2011.05.30 LIBERO DI LEGGERE

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2011.05.30 LIBERO DI LEGGERE
lunedì 30 maggio 2011
Libero di leggere
laRegioneTicino
18
a cura di Orazio Dotta e Velia Chiesa
L’incipit ‘In un tempo lontano, prima che la storia marciasse per le colline e annientasse presente e futuro, prima che il vento
afferrasse la terra per un angolo e le scrollasse via nome e identità, prima della nascita di Amal, un paesino a est di Haifa
viveva tranquillo di fichi e olive, di frontiere aperte e di sole’
Per i più grandi
Per i più piccoli
Tutto per amore di Catherine Dunne, Guanda,
358 p. – Julia Seymour, medico in pensione, da
tempo sta preparando scrupolosamente la sua sparizione: un trolley, uno zainetto di tela, la borsa del
computer saranno i suoi compagni di viaggio. Il
motivo di questa decisione è misterioso. William,
scrittore di gialli, è il suo fidanzato. La scomparsa
lo tormenta. Abituato a decifrare e creare misteri è
sicuro che la regina bianca posizionata su un riquadro nero della scacchiera, sia un messaggio lasciato appositamente da Julia per lui. La narrazione scorre su due binari. Sul primo c’è il fidanzato impegnato nelle ricerche e nel contattare le amiche della scomparsa per capire dove possa essere andata e
per quali ragioni. Sul secondo c’è Julia e il suo viaggio che da Dublino la condurrà a Londra e poi in India. Due percorsi che faranno affiorare i motivi alla base dell’improvvisa partenza. Un romanzo fatto
di amicizie femminili, di amore e di una scelta dolorosa.
Pilotto di Nicola Cinquetti, Ed. Rizzoli, dai 7
anni – Pilotto nasce una mattina per caso. Non
somiglia a nessun’altra creatura del bosco: sembra una patata, ma ha braccia e gambe, e ha occhi
per ammirare la bellezza della natura, orecchie
per emozionarsi al canto della cinciallegra, un
cuore che ha bisogno di un amico. La prima cosa che Pilotto trova
è una casa nella quale sentirsi protetto: ma non basta. Solo l’arrivo
di Riccio mette fine alla sua solitudine. Comincia con lui un viaggio alla scoperta del bosco e della loro sorprendente amicizia. Con
un nemico da affrontare insieme: il terribile Cinghialozzo. Un racconto che riporta in primo piano la fiaba come modello narrativo
per eccellenza, in grado di catturare l’attenzione dei bambini.
Il tempo delle donne di Elena Cizova, Mondadori, 230 p. – Il romanzo apre una finestra sulla
condizione della donna nella Russia del secolo
scorso. È ambientato negli anni Sessanta a Leningrado in una società permeata di paura e sospetto. Antonia è una giovane operaia trasferitasi in
città per lavorare. Rimasta incinta e sola trova il
sostegno di tre anziane donne con cui va a convivere. Saranno loro ad occuparsi della piccola cercando di salvarla, una volta rimasta orfana, dall’internamento in un istituto e dalle difficoltà imposte dalle condizioni di vita dell’epoca. Il racconto delle esperienze di queste ‘nonne adottive’, permette un viaggio nel passato e nella memoria di un Paese che ha subito nel corso della sua
storia importanti cambiamenti. L’autrice in un’intervista ha dichiarato: «Da noi erano tutti schiavi dello Stato, uomini e donne.
Le russe non dovevano lottare contro gli uomini che le schiavizzavano, ma con gli uomini contro il regime, come hanno fatto le dissidenti. Il femminismo all’occidentale per noi resta un lusso».
Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve di Jonas Jonasson, Bompiani, 446 p. –
Jonas Jonasson vive in Ticino, a Ponte Tresa. Il
suo romanzo ha venduto oltre 1 milione di copie
in Svezia ed è stato tradotto in più di trenta Paesi.
Il protagonista è Allan Karlsson giunto alla soglia
dei cento anni. Nella casa di riposo in cui vive, diretta dalla scorbutica Alice Englund, ci si prepara ai festeggiamenti. Allan, però, è di altro avviso
e decide di andarsene alla chetichella. Alla stazione degli autobus incontra uno strano individuo
che gli chiede di custodire per un momento la sua valigia. Allan, che
ha l’impellenza di seminare la direttrice, sale sul bus portandosi appresso la valigia. Il giovane, che in realtà è un incallito delinquente, è
intenzionato con ogni mezzo a rientrare in possesso del maltolto. Il
vecchietto, nel frattempo, incontra un settantenne che gli offre rifugio. Riuscirà il giovane a sopraffare i due attempati personaggi?
Carta straccia: il potere inutile dei giornalisti di Gianpaolo
Pansa, Rizzoli, 423 p. – Il noto e disincantato giornalista Gianpaolo Pansa, grazie ai suoi cinquant’anni d’esperienza lavorativa, si è costruito un importante bagaglio di conoscenze e ha imparato a decifrare i complessi meccanismi che governano la professione. Con Carta straccia racconta, dal suo punto di vista libero da appartenenze, atti e misfatti del giornalismo italiano contemporaneo. Nel primo capitolo introduttivo scrive: ‘‘(…) non è
un saggio sui mass media, una specialità noiosa che lascio volentieri ai tanti professori delle scuole di giornalismo. Questo è un
libraccio molto personale, zeppo di ricordi, di personaggi, di situazioni. Tutta merce spacciata alla buona, quasi sempre in
modo sornione e allegro. Ma con un bel po’ di pagine toste, scritte all’arma bianca, da vera carogna’’.
3096 giorni di Natascha Kampusch,
Bompiani, 295 p. – «Nel primo periodo
della mia prigionia, speravo ancora ogni
giorno, ogni ora, che la porta si aprisse e
qualcuno arrivasse a salvarmi. La fiducia che nessuno avrebbe permesso che
sparissi così, nel nulla, mi sostenne durante le ore infinite trascorse in cantina.
Ma i giorni passavano e non venne nessuno. A parte il rapitore». Queste drammatiche parole sono di Natascha Kampusch che nel 1998, all’età di dieci anni,
fu rapita e segregata da Wolfgang Priklopil. La sua straziante prigionia è durata otto anni. Nel libro Natascha ripercorre questo
interminabile periodo raccontando la sua vicenda, le vessazioni
subite e come abbia imparato a convivere con l’orrore.
La stella di Ratner di Don Delillo, Einaudi,
479 p.– Il romanzo, diviso in due parti e con
una struttura piuttosto complessa, è la prima
edizione italiana di Ratner’s Star uscito nel
1976. Al centro della vicenda c’è Billy Twillig,
un bambino prodigio grande esperto di matematica, tanto che a soli 14 anni è già Premio
Nobel. Il ragazzo viene condotto in una località segreta dell’Asia centrale in un centro di
ricerca che racchiude i migliori scienziati del
globo. Si trovano lì perché impegnati nel tentativo di raggiungere
‘la conoscenza’ del mondo e della natura umana. A Twillig sarà
chiesto di provare a decifrare un segnale radio, emesso da una lontana stella, che potrebbe racchiudere importanti informazioni sullo stato dell’universo e sulla sua evoluzione. Nel farlo dovrà fare i
conti con il desiderio di affermazione dei suoi colleghi.
Il drammatico destino
di un popolo
«Sei morti al confine con il Libano, dieci alla frontiera con la Siria. È il bilancio non ancora definitivo fornito da fonti mediche e
militari, degli scontri tra esercito israeliano e rifugiati palestinesi
che manifestavano per il Naqba Day, il ‘Giorno della Catastrofe’,
così ricordato dagli arabi per la proclamazione dell'indipendenza
di Israele nel 1948 e la conseguente espulsione di 700 mila palestinesi da quella terra (…).»
Il testo sopracitato è l’incipit di un articolo apparso sul ‘Corriere
della Sera’, lo scorso 15 maggio. In esso si evidenziano il dolore, il
senso di ingiustizia, e il dramma che un intero popolo si porta sulle
spalle da ben 63 anni. La creazione dello Stato di Israele nel 1948 si è
portata appresso drammi umani incredibili che si tramandano di
generazione in generazione. Quali sono le profonde ferite che albergano nell’intimo dei palestinesi, da quali antri di disperazione escono i terroristi pronti, ancora oggi, a immolarsi per una causa ritenuta più alta della vita stessa, dove porterà questo odio reciproco? Sono
domande lancinanti alle quali noi occidentali possiamo dare risposte dettate dalla storia di queste tormentate terre e dalle nostre convinzioni personali. Le chiavi di lettura sono molteplici e, soprattutto, complesse. Molto complesse.
La scrittrice araba Susan Abulhawa, con il suo toccante ed emozionante romanzo Ogni mattina a Jenin, appena uscito da Feltrinelli, ci offre l’opportunità di addentrarci nelle viscere della storia che
contraddistingue il drammatico e infinito conflitto israelo-palestinese. La lettura del romanzo, evidentemente di parte, ha il pregio di immergere il lettore nei sentimenti e nelle tradizioni del popolo palestinese offrendo spunti di riflessione illuminanti che portano in superficie soprusi, violenze e totale insensibilità verso le tradizioni e il
passato di un intero popolo. L’autrice, il cui volume è già stato pubblicato in una versione differente nel 2006 da Sperling & Kupfer con il titolo Nel segno di David, prima di trasferirsi in America, dove si è laureata in Scienze biomediche, ha vissuto i suoi primi anni di vita in
un orfanotrofio di Gerusalemme e ha fondato l’associazione Playgrounds for Palestine in favore dei bambini dei territori occupati.
In un’intervista raccolta da Guido Caldiron su ‘Liberazione’,
Abulhawa ha dichiarato: «Si è cercato di cancellare la nostra storia
che però continua a fluire fino ad oggi. La società palestinese è stata distrutta sia dall’occupazione militare che dall’interno, nel senso che si è
cercato anche di distruggere la cultura e le istituzioni dei palestinesi.
Ma, malgrado tutto ciò il popolo palestinese continua la sua resistenza attraverso tante forme, tra loro anche molto differenti. Personalmente credo che la forma di resistenza più forte sia la stessa scelta di
continuare a vivere lì, il cercare di costruirsi giorno dopo giorno una
condizione ‘normale’ di esistenza in una situazione drammatica, terribile: andare a scuola, lavorare, vivere quotidianamente in mezzo
alla violenza e al dolore. In una situazione del genere ciascuno cerca il
suo modo per resistere; il mio è quello di occuparmi dei progetti per i
bambini palestinesi e scrivere romanzi».
Il libro si situa a metà strada tra la saga familiare e il racconto storico. Le angoscianti vicende della famiglia Abulheja, della giovane
Amal e dei suoi fratelli, sono raccontate seguendo l’evolversi di ben
quattro generazioni sull’arco di sessant’anni. Si intrecciano con gli
incresciosi avvenimenti bellici che hanno sconvolto questa parte di
mondo. I personaggi che il lettore impara a conoscere ed amare contribuiscono a dare un senso al profondo dolore al quale sono confrontati. Un dolore incarnato nell’anima, un dolore che a volte prende allo stomaco chi legge non potendo fare a meno di immedesimarsi nelle loro vicende. L’autrice ci fa conoscere un paese dapprima in
pace con se stesso, radicato nelle sue tradizioni, nei suoi gesti quotidiani, nei rapporti tra famiglie che dedicano la loro vita alla raccolta delle olive. In seguito ci presenta lo squarcio di una ferita viva e
mai rimarginata che l’invasione israeliana ha prodotto trascinando
queste popolazioni in campi profughi, come quello di Jemin, in cui
la vita smarrisce ogni valore conosciuto fino a quel momento. La famiglia Abulheja perderà ogni cosa e nel tempo sarà anche parzialmente distrutta, ma manterrà sempre una grande dignità, una
grande forza di volontà e di riscatto e un’impressionante voglia di rivalsa. Lo studio, l’amore, l’amicizia saranno valori che pur tra mille
difficoltà non potranno mai essere distrutti da nessuna bomba, da
nessun atto violento, perché la dignità dell’uomo è più forte degli
eventi stessi. Le strade dei fratelli Abulheja si separeranno e si incroceranno tragicamente, per forza di cose, transitando dalla Palestina, dal Libano, dall’America. Tra i vari drammi raccontati uno è
emblematico e agghiacciante. Moshe, un militare israeliano, estorce
dalle braccia della madre di Amal, in fuga dai bombardamenti, il
fratellino ancora in fasce. Il bimbo, nascosto nello zaino del soldato,
verrà condotto alla moglie rimasta sterile a causa delle sevizie impostele dai nazisti. La donna lo alleverà con il nome di David. Il ragazzo diventerà un militare dell’esercito di Israele e, inconsapevole,
parteciperà alla sottomissione del suo stesso popolo: «Il volto della
donna araba e il suo grido, ‘Ibni, ibni’, avrebbero tormentato Moshe
per anni e le atrocità che aveva commesso non gli avrebbero dato pace
fino alla morte».
Ogni mattina a Jenin è una storia densa, commovente, lacerante
e al tempo stesso esplicativa, da qualsiasi parte si voglia stare o parteggiare; è una storia in cui il coraggio delle donne è pari, se non superiore, a quello degli uomini; è una storia cosparsa di nefandezze,
di dolore, di guerra, di lutti, ma anche di grandi amori, di matrimoni, di gravidanze, di amicizie e di profondo orgoglio e senso di appartenenza.
ORAZIO DOTTA
7+ 7 + 7 Tre storie lunghe una settimana di Lodovica Cima, Ed. Rizzol, dai 7 anni – Lucia e le sue
vacanze. Le prime col papà, in un viaggio emozionante in motocicletta, tra imprevisti e incontri insoliti. Le seconde a Parigi, a casa degli zii e dei cuginetti, per la prima volta da sola, alla scoperta della Tour
Eiffel, del Louvre e del Centre Pompidou. Ma anche
del cibo e dei modi di dire francesi. E le terze... Tre
settimane per gonfiare di racconti il diario, insostituibile compagno di Lucia. Tre storie in forma di
diario dedicate ai bambini delle prime classi elementari. Una lettura
semplice, in cui identificarsi, ideale per le vacanze estive. Uno stimolo a leggere ma anche a scrivere e raccontare in prima persona.
Nuvoloni su Via del Bombo - Una strada normale dove accadono fatti straordinari di Tore Aune, Ed. Salani, dai 10 anni –
Emma ha dodici anni, e la sua famiglia ha appena traslocato in una
bella casa in Via del Bombo. Sente un po’ la nostalgia dei vecchi
compagni di giochi, ma il luogo è accogliente ed Emma stringe subito amicizia con il coetaneo Fredrik. Nel vicinato abitano personaggi bizzarri e sinistri: la vecchina della porta accanto, che sporge
la testa dall’uscio per spiare Emma; il Ronfone, che tutto il quartiere sente russare; la Signora delle Api, con le sue arnie di insetti assassini. Svariate tracce indicano inoltre che nel quartiere si nascondono probabilmente un rapinatore di banche, ed Emma sospetta che
si tratti proprio del Ronfone. La signora Weimer, la sorella del Ronfone, una vecchietta dedita alla coltivazione di piante in serra e appassionata viaggiatrice. I due ragazzini combineranno un sacco di pasticci nella sua serra,
ma alla fine arriveranno a smascherare il
vero rapinatore, personaggio al di sopra di
ogni sospetto. Sotto un’avventura tinta di
giallo emerge il tema del confronto con l’altro, con il diverso, lo strano. E la scoperta che
le apparenze, spesso, ingannano.
Dio, l’uomo, la donna e il gatto di Jutta Richter, Ed. Salani, dagli 11 anni – Il vecchio Adamo, stanco da non trovare sonno, a volte parla con la luna. Accanto a un cespuglio di rose selvatiche, accanto alla tomba di Abele, Adamo cerca riposo. In una notte ha perso due figli: resta una casa vuota e una moglie ammutolita dal dolore. È il gatto, saggio e sornione, unico suo confidente a raccontare
la vicenda. Adamo straziato soffre. E la mela non c’entra, quella sarebbe una sciocchezza; rinchiuso nel suo dolore ripensa alle parole
del Signore, e al senso totalmente diverso della sua colpa. Come altre volte Lui era tornato: ha chiamato, ma lui non ha risposto, anzi,
alla sua vista si è nascosto, quasi fosse un ladro da temere: «Guardami Adamo, non ripeterò quello che ho da dirti. Voglio che tu capisca cosa è successo questa notte. Mi hai sempre accolto con gioia, mi
salutavi come si saluta un amico. Credevo che la nostra amicizia fosse indissolubile…». Ecco, la paura è stata la colpa! E lo invita ad allontanarsi. Con lui una donna, un cane e un gatto si avviano per un
lungo viaggio. E niente è più come prima.
Univerzoo - Le avventure spaziali di Sam Colam e del professor
Pico Pane di Pino Pace, Ed. Giralangolo, dai 9/10 anni – Erano
anni che il professor Pico Pane, zoologo, biologo, astronomo e un
mucchio di altre cose, cercava di provare l’esistenza di animali strani e mai visti. Per finanziare le sue ricerche s’era giocato tutto. Ma
nessuno se lo filava. Una vita donata alla scienza, ma la scienza non
ne voleva sapere. In compagnia del fidato assistente Sam Colem e il
prezioso aiuto di Bart, l’inventore decide di partire verso lo spazio.
L’astronave Guendalina, una volta fatta, dopo qualche normale peripezia, parte sparata verso un universo pieno di meraviglie e incognite. Bene, tutto quello che segue è il quaderno originale dei disegni e delle note di Sam Colam, scritte su
carta di fortuna, la poca sopravvissuta al
motore a inversione. È l’unico documento
autentico del primo viaggio interstellare
dell’umanità. Se hanno trovato animali
nello spazio? Certamente: ben quindici. E
incredibili!
Bettina Tacchina e la danza del pavone di Gionata Bernasconi, Ed. Einaudi Ragazzi, dai 6 anni – Bettina è una giovane
tacchina ruspante con una piccola coda grigia perennemente
spennacchiata. Niente a che vedere con Vanessa, una faraona talmente bella da sembrare dipinta da un’artista. Roberta, Alberta e
Gilberta completano l’allegra combriccola del pollaio. Unico maschio della compagnia è Gino il tacchino, con una coda altrettanto spennacchiata, che con il suo collo storto non è certo una bellezza! Tutto sembra normale fino all’arrivo di Filippo il pavone;
uno di un’altra specie! Forti della loro bellezza, Filippo e Vanessa
tirano un brutto scherzo all’ingenua Bettina facendole credere
che con qualche piccolo accorgimento potrebbe diventare altrettanto bella. Un bell’inganno da parte di Vanessa, proprio a Bettina che la ritiene la sua più cara amica... L’incontro con un lupo
feroce e affamato, e con una volpe furba ma spaventatissima a
suon di malintesi, salverà la situazione. Un libro per dire che «la
bellezza va colta nello sguardo degli altri». E se a dirlo è Vanessa!