pareco, una milizia di un capo tradizionale Hutu di Rutshuru, Paul Mali ni Kazi. In occasione di un'operazione di porta a porta a Rubare, il venerdì 19 dicembre 2008, a partire dalle ore 20, i giovani Hutu arrestati erano condotti a Rumangabo per un addestramento militare. Quelli delle tribù Nande e Hunde erano condotti sull'isoletta di Kirwa, da dove non sono mai usciti. Si sta precisando un riavvicinamento di Nkunda con gli Hutu. Secondo un'altra corrispondenza particolare proveniente da Nyamirima, territorio di Rutshuru, uno dei giovani che erano stati sequestrati dai miliziani del CNDP a Rubare, Territorio di Rutshuru, la sera del 13 dicembre ultimo e rimessi in libertà alcuni giorni dopo, ha riferito alla sua famiglia che il giorno della loro rimessa in libertà, un miliziano del CNDP aveva loro iniettato del sangue contenuto in un grosso flacone. Questa iniezione sospetta aveva avuto luogo nel campo militare di Rubare. Prima di effettuare degli esami medici, la paura della famiglia è che il CNDP abbia iniettato sul loro figlio del sangue contaminato dall'AIDS. Se gli esami medici confermassero questa ipotesi, l'iniezione del sangue contaminato dal virus del VIH-AIDS si aggiungerebbe così ai metodi di morte utilizzati dal CNDP di Nkunda, per decimare le popolazioni del Nord-Kivu.29 SUD KIVU Il 26 dicembre, il Centro di valutazione e di perizia delle materie minerarie (CEEC) ha iniziato una trafila aurifera nella provincia del Sud Kivu, affinché tutto l'oro prodotto possa contribuire oramai al rilancio economico della provincia e della intera RDCongo e non soltanto ad arricchire i 27 Cf Radio Okapi, 20.12.’08 Cf Radio Okapi, 29.12.’08 29 Cf Beni-Lubero Online – congoforum, 29.12.08 28 10 paesi vicini: il Ruanda, l'Uganda e il Burundi. Secondo l'Adg del CEEC, sono il Ruanda, l'Uganda e il Burundi che approfittano finora delle materie preziose prodotte in questa parte del paese, a scapito della RDCongo. Secondo una fonte locale, nel 2007 questi tre paesi hanno dichiarato sul mercato mondiale una produzione d’oro 20 volte maggiore di quella della RDCongo, quando essi non dispongono di tanti giacimenti auriferi come il Congo. È la conseguenza, secondo l'Adg del CEEC, delle esportazioni fraudolente da parte di commercianti congolesi verso questi tre paesi vicini. Per incoraggiare i commercianti ad agire legalmente, il CEEC ha annunciato la riduzione delle tasse che lo stato congolese impone ai commercianti e ai banchi di acquisto dell'oro. Per esempio, per aprire un banco di acquisto d'oro, la tassa è passata da 75 000 a 7 500 USD.30 È la cassiterite, od ossido di stagno, il minerale maggiormente esportato dal Rwanda nel corso del 2008. Lo ha annunciato il ministro di Stato per l’ambiente e il settore minerario, precisando che i proventi della vendita di cassiterite (circa 40 milioni di dollari) rappresentano il 45,9% delle entrate derivanti dall’intero settore minerario. Il Rwanda sostiene di avere grandi giacimenti di cassiterite sul proprio territorio, mentre in molti lo accusano di vendere, in realtà, il materiale prelevato illegalmente dalle miniere della zona di Walikale (nel Nord Kivu), un’area sotto controllo di movimenti armati non governativi.31 PROVINCIA ORIENTALE Il 14 dicembre, "le forze armate dell'Uganda (UPDF), della RDCongo (FARDC) e del Sud-Sudan (SPLA), hanno lanciato un'operazione militare congiunta contro i ribelli ugandesi dell'esercito di resistenza del signore (LRA) di Joseph Kony che hanno trovato rifugio, da alcuni anni, nelle foreste del parco Garamba, nel nord-est della RDCongo, vicino alla frontiera col Sud-Sudan. La LRA è attiva nel nord dell'Uganda, devastato da più di 20 anni da una delle guerre civili più lunghe e più brutali dell’Africa e che ha fatto decine di migliaia di morti e provocato lo spostamento di circa due milioni di persone. Un processo di pace era stato lanciato nel 2006 e, in aprile 2008, il governo ugandese aveva siglato un accordo di pace globale, ma Joseph Kony, ricercato dalla Corte penale internazionale (CPI), a più riprese, ha rifiutato di firmare, richiedendo l'annullamento preliminare dei mandati di arresto emessi contro di lui e i suoi principali tenenti. Il portavoce militare della Missione delle Nazioni unite in RDCongo (Monuc), il tenente-colonnello Jean-Paul Dietrich, ha affermato di essere stato informato dell'operazione militare congiunta, ma che l'ONU non vi partecipava. "La Monuc non è stata implicata nei preparativi dell'operazione, ma era stata informata dall'Uganda", ha egli dichiarato. Il 9 dicembre, Kampala aveva accusato Kinshasa di non fare niente per neutralizzare il capo ribelle, Joseph Kony.32 Il "nostro obiettivo è quello di annientare il Lra e di catturare Joseph Kony", ha scritto il giornale ugandese New Vision, riportando le dichiarazioni di un portavoce militare. "Vogliamo costringere Kony ad uscire dal suo nascondiglio e firmare l'accordo di pace", ha affermato da parte sua il ministro ugandese dell'interno, Ruhakana Rugunda, riferendosi ai negoziati iniziati nel luglio 2006 e che non sono mai stati portati a termine. Il capo della delegazione del Lra ai negoziati ha commentato gli ultimi avvenimenti, dichiarando che l'offensiva in corso non fa che aggravare la situazione e che non raggiungerà i risultati aspettati, in quanto Joseph Kony e i suoi uomini si trovavano tutti in un posto sicuro. Il vescovo della città di Gulu (Nord-Uganda), John Baptist 30 Cf Radio Okapi, 27.12.’08 Cf Misna, 02.01.’09 32 Cf AFP - Kampala, 14.12.’08 31 11 Odama, ha invitato alla moderazione e al dialogo, affermando: "Perderemo altre vite, senza che l'umanità ne tragga alcun profitto".33 I deputati del Gruppo parlamentari Acholi (Apg), in Uganda, hanno sollecitato la fine delle ostilità e il ritorno ad un processo di pace che stava per essere portato a termine. In occasione di una conferenza stampa, anche se hanno riconosciuto che la motivazione portata per giustificare l'offensiva è che Joseph Kony non ha ancora firmato gli accordi di pace, i deputati hanno però ricordato che anche il presidente Yoweri Museveni aveva esitato a firmare. Essi hanno affermato che "più del 99% dei combattenti Lra, senza parlare delle donne e dei bambini nati nella foresta, erano stati sequestrati e arruolati dalla ribellione, a causa dell'incapacità del governo ugandese ad assicurare la loro protezione. Attaccarli ora - hanno concluso - è un doppio crimine". In una dichiarazione al parlamento, il ministro ugandese della Difesa, Ruth Nankabirwa, ha chiesto a Joseph Kony di presentarsi a Rwikwangba per firmare l'accordo di pace. Questo invito è considerato da molti osservatori come un'iniziativa molto diversa rispetto all'offensiva militare in corso, la cui portata è ancora sconosciuta ma di natura tale da non favorire, certo, il processo di pace.34 Il 22 dicembre, la società civile di Dungu ha pubblicato una lista delle vittime delle atrocità commesse dai ribelli ugandesi del LRA, dopo gli avvenimenti del 17 settembre scorso in questo stesso territorio. Almeno 140 persone sono state uccise e altre 180 sequestrate.35 Secondo varie testimonianze di persone che sono riuscite a fuggire dai campi ribelli, nelle due principali basi della ribellione nelle vicinanze del villaggio di Duru ci sono almeno mille civili e la loro vita sarebbe in pericolo, a causa dei bombardamenti dell'aviazione ugandese che interviene su richiesta delle forze congolesi, appoggiandole nella loro operazione di distruzione delle basi del Lra. "La maggioranza di queste persone è costretta a coltivare dei campi per fornire ai ribelli i prodotti alimentari necessari. Sono ridotte praticamente in condizioni di schiavitù e costrette a lavorare anche di notte, con la luce di pile. Le ragazze sono vittime di abusi sessuali".36 L'offensiva militare condotta attualmente contro i ribelli del LRA ha seminato il panico fra i civili del nord dell'Uganda, molti dei quali, stanchi della guerra, sono ritornati nei campi per gli sfollati, per timore di rappresaglie da parte del LRA. Questi ultimi due anni, era ritornata una relativa calma nel nord dell'Uganda e le trattative di pace fra il governo e il LRA aveva permesso a delle centinaia di persone sfollate di ritornare ai loro villaggi, soprattutto nelle zone di Gulu, Amuru, Pader e Kitgum, nella sotto-regione di Acholi. Parecchi abitanti ugandesi hanno spiegato ad IRIN che questa nuova offensiva contro il LRA, lanciata il 14 dicembre, potrebbe costringere i ribelli a ritirarsi dalle loro basi nel parco nazionale del Garamba, in RDCongo, per ritornarein Uganda, dove potrebbero ricominciare a vendicarsi sui civili. "Ho sentito parlare dell'attacco su Radio Mega [una stazione di radio locale di Gulu]. Tutto il villaggio teme che, se i ribelli tornano in Uganda, ricominceranno a sequestrare i giovani e ad uccidere i civili", ha spiegato ad IRIN Otto Lam, di Amuru. Altre famiglie, i cui figli sono stati sequestrati dal LRA in RDC hanno detto di temere che vengano uccisi durante l'offensiva militare in corso. "Ero sconvolta quando ho appreso che riprendeva la guerra contro il LRA, perché due dei miei figli sono ancora sequestrati nelle mani dei ribelli in Congo. Mi spaventa il pensiero che possano rischiare di essere uccisi durante gli scontri", ha confidato Regina Otto di Koch Goma. "Le trattative di pace ci avevano dato speranza e anche se si 33 Cf Misna, 16.12.’08 Cf Misna, 17.12.’08 35 Cf Radio Okapi, 23.12.’08 36 Cf Misna, 17.12.’08 34 12 avesse avuto bisogno di molti anni per concluderle, si dovrebbe però continuarle, per salvare le donne e i bambini che sono ancora trattenuti come prigionieri dai ribelli".37 Il 29 dicembre, l'ufficio di coordinamento degli affari umanitari dell'ONU (Ocha) ha riferito in un rapporto che, nel periodo delle festività di Natale, 189 persone sono state assassinate dalla ribellione ugandese del LRA. "Il primo bilancio è molto pesante. Secondo le autorità locali, il 25 dicembre i ribelli avrebbero ucciso 40 persone nella località di Faradje. Il 26 e 27 dicembre, avrebbero attaccato la località di Doruma e il villaggio di Gurba, uccidendo 89 persone a Doruma e 60 persone a Gurba", precisa il rapporto, constatando che anche 120 case in zona sono state incendiate dai ribelli. Secondo la Caritas, gli attacchi del LRA, prima e dopo il Natale, hanno fatto circa 500 morti. Per la Caritas di Dungu-Doruma, almeno 150 persone sono state uccise a Faradje, 48 a Bangadi, 244 nella zona di Doruma e almeno 78 a Duru. Il LRA ha smentito le accuse di massacri e ne ha addossato la responsabilità sugli eserciti congolese, ugandese e sud-sudanese.38 Il 2 gennaio, il vice-governatore della Provincia Orientale, Joseph Bangakya, ha affermato che i ribelli ugandesi del LRA avrebbero subito "pesanti perdite" e che si starebbero dirigendo a piccoli gruppi verso il Centroafrica.39 NO ALLA GUERRA IN RDCONGO No alla violenza sulle donne e i bambini del Congo No alla violazione dei Diritti Umani in Congo UN SIT IN Per dire NO alla guerra in Congo e NO ad ogni tipo di guerra… SABATO 24/01/2009 – ORE 14 P.za San Marco (P.za Venezia) – ROMA TI ASPETTIAMO! Organizza: LA COMUNITÀ CONGOLESE IN ITALIA 37 Cf Irin – Gulu, Ouganda 25/12/2008 Cf AFP - Kinshasa, 29 et 30.12.’08 ; Misna, 31.12.’08 39 Cf AFP - Kinshasa, 02.01.’09 38 13