HENRI PIRENNE, La città e i mercanti, da La città del Medioevo
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HENRI PIRENNE, La città e i mercanti, da La città del Medioevo
HENRI PIRENNE, La città e i mercanti, da La città del Medioevo, Laterza Questa superiorità dei vescovi conferì naturalmente alle loro residenze, cio è alle antiche città romane, una singolare importanza che le salvò dalla rovina . Infatti nell'economia del Nono secolo le città non avevano più ragione di esistere. Cessando di essere centri commerciali avevano perduto, con ogni evidenza, l a maggior parte della popolazione. Con i mercanti, persero il carattere urbano ch e avevano ancora conservato nell'epoca merovingia. Alla società laica le città no n servivano più. Attorno ad esse, i grandi possedimenti terrieri vivevano di vit a propria, e non v'era ragione che lo Stato, fondato anch'esso su basi purament e agricole, si dovesse interessare alla loro sorte. E' molto caratteristico il fatto che i palazzi ("palatia") dei prìncipi carolingi non si trovano più nelle città. Sono tutti,senza eccezione, in campagna, sulle terre della dinastia (..). La fama di Aquisgrana non deve illuderci sul carattere di questa località. Lo splendore che momentaneamente ebbe sotto Carlo magno è dovuto alla sua qualità di residenza favorita dell'imperatore. Alla fine del regno d i Ludovico il Pio perde di nuovo ogni importanza e diverrà una città solo quattro secoli più tardi. L'amministrazione non poteva contribuire in alcun modo alla sopravvivenza delle città romane. Le contee che formavano le province dell'Impero franco erano sprovviste di capoluoghi come l'Impero di capitale. I conti che le dirigevano non avevano una residenza fissa. Essi percorrevano continuamente la circoscrizione per presiedere alle assemblee giudiziarie, percepire le imposte, arruolare truppe. Il centro dell'amministrazione non era la loro residenza ma la loro persona, e dunque non importava molto che avessero o non avessero il loro domicilio in una città. Del resto, scelti tra i grandi proprietari della regione essi abitavano di solito nelle loro terre. Di norma i loro castelli, come i palazzi dell'imperatore, si trovavano in campagna. Al contrario, la sedentarietà che la disciplina ecclesiastica imponeva ai vescovi,li legava in maniera definitiva alla città nella quale era la sede della diocesi. D ivenute inutili per l'amministrazione civile, le città non persero la loro qualità di centri dell'amministrazione religiosa. Ogni diocesi restò raccolta attorno alla città che accoglieva la cattedrale. Il nuovo significato assunto dalla parola "civitas" nel secolo Nono testimonia chiaramente questo fatto., Essa diviene sinon imo di vescovato e di città episcopale. Si dice "civitas parisiensis" per indicare la diocesi d i P a r i g i e l a c i t t à d i P a r i g i d o v e r i s i e d e v a i l v e s c o v o . E i n q u e s t a d u p l i c e accezione si conserva il ricordo dell'antico sistema municipale adottato dall a Chiesa ai suoi fini particolari (..) Come si vede l'aumento della popolazione e la ripresa delle attività, di cui essa è insieme causa ed effetto, si è volta a vantaggio dell'economia agricola. Ma essa doveva influire anche sul commercio, che entrò già prima dell'Undicesimo secolo in un periodo di rinascita, grazie all'azione di due centri, uno al Sud, l'altro al Nord dell'Europa: Venezia e l'Italia meridionale da una parte, la costa fiamminga dall'altra. Questo vuol dire che si tratta del risultato di uno stimolo esterno: grazie al contatto che ebbe in questi due luoghi con il commercio estero fu possibile che q u e s t a r i p r e s a s i m a n i f e s t a s s e e s i d i f f o n d e s s e . C e r t o , p o t e v a a n c h e a n d a r e diversamente. L'attività commerciale si sarebbe potuta rianimare in virtù del funzionamento della vita economica generale. Ma il fatto è che non andò così: il commercio occidentale, che era scomparso quando i suoi sbocchi con l'esterno furono chiusi, si risvegliò quando essi si riaprirono. Venezia, che per prima fece sentire su di esso la sua azione, occupa, come è noto, un posto singolare nella s t o r i a e c o n o m i c a d e l l ' E u r o p a . C o m e T i r o , V e n e z i a p r e s e n t a u n c a r a t t e r e esclusivamente commerciale. I suoi primi abitanti, fuggendo all'avvicinarsi degli Unni, dei Goti e dei Longobardi erano venuti a rifugiarsi sugli isolotti incolti della laguna (Quinto e Sesto secolo) a Rialto, a Olivolo, a Spinalunga, a Dorsoduro. Per vivere dovettero ingegnarsi a lottare contro la natura. Mancava tutto; anche l'acqua potabile era scarsa. Ma il mare è sufficiente per coloro che sanno fare. La pesca e la preparazione del sale assicurarono subito la sussistenza dei Veneziani mettendoli in condizione di procurarsi il grano scambiando i loro prodotti con gli abitanti della costa vicina (..) Soltanto nel Dodicesimo secolo, avanzando a poco a poco il commercio marittimo trasforma definitivamente l'Europa occidentale e la s c u o t e dall'immobilità tradizionale alla quale la condannava un'organizzazione sociale che dipendeva unicamente dai rapporti dell'uomo con la terra. Il commercio e l'industria non si fanno soltanto posto accanto all'agricoltura ma agiscono su d i essa. I suoi prodotti non servono più al solo consumo dei proprietari e d e i lavoratori del suolo: ma sono trascinati nel movimento commerciale come oggetti di scambio o materie prime. I confini del sistema terriero, che fino allora avevano racchiuso l'attività economica, si spezzano, e la società intera assume un carattere più flessibile, più attivo, più vario . Di nuovo come nell'antichità la campagn a s'orienta verso la città. Sotto l'influenza del commercio, le antiche città romane si rianimano e si ripopolano; agglomerati commerciali si raggruppano ai piedi dei borghi e si stabiliscono lungo le coste del mare, dei fiumi, alla confluenza dei corsi d'acqua, agli incroci delle vie naturali di comunicazione. Ognuna di esse costituisce un mercato la cui attrazione, proporzionata all'importanza, si esercita sulla campagna circostante o si fa sentire in lontananza. Grandi e piccole, sono sparse ovunque, in media una ogni cinque leghe quadrate: in effetti esse sono divenute indispensabili alla società. Vi hanno introdotto una divisione del lavoro di cui non potrebbe più fare a meno. Tra le città e la campagna si stabilisce uno scambio reciproco di servizi: una solidarietà sempre più stretta le collega, la campagna sovvenziona il vettovagliamento della città e le città le forniscono in cambio prodotti commerciali e manufatti. La vita fisica del borghese dipende dal contadino, ma la vita sociale del contadino dipende a sua volta dal borghese, poiché il borghese gli rivela un genere di vita più confortevole, più raffinato e che,eccitando i suoi desideri, moltiplica i suoi bisogni e innalza il suo "standard of life". L'apparizione delle città suscitò potentemente il progresso sociale anche per altre vie, contribuendo a diffondere nel mondo una nuova concezione del lavoro. P r i m a e s s o era servile, dopo diviene libero, e le conseguenze di questo avvenimento, sul quale torneremo, furono incalcolabili. Aggiungiamo infine che la rinascita economica realizzata appieno nel Dodicesimo secolo, rivelò la potenza del capitale ed è sufficiente per mostrare come poche altre epoche abbiano influito più profondamente sulla società.