Uscita a Montorio 2B Simeoni

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Uscita a Montorio 2B Simeoni
Sulle tracce del Medioevo a Montorio: la 2°B delle "Simeoni" in uscita didattica sul
territorio
Quest'anno, con la professoressa Fiori, abbiamo deciso di partecipare ad un concorso di
scrittura creativa sul Medioevo: abbiamo pensato di ambientare la nostra storia a Montorio
verso il 1300-1320. Per questo ci stiamo documentando attraverso ricerche su libri e siti, e
con uscite sul territorio.
Venerdì 20 novembre siamo partiti a piedi in direzione della Chiesa Vecchia, con la nostra
insegnante di lettere e la dirigente scolastica, dott.ssa Morbioli.
Giunti davanti alla facciata della Chiesa di S. Maria Assunta, che in passato era una Pieve,
ci hanno accolti due gentili signori che ci hanno fatto da guida all'interno dell'edificio: sono
volontari che si danno da fare per tutelare e valorizzare la chiesa. Lì volevamo vedere,
attraverso una vetrata sul pavimento, la risorgiva che si trova sotto l'edificio sacro, però in
questo periodo il livello dell’acqua é troppo basso e così non siamo riusciti a vederla
zampillare. Abbiamo fatto comunque un giretto per la chiesa, ammirando gli affreschi e le
opere di restauro che sono state fatte.
Siamo andati dietro l'altare, in una stanza alla base del campanile, dove abbiamo avuto tante
informazioni sulle campane e sull'arte di suonarle.
In fondo alla chiesa abbiamo osservato alcuni disegni che riproducono la zona, nel periodo
che stiamo studiando.
Usciti ci siamo fermati al laghetto Squarà, con i blocchi di pietra di epoca romana, ritrovati
sul fondo del lago. Abbiamo ricordato l'importanza delle risorgive; già al tempo dei Romani,
e per tutto il Medioevo, da qui partiva l'acquedotto che portava l'acqua a Verona. L'acqua era
un bene prezioso, anche per far funzionare i mulini per la lavorazione della lana, che nel
Medioevo era un prodotto per cui la nostra città era famosa.
Ci siamo poi recati alla Corte Maggia, quella che nel Medioevo corrispondeva a "La Loza",
cioè la Loggia degli Scaligeri. Ad accoglierci il signor Roberto Maggia, che come prima
cosa ci ha fatto vedere le tracce degli antichi archi, che con il tempo sono state inglobate
nell'edificio attuale.
Le Logge erano disposte su tre lati del cortile, e su uno di essi c'era una scalinata esterna che
conduceva al piano superiore: l'edificio era molto alto e scenografico, contornato da giardini
e frutteti.
Già ai tempi di Cangrande, e successivamente di Cansignorio, era un luogo di vere delizie,
dove era piacevole partecipare a feste e a banchetti; tale residenza era così famosa che anche
Boccaccio ne viene a conoscenza e decide ambientare a Montorio la storia d'amore di Florio
e Biancofiore nel romanzo del "Filocolo".
Poi il signor Maggia ci ha portati all'ingresso di una cantina, dove, oltre gli antichi attrezzi
che servivano anche per macinare il frumento, tiene tutte le riproduzioni e le foto di disegni
di come era la Loza al tempo degli Scaligeri e nelle epoche successive. Ci ha mostrato un
disegno della Loza che sembrava fatto al computer da quanto era accurato e preciso.
All'interno della Corte, abbiamo visto il Tondo, un laghetto di forma circolare con al centro
una roccia, che si presume sostesse una statua. Alberto della Scala, il papà di Cangrande,
aveva provveduto a far scavare un canale di collegamento con lo Squarà, sia per far arrivare
l'acqua alla Loza sia, sfruttando i diversi livelli dei due bacini, per alimentare zampilli,
fontane e giochi d'acqua.
Infine ci il signor Roberto ci ha portati nel Giardino Maggia dove ci ha mostrato altre
riproduzioni della Corte, e il Bojo: esso risale al ‘500, periodo successivo a quello della
nostra ricerca storica. Dato che il livello dell’acqua è basso, non se ne sentiva il rumore: il
signor Maggia ci ha invitato a tornare in primavera, quando c'è abbondanza di acqua.
Giada Ferro, Maria Perlini, Carolina Vinco, Vittoria Zanoni - classe 2°B "Simeoni"