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Expo...
Expo, di Andrea Bertè
“Expo” o “Esposizione Universale” è
una manifestazione di natura non
commerciale, mirata a creare un
luogo per il dialogo internazionale tra
i cittadini, i Paesi e le istituzioni intorno a un tema d’attualità e di interesse mondiale, presentato tramite una
grande esposizione. Questa manifestazione nacque su intuizione del
Principe Alberto e della regina Vittoria d’Inghilterra, che organizzarono la prima edizione dell’Esposizione Universale nel 1851, a Londra. Questa divenne la prima
nel suo genere e il modello per tutte le successive. La seconda fu organizzata a Parigi perché il governo francese puntava a
superare il grande successo ottenuto dall’esposizione londinese. Questo evento è particolarmente ricordato per la costruzione
della celebre Tour Eiffel, progettata in modo da poter essere smontata alla fine dell’esposizione ma, per il grande apprezzamento da parte del pubblico, si decise di lasciarla al suo posto. Da quel momento è tradizione che il paese ospitante ottenga
“in eredità” dall’Expo monumenti e palazzi che diverranno i biglietti da visita della città. Quest’anno il paese ospitante di questo
grandioso evento mondiale sarà l’Italia, in particolare Milano. La capitale della moda non è nuova ad ospitare questa manifestazione, infatti ne fu già sede nel 1906. Quell’anno il tema dell’Esposizione universale erano i trasporti marittimi e terrestri,
che in quel periodo erano in costante e rapidissima evoluzione. Il successo riportato agli inizi del Novecento si ripeterà
quest’anno con un nuovo tema: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Il tema della nutrizione, da sempre fondamentale
per la vita dell’uomo, non è mai stato un problema attuale e all’ordine del giorno come lo è ora; in un mondo così evoluto tecnologicamente, c’è ancora un problema che persiste fin dall’alba dei tempi: quello del cibo. Questo tema accomuna e divide al
tempo stesso tutti gli abitanti del nostro pianeta; dovunque l’alimentazione è un problema centrale, ma per motivi completamente opposti: se da una parte c’è la malnutrizione e migliaia di persone muoiono di fame, dall’altra c’è chi muore per disturbi
di salute legati a un’alimentazione scorretta e troppo cibo. Se da una parte manca il cibo, dall’altra si spreca. Per risolvere
questo problema, è necessario mantenere uno stile di vita sostenibile e trovare un equilibrio tra disponibilità e consumo delle
risorse. L’Expo si svolgerà tra il 1° Maggio e il 31 Ottobre 2015; in questi sei mesi Milano diventerà il palcoscenico delle varie
attività e sarà il fulcro di tutte le manifestazioni ed eventi riguardanti il cibo. Oltre a tutto ciò, verrà anche firmata la Carta di
Milano che sarà la vera eredità di Expo. Questo evento sarà una grande occasione, per Milano e per l’Italia, di farsi conoscere
meglio in tutto il mondo; speriamo di essere in grado di sfruttare quest’ importantissima opportunità.
Gita a Expo Milano 2015, di Rebecca Verlingieri
Il 21 maggio noi alunni della III A e della III B ci siamo recati all’Expo, dove abbiamo potuto visitare i padiglioni dell’esposizione
universale. All’entrata siamo passati sotto i metal detector, che garantiscono la sicurezza ai visitatori. Dopodiché siamo saliti
sulla navetta, un pullman interno all’esposizione che permette ai turisti di spostarsi velocemente da una parte all’altra di Expo.
Questo mezzo ci ha portato al padiglione Zero, dove era illustrata la storia dell’agricoltura, dell’allevamento, del consumo e del
cambiamento del paesaggio dall’Età della pietra a oggi, con le rispettive tecniche e gli strumenti utilizzati. Poi siamo andati nel
gettonato padiglione del Brasile, dove si doveva camminare su una rete sospesa per poi accedere alla parte chiusa dove
erano esposte le opere di un artista brasiliano, che rappresentavano delle casette per uccelli, e un video che mostrava prodotti e agricoltura tipici del Brasile. Sotto la rete c’erano molte piante tipicamente tropicali, con le relative spiegazioni. Ci siamo
poi spostati nel cluster del cacao e del cioccolato, dove i maggiori produttori hanno preparato dei piccoli stand riguardanti questi prodotti. Tra questi anche alcuni Paesi molto piccoli o molto poveri che non si sono potuti permettere un padiglione proprio.
L’ultimo padiglione visitato in mattinata è stato quello della Cina, il cui ingresso era posizionato dopo un grande giardino.
All’interno, dopo alcune immagini relative ai sistemi agricoli e ai piatti tipici, c’era una grande distesa di “lampade” che rappresentavano un campo di grano che si illuminava. Dopo una breve pausa per il pranzo, abbiamo visitato il padiglione del Regno
Unito, l’unico all’aperto. L’obiettivo era farci sentire come delle api, infatti abbiamo fatto un percorso a zig zag (come il volo
delle api) e abbiamo raggiunto l’alveare, collegato ad uno vero situato a Nottingham. Grazie a questo strumento, si possono
monitorare le malattie portate dalle api, così da prevenire eventuali contagi attraverso il miele. Purtroppo pioveva, perciò non
siamo riusciti a goderne appieno la bellezza. Poi siamo andati nel padiglione spagnolo, dove abbiamo seguito un percorso sui
prodotti spagnoli e visto un video in una stanza fatta interamente di piatti. Dopodiché abbiamo visitato la Svizzera, un breve
percorso su alcune città, e la Germania, che malgrado la lunga attesa in coda, ci ha pienamente ripagati: dopo una spiegazione su ciò che avremmo fatto, siamo entrati in una specie di museo interattivo dove, attraverso un “tablet” di carta e cartone,
abbiamo visto dei video e delle immagini inerenti a vari temi agricoli. Al piano di sopra abbiamo potuto seguire altre attività
interattive prima di assistere ad uno spettacolo musicale, durante il quale due musicisti riproducevano i suoni della natura e
degli animali con l’aiuto del pubblico. Dopo questa fantastica esperienza abbiamo visto il padiglione russo, che si incentrava
sulla chimica e sulla tavola periodica di Mendeleev. Infine, siamo passati attraverso la parte delle zone aride e abbiamo raggiunto l’Albero della Vita, dal quale uscivano bolle di sapone. E’ stata un’esperienza davvero unica e strepitosa, che consiglio
a tutti!
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La Gazzetta della Scuola
Anno scolastico 2014/2015
Periodico di informazione della Scuola Secondaria I grado
Numero 3
Barlassina
SPECIALE
A PAGINA 8
Elezione del 12° Presidente della Repubblica, di Andrea Bertè e Rebecca Verlingieri
Era il 31 gennaio, quando i membri della Camera dei Deputati e del Senato
della Repubblica, dopo quattro scrutini, hanno eletto Sergio Mattarella come
12^ Capo dello Stato. Il successore di Giorgio Napolitano ha già ricoperto
numerose cariche Istituzionali. Il 3 febbraio ha giurato fedeltà allo Stato e si
è insediato al Quirinale. Mattarella è nato in Sicilia il 23 luglio 1941, ultimogenito di quattro figli, tra cui Piersanti Mattarella, presidente della Regione
Sicilia assassinato dalla mafia il 6 gennaio del 1980 per aver avviato un
rinnovamento delle istituzioni locali per niente gradito ai boss. Sergio Mattarella è il primo siciliano ad esercitare questa carica. Prima di essere Capo
dello Stato, Sergio Mattarella è stato ministro per i Rapporti con il Parlamento (1987-1989), ministro della Pubblica Istruzione (1989-1990), fondatore con altri del Partito Popolare (1994), che poi lascia alle elezioni del ’96,
vicepresidente del Consiglio (1998-1999), ministro della Difesa (1999-2001)
e giudice costituzionale (2011-2015). Auguriamo al presidente di rappresentare al meglio il nostro Paese nei suoi sette anni di mandato.
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, di Riccardo Roman
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono due giudici siciliani che hanno dedicato la propria vita alla lotta contro la
mafia. Di loro si racconta che quando erano ancora adolescenti giocassero a pallone nei quartieri popolari di Palermo e che fra i loro compagni di gioco ci fossero probabilmente anche alcuni ragazzi che in futuro sarebbero diventati mafiosi. E forse proprio il fatto di essere siciliani, nati e
cresciuti a contatto diretto con la realtà di quella regione,
era la loro forza: Falcone e Borsellino infatti capivano il
mondo dei mafiosi, capivano il senso dell’ onore siciliano e
capivano il linguaggio dei boss e dei malavitosi con cui
dovevano parlare. Per questo da giudici hanno combattuto
la mafia e da essa sono stati uccisi. Il 23 maggio 1992, con
un attentato spettacolare, la macchina di Falcone viene
fatta esplodere sull'autostrada che collega Palermo e Trapani: 500 chili di tritolo tolgono la vita a Falcone, a sua moglie Francesca Morvillo e a tre agenti di scorta. Quando
Falcone salta in aria, Paolo Borsellino capisce che non gli resterà troppo tempo. Lo dice chiaro: “Devo fare in fretta, perché
adesso tocca a me”. Il 19 luglio dello stesso anno, infatti, un'autobomba esplode sotto la casa di sua madre, mentre Paolo
Borsellino sta andando a trovarla. Il magistrato muore con tutti gli uomini della scorta. Falcone e Borsellino sono stati due dei
più famosi giudici antimafia della storia d’Italia, ai quali centinaia di persone devono la vita.
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Mondo scuola
I nostri interessi
Bocce, di Alessandro Facciani e Gabriele Meco
Mini 4wd: di Roman Riccardo
Il gioco delle bocce ha una tradizione antichissima: in Turchia sono state ritrovate alcune
sfere di pietra che risalgono al 7000 a.c., mentre in Egitto ne sono state rinvenute altre in
una tomba risalente al 1000 a.C.
In Italia, nella sua forma moderna, il gioco delle bocce venne reso popolare dal celebre
Giuseppe Garibaldi.
I quattro giocatori di una squadra lanciano a turno la propria boccia, alternandosi con il
giocatore dell’altra squadra. L’obiettivo del gioco è quello di avvicinarsi il più possibile
con il maggior numero di bocce al boccino. Esistono due tipi di lanci:
Le Mini 4WD sono dei modellini di piccole auto da corsa nate nel 1982 quindi da un bel
L’accosto, o puntata, che è un lancio di precisione che serve ad avvicinare il più possibile la boccia al boccino.
La bocciata che si divide in due specialità: raffa (bocce grandi di materiale sintetico) e volo (bocce grandi di metallo) che sono lanci che vengono fatti con forza e sono preceduti da passi. Hanno lo scopo di colpire
la boccia avversaria allontanandola il più possibile dal boccino.
tomobilina durante la sua corsa in due modi:Utilizzando la Mini 4WD all'interno di una
po’ di tempo, dalla produttrice giapponese Tamiya una ditta molto famosa. Le caratteristiche principali di una Mini 4WD sono la trazione integrale (4 ruote motrici), è composta
per lo più da plastica ha un movimento ad alimentazione elettrica per mezzo di
un motore e di 2 pile stilo non ha nessuna richiesta di collanti per l'assemblaggio sebbene esistano dei meccanismi che permettano alle Mini 4WD di sterzare in determinate
occasioni, queste automobiline vanno sempre dritto. E possibile controllare una tale aupista appositamente prodotta. Una pista per Mini 4WD è composta di un numero di corsie (2,3 o 5), ciascuna corsia è delimitata da muretti. Oppure tramite l'utilizzo di una mazza detta "bastone di guida": una lunga asta formata da una zona d'impugnatura ed una
paletta. Tamiya da anni promuove e organizza gare su pista per Mini 4WD, che hanno ampia diffusione in Giappone e Asia
orientale, ma anche in Italia. Nel nostro paese è stato sviluppato negli anni un regolamento specifico che differisce leggermente da quello Tamiya internazionale e che ha portato ad una differenziazione anche della maniera di correre e assettare i mo-
Osservatorio di Tradate, di Rebecca Verlingieri
delli. Questo regolamento prevede tre categorie, che si distinguono per potenza dei motori utilizzabili e livello di personalizza-
Il 16 aprile noi alunni delle classi 3A, 3B e 3D ci siamo recati a Tradate per visitare
l’osservatorio astronomico, che si trova all’interno del Parco Pineta, che sorge in un
territorio che comprende numerosi comuni, tra cui Tradate e Appiano Gentile. Dopo
una breve presentazione sul parco e i suoi animali, la guida ci ha parlato
dell’osservatorio e di ciò che vi si studia. Ci ha parlato della struttura del Sole, della
nascita sua e di tutte le stelle in generale e di fenomeni come le tempeste solari e le
eclissi. Dopodiché le tre classi si sono divise in due gruppi, che hanno seguito lo stesso percorso ma in un ordine diverso. Il primo luogo visitato dal primo gruppo è stata la
stanza del Sole, un osservatorio più piccolo dedito all’osservazione della nostra stella.
Abbiamo potuto vedere il Sole attraverso degli specchi, in modo da non recarci danni
agli occhi. Il Sole appariva bianco, perché in base al materiale attraverso cui lo guardi
appare di colore diverso. Poi la guida ci ha mostrato come dei rombi all’interno di una
lampadina, che al suo interno non conteneva aria, possano girare utilizzando solamente la luce solare filtrata. La luce colpiva i rombi, che giravano perché da una parte erano bianchi, quindi assorbivano la luce del Sole, dall’altra erano neri, quindi la rilasciavano. Più luce raggiungeva la lampadina, più velocemente i rombi giravano. Successivamente siamo entrati all’interno della cupola contenente il telescopio. Al “piano terra”
c’era una specie di trampolino elastico di gomma, rappresentante lo spazio. Al centro è stata posizionata una palla da lancio
del peso per rappresentare il Sole. Guardando sotto il “trampolino”, si vedeva la curva che formava la palla con il suo peso, un
pozzo gravitazionale. Lo scopo del trampolino era illustrarci le leggi di Keplero (1. le orbite dei pianeti sono ellittiche; 2. quando il pianeta è nel punto dell’orbita più vicino al Sole, si muove più velocemente; 3. più un pianeta è vicino al Sole, più gira
velocemente), utilizzando delle palline più piccole come pianeti. La guida ci ha poi spiegato che, se la massa della Terra fosse
concentrata in 3 cm, si creerebbe un buco nero. Dopo questa spiegazione ci siamo recati al “secondo piano” della struttura,
dove si trova il telescopio. Essendo di grandi dimensioni, l’ingrandimento dello spazio è visto attraverso lo schermo di un televisore collegato ad esso. Inoltre è dotato di un puntatore e di un cercatore, strumenti che servono a cercare e mirare il punto
desiderato, che si sposta (o meglio, sembra che sposti!) durante la notte. La cupola dell’osservatorio, oltre ad aprirsi, ruota
anche per permetterci di vedere astri che si trovano dalla parte opposta del telescopio. In seguito, siamo usciti dall’edificio e,
nel prato lì accanto, ci siamo divisi in gruppi e abbiamo provato ad ”appiccare fuoco” a dei pezzetti di carta utilizzando una
lente d’ingrandimento. Di quest’ultima ve n’erano di tre dimensioni: una piccola, una media ed una grande. Provando ad utilizzarle, abbiamo dimostrato che più la lente è grande, più la carta prende fuoco facilmente. Abbiamo anche provato a bruciare
la carta con uno specchietto (in realtà carta di alluminio) fissato su un piatto di polistirolo. Senza dubbio è il modo più difficile
per far bruciare la carta, e solo in pochi ci sono riusciti. La guida ci ha mostrato anche come far bollire l’acqua sempre con il
sistema dello specchio: al posto della carta c’era un pentolino con dell’acqua e questa evaporava al calore del Sole. Infine,
abbiamo osservato il funzionamento della meridiana disegnata sull’osservatorio: l’ombra dello “gnomone” (l’oggetto che produce l’ombra che ci permette di capire l’ora) indicava l’ora esatta, anche se un’ora indietro (ovviamente perché proiettava l’ora
solare e non quella legale). Sull’erba c’era anche un altro tipo di meridiana, che “calcolava” l’ora in base al giorno e al mese:
posizionandosi all’incirca sulla data corrente (nel nostro caso circa a metà del mese di aprile), l’ombra dello gnomone, che era
uno di noi, indicava l’ora corrente. E’ stata una bella esperienza, divertente e interessante, da replicare per l’anno prossimo!
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zione e uso degli accessori: Let's&go! : categoria di ingresso, solitamente con limiti di età dei partecipanti, che ammette l'utilizzo degli accessori solamente montati come da istruzioni, motori poco potenti e rotelle guida esclusivamente in plastica. Expert
class: categoria intermedia che ammette motori fino a Hyper Dash e permette di combinare liberamente gli accessori tra di
loro ma senza modificarli,Top class: categoria regina che prevede l'uso dei motori più potenti e la libertà di tagliare e incollare
gli accessori per realizzare veri e propri modelli artigianali. I principali eventi annuali di Mini 4WD in Italia sono:Campionato
Nazionale Expert, C.I.S.E.(Campionato Italiano a Squadre Expert), TOTY (Top Of The Year) e Garone. Questo è un hobby
molto famoso sia da ragazzi che da adulti infatti la maggioranza delle gare è unicamente per adulti, spero vi sia piaciuto questo articolo e alla prossima.
Soluzioni al gioco del numero precedente
Se unisci i due 2, uno speculare all’altro, ottieni un PESCE
Se unisci i due 3, ottieni un OTTO
Se unisci i due 7, ottieni un TRIANGOLO
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I nostri interessi
Mondo scuola
L’origine dei videogiochi, di Alessandro Facciani e Gabriele Meco
Spettacolo teatrale in inglese, di Rebecca Verlingieri
Il videogioco è un gioco gestito da un dispositivo elettronico (console) che consente di
interagire con le immagini di uno schermo. Il termine può identificare un software oppure un dispositivo hardware dedicato a uno specifico gioco. È detto anche, in inglese,
videogame. Nato già a partire dagli anni cinquanta negli ambienti di ricerca scientifica
e nelle facoltà universitarie americane, ha avuto il suo sviluppo a partire dalla seconda
metà degli anni settanta. Nel 1952 nei laboratori dell'Università di Cambridge A.S. Douglas, per la sua tesi di dottorato, come esempio realizzò OXO, la trasposizione del
gioco Tris per computer. Nel 1958, il fisico Willy Higinbotham del Brookhaven National
Laboratory, notando lo scarso interesse che avevano gli studenti per la materia, realizzò un gioco che aveva il compito di simulare le leggi fisiche che si potevano riscontrare
in un vero incontro di tennis: il mezzo utilizzato era un oscilloscopio, cioè uno strumento che permette la visualizzazione e la misura di fenomeni oscillatori (cinema 4D Gardaland). Questo viene ricordato come un
esperimento universitario più che come un gioco. I videogiochi moderni hanno una grafica molto definita e sembrano dei veri e
propri film; uno dei giochi sportivi più famosi al mondo è Fifa, il videogioco di calcio più famoso.
Il 30 aprile noi alunni delle classi terze ci siamo recati al Teatro Carcano di Milano per la
visione dello spettacolo teatrale in lingua inglese “Shrek”, tratto dall’omonimo cartone animato della Dreamworks realizzato nel 2001 e dalla fiaba di William Steig. La storia parla
dell’orco solitario Shrek, che vive in una palude e chiede aiuto a Lord Farqaad, un uomo
tanto basso quanto perfido, quando trova la casa occupata dai personaggi delle fiabe:
Pinocchio, Peter Pan e la strega, che sono stati cacciati dal regno di Duloc dallo stesso
Lord. Così Shrek si incammina verso Duloc, ma smarrisce la strada. Riesce ad arrivare
nel regno solo grazie all’aiuto di Donkey (Ciuchino), un asino parlante che lo accompagna
al palazzo di Lord Farqaad. Questi accoglie la richiesta dell’orco, ossia cacciare i personaggi delle fiabe da casa sua, a patto che salvi la bella principessa Fiona dalla torre dove
era stata rinchiusa da bambina, in attesa del principe azzurro che l’avrebbe salvata. Ma il
vero scopo di Farquaad è sposarla per poter essere un vero re e non solo un dittatore.
Così Shrek parte insieme a Donkey verso la torre, che è custodita da un drago, o meglio
da una dragonessa. Arrivati alla torre, Shrek non deve preoccuparsi di affrontarla, dal momento che la dragonessa si invaghisce di Donkey e perciò non adempie al suo compito di
difendere la torre. Qui l’orco trova la bella Fiona, impaziente di conoscere il suo principe
azzurro. Shrek, però, non rivela subito la sua identità di orco, ma la porta subito a Duloc. Durante la seconda notte di viaggio
Donkey scopre che, al calar del buio, la principessa si trasforma in un orco a causa di un incantesimo che solo il bacio del
vero amore può spezzare. Mentre parla male di se stessa, viene sentita da Shrek (di cui si sta innamorando), ma l’orco fraintende le sue parole e crede stia sparlando di lui. Offeso, la tratta male per il resto del giorno successivo e, anche se inizia a
provare qualcosa per lei, la consegna a Lord Farqaad, con cui la principessa convolerà a nozze il giorno stesso, prima del
tramonto, per non farsi vedere in veste di orco. Shrek, convinto di avere perso per sempre il suo amore, torna alla palude,
dove i personaggi delle fiabe se ne sono andati. E’ tornato come prima: rozzo, scorbutico e solitario, ma arriva Donkey, che
risolve il malinteso creatosi tra lui e Fiona. Così l’orco arriva appena in tempo per fermare le nozze e Fiona gli rivela il suo
amore. Ma Lord Farqaad non ha intenzione di arrendersi e chiama le sue guardie, che vengono fermate dalla dragonessa, la
quale ha trovato l’amore in Donkey. Così il piccolo Lord viene sconfitto e Shrek bacia Fiona, cosicché possa liberarsi
dall’incantesimo. Questo però fa l’effetto contrario: Fiona, infatti, diventa un’orchessa invece di tornare normale, ma non se ne
dispiace. Così Shrek e Fiona possono finalmente vivere “felici e orrendi”. La fiaba, rappresentata in lingua inglese da attori
madrelingua, era già conosciuta da tutti, cosicché la comprensione dello spettacolo è stata facilitata. Inoltre erano presenti dei
sottotitoli in lingua inglese, in modo che anche il testo delle canzoni, le cui parole erano più difficili da cogliere, fosse di facile
comprensione. Al termine è stato possibile rivolgere delle domande agli attori, cosa che ha reso più divertente lo spettacolo,
già molto piacevole.
Gta5, di Edoardo Brenna
Grand Theft Auto V, chiamato anche GTA5, è un videogioco open world action
adventure in terza persona e in prima per la piattaforma playstation4 e xbox
ONE. E’ il settimo capitolo della serie Grand Theft Auto. GTA V è un open world
e ciò permette al giocatore di interagire con il mondo di gioco a suo piacimento.
Il gioco è ambientato principalmente all'interno dello stato immaginario di San
Andreas (che è simile allo stato della California), e offre al giocatore la possibilità di muoversi liberamente nella città immaginaria di Los Santos (caricatura di
Los Angeles). La modalità single-player è raccontata attraverso una storia di tre
protagonisti: Franklin Clinton, Michael Townley/De Santa e Trevor Phillips. Inoltre, una modalità multiplayer online, che prende il nome di Grand Theft Auto
Online, è inclusa nel gioco e permette di far partecipare alla sessione fino a 16
giocatori o 30 nelle versioni next-gen. Il 10 giugno 2014, durante la conferenza
Sony dell'E3 di Los Angeles, è stata annunciata la versione per Playstation 4;
poche ore dopo è stata confermata anche la versione per Xbox One e PC. Il
gioco è stato rilasciato per le console next-gen il 18 novembre 2014, mentre su PC verrà rilasciato il 14 aprile 2015. Le versioni next-gen contengono contenuti esclusivi come nuove armi e attività, completamente rifatte a 1080p, traffico più denso, nuovi brani radio, nuovi animali, nuovi effetti danni e meteo, la possibilità di trasferire i progressi online della versione old-gen nella next-gen, la modalità di giocare anche in prima persona e altro ancora.
Il diavolo nero, di Luca Pianta
Il diavolo nero è un pesce appartenente ai Melanoceti e vive nelle profondità
degli abissi. E’ di piccole dimensioni, si distingue per i denti aguzzi, gli occhi
piccoli e un’antenna mobile con una luce di richiamo sulla testa, che brilla
per attrarre le prede: quando piccoli pesci e calamari si avvicinano, vengono
inghiottiti in un sol boccone grazie alla mandibola allargabile. Il suo corpo
sproporzionato e tozzo, inadatto ai veloci inseguimenti, è perfetto per i lunghi appostamenti al buio. Negli abissi la luce è davvero scarsa e, più che
alla vista, i Melanoceti si affidano a minuscoli organi sensibili al movimento,
per individuare prede e predatori. Purtroppo si conosce ancora molto poco
di questo animale: ad esempio non si sa quanto viva a lungo. Il 17 novembre per la prima volta questo raro pesce abissale è
stato ripreso nel suo habitat naturale, nei mari profondi al largo della California centrale, a circa 580 metri di profondità grazie
a un veicolo telecomandato a distanza. Il pesce è stato poi portato in superficie e ora vive in una camera oscura le cui pareti
coibentate e la cui mancanza di illuminazione simulano l'habitat freddo e scuro di questo animale. Questo ritrovamento permetterà di conoscere più a fondo questo misterioso e mostruoso animale.
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Aperitivo in musica, di Andrea Bertè
Il giorno 8 Maggio gli alunni dell’Indirizzo Musicale e del laboratorio di percussioni si sono
esibiti presso il Centro Anziani. Gli alunni delle classi terze e numerosi genitori hanno assistito a questo concerto che è servito ai ragazzi del tempo musicale come prova generale per
il concorso della settimana successiva, che si sarebbe svolto in Friuli. Durante il concerto si
sono esibiti anche i membri del coro Skřivánek, provenienti da una scuola della Repubblica
Ceca. I brani suonati da percussionisti, chitarristi, violinisti, flautisti e pianisti sono stati apprezzati dal folto pubblico, nonostante siano stati accompagnati da alcuni scrosci di pioggia.
Alla fine del concerto il Forno di Antonio, la Pasticceria Anna ed il Bar Moquito, con il contributo del Comitato Genitori, hanno gentilmente offerto un rinfresco che è stato molto apprezzato dai ragazzi.
Successo dei nostri musicisti a due concorsi, di Vassily Lucchini e Luca Pianta
L’11 maggio si è tenuto il concorso musicale di Tradate. Molti alunni della nostra scuola sono stati premiati: i chitarristi e le chitarriste Nargis Hedhili (premio assoluto) e Andrea Faccioli di 2^C, Siria Iamundo e Giulia Ottolina di 3^C che hanno ricevuto la
medaglia d’ oro, mentre Giali Visconti di 1^C ha ottenuto la medaglia d’ oro nella categoria pianoforti solisti. Beatrice Villa, Alice
Cipriani e Chiara Galimberti di 1^C hanno ottenuto la medaglia d’ argento. Ottimi risultati anche per l’ orchestra di prima e il
sestetto di chitarra, che hanno conquistato la medaglia d’ oro; hanno ottenuto l’argento il quartetto di flauti, il quartetto di violini
e il pianoforte a quattro mani.
Il 14 maggio i nostri compagni dell’Indirizzo Musicale hanno partecipato ad un altro concorso svoltosi nella città di Palmanova,
nel corso del quale Nargis Hedhili ha vinto il terzo premio, mentre hanno vinto il premio di merito la violinista Alessia Frigerio di
3^C e l’orchestra formata dagli alunni delle classi seconde e terze; hanno vinto il premio di partecipazione il violinista Juri Buratti di 3^C e il settimino composto da due pianisti, due violinisti, un flauto traverso e due chitarre.
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Mondo scuola
Mondo scuola
La gita a Brescia, di Andrea Bertè e Rebecca Velingieri
Luigi Garlando, di Laura Cassini
Il giorno 31 Aprile 2015 noi alunni della classe 3^B abbiamo visitato la città di Brescia. Partiti dalla stazione di Seregno, siamo arrivati a Milano Lambrate, da dove
abbiamo preso il treno regionale che ci ha portati fino a Brescia. Arrivati qui, dopo
aver chiesto più volte indicazioni, siamo riusciti a raggiungere il castello medievale
passando per le vie centrali della città lombarda. Dopo una breve salita per raggiungere il castello ubicato sul colle Cidneo, siamo entrati al museo delle armi dove una
guida, leggermente innervosita dal fatto che non lo avessimo aspettato all’entrata del
castello, ha illustrato armi da fuoco, armi bianche (lance, spade,…), armature e armi
d’artiglieria. Il museo, diviso per epoche, partiva dalle armi bianche e armature del tardo Medioevo, continuava con armature meno pesanti ed ingombranti, passando per stanze in cui si potevano trovare armature per cavalli e cavalieri destinati
alle parate, fino ad arrivare alle armi da fuoco, più moderne, della tradizione centenaria bresciana. Mentre raccontava ai
ragazzi la storia del castello, costruito sulle mura di un vecchio tempio romano, la guida ha precisato che ci trovavamo nella
fortezza più grande di Europa. Dopo la visita al museo delle armi , il cicerone ha accompagnato la classe al Grande Miglio,
un edificio all’interno del castello che un tempo era adibito a magazzino per le granaglie, dove oggi è allestito il Museo del
Risorgimento Italiano. Questo museo si trova qui dal 1959 ed ospita fin da allora numerosi dipinti, stampe, proclami, uniformi, cimeli e manoscritti -anche di poco conto- che raccontano la storia del Risorgimento. Particolare rilievo in questa mostra
è dato alla partecipazione di Brescia agli avvenimenti risorgimentali. All’interno del museo sono numerosi i cimeli che rievocano la figura carismatica di Giuseppe Garibaldi, sia ritratto mentre compie le sue grandi imprese, sia rappresentato nelle
vignette satiriche del tempo. In un’ampia sala del museo è conservata la carrozza sulla quale venne trasportato Garibaldi
quando venne ferito alla gamba. Finita la visita, ci siamo fermati a pranzare e poi abbiamo ripreso il nostro percorso facendo tappa a Piazza della Loggia. In questa piazza, dalla grande bellezza artistica, si è verificata una violenta strage che ha
ucciso ben 8 persone e ne ha ferite altre 102. Questo attentato si è verificato il 28 Maggio 1974 ed ancora oggi, dopo più di
quarant’anni, la città ne riporta i segni. Dopo questa breve visita, abbiamo raggiunto la liuteria di Brescia, gestita dall’ex
musicista Virginio Cattaneo. All’interno della mostra vi sono alcuni dei più pregiati pezzi della liuteria bresciana dei secoli
XVI e XVII. Durante la visita il signor Cattaneo ha deliziato ragazzi e professori con alcuni aneddoti riguardanti la sua vita,
talvolta con tono piuttosto rude. Al termine, i ragazzi hanno fatto merenda in una gelateria e poi si sono diretti verso la stazione dove il treno ha condotto tutti a casa. Questa gita, rispetto alle precedenti, non mi è piaciuta molto, ma comunque è
stato un bel momento di svago con i compagni e gli insegnanti.
Il 19 Maggio le classi I A, I B, I C, I D e I E hanno partecipato
all’incontro con lo scrittore Luigi Garlando, un giornalista della
“Gazzetta del Sport “ e scrittore di libri per ragazzi. Lo scrittore ci ha
parlato del suo famosissimo libro “Per questo mi chiamo Giovanni”, che
ha deciso di scrivere immaginando che fosse il racconto di un padre che
si rivolge al figlio, per spiegargli cos'è la mafia e chi era Giovanni Falcone, il famoso giudice che è morto combattendo la mafia. Ci ha raccontato che ormai scrive libri per ragazzi da più di dieci anni: ha esordito con
“La vita è una bomba”, poi è diventato famoso con la pubblicazione di
“Per questo mi chiamo Giovanni” e per le serie “Gol!” e “Le Cipolline”.
Ha pubblicato da poco “L’estate che conobbi il Che”, un libro che racconta la storia di Che Guevara. Ci ha rivelato come scrive i suoi romanzi: per prima cosa pensa all’argomento, poi prepara la
scaletta, scrive il testo in brutta, lo riguarda più volte, lo scrive in bella e infine ricontrolla tutto, dedicando molto tempo a
quest’ultima fase. Non sa ancora quale sarà l’argomento del prossimo libro e per questo ha chiesto a noi alunni dei suggerimenti. Molti hanno fatto delle proposte e le più interessanti riguardavano il terrorismo e l’Isis, Nelson Mandela, Barack Obama e Martin Luther King. Garlando, inoltre, ama molto gli sport, soprattutto quelli ad “alto tasso tecnico”, e per questo motivo
scrive sulla “Gazzetta dello sport”.
Giardino dei Giusti, di Mattia Cainarca e Rebecca Verlingieri
Il Giardino dei Giusti è un luogo dedicato ai Giusti tra le nazioni, ovvero
a coloro che hanno salvato almeno una vita. All’inizio il termine era riferito ai non-ebrei che avevano salvato anche solo un ebreo dalla Shoa,
ma oggi indica le persone che hanno salvato una o più vite, non necessariamente di ebrei. Il primo Giardino è stato creato a Gerusalemme,
per commemorare i salvatori degli ebrei dal genocidio, da un’idea di
Moshe Bejski, salvato da Oskar Schindler. In questo giardino, ogni anno
viene piantato un albero in onore di ogni nuovo “giusto”, come accade
anche nei Giardini dei Giusti europei durante la Giornata Europea dei
Giusti. Anche a Solaro, alla ex polveriera, c’è un Giardino dei Giusti che
alcuni di noi hanno visitato l’8 maggio. Quest’anno ha celebrato il quinto
anno dall’apertura dedicando degli alberi ad alcune persone meritevoli:
- Mustafa Aga Azizoglu, Sindaco di Malatya durante il genocidio armeno del 1915 si prodigò per salvare vite umane. Fu
assassinato da suo figlio per non aver obbedito agli ordini del governo dei giovani turchi.
- Lazar Manojlovic, preside di una scuola media, e Gabriele Moreno Locatelli, religioso e pacifista, furono strenui difensori
dei diritti umani durante la pulizia etnica in Bosnia Erzegovina.
- Roberto Antiochia, giovane agente di polizia che perse la vita a Palermo in un attentato mafioso mentre prestava protezione all’amico e vicequestore Ninni Cassarà, e i carabinieri dell’operazione Infinito per l’impegno nella lotta alle mafie.
L’ultimo albero, dedicato a Roberto Antiochia e ai carabinieri di Infinito, è stato piantumato dalle classi seconde della scuola
media “Leonardo Da Vinci” di Seveso, che hanno partecipato alla manifestazione. Ricordiamoci sempre di seguire
l’esempio di queste grandi persone, che hanno messo a rischio la loro vita per proteggere degli innocenti.
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Gita a Como, di Mattia Cainarca e Riccardo Roman
Il giorno 23 maggio noi alunni della classe II B siamo stati in gita a
Como. Il ritrovo era alle 7:45 davanti alla scuola; siamo partiti dalla
stazione di Camnago e siamo arrivati ala stazione di Como verso le
8:30. Appena scesi dal treno, ci siamo subito diretti verso il lago,
nella zona dello stadio. Dopo aver fatto un giro del lago, abbiamo
raggiunto la funicolare che ci ha trasportati fino a Brunate. Non appena arrivati, ci siamo diretti verso il faro, che purtroppo era chiuso.
Siamo rimasti lì fino alle 11:00, poi ci siamo diretti verso la Capanna
Carla che è a circa 45 minuti dal faro, dove abbiamo anche pranzato. Abbiamo preso il treno delle 16:50 e alle 17:30 siamo arrivati, sempre a Camnago, dove eravamo attesi dai nostri genitori.
La gita è stata molto bella e tutti si sono divertiti.
Gita a Brera, di Andrea Sala e Stefano Mercante
Il 18 e il 19 maggio noi alunni delle classi seconde siamo andati a Milano per visitare la
Pinacoteca di Brera; siamo partiti alle 8:30 col treno dalla stazione di Seveso e siamo
arrivati a destinazione verso le 10. Siamo entrati nel museo accompagnati da una guida,
che ci ha mostrato alcuni quadri del Rinascimento, tra cui “Cristo morto” di Andrea Mantegna, “Pala Montefeltro” di Piero della Francesca e “Sposalizio della Vergine” di Raffaello. L’opera di Mantegna ha un allestimento molto scenografico per far risaltare maggiormente la particolare prospettiva: la sala è tutta dipinta di nero e il quadro, posto a poche
decine di centimetri dal pavimento e senza cornice, è illuminato dall’alto a destra. Questo
allestimento è stato progettato da un grande regista, Ermanno Olmi. Una delle particolarità delle altre due opere riguarda l’ambientazione architettonica, che è costruita in perfetta
prospettiva e dà una sensazione di equilibrio e armonia. Inoltre, durante la visita, abbiamo potuto osservare anche opere di
altri periodi storici: “Il Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo e “Il Bacio” di Hayez. Terminato il percorso museale, siamo tornati
in treno alla stazione di Seveso. Questa uscita didattica è stata interessante perché ci ha offerto l’opportunità di ammirare
stupendi capolavori artistici che destano grande stupore.
Si salvi chi può, di Rebecca Verlingieri
Il 4 maggio, alle ore 20.30, i ragazzi del laboratorio teatrale metteranno in scena lo spettacolo “Si
salvi chi può”, commedia in due atti scritta e diretta dal professor Giuseppe Terranova. Lo spettacolo si terrà nel teatro dell’oratorio di Barlassina e si realizzerà grazie alla collaborazione dei laboratori di sartoria e scenografia per scenografie e costumi, di Riccarda Bonfanti per le danze e dei
docenti dell’indirizzo musicale per le musiche. Ci sarà la partecipazione straordinaria di alcuni
ragazzi ed educatori di OASI DUE.
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Mondo scuola
Mondo scuola
Incontro con Mario Caniglia, di Rebecca Verlingieri
AUSER, di Mattia Cainarca e Riccardo Roman
Puliamo il nostro paese, di Edoardo Brenna
Il 27 aprile gli alunni delle classi terze e
della I C hanno avuto l’opportunità di
seguire la testimonianza di Mario Caniglia, un testimone di giustizia venuto
appositamente dalla Sicilia per incontrarci e parlarci di legalità. Il testimone di
giustizia è colui che la mafia vuole
“schiavizzare”, ma si ribella e per questo
viene minacciato da Cosa Nostra. I testimoni di giustizia in Italia sono 72, ma
in realtà dovremmo esserlo tutti perché
è un nostro dovere denunciare le cose
sbagliate. Prima di iniziare a parlarci
della sua storia, il signor Caniglia ha ringraziato l’Arma dei Carabinieri, che gli mette a disposizione degli “angeli custodi” (la
sua scorta) che rischiano la vita per proteggerlo, e il Coordinamento Comasco per la Pace, un’associazione che gli permette di parlare alle scuole. Mario Caniglia, imprenditore di Scordìa, in provincia di Catania, era un contadino, diventato
imprenditore per necessità: dopo aver preso il diploma di 5^ elementare, andò a lavorare nei campi che aveva ereditato alla
morte del padre, nel ’69. Dopo dieci anni l’ettaro ereditato era aumentato fino a dodici ettari e durante una cattiva annata,
nel ’79, mandò delle arance a Milano, dove gli affari andarono bene e riuscì a moltiplicare la sua terra. Una sera ricevette
una telefonata dalla mafia, che gli ordinava di pagare 500 milioni di lire in cambio dell’incolumità sua e della sua famiglia;
malgrado la minaccia, decise di non piegarsi al ricatto ed allertò i carabinieri, che arrivarono a casa sua in borghese. Il
signor Caniglia, sotto consiglio del maresciallo dei carabinieri, finse di contrattare e, armato di microspia, iniziò la ricerca
dei suoi estorsori. Recatosi dal guardiano dei suoi giardini, che conosceva i malviventi, gli raccontò delle telefonate e si
finse disponibile a pagare. Così il guardiano contattò un boss di Scordìa per chiedergli aiuto, e questi lo mandò dal fratello
in semilibertà, che gli propose una tassa di 20 milioni annui in cambio di un’assicurazione totale. Al rifiuto di Caniglia,
l’uomo cercò di convincerlo dicendo che il pizzo lo pagavano tutti, ma lui resistette e disse che prima avrebbe voluto parlare
a quattr’occhi con il capo. Prepararono un incontro, al quale si presentò un ragazzotto che faceva da portavoce e che Caniglia aveva già incontrato. Scoperta l’identità degli estorsori, non volle comunque pagare e finse di essere un ex – mafioso
con degli amici potenti, offrendo 5 milioni. La risposta si fece attendere, calò il silenzio e iniziò il periodo più pauroso, anche
perché lo Stato lo aveva abbandonato, credendolo un ex – mafioso. La domenica delle Palme Cosa Nostra si fece finalmente sentire, proponendogli un incontro di sera, nell’orto delle angurie, dove il guardiano gli mise paura. Il boss disse che
aveva convinto i suoi amici a ridurre l’entità della quota da pagare e gli intimò di portare 5 milioni prima di Pasqua. Riconquistata la fiducia dei carabinieri, consegnò la metà della somma pattuita, promettendo di portare il resto il prima possibile.
Prima della consegna successiva, nel gennaio del ’99, gli rubarono i trattori, spararono sulla porta del garage e ruppero le
angurie facendoci delle croci, che in “gergo mafioso” vuol dire ”vedi che succede a chi non rispetta i patti”. I carabinieri gli
consigliarono di andare via da Scordìa, ma lui rifiutò e dal 2 febbraio del 1999, giorno in cui arrestarono i suoi estorsori, lui
e la sua famiglia vivono sotto scorta. Il giorno del processo, quando andò a testimoniare, da una parte dell’aula
c’erano i processati e i loro parenti e dall’altra lui, il Consiglio Comunale di Scordìa e tutte le associazioni della
Provincia, ma soprattutto il magistrato Grasso. Dopo
aver ascoltato l’invito a raccontare questa storia ai nostri
genitori, abbiamo fatto delle domande al signor Caniglia,
che ci ha spiegato il concetto di omertà mafiosa: la mafia
è forte perché incute paura e nessuno osa denunciarla.
Non dobbiamo permetterle di toglierci ciò che è nostro e
dobbiamo denunciare ogni sopruso e rompere il muro di
omertà, se non vogliamo che si rafforzi. Il nostro ospite
ha aggiunto che la vita sotto scorta, anche se senza
privacy, è comunque una vita libera. Ha detto anche che
rifarebbe ciò che ha fatto, e meglio, senza gli “orrori” che
ha commesso: chi paga il pizzo perde la dignità, e se
anche lui lo avesse pagato, avrebbe perso la libertà. Ora
vive ancora a Scordìa, e la sua terra continua a produrre: ha 65 operai (prima 15), e il suo terreno è triplicato.
La toccante e coinvolgente testimonianza di Mario Caniglia è stata salutata con un caloroso applauso.
Oggi abbiamo intervistato il
fondatore dell’Auser di Barlassina, ovvero il Sig. Mario
Galli,che ci ha gentilmente
accompagnato al Parco
delle Groane. Ci ha spiegato che la società, formata
da quaranta volontari, è
nata 3 anni fa, quando lui è andato in pensione. I volontari dell’ AUSER, la cui sigla significa Autogestione Servizi, svolgono diverse
attività, come accompagnatori di alunni nei tratti di pedibus, di disabili
e anziani, trasporto di malati oncologici e infine consegna pasti
(preparati dalla mensa di Cermenate) per anziani. Ogni anno le vetture dell’Auser percorrono 50.000 km e sono in servizio per 5.000 ore
all’anno. Infine abbiamo chiesto al signor Galli quali sono gli aspetti
positivi e quali negativi e lui ci ha risposto che a suo parere l’aspetto
positivo è sapere che hai aiutato una persona in difficoltà, mentre
quello negativo è dover accettare anche situazioni poco piacevoli
(“non tutti ringraziano adeguatamente”). Ringraziamo il signor Galli e
la sua fondazione per l’aiuto che assicura a chi affronta momenti di
difficoltà, con la speranza che atri seguano il suo esempio.
Sabato 9 maggio i ragazzi della scuola primaria e
secondaria di
Barlassina si
sono
riuniti
alle ore
8:45 nei
seguenti
ritrovi:
Parco
militare, Parco arcobaleno e ex tiro a segno per partecipare all’iniziativa “Puliamo il nostro paese”. Nei
vari punti di ritrovo il Sindaco e alcuni rappresentanti
del comune ci hanno muniti di sacchetti di plastica, di
pinze e guanti per raccogliere il materiale lasciato in
giro da “incivili”. Il ritrovo conclusivo era alle 12.00 a
scuola, dove era stato allestito un tavolo con delle
bevande e delle pizzette per premiare l’impegno dei
ragazzi!
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Electrolux, di Edoardo Brenna
Il 21 maggio tutti noi alunni di 2^ ci siamo recati alla nota azienda internazionale Electrolux di Solaro, dove alcuni addetti ci hanno consegnato dei cartellini che dovevamo tenere in vista per
tutta la visita. Dopodiché ci hanno accompagnato in una sala
dove il direttore ci ha spiegato cosa producevano, quanti prodotti
finiti realizzavano all’anno, quanti impiegati avevano e le varie
aziende esistenti nel mondo. In seguito ci hanno portato in un'altra sala dove ci hanno offerto panini e bevande da consumare.
Dopo aver mangiato, ci hanno portato a fare il giro della fabbrica, dove abbiamo visto come trasformano una lastra di metallo
in un prodotto finito. Infine ci hanno mostrato come funziona al suo interno una lavastoviglie: infatti all’ Electrolux di Solaro
producono solo lavastoviglie di altissima qualità, esportate in tutto il mondo.
Gita a Cremona, di Daniele Fratto
Il 7 Maggio 2015 le classi I C, I D e I E sono andate in gita a Calvatone, un sito archeologico di epoca romana, e a Cremona. Dopo due ore di viaggio siamo finalmente arrivati a Calvatone, dove il fratello del professor Nava ci ha accolti, facendoci entrare in
uno studio dove ci ha spiegato il lavoro che fanno gli archeologi. Quando ha finito di
spiegare, ci ha fatto vedere una statua che era stata trovata in uno scavo archeologico
a Cremona; sfortunatamente era rovinata, cosi l’hanno restaurata. La statua è diventata il simbolo della città. Dopodiché siamo andati nel parcheggio, dove abbiamo ripreso
il pullman che ci ha portati nel luogo degli scavi. Scesi dal pullman, abbiamo fatto una
piccola camminata e, arrivati agli scavi, gli archeologi ci hanno spiegato come è stata
trovata la città romana. Dopodiché ci hanno portato dietro una casetta, dove c’erano
delle bacinelle con degli spazzolini, con cui abbiamo pulito dei pezzettini di reperti trovati negli scavi, che ci sono stati regalati. Successivamente abbiamo fatto un gioco
tipico dell’epoca romana, il quale consisteva nel cercare di far canestro dentro
un’anfora tirando delle noci. Infine, dopo aver fatto la foto, ci hanno regalato dei libretti,
degli adesivi e dei poster e siamo tornati al pullman per raggiungere Cremona. Lì ci
aspettava una guida che ci ha accompagnato nei luoghi più caratteristici, tra cui una
strada romana. Dopo aver acquistato dei souvenir, siamo risaliti sul pullman e siamo
tornati a casa. È stata una bella esperienza che si dovrebbe ripetere!
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