Diamoci del Tu - Materiale aggiuntivo - LIBERTA

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Diamoci del Tu - Materiale aggiuntivo - LIBERTA
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LIBERTA
UNA CANZONE PER TE – ADOLESCENTI
Titolo
Titolo:
Giungla
Cantante
Cantante:
Erica Mou
Album
Album:
è
Anno
Anno:
2011
Commento
Direttamente dalla Sugar,, arriva la nuova scommessa di Caterina Caselli: una cantautrice giovane,
considerata dalla critica la Bjork italiana,
italiana, è una delle nuove promesse della panorama musicale
italiano che approda in radio con questo brano particolarmente energico, pieno di rabbia contro
tutte quelle abitudini e quelle ossessioni che non ci permettono di essere noi stessi, soffocando
alle volte il nostro vivere e creando intorno
intorno a noi limitazioni e paranoie (per usare un termine
tanto caro a molti giovani) spesso futili. Il brano, accompagnato da un videoclip particolare,
rimanda alla vicenda del suicidio di Tom Nicon,, un giovanissimo modello, l’ottavo in pochi anni,
che non ha retto alle pressioni di un mondo dalle regole particolarmente crudeli.
In questa giungla di abitudini vorrei soltanto essere in me… è il motivo conduttore di questo
singolo che appare una denuncia contro il sistema pericoloso e, alle volte, crudele della giunglasocietà odierna…
… Solo un’autentica riscoperta e ricerca di se stessi, alla luce dell’incontro vero con
Cristo, può permette a chiunque di recuperarsi e, al tempo stesso, recuperare i rapporti con l’altro;
solo liberandoci dai falsi reality, dalle abitudini-vizi cattivi della nostra vita, ci convinceremo che “in
questa giungla di abitudini, si possa davvero viaggiare aggrappati ad una Liana (il Signore Gesù) di
speranza”. (cfr. Salmo 8)
Riflettiamo insieme
1. Quali sono i “reality” e i “vizi” dai quali devi liberare la tua esistenza?
2. Che significa per te l’espressione “vorrei
“
soltanto essere in me”?
3. “In questa giungla di abitudini, si possa davvero viaggiare aggrappati ad una Liana di
speranza”:: che risonanza ha nella tua vita questa affermazione? Che speranza stai
ricercando?
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UNA CANZONE PER TE – GIOVANI
Titolo:
Dipendenza
Cantante:
Daniele Silverstri
Album:
Unò-dué
Anno:
2002
Commento
Il cantautore romano, noto per aver inciso canzoni di protesta e denuncia, come “L’uomo col
megafono”,, sulla pena di morte, come “Aria”,, è sempre stato nel panorama musicale italiano un
tipo particolarmente tosto. Le sue canzoni e i suoi giochi di parole sono vero cibo per il cervello
dell'ascoltatore: pozzi ricchissimi di idee, stimoli, temi, musicali e non. Ed è così anche "Unò-Dué",
"
lavoro discografico particolare che si apre con "Salirò",, brano presentato qualche anno fa a
Sanremo, con cui l'autore trasmette il proprio desiderio di riscattarsi da un periodo negativo.
In “Dipendenza”, Daniele ci invita a pensare e a ricordare che siamo tutti individui dotati di
cervello e capaci di mettere in discussione prima di tutto noi stessi: questo brano è un’esortazione
esplicita a "riuscire
riuscire in qualche modo a fare senza",
senza per “capire
capire dove sta la differenza fra il vizio e
l'esigenza”.
”. È un inno che invita a liberarci dell’abitudinario e del superfluo, di ciò che ci tiene
incatenati e non permette alla nostra libertà di sentirsi libera e di stabilire relazioni libere.
Riflettiamo insieme
1. La mia vita da che cosa dipende?
dip
2. Questa mia dipendenza mi rende schiavo. Di chi? Da che cosa?
3. Forse questa dipendenza non mi permette di relazionarmi in modo autentico e sereno con
me stesso e con l’A/altro. Come penso di affrontare quest’ostacolo che mi impedisce di
“essere libero” e “sentirmi libero” nelle relazioni?
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UNA CANZONE PER TE – GIOVANI ADULTI
Titolo:
Basta così
Cantante:
Negramaro & Elisa
Album :
Casa 69
Anno:
2010
Commento
Dopo l’esperienza della fortunata “Ti vorrei sollevare”,, del 2009, in questo brano nuovamente la
voce del Sangiorgi torna a intrecciarsi in perfetta armonia con quella inconfondibile voce della
mamma di Monfalcone, entrambe sorrette e “abbracciate” dall'orchestra del maestro Mauro
Pagani. Questo singolo, il terzo
rzo estratto da “Casa 69”, ultimo lavoro discografico dei Negramaro, è
una ballata rock piena di poesia e musicalità che descrive come il senso pieno e vero della libertà si
possa raggiungere solo con gli altri, e non da soli: “liberi, ci sembrerà di essere
esser più liberi, se dalle
nostre mani non cadranno più parole per noi due, e sarà più semplice sorridere alla gente senza
chiederle se sia per sempre”.
Un brano intenso che decanta il desiderio di sentirsi liberi, la ricerca di quella libertà che può
essere autentica solo se si ha accanto qualcun altro: la solitudine non è mai libertà, perché la
libertà autentica può essere solo insieme agli altri. Giuliano ed Elisa, così, respirano a pieni
polmoni l’aria pulita della libertà e anelano a una unione di anima e pensiero.
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UN FILM PER TE – GIOVANI
Titolo originale:
originale Shadowlands
Regia Richard Attenborough
Regia:
Cast: Anthony Hopkins, Debra Winger, John Wood,
Cast:
Julian Fellowes, Edward Hardwicke, Joseph Mazzello
Paese Gran Bretagna
Paese:
Uscita Cinema:
Cinema 1993
Genere Biografico, drammatico, sentimentale
Genere:
Durata 131 min
Durata:
Trama
Il film narra la storia realmente accaduta dello scrittore C.S. Lewis (autore del ciclo de Le cronache
di Narnia)) e dell'americana di origine ebrea Joy Gresham.
Gresham. La relazione tra i due nasce sottoforma
epistolare grazie ad appassionate lettere che Joy scrive allo scrittore per manifestargli
l’ammirazione sua e di suo figlio. I due s’incontrano in occasione di un viaggio in Inghilterra di Joy e
diventeranno poi amici
ici quando lei si stabilisce definitivamente nel paese, divorziando dal marito
alcolista. Ma da subito nasce qualcosa di più tra i due, una forte intesa e fiducia che li porta anche
a sposarsi per poter ottenere la cittadinanza. Un cancro della donna li unisce
unisce ancora di più fino ad
un secondo e più vero matrimonio in un letto di ospedale. Tra le righe di una storia di vita e di una
storia d’amore vi è una storia di sofferenza e una grande riflessione sulla sofferenza degli uomini.
Riflettiamo insieme: sono gli incontri che ci cambiano la vita!
Jack (questo è il nome con cui viene chiamato lo scrittore nel club di cui è socio) è un uomo molto
colto, saggio, teorico…solo! Tutta la sua vita ruota attorno ai suoi studi, ai suoi libri, alle sue teorie
come quella
la sulla sofferenza che ha ormai imparato a memoria. Tutta la sua vita si basa su una
serie di abitudini e di certezze che egli ha faticosamente costruito come una ringhiera a cui
appoggiarsi per non inciampare. Non ci sono relazioni vere e profonde nella sua vita, non ci sono
dialoghi bensì solo discussioni, opinioni, conferenze. Non ci sono affetti, ad esclusione del fratello
che vive in casa con lui. Ma un incontro sconvolge la sua vita: quello con una donna che, a
differenza degli altri, riesce a leggergli
leggergli dentro e a guardare oltre le barricate che lui ha costruito
per nascondersi. Lei riesce a capire che si trova davanti un uomo che ha costruito la sua vita senza
gli altri per la paura di perderli, di rimanere deluso, di soffrire. Ha fatto in modo di avere
av
sempre
dei rapporti squilibrati:
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-E quei soggetti dei tuoi amici: tutti ben addestrati a non oltrepassare i limiti […]. Tu sei riuscito a
costruirti una vita nella quale nessuno può scalfirti; tutti quelli che ti stanno vicino sono o più
giovani di te o solo più deboli di te oppure sotto il tuo controllo! (Joy)
-Ma perché te la prendi con me, io credevo che fossimo amici! (Jack)
-Io non lo so se siamo amici. Non nel tuo modo di intendere l’amicizia. (Joy)
L’azione di Joy nella vita di Jack è liberatrice: lei gli insegna a giocare a carte scoperte, a
riconoscere e ammettere i propri limiti, ad apprezzarsi e riesce in tutto questo perché lo accoglie
per quello che è e lo vede nella verità. Joy non si ferma a quello che lui appare al resto del mondo
ma tira fuori il meglio di lui e gli permette di passare dalle sue teorie ad una vita e a dei rapporti
fatti di pratica! Joy non ama rimanere in superficie, non si ferma a ciò che tutti vedono e
conoscono di Jack, lei scava nel profondo della sua anima, vuole raggiungere una conoscenza vera,
autentica dell’uomo, una conoscenza che le permetta di liberare la vera essenza e il vero io dello
scrittore. L’incontro con Joy permette a Jack di superare le sue paure, le sue schiavitù, le sue teorie
preconfezionate, solo quando annulla il baratro fra teoria e pratica l’uomo tira fuori il meglio di se
e comincia una vita reale fatta di emozioni, sentimenti ma soprattutto di rapporti essenziali e
genuini.
Infine Joy si ammala gravemente e Jack è costretto a vivere per la seconda volta l’esperienza del
dolore. Questa volta, però, il suo sarà un approccio diverso alla sofferenza, Prima aveva affermato,
nelle sue teorie: “Non sono sicuro che Dio ci voglia felici; credo che ci voglia capaci di amare ed
essere amati; vuole vederci crescere. E io sostengo che proprio perche Dio ci ama ci fa il dono della
sofferenza o, per dirla con altre parole, il dolore è il megafono di Dio che risveglia un mondo sordo.
Vedete noi siamo come blocchi di pietra da cui lo scultore ricava le forme degli uomini: i colpi del
suo scalpello così dolorosi per noi sono ciò che ci rende perfetti.” O ancora: “Da piccoli crediamo
che i giocattoli ci diano tutta la felicità del mondo e la nostra stanza dei giochi è il mondo intero;
ma qualcosa deve spingerci fuori dalla stanza dei giochi, nel mondo degli altri; e questo qualcosa è
la sofferenza.” Quando Jack si trova a faccia a faccia con la perdita imminente della persona che ha
più amato al mondo grazie al sentimento che lo lega alla donna, scopre nella sofferenza l’amore,
la gioia, la vita. E se prima un libro era un modo per sapere che non si è soli, con la gioia ed il
dolore nel cuore, può dire adesso che “si ama per sapere che non si è soli” .
Ancora una volta è la presenza di Joy nella sua vita a indicargli la strada e a renderlo un uomo
ancora più libero dalle sue teorie a più presente a sé stesso:
- me la caverò, non preoccuparti per me. (Jack)
- io credo che non sia abbastanza; credo che cavarsela sia troppo poco. Quello che sto cercando di
dire è che il dolore di domani fa parte della felicità di oggi. (Joy)
L’affermazione che Jack fa durante l’unico e ultimo viaggio che i due si concedono prima di
separarsi (nei luoghi che avevano ispirato i sogni di Jack da bambino) è molto significativa ed è la
dimostrazione di quanto l’incontro con Joy lo abbia trasformato e reso migliore:
“Non voglio più vivere altrove; non aspetto più che succeda niente; non voglio sapere cosa c’è oltre
la valle, né oltre la collina. Sono qui e mi basta.”
Questo incontro è l’incontro di due libertà che si scoprono l’una grazie all’altra.
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UN LIBRO PER TE – GIOVANI
Titolo: IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A
Titolo
RIGHE
Autore JOHN BOYNE
Autore:
Anno 2006
Anno:
Edizione BURextra
Edizione:
Recensione
A primo impatto questo potrebbe sembrare un libro per i bambini. Ma anche se i protagonisti
principali hanno solo nove anni, non lo è. Bruno un giorno rientra da scuola e scopre che la
cameriera sta preparando le sue cose perché con la sua famiglia deve lasciare
lasciare Berlino, i suoi amici,
la scuola, tutto il suo mondo. Cerca di opporsi a questa decisione dei genitori ma capisce ben
presto che le sue ragioni si annullano davanti alle esigenze di lavoro del padre. Così parte e
nonostante sua madre gli abbia detto che deve imparare a vedere il “lato positivo” delle cose, non
gli piace niente di quel cambiamento e soprattutto non vede lati positivi in quella situazione, ma si
convince sempre più che sia tutto un grosso errore. Si ritrova così a vivere in una casa isolata,
is
più
piccola rispetto a quella precedente, senza spazi da esplorare, senza amici con cui giocare; solo la
compagnia di sua sorella Gretel di dodici anni, che lui definisce un “caso disperato”. Poi un giorno
dalla camera della sorella i due vedono qualcosa
qualcosa di strano: “Dovunque guardassero c’erano delle
persone, alte, basse, vecchie, giovani, in continuo movimento […]. Alcuni stavano lungo i lati delle
baracche in gruppi silenziosi, e fissavano il terreno come se così potessero non farsi notare. Altri
zoppicavano puntellandosi alle stampelle. Molti avevano le teste vistosamente fasciate. Altri
impugnavano vanghe, spinti da gruppi di soldati verso un punto dove non erano più visibili”(pag.
40). I due non capiscono quello che vedono ma conferma la loro impressione
impressione negativa sulla nuova
casa. La vita continua noiosa, l’abitazione è sempre piena di soldati che vanno e vengono agli
ordini del padre di Bruno. Un giorno, mentre si annoia, Bruno si ricorda quanto gli piacesse fare
l’esploratore e visto che la casaa non offre molte possibilità in tal senso, si avventura in giardino.
Durante il suo giro vede un bambino “seduto a terra con espressione desolata. Portava lo stesso
pigiama a righe di tutta la gente che si trovava dall’altra parte della rete, e aveva in testa
t
un
berretto di tela a righe. Non aveva né scarpe né calze e i suoi piedi erano parecchio sporchi. Sulla
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manica aveva un bracciale con una stella a sei punte” (pag. 105). Così bruno conosce Shmuel un
bambino ebreo che diventerà suo amico e l’unica cosa positiva di quel trasferimento.
Personaggio su cui focalizzarsi
Bruno è un bambino come tanti che vive la sua infanzia a Berlino tra scuola e avventure con i suoi
tre migliori amici. Un giorno la sua vita viene stravolta dalla notizia dell’imminente trasferimento
che interesserà la sua famiglia. Bruno non esita a dire la sua perché, anche se piccolo, ha le idee
molto chiare e cerca di far capire ai suoi genitori quanto per lui questa cosa sia dolorosa ma la
famiglia ha il dovere di sostenere il padre, in un momento importante del suo lavoro. La nuova
casa si trova accanto al campo di concentramento di Auschwitz. Quando per la prima volta vede i
deportati, Bruno non capisce perché tante persone vivano in quel modo e chiede spiegazioni a suo
padre, comandante del campo e che gli dirà: “ Ah, quelli […]. Ma quelli non sono uomini […]. Si
almeno non secondo il significato che diamo a questa parola […]. Ma non devi assolutamente
preoccupartene, Bruno. Quelli non hanno niente a che fare con te. Tu non hai nulla in comune con
quelli” (pag. 56). Nonostante il padre tratti il figlio come un piccolo soldato e pretenda un
atteggiamento che poco si addice ad un bambino di nove anni, Bruno ha grande fiducia e rispetto
per suo padre. Ma spesso le spiegazioni che lui gli fornisce, come in questo caso, non lo
convincono, sa di aver visto uomini come lui, l’unica differenza è quello strano pigiama che
indossano tutti. Quando incontra Shmuel sa che quello è un bambino uguale a lui, i pregiudizi dei
grandi non lo sfiorano. Il rapporto tra i due bambini è un po’ strano, infatti durante i loro incontri
non giocano insieme ma stanno seduti uno di fronte all’altro, separati dal reticolato e si
raccontano le loro vite prima del trasferimento e per certi versi Bruno invidia l’amico, che vive in
posto pieno di gente e con tanti bambini con cui giocare, mentre lui è da solo. Nonostante la gioia
per quell’incontro, Bruno non rivela a nessuno di avere un nuovo amico perché ha paura che gli
altri potrebbero non capire. La nuova amicizia diventa un piccolo segreto da proteggere. Possiamo
notare che oltre a Shmuel, Bruno si avvicina anche ad altri ebrei contravvenendo alle regole della
casa, infatti si sfoga con Maria, la cameriera che lavora da loro. Anche con il cameriere Pavel ha un
dialogo e si informa sulla sua vita prima di arrivare nel campo. Sicuramente il fatto di non rendersi
conto di quello che succede intorno a lui gli permette di andare incontro all’altro nella più totale
libertà, pensando con la propria testa e rifiutando i pregiudizi degli adulti.
Riflettiamo insieme
Su un pannello o foglio di carta molto grande, incollato alla parete, ognuno inizia a colorare
spaziando per tutto il foglio, stando attenti, a non sovrapporsi al colore dell’altro.
Dopo un tempo adeguato l’animatore farà terminare l’attività, facendo emergere due chiavi di
lettura:
•
•
Lavorando insieme (quindi accogliendo l’altro ) si è creato qualcosa;
Non sovrapponendo i colori si rispetta la libertà dell’altro.
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UN’OPERA D’ARTE PER TE – ADOLESCENTI
Titolo: La Trabant sfonda il muro
Autore: Anonimo
Anno: 1989
Tecnica: Graffito
Dove si trova: Mühlenstrasse, Berlino
Commento
La East Side Gallery1 (galleria del lato orientale) è il maggior tracciato rimasto in posizione
originale del muro di Berlino,, e rappresenta un memoriale internazionale alla libertà. Questa
sezione di muro è lunga 1,3 km ed è interamente dipinta con graffiti fatti da diversi artisti,
riguardanti il tema della pace o comunque della caduta del muro in seguito alla fine della "guerra
"
fredda".
La East Side Gallery si trova sulla Mühlenstrasse,
Mühlenstrasse a lato del fiume Sprea.. La East Side Gallery era, ai
tempi della divisione, tutta inserita in Berlino est (da questo il suo nome). In quel punto il muro
correva parallelamente alla Sprea. Per ragioni di spazio
spazio non fu possibile costruire tutta la
complessa struttura confinaria. Le autorità della DDR (Repubblica
(Repubblica Democratica Tedesca,
Tedesca in tedesco
Deutsche Demokratische Republik,
Republik abbreviato in DDR, nota anche come Germania Est) decisero,
pertanto, di erigere un solo muro (la sponda opposta della Sprea apparteneva a Berlino ovest). Al
momento della caduta del muro, la futura East Side Gallery era bianca immacolata: questa sorta di
enorme tavolozza fu offerta agli artisti di murales e graffiti dell'epoca perché la dipingessero. A
questa circostanza si deve la conservazione, sotto tutela artistica, dell'unico pezzo di muro di
Berlino che ancora oggi permette di capire cosa davvero rappresentasse
rappresentasse questa ingombrante
presenza nel cuore della città. La sua conversione in galleria pittorica a cielo aperto l'ha salvata
dall'abbattimento.
La East Side Gallery è considerata la più lunga galleria d'arte all'aperto del mondo.
mondo Essa consiste di
circa 106 murales di artisti di ogni parte del mondo ed essi sono dipinti sul lato orientale del Muro
di Berlino.
1
http://it.wikipedia.org/wiki/East_side_gallery
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Fra i graffiti presenti, i più famosi sono quelli del bacio fra Erich Honecker e Leonid Brežnev,
nonché quello della Trabant che sfonda il muro stesso.
La tecnica dei Graffiti nasce negli Stati Uniti, a Filadelfia nei tardi anni sessanta sui treni e si
sviluppa in seguito a New York negli anni settanta fino a raggiungere una prima maturità stilistica a
metà degli anni ottanta. E’ una tecnica apparentemente semplice per la quale l’artista ricorre ad
un semplice muro bianco, preferibilemente urbano, a bombolette spray, vernice e pennelli.
L'obiettivo di ogni writer è sia raggiungere una certa fama all'interno della "scena" dei graffiti;
oltre alla fama si pone un altro elemento: l'espressione personale. La differenza tra atti di
vandalismo e il "writing" è da ricercarsi nelle motivazioni che spingono a dipingere. L'intero
fenomeno del writing arriva con tale impatto allo spettatore da non poter esser frainteso: basti
pensare all'evidenza delle allusioni, spesso politiche e di protesta sociale. Ogni persona vive in un
determinato ambiente e viene influenzato direttamente e profondamente nel proprio modo di
fare e di agire. Lo stesso avviene per colui che opera nella città (come lo fanno i writers e gli street
artist) e che ha al contempo una missione personale e universale: esprimersi e farsi conoscere2.
Oggetto su cui focalizzarsi
La scena è interamente occupata dall’immagine della macchina che sfonda il muro. La Trabant fu
un'automobile prodotta dalla casa automobilistica VEB Sachsenring Automobilwerke Zwickau; fu
progettata e messa in produzione negli anni cinquanta nella Repubblica Democratica Tedesca e
per un solo anno nella Germania unita. Essa fu di fatto l'unica scelta possibile per il trasporto
privato nella DDR3. Questa automobile rappresentava il volto della Germania dell’Est e del suo
sviluppo economico e sociale. L’opera rappresenta l’automobile che squarcia il muro e passa
dall’altro lato. Al volante un uomo di cui però si vede solo la sagoma, ad indicare la possibilità di
sfondare il muro e finalmente passare ad una Germania unita per tutti coloro che per 28 anni
l’avevano desiderato. La particolarità è la dinamica dello scontro del tutto contraria ad uno
scontro reale: mentre il muro viene mandato in pezzi, la macchina e il suo guidatore restano
intatti; nessun segno dello scontro è visibile sulla carrozzeria o nell’atteggiamento dell’uomo al
volante! Lui guida da solo, non ha nessuno accanto; si libera della costrizione, del recinto al quale è
stato destinato da solo. Va incontro all’altro, a chi gli è stato proibito di vedere e di incontrare per
tanto tempo lasciando a lui il posto nella sua macchina, nel suo mondo, per iniziare insieme un
nuovo viaggio verso la libertà.
Riflettiamo insieme (Dinamica artistica)
L’idea che emerge dall’opera è la forte voglia di libertà e di tensione verso l’altro, verso un TU che
non si conosce, o che da tempo di è abbandonato. L’uomo dell’immagine sfonda il muro “armato”
2
3
http://it.wikipedia.org/wiki/Graffiti_Writing\
http://it.wikipedia.org/wiki/Trabant
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soltanto della sua macchina, immagine del suo mondo, della sua cultura, del suo odo di fare. La
tensione verso l’altro e la libertà di raggiungerlo non sacrifica e non distrugge tutto questo, ci
permette anzi di fare a pazzi il muro che non ci consente di essere liberi davanti all’altro senza per
questo distruggere tutto ciò che siamo. E’ la verità della nostra storia del nostro essere persone,
che ci renderà liberi davanti all’altro.
L’animatore potrà dotarsi di grossi pannelli di compensato o di polistirolo (facilmente trovabili
come scarti nelle falegnamerie o neI grandi magazzini), di pennelli, tempere, qualche bomboletta
e mascherine e lasciare che il ragazzo faccia il suo graffito personale. Dovrà rappresentare la
situazione che lo ostacola nella libertà di raggiungere l’altro e il mezzo scelto per raggiungerlo.
Attraverso la rappresentazione, spiegherà le conseguenza di questo atto, che potranno essere
difficili e quindi minare in qualche modo se stesso o il mezzo scelto, oppure, come nel caso
dell’opera, essere più semplici. Spiegherà poi agli altri la sua scelta, ciò che lo ostacola nella libertà
e la sensazione nel rappresentare il raggiungimento della libertà.
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UNA DINAMICA PER TE – ADOLESCENTI
PROCESSO AL PREGIUDIZIO
Obiettivo:
Immedesimandosi in altre vesti diventa più concreto riuscire a capire cosa si
prova in una determinata situazione, che altrimenti rimarrebbe lontana dalla
propria vita reale. In questo modo, si riesce a riflettere e a mettere in dubbio
stereotipie in altri casi scontate.
Istruzioni:
Si tratta di un gioco di ruolo. I ragazzi vengono calati in una realtà nei nostri
tempi, molto vicina a noi: l’arrivo di profughi richiedenti accoglienza. I
ragazzi saranno messi di fronte ad una decisone ipotizzata di attrezzare,
all’interno di uno stabile della propria città o quartiere, un centro di
accoglienza per immigrati appena arrivati in Italia. L’attività richiede ai
quattro gruppi di sostenere le posizioni che gli sono state assegnate:
favorevoli, mediamente favorevoli, mediamente contrari e contrari, con
argomentazioni di vario genere e natura. Si potrebbe anche individuare un
quinto gruppetto, più piccolo, di pensiero neutro che si limiti a: presentare la
situazione, ascoltare le varie opinioni dando del tempo per esporle,
prendere una decisione finale alla luce della discussione affrontata. Nella
simulazione si cercherà di far comprendere ai ragazzi la complessità del tema
affrontato e si farà in modo di far immedesimare i ragazzi in una
u posizione
che non è sempre la loro, dando loro il compito di saper portare avanti e
difendere anche un punto di vista diverso dal proprio.
Approfondimento:
-
Nel gruppo in cui ti sei trovato l’opinione da difendere corrisponde a
quello che pensi veramente?
Sei riuscito a difendere l’opinione del gruppo anche se non coincide con
quello che pensi davvero?
Cosa pensi del pregiudizio e delle stereotipie?
Pensi di essere un tipo con pregiudizi nei confronti degli altri?
Pensi che gli altri abbiano pregiudizi
pregiudizi nei tuoi confronti?
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