(Veiled) Woman By The Sea si ispira al dipinto

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(Veiled) Woman By The Sea si ispira al dipinto
SINOSSI DEI VIDEO DI BARBARA BRUGOLA
Sinossi: LAPSE OF VIEW (3’,15’’, Hd file, 2012)
Il video è nato inizialmente da un quadro di Caspar David Friederich, "il Viandante", dove c'è una
figura maschile di spalle che si confronta con un panorama montano caratterizzato da rocce e
nebbia.
Ho voluto riprendere questo dipinto scegliendo di inserire, in uno scenario che è caratterizzato da
rocce e fumi, una figura femminile.
L'osservatore vede il panorama attraverso gli occhi della ragazza ma allo stesso tempo anche la figura
della stessa immersa nel paesaggio: ci sono contemporaneamente più punti di vista in uno stesso
frame.
Lapse è un intervallo, un lasso di tempo: il panorama cambia negli occhi del personaggio, non è mai
"sotto controllo" a causa del vapore che continua a fluire senza sosta e a modificarne in ogni
momento la percezione. Allo stesso tempo View indica la valenza dello spazio, intendendo non solo
ciò che è di fronte al personaggio, ma anche ciò in cui è immersa.
La stessa ragazza si presenta in due versioni, con e senza parrucca nera, come se l'esposizione alla
percezione di quel panorama, mai condensato in una istantanea ben definita, la rendesse più fragile
e scavasse al di là delle apparenze.
Ho concluso il video con le immagini del punto di osservazione abbandonato dalla protagonista: la
postazione è vuota, aspetta qualcun altro.
Sinossi: A (Veiled) Woman By The Sea (2’,15’’, DVD, 2011)
A (Veiled) Woman By The Sea si ispira al dipinto “Monaco sulla spiaggia” del pittore Caspar David
Friedrich dove una piccola figura di monaco sta a guardare il mare e il cielo dinnanzi a sè, con la
schiena rivolta allo spettatore, con il quale condivide la percezione dei tre elementi – terra, acqua e
cielo – di questa scena rarefatta.
Nel mio video l’immagine della spiaggia e del mare è organizzata in tre riquadri, orientati in modo
che la linea dell’orizzonte, che divide mare e cielo, risulti verticale.
Il punto di vista è infatti cambiato e si è moltiplicato, offrendo scorci che si combinano e che si
dilatano nel tempo. In questo contesto si inserisce una figura femminile, che cammina nell’acqua e
che, una volta raggiunta la spiaggia, rimane immobile sdraiata ad osservare il paesaggio davanti a sè.
Sinossi: GLOWING BLUE 2 (5’ 21”, DVD, 2003)
Il video è costruito su tre sequenze che si ispirano ad “Ofelia”, un quadro di John Everett Millais e in
generale al personaggio dell’eroina shakespeariana: la prima propone una figura femminile sospesa a
braccia aperte in un fluido che sembra acqua ma che allo stesso tempo riflette il cielo e i suoi
cambiamenti di colore. Nella seconda sequenza, l’osservatore è più vicino alla figura dapprima
immobile, con le braccia aperte, poi la vede spostarsi nell’acqua con il vestito rosso che fluttua nel
liquido scuro. La scena finale si apre su un close up così stretto che l’osservatore non riesce a
identificare cosa ha di fronte: man mano che la visione diventa più leggibile, rivela nient’altro che
la stessa figura femminile, ormai approdata sulla terra ferma, che con le gambe dondolanti rimane
sospesa sopra un sottobosco verde brillante.
Sinossi: ZONE_LOst (8’30”, DVD, 2006)
Sono partita da “Young woman on a couch” un dipinto dell’artista Berthe Morrisot,
che raffigura una
giovane donna dall’aria serena accomodata su un sofa.
L’idea iniziale è stata quella di trasformarla in una giovane seduta su un divano che, senza abbozzare
nessuna reazione, sta di fronte alla televisione che trasmette in diretta la fine del mondo.
Ho dapprima girato le scene della ragazza sul divano e quelle degli interni di una improbabile stanza
vuota. Avevo però bisogno dell’alter-ego di questa figura così passiva e quasi indifferente a ciò che
succedeva: ho scelto allora di affiancarla con un’altra figura, sempre femminile che però in qualche
modo reagisse e scappasse. Ho costruito il video con una doppia immagine, la ragazza seduta in una
specie di stanza-scatola e l’altra che corre in un corridoio oscuro.
Entrambe stanno di fronte a qualcosa che l’osservatore non può vedere e che forse suscita in
entrambe i sentimenti di terrore, paura, estremo stupore: qualcosa di travolgente, per cui la mente
non può ragionare sull’oggetto che la occupa.
Da una parte l’oscurità permette all’osservatore di essere all’interno della visione, provando a reagire,
a scappare e nello stesso tempo a domandarsi se la figura fuori fuoco sia effettivamente davanti allo
schermo televisivo o invece all’interno.
Alla fine lo spettatore ha davanti a sè le righe elettroniche che indicano sullo schermo catodico la
fine trasmissione dei programmi tv e dall’altra una specie di traccia - quasi un’aurea - della figura
femminile che cerca di ancora di mettersi in salvo ma che pian pianino sparisce.
Sinossi: WAITING (3’, VHS 1998)
Sono partita da “The artist’s sister at a window” un dipinto di Berthe Morrisot,
che raffigura la
sorella dell’artista seduta davanti ad una finestra.
Per quanto riguarda il mio video, ho utilizzato la ripresa circoscritta al grembo di una persona seduta
davanti alla finestra, che evidenzia i piccoli movimenti e i panneggi del suo vestito rosso per poi
infine inquadrarla finalmente affacciata alla finestra.
Aspettare è un’azione che può significare tante cose e indicare e alludere a tante situazioni,
dall’inattività del catatonico a quella di racchiudere nel grembo una nuova vita: ho deciso che
l’interpretazione della parola fosse lasciata alle risposte di alcune persone che avevo intervistato per
chiedere loro cosa significasse “waiting”. Ho scelto le parole pronunciate da una voce femminile che
sono state montate su due canali che si sovrappongono un poco, come se fossero quelle di due
persone diverse le cui voci si accavallano l’una con l’altra.
Sinossi: Trapped Mermaid (5’, VHS, 1997)
Ho utilizzato la ripresa di una figura femminile, fasciata in un abito da sera verde, accovacciata su
un piccolo sgabello, in un ambiente spoglio, alle cui pareti è evidente il reticolo disegnato dalle
fughe delle piastrelle.
La ripresa vede la giovane donna in una posizione che sfida la legge di gravità, occupando l’angolo
in alto a sinistra dell’inquadratura, con la schiena appoggiata alla parte superiore, mentre in
sottofondo si ode l’acqua scorrere e le bollicine che si liberano. L’immagine diventa via via meno
nitida, facendo apparire sempre più evanescente la figura femminile.