La “tutelle” delle scuole domenicane in Francia

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La “tutelle” delle scuole domenicane in Francia
IL
CARISMA NEL TEMPO
La “tutelle” delle scuole
domenicane in Francia
Spieghiamo che cos’è e come si configura. Le sue basi giuridiche. Lo spirito che
la caratterizza. Come funziona in pratica. Diritti e doveri del capo di istituto. La
partecipazione alla vita dell’Associazione educativa domenicana. Continuare
l’opera di San Domenico. L’esperienza del San Tommaso d’Aquino di S. Jean de
Luz (Francia).
Jacques Hourcaillou, direttore del S. Tommaso d’Aquino di S. Jean de Luz (Francia)
(testo originale in francese)
N
el momento in cui la nostra Congregazione sta
vivendo trasformazioni storiche,
in cui il carico delle scuole viene
trasmesso ad altri responsabili
poiché le ultime fondatrici e
pioniere si apprestano a passare
il testimone, appare opportuno
fare il punto sul servizio della
“tutelle” in Francia.
Che cos’è la “tutelle” di una
scuola cattolica?
Basi giuridiche: i canoni da 800 a
806 del Codice di Diritto Canonico designano il Vescovo quale
responsabile dell’Insegnamento
Cattolico nella sua diocesi. Il Vescovo dà mandato di “tutelle”
ad autorità diocesane o di Congregazione che si fanno garanti
davanti a lui dell’autenticità
evangelica del progetto educativo e della sua messa in atto
nelle istituzioni che dipendono
dalla sua responsabilità pastorale. La “tutelle” si esercita sotto
la sua responsabilità attraverso
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le Superiori Maggiori della Congregazione, assistite dal Consiglio della Congregazione, nel rispetto dei documenti ecclesiastici, in particolare della Dichiarazione del Concilio Vaticano II
sull’educazione cristiana “Gravissimum Educationis”, le Di-
chiarazioni della Congregazione
Romana per l’Educazione Cattolica, le dichiarazioni della Conferenza episcopale francese e il
Codice di Diritto Canonico (da
793 a 806).
Qual è il servizio che ci si aspet-
Sr. Paule, con l’équipe educativa e il personale dell’Istituto S. Tommaso d’Aquino (di S. Jean de
Luz, Francia), nel giorno del rientro dalle vacanze nel 2010
L’insegnamento come via alla scoperta della
verità nella libertà è stato uno dei primi sogni
di Madre Gérine Fabre, fondatrice della nostra Famiglia religiosa
ta dalla “tutelle”?
Secondo l’articolo 17 dello Statuto dell’Insegnamento Cattolico Francese “la tutelle” contribuisce a conservare il dinamismo delle istituzioni secondo la
loro particolare ispirazione. Essa
fornisce al Responsabile dell’Istituzione orientamenti generali, gli offre il sostegno al quale
ha diritto e con lui fa le necessarie valutazioni”.
Dunque il suo ruolo non è soltanto di assicurare il carattere
proprio dell’insegnamento religioso, ma la trasmissione del carisma dei suoi fondatori.
La “tutelle” - intesa come autorità mandante - sceglie e nomina un responsabile di istituto, gli
affida una missione che si concretizza con una “lettera di missione”, che serve da base e da
guida alle sue azioni e permette
la valutazione di essa. Il responsabile di “tutelle” deve essere
anche consultato per il licenziamento o l’eventuale mantenimento di un capo di Istituto.
A riguardo delle comunità educative in relazione alla propria
Congregazione, la “tutelle” suscita una riflessione sull’originalità del suo apporto in relazione
alla sua missione educativa e sugli orientamenti che ne derivano. Essa assicura regolarmente
in seno all’Istituto scolastico “visite di tutelle” destinate a stabilire la condizione dei luoghi
ascoltando le persone e guardando il funzionamento con la
benevolenza necessaria a mantenere uno sguardo lucido e costruttivo, alla scopo di rivedere
con il responsabile le evoluzioni
necessarie espresse in una lettera di missione aggiornata.
Dopo questa esposizione teorica, conviene tradurre in termini
concreti le incidenze di queste
disposizioni per una Congregazione come per un Istituto.
Il funzionamento: la “tutelle”
sceglie e nomina il capo di Istituto, essa lo incontra regolarmente per fare il punto, per
ascoltarlo poiché egli deve potersi affidare.
Confidenza, ascolto, comprensione sono necessarie da entrambe le parti. La valutazione
ha un’incidenza sull’azione condotta, sulla rotta da seguire, sulla politica generale e sullo spiri-
to dell’istituzione, ma anche direttamente sullo stipendio del
capo di Istituto. La presenza ai
Consigli di amministrazione, di
pastorale, di Istituto, alla festa
della scuola, al rientro dalle ferie
dei professori, a una inaugurazione o a un tempo forte, sono
mezzi per manifestare confidenza ai membri della comunità
educativa e per ricordare che la
missione di ordine superiore dà
un senso anche alla banalità del
quotidiano. La “tutelle” può
rappacificare un conflitto, orientare una politica, favorire un certo clima, portare un sorriso, essere segno evangelico, dunque.
Lo spirito: la questione dell’appartenenza ad una Congregazione domenicana è fondamentale per noi. È una fierezza. I valori della Verità, della Libertà e
della gioia ci sostengono. In
qualche modo noi portiamo il
“soffio” delle suore che hanno
fondato il nostro istituto, il loro
entusiasmo, la loro fatica, le loro
preghiere, le loro intelligenze, il
loro amore per i giovani, la loro
passione educativa. Ci sembra
così bello, così nobile, così degno educare i “ragazzi” di Dio
per farne “uomini e donne in
piedi” come diceva Paul Malartre, vecchio Segretario Generale
dell’Insegnamento Cattolico in
Una cena alla comunità “Fé y Alegria”, comunità laica del Perù aiutata dall’Istituto di S.
Jean de Luz
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Due immagini della scuola in Pakistan per la
quale si impegna l’Istituto “S. Tommaso
d’Aquino”
Francia. Le scuole sono “Corpi
di speranza”. È così esaltante
accompagnare i giovani nella
preparazione della loro missione sulla terra, aiutare ciascuno
di essi a diventare se stesso, essere unico, meraviglioso, non
sostituibile. E di farlo puntando
su quello che i domenicani offrono di profondamente originale nel loro carisma, contemplare
e trasmettere la Parola: come diceva Santa Caterina da Siena,
l’Ufficio di San Domenico fu
quello del Verbo. A noi tocca di
assicurarne l’eredità feconda
cercando senza sosta come garantire questa trasmissione.
Una annotazione: l’incarico della
“tutelle” può sembrare pesante
o secondario per una Congregazione i cui membri si sono ritirati dall’insegnamento nel corso
del tempo e devono fare fronte
a molteplici preoccupazioni.
Tuttavia, per la “base” che costituisce la comunità educativa di
una scuola, questa presenza è
vissuta come essenziale. Al S.
Tommaso d’Aquino di St Jean
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de Luz, per esempio, l’affetto reciproco delle suore e delle persone che vivono nella scuola è
una grande forza. Queste religiose hanno fondato l’istituto, lo
hanno costruito, lo hanno diretto, insegnando, sorvegliando,
gestendolo, tenendo il giardino,
cucinando per gli allievi, pregando, osando, ridendo e incoraggiando i giovani e gli adulti;
queste personalità, come sr Dominique Labouérie e sr Paule
Lequitte, hanno segnato gli spiriti, e la sola evocazione del loro
nome suscita negli sguardi una
luce rivelatrice. Le visite regolari
di sr Paule o di sr Miren Herriest,
la presenza fedele di sr ClaireMarie Sinitambirivoutin al consiglio pastorale o il suo insegnamento agli adulti o ai giovani,
continuano a manifestare un attaccamento alla missione che si
è trasformata sul filo di incontri
e di affetto per le persone. E
ognuno rende grazie a Dio per
la gioia di questo affetto.
Una volontà di agire in modo
solidale: l’appartenenza alla “tu-
telle” di Congregazione si manifesta con altri aspetti ancora: ci
ha permesso, per esempio, di
contribuire all’opera del Perù
(Comunità Fé y Alegria), ci permette ora di impegnarci, anche
in modo modesto, con la scuola
domenicana del Pakistan. Essa
ci fa anche partecipare alla vita
dell’Associazione Educativa Domenicana (AEDom), che raggruppa l’insieme di Istituti sotto
la “tutelle” domenicana e propone un congresso ogni due
anni, un appoggio alle “tutelles”, una sessione fondamentale a Fanjeaux e a Prouilhe, una
formazione permanente, uno
scambio ed incontri con istituti
di altre Congregazioni domenicane che in Francia, contano più
25.000 alunni.
Nel momento in cui i legami
storici personali tendono a sparire, mentre le Congregazioni di
Francia faticano ad assicurare il
A sinistra l’area di gioco attuale e prima
dell’ammodernamento
pesante carico delle scuole e lavorano insieme in seno all’AEDom per rendere mutue le risorse, noi, Istituti profondamente
legati alla “tutelle” della nostra
Congregazione, poniamo la necessaria richiesta della reciprocità di questo legame. Desideriamo ribadire con forza che siamo
fieri della nostra appartenenza
ad una storia, a una comunità,
fieri di vivere e trasmettere uno
spirito, per noi è una fortuna e
una sfida.
Così recita l’introduzione al progetto dell’AEDom:
“Portati dalla nostra volontà di
essere servitori del Vangelo,
Coscienti della missione specifica della scuola cattolica in seno
alla Chiesa,
Uniti nello spirito di San Domenico,
Convinti dell’importanza fondamentale di offrire ai giovani che
ci sono affidati una educazione
fondata sui valori domenicani,
ideale affermato nel progetto
educativo degli Istituti domenicani intitolato Alla scuola di S.
Domenico,
Rafforzati dal nostro riunirci in
seno all’Associazione Educativa
Domenicana destinata a garantire e promuovere l’identità dei
nostri Istituti,
Felici di ricevere l’incarico di trasmettere la Verità, la Libertà e la
Gioia, nell’umiltà, l’accoglienza
di tutti, la misericordia, lo spirito
di apertura sul mondo…”
E la conclusione dello stesso
progetto:
“Vivere, far vivere, trasmettere e
garantire lo spirito domenicano,
e la sua traduzione concreta nella vita dei nostri Istituti affinché i
membri delle nostre comunità
educative percepiscano e vivano la loro appartenenza alla
grande Famiglia domenicana.
Perpetuare l’opera educativa
delle Congregazioni domenica-
ne, facendo un atto di fede nella fecondità del carisma domenicano e un atto di speranza nell’avvenire domenicano dei nostri Istituti.
Per la gloria di Dio
Che impegna l’inizio, conduce il
progresso e corona la fine”.
Grazie alle nostre suore, grazie
alla nostra Congregazione. Grazie per queste migliaia di giovani che hanno potuto trovare un
senso alla loro vita attraverso la
vostra opera. Come S. Paolo potete proclamare “Ho condotto
una buona battaglia”. Siate sicure che lo spirito dimora e noi
contiamo su di voi per aiutarci.
Completate ancora e sempre da
noi, con noi e in noi l’opera di
San Domenico.
L’Istituto S. Tommaso d’Aquino nel tempo: la villa originale (secolo XIX), il primo ampliamento (anni ’50) e l’ultimo (anni 2000),
da notare il mantenimento delle forme arrotondate
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