Dopo 7 anni una carezza - Residenze Anni Azzurri

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Dopo 7 anni una carezza - Residenze Anni Azzurri
IL PERSONAGGIO
Così Giulia
torna alla vita
dopo 7 anni
P I E R A N G E L O SAPEG.NO
N
on sappiamo se Giulia
è un miracolo della vita. Perché noi non sappiamo cosa sono i miracoli.
Ma Giulia è uscita dal coma
dopo sette anni, una mattina
di febbraio che c'era il sole e
un bel silenzio in quella luce,
nella camera della clinica con
le pareti colorate e le montagne alla finestra, come disegni sui vetri, perché tutto era
così fermo in quella stanza da
non sembrare vero, mentre
la mamma le teneva la mano
e lei è salita con la sua per accarezzarla, senza parole.
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La storia
PIERANGELO SAPEGNO
TORINO
Dopo 7 anni una carezza
"Così miafigliaGiulia
si è svegliata dal coma"
Torino, ricoverata nel 2004 per un aneurisma cerebrale
La madre: "I dottori non si sono arresi, me l'hanno ridata"
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
I
l silenzio a volte fa un
gran rumore sul lato del
cuore. Sua madre, Maura, ha pensato di sognare.
Le ha chiesto di rifare il gesto, perché non ci credeva.
E Giulia le ha sfiorato di
nuovo il braccio con la sua
mano. Dev'essere stato il
suo modo per dire grazie.
Maura è corsa fuori, a chia-
mare i medici: «Mia figlia s'è
risvegliata!».
Adesso Giulia è qui davanti a noi, su una sedia a
rotelle, con la sua giacca a
vento blu scuro, una sciarpa
di seta viola sui capelli ricci,
i calzoni stretti negli anfibi,
e gli occhi spalancati che ci
guardano mentre recita una
delle cose che scrive per far
delle canzoni, perché lei
ama la musica: «A causa di
ANNI AZZURRI
un aneurisma e successo un
cataclisma, mi si è rotta una
vena in testa. E non è stata
una gran festa...». Aveva 15
anni quel pomeriggio del 24
marzo 2004, quando è cominciato tutto. Faceva la seconda scientifico all'Einstein, ottimi voti e una vita
felice. Giulia era una bella
ragazzina, con i capelli ricci
e biondi lunghi fino in fondo
alla schiena. Era sul pulì-
man con delle amiche che
andava a trovare la nonna a
San Mauro. A un certo punto s'è come accasciata: «Ho
un male terribile». Dietro il
capo, sopra il collo. La portano all'ospedale San Giovanni Bosco: ha un aneurisma per una malformazione
congenita al cervello, di cui
nessuno sapeva niente. La
mamma ricorda che quando
sono arrivati al Pronto Soccorso, lei e il papà, li hanno
fatti sedere e si è sentita male: «Ditemi che cos'è?!». Il
primario, dottor Luparello, le
ha spiegato che «una malformazione così se ne vede una
ogni cento anni. Difficile affrontarla». Però ci ha provato. Ha deciso di operarla, dopo averla salutata sulla soglia
della camera: a domani, Giulia. «Ha scommesso su di lei»,
dice Maura: «Gli dobbiamo
molto». Quasi 13 ore di intervento, dalle 6 di sera alle 7 del
mattino, con 12 sacche di sangue perché quando ha tolto
l'aneurisma è come se avesse
levato un tappo. «Era irriconoscibile, tutta fasciata, completamente gonfia, intubata».
Le avevano tolto anche una
parte di cervello. «Adesso
dobbiamo arginare questa diga che si è aperta», le dice il
dottor Livigni. La mamma la
veglia senza un attimo di sosta, leggendole Harry Potter,
che a lei piaceva. E in coma
indotto, ma quando provano a
risvegliarla, inizia una seconda emorragia cerebrale. Le
fanno un'altra craniotomia.
Stavolta non è più coma indotto. Passa un anno e mezzo
in quell'ospedale. Vogliono
metterle una valvola intracranica, ma la valvola si ottura. Altra operazione, per metterle una valvola esterna: ne
cambiano almeno cinque. La
portano agli Anni Azzurri di
Volpiano. C'è un grande silenzio, in quell'emporio dell'efficienza che a Maura sembra
persino troppo lucente al
confronto del disordine così
caldo dell'ospedale.
E invece è proprio qui che
si risveglia. Altro tempo deve
passare però, e altri dolori.
Maura la veste tutte le mattine, le infila le scarpe, la fa passeggiare, cerca di inventarle
una seppur piccola abilità
motoria anche con il coma. Le
prende una tv, organizza la festa di compleanno per i suoi
18 anni, con un sacco di gente,
i festoni e i palloncini che lei
guarda inerte dal suo mondo
lontano. Fa venire a sue spese
una logopedista, una neuropsicologa e un operatore riflessologo che l'aiutano a mantenere il corpo intatto. «Bisogna scommettere sulla persona anche quando è in coma»,
dice. Lei ha fatto di più. La vita può regalare anche amori
così grandi, oltre al dolore.
Vende il suo appartamento,
perché adesso la sua casa è
quella camera lì, con quelle
montagne alla finestra che
forse saranno finte. Mentre il
calvario continua: c'è un batterio che la infetta e bisogna
operarla di nuovo. Solo che
dopo l'intervento, ritorna. La
curano i dottori Ricci e Casarino, e lei li prega: «Per favore, teniamola almeno com'è».
Alla fine i medici riescono a
levarle il batterio. Poi arriva
quella mattina di febbraio.
Giulia si risveglia «e la sanità
si accorge improvvisamente
di noi». Ma bisogna operarla
di nuovo: ci sono gli ascessi
cerebrali da rimuovere. Lo fa
il dottor Federico Griva: «Luparello l'ha salvata, e Griva
me l'ha ridata alla vita».
Ce n'è voluto di tempo perché l'amore di una mamma
avesse ragione. Se c'è un mi-
ANNI AZZURRI
racolo è questo. Ora Giulia ha
seguito il corso di riabilitazione nel Centro Cardinal Ferrari di Fontanellato del gruppo
Kos. Lei continua a leggerle i
libri, la porta al mare a Marina di Bibbona, e ora vogliono
andare a Barcellona in camper e poi a New York. Maura
ha solo paura che dopo di lei
non ci sia lo stesso amore per
farla vivere come adesso. Il
suo sogno è mettere insieme
una piccola comunità di persone con lo stesso problema.
Giulia scrive le sue canzoni
rap sperando che J-Ax o Fedez gliele cantino. Le piacciono i Mouse e i Linkin Park,
musica dura. E ascolta Vasco
Rossi, Alba Chiara. Ce n'è voluto di tempo. Questa è la vita, Giulia. C'è un po' di confusione, la piazza è piena di gente. Ma senti come piove. Giulia, senti come piove.
e
BYNCND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
In ospedale ci dissero:
«Una malformazione
così capita una volta
ogni cento anni»
Giulia ora sta bene:
andremo a Barcellona
e poi a New York.
Vogliamo recuperare
il tempo perso
Il mio sogno? Aprire
una piccola comunità
di persone che hanno
avuto lo stesso
problema di mia figlia
Maura
La madre di Giulia
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Immobile per quattro anni
Più di due anni nel «buio»
Quel risveglio a Natale
^ n Rosalba Giusti, palermitana di 68 anni, si risveglia nel centro neurolesi di Messina dopo quattro anni in stato vegetativo. La notizia è resa pubblica lo scorso
settembre
^ H Salvatore Crisafulli, di Catania, è
uscito dal coma nel 2005 dopo più di due
anni in stato vegetativo. A ridurlo così un
incidente con un furgoncino. È morto nel
2013, all'età di 48 anni
^ H MaxTresoldi,46ennedi Carigate(Milano), era ventenne quando entrò in coma dopo un incidente automobilistico: si
è risvegliato la sera di Natale del 2000, dopo nove anni
Ancora unite
Giulia è uscita
dal coma
accarezzando
con una mano
il braccio della
madre Maura.
Lei non ci credeva. Poi Giulia
l'ha rifatto. E
Maura è corsa
dai dottori: «Si
è risvegliata!»
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LA STAMPA
DANIELE SOLAVAGGIONt'REPORTER!
Maura con la figlia in una piazza di Torino: oggi Giulia ha 27 anni
ANNI AZZURRI
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