del Centro Internazionale Crocevia Da più di 60 anni esiste un

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del Centro Internazionale Crocevia Da più di 60 anni esiste un
CAMPAGNA PER LA RIFORMA DELLA BANCA MONDIALE
del Centro Internazionale Crocevia
Da più di 60 anni esiste un’agenzia globale per lo sviluppo e la lotta contro la povertà, la Banca
mondiale (formata da IBRD, IDA, IFC, MIGA ed ICSID). Purtroppo la povertà continua drammaticamente
ad aumentare. Dal 1960 ad oggi il rapporto tra il 20% più povero del pianeta e quello più abbiente è passato
da 1 a 30 ad 1 a 73 in termini di ricchezza, ed in particolare i paesi dell’Africa sub-sahariana si ritrovano più
poveri rispetto agli anni ‘70, nonostante l’enorme mole di aiuti, pari a circa 270 miliardi di dollari, veicolata
dalla Banca mondiale. Ormai da molti anni in tutto il mondo le ONG ed i movimenti sociali protestano per
l’elevato impatto ambientale, sociale e sui diritti umani e del lavoro causato dai progetti e dalle politiche
attuate dalla Banca. Continua a crescere nel Sud del mondo il risentimento nei confronti di questa istituzione,
che insieme al Fondo monetario internazionale – entrambi creati nel 1944 con la Conferenza economica e
monetaria di Bretton Woods promossa dalle potenze vincitrici della guerra – continua ad imporre condizioni
ai governi del Sud per la concessione dei propri prestiti che richiedono aggiustamenti strutturali, quali
liberalizzazioni dei mercati dei capitali e commerciali, privatizzazioni e spesso taglio indiscriminato delle
spese sociali a danno delle classi più deboli, che invece dovrebbero essere maggiormente aiutate. La Banca
continua inoltre a promuovere progetti infrastrutturali, quali dighe ed oleodotti, che comportano lo
spostamento di migliaia di persone e pesanti impatti ambientali e sociali, a beneficio principalmente di
grandi multinazionali.
L’economia globale promette sviluppo e benessere per il pianeta ma la povertà nel mondo è
aumentata e l’ambiente naturale ha subito ferite insanabili. I leader politici non sono stati capaci di invertire
la rotta di uno sviluppo distorto, che aumenta l’abisso esistente tra il nord e il sud del mondo, tra ricchi e
poveri in ogni paese. Ma le regole dell’economia non sono intoccabili: ogni governo è responsabile delle
decisioni, degli investimenti, dei progetti che accetta e che promuove.
I nostri cinque obiettivi:
Energia, acqua e gestione delle risorse naturali
Scienziati e politici concordano ormai sulla necessità di ridurre le emissioni inquinanti per limitare i
danni al pianeta e le conseguenze del riscaldamento globale, mentre la comunità internazionale ha preso
impegni che restano ancora sulla carta. Tra le principali cause la scarsità di fondi per le tecnologie pulite e
per promuovere strategie energetiche sostenibili nei paesi del Sud del mondo, al fine di garantire il diritto
allo sviluppo tutelando l’equilibrio ambientale globale. Dal ‘92, anno in cui si è tenuto a Rio de Janeiro il
Vertice Unced, fino al ‘98, la Banca mondiale ha investito 13 miliardi di dollari per progetti che usano
combustibili fossili, quali petrolio e carbone, e che emetteranno nell’atmosfera 37,5 miliardi di tonnellate di
carbonio, altamente inquinante. E da allora non si vedono segnali di cambiamento. Esiste così un evidente
conflitto tra le politiche sostenute dalla Banca mondiale e gli impegni di riduzione dell’inquinamento presi
dai paesi finanziatori, Italia compresa. Anche le grandi dighe, costruite soprattutto per produrre energia,
hanno una storia di distruzione dell’ambiente e di violazioni dei diritti delle comunità che più direttamente ne
subiscono le conseguenze. La Campagna segue da vicino le attività della Banca mondiale nel settore
energetico, in cooperazione con le altre campagne internazionali che lavorano per promuovere strategie di
produzione energetica e di gestione delle risorse, fondamentali come l’acqua, che siano sostenibili, di lunga
durata ed eque per le popolazioni locali.
Diritti umani, diritto allo sviluppo sociale e all’integrità culturale dei popoli
Progetti di sviluppo quali le grandi dighe o progetti per lo sfruttamento delle risorse naturali, possono
violare i diritti fondamentali di coloro che ne dovrebbero essere i principali beneficiari. Strade e
infrastrutture distruggono l’ambiente in cui le popolazioni locali vivono e di cui hanno bisogno per la loro
sopravvivenza fisica e culturale. Assieme alle organizzazioni per la difesa dei diritti umani e dell’ambiente la
Campagna ha lavorato e lavora con le popolazioni locali nei paesi in via di sviluppo (Paraguay, Nepal,
Guatemala, Ciad, Camerun, Lesotho, India e Brasile) minacciate da progetti della Banca mondiale, per
rappresentare le loro richieste e preoccupazioni a livello internazionale e sollecitare il sostegno e l’iniziativa
dei decisori politici nel nostro paese.
Sviluppo sostenibile nel Mediterraneo
Il Mediterraneo è una delle zone più a rischio nel mondo: i danni ambientali acuiscono tensioni
sociali e conflitti in un’area in cui i ricchi paesi del nord si incontrano con un sud ben più povero. Il cammino
per uno sviluppo sociale più armonico è possibile e da molte parti viene proposto, ma la Banca mondiale ed
altre istituzioni come la Banca europea degli investimenti utilizzano ancora i loro fondi per promuovere una
crescita economica rapida e ad ogni costo. Per estendere la sua esperienza nei paesi del bacino Mediterraneo,
la Campagna ha promosso la Med Bank Watch Initiative in collaborazione con le altre campagne
internazionali che lavorano nell’area. Obiettivo dell’iniziativa è quello di monitorare i progetti delle
istituzioni finanziarie nella regione ed aiutare i gruppi locali a informare e fare pressione sui governi per
promuovere uno sviluppo socialmente giusto e ecologicamente sostenibile.
Informazione e mobilitazione per una riforma della Banca mondiale
L’Italia è rappresentata da uno dei 24 Direttori del Consiglio Esecutivo della Banca mondiale, che approva i
finanziamenti e le politiche della Banca mondiale. È un ruolo di grande importanza e per questo l’opinione
pubblica, i parlamentari, le forze sociali, le organizzazioni non governative hanno diritto di essere informati
sulle decisioni prese e partecipare attivamente alla loro formulazione. La Campagna pertanto lavora per
fornire gli strumenti necessari per un controllo democratico delle attività della Banca mondiale, e per un
ruolo attivo del nostro paese in sostegno alle misure di riforma.
Per una nuova economia di giustizia
L’impegno per la riforma di politiche e progetti della Banca mondiale non può prescindere da una visione
complessiva sulle tendenze dell’economia globale e dalla necessità di una riforma radicale del sistema
economico e finanziario. Questa necessità risulta ancor più evidente in seguito agli effetti sociali delle crisi
finanziarie che hanno colpito di recente Asia e America Latina. Trasformare il ruolo della Banca mondiale
non basta. Sono molti altri infatti gli attori sulla scena globale che devono essere i protagonisti di un deciso
cambiamento di rotta:
* le banche private e le agenzie pubbliche di credito all’esportazione: quando la Banca mondiale si
ritira da un progetto perché non lo ritiene sostenibile o è stato oggetto di critiche, banche ed agenzie sono le
prime a subentrare. Anche loro usano il nostro denaro e non hanno obblighi di trasparenza e regole di
sostenibilità;
* il Fondo monetario internazionale: in nome della liberalizzazione dei mercati, della
globalizzazione dell’economia e della finanza impone ai governi piani di aggiustamento strutturale che
aumentano il peso del debito estero, pregiudicando la loro sovranità economica e le politiche di sviluppo
economico e sociale;
* L’OMC (Organizzazione mondiale del commercio - WTO), e l’OCSE (Organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo economico) in nome del mercato globale operano una deregulation che beneficia
i grandi capitali, le imprese multinazionali ed i poteri politici più forti a danno dei diritti sociali, dei
lavoratori e dell’ambiente. In particolare, la Campagna per la riforma della Banca mondiale fa parte delle
reti internazionali di ONG che chiedono la riforma delle Istituzioni finanziarie internazionali e delle Agenzie
di credito all’esportazione.
Il contesto nel quale operiamo
Dalla sua nascita nel 1944 la Banca mondiale ha finanziato oltre 6.000 progetti in 140 paesi, concedendo 300
miliardi di dollari. Nel solo 1999 ha fornito 28 miliardi di dollari per piani di aggiustamento strutturale,
riforme economiche e progetti di sviluppo che aumenteranno povertà ed esclusione sociale in gran parte dei
paesi del mondo. Da anni le attività della Banca mondiale sono al centro di campagne di denuncia e
sensibilizzazione di comunità locali ed ONG di ogni parte del mondo, in seguito alle quali la Banca
mondiale ha annunciato riforme sostanziali delle sue attività. L’espansione degli investimenti privati su scala
globale spinge oggi la Banca mondiale ad un maggior impegno in sostegno alle imprese ed a politiche di
privatizzazione di settori chiave dell’economia dei paesi invia di sviluppo, in stretto contatto con il Fondo
monetario internazionale e l’Organizzazione mondiale del commercio. Nonostante le trasformazioni di
facciata, le Istituzioni Finanziarie Internazionali continuano infatti a perseguire una agenda politica
neoliberista che approfondisce le disuguaglianze e provoca un aumento della povertà su scala globale, non
essendo in grado di garantire il diritto di ogni paese ad uno sviluppo socialmente giusto ed ecologicamente
sano.
Chi siamo
La Campagna per la riforma della Banca mondiale ha iniziato le sue attività nel 1996, promossa dal Centro
Internazionale Crocevia di Roma. I finanziamenti del lavoro provengono in gran parte dalla Charles Stewart
Mott Foundation di Flint (Michigan) e dal Wallace Global Fund (Washington DC). Alla Campagna
aderiscono 40 ONG di sviluppo, associazioni ambientaliste, per la difesa diritti umani e movimenti di base.
Le campagne con cui si coordina in modo permanente sono Sdebitarsi, per un millennio senza debiti, Dire
mai al MAI, Rete Attac e GlobalizzAzione dei Popoli. La Campagna aderisce al tavolo Intercampagne e alla
Rete di Lilliput. La Campagna collabora con associazioni non governative e reti internazionali che lavorano
su tematiche affini. Accanto alla Campagna per la riforma della Banca mondiale, il Centro Internazionale
Crocevia ha lanciato, agli inizi del 2000, la Campagna Occhio alla SACE, per la riforma delle attività delle
agenzie di credito all’esportazione.
Aderenti
Aicos, Aidos, Ass. finanza etica, Ass. italiana medici per l’ambiente, Ass. popoli minacciati, Ass. terzo
millennio, Beati i costruttori di pace, Bilanci di giustizia, C.I.R.E.A., Campagna Globalizza-Azione dei
popoli, Centro nuovo modello di sviluppo, Centro per la salute G.A. Maccacaro, Chiama l’Africa, Cocis,
Consorzio Ctm-Altromercato, Coop. La Luna Nel Pozzo, Coop. Mondo Solidale Marche, Coop. Roba
dell’altro mondo, Coord. lecchese Anti-Mai, Coord. Nord/Sud Milano, Coord. lucchese ass. di volontariato
internazionale, Cospe, Cric, Disvi, Greenpeace Italia, Gruppo Umana Solidarietà, Icei, Legambiente, Maìs,
Mani Tese, Medicina democratica, Mov. per la libertà di vaccinazione, Movimondo Molisv, Nexus Cgil,
Nigrizia, Progetto Continenti, Re.Te., Servizio Civile Internazionale, Società vegetariana, Verdi ambiente e
società, Wwf Italia.
Campagna per la riforma della Banca mondiale (www.crbm.org) c/o Centro Internazionale Crocevia - Via Ferraironi
88/G 00172 Roma tel: 390624404212 fax: 39062424177 e-mail: [email protected] website: www.croceviaterra.it
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