08 estremi - Matematica e Applicazioni
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08 estremi - Matematica e Applicazioni
Appunti sul corso di Complementi di Matematica mod.Analisi prof. B.Bacchelli a.a. 2010/2011 08- Estremi: Riferimenti: R.Adams, Calcolo Differenziale 2. Capitoli 4.1. Esercizi 4.1 Estremi liberi: punti di massimo, di minimo, punti stazionari, punti di sella, condizioni necessarie, condizioni sufficienti, matrice hessiana, test delle derivate seconde. Estremi liberi per funzioni reali di più variabili Def. Sia f : Rn → R una funzione a valori reali, definita in un dominio A ⊂ Rn . Si dice che f ha un massimo assoluto (o globale) in un punto a ∈ A se f (x) ≤ f (a) per ogni x in A. Si dice che la funzione f ha un massimo relativo (o locale) in a se la disuguaglianza f (x) ≤ f (a) è soddisfatta per ogni x in un intorno U (a) contenuto in A. Si definiscono in modo analogo i termini minimo assoluto e minimo relativo usando la disuguaglianza opposta f (x) ≥ f (a). Def. Si dice estremo di f un punto a che sia un massimo o un minimo, assoluto o relativo. Def. Un punto a si dice punto stazionario (o critico) se f è differenziabile in a e vale ∇f (a) = 0. Un punto a stazionario è detto punto di sella (o colle) se in ogni intorno di a ci sono punti x in cui f (x) < f (a) e altri in cui f (x) > f (a). Oss. Per funzioni di due variabili la condizione di stazionarietà ha una interpretazione geometrica: se a =(a, b) è un punto stazionario, esiste il piano tangente alla superficie z = f (x, y) nel punto P = (a, b, f (a, b)), di equazione z = f (a, b), cioè la superficie ha un piano tangente ”orizzontale” (parallelo al piano xy). Inoltre, se si pensa alla superficie come la superficie (liscia) di una montagna, i punti stazionari di massimo, minimo e sella corrispondono rispettivamente alle cime, ai fondi delle valli e ai passi montani. 1 Teorema. Condizioni necessarie per un estremo. Una funzione f : Rn → R ha un estremo in un punto a del suo dominio solo se è verificata una delle seguenti condizioni: (a) a è un punto di frontiera del dominio di f, (b) a è un punto singolare di f, cioè f non è differenziabile in a, (c) a è un punto stazionario. Dim. E’ evidente che un estremo può essere un punto di frontiera o un punto in cui f non è differenziabile (in realtà neppure continua!). Se a è un estremo interno al dominio e f è differenziabile in a, allora anche la restrizione di f alla direzione di un asse cartesiano gi (t) = f (a+tei ) avrà un estremo in t = 0, punto interno e derivabile, e per il teorema di Darboux (applicato alla restrizione gi ) necessariamente gi0 (0) = 0. Allora, poichè Di f (a) =gi0 (0) = 0 per ogni i = 1, ..., n, si ha ∇f (a) = 0. Esempi p Sia f (x, y) = x2 + y 2 . Il punto (0, 0) è un minimo assoluto essendo sempre f (x, y) ≥ 0 = f (0, 0). f non è differenziabile in (0,0) che quindi non è punto stazionario. p Sia f (x, y) = x2 + y 2 − 1. I punti tali che x2 + y 2 − 1 = 0 sono punti di frontiera e punti di minimo assoluti. Sia f (x, y) = 3 − x2 − y 2 . Il punto (0, 0) è punto stazionario ed è un massimo assoluto essendo sempre f (x, y) ≤ 3 = f (0, 0). ½ 2 x + 4, se x2 + y 2 > 1 . Sia f (x, y) = 0 se x2 + y 2 ≤ 1 I punti {(x, y) : x2 + y 2 ≤ 1} sono punti di minimo. I punti per cui x2 +y 2 < 1 sono stazionari, mentre i punti per cui x2 + y 2 = 1 sono di discontinuità per f. Sia f (x, y) = xy. Il punto (0, 0) è punto stazionario ed è una sella essendo (esclusi gli assi in cui vale zero) f (x, y) < 0 = f (0, 0) nel secondo e quarto quadrante del piano di definizione di f, f (x, y) > f (0, 0) nel primo e terzo quadrante . 2 Sia f (x, y) = e−y + x4 + 1. Il punto (0, 0) è punto stazionario ed è una sella essendo f (0, y) − f (0, 0) < 0 se y 6= 0 e f (x, 0) − f (0, 0) > 0 se x 6= 0. 2 Teorema di Weierstrass (Condizione sufficiente di esistenza). Se f : K ⊂ Rn → R è definita e continua in un insieme K chiuso e limitato, allora esistono in K un punto di massimo assoluto e un punto di minimo assoluto per f . Esempio p Sia f (x, y) = 3 (x − 1)(y 2 − x) f è continua in R2 , non differenziabile nei punti dell’insieme C = {(x, y) : x = 1 ∨ x = y 2 } . Il segno del ∆f nei punti di C coincide col segno della funzione. Pertanto si ha che in ogni intorno di tali punti ∆f cambia segno, quindi non sono estremi. Inoltre nel chiuso e limitato K = {(x, y) : y 2 ≤ x ≤ 1} f è continua. Valendo zero nel bordo di K ed essendo f positiva all’interno di K, allora deve esistere un massimo all’interno di K per il teorema½di Weierstrass. ½ −(x − 1) + y 2 − x = 0 y=0 ∇f = 0 : ⇒ 2y = 0 x = 1/2 il punto P = (1/2, 0) ∈ K è il massimo che cercavamo. Si noti che i punti della frontiera di K sono punti di minimo per la restrizione di f all’insieme K. Teorema. Test delle derivate seconde per funzioni di due variabili. Supponiamo che f : R2 → R abbia derivate parziali del secondo ordine continue in un intorno U (a, b) contenuto nel dominio di f, dove (a,b) è un punto stazionario di f . Costruita la matrice hessiana (simmetrica) a2 f a2 f (x, y) (x, y) ax2 ayax H(x, y) = a2 f a2 f (x, y) (x, y) axay ay 2 si hanno le seguenti condizioni sufficienti: a2 f (a, b) > 0, allora (a, b) è un punto di minimo; (a) se detH(a, b) > 0 e ax2 a2 f (b) se detH(a, b) > 0 e (a, b) < 0, allora (a, b) è un punto di masax2 simo; (c) se detH(a, b) < 0 allora (a, b) è un punto di sella. N.B. Se detH(a, b) = 0, questo test non ci fornisce informazioni sulla natura del punto stazionario (a, b). 3 Per esempio per le funzioni f (x, y) = x4 + y 4 , g(x, y) = −x4 − y 4 , h(x, y) = x4 − y 4 , il punto P = (0, 0) è stazionario. La matrice hessiana in (0, 0) ha tutti gli elementi nulli,quindi det H(0, 0) = 0, e (0, 0) è un minimo per f , un massimo per g e una sella per h (si valuti il segno del ∆f, ∆g e ∆h). Dim. Scriviamo la formula di Taylor al primo ordine col resto di Lagrange e centro nel punto stazionario a=(a, b) e incremento h =(h, k) 6= (0, 0): esiste un θ, 0 < θ < 1 tale che ∆f(a,b) (h, k) := f (a + h, b + k) − f (a, b) 1 = (hD1 + kD2 )2 f (a + θh, b + θk), 0 < θ < 1.. 2 Oppure equivalentemente, usando la scrittura vettoriale, 1 ∆fa (h) := f (a + h) − f (a)= hT H(a + θh)h, 0 < θ < 1. 2 Poichè le derivate parziali sono continue, se hT H(a)h ha segno costante (non nullo) per 0 < khk < r, allora anche hT H(a + θh)h per θ piccolo, e quindi ∆fa (h), avrà lo stesso segno di hT H(a)h per khk sufficientemente piccolo e non nullo. La espressione hT H(a)h si chiama forma quadratica., di cui quindi esaminiamo il segno, per khk < r : 1) se il segno di hT H(a)h per khk < r è positivo, a è un minimo (la forma quadratica è definita positiva); 2) se il segno di hT H(a)h per khk < r è negativo, a è un massimo (la forma quadratica è definita negatva); 3) se esistono degli h non nulli per cui hT H(a)h >0 e degli h non nulli per cui hT H(a)h <0, allora a è una sella (la forma quadratica è indefinita). N.B. Se esistono degli h non nulli per cui hT H(a)h =0, non si può decidere, e questo succede se e solo se il det H(a) = 0. Per esempio per le funzioni f (x, y) = x4 + y 4 , g(x, y) = −x4 − y 4 , h(x, y) = x4 − y 4 , il punto a = (0, 0) è stazionario e det H(a) = 0, e (0, 0) è minimo per f, massimo per g e sella per h (si valutino i segni di ∆f , ∆g, ∆h). 4 Siano quindi A = fxx (a, b), B = fxy (a, b) e C = fyy (a, b) i valori delle derivate seconde nel punto. Allora hT H(a)h = Ah2 + 2Bhk + Ck 2 e det H = A.C − B 2 = −∆ Poichè (h, k) 6= (0, 0), sia per esempio k 6= 0. Posto t = h/k, si ha Ah2 + 2Bhk + Ck 2 = k 2 (At2 + 2Bt + C). e distinguiamo tre casi: i) Se det H > 0, deve essere A.C 6= 0. Ma il discriminante ∆ del trinomio è negativo poichè ∆/4 = − det H, e quindi il trinomio (e quindi ∆f(a,b) (h, k)) ha il segno di A(6= 0), e sono mostrati i casi (a) e (b). ii) Se det H < 0 e A.C 6= 0, il discriminante ∆ è ora positivo, e il trinomio ha segno diverso in quattro regioni delimitate da due rette passanti per (0, 0) di equazione h = t1 k e h = t2 k. (dove t1 , t2 sono le radici del trinomio). Quindi (a, b) è sella. iii) Se det H < 0 e A.C = 0 deve essere B 6= 0, allora ∆f (a, b) = k (2Bh + Ck) che ha segno diverso nelle quattro regioni delimitate dalle rette 2 passanti per (0, 0) di equazione k = 0 e 2Bh + Ck = 0, quindi (a, b) è sella.. I casi ii) e iii) mostrano (c), e abbiamo finito. Esercizi Si vedano nella directory ESERCIZI estremi/ i file estremi soluzione temi.pdf e esempi critici.pdf 5