Ts - veicoli Terrestri e Sistemi di Trasporto
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Ts - veicoli Terrestri e Sistemi di Trasporto
Università degli Studi di Pisa Corso di Dottorato di Ricerca in Veicoli Terrestri e Sistemi di Trasporto Allievo: Francesco Bartaloni Studio della dinamica di scooter innovativi Sintesi della tesi Tutori: • Prof. Massimo Guiggiani • Ing. Francesco Frendo Introduzione La ricerca svolta durante il triennio di dottorato, ha affrontato lo studio della dinamica di un nuovo veicolo a tre ruote introdotto nel mercato da Piaggio & C. S.p.A. nell’anno 2006. Il veicolo, chiamato Mp3 (Fig. 1), presenta la particolare singolarità di avere due ruote anteriori che ne aumentano la stabilità di marcia, soprattutto su fondi stradali a bassa aderenza. Lo studio della dinamica di tale veicolo è doveroso: infatti mentre la dinamica dei motocicli convenzionali è già oggetto di studi approfonditi, questo non avviene per i veicoli innovativi a tre ruote come l’Mp3. Figura 1: Nuovo scooter a tre ruote Piaggio & C. S.p.A La caratterizzazione del comportamento dinamico del motociclo, è avvenuta mediante la costruzione di un modello a corpi rigidi (modello multibody) c sviluppato nell’ambiente di simulazione del codice MSC-ADAMS° , software dedicato allo studio della dinamica si sistemi multi-corpo. Lo studio della dinamica è stato svolto attraverso la simulazione di test, alcuni dei quali vengono regolarmente eseguiti per i motocicli convenzionali. In particolare si sono eseguite le simulazioni dei seguenti test: • prova al banco vibrante in modo da caratterizzare la dinamica verticale del mezzo; • test di handling, in cui sono state simulate alcune manovre standard. Inoltre, data la peculiarità del sistema anteriore basculante, si è eseguita un’analisi dello spostamento dei punti di contatto delle due ruote anteriori 1 in funzione dell’angolo di rollio e dell’angolo di sterzo. Nelle prove dove richiesto, si è sviluppato anche dei controllori in grado di guidare il veicolo su di un percorso prestabilito, implementando non solo una strategia in grado di evitare la caduta, ma anche un sistema di trazione capace di inseguire un profilo di velocità desiderato. I dati ottenuti dalle simulazioni sono stati comparati con quelli ottenuti da: c • un modello analitico sviluppato in ambiente Mathematica° ; • un modello di scooter convenzionale, in modo da mettere in luce le differenze con un motoscooter standard; • dati spermentali forniti da Piaggio & C. S.p.A.. Perchè due ruote anteriori? In un’analisi preliminare possiamo affermare che due ruote anteriori portano i seguenti benefici: • nell’usuale guida cittadina ci sono molti fattori che possono determinare la perdita dell’equilibrio di un motociclo: striscie bianche (specialmente se bagnate da pioggia), tombini, buche del manto stradale. Due ruote assicurano una minore probabilità che tali fattori avvengano contemporaneamente su entrambe. Quindi se una ruota perde aderenza, l’altra può assicurare ancora la stabilità del mezzo. • In accordo con la Magic Formula di Pacejka, il coefficiente di aderenza tra pneumatico e suolo, varia in funzione del carico verticale del pneumatico. Il coefficiente longitudinale può essere descritto attraverso la seguente formulazione: µx = pdx1 + pdx2 (Fz − Fz0 ) Fz0 Dove: – µx è il coefficiente di aderenza longitudinale del pneumatico; – Fz è il carico verticale del pneumatico; – Fz0 è il carico nominale di prova del pneumatico; – pdx1 e pdx2 sono parametri costanti sperimentali. 2 (1) 1.1 1.08 adhesion coefficient 1.06 1.04 1.02 1 0.98 0.96 0.94 200 400 600 800 1000 1200 1400 1600 Fz Figura 2: Coefficiente di aderenza longitudinale in funzione del carico verticale. Parametri: pdx1 = 1, pdx2 = −0.1, Fz0 = 1000N In particolare se il carico verticale aumenta, il coefficiente di aderenza diminuisce, poichè il parametro pdx2 è negativo. La figura 2 mostra il coefficiente di aderenza in funzione del carico verticale ottenuto con i parametri riferiti al pneumatico anteriore equipaggiato dall’Mp3. Le linee tratteggiate in figura fanno riferimento a due carichi verticali l’uno il doppio dell’altro. Considerando che ciascuna delle due ruote anteriori dell’Mp3 supportano un carico circa la metà di uno scooter convenzionale di pari categoria, appare evidente come si abbia un incremento del circa il 4-5%. Quindi l’anteriore ne guadagna in aderenza. Architettura sistema basculante La possibilità che ha Mp3 di essere guidato come un normale scooter deriva dall’innovativa architettura frontale (Fig. 3). Il sistema basculante, composto da corpi vincolati tra loro in modo da formare un quadrilatero articolato, permette a Mp3 di rollare come uno scooter convenzionale, e quindi può essere guidato senza stravolgere il normale stile la guida. La stessa architettura frontale ha integrato sia il sistema di sterzo, sia il sistema sospensivo di tipo a braccio spinto. Una particolare attenzione si è data allo studio di tale sistema. Si è infatti caratterizzato lo spostamento longitudinale dei punti di contatto tra pneumatico e suolo stradale, in funzione dell’angolo di rollio e dell’angolo di sterzo del mezzo. Il risultato ottenuto è che durante la percorrenza di una curva, il punto di contatto del pneumatico interno arretra, mentre l’esterno 3 Figura 3: Modello CAD della parte anteriore basculante avanza. Il risultato è molto interessante, infatti a causa della carreggiata dei due pneumatici anteriori, questi tenderebbero a lavorare con diversi angoli di deriva. Durante la percorrenza di un curva quindi, lo spostamento dei punti di contatto, fa in modo di diminuire tale differenza facendo lavorare i due pneumatici in una condizione più simile tra loro. Modello multibody sviluppato Per sviluppare il modello di veicolo ci si è avvalsi del’utilizzo del codice comc merciale MSC-ADAMS° : tale software è in grado di integrare le equazioni del moto del sistema che viene modellato nel suo ambiente. La Fig. 4 mostra il modello multibody sviluppato. Al fine di caratterizzare in modo più veritiero possibile la dinamica del veicolo, tutti i singoli componenti cercano di ricalcare le caratteristiche di quelli reali. Quindi, utilizzando i disegni CAD tridimensionali, si sono ottenute le caratteristiche sia geometriche che inerziali dei vari corpi. Anche le caratteristiche elastiche e di smorzamento delle sospensioni sono state ricavate direttamente da quelle reali e implementate direttamente nel modello. Una particolare attenzione è stata data alla modellazione dei pneumatici. c ADAMS° permette di descrivere le forze e i momenti che si generano tra terreno e pneumatico, tramite un modello matematico che prende il nome di MF-tire, derivato direttamente dalla più famosa Magic Formula di Pacejka. Il pneumatico viene descritto tramite una formulazione matematica 4 Figura 4: Modello multibody sviluppato in cui numerosi parametri devono essere ricavati sperimentalmente. Tale caratterizzazione è avvenuta tramite i laboratori del TNO Automotive. Modelli di pilota sviluppati Nelle prove in cui è stato necessario pilotare il mezzo, sono stati sviluppati due modelli di pilota virtuale. Indubbiamente ad un pilota è richiesto non solo di seguire un percorso predefinito, ma anche deve essere capace di inseguire un profilo di velocità desiderato. In particolare sono stati sviluppati dei controllori: • un controllore che agisce direttamente sullo sterzo tramite una coppia. • un controllore che agisce sullo sterzo controllando la velocità di sterzo. Pilota in coppia di sterzo Il primo controllore sviluppato permette di controllare la coppia applicata allo sterzo, avente la seguente espressione: Ts = K0 φ̈ + K1 φ̇ + K2 ∆φ + K3 ∆ψ + K4 ∆p dove: 5 (2) • φ̈ è l’accelerazione di rollio del veicolo; • φ̇ è la velocità di rollio del veicolo; • ∆φ è l’errore di rollio definito come la differenza tra l’angolo di rollio attuale del motociclo e l’angolo di rollio richiesto φd , calcolato secondo la seguente relazione: φd = arctan(u2 C/g) (3) dove u è la velocità longitudinale del mezzo, C è la curvatura del percorso, g l’accelerazione di gravità; • ∆ψ è l’errore di imbardata; • ∆p è l’errore di posizione. In particolare tale controllore riceve in ingresso un percorso, da questo, tramite una serie di operazioni, vengono ricavati gli errori di posizione, imbardata e rollio. La velocità longitudinale del mezzo è controllata tramite un sistema di forze applicata al mozzo posteriore, e del conseguente momento di trasporto, per mantenere l’equivalenza con il vero sistema di forze di trazione, applicato nell’impronta di contatto. Il pilota, a causa della sua complessità, è stato sviluppato in ambiente c c Matlab-Simulink° . ADAMS° , attraverso una propria interfaccia permette c ° di interfacciarsi con Matlab attraverso un apposito blocco di comunicazione. Una schermata del pilota è visibile in Fig. 5dove il blocco arancio è il blocco c di comunicazione tra ai due ambienti: durante una co-simulazione Admas° c ° si occupa dell’integrazione delle equazioni del moto, invece Matlab fornisce le variabili che servono al controllo del mezzo. Pilota in velocità di sterzo Il secondo controllore sviluppato controlla il veicolo attraverso l’imposizione della velocità di sterzo. Al manubrio viene applicata una velocità di sterzo avente la seguente espressione: δ̇ = −K1 (φ̃ − φ) + K2 φ̇ + K3 φ̈ Dove: • φ̃ è l’angolo di rollio desiderato; 6 (4) c Figura 5: Schermata del pilota sviluppato in ambiente Matlab° c c Figura 6: Schema dell’interfaccia di controllo tra Matlab° e ADAMS° 7 • φ̇ è la velocità di rollio del motociclo; • φ̈ è l’accelerazione di rollio del motociclo; • φ é l’angolo di rollio del motociclo; • K1 , K2 e K3 sono parametri positivi costanti. In particolare il controllore riceve in ingresso un profilo di rollio che deve essere inseguito: da qui, per ogni passo di integrazione, viene calcolato l’errore di rollio. Dalle equazioni di equilibrio in curva di un motociclo, è possibile ricavare la seguente relazione: µ 2 ¶ un C φ = arctan (5) g Dove: • φ è l’angolo di rollio del motociclo; • un è la velocità longitudinale; • C è la curvatura del percorso; • Rg è l’accelerazione di gravità. Quindi esiste una relazione univoca tra rollio e curvatura del percorso che il motociclo sta percorrendo. Sfruttando l’equazione appena introdotta è possibile quindi costruire una logica di controllo basata sull’errore di rollio. Tale pilota, molto più semplice del primo, è stato implementato direttac mente all’interno dell’ambiente ADAMS° . L’unico input di questa strategia di controllo è un profilo di rollio desiderato che il pilota insegue. Tale controllore è decisamente più semplice del primo, ma indubbiamente risulta essere di più facile gestione, specialmente nelle prove più semplici. Simulazioni eseguite Verranno ora presentate le simulazioni effettuate e i risultati ottenuti. 8 Figura 7: Prova al banco vibrante Prova al banco vibrante Tramite questa prova si è potuto valutare le forze di contatto tramite suolo e pneumatico durante la percorrenza di tratti di strada accidentati. In questa simulazione ogni ruota del veicolo viene posizionata su di un piatto che può traslare verticalmente ricreando un profilo stradale. In particolare si è simulata la percorrenza di tre profili reali (Figg. 9, 10 ): • un pavè ; • un fondo acciottolato; • l’attraversamento di tavolette quadrate. I profili prima di essere utilizzati, hanno subito un processo di filtraggio. Infatti il profilo della superfice stradale sulla quale rotolano le ruote, può contenere componenti spettrali di lunghezze d’onda relativamente piccole. Se la lunghezza d’onda è più piccola o comunque è confrontabile con il raggio della ruota, la geometria della ruota stessa costituisce un filtro al profilo stradale. Infatti, come si nota in Fig. 8, il punto di contatto C, in cui si considerano applicate le forze del terreno in tale prova, non segue fedelmente il profilo stradale, poichè il contatto tra terreno e pneumatico avviene in corrispondenza di un altro punto. Quindi, dato il profilo stradale e considerando la ruota rigida, si è calcolato lo spostamento verticale da applicare al punto C e quindi al piatto. Le variabili che sono state monitorate durante le prove sono state: 9 Figura 8: Superamento di uno scalino da parte di una ruota rigida Figura 9: Esempio dei profili di prova utilizzati nelle simulazioni • le forze verticali di contatto tra pneumatici e suolo. In particolare è stato possibile calcolare il valore RMS della loro variazione rispetto al carico statico; • l’accelerazione verticale di un punto posto in corrispondenza della sella, • lo spostamento verticale del punto sopra citato. I risultati ottenuti dall prove sono stai direttamente confrontati con dati spriementali e con quelli ottenuti dal modello analitico. Alcuni risultati sono mostrati nelle figure seguenti (Figg. 11, 12). In generale possiamo affermare che il modello riesce a descrivere in modo abbastanza fedele l’andamento dell forze di contatto: tale affermazione può essere fatta alla luce del confronto con i dati sperimentali. Inoltre il modello 10 Figura 10: Schema delle tavolette utilizzate nelle simulazioni 6 Multibody Analytical Vertical acceleration [m/s2] 4 2 0 −2 −4 −6 0.95 1 1.05 1.1 1.15 1.2 1.25 1.3 1.35 Time [s] Figura 11: Pavè. Accelerazione verticale del punto sella, velocità di prova 30 km/h 11 1.4 1500 Sperimental Multibody Analytical 1000 500 0 −500 −1000 0.6 0.65 0.7 0.75 0.8 Time [s] Figura 12: Tavolette. Forza verticale di contatto, velocità di prova 48 km/h matematico e modello multibody sono in buon accordo tra di loro. Confrontando i dati con quelli provenienti dalla percorrenza degli stessi profili con uno scooter tradizionale si è potuto osservare come, il sistema basculante, porti dei vantaggi in termini di RMS delle forze di contatto anteriori che risulta essere inferiore per Mp3. Simulazioni di handling La simulazione di handling, tramite l’esecuzione di manovre standard, permette di valutare paramenti fondamentali per la caratterizzazione della dinamica del veicolo. In particolare grandezze importanti sono: • le forze e i momenti scambiati tra suolo e pneumatico; • l’accelerazione laterale del veicolo; • l’angolo do sterzo del veicolo; • la coppia di sterzo; • l’angolo di rollio; • gli angoli di deriva dei pneumatici. Le manovre che si sono utilizzate per la caratterizzazione del mezzo sono state: 12 0.85 Figura 13: Andamento del rollio in funzione del tempo per la prova di steering pad: raggio 15m, velocità 30 km/h • steering pad, ovvero la percorrenza a velocità costante di un percorso circolare; • cambio di corsia; • inversione ad ”U”; • slalom tra birilli. Tutte le prove sopracitate sono state condotte a varie velocità longitudinali costanti. Indubbiamente tali prove permettono di avere un’ampia caratterizzazione della dinamica del mezzo, infatti è possibile studiare sia la marcia dal veicolo in condizioni stazionarie, come nel caso dello steering pad, sia in condizioni di forte transitorio come lo slalom tra i birilli. I dati ottenuti da tali prove sono stati sono stati direttamente confrontati con quelli derivanti da prove sperimentali: in questo modo è stato possibile avere una correlazione tra modello multibody e motociclo reale. Di tutte le simulazioni effettuate riportiamo a titolo di esempio, i risultati ottenuti dalla manovra di steering pad eseguito a una velocità di 30 km/h su di un percorso circolare di raggio 15 m. Una ulteriore analisi è stata la simulazione di perdita di aderenza da parte di una delle due ruote anteriori durante la percorrenza di una curva in condizioni di regime. In particolare si è simulata la rapida discesa del coefficiente di aderenza di uno dei pneumatici frontali. Il risultato ottenuto è che, dopo un breve transitorio, lo scooter si riporta sul percorso circolare che stava inseguendo prima della perdita di aderenza. Inoltre si può notare 13 Figura 14: Andamento dell’angolo di sterzo in funzione del tempo per la prova di steering pad: raggio 15 m, velocità 30 km/h Figura 15: Andamento della copia di sterzo in funzione del tempo per la prova di steering pad: raggio 15m, velocità 30 km/h 14 (Fig. 16) come la ruota che perde aderenza ha un calo della forza laterale, mentre l’altra compensa aumentando la sua forza laterale. Figura 16: Andamento delle forze laterali dei pneumatici anteriori in funzione del tempo per la prova di steering pad: raggio 20 m, velocità 30 km/h Conclusioni Con il lavoro presentato si è caratterizzato il comportamento dinamico del nuovo scooter a tre ruote Paiggio Mp3. In particolare dalle prove svolte si è potuto osservare che: • il nuovo scooter Mp3 permette di avere maggiore stabilità di marcia specialmente su fondi sconnessi o in improvvise perdite di aderenza. • il modello multibody sviluppato permette di simulare con sufficiente precisione la dinamica dello scooter Mp3. Tale affermazione è supportata dal notevole accordo con i dati sperimentali. • Il modello analitico ed il modello multibody sono in pieno accordo, quindi la validazione dei due modelli è avvenuta avvicendevolmente. I due modelli, come in un primo approccio è possibile pensare, non rappresentano la copia l’uno dell’altro, ma bensı̀ due strumenti con caratteristiche differenti fra loro. Infatti, in una visione globale del lavoro svolto, i due modelli hanno lavorato sinergicamente per ottenere i risultati ottenuti. 15