Anteprime al B.A. Film Festival 2015: il film MI CHIAMO MAYA 1 / 3

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Anteprime al B.A. Film Festival 2015:
il film MI CHIAMO MAYA
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Creato il 21 aprile 2015 da Masedomani
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Masedomani
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Niki e Alice sono due sorelle serene, che vivono con una madre
single ed eclettica, forse un po’ sognatrice ma che ama la
natura e fa del suo meglio per stimolare i sensi e la creatività
delle due figlie. Il trio viaggia, va a cavallo, canta e balla ad ogni
occasione sino al giorno in cui la tragedia irrompe e le due
giovani si ritrovano sole al mondo.
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Un padre ignoto e uno nella lontana America sono le figure
invisibili che rendono ancora più penosa la situazione. Le due
sorelle sono condannate alla separazione. La maggiore è
destinata ad una casa-famiglia, la minore dovrà varcare
l’Atlantico e ricongiungersi con un genitore e dei fratelli di cui
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non sa nulla.
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GLI ASSASSINI di Lafirmacangiante
Prese dal panico le due decidono di scappare e raggiungere
l’amata Camargue, luogo ricco di ricordi felici in cui da sempre
si erano ripromesse di tornare. Un sogno, un’utopia, un progetto
irrealizzabile come spesso capita con gli adolescenti. Sotto
shock, senza un centesimo, in preda agli istinti, le ragazzine
non riflettono e fuggono dando inizio ad un pellegrinaggio da
una compagna di scuola all’altra fino alla inevitabile disfatta.
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“Mi chiamo Maya” narra una storia di fantasia attingendo
però da racconti reali. La pellicola vuole fotografare una
situazione tristemente in crescita che travolge ogni giorno
sempre più adolescenti, lasciati a loro stessi da famigliari che
non eccellono nella comunicazione genitore-figlio. Pare, infatti,
che il 30% dei ragazzini scappi di casa all’inseguimento di una
fantomatica libertà, aggrappandosi a sogni impossibili. Questo
dato allarmante ha spinto la Regione Lazio e le ASL di Roma a
dar vita ad un progetto di sensibilizzazione, affidandosi al
regista Tommaso Agnese.
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Da tanta passione e determinazione è nata una serie di filmati
presentati nelle scuole e approdati sui canali televisivi a scopo
educativo. Il materiale raccolto da Agnese era talmente vasto e
vario da poter vincere una nuova sfida: scrivere una storia
unica che riuscisse a raggiungere il grande pubblico da Nord a
Sud della Penisola. Ha preso così forma la sceneggiatura del
lungometraggio di finzione di oggi, “Mi chiamo Maya”.
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L’opera ha debuttato qualche giorno fa al B.A. Film Festival e
arriverà nelle sale il prossimo 7 maggio 2015. Il progetto è
ambizioso e la storia è curiosa, interessante, il problema è reale
e tocca molti di noi. Parecchi sono gli spunti di riflessione:
viviamo in una società in costante evoluzione e questa corsa
contro il tempo pare essere foriera di tante novità in grado di
migliorare il nostro quotidiano, ma ha un retro della medaglia di
incomunicabilità senza precedenti.
12 foto sbalorditive di
donne con e senza trucco
(Cosmopolitan)
Tommaso Agnese si sgancia dallo schema melodrammatico,
non sfrutta i meccanismi della lacrima facile o del senso di
colpa e col suo piccolo film dà spazio e voce ai giovanissimi e al
loro mondo semplice, talvolta di poche parole, introverso, e
difficile da comprendere per un adulto che ha superato da tanto
tempo l’adolescenza. “Mi chiamo Maya” è un esordio su grande
schermo, qualche imperfezione c’è, alcune cose possono non
convincere, ma tocca corde che hanno molto da dire.
Vissia Menza
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