villa liberty mombaruzzo - Abc Agenzia Immobiliare
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VILLA LIBERTY MOMBARUZZO Sulle colline dell'Alto Monferrato, in posizione panoramica, con incantevole vista sui vigneti, a circa 300 mt. di altitudine, stupenda villa liberty con ampio giardino privato, composta da: al piano seminterrato grande box auto, tavernetta con volte in mattoni a vista, cantina e locale caldaia (totale mq250); al piano terreno ampio salone con camino, cucina a vista in muratura, due camere con parquet, due bagni di cui uno grande con vasca idromassaggio e ripostiglio (totale mq165); al piano primo due camere da letto e ampia terrazza con loggiato, con stupenda vista panoramica (totale mq110). Ogni tipo di servizio è nelle immediate vicinanze della proprietà. Prezzo € 420.000 Superficie 525mq Livelli 3 Vani / Locali 6 Cucina A vista Soggiorno ampio con camino Camere 4 Bagni 2 di cui uno molto grande Condizioni immobile Abitabile Riscaldamento Autonomo Occupazione al rogito Libero Anno immobile 1900 Informazioni aggiuntive: Soffitta Posto auto esterno Cantina Balcone Taverna di 50mq Garage di 200mq Terrazza Camino Terreno 1.700mq di giardino esclusivo cintato Forniture: Riscaldamento autonomo a metano Acquedotto comunale Fognatura comunale Luce elettrica Distanze dalle città: Acqui Terme: 15km Alessandria: 24km Asti: 37km Alba: 53km Torino: 99km Milano: 118km Genova: 99km Caselli autostradali: Casello autostradale di Alessandria OVEST: 25km - SUD: 20km Casello autostradale di Asti EST: 40km Casello autostradale di Belforte Monferrato (Ovada): 38km Aeroporti: Aeroporto di Torino: 128km Aeroporto di Milano: 134km Aeroporto di Genova: 80km Foto esterni e panorama: ESTERNO 1 ESTERNO 2 ESTERNO 3 ESTERNO 4 ESTERNO 5 ESTERNO 6 ESTERNO 7 ESTERNO 8 ESTERNO 9 PANORAMA 1 PANORAMA 2 Foto interni: SALONE CON CAMINO CUCINA A VISTA DETTAGLI CUCINA DISIMPEGNO CON SCALA DETTAGLIO CAMERA BAGNO TAVERNETTA Planimetrie: MOMBARUZZO La Storia: L’origine della Comunità è ignota: ne testimoniano l’antichità i numerosi toponimi liguri, celti e romani, nonché la presenza di una Pieve, nel tardo periodo imperiale romano. Dati certi sul funzionamento del Comune si ricavano da una donazione, nell’anno 1202, del marchese di Monferrato Bonifacio, con attribuzione al Comune dei diritti di mercato e di esazione di introiti per bandi minori ed eredità tra consanguinei ed affini; il Comune continuò ad esistere fino ad oggi. Politicamente Mombaruzzo appartenne al marchesato di Monferrato dalla sua fondazione (nel 1906) fino all’annessione al Piemonte (nel 1706); ne seguì le alterne vicende e, specie il capoluogo fortificato e dotato di torre di avvistamento ancora esistente, subì nei secoli assedi, distruzioni ed eccidi. Nella chiesa di S. Antonio Abate, una delle due principali del capoluogo, costruita fuori dal centro fortificato nel secolo XIV su precedenti strutture, ricorre la croce di S. ANTONIO (a t greca). Questa insegna dell’omonimo ordine, sorto nel 1100 a Vienne-Delfinato per la cura dei pellegrini affetti dal fuoco di S. Antonio (herpes zoster), attesta ivi l’esistenza di un ospizio o xenodochio per la cura dei viandanti. Negli anni 1322 e 1337 il Comune confermò e completò i precedenti ordinamenti, approvando gli Statuti criminali e civili; all’epoca il territorio comunale comprendeva anche i Comuni di Castelletto Molina, Fontanile, Maranzana e Quaranti. Nel secolo XVI risulta dotato di catasti, ancora conservati in Comune con i successivi aggiornamenti del 1796 e 1818. All’inizio del 1800, caduto Napoleone e ritornati in Piemonte i Savoia, Mombaruzzo divenne capoluogo di Mandamento, comprendente anche i Comuni di Carentino, Bruno, Fontanile, Castelletto Molina, Maranzana e Quaranti; il Mandamento fu soppresso in epoca recente. La popolazione è stata ed è dedita prevalentemente all’attività vitivinicola: nel 1903 (dopo un tentativo fallito del 1887) venne fondata la cooperativa Cantina Sociale, con soci anche in Comuni confinanti; negli ultimi decenni sono sorte anche svariate aziende private per la lavorazione e commercializzazione dei numerosi e pregiati vini DOC. Più che secolare è la produzione artigianale dei tipici amaretti di Mombaruzzo. I vigneti ed i produttori locali: Una vite, un vino. I viticoltori e i produttori locali mombaruzzesi sanno riconoscere il valore aggiunto del prodotto offerto, e così gli intenditori, gli acquirenti, gli eno-turisti. I vini di Mombaruzzo nascono e prendono il nome da sette viti pregiate, di cui è ampiamente riconosciuta la radicalizzazione territoriale e al contempo la rilevanza internazionale e vengono vinificati da più di 20 aziende all’avanguardia nel settore vitivinicolo. Le terre bianche e rosse del Monferrato e i suoi dolci colli rappresentano l’optimum per la proliferazione delle seguenti viti – ognuna della quali richiama, è bene sottolinearlo, il nome del vino prodotto. Barbera La Barbera è un vitigno che ha sempre fornito garanzie di successo in virtù dell’elevata domanda. Imbottigliato in sessanta milioni di colli (Brunello e Barolo, i rossi d’elite italici, ne fanno meno di nove milioni insieme), il Barbera nasce da grappoli d’uva di media grandezza, con gambo lungo di colore bruno, raspo verde e acini medio grandi. La prima decade di ottobre costituisce in media il periodo in cui l’uva raggiunge piena maturazione, venendo poi lavorata in due qualità: Barbera d’Asti e Barbera del Monferrato. Moscato Il Moscato è un vitigno esigente, predilige i terreni calcarei ed è sensibile al freddo. Il paradiso del Moscato, geograficamente, è rappresentato dal comune di Mombaruzzo, la cui circoscrizione comprende sette regioni a vocazione vinicola per la produzione di Moscato. I cru del Moscato sono Bazzana, Salomone, Serra, Casalotto, Gaiano, Brichetto e San Giorgio. Il vitigno pretende sole per portare il frutto a piena maturazione senza compromettere la gradazione zuccherina. Il frutto di cui si parla è l’uva Moscato bianca da cui si ottiene il classico “Asti”, dal colore giallo paglierino e sapore dolce. Dalla spumantizzazione del Moscato si ottiene l’Asti Spumante. Brachetto Vent’anni fa ha rischiato la scomparsa. Poco mercato e scarsa notorietà per il vino Brachetto, salvato dal tradizionalismo tipico di alcuni irriducibili viticoltori. Le cure da riservare al vitigno Brachetto sono continuative e particolari rispetto ad altri vitigni: l’ultimo ventennio ha visto risorgere il Brachetto che riceve apprezzamenti come vino da dessert e nel territorio d’origine – tutto l’Acquese, fino al Torrente Belbo – ottiene buoni riconoscimenti. Il Brachetto è un rosso intenso e fine, con una dolcezza equilibrata e aromaticamente ricco. Cortese Cortese è sinonimo di bianco secco: è il vitigno da cui si ottengono vini le cui caratteristiche organolettiche sono state trasmesse al suo nome. È infatti un prodotto fine, profumato, poco corposo. Un vino gentile che si presta anche alla produzione di spumanti. Il Cortese dell’Alto Monferrato è un prodotto di punta pur non avendo lo stesso mercato del Gavi. Freisa La Freisa è giovane e frizzante, nasce dalla coltivazione di un vitigno tradizionale del Monferrato, a maturazione tardiva, tenace e resistente. Le intensità floreali del suo gusto lo rendono prelibato nella sua tipologia dolce. Dolcetto Da Mombaruzzo, arrivando da nord, si entra nell’area di maggiore diffusione del vitigno Dolcetto, che col tempo ha ceduto spazio al Moscato ma è rimasto saldamente arroccato sulle colline più alte e ventose, grazie alla sua maturazione precoce. Il Dolcetto è il vino rosso quotidiano, amato da produttori e consumatori, scarsamente acido e ottimo per un consumo giovane. Chardonnay Meno caratteristico e peculiare dei precedenti, per sua natura è diffuso nel mondo come pochi altri vitigni. Un ambiente ottimo per la sua proliferazione è indubbiamente il Sud Astigiano e l’Alto Monferrato, dove lo Chardonnay è prodotto in due diverse tipologie: vini giovani e vini complessi, questi ultimi di lunga durata e vinificati nelle famose barriques (piccole botti di rovere). La Cantina Sociale La Cantina Sociale Cooperativa di Mombaruzzo viene fondata il 30 ottobre 1887, prima cooperativa vitivinicola dell’Alta Italia, da venti viticoltori illuminati. Oggi i soci sono oltre duecento, con una superficie a vigneto di 550 ettari. Per tutto il novecento la Cantina Sociale si è evoluta e sviluppata, passando attraverso la storia del vino piemontese ed italiano, dall’aggressione della fillossera con la ricostruzione di tutti vigneti alle ricorrenti crisi di mercato, sempre superate, dalla sola vendita a cisterna fino al confezionamento, sempre assecondando l’evoluzione delle tecnologie di cantina con l’acquisizione dei mezzi più moderni ed avanzati, ma sempre nel rispetto della materia prima e dei processi tradizionali e naturali di vinificazione. Oggi la Cantina di Mombaruzzo è un’azienda affermata, punto di riferimento per la produzione dei pregiati vini astigiani come Barbera d’Asti e del Monferrato, Moscato d’Asti e Asti Spumante, Dolcetto, Freisa, Cortese, Brachetto. Il suo punto vendita, moderno ed attrezzato, è frequentato annualmente da migliaia di consumatori provenienti da tutto il mondo. Distilleria Berta La modernissima distilleria dei Berta di Roccanivo a Casalotto di Mombaruzzo ha iniziato ad operare nella vendemmia 2002, annata storica per questa famiglia/impresa e per lo sviluppo economico della filiera astigiana del vino. L’attività fondata nel 1947 a Nizza Monferrato, sede storica nella quale è attivo un reparto di invecchiamento, viene trasferita a Casalotto, dove la storia della famiglia era cominciata e dove viene realizzata una grossa, solida casa di campagna, edificata con le conoscenze di oggi, ma con il gusto della civiltà contadina. Una grande struttura che già subito si decide di ampliare ulteriormente, costruita con sobrio senso della misura sulle colline del vino. In un ambiente caldo e accogliente, lavorano gli alambicchi a vapore che trasformano le vinacce in un qualcosa di forte, ma allo stesso tempo gentile. È casa della grappa oltre che dei Berta, aperta e confortevole, in cui le lavorazioni sono guidate con maestria artigianale e con sistemi elettronici d’avanguardia. Nel 2005, dopo una serie di studi volti a creare una moderna e tecnologica struttura nel rispetto dell’ambiente circostante, finiscono i lavori per la nuova cantina di invecchiamento; 1.800 metri quadrati di volte illuminate e mattoni a vista, dove riposano barriques e tonneaux. Profondamente legati alla tradizione, i Berta hanno voluto testimoniare l’antichità di un mestiere che ha fatto la storia e l’evoluzione dell’uomo, allestendo in un ampio salone gli impianti e le apparecchiature utilizzati in precedenza, in parte dalla famiglia stessa e in parte recuperati e acquistati nel corso degli anni; alambicchi, distillatori, bolle di concentrazione e colonne di distillazione, tra i quali spicca l’originale impianto di distillazione del 1947. Per il visitatore che intende avvicinarsi al territorio circostante e alle sue peculiarità naturalistiche, è stato realizzato un parco naturalistico che si snoda per circa otto ettari intorno all’attuale sede delle distillerie, all’interno del quale si sviluppa un percorso “didattico”, dove sono state messe a dimora piante da frutta astigiane, ulivi, un vigneto sperimentale e la progettazione di una serie di casot, adibiti alla degustazione di salumi, formaggi e dolci tipici del territorio in abbinamento a vini e distillati. In previsione di un aumento delle già numerose richieste di accoglienza provenienti dal turismo enogastronomico, i Berta hanno acquistato e ristrutturato l’antica dimora di Villa Prato, splendida villa settecentesca di Mombaruzzo, restaurata e aperta al pubblico; sei camere elegantemente arredate e confortevoli, una sala degustazioni, un centro benessere nel quale gli ospiti potranno usufruire di moderne attrezzature, tra le quali palestra e piscina; un nuovo concetto di relais de charme, centro benessere e grapperia d’eccellenza. Le specialità gastronomiche: Amaretti di Mombaruzzo Sono dolci prodotti artigianalmente, secondo un’antica ricetta ideata da Francesco Moriondo, alla fine del 1700 e divenuta tipica di Mombaruzzo. Ora le aziende produttrici sono sei: Cav. Vicenzi di Vicenzi Mario, Moriondo Carlo di Lacqua, Moriondo Virginio di Vicenzi e C., Arudi Mirella, Bagliardi Cinzia e Giacobbe Gamalero. Le mandorle e le armelline vengono passate alla raffinatrice e quindi poste nell’impastatrice con lo zucchero e l’albume fresco. L’impasto ottenuto, lavorato esclusivamente a mano, prende poi la forma dei tipici amaretti che posti sulle teglie vengono quindi cotti in forno. Una volta raffreddati, sono avviluppati singolarmente e a mano nelle caratteristiche cartine frastagliate che ne manterranno intatta la morbidezza. Il segreto degli amaretti è nella miscela degli ingredienti che solo se sapientemente assemblati possono creare quell’inconfondibile sapore dolce-amaro unico nel suo genere. Il metodo di lavorazione dell’”Amaretto di Mombaruzzo”, nel corso degli anni, è rimasto invariato e si distingue per l’assoluta assenza di conservanti e additivi. Il gusto particolare e la caratteristica morbidezza differenziano il dolce in oggetto dagli altri amaretti prodotti in Piemonte. Agnolotti alla Piemontese Sono il classico primo della cucina piemontese, apprezzato anche all'estero. È una pasta con ripieno -fra le poche che in Piemonte si confezionano a mano, in casa di antica tradizione, che si caratterizza per ricchezza e varietà- da zona a zona e secondo la disponibilità degli avanzi di carne- e sapidità che richiede meticolosa e lunga preparazione (un paio d'ora e anche di più). Una volta fatti, gli agnolotti si possono mangiare lessati in brodo di carne oppure asciutti e conditi con semplice burro fuso, o sugo di pomodoro, ragù, ecc. Gran Bollito Misto A partire dal primo novecento, il bollito è un piatto solenne. È un piatto indicato nei grandi raduni familiari, nei banchetti fra amici, ma non va sottovalutato; come tutti i grandi piatti apparentemente semplici e banali, il bollito nasconde numerosi accorgimenti indispensabili per una buona riuscita. Fritto misto alla piemontese La nascita di questo piatto è legata al rito della macellazione del maiale e alla necessità di non sprecare nulla. In origine il fritto misto annoverava i sanguinacci, il polmone (fricassà bianca), il fegato (fricassà neira). Col tempo si è arricchito di nuovi ingredienti e numerose sono le versioni: tipici del Monferrato sono i fiori di zucca, semolino, mela, pesca, zucchine, melanzane, funghi, salsiccia, bistecca e gli amaretti.