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Codice cliente: LUNEDÌ 5 DICEMBRE 2011 ANNO 50 - N. 47 In Italia EURO 1,20 italia: 515249535254 Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 6339 Servizio Clienti - Tel. 02 63797510 Del lunedì Roma, Piazza Venezia 5 Tel. 06 688281 www.corriere.it Il dossier Mercati Oggi su La guida alle nuove misure Crisi e risparmio come guadagnare Dieci pagine di esempi e casi concreti CorrierEconomia Gli approfondimenti da pagina 6 a pagina 17 Il canale per veri affictionati. Canale 25 di Giuditta Marvelli nell’inserto del digitale terrestre www.raipremium.rai.it Varata una manovra da 20 miliardi netti. L’Irpef non viene toccata ma cresce l’addizionale regionale. Monti rinuncia allo stipendio da premier Tasse, case e pensioni: pesanti sacrifici Per le abitazioni si pagherà tra lo 0,4 e lo 0,75 delle rendite catastali rivalutate del 60% Il contante solo sotto i 1.000 euro, bolli sulle attività finanziarie, tagli a Enti e Province UN’AMARA MEDICINA I PROVVEDIMENTI PENSIONI di DARIO DI VICO Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano N ella conferenza stampa che ieri sera ha fatto seguito al Consiglio dei ministri il nuovo governo presieduto dal professor Mario Monti ha dato una confortante prova di stile. Ha mostrato agli italiani che hanno potuto seguirla in tv o via Internet competenza e senso di responsabilità. E l’annuncio che il primo ministro rinuncerà ai compensi che gli spettano è un segno di compartecipazione ai sacrifici richiesti che va sicuramente apprezzato. Può servire a ricreare quel feeling tra il Palazzo e il Paese reale di cui avremo sicuramente bisogno nei giorni e nelle prove difficili che ci attendono. Del resto la settimana che si apre oggi si presenta decisiva per il futuro dell’Europa e il governo di Roma persegue l’obiettivo di presentare l’Italia dal lato delle soluzioni e non da quello dei problemi. Siccome lo stile è importante ma i contenuti dell’azione di governo di più, è del merito del decreto approvato ieri che bisogna discutere senza timore di sottolinearne alcune evidenti contraddizioni. Il completamento della riforma previdenziale e la riduzione dei costi delle Province, solo per limitarsi a due esempi, sono sicuramente provvedimenti che vanno nella direzione giusta e che rispondono a esigenze complementari. Mettere in sicurezza il nostro sistema pensionistico ma nel contempo dimostrare la volontà di ridurre i costi della politica, di cominciare a tagliare quell’eccesso di intermediazione che prevede tra il cittadino e lo Stato ben tre livelli di rappresentanza politica (Comuni, Regioni e per l’appunto le Estensione dal 2012 del metodo contributivo a tutti i lavoratori, aumento dell’età del ritiro a 62 anni per le donne, a 66 per gli uomini. Parità uomo donna a 66 anni nel 2018. Abolizione delle quote e delle finestre per le pensioni d’anzianità: si uscirà in anticipo rispetto all’età di vecchiaia solo con 41 anni e un mese di contributi per le donne e 42 e un mese per gli uomini. Contributo di solidarietà dalle pensioni più ricche e mancato adeguamento all’inflazione per quelle sopra i 936 euro Province). Il cuore della manovra però — purtroppo — non sta tanto in questi pur importanti provvedimenti, quanto in un’amara medicina: l’aumento della tassazione che colpisce duramente la casa e riesuma qua e là un vecchio armamentario di imposte e balzelli. Fortunatamente alla fine il Consiglio dei ministri ha scelto di soprassedere all’idea di dar corso a un aggravio delle aliquote Irpef che avrebbe sbilanciato ancor di più il decreto dal lato dell’imposizione fiscale. Certo è che rimarrà nel ceto medio italiano la sensazione di essere considerato dai governi di turno — politici o tecnici che siano — come una sorta di bancomat, un portatore sano di liquidità che può essere drenata con facilità. Nei tempi ristretti che ha avuto a disposizione il governo dei tecnici non ha potuto produrre riforme incisive e strutturali per ridurre il dualismo del mercato del lavoro e rilanciare davvero la crescita. Alcune prime norme sono state previste, altre sono state annunciate e scadenzate per un prossimo e non lontano «secondo tempo». Se le aspettano le organizzazioni internazionali che avevano messo all’indice il governo Berlusconi proprio per questa carenza di iniziativa e se le aspettano le parti sociali. Imprenditori e sindacati sanno che almeno sul breve l’introduzione di nuove imposte, necessaria come tampone, non potrà che acuire i segni della recessione e aprire un pericoloso gap temporale tra i sacrifici richiesti agli italiani e la tenuta dell’economia reale. twitter@dariodivico 9 771120 498008 Giannelli L’appello «Chiamatelo decreto salva Italia» DA PAGINA 2 A PAGINA 23 Sui trattamenti minimi di MARIO MONTI ❜❜ Aumento dell’Iva del 2% (dal 21 al 23%) nel secondo semestre del 2012, se non ci saranno gli introiti previsti dal riordino delle agevolazioni fiscali. Una tantum dell’1,5% sui capitali rientrati in Italia grazie allo scudo. Rialzo dell’addizionale regionale Irpef tra lo 0,9 e l’1,23%. Arriva una sorta di minipatrimoniale: estesa a tutti i prodotti finanziari l’imposta di bollo per i conti correnti Le lacrime in diretta del ministro Fornero di ALDO CAZZULLO I BENI DI LUSSO Tassa sul lusso per le auto superiori a 170 chilowatt, sulle barche sopra i 10 metri, su elicotteri e aerei privati in base al peso l ministro Fornero annuncia in lacrime i sacrifici. A PAGINA 2 CONTINUA A PAGINA 38 Esteso il sistema contributivo. Vecchiaia: dal 2018 uomini e donne a 66 anni CASA Al posto della vecchia Ici arriva l’imposta municipale unica (Imu). Si pagherà anche sulla prima casa. Previsto un 60% di rivalutazione degli estimi catastali. Aliquote dello 0,4% sulla prima casa e dello 0,75% per le altre COSTI DELLA POLITICA Abolizione delle giunte provinciali e riduzione dei consiglieri a dieci. Calo dei membri delle Authority da 50 a 28. Accorpamento di Inpdap e Enpals nell’Inps. Niente doppio stipendio per premier, ministri sottosegretari se grava sulle casse dello Stato LIBERALIZZAZIONI Deliberato un insieme di liberalizzazioni per la vendita di farmaci, per i trasporti e per gli orari degli esercizi commerciali. Per i professionisti bisognerà attendere La rivoluzione delle anzianità Almeno 42 o 41 anni di lavoro Ecco come cambia la previdenza. Contributivo per tutti i lavoratori a partire dal 2012 e pareggio per uomini e donne a 66 anni dal 2018, per le pensioni di vecchiaia. Un nuovo quadro si prospetta anche per quelle di anzianità: si uscirà in anticipo solo con 41 anni e 1 mese di contributi per le donne e 42 e un mese per gli uomini. ALLE PAGINE 6 E 7 Comegna, Marro CRESCITA Rafforzamento del fondo di garanzia per le imprese. Deducibilità integrale dell’Irap. Prevista la ricostituzione dell’Istituto per il commercio estero. Agevolazioni fiscali per gli utili reinvestiti, che rafforzano il capitale d’impresa. Sblocco dei fondi per le infrastrutture NO AL CONTANTE Tracciabilità fiscale per i pagamenti oltre mille euro La lettera Colpito sempre il ceto medio? di SALVATORE SCHILLACI Costi della politica Credito alle imprese Ma sulla Casta è ancora poco Prestiti bancari Lo Stato garante di SERGIO RIZZO di NICOLA SALDUTTI I I nutile girarci intorno: ci aspettavamo di più. Guerra ai «privilegi», era stata la prima promessa di Mario Monti. Il presidente del Consiglio disse che era necessario liberare un Paese stritolato da egoismi corporativi e rendite di posizione. E in cima alla lista ci dovevano essere necessariamente i «privilegi» di una classe politica ingorda, costosa e inefficiente. A PAGINA 14 © RIPRODUZIONE RISERVATA Il partito del leader resta primo ma crolla nei consensi. I comunisti raddoppiano Metà dei russi vota contro Putin Lo Zar vince (però è nudo) P utin è riuscito nell’impresa di perdere vincendo. Trasformate in referendum sul ritorno di zar Vladimir al Cremlino, le elezioni di ieri hanno confermato Russia Unita come maggior partito della nuova Duma. CONTINUA ALLE PAGINE 26 E 27 Metà dei russi vota contro Vladimir Putin. Il partito del leader, secondo gli exit poll, rimane al primo posto, ma scende nelle preferenze. Il commento: «Restiamo i più forti». La Russia assiste intanto al ritorno dei comunisti, che raddoppiano i consensi. «Con questi numeri sarà opposizione dura». Medvedev: «Questa è la prova che siamo in democrazia». ALLE PAGINE 26 E 27 Dragosei, Valentino V orrei rivolgermi per un momento ai cittadini italiani. Il governo ha ricevuto dal capo dello Stato e dalla fiducia del Parlamento un mandato di corta durata e di severo impegno, quello di aiutare l’Italia a uscire da una crisi gravissima. FISCO di FRANCO VENTURINI 11 2 0 5> Tasse, case e pensioni: pesanti sacrifici con il pacchetto di misure anticrisi. Il governo Monti vara la manovra da 20 miliardi netti. L’Irpef non è stata toccata. Il premier rinuncia allo stipendio. Serie A, battuto il Cesena (2-0) Super Marchisio La Juve vola e torna in vetta Paura Del Piero Servizi e commenti DA PAGINA 45 A PAGINA 48 CONTINUA A PAGINA 12 l centro della crisi dei mercati è racchiuso nei possibili timori di tenuta degli istituti di credito. Da questione puramente finanziaria, dopo almeno sette mesi di tempesta, la crisi sta facendo sentire i suoi effetti anche sull’economia reale. La corsa dello spread, il differenziale tra i titoli tedeschi e italiani, ora è un problema non solo per lo Stato ma anche per le imprese. A PAGINA 17 2 # Primo Piano Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera italia: 515249535254 ❜❜ Il governo Le decisioni I sacrifici di oggi sono sacrifici su cui costruire la crescita, lo sviluppo e la creazione dei posti di lavoro dei prossimi anni Corrado Passera, ministro Sviluppo economico Monti: sacrifici, ma ce la faremo L’appello al Paese: la crisi è gravissima, bisogna tirare la cinghia «Questo è un decreto salva Italia» E annuncia: non avrò alcuno stipendio Gli incontri Il Forum dei giovani Le parti sociali Le forze dell’ordine Soddisfazione, Ici per under 35 e previdenza I costi della politica e la rabbia dei sindacati Il riconoscimento e l’attesa degli sviluppi Ricevuto per la seconda volta in 15 giorni dal premier, il Forum dei giovani ha caldeggiato alcuni temi, come la previdenza e un’eventuale formulazione dell’Ici per gli under 35. Al termine, il portavoce Antonio De Napoli si è detto «molto soddisfatto» I costi della politica verranno ridotti, a partire dal governo», ha detto il premier nell'incontro di ieri con le parti sociali. Ma i sindacati: «Si fa cassa con i pensionati». Annunciati anche la patrimonializzazione delle imprese e un intervento sull’Irap Forze dell’ordine e forze armate costituiscono «il cuore pulsante del Paese». Si è rivolto così, ieri, Monti, nel colloquio con i rappresentanti dei sindacati di Polizia e con i Cocer. Che hanno detto, al termine, di attendere gli sviluppi della manovra L’annuncio Il presidente del Consiglio Mario Monti, 68 anni, ieri ha presentato ufficialmente la manovra economica approvata dal Consiglio dei ministri ROMA — Si rivolge e ci tiene ai «cittadini italiani» per spiegare e anche un po’ per giustificarsi, per chiarire che i sacrifici che chiede sono necessari, perché viceversa «l’Italia rischia di macchiarsi della responsabilità di far andare in negativo» l’economia europea. Si rivolge, e lo fa in piedi, prima di sedersi per la conferenza stampa, agli italiani, ai giovani, alle donne, citando persino «i bambini», per rimarcare che le misure del suo governo servono a risollevare il presente e il futuro del nostro Stato, perché «abbiamo il potenziale per dire che siamo un grande Paese», che purtroppo nel tempo «ha accumulato gravi squilibri». Ne indaga le cause, prima di entrare nel merito: quei partiti che dovranno votare il decreto legge nei prossimi giorni rappresentano anche un modo di intendere il servizio pubblico che «è stato negli anni il vero costo della politica, e cioè non avere orizzonte», non riuscire a considerare nella misura dovuta il destino di «figli e nipoti». Far comprendere la necessità dei sacrifici («per certi aspetti dobbiamo tirare la cinghia»), illustrarne la causa («il nostro debito pubblico non è colpa degli europei ma degli italiani»), è il primo sforzo di comunicazione di Mario Monti al termine del Consiglio dei ministri. La conferenza stampa non si svolge a Palazzo Chigi ma a qualche centinaio di metri di distanza, in altri uffici del governo, nella galleria Alberto Sordi. Un’altra conferenza si svolgerà stamane, con la stampa straniera. Premette il capo del governo che «ci è stato chiesto di salvare e sviluppare l’Italia», dal capo dello Stato (che «mi ha dimostrato un’incredibile fiducia») e dal Parlamento. Quello appena varato lo definisce «decreto Salva-Italia», un provvedimento che «ci permetterà di essere guardati di nuovo come un punto di forza» dell’Europa e «non più come un focolaio» di crisi. Guardati dal mondo intero, da Washington a Pechino sino a Tokyo, rimarca nel corso della giornata, durante le ultime consultazioni a Palazzo Chigi. Lo dice rimarcando con un pizzico di orgoglio, e con un lieve sorriso di soddisfazione, il lavoro svolto («ovviamente il massimo possibile nel tempo limitato che ci è stato dato, ovvero 17 giorni»), mentre accanto a sé Elsa Fornero illustra le novità del sistema previdenziale, Corrado Passera quelle del sistema produttivo, Vittorio Grilli le cifre della finanza pubblica e Piero Giarda si diverte a correggere gli errori, veniali, dei colleghi, e anche dello stesso premier, che ha «solo» dimenticato di comunicare che a dispetto delle indiscrezioni l’Irpef non verrà modificata. La commissione L’Europa promuove la manovra La manovra? Un pacchetto «tempestivo e ambizioso», che rappresenta «un passo molto significativo per rimettere in ordine le finanze pubbliche e sostenere la crescita economica»: lo afferma in una nota Olli Rehn. Per il vicepresidente della commissione europea è comunque «cruciale mantenere il ritmo nelle riforme economiche». © RIPRODUZIONE RISERVATA Nella sua introduzione il presidente del Consiglio usa espressioni come «risveglio della società italiana», parla di «sacrifici distribuiti in modo equo», auspica che il risultato primo di questo decreto, e del lavoro ulteriore che attende il suo esecutivo (lavoro in ogni caso «breve e temporaneo») aiuti «gli italiani a non sentirsi derisi», perché possano tornare ad «essere orgogliosi di quello che siamo». Alle parti sociali, prima della riunione del governo, Monti ha tratteggiato una cornice che in parte replica di fronte alle telecamere: senza queste misure l’Italia corre il rischio di «essere additata come responsabile di aver distrutto l’euro, sarebbe il default dell’Europa per infamia del nostro Paese»; e per questo motivo i provvedimenti appena adottati «non hanno alternative». La conferenza stampa coglie un record difficilmente battibile, almeno di durata: 126 minuti. Ha diversi elementi di sorpresa: la commozione del ministro Fornero, la rinuncia di Monti («mi è sembrato doveroso, mentre chiedo sacrifici») agli stipendi da premier e da ministro dell’Economia, alcuni momenti di leggerezza, accompagnati dall’ironia del protagonista (ancora sullo stipendio: «per ora non ho percepito nulla perché non ho avuto il tempo di dare le mie coordinate bancarie»). Il caso E il presidente del Consiglio la aiuta: commuoviti pure ma correggimi Sul decreto appena varato il governo non esclude l’apposizione della fiducia in Parlamento: «Abbiamo riflettuto più sulla produzione del provvedimento, che non sull’iter parlamentare. Non escludo nè confermo nessuna ipotesi - dice Monti - sulla modalità mi metterò nelle mani dei presidenti delle Camere». Camere alle quali si rivolgerà oggi pomeriggio per illustrare la manovra. Quindi la risposta a una domanda sul suo futuro politico, potrebbe essere nel futuro uno dei candidati a guidare il Paese? «Credo che se porterò bene a termine questo compito ne avrò abbastanza. Quel che mi preoccupa ora è una buona riuscita di questa partita, per l’Italia e l’Europa». In complesso il capo del governo ritiene di aver varato un manovra equa, che non modifica il prelievo fiscale sul reddito del lavoro dipendente, e che dunque non tocca le solite categorie: «La via più semplice di gravare sui soliti noti sarebbe stata quella di alzare l'aliquota Irpef, cosa già condannata da frettolosi e valenti economisti amici (il riferimento è al fondo del Corriere di ieri, firmato da Francesco Giavazzi e Alberto Alesina) che si sono fidati più delle vostre indiscrezioni che del nostro buonsenso». Il ministro del Welfare evoca il «costo psicologico» delle decisioni co...», «sentiti libero anche nei miei confronti» – che da momento storico. Fino a quando il ministro del Welfare non ha tradito un’emozione collettiva, la consapevolezza di stare cambiando percorsi di vita, sottraendo aspettati- Commossa Il ministro del Welfare, Elsa Fornero, durante la conferenza stampa di ieri si è commossa quando ha dovuto parlare dei sacrifici chiesti ai cittadini sulle pensioni ve, deludendo speranze, sia pure per un fine superiore e di «lungo orizzonte». Così i lineamenti del bel volto di Elsa Fornero si sono increspati, il suo accento torinese si è fatto muto, e l’espressione che finirà per diventare © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso Quelle lacrime in diretta della Fornero È stato l’unico squarcio nel velo, il solo momento di vita in un’atmosfera rarefatta, davvero da consiglio di facoltà: «Non so se il collega mi vuole correggere», «No, credo che il professore si sia espresso in modo adeguato...». Per fortuna, a un certo punto la Fornero ha pianto. Per fortuna del governo, in evidente deficit di comunicazione, e un po’ anche dei contribuenti e dei pensionati: i quali si sono resi conto che la frustrazione e il dispiacere, la tensione e la sofferenza, non erano soltanto dei governati, ma pure dei governanti. Immagini che oggi faranno il giro del mondo, e diventeranno il simbolo della «Quaresima dopo il carnevale». Fino a quel momento, i sacrifici erano stati comunicati con asciuttezza chirurgica. I sessantenni avevano appreso che avrebbero dovuto lavorare qualche anno in più, commercianti e consumatori si erano sentiti annunciare il secondo aumento dell’Iva in pochi mesi, le famiglie andavano calcolando quanto sarebbe costata la reintroduzione dell’imposta sulla prima casa; il tutto in un bon ton più da aula universitaria – «come diceva il mio vicino di ban- Marco Galluzzo la parola chiave del governo Monti – «sacrificio» – è stata sopraffatta dal pianto. Ed è significativo che sia avvenuto sull’annuncio del provvedimento socialmente più doloroso, il taglio del meccanismo che adeguava le pensioni al costo della vita. Alla fine la parola – «sacrificio» – l’ha detta Monti, preside sino alla fine: «Commuoviti pure, ma correggimi». Il presidente del Consiglio si è rivolto direttamente agli italiani e all’orgoglio nazionale. Ma il pathos era tutto nelle parole, per nulla nei toni. Espressioni drammatiche come «emergenza gravissima», «decreto salva Italia», «rischio di vanificare sacrifici di sessant’anni», «responsabilità verso l’Europa, verso i bambini, verso le generazioni future» sono scivolate via, porte con un periodare asciutto, atono, su uno sfondo nero da teatro esistenzialista. La commozione della Fornero ha dato volto e sentimento alla circostanza, ha mostrato plasticamente che la serata era davvero storica, e che dietro la manovra c’è un «costo psicologico», per usare le parole della ministra, che pesa su tutti. Il resto della conferenza stampa, onestamente, è stato meno ef- L’annuncio Il ministro del Welfare Elsa Fornero, ieri, durante la conferenza stampa di presentazione della manovra, è scoppiata a piangere quando ha dovuto annunciare «sacrifici» per chi andrà in pensione Il premier Dopo che Elsa Fornero si è commossa e, quindi, si è bloccata, ha preso la parola il premier Mario Monti, che ha proseguito il discorso interrotto dalla titolare del Welfare ficace. La polemica sui «frettolosi e valenti economisti amici», la distinzione tra «outsiders» e «incumbents», l’evocazione (per bocca di Giarda) della Destra storica. Monti si è rifatto invece, senza nominarli, agli sforzi «sotto l’egida dell’Europa» dei governi Amato, Ciampi, Prodi, «apprezzabili ma non sufficienti». Ha segnato un punto rinunciando al compenso da premier e da ministro. Ha avuto anche momenti di autoironia, come quando gli hanno chiesto se continuerà a fare politica an- Toni Dopo le scelte comunicate con asciuttezza chirurgica, arriva il crollo al momento di pronunciare la parola «sacrificio» che dopo la fine del governo («se sarò riuscito nel compito, ne avrò avuto abbastanza»). A un altro giornalista ha detto: «Non vado oltre perché penso di averla persuasa anche troppo». Un rischio che è stato evitato: gli italiani forse apprezzeranno nel «lungo orizzonte»; per il momento non sembrano «troppo persuasi». Se non altro, ora sanno che i professori – o almeno le professoresse – ci mettono il cuore, oltre alla testa. Aldo Cazzullo © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 ❜❜ Primo Piano italia: 515249535254 Queste cose dovevano essere fatte. E dato il poco tempo a disposizione le abbiamo fatte al meglio possibile Piero Giarda, ministro Rapporti con il Parlamento ❜❜ 3 # Nel 2012 avevamo previsto una tappa dell'1,6% del deficit e stiamo cercando di confermare quell'obiettivo Vittorio Grilli, viceministro dell’Economia ❜❜ Non dirò mai agli italiani di fare qualcosa perché lo chiede l’Europa. Certe cose dobbiamo farle per noi e per i nostri figli una tantum aggiuntivo dell’1,5% sui fondi rimpatriati lo scorso anno con lo scudo fiscale (sui quali è stata già pagata una tassa del 5%). Scatterà poi una tassa sullo stazionamento e il rimessaggio delle grandi imbarcazioni (superiori a dieci metri di lunghezza), una tassa di possesso sugli aerei ed elicotteri privati, un superbollo aggiuntivo sulle auto con potenza superiore ai 170 cavalli. Non è tutto, perché anche la ricchezza finanziaria darà il suo contributo alla manovra. L’imposta di bollo sui conti correnti bancari, viene infatti estesa anche al deposito titoli e ad altri strumenti e prodotti finanziari, come le polizze assicurative sulla vita ed i fondi comuni. Le misure Ici sulla prima casa ed estimi più alti Via alle nuove pensioni, l’Irpef resta fuori 20 i miliardi di euro netti, 30 lordi: il valore della manovra, 20 andranno alla riduzione del deficit e 10 saranno utilizzati per gli interventi a favore della crescita 0,4% la tassa sulla prima casa con una detrazione di 200 euro. Dalla seconda casa l'aliquota sarà dello 0,75/0,76% Conti pubblici blindati -0,5% Con il decreto il governo interviene anche per blindare ulteriormente i risparmi di spesa già iscritti in bilancio per 4 miliardi nel 2012, 12 nel 2013 e altri 4 nel 2014 che dovrebbero derivare dalla riforma dell’assistenza e delle invalidità. Se non arriveranno misure alternative, per coprire quel poten- la contrazione del prodotto interno lordo per il 2012 nelle previsioni del viceministro Grilli. Nel 2013 il Pil dovrebbe essere piatto ziale «buco» di bilancio scatterà l’aumento di 2 punti delle aliquote Iva del 10 e del 21% a partire da giugno del 2012, con un ulteriore scatto di mezzo punto dal giugno del 2014. E, sempre a proposito di tasse, il governo ha previsto un nuovo aumento delle accise sulla benzina a partire dal primo gennaio, anche per finanziare il trasporto pubblico locale e l’aumento delle addizionali regionali Irpef (dallo 0,9 all’1,23%) per evitare il taglio del Fondo sanitario. Tutto servirà per garantire il pareggio di bilancio nel 2013, un obiettivo che si stava allontanando a causa della minor crescita dell’economia, di cui il governo prenderà atto con la revisione delle stime. Nel 2012, secondo i nuovi dati, il prodotto interno lordo diminuirà dell0 0,4-0,5%, mentre per il 2013 la nuova previsione è di una crescita pari a zero. Per confermare l’obiettivo di un rapporto tra deficit e pil dell’1,6% del 2012 e il pareggio l’anno successivo, come il governo intende fare, servirà dunque uno sforzi maggiore. Da gennaio l’Imu sugli immobili A fare la parte del leone nella manovra saranno le nuove imposte sulla casa, che da sole dovrebbero valere circa 7-8 miliardi di euro. L’Imposta municipale unica che il federalismo fiscale riserva ai Comuni, sarà anticipata al gennaio 2012 e ad essere tassate saranno anche le prime case di abitazione. L’aliquota di base dell’Imu è stata fissata allo 0,76%, ma per la prima casa sarà ridotta allo 0,4%, con la possibilità per i sindaci, in funzione delle esigenze del proprio bilancio, di alzare o ridurre l’aliquota base di 0,3 punti e quella agevolata sulla prima casa dello 0,2%. L’Imu sarà applicata sul valore catastale degli immobili, calcolato in base a nuovi coefficienti di moltiplicazione. Per ottenere il valore, la rendita catastale di un appartamento dovrà essere moltiplicata non più per 115,5, o per 126 se si tratta di seconde case, ma per 160. E come per gli appartamenti aumenteranno i coefficienti di moltiplicazione per gli esercizi commerciali, i terreni, le aree fabbricabili. È come se si fossero rivalutati gli estimi catastali di un buon 60%, ha detto il vice ministro dell’Economia, Vittorio Grilli. Il ritorno della tassazione patrimoniale sulla sola prima casa porterà maggiori entrate per quasi 5 miliardi. Mentre l’Imu sulle seconde case potrebbe addirittura essere più conveniente dell’attuale Ici, che ha un’aliquota media effettiva dello 0,64%, visto che l’imposta comunale assorbe anche l’Irpef sui redditi fondiari. Insieme all’Imu, però, dovrebbe arrivare anche la nuova Res, cioè l’imposta sui rifiuti ed i servizi, con un’aliquota dello 0,2 per mille, per sostituire Tarsu e Tia. Le tasse sui ricchi Saltato l’aumento dell’Irpef, oltre a quelle sulla casa, sui "ricchi" piove un diluvio di altre imposte. A cominciare dal prelievo Scontata, con la manovra arriva anche la nuova ennesima riforma delle pensioni. Dal 2012 spariscono di fatto le pensioni di anzianità e scatta il calcolo dell’assegno con il sistema contributo pro-rata per tutti. Salta la finestra mobile, ma l’età minima di pensione per gli uomini sarà elevata a 66 anni e per le donne a 62 anni. A prescindere dall’età si potrà accedere alla pensione «anticipata» con 42 anni e un mese di contributi per gli uomini e 41 anni e un mese per le donne. Viene rivisto anche il meccanismo di indicizzazione degli assegni all’inflazione: per le pensioni fino a due volte il minimo (circa 950 euro al mese) la perequazione sarà integrale, ma tutte quelle di importo superiore resteranno ferme. Gli interventi sullo sviluppo Il pacchetto contiene circa 10 miliardi di interventi per finanziare lo sviluppo, cominciare dalla deducibilità dell’Irap sul costo del lavoro pagata dalle imprese. Per favorire la loro capitalizzazione arrivano anche gli incentivi fiscali, mentre è stato deciso il rafforzamento del fondo di garanzia sui prestiti alle piccole e medie imprese. Nel decreto ci sono le nuove norme per accelerare la realizzazione delle infrastrutture, e le liberalizzazioni delle attività commerciali, delle farmacie, della rete carburanti, delle attività professionali con la riforma degli Ordini. Confermato il nuovo limite di mille euro per l’uso del denaro contante, il decreto contiene anche nuove norme contro l’evasione fiscale. Non con interventi punitivi, ma con una serie di incentivi e agevolazioni per i professionisti e le piccole imprese che accettano la piena tracciabilità dei propri ricavi. E con l’esclusione categorica di ogni possibile condono. Mario Sensini © RIPRODUZIONE RISERVATA *prezzo al pubblico consigliato ROMA — L’Irpef non aumenterà, neanche per i redditi più alti. Ma sui «ricchi» arrivano almeno 12 miliardi di euro di nuove tasse, sui 18 complessivi che il decreto «Salva-Italia», come l’ha definito il presidente del Consiglio, Mario Monti, dovrà pescare nelle tasche degli italiani per far quadrare i conti pubblici, garantendo il pareggio di bilancio e un po’ di ossigeno alla crescita con le misure di rilancio dell’economia. La manovra complessiva vale in tutto 30 miliardi di euro: sono 12-13 miliardi di tagli alla spesa pubblica, compresa quella previdenziale e quella di Regioni, Province e Comuni, e 17-18 miliardi di nuove tasse, due terzi delle quali riguardano «proprietà», cioè la casa, la ricchezza finanziaria, compresa quella rimpatriata con lo scudo fiscale, e poi auto di lusso, barche, aerei privati. Dei 30 miliardi recuperati (20 netti), 20 andranno alla riduzione del deficit pubblico e 10 saranno utilizzati per finanziare gli interventi a favore della crescita economica, come l’abbattimento dell’Irap sul costo del lavoro e gli incentivi fiscali per la capitalizzazione delle imprese. La nuova riforma previdenziale PURA PERFORMANCE PURO BREITLING WWW.BREITLING.COM CHRONOMAT € 7530* Codice cliente: 4 italia: 515249535254 Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera BEVI RESPONSABILMENTE Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 Il governo La trattativa Primo Piano italia: 515249535254 ❜❜ Le misure sono durissime, ma le argomentazioni di Monti mi sono sembrate solide e convincenti Pier Ferdinando Casini, Udc La conferenza Il presidente del Consiglio Mario Monti durante la conferenza stampa di presentazione della manovra finanziaria, al termine del Consiglio dei ministri. «Il Capo dello Stato mi ha dimostrato un’ incredibile fiducia»: ha detto il premier. Sui tempi dell’iter del decreto Monti ha dichiarato: «Non escludo nè confermo nessuna ipotesi per quanto riguarda le modalitá... mi metterò nelle mani dei presidenti delle Camere» ROMA — La partita di risiko è iniziata. E tutti al tavolo da gioco sono consapevoli che la manovra muoverà le leve della finanza e della politica, in un gioco a incastro che mostrerà i propri effetti nelle prossime ore, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. Ieri Monti ha lanciato i dadi sapendo che i partiti di «maggioranza» lo asseconderanno sul decreto portandosi appresso un retropensiero: la durata del governo dipenderà dall’andamento delle borse e dello spread, sarà cioè determinata dalla credibilità del provvedimento sui mercati internazionali. Ecco il motivo per cui ieri notte a palazzo Chigi hanno atteso l’apertura della borsa di Tokio, prima di verificare le reazioni Spunta il «piano fiducia» per evitare fughe in Parlamento delle piazze europee stamattina. E non a caso il premier ha avvisato i suoi interlocutori politici che «non è finita qui», che l’esecutivo è pronto a intervenire di nuovo — e a breve — per correggere i conti dello Stato e trovare le risorse necessarie allo sviluppo. È chiaro che se l’operazione non si rivelasse risolutiva, l’appeal di Monti precipiterebbe in poco tempo. Ma c’è un’altra variabile, niente affatto secondaria, legata alla capacità dei partiti della «maggioranza» di reggere l’effetto tenaglia a cui saranno sottoposti fin da oggi: da un lato dovranno subire la pressione del governo, che impone l’accettazione del decreto, dall’altro dovranno sopportare la pressione dell’elettorato di riferimento. Ecco cosa fa dire al segretario dell’Udc Cesa che «nelle prossime settimane andrà monitorata la situazione» e che «più forte sarà la reazione delle parti sociali alla manovra economica, più forte sarà la fibrillazione politica». Tutto ciò non escluderebbe quindi l’ipotesi del voto anticipato già l’anno prossimo: uno scenario messo nel conto dalle forze politiche della «maggioranza», un’opzione su cui scommette la Lega che ha annunciato un referendum contro la riforma delle pensioni già prima che il governo la rendesse nota. La deriva elettorale sarebbe insomma la conseguenza di due fallimenti: sul versante del governo e su quello dei partiti. È un’opzione che resta in campo, ma che i segretari del Pdl e del Pd non possono nemmeno permettersi di pensare. Ecco perché ieri sera, all’unisono, si sono affrettati a sottolineare i risultati della loro mediazione sul governo: a fronte del pesante aumen- Alfano e Bersani rivendicano i risultati ottenuti Berlusconi: non consegniamo Monti alla sinistra to dell’Ici, Alfano ha detto che «è passata la nostra linea sull’Irpef»; e dinnanzi al drastico intervento sul sistema previdenziale, Bersani ha rilevato come sia però «passata la nostra proposta sullo scudo fiscale a vantaggio delle pensioni minime». È un modo bipartisan per tentare di attutire l’impatto della manovra sul Paese, ma anche sui rispettivi gruppi dirigenti, dove ci sono tensioni fortissime. I Democratici in particolare devono gestire il rapporto con la Cgil — contraria al provvedimento — che rischia di alimentare il malcontento nei gruppi parlamentari. Proprio per questo motivo i vertici del Pd spingono su Monti affinché metta la fiducia al decreto. E poco importa se il metodo fu criticato ai tempi del governo Berlusconi. In nome dell’«emergenza», vista la necessità di approvare subito la manovra che serve a «salvare l’Italia», i Democratici si garantirebbero un vantaggio tattico: metterebbero la Strategie L’Idv si prepara a dare battaglia in Parlamento sugli emendamenti alla manovra sordina ai maldipancia di partito e non sarebbero incastrati nel gioco degli emendamenti che l’Idv è pronta a presentare sul tema più controverso e bruciante per il «popolo di sinistra»: quello delle pensioni. E c’è un motivo se il Pdl a sua volta non si opporrebbe all’ipotesi della fiducia: per tener fede al «senso di responsabilità» espresso all’atto di nascita del governo, garantirebbero il loro appoggio e troncherebbero sul nascere le proposte di quanti — nel partito di Alfano — vorrebbero astenersi sulla manovra. Sarebbe «una follia», secondo Berlusconi, contrario in questa fase ad ogni iniziativa di sganciamento dall’esecutivo, che consegnerebbe Monti «alla sinistra». La strategia dei «Cento giorni» studiata insieme al segretario del Pdl, prevede invece di appoggiare il governo in maniera «credibile» nei primi tre mesi, per poi risultare altrettanto credibili se in seguito si aprisse una fase critica verso il premier. Non c’è alcun patto con il Pd, ma è evidente che le due maggiori forze politiche stiano attuando lo stesso piano. L’obiettivo è di lasciare al governo tecnico l’onere di riforme onerose, senza perdere il controllo del gioco politico, e cercando anzi di arrivare a un’intesa con l’avversario su un nodo decisivo per le sorti del 5 L’agenda Le consultazioni con i partiti Sabato il presidente del Consiglio ha incontrato i leader e i rappresentanti dei partiti per illustrare i punti della manovra da 25 miliardi di euro Il premier in Aula Oggi Monti terrà una informativa sui provvedimenti adottati dal governo prima alla Camera (alle 16) e in seguito al Senato (alle 18) Le Camere e i tempi Il Parlamento avrà 60 giorni di tempo per convertire il decreto legge: se saranno rispettati i tempi ipotizzati il testo sarà varato il 22 dicembre bipolarismo: la legge elettorale. Casini deve aver intuito la mossa, sa che un eventuale accordo Pdl-Pd lo incastrerebbe, ma sul sistema di voto prende tempo: «Cominceremo a discuterne se la Consulta ammetterà i referendum», ha detto nei giorni scorsi allo stato maggiore dell’Udc, mostrandosi fiducioso sulla bocciatura dei quesiti da parte della Corte costituzionale. Il tema tuttavia non è all’ordine del giorno, non adesso. La priorità spetta alla manovra che sta creando problemi nel partito centrista e nel Terzo polo. L’impatto del decreto non risparmia nemmeno chi si è speso per Monti, se è vero che la base dell’Udc — il ceto medio — viene colpito dalle misure e da giorni manda segnali al gruppo dirigente. Si è notata poi una certa dissonanza tra l’appoggio «acritico» di Casini al premier e la linea di Fini, che alla vigilia del Consiglio dei ministri ha sottolineato come il governo avesse «l’imperativo morale dell’equità». Il fatto è che il capo del governo ha messo la «maggioranza» dinnanzi a una strada senza bivio. L’unica a suo modo di vedere che possa portare l’Italia fuori dall’emergenza. «Ho parlato con Schauble», ha rivelato Monti raccontando di un colloquio con il titolare delle Finanze tedesco: «Mi ha detto che la Germania non si muoverà finché non ci sarà la prova che noi applichiamo una politica di rigore». Basterà? Francesco Verderami Enti locali E le Province si ribellano: sono misure incostituzionali MILANO — «Abbiamo adottato un decreto legge che sottoporremo al capo dello Stato, nel quale abbiamo deliberato che l’organizzazione delle Province venga modificata». Lo ha detto ieri il presidente del Consiglio, Mario Monti, nel corso della conferenza stampa al termine del Cdm che ha dato il via libera alla manovra finanziaria. «Nel decreto abbiamo modificato profondamente le strutture dei consigli provinciali riducendo il numero dei componenti a soli 10 eletti, nominati dai consigli comunali e dal territorio. Vengono quindi eliminate le giunte provinciali e la gratuità delle cariche elettive territoriali non previste dalla Costituzione». Immediata la reazione del presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione: «Provvedimento incostituzionale. Inoltre, a quanto abbiamo appreso, nella manovra economica per le Province ci sarebbero ulteriori 800 milioni di euro di taglio, oltre ai 500 milioni su cui siamo stati informati. Consideriamo questa misura inaccettabile, e troviamo poco corretto che il Governo, illustrandoci la manovra, non abbia fatto alcun cenno a questo intervento». Secondo quanto appreso dall’Upi, infatti, il testo del decreto prevederebbe che 800 milioni di euro, l’ammontare del recupero dell’addizionale energia elettrica assegnato alle Province dopo la soppressione del tributo dal 2012 con il decreto legge sull’autonomia finanziaria delle Province di attuazione della legge 42 (federalismo fiscale), resterebbe nelle casse dello Stato. «Se cosi fosse — ha spiegato Castiglione — vorrebbe dire che le Province vedrebbero ridotte nel 2012 le proprie risorse di 1 miliardo e 300 milioni. Mettendo a rischio lo stesso pagamento degli stipendi al personale». © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: Codice cliente: # Primo Piano Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera italia: 515249535254 Le misure La previdenza Illustrazioni di Umberto Grati PER ANDARE IN PENSIONE 41 O 42 ANNI DI LAVORO CONTRIBUTIVO PER TUTTI Donne, vecchiaia a 62 anni dal 2012. Niente aumenti legati all’inflazione oltre i 936 euro Dal 2012 pensione di anzianità solo con 42 anni e un mese per gli uomini e 41 anni e un mese per le donne. Via il meccanismo delle quote. Sale già dal 2012 da 60 a 62 anni l’età per la rendita di vecchiaia per le donne lavoratrici del settore privato. Sì al contributivo pro rata per tutti dall'anno prossimo, abolizione delle finestre di uscita (i 12 mesi di attesa), blocco dell'adeguamento all'inflazione per il 2012 e 2013, ad eccezione dei trattamenti pensionistici fino a 936 euro. Introduzione di disincentivi per chi chiede la pensione di anzianità prima dei limiti anagrafici previsti per la vecchiaia. Aumento delle aliquote per artigiani e commercianti (+0,3%). Queste le misure del pacchetto previdenziale, il più importante, contenuto nella manovra del governo di Mario Monti. Ma vediamo cosa cambia in concreto. Via i 40 anni Il pensionamento anticipato con 40 anni, a prescindere dall'età anagrafica, stavolta non è rimasto in piedi. A partire dal 2012 per ottenere la pensione prima dell'età della vecchiaia occorrono agli uomini 42 anni ed un mese e alle donne 41 e un mese. Nel 2013 il requisito sale a 42 e 2 mesi, per attestarsi a 42 e 3 mesi a partire dal 2014 (per le donne rispettivamente 41 e 2 mesi, 41 e 3 mesi). Anche questi requisiti saranno parametrati alle speranze di vita dal 2013. Ma non basta. Se si chiede la pensione di anzianità prima dell’età prevista per la vecchiaia, l'assegno ver- rà corrisposto, per la quota retributiva, con una riduzione pari al 2% per ogni anno di anticipo. Incentivi, invece, per chi prolunga l’attività. Contributivo per tutti E' un’idea che il neo ministro Elsa Fornero ha sempre sostenuto. Si tratta di una misura che accelera quanto previsto dalla riforma Dini del 1995, dalla quale restarono esclusi coloro che avevano, a quella data, più di 18 anni di servizio e che mantennero il vantaggioso metodo di calcolo retributivo (2% dello stipendio per ogni anno di lavoro). Dal 2012 i versamenti di questi lavoratori saranno calcolati col meno vantaggioso metodo contributivo. Sistema che tiene conto di quanto effettivamente versato e della speranza di vita media al momento del pensionamento, come succede per 2018 L’anno nel quale l’età minima di uomini e donne sarà di 66 anni tutti quelli che hanno cominciato a lavorare dopo il '95 e per coloro che a quella data avevano meno di 18 anni, i cui versamenti dal '96 in poi vengono appunto calcolati con il sistema contributivo. Si applicherà il meccanismo pro-rata. E cioè riguarderà la sola contribuzione versata dopo il 31 dicembre 2011. Una novità tutto sommato poco dolorosa, che incide in maniera modesta sul calcolo della pen- anni di contributi nel '95 è già andata in pensione). I risparmi saranno quindi modesti, e gli interessati ci rimetteranno poco. Più si è vicini alla pensione e meno si verrà penalizzati. Le donne e la vecchiaia La lenta equiparazione dell'età pensionabile delle donne con i 65 anni degli uomini e poi con i 66 anni per tutti è stata e accelerata, e in maniera piuttosto brusca. Dal 1˚ gennaio 2012, infatti, l'età sale a 62 anni. Il limite sarà ulteriormente elevato a 64 anni nel 2014. I 64 anni diverranno poi 65 nel 2016 per attestarsi a 66 nel 2018. Per le lavoratrici autonome (commercianti, artigiane e coltivatrici dirette), invece, lo scalone del 2012 è di 3 anni e 6 mesi (l'età sale a da 60 a 63 anni e mezzo). Il resto del percorso, sino al traguardo dei 66 anni nel 2018, è lo stesso di quello delle dipendenti. Per gli uomini il limite sale a 66 anni dal 2012 perché già incorpora la finestra. Età flessibile All'innalzamento dell'età viene affiancata anche una certa flessibilità nell'uscita dal lavoro. Dall'età 62 all'età 70 vige il pensionamento flessibile, con applicazione dei relativi coefficienti di trasformazione del capitale accumulato con il metodo contributivo (che oggi arriva al massimo a 65 anni) calcolati fino a 70 anni. Per gli uomini (e per le dipendenti pubbliche), la fascia di flessibilità è compresa tra 66 o 66,5 (età minima, oggi prevista per il pensionamento di vecchiaia) e 70 anni. La vita si allunga Dal momento che si vive più a lungo, occorre andare in pensione più tardi. E' questa la filosofia di base che ha ispirato la legge del 2010, con la quale è stato deciso che i requisiti anagrafici dovranno nel tempo fare riferimento all'incremento della speranza di vita. La manovra economica del luglio scorso ha anticipato al 2013 (doveva partire dal 2015) tale adeguamento, che avverrà con cadenza triennale in base ai dati forniti dall'Istat. A questo proposito, la riforma Monti stabilisce che, se l'incremento dato dalle variazioni demografiche non dovessero arrivarci, a partire dal 2022 l'età del pensionamento non può avvenire prima di 67 anni. L’analisi IL (VERO) CONTO DEI SACRIFICI PIÙ PESANTI di ENRICO MARRO L Adeguamento Istat Sarà bloccato nel 2012 e 2013 l'adeguamento annuale delle pensioni all'inflazione, salvaguardando solo gli assegni fino a 936 euro. E' uno dei punti più avversati dalle organizzazioni sindacali. e pensioni contribuiranno pesantemente alla manovra. Circa metà dei pensionati, quelli che prendono un assegno superiore a due volte il minimo (circa 960 euro, ha detto il premier Mario Monti) non avranno per i prossimi due anni l’adeguamento all’inflazione, perdendo così potere d’acquisto. È una misura imposta dalla necessità di far cassa: il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, non lo ha nascosto. Non voleva chiedere questo sacrificio, ma alla fine si è dovuta piegare alle urgenze di bilancio ed è solo riuscita a escludere dal taglio le pensioni più basse. Poi c’è la riforma strutturale. Il metodo di calcolo contributivo per tutti andava introdotto molto prima, ma il ministro non c’entra. Se sindacati e governo nel ’95 (riforma Dini) non fossero stati miopi, scaricando tutto sui giovani, forse ci saremmo risparmiati le riforme successive. Oggi il provvedimento arriva troppo tardi, ma è meglio di niente. La gran parte dei lavoratori che nel ’95 aveva più di 18 anni di contributi è già andata in pensione col più vantaggioso metodo retributivo. Quei pochi che si vedranno calcolare gli ultimi anni col contributivo ci rimetteranno pochissimo. Di fatto, dal 2012, spariscono le pensioni di anzianità. Non ci sono più le «quote»: significa lavorare 5-6 anni in più. Questa è la misura che farà più male. Prendiamo il caso limite di uno che ha cominciato a lavorare a 15 anni. Oggi potrebbe andare via a 56 anni, dopo 41 di servizio (compresa la «finestra mobile»). Dal 2012 ne saranno invece necessari 42. Ma se il lavoratore del nostro esempio volesse uscire prima dell’età di vecchiaia avrebbe un assegno ridotto del 2% per ogni anno di anticipo. Qui il sacrificio, rispetto alle regole attuali, è davvero grande. Notevole, inoltre, l’aumento dell’età per la pensione di vecchiaia per le donne del settore privato. In prospettiva lavoreremo tutti fino a 70 anni d’età e per più di 40 anni. Un brusco risveglio dopo gli eccessi del passato. Ora però vorremmo essere sicuri che questa pensione-miraggio, quando arriverà, sia almeno adeguata a vivere. Spetta a questo governo e ai prossimi rassicurarci. Domenico Comegna © RIPRODUZIONE RISERVATA Finestre L'inasprimento dei requisiti per ottenere la pensione è in parte mitigato dalla soppressione della famosa «finestra mobile» introdotta dalla manovra economica dell' estate 2010. La pensione verrà erogata il mese successivo alla maturazione dei requisiti. sione finale. Per alcuni, il contributivo poteva rappresentare addirittura un miglioramento. Chi restava a lavorare più a lungo, anche oltre i 40 anni, infatti, avrebbe avuto la soddisfazione di vedersi incrementare la pensione, in quanto 40 anni, lo ricordiamo, è il tetto massimo dell'anzianità utilizzata per il calcolo retributivo. Così però non è. Nella bozza del testo, c'è una clausola di salvaguardia (evidentemente dei conti pubblici), in base alla quale l'importo della pensione calcolata con il pro-rata, non può comunque superare quello che sarebbe scaturito dal calcolo tutto retributivo. Il nuovo sistema riguarderà solo una minoranza dei lavoratori più anziani (la maggioranza di coloro che aveva più di 18 ✒ SPECIALE MANOVRA 6 Chi si salva. Le nuove regole sulle pensioni non trovano applicazione nei confronti dei soggetti, entro il limite di 50 mila unità, che maturano i requisiti (di oggi) entro il 31 dicembre 2011 e i lavoratori in mobilità, alla data del 31 ottobre 2011, e quelli interessati ai cosiddetti piani di esubero (banche e assicurazioni, ecc.), anche se raggiungono i requisiti dopo la fine dell'anno in corso. Restano fuori anche gli ex lavoratori che sono stati autorizzati ai versamenti volontari entro il 31 ottobre 2011. © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 Primo Piano italia: 515249535254 Addio all’anzianità, al sistema delle quote e alle finestre mobili Disincentivi del 2% l’anno per chi si ritira prima dell’età di vecchiaia. Dal 2018 il requisito sarà parificato per tutti a 66 anni Che cosa cambia Impiegato, con 35 anni di contributi versati Perderà il 7 per cento Lavoratore dipendente, 39 anni di anzianità In attesa fino al 2015 Nessun aumento nel 2012 per gli assegni da mille euro in su Secondo le stime, l'introduzione del sistema di calcolo contributivo pro-rata, porterebbe un perdita che potrebbe arrivare al massimo al 2-3%. Gli interessati non sono molti, anche perché l'effetto annuncio circa possibili modifiche alle regole previdenziali ha indotto molti a andarsene appena possibile. E quelli rimasti sul posto di lavoro non avranno penalizzazioni assimilabili a quelle che avranno le nuove generazioni che dovranno fare i conti con il calcolo interamente contributivo. Le stime parlano di una riduzione dell'assegno finale intorno ad un punto percentuale per ogni anno di contributivo. In sostanza tanto più sarà vicina la pensione e tanto più alta sarà l'età, meno perderà. Qualche esempio. Un impiegato, con uno stipendio di 30 mila euro, Il rendimento con 35 anni di lavoro alle spalle La riduzione che decide di dell’aliquota di mollare tra 5 anni rendimento scende all'età di 62, con il dal 2 all1% passaggio al contributivo perderà all'incirca un 7%. Perdita che scende al 3-4%, se la sua anzianità al 31 dicembre del 2011 anziché di 35 anni è di 37 anni. Per il funzionario con 70 mila euro di stipendio, invece, il taglio dell'assegno mensile si ridurrebbe sensibilmente. Questo perché il vantaggio del conteggio retributivo, si attenua man mano che la retribuzione pensionabile sale. Infatti, al sopra del cosiddetto «tetto» (oggi pari a 43.042 euro), l'aliquota di rendimento del 2%, per ogni anno di contributi, si assottiglia sino a raggiungere l'1%, per la parte di retribuzione pensionabile eccedente gli 81.780 euro. Quarant’anni di lavoro non bastano più. È caduto uno degli ultimi tabù del sistema previdenziale. Fino a qualche anno fa, per chi iniziava a lavorare molto giovane, questo era il massimo della carriera professionale. Da un po’ di tempo non è più così, e la manovra dell’estate scorsa aveva ulteriormente spostato in avanti la soglia, che nel 2014 sarebbe arrivata di fatto a 41 anni e 3 mesi e anche di più per i lavoratori autonomi. Non si trattava però, è bene dirlo, del diritto alla pensione di anzianità, che era rimasto fissato a 40 annualità, indipendentemente dall’età anagrafica. Non era stato messo in discussione neppure dal meccanismo che lega le pensioni all'aspettativa di vita: di triennio in triennio verranno incrementati i vari limiti di età, ma non I limiti il tetto dei 40 anni. Nel 2012, invece, Nel 2012 per pensionarsi in pensionarsi in maniera per maniera anticipata anticipata occorrono occorre un minimo 42 anni e un mese di 42 e un mese; nel 2013 ci vogliono 42 anni e 3 mesi. Dal 2014 in poi saranno richiesti 42 anni e 3 mesi. Per le donne i limiti sono, rispettivamente, di 41 anni e un mese, 41 e 2 mesi, 42 e tre mesi. Questo significa che un lavoratore con 39 anni di lavoro alle spalle, alla data del 31 dicembre 2011, che contava di raggiungere i 40 anni nel 2012 e incassare la pensione nel 2013 (dopo un anno e due mesi) ora dovrà aspettare il mese di aprile del 2015. Non solo, ma se la sua età nel 2015 è inferiore ai limiti di età previsti, il trattamento che riceverà dall’Inps sarà ridotto nella misura del 2% per ogni anno di anticipo. Nel parlare dei tagli alla scala mobile delle pensioni il neo ministro del Welfare Elsa Fornero si è commosso. Ai pensionati viene, infatti, richiesto un ulteriore sacrificio. Secondo i testi non ufficiali la manovra prevede il congelamento della cosiddetta perequazione (adeguamento all’indice Istat di inflazione) per il biennio 2012 e 2013. Salvaguardando solo gli assegni fino a due volte il minimo. In proposito, occorre dire che già oggi, per via della manovra economica varata a ridosso di Ferragosto, la cosiddetta perequazione è congelata per le pensioni che superano cinque volte il minimo Inps (superiori a 2.400 euro al mese). Il blocco che ci sarà il prossimo anno e quello successivo comunque non interesserà i trattamenti minimi (le pensioni di 469 L’adeguamento euro mensili), che avranno il 100% Ci sarà il dell'indice Istat. congelamento della Copertura integrale perequazione per il anche per gli biennio 2012 e 2013 assegni eccedenti il minimo e fino a un importo mensile di 936 euro, il doppio del trattamento minimo. Le pensioni da mille euro in su, l'anno prossimo non vedranno alcun aumento. Ma facciamo qualche conto. Il dato di inflazione provvisorio per l'adeguamento del 2012 è 2,6% (come da decreto ministeriale in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale). Ciò vuol dire che la nuova pensione minima del 2012 sale a 481 euro, come previsto. La fascia di importo (al dicembre 2011) compresa tra 482 e 936 euro beneficerà lo stesso di un aumento del 2,6%. Chi invece al 31 dicembre del 2011 aveva una pensione di 950 euro non avrà alcun aumento. D.Co. D. Co. D. Co. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 7 # 8 Primo Piano Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera italia: 515249535254 Le misure Il fisco SALE L’ADDIZIONALE REGIONALE SCUDO FISCALE, PRELIEVO DELL’1,5% Clausola di salvaguardia, possibile aumento Iva al 12 e 22% da metà 2012 Niente aumento Irpef sui redditi medio-alti, ma sono molti gli interventi della manovra sul fronte delle tasse. Rimangono invariate quindi le aliquote Irpef del 41% per lo scaglione di reddito tra 55.000 e 75.000 euro e del 43% per i redditi superiori ai 75.000 euro. Si tratta di circa 1.500.000 di contribuenti Irpef (pari a meno del 4% del totale dei 41 milioni) che dichiarano un reddito medio-alto e che avrebbero altrimenti subìto un ulteriore incremento delle già elevate imposte pagate. Rimane in vigore il contributo di solidarietà del 3% sui redditi superiori a 300.000 euro introdotto con la Manovra dello scorso agosto. Aumento dell'addizionale regionale La manovra dispone invece l'aumento dell'aliquota base dell'addizionale regionale che passa dallo 0,90% al 1,23%. L'addizio- nale regionale Irpef è composta da una quota fissa di base disposta su base nazionale, che era pari allo 0,90% e che oggi viene aumentata al 1,23%, e da una quota disposta dalle singole regioni fino ad un massimo dello 0,50% che poteva portare finora l'aliquota complessiva al 1,40% (aumentata allo 1,70% se la regione presenta un disavanzo di gestione del servizio sanitario). Aumento differito dell'Iva Sul fronte degli inasprimenti fiscali, la manovra Monti prevede l'aumento di due punti percentuali dell'Iva, ma soltanto in futuro. In base alle bozze del provvedimento, l'aumento dell'Iva si dovrebbe applicare a partire dal secondo semestre 2012 e riguarderà sia l'aliquota ordinaria dal 21% al 23%, sia quella ridotta che crescerà dal 10% al 12%. L'aumento dell'Iva è a garan- zia dei risparmi previsti nella manovra estiva per il taglio delle agevolazioni fiscali e quindi si dovrebbe applicare solo se tali risparmi non dovessero realizzarsi. Una tantum sugli importi dello scudo fiscale Per i soggetti che si sono avvalsi dello «scudo fiscale» per il rimpatrio o la regolarizzazione dei capitali detenuti all'estero viene introdotto un «contributo» aggiuntivo dell'1,5% sugli importi «scudati». Il contributo così introdotto si aggiunge a quan- L’incremento all’1,23% Nella manovra l’aumento dell’aliquota dell’addizionale regionale dallo 0,90% al 1,23% to già pagato a suo tempo per lo scudo fiscale realizzato tra il 2009 ed il 2010 e che prevedeva un'aliquota del 5% entro il 15 dicembre 2009, poi aumentata al 6% e al 7% per i rimpatri o le regolarizzazioni effettuati entro febbraio o aprile 2010. Sgravi per il costo del lavoro L'Irap pagata sul costo del lavoro diventa integralmente deducibile ai fini delle imposte sui redditi delle società e delle imprese. Sin dalla sua istituzione l'Irap era indeducibile ai fini delle imposte sui redditi. Da qualche anno è stata introdotta la deducibilità dall'Ires del 10% dell'Irap pagata per i soggetti che avevano lavoratori dipendenti o interessi passivi. L'intervento approvato intende ridurre la penalizzazione per le imprese che hanno un costo significativo per il personale dipendente e che pagano l'Irap anche su vari costi inde- ducibili, tra cui appunto il costo del personale. Se una società ha ad esempio 400.000 euro di costo del personale dipendente indeducibile ai fini dell'imposta regionale e quindi paga 15.600 euro di Irap su tale costo del personale (aliquota del 3,9%), l'importo di 15.600 euro sarà deducibile dall' imposta sui redditi con un beneficio di 4.290 euro di minore Ires (aliquota del 27,5%). Allo scopo di fornire un «Aiuto alla Crescita Economica» (definito con l'acronimo «ACE») e di favorire la capitalizzazione delle imprese, viene introdotta a partire dal 2011 un'agevolazione alle società ed imprese che aumentano il capitale proprio, mediante nuovi apporti di capitale o utili accantonati a riserva, rispetto al patrimonio esistente al 31 dicembre 2010. L'agevolazione consiste nella deduzione dalle imposte sui redditi di un «rendimento nozionale» figurativo per gli importi che incrementano il capitale proprio. L'aliquota del rendimento figurativo sarà fissata entro il 31 gennaio di ogni anno. Aumento delle accise Previsti alcuni aumenti per le accise sulla benzina, benzina con piombo e gasolio usato come carburante. Alcuni aumenti avranno effetto a partire dal 1˚ gennaio 2012 e altri dal 1˚ gennaio 2013. Stefano Poggi Longostrevi © RIPRODUZIONE RISERVATA ✒ L’analisi ADESSO PIÙ CORAGGIO ANTI-EVASORI di MASSIMO FRACARO N pericolosi viaggi dei pensionati all’ufficio postale a rischio scippo, il governo si adopererà per facilitare l’apertura di conti agevolati. Entro tre mesi Abi e ministero dell’Economia dovranno mettersi d’accordo su un «conto corrente base», con adeguato numero di operazioni, costi trasparenti e comparabili e carta di debito, che verrà utilizzato per i pagamenti non più eseguibili in contanti e più in generale per ampliare il più possibile la platea di cittadini titolari di conto. Uno strumento che, appunto, per le «fasce socialmente svantaggiate», che verranno individuate dalla convenzione tra banche e governo, dovrà essere gratuito. ella manovra appena approvata manca un articolo che molti italiani attendono da tanto tempo di leggere: «Lotta (definitiva) all’evasione fiscale». L’ho cercato spulciando il testo non definitivo ma non l’ho trovato. L’ho cercato e ricercato... magari arriverà con i prossimi provvedimenti. Speriamo. Qualche misura, anti-evasione, è sparsa qua e là: come le limitazioni all’uso del contante, la riduzione del limite per la tracciabilità dei pagamenti a 1.000 euro, le semplificazioni per alcune attività produttive, l’introduzione di un’imposta dell’1,5% per i capitali rientrati in Italia con lo scudo, l’Isee per poter beneficiare di agevolazioni fiscali. Piccole misure per cercare di scalfire la grande montagna del sommerso. Per fortuna, però, le anticipazioni della vigilia non si sono tradotte in realtà. Non ci sarà alcun aumento delle aliquote Irpef, nemmeno per quelle che gravano sui redditi più elevati. Da 55.000 a 75.000 euro si continuerà a pagare il 41% e oltre i 75.000 il 43%. E questo è una bella notizia perché si sarebbe commesso ancora una volta lo stesso errore, quello di colpire i soliti noti: i finti ricchi (risparmiando i finti poveri). Non rincara l’Irpef, ma dovrebbero aumentare le addizionali regionali: una misura che contribuirà a far crescere ulteriormente la pressione tributaria. Lo Stato preleverà ancora maggiori imposte dai carburanti, come se non bastassero quelle attuali che pesano per oltre due terzi sui prezzi di benzina e gasolio. Già nel 2012 rincareranno di nuovo le aliquote Iva, o verranno tagliate le detrazioni o deduzioni (spese mediche, mutui, ristrutturazioni edilizie, risparmio energetico). Una misura già prevista dal governo Berlusconi e che appesantirà il 730 e il modello Unico se non si riuscirà a fare una riforma di Fisco e assistenza che vale 28 miliardi. Una scommessa azzardata che questo governo si trova in eredità. C’è anche il tentativo di aumentare l’imposizione sui patrimoni, senza però ridurre quella sui redditi. Ma la maggior parte delle entrate deriva dalle imposte sugli immobili. Contentino: arriva la tassa su auto di lusso, imbarcazioni ed aerei. Il gettito? Risibile. Poco di fronte al tesoretto di 120 miliardi che ogni anno gli evasori sottraggono, spesso sotto il naso e alla piena luce del sole, al Fisco. G. Mar. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagamenti Né tasse né spese per i conti correnti dei pensionati sociali e titolari del trattamento minimo Alt ai contanti, tracciabilità oltre mille euro Mille euro. Questa è la nuova soglia stabilita dalla manovra per mettere un freno alla circolazione del contante. E, quindi, nelle intenzioni del governo, per dare un colpo all’evasione fiscale. Il complesso delle norme sulla tracciabilità obbliga poi le amministrazioni pubbliche a pagare pensioni e stipendi — se gli importi superano i 500 euro — utilizzando solo denaro virtuale. Infine, per «alzare il livello di sicurezza» la manovra incentiva l’apertura di conti correnti per i titolari di pensioni minime e sociali senza imposte di bollo e senza costi in generale. Ma che cosa significa mettere la barriera dei mille euro? Oggi ogni acquisto di beni e servizi (dalla lavatrice al compenso per l’idraulico o l’imbianchino) pos- sono avvenire in contanti fino a 2.500 euro. Da quando la manovra diventerà legge questa soglia scende a mille euro, compresi gli assegni al portatore. Questo significa che qualsiasi spesa superiore a questa cifra deve essere fatta utilizzando bonifici, assegni non trasferibili o carte di credito. Strumenti, insomma, che lascino traccia della transazione avvenuta. Pagare (e farsi pagare in nero) diventa quindi più difficile perché l’uso di soldi liquidi oltre i mille euro diventerebbe, di per sé stesso, fuori dalle regole. Il maggior uso del denaro di plastica — secondo il governo — non dovrà però portare aggravi di spese commissionali per i cittadini. La norma dedica poi diversi articoli ai pagamenti elettronici che diventeranno la norma per la pubblica amministrazione. Stipendi, pensioni e «i compensi comunque corrisposti dalla pubblica amministrazione centrale e locale e dai loro enti, in via continuativa a prestatori d’opera e ogni altro tipo di emolumento a chiunque destinato, di importo superiore a cinquecento euro, debbono essere erogati con strumenti diversi dal denaro contante». Una soglia che lascia quindi la possibilità di riscuotere in contanti assegni pensionistici che non raggiungono la soglia dei 500 euro. Ma per «incrementare i livelli di sicurezza fisica e tutelare i soggetti che percepiscono pensioni minime e sociali», il provvedimento chiarisce che i conti correnti su cui venissero addebitate queste pensioni saranno del tutto esenti da imposte di bollo, mentre a banche ed intermediari finanziari «è fatto divieto» di addebitare alcun costo. Dunque, leggendo l’articolato della manovra, sembra di capire che per ridurre al minimo i 2.500 euro La soglia della tracciabilità era stata messa a questo livello dal precedente governo. E quindi, scendendo a mille, viene ridotta di una volta e mezzo. Chi farà acquisti di beni e servizi per importi superiori a mille euro dovrà, d’ora in poi, fare uso di carta di credito o bonifico, lasciando traccia della transazione © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 9 italia: 515249535254 Codice cliente: 10 Primo Piano italia: 515249535254 Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera # Le misure Gli immobili PRIMA CASA, TORNA L’ICI ESTIMI CATASTALI, PIÙ 60% Aliquota dello 0,4%, lo 0,76% per gli altri fabbricati Sulle seconde case si pagherà fino al 75% in più ✒ L’analisi IL BERSAGLIO IMMOBILE ANTI DEFICIT di MASSIMO FRACARO Q uando scoppiano le grandi crisi i proprietari immobiliari sono sempre chiamati a mettere mano al portafoglio. Successe così nel 1992, quando l’Italia uscì dal Sistema monetario europeo e fu introdotta l’Isi, poi trasformatasi subito in Ici. La staffetta immobiliare si ripete, ancora sotto l’incedere della crisi. L’Imu sostituisce l’Ici. La nuova imposta municipale avrà un’aliquota base dell0 0,76%, con aumenti o decrementi dello 0,3% su base locale. L’imposta era già prevista dal provvedimento sul federalismo: ne è stata, quindi, soltanto anticipata l’entrata in vigore. La grande novità è che ritorna ad essere tassata l’abitazione principale, e relative pertinenze (box, cantine), esentate invece dal 2008. L’abolizione dell’Ici sulla casa di residenza è stata, probabilmente, un errore che ha sottratto a Stato-comuni risorse preziose — 3,5 miliardi all’anno — proprio mentre la crisi si stava aggravando. La sua reintroduzione non è quindi uno scandalo. La nuova imposta si applicherà, però, su una base imponibile rivalutata del 60% per le abitazioni: quindi si farà sentire. Eccome. Una misura che vuole cercare di colmare l’evidente distanza tra valore fiscale e valore di mercato. Ad esempio, con una rendita di 1.000 euro la nuova imposta graverà su un valore di 168.000 euro, mentre l’Ici colpiva solo fino a 105.000 euro. L’entità dei sacrifici che verranno richiesti dipenderà molto dai comuni visto che l’aliquota base dello 0,4% può scendere (ma anche salire) dello 0,2%. Difficile, vista la stretta attuata da anni sugli enti locali, che i sindaci decidano di allentare la presa. E' la stangata sull'Ici il piatto forte della manovra sul fronte delle entrate. Chi possiede una ampio trilocale in una zona semicentrale di Milano e vi risiede potrebbe trovarsi a pagare l'anno prossimo da un minimo di 213 a un massimo di 1.038 euro in più. Se in quella stessa abitazione non risiede, non pagherà più 645 euro come quest'anno, ma dovrà preparasi a fare fronte a un minimo di 949 euro, sborsando 304 euro in più rispetto al 2011, a un massimo di 2.188, con un aggravio di 1.543 euro. Il fortunato proprietario di una villetta in una buona zona della Capitale rimpiangerà l'esenzione di imposta di cui ha goduto dal 2008 al 2011: infatti pagherà un tributo che potrà partire da 479 euro per arrivare a 1.837. Se poi nella villetta non ha la residenza dovrà prepararsi a sborsare fino a 3.600 euro il prossimo anno. Sono gli effetti della rimodulazione del tributo comunale sugli immobili, realizzata non puntando su una progressività delle aliquote in funzione del patrimonio mobiliare e immobiliare del contribuente, forse più equa ma complicata da realizzarsi soprattutto se si vuol fare immediatamente cassa, ma tenendo la classica distinzione tra abitazione principale (quella in cui si ha la residenza) e le altre abitazioni. Molte meno preoccupazioni per chi possiede abitazioni di scarso valore fiscale. In questo caso infatti il tributo potrebbe anche essere nullo Dal punto di vista tecnico il risultato, che cerchiamo di illustrare nella tabella di questa pagina con esempi di calcolo nelle principali città italiane, si ottiene aumentando del 60% i valori catastali che quest'anno costituivano la base imponibile e stabilendo una griglia di aliquote che ha come base il 7,6 per mille che costituisce l'aliquota prevista per l'Imu, l'Imposta municipale sugli immobili che avrebbe dovuto mandare in pensione l'Ici nel 2014, mentre lo farà anche dal punto di vista terminologico (di gran lunga il meno importante) sin da subito. 200 euro il livello della detrazione prevista per la nuova Imu sull’abitazione principale 60% La base imponibile dei fabbricati ai fini dell’Imu, sostitutiva dell’Ici, viene rivalutata del 60% 0,4% Sulle abitazioni principali l’aliquota dell’Imu sarà dello 0,4%, ma i comuni possono ridurla 0,75% Dalla seconda casa in poi, l’aliquota Ici-Imu sarà dello 0,75-0,76% Ma come si è rivisitata l'imposta meno amata dagli italiani? Ai comuni viene lasciata una grande libertà di manovra. Sull'abitazione principale l'aliquota di riferimento è il 4 per mille del valore catastale rivalutato come dicevamo sopra del 60%: per tornale all'abitazione semicentrale di Milano del nostro primo esempio, se la casa quest'anno valeva per il fisco 129mila euro dal 2012 ne varrà 206.400. Su questa cifra il tributo standard sarebbe di 826 euro, da cui però andranno dedotti obbligatoriamente 200 euro, portando così il totale a 626. Il Comune può però, sempre tenendo fermo l'obbligo di concedere la franchigia di 200 euro, aumentare o diminuire l'aliquota di due millesimi di punto, e quindi far oscillare il tributo da 213 a 1038 euro, disponendo nei fatti di una discrezionalità che le vecchie norme non gli concedevano. L'amministrazione municipale può anche decidere di aumentare la franchigia fino ad annullare del tutto l'entità del tributo, ma è una strada che allo stato appare decisamente improbabile per due ottime ragioni. La prima è che la manovra taglia ulteriormente i trasferimenti agli enti locali e nessun Comune probabilmente oggi, da Milano a Roma al più piccolo borgo montano, può realmente fare a meno del gettito dell'Ici; il secondo è che il decreto prevede l'impossibilità per le municipalità che applichino franchigie superiori a 200 euro di poter anche imporre aliquote superiori a quella base per le unità immobiliari tenute a disposizione. In pratica si impedisce ai comuni turistici di cedere alla tentazione di non tassare i pochi residenti (ed elettori) per tartassare i molti proprietari di case per le vacanze. Per quanto riguarda le seconde case invece le amministrazioni potranno far oscillare l'aliquota base del 7,6 per mille sul valore catastale rivalutato di ben tre punti millesimali in più o in meno, senza la facoltà di introdurre franchigie, e quindi si potrà andare da un minimo 4,6 a un massimo del 10,6 per mille. Considerando che con le regole precedenti l'aliquota tipica per le seconde case arrivava al massimo al 7 per mille (con punte del 9 per mille solo nelle città ad alta tensione abitativa e solo per le case sfitte da più anni) si può calcolare in poco meno del 75% l'inasprimento medio del tributo: in pratica dove quest'anno si sono pagati 700 euro il conto salirà a poco più di 1200. Il provvedimento potrebbe avere conseguenze non irrilevanti su un mercato immobiliare già in difficoltà, anche perché nel testo ufficioso che abbiamo avuto modo di consultare (per la conferma bisognerà aspettare la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) è sparita una disposizione a favore degli immobili dati in locazione e per i quali si prevedeva una aliquota fissa al 4 per mille. Tassare gli immobili da investimento alle aliquote degli immobili tenuti a disposizione significa abbassare le perfomance di circa un punto e rendere decisamente poco appetibile l'investimento. Rispetto alle anticipazione della vigilia però non compare anche un'altra norma molto temuta: l'adeguamento indiscriminato degli estimi catastali. L'incremento del 60% si applica soli ai fini Ici-Imu e non sull'Irpef (dovuta sugli immobili diversi dall' abitazione principale e sue pertinenze) e nemmeno sulle compravendite. La manovra prevede anche l'introduzione, ma a partire dal 2013, del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, cui sarà assoggettato chi utilizza l'immobile (e quindi l'inquilino, nel caso di locazione). Per sapere quanto si pagherà di più rispetto alla Tarsu oggi in vigore bisognerà aspettare ancora dieci mesi: il Ministero dell'Economia infatti dovrà varare il regolamento di attuazione entro il 31 ottobre 2012. Gino Pagliuca © RIPRODUZIONE RISERVATA Executive Dual Time Carica automatica. Impostazione veloce del fuso orario. Lunetta in ceramica nera e cassa in oro rosa 18 ct. Impermeabile fino a 100 m. Cinturino in caucciù. U LY S S E N A R D I N I TA L I A S R L - C o m o - T. + 3 9 0 3 1 2 7 3 8 9 8 i t a l i a @ u l y s s e - n a r d i n . c o m - w w w. u l y s s e - n a r d i n . c o m Codice cliente: Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 Primo Piano 11 italia: 515249535254 # Le misure Il risparmio In banca Il prelievo ora vale soltanto per il deposito FONDI, POLIZZE E TITOLI MINI-PATRIMONIALE Il bollo esteso a tutte le attività finanziarie Attualmente si pagano da 34 a 680 euro La tassazione sul deposito titoli, protagonista di un frenetico balletto estivo che ne ha cambiato i connotati, volta ancora pagina. Il governo Monti ha deciso di rimodulare il prelievo applicato alla comunicazione annuale che le banche e gli intermediari mandano ogni anno sulla propria posizione finanziaria, già ritoccato dalla manovra di Giulio Tremonti. «Si tratta di una piccola patrimoniale sulle attività finanziarie», ha detto il vice ministro dell' economia Vittorio Grilli, dando una definizione di quello che era stato ribattezzato «superbollo» più aderente alla realtà dei fatti. La correzione, in pratica, dovrebbe eliminare l'arbitraggio che penalizzava certi investimenti — che per legge vanno tenuti sul depositi titoli, come i titoli di Stato, le azioni e i corporate bond — e ne avvantaggiava altri, che invece non contemplano obbligo di deposito. Come i fondi comuni, i fondi immobiliari, le polizze e, secondo alcune interpretazioni, anche i pronti contro termine. Nella nuova formulazione della norma — che non è ancora stata pubblicata in forma definitiva — si dice chiaramente che all'imposta di bollo sono soggetti anche «tutti gli strumenti finanziari e i prodotti non soggetti ad obbligo di deposito, ad esclusione dei fondi pensione e dei fondi sanitari». Ieri il governo ha sottolineato la volontà di cancellare la disparità di trattamento, ma non ha chiarito se verranno anche cambiate le modalità di applicazione. Nella bozza è previsto un innalzamento della soglia di esenzione totale dal bollo (pari a 34,2 euro per gli importi fino a 50 mila euro) che era ferma a 1.000 euro e che viene portata a 5.000. In attesa di conoscere le intenzioni definitive del governo, ricordiamo quindi qual è l'attuale disciplina. Il bollo — che varrà quindi per tutti gli strumenti finanziari, indipendentemente dalla collocazione nel deposito titoli — a oggi ammonta a 70 euro per chi possiede investimenti superiori a 50 mila euro e inferiori a 150 mila. Ma dal 2013 questa fascia sale ancora, fino a 230 euro annui. Per chi invece possiede importi compresi tra 150 mila e 500 mila per quest'anno e per l'anno prossimo si pagano 1.100 240 euro, mentre dal 2013 il prelievo annuale abbinato all'estratto conto sale a 780 euro. E infine per chi possiede patrimoni investiti per cifre che superano i 500 mila euro, il prelievo attuale sarà di 680 euro, mentre dal 2013 si passa a 1.100. La misura concepita del governo Berlusconi si applica al conto titoli, non al conto corrente classico che mantiene l'attuale imposta a 34,2 euro, indipendentemente dalle somme depositate. G. Mar. © RIPRODUZIONE RISERVATA ✒ Lusso Addizionale sui veicoli immatricolati dal 2008 MA POCO GETTITO di MARIO SENSINI E ni «l’80% delle barche nuove vendute vale meno di 20 mila euro. La verità è che si stanno solo cancellando le opportunità di lavoro e a rimetterci saranno gli operai e non i ricchi». Istituita anche un’imposta sugli aerei privati (elicotteri, alianti, motoalianti, autogiri e aerostati) che varia a seconda del peso del mezzo. Da 1,50 euro per i velivoli fino a mille chili, a 7,55 euro al chilo per i mezzi oltre dieci mila chili. Per gli elicotteri la tassa sarà il doppio rispetto ai velivoli di corrispondente peso. La misura, in questo caso, sarà varata entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della manovra, con un provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate Attilio Befera. quità. Se lo Stato non arriva a garantire l’agganciamento all’inflazione di una pensione di mille euro al mese, a chi ne spende 5 milioni per acquistare una barca da 25 metri, può ben chiederne 150 al giorno per tenerla ormeggiata in un porticciolo vip. Così come può chiedere di pagare 3 mila euro di tasse l’anno a chi possiede un aeroplanino monomotore quadriposto comprato a 150 mila euro a prezzi di saldo. Semplicemente, si tratta di equità. Giustizia sociale, perché non si creda che dalla cosidetta tassa sul lusso varata ieri dal governo per colpire l’usufrutto dei motoscafi e dei maxi-yacht, ed il possesso di aeroplani, elicotteri e automobili extra lusso, possano arrivare molti soldi. Poca roba: secondo le prime stime, approssimative, il maggior incasso previsto sarebbe di poche decine di milioni di euro. È appena una goccia, rispetto ai 30 miliardi lordi di euro della maxi manovra approvata dal governo Monti, ma vale un tesoro. Perché è solo con questo tipo di scelte, come il taglio dei costi della politica, che si può rendere meno amara la pillola per gli italiani. A patto che si faccia sul serio. In Sardegna la tassa sulle barche e gli aerei privati è stata un flop clamoroso. Il gettito di quella tassa non è arrivato neanche alla metà della spesa per l’esazione del tributo. Con la beffa finale della bocciatura europea e dell’obbligo di rimborso ai contribuenti. Corinna De Cesare © RIPRODUZIONE RISERVATA Nel mirino le vetture a benzina, diesel e ibride re i 225. Si trattava in questo caso di supercar stile Ferrari, Porsche e Lamborghini nonché berline di rappresentanza. Ora l’elenco si allarga. Mano «leggera» per il Gruppo Fiat, che vede nel lunghissimo elenco delle auto a cui applicare la nuova tassa soltanto la nuova Lancia Thema nella versione a gasolio con il Multijet 3.0 V6 che, erogando 176 kW, pagherà 120 euro di tassa. Entrano nella lista anche tre modelli della gamma Jeep, con la massima tassazione per la Jeep Grand Cherokee che dovrà pagare 1.780 euro in più. Per le Ferrari il «balzello» oscillerà tra 3.360 e 6.300 euro ma il record della sovrattassa spetta alla Lamborghini Aventador, che con i suoi 515 chilowatt di potenza pagherà 6.900 euro. Pesanti nel decreto gli interventi sulle barche: dal primo maggio 2012 navi e imbarcazioni nazionali o estere che stazioneranno, navigheranno o saranno ancorate in acque pubbliche, saranno soggette al pagamento di una tassa giornaliera. Si va da un minimo di sette euro al giorno per le imbarca- L’analisi UN SEGNALE SUPERBOLLO AUTO SOPRA 170 CHILOWATT STRETTA ANCHE SU JET E BARCHE MILANO — Extra bollo per le superauto, nuove tasse per barche, yacht, elicotteri e jet privati. Il lusso sarà pure un diritto (per chi se lo può permettere) ma va tassato. Così ha stabilito la manovra da 30 miliardi lordi presentata ieri in consiglio dei ministri. Se n’era già parlato nei giorni scorsi, ma ieri le ipotesi si sono fatte misure vere e proprie. Dal primo gennaio 2012, parte per le auto con motore benzina, diesel e — salvo ripensamenti — anche ibrido, un super bollo di venti euro per ogni chilowatt di potenza oltre i 170 (228 cavalli). «Addizionale che varrà — si legge nella bozza della manovra — limitatamente alle auto immatricolate a decorrere dal 1 gennaio 2008». In caso di omesso o insufficiente versamento del bollo, si applicherà una sanzione pari al 30% dell’importo non versato. Una misura non nuova in realtà. A luglio infatti, erano stati colpiti gli automobilisti con macchine oltre i 225 chilowatt (pari a 310 cavalli) con una maggiorazione del bollo di dieci euro ogni chilowatt superio- euro. Il livello del bollo per i patrimoni oltre 500 mila euro dal 2013 zioni da 10 a 12 metri, a un massimo di 150 euro per le navi da 24 metri in su. Non che non se lo possano permettere ma al Regina d’Italia di Dolce e Gabbana (51 metri di lunghezza), tanto per fare degli esempi, costerà un bel po’, così come al Force blue di Flavio Briatore (di 60 metri). Saranno escluse dalla misura solo le navi di proprietà o in uso allo Stato e ad altri enti pubblici, a quelle obbligatorie di salvataggio e ai battelli di servizio. Non sarà contento il presidente di Ucina-Confindustria Nautica Anton Francesco Albertoni che nei giorni scorsi aveva definito l’ipotesi «un colpo di grazia» per un settore che nel 2010 ha dimezzato il proprio contributo al Pil, passato da 6,5 a 3,2 miliardi. In più, ha detto Alberto- Il caso Lo Stato prende le ultime lire Nel passaggio dalla lira all'euro era prevista la possibilità di poter cambiare le banconote, fino al 28 febbraio 2012. Ora potrebbe essere introdotta la prescrizione immediata delle lire ancora in circolazione, a beneficio dell'erario. In totale sarebbero (in euro) circa 1,3 miliardi © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Primo Piano Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera italia: 515249535254 Le misure Le spese ridotte PROVINCE SVUOTATE: SOLO DIECI ELETTI Abolito l’Ente turismo, quasi dimezzati i vertici di Authority e Cnel ✒ L’analisi MA NIENTE TAGLI AI PARTITI SEGUE DALLA PRIMA Non fosse altro, per un fatto simbolico mai tanto importante come nel momento in cui si stanno per chiedere sacrifici abnormi ai cittadini. Ma quella classe politica, spiace dirlo, sembra davvero essersela cavata con poco. Speriamo di sbagliarci, perché la sensazione che si ricava leggendo la bozza della manovra è questa. Sensazione che il proposito di dare pubblicità «integrale» alle situazioni patrimoniali dei ministri, già enunciato un paio di settimane fa e ribadito ieri da Monti, non può certo attenuare. La misura più forte sembra essere quella che risponde chiaramente a un suggerimento contenuto nella lettera della Banca centrale europea di un mese fa. Parliamo della norma che trasferisce ai Comuni le funzioni delle Province, le cui strutture politiche vengono ridimensionate in modo consistente. In questo modo quegli enti vengono svuotati, rendendo forse inevitabile la loro futura abolizione che si può fare solo con legge costituzionale. Applausi. Per il resto, molte cose già viste. Come la cancellazione di qualche ente: stavolta è toccato fra gli altri all’Isa, dove pochi mesi fa era stata nominata amministratrice delegata con altri 140 mila euro l’anno di stipendio la consigliera regionale della Campania Annalisa Vessella, moglie del deputato «responsabile» Michele Pisacane. Sono poi previsti il dimagrimento del Cnel, il taglio delle poltrone delle authority... Ma niente, Province a parte, che entri nella carne viva dei partiti. Di abrogare quella leggina infame che rende più fiscalmente conveniente dare soldi ai politici piuttosto che alle associazioni benefiche, neppure a parlarne. Niente che imponga trasparenza ai finanziamenti privati, che oggi possono rimanere legalmente occulti fino a 50 mila euro. Nessun taglio ai rimborsi elettorali, che fanno dell’Italia il Paese europeo che spende di più per mantenere i partiti. Niente per affamare i costosissimi apparati regionali. E nemmeno una limatina alle dotazioni di Camera e Senato, possibile senza intaccare formalmente l’«autonomia» del parlamento, mantenute scandalosamente intatte (un miliardo e mezzo l’anno fra Montecitorio e palazzo Madama) ancora per il prossimo triennio, durissimo per tutti gli italiani: questo sì che sarebbe stato un modo per costringere il Palazzo alla sobrietà. Ma forse ci voleva coraggio. Decisamente più coraggio. ROMA — Cura dimagrante per le Province che perderanno la giunta e il Consiglio che avrà solo un massimo di dieci componenti. Vertici più snelli, quasi dimezzati, anche per Authority e Cnel. Arrivo del SuperInps con relativo accorpamento dell’Inpdap (dipendenti pubblici) e dell’Enpals (spettacolo). Soppressione dell’Enit (Ente per il turismo) e di una serie di consorzi di fiumi e laghi che confluiranno in un unico Consorzio nazionale. E poi tagli pesanti a Regioni, Province e Comuni per un totale di oltre 5 miliardi di euro. C’è un passaggio, nelle 86 cartelle della bozza anticipata alla stampa, che si occupa anche della retribuzione di dirigenti pubblici chiamati a fare i ministri, i vice o i sottosegretari secondo il quale se viene remunerato di meno non perde i trattamenti di favore per la previdenza e la liquidazione. Sem- brerebbe disegnato apposta per l’ex direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli e l’ex direttore generale dell’Ambiente Corrado Clini chiamati entrambi a fare i ministri o vice. I tempi sono abbastanza rapidi. Entro sessanta giorni i ministeri del Lavoro e del Tesoro do- vranno emanare appositi decreti per l’abolizione di Enpals e Inpdap per disporre il trasferimento dei dipendenti all’Inps il quale ha tempo sei mesi per ridefinire la nuova pianta organica e il nuovo assetto organizzativo. A nessun dipendente verrà ridotto lo stipendio ma i ri- sparmi da questa operazione ci dovranno essere: 20 milioni di euro nel 2012, 50 nel 2013 e 100 nel 2014. Tra gli enti soppressi figura anche l’Eipli, l’Ente per lo sviluppo dell’irrigazione in Puglia e Lucania e l’Isa, l’istituto agroalimentare che verrà «sciolto e posto in liquidazione con le modalità previste dal codice civile». I dipendenti dell’Enit, della cui soppressione si parla da alcuni lustri senza che mai sia avvenuta, dovrebbero finire al ministero dello Sviluppo economico con apposite tabelle di retribuzione che saranno approvate con uno o più decreti del ministro per la Funzione pubblica. Tutti manterranno lo stesso inquadramento previdenziale di provenienza mentre invece se lo stipendio passato è superiore alle tabelle verrebbe compensato con un assegno ad personam. Anche gli enti non soppressi avranno vita dura. Entro dieci giorni dall’approvazione della manovra, tutti gli enti ed organismi pubblici che ricevono aiuti dallo Stato dovranno trasmettere i bilanci alle amministrazioni vigilanti e al ministero dell’Economia. La sforbiciata per il Cnel prevede che l’attuale numero di componenti (120 più il presidente) scenda a 66 (più il presidente e il segretario generale) al di sotto della soglia di 70 fissata dal governo Berlusconi. Per la definizione del nuovo assetto ci sarà un apposito decreto entro 30 giorni. ❜❜ Via la giunta, resta il Consiglio molto ristretto Sergio Rizzo La ristrutturazione delle Autorità è piuttosto complessa. I componenti delle comunicazioni saranno dimezzati da 8 a 4; dei contratti pubblici da 7 a 5; dell’energia da 5 a 3; della Consob da 5 a 3 presidente compreso; dell’Isvap da 6 a 3 compreso il presidente; dei fondi pensione da 5 a 3; dell’Antitrust da 5 a 3; della commissione di garanzia sullo sciopero da 9 a 5. Per tutti ci sarà il rispetto del turn over senza aumentare il numero dei dipendenti. Lo snellimento delle Province, che dovrebbe portare complessivamente un risparmio di oltre 500 milioni di euro, occupa una cartella piuttosto fitta della manovra. Alle Province verranno riservate solo le funzioni di «indirizzo politico e di coordinamento delle attività dei Comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale». Il consiglio provinciale sarà composto solo da dieci componenti eletti dai consigli elettivi (rispetto ad un massimo di 45 attuali). Verrà abolita la giunta e tutte le cariche decadranno entro il 30 novembre 2012. Le funzioni saranno trasferite entro fine aprile e il personale eccedente sarà trasferito nelle Regioni e nei Comuni. Mario Monti ieri ha precisato che, non potendo abolire le Province con una legge ordinaria, questa era l’unica via per dare un forte segnale al costo della politica. © RIPRODUZIONE RISERVATA Roberto Bagnoli © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 Primo Piano 13 italia: 515249535254 Le misure Gli imprenditori ✒ ARRIVA L’IRAP DEDUCIBILE PER AIUTARE LE IMPRESE dere che nelle norme di attuazione ci saranno riferimenti precisi a queste categorie di lavoratori che si potranno capire meglio in una fase successiva. «Questo minor flusso — ha precisato Giarda — nelle casse delle Regioni sarà rimpiazzato dallo Stato». Importante anche la garanzia, da parte dello Stato italiano, delle passività delle banche italiane e sulle loro obbligazioni, presa dopo una valutazione da parte della Banca d'Italia per stabilire «l’adeguatezza patrimoniale della banca richiedente». «Il ministro dell'Economia e delle finanze, fino al 30 giugno 2012 — si legge nella bozza di decreto — è autorizzato a concedere la garanzia dello Stato sulle passività delle banche italiane, con scadenza da tre mesi fino a cinque anni o, a partire dal 1 gennaio Ricapitalizzazioni 2012, a sette anni per le obbligaReintrodotta zioni bancarie la «dual income garantite». La tax». Prevista garanzia dello la rinascita dell’Ice Stato è incondizionata e irrevocabile. «L'ammontare delle garanzie inoltre — si legge — è limitata a quanto strettamente necessario per ripristinare la capacità di finanziamento a medio-lungo termine delle banche beneficiarie». Nella versione definitiva del decreto ci sarà anche un rafforzamento del fondo garanzia per un importo massimo garantito per singola impresa di 2,5 milioni di euro. Ci sarà anche un credito di imposta del 12% per le attività di ricerca fino a un massimo di un milione di euro. Così come dovrebbero esserci agevolazioni per chi investe nel «venture capital». Bonus fiscale alle aziende che rafforzano il capitale ROMA — «Tra le misure per lo sviluppo ci sarà un provvedimento che favorisce la patrimonializzazione, sul fronte Irap ci sarà una defiscalizzazione su parte del lavoro, un nuovo credito per il fondo di garanzia per le Pmi che a regime sarà di qualche decina di miliardi, internazionalizzazione, un nuovo Ice e misure a sostegno del risparmio energetico». Questo è il piatto abbastanza ricco per le imprese e la crescita spiegato ieri dal ministro per lo Sviluppo economico e le infrastrutture Corrado Passera illustrando la manovra economica alle parti sociali. Non ci sono invece nel primo pacchetto del governo Monti nuove regole di assunzione nel mondo del lavoro dei giovani con il contratto unico (legge Ichino) né la soluzione dei crediti da parte dell’amministrazione pubblica (70-80 miliardi di euro) alle imprese trasformati in certificati pluriennali del Tesoro scontabili dal sistema bancario. Di questo se ne parlerà più avanti. Il ministro Passera, nella conferenza stampa, ha anticipato che per le imprese ci sarà un fondo centrale di garanzia per le piccole e medie aziende che dovrebbe arrivare a 20 miliardi di euro. Così come ci sarà una ridefinizione dell’Istituto per il commercio estero nell’ambito del ministero dello Sviluppo e nel ministero degli Esteri. Era una misura fortemente chiesta da Confindustria per assistere al meglio l’avventura estera delle imprese nei mercati emergenti. Il ministro dello Sviluppo ha aggiunto che ci saranno provvedimenti anche per aumentare l’efficienza energetica. Nella bozza della «manovra per la salvezza dell’Italia», queste indicazioni ancora non sono elencate. Ricordiamo che, almeno secondo le indiscrezioni apparse nei giorni scorsi, dovrebbero riguardare la ridefinizione del conto energia sulle rinnovabili che al momento pesa per circa 7 miliardi all’anno sulle bollette dei consumatori. Così come dovrebbe essere confermato il bonus fiscale del 55% (ma forse viene ridotto al 52 o al 41%) per i prossimi tre anni per tutti gli interventi che riguardano il risparmio energetico nei lavori edili nuovi o di ristrutturazione. Fabrizio Barca, ministro per la Coesione territoriale, ha sottolineato la forte volontà di riattivare l’uso dei fondi strutturali europei spesso finiti negli angoli delle amministrazioni locali e perduti. Nella bozza della manovra appare al- Le parole ACE ‘‘ ACE è un acronimo che significa Aiuto alla crescita economica. Si tratta di una serie di agevolazioni fiscali per gli imprenditori che decidono di rafforzare la patrimonializzazione della propria azienda. Rispetto alla vecchia Dit (dual income tax) si rivolge anche alle piccole aziende. DIT ‘‘ Irap. È l’Imposta regionale sulle attività produttive introdotta dall’ex ministro Vincenzo Visco per accorpare una serie di imposte locali che gravavano sulle imprese. Complessivamente vale diverse decine di miliardi di euro ed è destinata a coprire le spese sanitarie. l’articolo 1 l’Ace, un acronimo che sta per Aiuto alla crescita economica che in pratica prevede forti agevolazioni per gli imprenditori che vogliono aumentare il capitale proprio dell’azienda. È una revisione in chiave moderna della vecchia Dit (Dual income tax) introdotta dall’ex ministro del Tesoro Vincenzo Visco nel 1996. Questa versione si applica anche alle piccole imprese di persone fisiche, società in nome collettivo e in accomandita semplice. Questa norma verrà regolata con una serie di disposizioni attuative da emanare entro il 20 dicembre. L’Ace dovrebbe valere circa 2 miliardi di euro l’anno ma è una stima ancora sommaria. La misura forse più significativa per il mondo delle imprese è la deducibilità integrale del costo del lavoro Irap per un importo di 1,5 miliardi nel 2012, e 2 miliardi nel 2013 e nel 2014. Vengono previsti con l'Irap interventi a favore di donne e giovani per 1 miliardo di euro per ciascuno degli anni del periodo considerato. È un provvedimento che il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda ha definito «non banale» perché dovrebbe dare «grossi stimoli per l’assunzione di giovani e donne». Questo lascia inten- Roberto Bagnoli © RIPRODUZIONE RISERVATA Cantieri Aumenta la durata delle concessioni fino a 50 anni Lo sblocco delle infrastrutture ROMA — Il primo Cipe (comitato interministeriale programmazione economica) dell’era Monti si terrà martedì prossimo e rimetterà in circolo «alcune decine di miliardi» in progetti e cantieri. L’ha anticipato ieri il ministro delle Infrastrutture, Corrado Passera, annunciando l’approvazione di un pacchetto di misure per velocizzare l’iter delle opere pubbliche e attirare nuovi capitali. Preliminare è la riprogrammazione del piano delle opere strategiche con l’indicazione di quelle prioritarie e il cronoprogramma della loro attuazione, l’individuazione delle fonti di finanziamento, comprese quelle private. Di ciascuna infrastruttura lo studio di fattibilità sarà esaminato entro 60 giorni, prorogabili di altri 30 in caso di necessità di integrazioni. L’approvazione del progetto preliminare da parte del Cipe dovrà indicare un termine perentorio, a pena di decadenza, per l’approvazione di quello definitivo che avverrà tramite decreto del ministero delle Infrastrutture e nel rispetto del limite di spesa definito dal Cipe. È prevista poi la possibilità di cedere gli immobili pubblici per favorire la realizzazione in concessione di un’opera e si stabilisce che la durata delle concessioni superiori a un miliardo non potrà essere inferiore a 50 anni per assicurare il rientro del capitale investito. Viene messo in cantiere un piano-carceri finanziato in project financing. E sempre per reperire Trasporto pubblico Più risorse per finanziare il trasporto pubblico locale, un centesimo sulle accise per le Regioni altre risorse è consentito alle compagnie assicurative di destinare le riserve tecniche agli investimenti in infrastrutture. Alle società costituite al fine di realizzare una singola opera, è reso poi possibile emettere obbligazioni per investitori qualificati. Vi sono poi una serie di norme dedicate alla semplificazione degli aggiornamenti delle convenzioni autostradali e degli impianti tecnologici relativi. Sul fronte dei Trasporti, dove presto arriverà un’Authority, come anticipato da Passera, va segnalata la possibilità offerta alle Regioni di finanziare il Trasporto pubblico locale, anche ferroviario, elevando l'accise «fino a un centesimo di euro per litro, ulteriore rispetto alla misura massima consentita». Rifinanziato anche per il 2011 il servizio svolto da Trenitalia per le Regioni. Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA L’analisi E L’OCCUPAZIONE PUÒ ATTENDERE di DANIELE MANCA D i buono ci sono le intenzioni. Far capire al Paese che, stando agli impegni presi dal governo, si vuole creare un ambiente favorevole al lavoro, alle aziende e all’economia. Ma di per sé le intenzioni non creano occupazione e crescita. E anche i provvedimenti presi con il decreto approvato ieri dal Consiglio dei ministri sono di quadro. I loro effetti, se e quando ci saranno, sono rimandati al futuro. Alcune scelte non sono nemmeno contenute nelle decisioni prese, rinviate anche queste a prossime delibere. Nel caso specifico, quelle misure relative alla riforma dei contratti di lavoro decisive per lo sviluppo. Di risorse non ce ne sono. Si dirà che non potevano esserci in una fase come questa. E soprattutto che si proverà a sbloccare fondi, come quelli strutturali, che esistono ma che non sono stati di fatto utilizzati. Si tenterà di fare in modo che le infrastrutture, già finanziate, possano finalmente essere messe in opera. Come spesso accaduto in passato si tratterà di superare ritardi, colli di bottiglia burocratici. Di fare in modo che meccanismi arrugginiti negli anni possano rimettersi in movimento. Tutte intenzioni però che questo governo condivide con la totalità di quelli che lo hanno preceduto. C’è solo da sperare che la situazione così deteriorata dal punto di vista finanziario possa essere d’aiuto e di spinta anche in questo caso. Certo, la volontà di defiscalizzare l’impatto dell’Irap sui risultati aziendali è meritorio. Come pure il ritorno di quell’Istituto per il commercio con l’estero la cui cancellazione aveva creato un vuoto di non poco conto per un Paese come il nostro che sull’export costruisce buona parte della ricchezza. E ancora le liberalizzazioni (del commercio soprattutto, per le professioni bisognerà invece attendere); il fondo di garanzia per garantire credito alle piccole e medie imprese. Provvedimenti infine come quelli che puntano alla crescita dimensionale delle aziende non possono che essere positivi. Ecco l’agevolazione fiscale di quelle imprese che investono capitale su se stesse attraverso utili non distribuiti o nuove risorse. Ma in una situazione di pochi profitti, di mancanza di liquidità come quella attuale, le perplessità sono comprensibili. Gli impegni sarebbero bastati in condizioni normali. Ma l’Italia non è in una situazione normale. © RIPRODUZIONE RISERVATA 14 Primo Piano Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera italia: 515249535254 Le misure Le lettere Caro direttore, vivo giorni di profonda frustrazione e rabbia. Insegno in una scuola secondaria superiore dal 1976; al 31 agosto 2012 avrò pertanto un’anzianità effettiva di servizio di 36 anni, 8 mesi e 3 giorni. Ora, a tre anni dall’uscita, mi vedo fortemente penalizzato rispetto ai miei colleghi già in pensione da tutta una serie di provvedimenti. Merita un trattamento del genere questo insegnante «fannullone» che in 36 anni di lavoro non si è assentato per più di 40 giorni in tutto, sebbene abbia subito a distanza di 20 mesi due interventi al cuore, apprezzato da tutti gli allievi e dai colleghi? Come se ciò non bastasse, i provvedimenti del governo mirano a colpire il patrimonio immobiliare. Sanno questi professori i sacrifici e le rinunce che la mia famiglia si è sobbarcata in 37 anni per arrivare a costruire tutto questo? Non conosciamo vacanze esotiche, né viaggi all’estero, né centri benessere, né settimane bianche; al ristorante andiamo solo, e non sempre, in occasione di feste di famiglia: non già per taccagneria, ma per garantire ai quattro figli risorse finanziarie necessarie per l’avvenire. Stando così le cose, obtorto collo, mi aggiungo al club dei babbei che nella vita hanno sempre fatto il proprio dovere, cercato di dare il meglio di sé, amato il proprio Paese, rispettato le sue leggi per vedersi bistrattati da uno Stato che protegge, difende e premia solo i malfattori e i furfanti. Se la situazione del Paese è tanto grave come si dice, perché partire dal ceto medio, da quelli che ce l’hanno fatta con le proprie forze e con un tenore di vita sobrio e temperante? Salvatore Schillaci «SONO SEMPRE I SOLITI CHE PAGANO PER TUTTI IL MEDICO Il destino del Tfr L’editoriale Sulla prima pagina di ieri del Corriere della Sera, Alberto Alesina e Francesco Giavazzi hanno criticato — sulla base delle indiscrezioni trapelate — le prime mosse della manovra che l’esecutivo di Mario Monti porterà in Parlamento perché fatta «per tre quarti di maggiori tasse e solo per un quarto di minori spese» Classe ’52, medico ospedaliero, cambio delle regole pensionistiche al termine della vita lavorativa. Mi rendo conto della necessità di modificare le regole per adeguarle a quanto esistente in Europa, ma nessuno parla del destino del Tfr. Attualmente si devono aspettare due anni per avere la prima di tre rate annuali. È ingiusto: trattasi di soldi accantonati negli anni, entrarne in possesso completamente dopo 5 anni è follia. Si tratta di un ammortizzatore economico per le famiglie a reddito medio basso: serve a coprirsi le spalle, ad affrontare con più serenità un mutuo. Invece si va in pensione più tardi, con un assegno più basso del previsto, non arriva il Tfr per un bel pezzo. Risultato finale: il numero di famiglie insolventi con le banche salirà in modo esponenziale. Va bene cambiare le regole ma togliamo norme penalizzanti e pericolose, il cui vantaggio economico per lo Stato è minimo rispetto alla modifica strutturale in corso. Paolo Marabelli IL PROFESSIONISTA Non colpire i patrimoni Sono un professionista di mezza età che, come si dice, si è fatto da solo. Ho conquistato, studiando e lavorando, una posizione invidiabile. Insomma sono un uomo fortunato, ma anche previdente e morigerato. Oggi forse dovrei pentirmene perché dopo aver pagate tutte le tasse che i governi di tutti i colori ci hanno inflitto nel tempo, dispongo ancora di un «patrimonio» che la nuova crisi impone di «colpire»: è la nuova parola d’ordine politically correct per garantire l’«equità sociale» anche se non si vede dove sia l’equità nel colpire le famiglie che hanno investito quanto resta loro dopo aver pagato tutte le tasse dovute. Vittorio Domenichelli L’ARCHITETTO I vitalizi dei politici Sono un architetto titolare di uno studio di architettura e quindi libero professionista che, come tanti e sopratutto come donna, naviga faticosamente nel mondo del lavoro nella speranza di riuscire a sopravvivere alla crisi che ha duramente colpito l’edilizia, il mio settore di riferimento. Oggi viene chiesto a tanti come me (i «soliti noti», il ceto medio) di sopportare altri sacrifici. Posso condividere la riforma delle pensioni, ma non che la stessa non sia accompagnata da una norma «calata dall’alto» in cui anche gli amministratori delle Regioni non subiscano un taglio immediato alle «pensioni d’oro», unendo a questo l’innalzamento dell’età pensionabile che deve diventare uguale tra tutti, lavoratori e politici. Virginia Tentori L’OPERAIO Noi giovani e il futuro Sono un operaio di 37 anni di Vicenza, vivo in Italia da sempre e ho sempre pagato le tasse. Quelli della mia generazione devono solo pagare i benefici avuti dai predecessori? Io andrò in pensione a 65 anni con il 40 per cento, il mio Tfr è dirottato in una assicurazione per poter avere una seconda pensione che permetterà, speriamo, di sopravvivere! Paghi chi ha goduto e lasciate ai giovani la possibilità di lavorare e farsi un futuro. Denis Bonato PROSSIMO ALLA PENSIONE Quelle regole cambiate Lavoro da 34 anni. Mai un giorno in nero, ma sempre pagando le tasse e i contributi previdenziali, pensando di far bene e di vivere in un Paese normale. Adesso, d’improvviso, cambiano le regole. Penso sia un mio diritto chiedere all’Inps di calcolare il valore dei contributi da me versati, di applicare sugli stessi l’indice storico Istat per definire gli interessi maturati e di liquidarmi tutto il corrispettivo al raggiungimento del quarantesimo anno di lavoro e di contributi. Ho a disposizione 8 anni per questa battaglia di principio. E penso che ci saranno molte altre persone oneste che seguiranno questa mia idea di equità. Ennio Ferrarini Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 Primo Piano 15 italia: 515249535254 Le misure Le liberalizzazioni MEDICINE AL SUPERMERCATO E ORARI LIBERI Novità per i prodotti di fascia C: quelli con ricetta medica ma non rimborsabili Negli esercizi commerciali si potranno vendere solo farmaci di fascia C e in un reparto delimitato. Quanto alle farmacie, le nuove autorizzazioni dovranno fare sì che ce ne sia una ogni 4 mila abitanti NEGOZI Viene liberalizzato l’orario degli esercizi commerciali. Le nuove disposizioni ampliano una normativa che il precedente esecutivo aveva già imposto (anche se con forti limitazioni) e ricorda le disposizioni europee FARMACIE qualsiasi clausola di esclusiva nell’approvvigionamento per la parte eccedente il 50% della fornitura complessivamente pattuita e comunque per la parte eccedente il 50% di quanto erogato nel precedente anno. Ordini professionali. Non ci sono norme nuove per abbattere le corporazioni. La manovra si limita a una norma-catenaccio ma molto severa. Si prevede che se entro 13 agosto 2012 non saranno varate le norme per la riforma degli ordini professionali, Negozi aperti. L’orario degli esercizi commerciali è liberalizzato. Viene così ampliata una normativa che il precedente governo aveva già imposto ma con due forti limitazioni, rendendola cioè soltanto «sperimentale» e circoscrivendola ai «Comuni inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o città d’arte». Il decreto ricorda peraltro che la disciplina europea stabilisce la libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali sul territorio senza contingenti, limiti territoriali o altri vincoli di qualsiasi altra natura, esclusi quelli connessi alla tutela della salute, dei lavoratori, dell’ambiente e dei beni culturali. Le Regioni e gli enti locali dovranno adeguarsi a questi verranno in ogni caso soppressi. A questo pacchetto si affianca un certo numero di norme sulla semplificazione, come la possibilità di far lavo- PROFESSIONI rare gli immigrati che hanno chiesto il permesso di soggiorno ma non l’hanno ancora ricevuto. Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RISERVATA L’analisi APRIRE UNA STAGIONE DI LOTTA ALLE RENDITE di MARCELLO MESSORI D ❜❜ Stretta sugli Ordini: o si riformano entro agosto o spariscono questo principio entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto. Numero delle farmacie. La vendita dei farmaci negli esercizi commerciali è limitata a quelli della fascia «C» e circoscritta a un apposito reparto delimitato. Saranno considerate pratiche commerciali sleali quelle che si risolvano in «una ingiustificata discriminazione tra farmacie e parafarmacie quanto ai tempi, alle condizioni, alle quantità ed ai prezzi di fornitura». Quanto al potenziamento della rete delle farmacie, il numero delle autorizzazioni è stabilito in modo che vi sia una farmacia ogni 4 mila abitanti. Gestori dei carburanti. Per favorire la concorrenza nel settore della distribuzione dei carburanti, i gestori dei singoli punti di vendita al dettaglio possono liberamente rifornirsi da qualunque produttore o rivenditore. Sarà perciò nulla dal gennaio 2012, I gestori al dettaglio possono rifornirsi da qualunque produttore o rivenditore. Sarà nulla ogni clausola di esclusiva nell’approvvigionamento per la parte eccedente il 50% della fornitura ✒ ROMA — Orari dei negozi, farmacie, distribuzione carburanti e ordini professionali. È questo il menù delle liberalizzazioni contenuto nella manovra e tenuto fino all’ultimo tra le misure «eventuali ulteriori». CARBURANTI Secondo la manovra se entro il 13 agosto 2012 non si riformano gli ordini professionali, questi verranno soppressi. Al pacchetto si affiancano alcune norme che puntano alla semplificazione SCEGLI LA BCC PER LA TUA PREVIDENZA COMPLEMENTARE. PERCHÉ NOI SAPPIAMO COSA SIGNIFICA GUARDARE AVANTI. i recente l’Istat e altri istituti statistici dell’Unione Europea hanno effettuato una revisione dei macrodati relativi ai prodotti netti nazionali. Per l’Italia, questa revisione ha attenuato il quadro di stagnazione del periodo pre-crisi ma non ha cancellato il fatto che, durante il primo decennio del Duemila, il nostro Paese ha realizzato le peggiori variazioni relative nella produttività del lavoro e in altre forme di produttività. Il ristagno della produttività è uno dei maggiori ostacoli alla crescita economica italiana e, di conseguenza, una delle principali cause di fragilità del nostro bilancio pubblico. Tale ristagno ha molte spiegazioni interne ed esterne alle attività produttive di mercato; fra quelle esterne, hanno un peso importante le posizioni di rendita che caratterizzano l’offerta di molti servizi alle imprese e ne innalzano i prezzi. È per esempio noto che le imprese italiane devono sopportare costi per l’energia molto più elevati delle concorrenti europee. L’aspettativa è che il governo Monti cancelli queste aree di rendita. Rimuovendo i vincoli regionali alla flessibilità negli orari di apertura degli esercizi commerciali e smantellando i monopoli nella distribuzione dei prodotti farmaceutici e dei carburanti, la bozza del capitolo sulle liberalizzazioni contiene efficaci interventi a favore dei consumatori; tuttavia, essa non interviene direttamente sulle macroscopiche rendite che pesano sulle imprese italiane esposte alla concorrenza di mercato. È vero che altri capitoli della manovra alludono a liberalizzazioni rilevanti anche per i produttori (per esempio, riguardo ai servizi locali); ma tali segnali non bastano ad aprire quella stagione di «lotta alle rendite» che è una delle scommesse essenziali per le nostre possibilità di crescita. Messaggio pubblicitario con finalità promozionali. Per avere maggiori informazioni rivolgiti alla BCC più vicina. Consulta i fogli informativi a disposizione della clientela. © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 16 italia: 515249535254 Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 Primo Piano 17 italia: 515249535254 Le misure Gli istituti di credito Effetto spread Il caro-tassi ✒ IL SALVAGENTE STATALE SUI PRESTITI DELLE BANCHE ORA PIÙ IMPIEGHI (SENZA ALIBI) Arriva la garanzia pubblica per le emissioni da 3 mesi a 7 anni MILANO — Una garanzia statale «incondizionata e irrevocabile» per le obbligazioni emesse dagli istituti che lo «meritano», e cioè che si presentano «a posto» sotto il profilo di redditività e patrimonio. Il «salvagente» è previsto dall’articolo 6 della bozza di decreto sulla manovra, relativo alle «misure per la stabilità del sistema creditizio». Il provvedimento, che rappresenta l’applicazione di uno degli impegni presi in sede comunitaria all’interno del quadro «uscito» dal Consiglio europeo del 26 ottobre, vuole assicurare ai bond bancari una sorta di «bollino blu» che ha tre obiettivi: la ripresa della fiducia sul mercato obbligazionario e quindi della raccolta da parte delle banche; la possibilità per gli istituti di accedere alla liquidità della Bce; contrastare di conseguenza il rischio di «credit crunch» (oggi fortissimo) derivante dal prosciugamento delle risorse da parte degli istituti. Tanto è vero che nel testo si sottolinea che la garanzia «è limitata a quanto strettamente necessario per ripristinare la capacità di finanziamento a medio-lungo termine delle banche beneficiarie». Secondo l’articolo 6, dunque, il ministro dell’Economia è autorizzato fino al 30 giugno 2012 a concedere il «timbro» dello Stato sulle passività delle banche, con scadenza da tre mesi fino a cinque anni o, a partire dal gennaio 2012, a sette anni per le obbligazioni garantite. In particolare la «polizza», concessa su capitale e interessi, è riservata agli strumenti solo in euro, a tasso fisso, che rappresentano un debito non subordinato nel rimborso del capitale e nel pagamento degli interessi e che sono «semplici», cioè «non devono essere titoli strutturati o prodotti complessi né incorporare una componente derivata». Per ottenere la garanzia statale «incondizionata, irrevocabile e a prima richiesta» le banche interessate devono rivolgersi simultaneamente a Banca d’Italia e al dipartimento del Tesoro. La concessione avrà luogo sulla base della valutazione di Via Nazionale sull’adeguatezza patrimoniale dell’istituto e sulla sua capacità di fare fronte alle obbligazioni assunte, quindi sulla redditività. Bankitalia avrà in sostanza il compito di valutare il «merito di credito» degli istituti che chiedono la garanzia che, una volta assegnata, corrisponde anche per certi versi a un «voto» ottenuto su criteri oggettivi. Perciò, viene sottolineato nel testo, le banche che ricorrono agli interventi, che per ammontare massimo vanno comparati al patrimonio di vigilanza, non devono «abusare» del sostegno ricevuto per «conseguire indebiti vantaggi». In particolare, punto importante rivolto al rapporto con la clientela retail che potrà sottoscrivere i bond garantiti dallo Stato, «nelle comunicazioni commerciali rivolte al pubblico». Pena la «squalifica»: il ministero dell’Economia, 15 13 miliardi gli aumenti di capitale richiesti dall’autorità di vigilanza europea alle banche italiane in percentuale, il tasso massimo a cui, alcune banche, stanno prestando il denaro alle imprese L’analisi di NICOLA SALDUTTI I sempre su segnalazione del Governatore, può escludere la banca interessata. Tutte attenzioni e valutazioni che richiedono un monitoraggio continuo su operazioni ed effetti. Attività che, secondo la bozza, sarà attuata con scansione semestrale da parte del ministero dell’Economia con il supporto di Bankitalia, e «i risultati delle verifiche saranno comunicati alla Commissione europea». Ovviamente la garanzia ha un costo per la banca in termini di commissioni annuali il cui calcolo viene indicato nel testo in corrispondenza a vari parametri, come la durata dell’obbligazione, il suo grado di rischio, la presenza o no di rating. Infine è prevista la possibilità di garanzia statale su interventi di emergenza: «Nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di Stato», il ministro dell’Economia può rilasciare fino al 30 giugno 2012 la garanzia su «finanziamenti erogati discrezionalmente dalla Banca d’Italia per fronteggiare gravi crisi di liquidità». Quindi una garanzia sui crediti concessi da Via Nazionale come «prestatore di ultima istanza». l cuore della crisi dei mercati è lì. Racchiuso nei possibili timori di tenuta degli istituti di credito. Un’onda che nelle ultime settimane ha attraversato tutto il sistema finanziario europeo. Da questione puramente finanziaria, dopo almeno sette mesi di tempesta, sta facendo sentire i suoi effetti anche sull’economia reale. La corsa dello spread, il differenziale tra i titoli tedeschi e quelli italiani, adesso è diventato un problema non solo per i conti dello Stato ma anche per quelli delle imprese. Le aziende che hanno chiesto credito in queste settimane e le famiglie che hanno chiesto un mutuo hanno potuto verificare come sia diventato più difficile ottenere prestiti. Credit crunch, il nome. Ovvero la chiusura graduale dei rubinetti. Così la scelta di ieri, che va nella direzione di un adeguamento ai criteri dell’Unione Europea appare come un primo segnale. Certo, le banche dovranno pagare per ottenere questa garanzia sulle emissioni da tre mesi a sette anni. Ma soprattutto adesso non avranno più alibi per non fare la loro parte per la crescita. Sergio Bocconi © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 18 Primo Piano Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera italia: 515249535254 # ❜❜ Il governo I partiti Il quadro è di estrema gravità, ma è chiaro che si tratta di una manovra lacrime e sangue Fabrizio Cicchitto, Pdl Dal Pdl sì tra dubbi e rabbia Misure «dure» per Berlusconi Le posizioni Le norme e la linea del segretario 1 Alfano: non si tocca l’Irpef, merito nostro. Sacconi: troppi squilibri Il congresso Il Prc rielegge Ferrero: una stangata dei tecnocrati MILANO — La richiesta alla Cgil di uno sciopero generale come risposta immediata alla manovra di Monti, la difesa della propria identità partitica, ma «senza essere settari», e un appello a tutte le forze della sinistra, «cuore dell’opposizione alla costituente Terza Repubblica». Così Paolo Ferrero, riconfermato alla segreteria, ha chiuso ieri a Napoli l’ottavo congresso del Partito della rifondazione comunista. La manovra del governo è «una stangata pazzesca» — ha detto Ferrero — le politiche di Monti portano l’Italia al default, questa manovra è peggio di quella che avrebbe potuto fare Berlusconi». Ferrero ha parlato per oltre un’ora nella replica a una platea di circa 800 tra delegati e militanti riuniti al teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare. «Deve partire un’opposizione netta alle politiche della Bce e al direttorio della Merkel — ha detto —. Dobbiamo usare il "too big to fail" per obbligare la Germania a cambiare le sue politiche e dire con chiarezza che il governo italiano non paga il debito delle banche tedesche». «La classe dirigente fatta di tecnocrati — ha aggiunto il segretario di Rifondazione comunista — ha spostato le decisioni lontano dall’Italia, determinando una sospensione della democrazia, che va ricostruita dal basso, sul modello di quanto accaduto a Napoli con le ultime amministrative e intercettando le istanze dei movimenti come Occupy Wall Street». Ferrero ha rilanciato l’appello all’unità di tutte le forze della sinistra. Non solo a Vendola, che ha declinato l’invito al congresso, ma anche alle forze che sono fuori dalla Federazione della sinistra, che potranno cominciare a discutere negli «Stati generali dell’opposizione», in programma a gennaio. Verso il Pd, «partito che ha scelto di entrare nella maggioranza, proponiamo posizioni nette ma non settarismo», ha annunciato. «Alzare un muro con il Pd e dire che loro sono al di là della barricata giova a Veltroni. Invece dobbiamo favorire il traffico dal Pd verso di noi». No ribadito all’attuale legge elettorale. «È fatta per garantire il sistema bipolare, «è un coltello puntato alla nostra gola e dobbiamo evitare di essere sgozzati». ROMA — La notizia che il Pdl sperava arrivasse alla fine della conferenza stampa, quando il ministro Giarda rivela che l’Irpef non sarà ritoccata. Per Angelino Alfano, che nell’incontro con Monti si era battuto perché la croce non ricadesse solo sulle spalle dei ceti medi, è un successo personale, che addolcisce almeno un po’ l’amara pillola dell’Imu. Alle dieci di sera il segretario del Pdl esulta dalla sua pagina Facebook: «Se confermato, il no all’aumento dell’Irpef vuol dire che è passata la nostra impostazione per non colpire i soliti noti. Di questo sono contento...». A caldo il leader si compiace, ma la reazione del partito è assai più articolata. La manovra è dolorosa e anche per il Pdl farla digerire agli elettori non sarà facile. L’ordine di scuderia, arrivato da Silvio Berlusconi, è tirare dritto. «Sostenere il governo e votare compatti le misure in Parlamento», per quanto impopolari. Chi ha parlato con l’ex premier lo descrive convinto ad andare avanti nel sostegno a Monti (che ieri lo avrebbe chiamato) e però «stupito», a dir poco, per la «durezza» delle misure: «Chissà cosa sarebbe successo — si è sfogato con i collaboratori — se decisioni così impopolari le avessimo assunte noi». Quando la manovra sarà in Aula il Pdl si batterà per cambiarla. «Il quadro è di estrema gravità, ma è chiaro che si tratta di una manovra lacrime e sangue — è la prima impressione di Fabrizio Cicchitto — È molto rilevante che sia uscito dall’orizzonte il te- ma dell’Irpef, però resta il peso eccessivo sulla casa». È il ritorno dell’Ici il problema del Pdl, e non solo. Quel che ancora non convince è il tema delle libere professioni, che Alfano ha chiesto a Monti di trattare «senza traumi». Oggi il segretario riunirà l’ufficio di presidenza per mettere a punto la strategia, poi toccherà ai gruppi di Camera e Senato. Tra i parlamentari c’è nervosismo per una manovra che molti giudicano «recessiva» e «tutta tasse», tanto che una progressiva presa di distanza dal governo sembra già nelle cose. Tra gli ex ministri, la preoccupa- L’impopolarità L’ex premier ai suoi: che sarebbe successo se decisioni così impopolari le avessimo assunte noi? zione prende accenti di rabbia. Maurizio Sacconi non si intenerisce per le lacrime di Elsa Fornero e ritiene ingiustificati i tagli alle pensioni: «Un grande partito è tenuto a comportamenti responsabili, ma turarsi il naso e votare non significa chiudere gli occhi sugli squilibri di questa manovra, tutta tasse, pensioni e ben poca crescita». Anche Sandro Bondi prevede effetti recessivi, teme che una manovra «sbilanciata sul piano delle tasse» inevitabilmente deprimerà i consumi, rivelandosi «ingiusta» quanto «inutile». Margherita Boniver parla di «randellata fiscale» e attacca, sarcastica: «Non ci voleva un governo elitario per aumentare le tasse, lo poteva fare persino l’uomo della strada». Parole che rivelano con quanta insofferenza i parlamentari del Pdl si preparino ad accogliere oggi in Aula il premier. Nunzia De Girolamo giudica la manovra «poco etica» e a Monti chiede, retorica, se non sarebbe stato meglio varare un «concordato fiscale straordinario con annessa galera per gli evasori», piuttosto che «demolire quel che resta delle famiglie». La famiglia è solo uno dei nodi. Tra i rospi da ingoiare c’è la tassa sulle auto di grossa cilindrata e quella sulle barche, che fa infuriare il presidente della Sardegna, Ugo Cappellacci: «Provvedimenti frettolosi e superficiali, che avranno ripercussioni sull’occupazione». Antonio Martino contesta la manovra alla radice e sferza l’«amico» Monti: «Io non chiamerei l’idraulico per chiedergli cosa fare, ma all’idraulico bisogna dire cosa fare». Martino non voterà la manovra e potrebbe non essere il solo. Osvaldo Napoli chiede di pensarci bene prima di dire di sì a tutto: «Una manovra tre quarti tasse e un quarto tagli è un cocktail micidiale». Eppure Alfano resta convinto che un’altra via non c’è, non esiste «un’alternativa tra una manovra leggera o una pesante». Il bivio, per il segretario, è «tra una manovra pesante oggi o il fallimento domani». Bene l’Irpef, bene la tracciabilità del denaro contante a mille euro e non a 500 («sarebbe stato illiberale»), ma poiché la pancia del parti- Il segretario del Pdl Angelino Alfano ha sostenuto di essersi battuto per ottenere la tracciabilità del denaro a mille euro e non a 500 («sarebbe stato illiberale») e il ripensamento sull’Irpef: «Se confermato il no all'aumento dell'Irpef vuol dire che è passata la nostra impostazione per non colpire i soliti noti» L’ex ministro e i tagli alle pensioni 2 L’ex ministro del Welfare Maurizio Sacconi ritiene ingiustificati i tagli alle pensioni, crede che le donne siano state troppo penalizzate. Inoltre per l’ex ministro «alcune delle maggiori spese ipotizzate non sembrano giustificare i tagli alle pensioni, come il generoso trasferimento al trasporto pubblico locale» I nodi Ici e tassa sul lusso 3 Nel Pdl Per il segretario nazionale del Pdl Angelino Alfano, 41 anni, il bivio è «tra una manovra pesante oggi o il fallimento del Paese domani» to si sente già in campagna elettorale e guarda al voto nel 2012, il segretario tiene a dire che la colpa delle lacrime e del sangue ricadrà sul governo in carica: «Tutti abbiamo scelto la manovra e la giudicheremo in Parlamento, i contenuti però non attengono alla scelta dei partiti...». Il nodo indigesto principale per il partito è il ritorno dell’Ici. L'imposta municipale (Imu) ha un'aliquota ordinaria dello 0,76%, che scende allo 0,4% nel caso dell'abitazione principale. Nel mirino anche la tassa sui beni di lusso. Per il governatore sardo Ugo Cappellacci si tratta di «provvedimenti frettolosi e superficiali» Monica Guerzoni © RIPRODUZIONE RISERVATA Il caso La titolare del Lavoro ha abbandonato il tavolo con il Forum. Poi è rientrata per riprendere il confronto Giovani al vertice senza donne. E il ministro protesta La Fornero indignata per la delegazione tutta al maschile. La replica: noi eletti ROMA — In serata, il presidente del Consiglio ha voluto ringraziare innanzitutto lei, il ministro del Lavoro Elsa Fornero, per l’impegno profuso in questi 17 giorni e ha quindi sorvolato sull’episodio che, già di prima mattina, aveva marcato la differenza tra il carattere di questa battagliera (e a tratti emotiva) professoressa di Economia dell’università di Torino e gli altri ministri del governo Monti. A Palazzo Chigi — molte ore prima di commuoversi in conferenza stampa parlando di sacrifici e di deindicizzazione delle pensioni — Elsa Fornero ha infatti rotto lo stile fin qui sobrio La delegazione La delegazione del Forum dei giovani che ieri ha incontrato il ministro del Welfare Elsa Fornero del governo Monti. E lo ha fatto fino al punto di abbandonare In mancanza di una risposta il governo ha iniziato a ricevere, (temporaneamente) in segno di per il tour finale delle consulta- soddisfacente, il ministro, visi- Il contributo protesta uno degli incontri con zioni, i sindacati e le parti socia- bilmente contrariata, avrebbe La frase: se le parti sociali. La motivazione è li. E così quando è toccato alla con cortesia addotto una scusa neanche loro stata più che nobile, perché ridelegazione del Forum dei gio- per abbandonare l’incontro. Per guarda la cronica assenza delle vani sedersi davanti a Monti, al- poi commentare a caldo: «Se ne- valorizzano il donne ai tavoli che decidono le la Fornero e al sottosegretario anche i giovani hanno la consa- contributo delle sorti del Paese, e così lo «scatto Antonio Catricalà, nella grande pevolezza che il contributo delle donne non si va di reni» del ministro non è pasSala Verde è calato il gelo: la pro- donne deve essere valorizzato da nessuna parte sato inosservato. fessoressa ha subito rimarcato non si riesce ad andare da nessuLa professoressa Fornero si è che nella delegazione dei giova- na parte...». La protesta è durata «No alle quote rosa». È mossa seguendo l’istinto, e non ni non c’era neanche una don- una manciata di minuti perché l’idea del ministro Cancellieri la collegialità tante volte raccona. «Come mai?», ha chiesto in- poco dopo la professoressa ForIeri la titolare dell’Interno ha mandata dal premier al suo gocredula la Fornero che oltre al nero è voluta rientrare nella Sala ricevuto dal pdl Berselli verno. Tutto è successo di buon Welfare ha anche la delega alle Verde anche per prendere atto una sciarpa della Roma delle spiegazioni di Carmelo Pari opportunità. mattino a Palazzo Chigi quando Lentino a nome della delegazione del forum dei giovani: «È vero che nella nostra rappresentanza non ci sono donne ma anche dall’altra parte del tavolo ce n’era una sola. Al congresso che ci ha eletto c’erano anche le donne candidate ma non sono state votate. Ci auguriamo che al prossimo congresso la rappresentanza femminile sia numerosa». Eppure — nonostante il movimentato episodio avvenuto a Palazzo Chigi — anche altre donne presenti nel governo Monti hanno idee ben precise sulle cosiddette quote di genere. Il ministro dell’Interno, prefetto Anna Maria Cancellieri, ha ripetuto ieri al Salone della Giustizia quanto aveva già anticipato in occasione del suo incontro al Viminale con i giornalisti: «Non credo alle quote rosa perché noi donne possiamo offrire qualcosa in più con le nostre doti intrinseche di fermezza e determinazione». Questo ha detto il prefetto Cancellieri (la seconda donna, dopo la Jervolino, a guidare il Viminale) parlando alle tante donne arruolate nei ranghi delle forze di polizia. Che in molti casi hanno superato in termini di professionalità i colleghi. Dino Martirano © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 Primo Piano 19 italia: 515249535254 # ❜❜ ❜❜ Pia illusione pensare che Monti potesse avere la mano leggera. La sua rotta era segnata Marco Follini, Pd Non si possono non toccare i privilegiati, come chi in pensione c’è già andato con cifre da capogiro Antonio Di Pietro, Idv A sinistra Il segretario evoca per due volte le elezioni Pd in imbarazzo Bersani: decisioni non del tutto eque E arrivano le proteste degli elettori 556 Sarà il capogruppo a parlare, salvo sorprese dell’ultima ora, e non il segretario. E per lui non sarà facile, perché se è vero che lo stato maggiore del Pd alla fine ha tirato un sospiro di sollievo perché poteva anche andare peggio, è altrettanto vero che queste non sono misure che collimano alla perfezione con le proposte del Partito democratico. «È una manovra dura e non ancora del tutto equa», ammette Bersani. E infatti il Pd subisce già i primi contraccolpi della manovra. La periferia è in agitazione, nel territorio le federazioni sono in allarme, e sono già tante le email di protesta degli elettori che i parlamentari stanno ricevendo. A sera Bersani è provato e non è certo nelle condizioni di fare salti di gioia. Però qualcosa ha ottenuto. Sui costi della politica, un suo chiodo fisso, per esempio. E non solo. Tanto ha fatto e tanto ha detto, tampinando il governo per tutto il giorno, che ha strappato pure la tassazione aggiunti- va dei capitali scudati, anche se ben inferiore a quella proposta dal Partito democratico: «Non è tantissimo, diciamolo pure, ma continueremo il confronto in Parlamento per correggere questo punto». Altri fronti, a cominciare dal capitolo previdenza, sono rimasti scoperti e hanno lasciato il fianco del partito esposto ai i deputati che hanno dato il loro sostegno al governo Monti malumori della Cgil e della sinistra. «Sapevo che non avremmo potuto cantare vittoria, che questa partita era difficilissima, perché certe misure proprio non vanno: non si fa abbastanza sull’evasione, sulla tassazione dei grandi patrimoni e sulla previdenza si accelera troppo, benché ci siano le indicizzazioni che rappresentano un buon segnale», spiega il segretario. Ciò nonostante, il Pd non verrà certamente meno agli impegni che si era assunto nei confronti di questo governo: «Terremo i nervi saldi e la barra ferma», assicura Bersani che però non esclude di riuscire a ottenere cambiamenti in Parlamento. Sempre che la manovra non sia blindata. E secondo molti parlamentari del Pd non dovrebbe essere, come afferma Paola Concia: «Dobbiamo lavorarci sopra per migliorarla». Ma il segno più evidente dell’imbarazzo del Partito democratico è un altro. È rappresentato dall’insistenza con cui Bersani, per ben due volte nell’arco della giornata di ieri, evoca le elezioni. Non pronuncia mai esplicitamente questo termine, ma lascia capire che questo è il prossimo traguardo del Pd, finita la fase dell’allarme economia. «Questa — spiega il segretario — è una fase di emergenza e il nostro orizzonte va oltre. La nostra prospettiva è un’altra. Verrà il momento in cui ci assumeremo davanti ai cittadini le nostre responsabilità». Una frase che il segretario ripete a sera, ospite di Fabio Fazio a «Che tempo fa», mentre è in corso la conferenza stampa che il governo ha indetto per illustrare la manovra. Il conduttore gli chiede se l’orizzonte sono le elezioni e Bersani non nega, anche se preferisce continuare a chiamarle una «nuova prospettiva». Insomma, il leader del Pd è convinto che «ci sia troppo da fare perché si riesca a dare risposte al Paese con una transizione». Come a dire, questo è Nel Pd Il leader del Partito democratico Pier Luigi Bersani, 60 anni, ieri ha parlato di manovra molto dura un governo eccezionale per tempi eccezionali, dopodiché la parola deve ripassare alla politica: «Il Paese verrà messo di fronte a una nostra posizione chiara perché noi abbiamo un nostro orizzonte di ricostruzione economica e sociale del Paese». E sicuramente, stasera, si parlerà anche di questo, oltre Punti deboli Il leader: non si fa abbastanza sull’evasione e sulla tassazione dei grandi patrimoni Il congresso Psi Nencini: non voteremo queste misure ingiuste Nel Psi Riccardo Nencini, 52 anni, è segretario nazionale del Psi MILANO — Una convenzione nazionale liberalsocialista di cui faranno parte i partiti, i movimenti e i pezzi della società civile che si riconoscono nella cultura laica e riformista. Ad annunciarne la nascita il segretario nazionale del Psi, Riccardo Nencini, durante la relazione conclusiva all’assemblea congressuale del partito a Fiuggi. Sarà strutturata come un parlamento, spiega il segretario, sarà formata da 150 persone (un terzo elette, un terzo indicate dai partiti, un terzo espressione delle professioni e della società civile) e si riunirà una volta al mese, da oggi alle elezioni, in giro per l’Italia. Chiudendo i lavori, Nencini ha ribadito le linee guida dell’azione socialista: equità, riforme istituzionali, con l’elezione diretta del capo dello Stato e attenzione alle «tante apartheid dei diritti che ci sono in Italia, prima fra tutte quella che investe oltre tre milioni di giovani precari». Sulla manovra, in attesa del testo definitivo, Nencini ha ribadito che «se sarà nei termini presentati da Monti ai partiti e alle parti sociali, difficilmente i socialisti la voteranno, perché manca del tutto l’equità: pagheranno i soliti noti e saranno colpiti i cittadini più deboli, quelli che ad esempio hanno nella casa il loro unico salvadanaio». che dell’impatto della manovra, nel coordinamento che il segretario ha convocato per le venti. Perché, come osserva un autorevole esponente del Pd, «il conto della manovra è salato e la sfiducia rischia di investire anche noi». Nell’immediato i vertici del Partito democratico dovranno darsi da fare per rassicurare non solo elettori e militanti, ma anche dirigenti e parlamentari. Uniti dalla stessa preoccupazione, quella che è comune a Enrico Rossi, Ignazio Marino e Cesare Damiano: «Non è giusto che paghino sempre i soliti noti». Maria Teresa Meli © RIPRODUZIONE RISERVATA PH GUIDO CASTAGNOLI ⁄ AD DESIGNWORK ROMA — Imbarazzo è una parola che i dirigenti del Pd non amano leggere negli articoli quando viene usata per descrivere lo stato in cui versa il loro partito. Imbarazzo, però, è una parola che ieri hanno utilizzato spesso pensando all’intervento che oggi Franceschini dovrà pronunciare a Montecitorio, dopo il discorso di Monti. L’intervista L’esponente pd Colaninno jr: scelte d’emergenza Bisognava osare contro l’evasione ROMA — «Naturalmente, quello di ieri è un intervento di emergenza. Ma adesso bisogna ristrutturare la spesa improduttiva della pubblica amministrazione, che non può continuare a bruciare ricchezza come una fornace». Dal tono della voce si comprende che il deputato Pd Matteo Colaninno, imprenditore, sembra sia rimasto deluso dalla manovra di Monti. È così? «Non sono deluso perché tutti sapevamo che l’Italia doveva fare una manovra credibile e pesante, tuttavia l’equilibrio e la distribuzione dei sacrifici ha un peso altrettanto fondamentale». Insomma? «La situazione del nostro Paese è stata vicinissima al punto di non ritorno. L'Italia non aveva di fronte a sé una mezza possibilità in più. Ma proprio per questo, la coesione del Paese è un asset non deteriorabile. Lo dico proprio per la riuscita della manovra. Per questo l’equità ha un valore fondamentale, magari anche osando una patrimoniale compensabile Coraggio con forti agevolazioni per le persone che investono capitali in attività produttive». Il presidente del Consiglio ha detto che presto verranno tassate le rendite... «La prima forma di equità è il contrasto all’evasione fiscale che non deve essere persecuzione fiscale nei confronti dei soliti noti. Avrei avuto più coraggio subito nella limitazione dell’uso del contante, sarei andato ben sotto i 500 Io avrei euro. Bisogna esercitare la tolleavuto più ranza zero verso chi ogni anno coraggio nel evade 120 miliardi di euro di tasse. Poco disturbo del resto è stato bloccare anche dato ai capitali scudati: solo l’enorme l'1,5 per cento di una tantum sui circolazione capitali che hanno utilizzato lo di denaro in scudo fiscale». Più dei due terzi della nuove contante imposizioni, ha detto Monti, gravano sulla ricchezza e sui patrimoni... «Si è andati a incidere sui patrimoni delle famiglie. Per questo il governo adesso deve garantire che tutto ciò si accompagni a una severa ristrutturazione della spesa pubblica improduttiva che rischia di incenerire i pesanti sacrifici richiesti». Arrivano anche la deduzione dall'Ires e dall'Irpef della quota di Irap riferita al costo del lavoro... «Sono misure importanti come anche quella sulla ricerca e poi c'è una misura importantissima e fondamentale che è un primo intervento fiscale per favorire chi mette capitale nell'azienda per crescere, consolidarsi e fare investimenti». Il ministro Passera ha assicurato lo sblocco di cantieri per 40 miliardi... «Questo è veramente ottimo e così pure i fondi di garanzia per le piccole e medie imprese». ❜❜ STREET 2.0≥COLLECTION BAGS AND ACCESSORIES VIA DURINI 23 MILANO WWW.NAVA.COM NAVA DESIGN YOUR LIFE M.Antonietta Calabrò twitter@maria_mcalabro Codice cliente: 20 Primo Piano Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera italia: 515249535254 # Il governo L’opposizione Bossi: scateniamoci, per la Padania una finestra storica Il leader: noi andremo con la Germania «Tremonti sarà il nostro ambasciatore» DAL NOSTRO INVIATO VICENZA – «Oggi si apre una finestra importante della storia: l’Italia ha perso la guerra economica e la Padania ha vinto». E dato che «alla fine delle guerre arrivano i trattati», questo è il momento di «scatenarsi». Umberto Bossi riapre a Vicenza il parlamento della Padania e fornisce il nuovo verbo: «Difficilmente l’euro resterà in piedi», anche perché «Sarkozy e la Merkel avranno difficoltà a spiegare ai loro elettori che devono pagare i debiti di Grecia e Italia». E allora – la scommessa leghista è questa - si dovrà presto arrivare al «doppio euro», uno per le economie più forti e uno per quelle più deboli. Insomma, la Lega dovrà «lavorare» per giocare in serie A. Anche se a detta di Bossi, l’Europa ha già «previsto che la Padania starebbe con la Germania». Eppure, se le parole sono forti, i toni dicono qualcosa di diverso. «Secessione» inneggia la platea di Vicenza. Ma i dirigenti, in realtà, parlano assai più spesso di «macroregioni». Del resto, lo stesso Bossi sull’argomento ci va ben cauto. Esclude l’uso dei fucili su cui lo interrogano i cronisti e osserva: «Ci vuole un po’ di fortuna e un po’ di attenzione. Attendere non ci ha fatto male». È il doppio registro sintetizzato dal titolo della Padania di ieri. Che parla sì di indipendenza: «Ma consensuale». La strategia prevede diversi passaggi. Primo: il sostegno di Roberto Formigoni all’idea della macroregione. Oggi Bossi, Maroni, Calderoli, Cota e Zaia sonderanno il governatore lombardo in via Bellerio. L’idea è quello di un fronte comune delle Regioni del Nord per chiedere al governo tutti i possibili spazi di autonomia consentiti dalla riforma del Titolo V della Costituzione: competenze e risorse corrispondenti. «Tra l’altro – racconta La protesta anti-Carroccio I manifestanti del «No Dal Molin» hanno protestato ieri contro l’apertura del parlamento padano, definendola una «pagliacciata» un dirigente padano – la cosa getterebbe anche scompiglio nel Pdl, il che per noi è un valore aggiunto». In secondo luogo, ci vuole un uomo di vaste e internazio- nali relazioni. Quello c’è già, e si chiama Giulio Tremonti. Umberto Bossi ha ormai accolto «l’amico Giulio» nel Carroccio, dato che nel Pdl l’ex superministro è ormai innomi- nabile. Certo, anche nella Lega la cosa creerà qualche problema. Ma il capo padano ha superato le obiezioni spiegando che Tremonti sarà una sorta di «ambasciatore» o «ministro degli Esteri» della Padania. A Roma sarà necessaria una figura di grande visibilità mediatica, immagine indiscussa e anche buone relazioni: con ogni probabilità, Roberto Maroni tornerà ad essere il capogruppo della Lega a Montecitorio. Roberto Calderoli, neoeletto presidente del Parlamento padano, lo ha detto a chiare lettere di fronte ai militanti in tripudio: «Roberto Maroni sarà il nostro ambasciatore a Roma. Chiedo il mandato all’assemblea per affidargli l’incarico e vada a fare il culo a Monti in Parlamento». Quarto punto: nuovo coinvolgimento di militanti ed elettori. Il Parlamento padano, pur avendo sede nella villa La Favorita di Sarego (Vi), si riunirà «una volta al mese» in varie località della Padania. Soprattutto, saranno lanciate campagne su temi ad alto potenziale di mobilitazione. Calderoli ha parlato di una raccolta di firme per un referendum abrogativo della nascitura riforma delle pensioni, ma è stata evocata anche la rivolta fiscale. Infine, corsa solitaria del Carroccio alle prossime amministrative. Ne ha parlato, unico nel movimento (l’argomento è comunque spinoso), Roberto Maroni. Il «liberi da tut- ti», almeno nei calcoli padani, dovrebbe garantire il pieno di voti nei Comuni e nelle Province. Poi, chissà: per le politiche, magari, qualche chiacchiera con il Pdl si potrà fare. Ma partendo dalla forza dell’ultimo risultato utile. Marco Cremonesi © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 Primo Piano 21 italia: 515249535254 # ❜❜ Questa manovra è iniqua perché colpisce chi ha un reddito fisso e i pensionati. E’ recessiva perché prevede soltanto aumenti di pressione fiscale, anche odiosi come quello sulla prima casa L’intervista L’ex ministro dell’Interno: Berlusconi ricattato sul salvataggio delle sue imprese? Lo ha detto Bossi Maroni: il Pdl sfiduci l’esecutivo Questi sono schiaffi ai nostri elettori «L’Ici sulla prima casa e le pensioni sono una rapina» A Sarego Sopra, lo stato maggiore della Lega ieri. Sotto, uno striscione dei militanti che annuncia che l’indipendenza «parte da Vicenza» ROMA — «Per varare questa manovra non era davvero necessario consegnare il Paese ai professori». Non usa mezzi termini Roberto Maroni per bocciare senza appello i provvedimenti proposti dal governo guidato da Mario Monti. E aggiunge: «Hanno accettato i diktat di Bruxelles sui conti e hanno perso di vista i valori». Per questo si appella agli ex alleati: «Sfiducino l’esecutivo e consentano ai cittadini di votare. Dire sì all’Ici sulla prima casa è uno schiaffo a tutti coloro che li hanno votati». L’Italia rischia il fallimento. Vede altre strade? «Ce ne sono moltissime e sono tutte diverse da quella imboccata. Questa manovra è iniqua perché colpisce chi ha un reddito fisso e i pensionati. È recessiva perché prevede soltanto aumenti di pressione fiscale, anche odiosi come quello sulla prima casa, che vanno a colpire il ceto medio vale a dire la parte sana e produttiva del Paese che consente la stabilità sociale». Andiamo su esempi concreti. Le pensioni, qual è il problema? «Secondo la commissione europea il sistema italiano è in equilibrio per i prossimi cinquanta anni. Dunque se si decide di toccarlo è per fare cassa, come hanno sempre contestato i sindacati. Allora chiedo: visto che per ogni anno di lavoro si accumula il 2 per cento del rendimento, se passiamo da 40 anni di anzianità a 42 passeremo anche dall’80 per cento all’84 per cento di rendimento? Se così non fosse il lavoratore resterebbe due anni in più ma gratuitamente. E dunque subirebbe una rapina». Addirittura? «Non è finita. Se a questo aggiungiamo le modifiche all’applicazione dell’adeguamento Istat la rapina diventa aggravata perché diminuisce il potere d’acquisto. E così potrebbe capitare che il pensionato in affitto avrà meno soldi, ma pagherà di più per l’aumento Istat applicato dal proprietario di casa». Perché è contrario all’Ici sulla prima casa? «Perché possedere un immobile non è un lusso ma un patrimonio della famiglia, che in Italia ha un valore particolare. C’è chi ha messo da parte i risparmi di una vita per comprarla o per ristrutturare quella ereditata. E saranno loro a pagare». Almeno sulla tracciabilità del contante sarà d’accordo. «Certo, purché tutti i costi aggiuntivi siano a carico delle banche. Su questo faremo le barricate e coinvolgeremo i commercianti. Chiederemo a loro quali sono le misure eque e li coinvolgeremo nell’iniziative contro l’innalzamento dell’Iva e poi vediamo che cosa succederà». Lei è stato ministro dell’In- L’«orazione» di Gobbo in dialetto veneto I lumbard non capiscono © RIPRODUZIONE RISERVATA fine hanno fatto gli «Indignati». E dov’è finita Confindustria che il 10 novembre chiedeva "fate presto" lusso rischia di rivelarsi una vera e propria truffa. Tassare il posto barca è come mettere la tassa sui box per l’auto DAL NOSTRO INVIATO M. Cre. ❜❜ Mi chiedo che ❜❜ La tassa sul Il caso I nodi dell’«identità» padana VICENZA – «A se l’è adree a dì?». Il militante di certissima origine bergamasca ascolta Gian Paolo Gobbo con la bocca aperta. Il sindaco di Treviso, nonché segretario della Liga veneta, ha iniziato il suo intervento – peraltro assai applaudito - in dialetto stretto della Marca, quasi una canzone. Di cui il leghista orobico ha capito nulla («Ma cosa sta dicendo?»). Allo stesso modo, il sindaco ex rugbista certo non comprende (come nessun altro in Italia) la forte parlata delle «valli». Se la lingua è una delle caratteristiche fondamentali di un popolo, per la Padania non c’è speranza. Nel dibattito sulla terra promessa leghista questo è un problema che Umberto Bossi, abilissimo creatore di miti, ha sempre avuto assai presente. Già nel 1989, durante l’ultimo congresso della Lega lombarda prima della svolta federale del 1991, il gran capo dimostrava di esserne ben consapevole. Al punto da spiegare esplicitamente che l’allora Repubblica del Nord non era entità basata sull’etnia, ma su ragioni «politiche ed economiche». Mentre la discesa del Po da Monviso a Venezia è la festa «dei» popoli padani. La recentemente ribadita scomunica all’associazione Terra Insubre, attivissima e meritoria nella riscoperta della storia e Il problema dell’archeologia varesina e ticinese, secondo chi la sa lunga nasce Nel dibattito sulla soprattutto da inimicizie antiche Padania il problema dentro il mondo leghista. Ma è delle lingue diverse è anche vero che il neo celtismo è per ben noto a Bossi nulla adatto a fungere da fondamento ancestrale della Padania. Esclude vastissime porzioni di Veneto, tutta la Liguria e persino ampie zone della Lombardia: i Camuni vivevano nell’arcileghista provincia di Brescia. E comunque, basta andare a una festa padana in Veneto. Prima della fine della serata arriverà immancabile la discussione sul fatto che i veneti sono popolo mentre i lombardi sono poco più che un patchwork: «Che c’entra un bergamasco con un mantovano?». Per tacer delle ironie sul «ventilatore», il soprannome che i veneti danno al Sole delle Alpi caro al sindaco di Adro. Ed ecco che la Padania, soprattutto nei discorsi di molti dirigenti, viene sostituita da un termine assai meno evocativo, e anzi decisamente amministrativo, come «macroregione». Ieri, a Vicenza, per l’omaggio appassionato rivolto alla memoria di Gianfranco Miglio dal suo erede e nuovo ideologo del Carroccio, il professor Stefano Bruno Galli. Tra l’altro, l’analisi di Miglio sul tramonto degli Stati nazionali è ancora oggi musica alle orecchie leghiste. Come, del resto, la sua ostilità all’alleanza con Silvio Berlusconi nel 1993. Insomma: più facile ripartire da Miglio che dalla Padania. Il ruolo L’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni, 56 anni È nato l’OIV - Organismo Italiano di Valutazione: lo standard setter domestico nel campo delle valutazioni - di aziende, di strumenti finanziari e di attività reali - e il naturale referente dell’IVSC- International Valuation Standard Council. Fo n d a t o r i AIAF ANDAF ASSIREVI Borsa Italiana CNDCEC Università Bocconi Pe r e s s e r e i n f o r m a t o s u l l ’ a t t i v i t à e sulle iniziative dell’OIV iscriviti alla newsletter su www.fondazioneoiv.it ❜❜ La prima casa è un patrimonio. C’è chi ha messo da parte i risparmi di una vita per comprarla. E saranno loro a pagare ❜❜ Se il Pdl dirà sì a tutto ci saranno conseguenze sul piano elettorale. Alfano lo sa ma tenta di barcamenarsi terno fino al mese scorso. Adesso invoca la piazza? «No, però mi chiedo che fine hanno fatto gli "Indignati". Mi chiedo dove è finita la Confindustria che il 10 novembre, non un anno fa, si appellava al governo e gridava "Fate presto" riferendosi alle misure per la crescita. Spero di essere smentito, ma non mi pare sia stato previsto nulla in tema di sviluppo». Non crede sia prioritario pensare alle entrate? «Sì, ma per farlo così non serviva un governo di fenomeni! Forse sono troppo esperti per comprendere che i ricchi non sono quelli che guadagnano 80mila euro l’anno e hanno una casa. La cosa più sorprendente è che questi venti giorni sembrano passati invano. Non è stato definito alcun meccanismo di intervento sulla spesa, nessun intervento per la crescita delle piccole e medie imprese». La tassa sul lusso però la salva? «No, assolutamente. Perché rischia di rivelarsi una vera e propria truffa. Chiunque ami il mare e abbia una piccola imbarcazione lo sa bene: tassare il posto barca e come mettere la tassa sui box per l’auto. Definire lusso un mezzo di dieci metri significa non avere la percezione della realtà. Se l’intenzione fosse davvero quella di inseguire i patrimoni, dovremmo parlare di ben altre misure». Possibile che non ci sia neanche un provvedimento che potete condividere? «Sembra assurdo ma è così, perché non siamo d’accordo con questo metodo che ha fatto prevalere l’aspetto finanziario su quello sociale. Vincono i banchieri rispetto alla società in cui i banchieri operano». Eravate al governo fino a un mese fa, perché non siete intervenuti per contrastare la crisi economica? «Ci eravamo impegnati a non aumentare le tasse e ci hanno detto che strizzavamo l’occhio ai mafiosi e che eravamo contaminati dai corrotti. È arrivato Monti e non mi pare che ci sia stato un intervento straordinario per lottare contro l’evasione fiscale come tutti si aspettavano. O anche loro strizzano l’occhio a cosche e corrotti o forse non era così semplice. E allora questo presidente del Consiglio dovrebbe avere il coraggio di andarsene e restituire onore alla democrazia». Lo dice perché siete l’unico partito all’opposizione? «Il disegno era proprio questo: far fuori Berlusconi e cercare di eliminare la Lega». Silvio Berlusconi si è dimesso, vuole sostenere che fosse complice? «Si è arreso». Ricattato sul salvataggio delle sue imprese come sostiene Bossi? «Lo ha detto Bossi». Lei gli ha parlato? «Lo faccio spesso perché noi non ci arrendiamo all’idea che possano approvare queste misure. Anche perché il sostegno a questa manovra diventerebbe la ratifica della fine dell’alleanza tra Lega e Pdl, ma soprattutto la certificazione della loro incoerenza. Se diranno sì a tutto, credo avranno conseguenze sul piano elettorale». Ne ha parlato anche con Angelino Alfano? «Certo, lo sa ma tenta di barcamenarsi. Adesso che il provvedimento è stato illustrato mi chiedo come potranno votarlo in Parlamento. Io penso che l’unica via possibile sia dire no a questa manovra imposta da Bruxelles che certamente non servirà a salvare l’Italia». Fiorenza Sarzanini [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA 22 italia: 515249535254 Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 Primo Piano 23 italia: 515249535254 # Il governo I lavoratori «Manovra senza equità» Sindacati di nuovo uniti Camusso: «Si fa cassa sui poveri del Paese» ROMA — «La manovra grava solo su lavoratori e pensionati», dice Raffaele Bonanni, leader della Cisl. «Si fa cassa sui poveri del Paese. Si interviene su redditi e consumi, ampliando gli effetti recessivi», dice Susanna Camusso, segretario generale Cgil. E Luigi Angeletti, Uil, che appare il più cauto: «Solo in parte c’è rigore ed equità». Sulla manovra i tre più grandi sindacati ritrovano — con gradazioni diverse — gli stessi toni. E la conferenza stampa serale di Monti rassi- Gli analisti cura per qualche verso (Irpef, perequazioni), ma non ribalta le valutazioni. Il punto critico è il capitolo pensioni. Bonanni: «Passaggio al contributivo e innalzamento dell’età: assieme hanno un effetto devastante». Sull’innalzamento degli «Patto sociale» Bonanni: niente sciopero ma un «patto sociale» con il governo facendo leva sui ministri cattolici anni di contribuzione (42 per gli uomini, 41 per le donne), Camusso tiene il punto: «Quarant’anni è ancora un numero magico da cui non si può prescindere». Inoltre, la manovra «mette in discussione la normativa varata con il governo Prodi sui lavori usuranti». Che fare, adesso? Sabato Camusso aveva pregato Monti di «non rovinare la festa» per la fine del governo Berlusconi. La festa sembra però messa seriamente in discussione. E Camusso ha invitato Cisl e Uil a «iniziative comuni», dopo la Critici Da sinistra: Luigi Angeletti (Uil), Raffaele Bonanni (Cisl), Susanna Camusso (Cgil), Emma Marcegaglia (Confindustria) netta rottura dell’unità sindacale nell’era Berlusconi. Camusso non fa cenno a mobilitazioni, né pronuncia la parola «sciopero», anche se ha una minoranza interna pronta a scendere in piazza (il 16 c’è in calendario una manifestazione Fiom). Il prossimo passo per la Cgil sarà presentare le modifiche da apportare alla manovra, affinché tutte le forze politiche ne tengano conto. Bonanni invece annuncia «reazioni forti», ma dice esplicitamente: «Nessuno sciopero. Noi siamo per la trattativa ser- rata con il governo». Il piano di Bonanni è quello di un «patto sociale» fra governo, sindacati e associazioni di categoria. La strategia di Bonanni, protagonista del ritorno dei cattolici in politica, è di fare pressione sui ministri cattolici e sulle forze di riferimento (Udc e parte del Pd). Monti sul patto sociale non ha risposto, ma Bonanni torna alla carica: «Spero che gli altri sindacati, se vorranno iniziative con noi, si battano per arrivare a una mediazione, a una concertazione». I sindacati e il presidente della Confindustria Marcegaglia hanno incontrato Monti e il ministro dello Sviluppo, Passera, poco prima delle 10 di ieri. Cosa propongono i sindacati a Monti e alla sua squadra? Camusso, innanzitutto, innesca il paragone Monti-Berlusconi: «Senza equità, pur nel rigore, rischia di esserci continuità con il passato governo». Poi afferma che, per aumentare le entrate, si possono fare cose subito, come un accordo con la Svizzera per il pagamento delle imposte sui depositi bancari. E «si può cancellare la spesa per i bombardieri F35, che vale 13 miliardi». E si deve affondare di più contro gli evasori, anche se si apprezzano alcune «buone intenzioni» del governo. Bonanni sostiene una patrimoniale sui valori immobiliari. Angeletti preme per «spostare il peso fiscale a vantaggio del lavoro». Per il momento, i tre sindacati marciano divisi (per colpire uniti, forse). Andrea Garibaldi [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo studio della banca d’affari italiana sulla «settimana di passione» della moneta unica «Intervento-ponte della Bce contro la crisi» Rapporto di Mediobanca: nell’attesa degli eurobond che sono il vero antidoto Che cosa si pensa in Mediobanca, la più importante banca d’investimento italiana, dei cinque giorni che, da oggi, potranno sconvolgere l’Europa? E che cosa bolle in pentola oltre la manovra da 25 miliardi, deliberata ieri dal governo Monti, e oltre quanto la stessa Mediobanca scrive nel rapporto che viene diffuso questa mattina? La settimana di passione inizia nel contesto di una crescente penuria di liquidità. Giovedì 1 dicembre, in un seminario dei dirigenti delle Bcc, si è constatato come perfino nelle banche di credito cooperativo siano sparite le banconote da 500 euro, tutte stipate nel materasso o nelle cassette di sicurezza, non per caso introvabili. Negli stessi giorni, una grande banca italiana ha mendicato da due casse previdenziali private il prestito dei loro Btp per scontarli presso la Banca centrale europea in cambio di liquidità. Più in generale, in tutt’Europa le banche principali non sono riuscite a rinnovare per intero gli 800 miliardi di obbligazioni in scadenza quest’anno: mancano all’appello 150 miliardi. Non siamo ancora al post Lehman, ma di questo passo ci torneremo, e con un’aggravante: i governi europei non potranno più giocare, a regole costanti, la briscola dei salvataggi bancari a carico del debito pubblico. Da Londra, Mediobanca Securities dice: o facciamo un passo in avanti decisivo verso l’unione fiscale e la garanzia comune dei debiti pubblici o torniamo indietro. Le chiavi di volta sono due, e stanno nelle mani dei due Mario: Monti e Draghi. Dal primo Mediobanca si aspetta non solo la manovra, ma anche un colpo d’ala per ridurre di 100 miliardi il debito pubblico e un’iniziativa in politica estera capace di passare dall’aspirina dell’Efsf (European Financial Stability Facility) all’arma totale degli Eurobond. Il colpo d’ala consiste nell’offrire alle banche e alle assicurazioni, ol- tre che ai risparmiatori, l’opportunità di scambiare titoli di Stato dei loro portafogli contro beni patrimoniali dello Stato e degli enti locali. Potrebbero essere messi in campo 42 miliardi di immobili pubblici già disponibili per la vendita, 45 miliardi di partecipazioni del Tesoro in società quotate e non quotate e 3,8 miliardi delle partecipazioni degli enti locali nelle ex municipalizzate. E qui il rapporto si ferma. Si può tuttavia immaginare che un tale scambio verrebbe facilitato da un veicolo societario che emetta obbligazioni garantite dai medesimi beni da scambiare con i Btp con i quali pagare lo Stato che, così, cancellerebbe quei Btp. Al Corriere risulta che al ministero dell’Economia stiano ristudiando la KfW tedesca e la Caisse des Dépôts francese. Il veicolo, ancorché a controllo parzialmente pubblico, resterebbe fuori dal perimetro del debito pubblico. A seconda dei valori dello scambio, potrebbero guadagnare qualcosa entrambi i lati del tavolo e, attraverso una gestione professionale degli attivi, il veicolo potrebbe anche riconoscere allo Stato parte della rivalutazione futura. L’attesa di una più incisiva politica estera non è immotivata se, come notano gli analisti Antonio Guglielmi e Alex Tsirigotis, in Europa si è tornati a parlare di Eurobond e di quantitative easing (la Bce che presta e garantisce a volontà per evitare crisi di liquidità e spiazzare la speculazione) solo da quando Mario Monti è entrato a palazzo Chigi. Del resto, secondo McKinsey, citata nel rapporto, il costo annuale della rottura dell’euro sarebbe di 80-120 miliardi per la Germania, quella stessa Germania che dal 2000 al 2007 ha aumentato l’attivo della sua bilancia commerciale verso il resto dell’Eurozona da 46 a 126 miliardi. Dal secondo Mario, e cioè da Draghi, Mediobanca si attende la rapidissima adozione di un regime transitorio che traghetti gli Stati e le banche dalle incertezze attuali, che portano diritte alla crisi di liquidità, verso la sicurezza degli Eurobond. In tal modo e per il tempo che serve, ogni banca potrebbe scontare presso la Bce i suoi attivi senza andare troppo per il sottile, e dunque senza più pietire i Btp altrui, in cambio della liquidità con cui poter fare prestiti alla clientela e tonificare un’economia altrimenti esangue. Mediobanca non crede all’efficacia dell'Efsf, nemmeno dopo che la sua dotazione è stata elevata a 440 miliardi. E questo per la semplice ragione che da qui alla fine del 2013 vengono a scadenza circa 900 miliardi di obbligazioni pubbli- che greche, portoghesi, irlandesi, spagnole e, soprattutto, italiane, oltre il 30% del totale in circolazione. E se scattasse il default dei cinque, ci sarebbe un problema immediato da 2 mila miliardi. La soluzione vera, per Mediobanca, restano gli Eurobond e un ponte della Bce per arrivarci vivi, mentre i governi rivedono i Trattati. Ed è Passaggio necessario Un regime transitorio che traghetti Stati e banche verso il risanamento © RIPRODUZIONE RISERVATA www.chimento.it di MASSIMO MUCCHETTI qui che si misurerà Mario Draghi. Una marcia di avvicinamento sicura verso gli Eurobond farebbe gradualmente convergere i tassi d’interesse oggi così divaricati tra i diversi Paesi. Banche come Intesa Sanpaolo e Unicredit ne trarrebbero vantaggio. Deutsche Bank che paga la raccolta obbligazionaria la metà degli altri grazie allo scudo dei Bund avrebbe un problema serio. E qualche problemino lo avrebbero anche le banche francesi. Ma, conclude Mediobanca, se Italia e Spagna devono soffrire per mettere a posto la loro finanza pubblica, perché Germania e Francia mettono a rischio l’Europa per proteggere le loro banche che hanno giocato troppo con i debiti? INFINITY collection Codice cliente: 24 italia: 515249535254 Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 25 italia: 515249535254 Codice cliente: Codice cliente: 26 Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera italia: 515249535254 # Esteri Il voto Batosta per il partito del premier che però mantiene la maggioranza dei seggi Mezza Russia scarica Putin «Ma restiamo i più forti» E Medvedev: è la prova che siamo in democrazia MOSCA — Russia Unita, il partito del Cremlino, ottiene la maggioranza assoluta dei seggi nella nuova Duma, ma dovrà iniziare a fare i conti con gli altri partiti perché non potrà più godere dell’ampio margine che aveva nella precedente legislatura. Il fatto che Vladimir Putin non abbia stravinto potrebbe far pensare che i brogli e le forzature denunciate dall’opposizione non sono stati così numerosi, se si sono verificati. O anche, secondo i più maligni, che tutti gli sforzi degli uomini del potere concentrati soprattutto nelle zone più periferiche (in Cecenia il partito ha ottenuto il 99,47%, in Tatarstan l’84,6% e così via) non hanno conseguito lo scopo sperato. Il presidente Dmitrij Medvedev e il primo ministro sono apparsi ieri sera in tv per commentare il risultato: secondo il «tandem», il voto ha dimostrato come la Russia sia veramente una democrazia. Quando il Paese andava forte perché il petrolio era a 110 dollari il barile, Russia Unita prendeva il 64,3%, ha detto in so- stanza Medvedev. Oggi che c’è la crisi il partito arriva comunque al 50% (per l’esattezza 49,95% con il 76,1% dei voti scrutinati) e, grazie all’esclusione dalla Duma di tutte le formazioni al di sotto del 7%, conquista circa 239 seggi su 450. La Camera bassa Non è una maggioranza comoda, ma Putin potrà contare quando necessario sui 62 deputati del partito amico Russia Giusta (ha preso quasi il 13%) e, con qualche contrattazione, sui 56 liberal-democratici di Vladimir Zhirinovskij (11,8%). Meno malleabiLa ripartizione dei seggi Partito comunista 2007 Russia Unita 57 315 Liberaldemocratici 40 Russia Giusta TOTALE OGGI 450 38 Partito comunista Risultati non definitivi Russia Unita 93 239 Russia Giusta 62 Liberaldemocratici TOTALE 450 56 D’ARCO li saranno certamente i comunisti del Kprf, la vera sorpresa di queste consultazioni. Il quasi raddoppio dei seggi (con un incremento dei voti dall’11,6 al 19,3%) ha galvanizzato il loro leader Gennadij Zyuganov, accusato nella precedente legislatura di rappresentare una opposizione di cartapesta. La popolarità di Putin è confermata e la sua corsa verso la presidenza a marzo non incontrerà ostacoli insuperabili. Medvedev con ogni probabilità prenderà il suo posto di primo ministro come annunciato in settembre. Ma non c’è dubbio che questo gioco delle parti concordato con largo anticipo ha rotto l’incantesimo. E la possibilità di perdere la maggioranza assoluta si è dimostrata concreta. Il nervosismo del partito di governo è stato palese nella capitale per l’intera giornata. Più dei cento arresti operati dalla polizia moscovita sulla ex Piazza Majakovskij (l’opposizione aveva organizzato una manifestazione di protesta) a tradire lo stato di fibrillazione dei colonnelli di Putin è stato l’intervento senza precedenti e in perfetto «stile cinese» sulla rete: sono stati bloccati per gran parte della giornata i portali Internet della popolare Radio Echo Moskvy e di Golos, l’unica organizzazione indipendente di controllo della regolarità del voto. Ma era soprattutto ai seggi, che si respirava l’aria della mareggiata in arrivo. Siamo stati a Lubertsy, periferia sudoccidentale di Mosca, il quartiere che ha fatto da sfondo alla società amorale e cinica, raccontata da Andrei Zviagintsev nel film Yelena. L’idea di un voto «contro Russia Unita» ci è stata ripetuta in molte varianti. Con l’inquietante co- rollario che i giovani diciottenni incontrati, Denis, Vadim, Aleksandr e Viktor avevano tutti votato per i nazionalisti di Vladimir Zhirinovskij. E perfino chi sceglieva la formazione al potere lasciava perplessi quanto a motivazioni: «Voto per il partito del presidente Medvedev e sa perché? Perché lui come me è fanatico dei Deep Purple. Mi ba- sta questo per sapere che è una persona degna», ha detto Boris, 49 anni, operaio qualificato in un’azienda di condutture. All’Università Lomonosov, sulla Collina dei Passeri che domina la città, la percentuale dei giovani decisi a far sentire la loro voce di protesta era straripante. «Non ci piace la monarchia e se lei chiede in giro, vedrà che tutti La «spiegazione» Secondo il presidente il risultato va imputato alla crisi: «Col petrolio a 110 dollari avevamo il 64%» Le proteste La polizia moscovita ha arrestato oltre cento manifestanti sulla ex Piazza Majakovskij Il commento rebecca.it LO SGAMBETTO ALLO ZAR E IL NUOVO DISSENSO SEGUE DALLA PRIMA collezione HALFMOON Ma il consenso dei votanti è sceso dal 64 per cento del 2007 al 50 di oggi, la maggioranza qualificata dei deputati che serviva a poter modificare la Costituzione è stata spazzata via, quella assoluta è stata difesa a fatica, e mentre il partito del potere arretrava rovinosamente le altre tre formazioni rappresentate alla Camera bassa hanno tutte progredito permettendo ai comunisti, considerati l’unica vera opposizione e dunque beneficiati dal voto di protesta, di arrivare vicini al raddoppio dei suffragi. Si capisce perché l’ancora primo ministro Putin, apparso ieri notte in televisione accanto all’ancora presidente Medvedev, appariva nervoso e aveva il volto tirato mentre difendeva la «vittoria» di Russia Unita. Egli sapeva bene di essere lo sconfitto numero uno, anche se alle elezioni non era candidato, anche se la patata bollente del capolista era stata affidata al povero Medvedev. Quale fosse l’umore dei cittadini lo avevano ben spiegato i sondaggi più credibili condotti prima dell’apertura delle urne: Russia Unita aveva perso nove punti percentuali in una settimana quando si era appreso che a marzo prossimo Putin e Medvedev si sarebbero scambiati le poltrone, che il giochino era stato deciso già quattro anni fa, e che zar Vladimir poteva così restare presidente fino al 2024. La realtà dei risultati è ora andata oltre quei sondaggi, ma nella direzione da essi indicata. Putin resta il politico più popolare della Russia, e in marzo sarà eletto. Ma un numero ormai molto consistente di cittadini e in particolare di giovani che andavano per la prima volta alle urne si è stancato della passività, ha deciso di impegnarsi in una avventura di opposizione che in Russia non è priva di rischi, e ha affidato alle urne di questo virtuale «primo turno» delle presidenziali un messaggio che alla diarchia rovesciata Putin-Medvedev arriva forte e chiaro. Putin esce dalla prova fortemente indebolito. Non è tanto l’impossibilità di modificare la Costituzione a pesare: se fosse davvero ne- cessario, non gli sarebbe difficile trovare i numeri richiesti presso gli altri partiti della Duma. Piuttosto, la vittoria a dir poco dimezzata di ieri mostra al presidente in pectore che non potrà prendere sottogamba l’irrequietezza e le nuove richieste di una società russa in movimento per lo meno nei grandi centri urbani ma non più soltanto in essi. Il dissenso, insomma, è entrato a far parte del panorama Dmitrij Medvedev e la moglie Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 Esteri 27 italia: 515249535254 # ❜❜ Russia Unita è il partito dei corrotti e dei ladri Aleksej Navalny, blogger L’intervista Il partito di Gennadij Zyuganov al venti per cento Il ritorno dei comunisti: «Con questi numeri faremo opposizione dura» i nostri colleghi la pensano allo stesso modo», hanno detto Sasha e Tania, 20 anni, studentesse l’una a Geografia, l’altra a Matematica. Chi rivendica e canta con un po’ di esagerazione una vittoria personale è Aleksej Navalny, il blogger anticorruzione che ha guidato una campagna all’insegna dello slogan, «votate tutti tranne Russia Unita»: «L’urna degli zombie mostra che il partito dei truffatori e dei ladri è al 46%», ha commentato su Twitter, subito dopo l’uscita delle prime proiezioni. Fabrizio Dragosei Paolo Valentino © RIPRODUZIONE RISERVATA Giornata elettorale Il premier russo Vladimir Putin nel suo seggio a Mosca. In alto, l’arresto di una manifestante «anti brogli» politico russo. Fino a ieri soprattutto su Internet, da ieri anche nelle urne. E se si pensa a quello che avrebbe potuto essere il risultato senza l’aiuto delle «risorse amministrative» di Russia Unita, senza la preventiva esclusione di partiti e candidati, senza il rigido controllo dei media tradizionali, e probabilmente senza il ricorso a una certa quantità di brogli, allora viene da chiedersi se Putin avrà davvero la forza di rimanere al Cremlino fino al 2024 dovendo essere rieletto tra sei anni. La nuova sfida, per Putin e per la Russia, è proprio questa. Se non vuole che la sua quota di consenso cali ulteriormente zar Vladimir deve, come annuncia egli stesso, «modernizzare» il Paese. Ma non gli basteranno l’imminente ingresso nell’Organizzazione mondiale del commercio, l’eventuale aumento degli investimenti o la tanto invocata diversificazione di una economia energia-dipendente. Perché in un modo o nell’altro dovrà essere affrontata la questione della democrazia. Cosa farà Putin con le voci incontrolla- Disagio La vittoria dimezzata mostra al presidente in pectore che non potrà prendere sottogamba l’irrequietezza e le richieste di una società in movimento te sempre più numerose sul web, sceglierà una repressione di tipo cinese oppure le accetterà innescando ulteriori progressi libertari? Putin sarà quello che già conosciamo, quello della «verticale del potere» che si affida interamente al vertice e non ammette disturbatori, oppure avrà la capacità di comprendere le urne di ieri, di mostrarsi sensibile ai loro messaggi d’allarme pur senza mettere a rischio la stabilità interna della Russia? Putin continuerà a servirsi di una burocrazia corrotta, degli oligarchi a lui fedeli e dei suoi ex colleghi del Kgb ora chiamati siloviki, oppure avrà il coraggio di aprire a energie nuove e scalpitanti? L’interesse dell’Occidente è che da queste elezioni nasca un Putin rinnovato, futuro artefice di una Russia sì stabile ma anche meno autoritaria. La speranza è lecita. Ma il realismo ci dice piuttosto che Putin continuerà ad essere quello che già conosciamo. E l’incognita, allora, riguarda il futuro della Russia. MOSCA — Quando arriva nell’ex palazzo dei pionieri per votare, Gennadij Zyuganov è preoccupato soprattutto dei possibili brogli. «Mi ha appena telefonato un collega del partito: al seggio 1393 di Mosca hanno infilato nell’urna un pacchetto di 300 schede già compilate. Una vergogna». Per il leader del Partito comunista (Kprf) queste sono le seste elezioni, se non teniamo conto delle votazioni ai tempi dell’Urss. Una continua e progressiva emorragia di elettori. Fino a ieri, quando il vento è cambiato. Prima di ricevere la scheda, Zyuganov gironzola tra i banchetti che offrono prodotti a prezzi scontatissimi, una tradizione che è sempre servita ad attirare gli elettori ai seggi. Poi, dopo aver fatto il suo dovere, accetta di rispondere alle domande del Corriere. Le aspettative del suo partito erano alte. Un risultato attorno al 20 per cento, giusto? «Dobbiamo prendere, alla fine, quello che ci spetta. Non vogliamo voti altrui ma non vogliamo regalare i nostri a nessuno». E qual è la percentuale che spetta al Kprf? Nei giorni scorsi parlavate del 30 per cento anche se alle elezioni precedenti avete preso l’11 per cento. «Come minimo, visto che alle ultime amministrative abbiamo ottenuto successi ben maggiori. In molte città abbia- «Nuovo Lenin» Gennadij Zyuganov (Ap) mo superato Russia Unita». I suoi continuano a denunciare brogli. «A un seggio di Mosca li ha visti con i suoi occhi il nostro deputato Oleg Smolin. Ma in tutto il Paese succedono cose incredibili. Non rispettano alcuna regola». E voi cosa farete se alla fine vi verranno assegnati meno seggi? «Faremo comizi di protesta. Ci dobbiamo preparare. Se non daranno subito le copie dei verbali, sono sicuro che tanti russi decideranno di manifestare». Nella Duma uscente non è che voi abbiate fatto un’opposizione feroce contro il Cremlino. Le cose cambieranno ora? «Abbiamo sempre votato contro, solo che loro controllavano comodamente il Parlamento. Ora ci troveremo di fronte a una situazione del tutto diversa. Avremo un pacchetto di deputati molto significativo. In determinate circostanze potremmo anche arrivare a sfiduciare il governo». Con chi pensate di allearvi in Parlamento? ❜❜ L’alleanza possibile L’unico sbocco per il Paese sarebbe una coalizione di centrosinistra «Secondo noi, l’unico sbocco per il Paese sarebbe una coalizione di centrosinistra. Siamo pronti al dialogo costruttivo con le forze responsabili. Adesso vedremo chi è veramente all’opposizione». Quindi lei prevede cambiamenti nel Paese. «Al potere fino ad ora è sempre restata la stessa squadra, quella che ha contribuito a portare il Paese in un vicolo cieco. Sono andati alle elezioni sempre con la stessa squadra, la stessa bandiera, la stessa Russia Unita che ha fatto venire la nausea alla gente». Del ritorno di Putin alla presidenza cosa dice? «Oggi da noi il presidente ha più potere di un faraone, dello zar e del Segretario Generale del Pcus messi assieme». E il tandem tra Putin e Medvedev? In un’intervista al quotidiano «Vedomosti» lei ha detto che non esiste e che a comandare c’è sempre stato solamente il gruppo di amici di Putin che aveva la dacia nello stesso villaggio. Zyuganov sorride ammiccando. Poi decide che si è fatto tardi e si avvia sotto una leggera nevicata, circondato da un gruppo di fedelissimi. F. Dr. © RIPRODUZIONE RISERVATA Franco Venturini © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: Codice cliente: 28 italia: 515249535254 Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 Esteri 29 italia: 515249535254 # ✒ La scrittrice Abdel Aal spiega il suo voto agli islamici «moderati» L’analisi «Noi donne egiziane adesso temiamo una deriva iraniana» IL SUPER DRONE USA NELLA RETE DI TEHERAN di GUIDO OLIMPIO Gli integralisti salafiti volano al 25% L’onda islamica travolge l’Egitto: sommati fra loro, islamici moderati e radicali ottengono il 65% dei voti. Il partito Libertà e Giustizia della Fratellanza Musulmana ha preso il 36,6%, i salafiti di Al Nour il 24,3%, gli islamici moderati di Al Wasat il 4%. Sono i risultati del primo turno delle legislative (in 9 su 27 province). Seguono, a grande distanza, due gruppi liberali, il Blocco egiziano con il 13% e il partito Wafd con il 7%. Gli altri due turni sono previsti il 14 dicembre e il 3 gennaio. farmacista e blogger, poi autrice a sorpresa di un bestseller internazionale da cui l’anno scorso è stata tratta una sitcom trasmessa con grande successo nei Paesi arabi, Ghada si definisce una «normale egiziana della classe media, né liberale né conservatrice, che ama il suo Paese». In realtà da quando ha scritto Aiza Atgawez («voglio sposarmi»), pubblicato in Italia per Epoché come «Che il velo sia da sposa», la sua vita è uscita dalla normalità. Il racconto satirico, ma lei dice «molto veritiero» della vita delle trentenni egiziane che «puntano solo al matrimonio per pressione sociale e sono nel panico perché non trovano il marito giuBlogger Ghada Abdel Aal, farmacista sto», le ha portato 32enne, ha scritto il libro «Che il velo il soprannome di sia da sposa» (Epoché, 2009) Bridget Jones (che non conosceva) del Medio Oriente, Abdel Aal, commentando dalla città operaia di Mehalla do- viaggi e interviste anche in ve vive i dati della prima fase Occidente. Poi è arrivata la rielettorale che danno agli inte- voluzione che lei ha appoggiagralisti il 25% dei voti. «Que- to «per cambiare finalmente sta affermazione mi fa molta le cose», insieme a tante rapaura, hanno una mentalità gazze che come lei portano il chiusa e ancorata al passato, velo. Ma in una cosa Ghada è vogliono cancellare le leggi a «normale» ovvero in linea favore delle donne approvate con la maggioranza dell’Egitsotto Mubarak con la scusa to «che non è solo il Cairo coche le ha volute sua moglie me credono i politici laici». Suzanne, anche per i copti so- Come almeno metà del Paese no pericolosi, per i diritti alle urne preferisce un partito umani in generale. Ed è per islamico, non salafita ma questo che io come molti ami- quello della Fratellanza. «Mi rendo conto che anche ci, compresi tanti cristiani, sosteniamo i Fratelli Musulma- i Fratelli Musulmani sono un ni che nelle elezioni stanno possibile rischio — spiega intrionfando con il 40% dei vo- fatti —. Ma io amo troppo il ti. Se dobbiamo scegliere tra mio Paese, più ancora dei Iran e Turchia non abbiamo miei diritti di donna, e loro sono gli unici che adesso posdubbi». Trentadue anni e single, sono farlo uscire dal caos in «Il successo dei salafiti mi sorprende ma neanche tanto, molta gente che conosco qui in provincia li ha votati perché conosce i candidati e li considera persone per bene, timorati di Dio e rispettosi delle tradizioni, vicini alla gente comune e ai suoi problemi soprattutto economici, che non parlano difficile come i partiti laici o i rivoluzionari di Tahrir», dice Ghada cui siamo». Ghada, che sta scrivendo un secondo libro dal titolo «Buona a niente» ovvero un «Dalla parte delle bambine» in chiave satirica, sostiene che l’obiettivo è sicuramente uno Stato secolare. «Ma le forze laiche litigano tra loro, non sono organizzate. E intanto la crisi è assoluta, tutti siamo convinti che se va avanti così l’Egitto andrà in bancarotta. Non voglio pro- Modello turco «Ho scelto i Fratelli Musulmani perché il loro modello non sono gli ayatollah, ma la Turchia» Manifestazione Salafiti egiziani in piazza Tahrir, al Cairo (Afp) testare tutta la vita, nessun giovane deve più morire. Tahrir è stato uno strumento fondamentale per mandar via quel vampiro immortale di Mubarak, ma ora è lontana dal Paese con i suoi 82 milioni di abitanti». E ancora: «Vo- glio un Paese normale, senza lutti e tanta tristezza a cui il mio popolo non è abituato. E soprattutto ora che i salafiti stanno avanzando, l’unica alternativa sono i Fratelli. In futuro vedremo». L’Iran avrebbe messo a segno un colpo non da poco: ha abbattuto un sofisticato velivolo senza pilota americano. Nella rete sarebbe caduto la «Bestia di Kandahar», un drone impegnato in una missione di spionaggio nella parte orientale dell’Iran, vicino alla frontiera afghana. «Reagiremo a questa violazione — hanno affermato da Teheran — anche al di fuori dei nostri confini». La notizia, diffusa dai media locali, non è stata confermata da fonti indipendenti. Ma un portavoce alleato (Isaf) ha precisato che potrebbe trattarsi di un drone scomparso nei cieli dell’Afghanistan: i controllori — è stato spiegato — hanno perso i contatti con il mezzo. E ciò farebbe pensare a un’avaria. Secondo la versione ufficiale il drone è precipitato sul confine dove è stato poi recuperato dai pasdaran. Il velivolo — hanno aggiunto i portavoce — «è parzialmente danneggiato». Una precisazione che apre altri scenari. I tecnici iraniani possono esaminare la tecnologia avanzata del mezzo e, nel caso, offrirla anche a qualche Paese amico. A cominciare da Cina e Russia. Il velivolo fino a due anni fa era un oggetto misterioso. Poi qualcuno è riuscito a scattare una foto del drone nella base afghana di Kandahar. Da qui il soprannome di «Bestia di Kandahar». Solo in seguito gli Usa hanno rivelato che si trattava dello «RQ 170 Sentinel» della Lockheed. Un velivolo studiato per condurre missioni di spionaggio, dotato di telecamere, sensori e apparati concepiti per «leggere» il sottosuolo, dunque ideali per scoprire la presenza di bunker. Il suo arrivo in Afghanistan è stato collegato a operazioni segrete in Iran. Ma non solo. Il «Sentinel» ha partecipato alla missione conclusasi con l’uccisione di Bin Laden. Cecilia Zecchinelli © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Foto inedita della leader brasiliana La «guerrigliera» Dilma La presidente brasiliana a 22 anni, davanti a giudici militari che si coprono il volto: la foto (pubblicata dalla rivista Epoca) mostra un’inedita Dilma Rousseff nel 1970 quando militava in un gruppo rivoluzionario marxista e fu chiamata a testimoniare in un tribunale della dittatura Codice cliente: Codice cliente: 30 Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera italia: 515249535254 Cronache Palermo La donna è tossicodipendente. Denunciato il compagno: la droga era sul tavolo Bimbo di un anno e mezzo in overdose di cocaina Bruciature e graffi, fermata la madre. «È caduto» PALERMO — Le condizioni di Samuele sono ancora gravi e resta ricoverato nel reparto di rianimazione dell’Ospedale dei Bambini di Palermo dove è entrato sabato mattina per problemi respiratori. Ad accompagnarlo la giovane madre che aveva raccontato di una notte insonne col bambino che tossiva e respirava a fatica. Ma dopo i primi accertamenti e l’esame delle urine i medici hanno scoperto ben altro. Graffi al volto, ematomi al collo e alla schiena, bruciature alle mani e sulle gambe ma soprattutto scompensi dovuti a un’overdose di droga. «Mai visto nulla del genere — dicono i sani- tari — su un bambino a quell’età». Samuele ha appena 18 mesi e sembra uscito da un inferno di sevizie e maltrattamenti all’interno dello stesso nucleo familiare, in un contesto a rischio come può essere il quartiere dell’Albergheria. Quanto basta per far scattare l’indagine della procura che ieri ha disposto il fermo della madre, una ragazza di 25 anni con un passato difficile e tre figli avuti da tre uomini diversi. Da ieri è rinchiusa nel carcere dell’Ucciardone con l’accusa di maltrattamenti aggravati e cessione di stupefacenti. Denunciato a piede libero anche il suo convivente, un uomo di 28 anni che lavora al mercato ortofrutticolo. Stando alle prime indagini, coordinate dal sostituto Carlo Marzella, sarebbero entrambi tossicodipendenti. L’uomo lo ha anche ammesso mentre la donna continua a negare. Sostiene inoltre che quei segni sul corpo del bambino sarebbero la conseguenza di una caduta dal seggiolone, In rianimazione È ricoverato in rianimazione. I medici: quando è arrivato respirava a fatica mentre responsabile delle bruciature sarebbe un fratellino più grande. Ma davanti al pm il convivente l’ha sconfessata descrivendola come una persona particolarmente violenta. «La sua versione non ha trovato riscontri — spiegano gli inquirenti — ha detto che tutto si è verificato a casa sua a Bagheria e invece erano nell’abitazione del convivente all’Albergheria. Dove tra l’altro non abbiamo trovato alcun seggiolone». Ma resta tutto da chiarire l’aspetto più sconcertante di questa storia: l’overdose da cocaina. Secondo la versione fornita dall’uomo lui e la compa- La tragedia di Torino gna ne avevano fatto uso la sera prima lasciando incustodito un sacchetto con dei residui di droga. «Mi sono fatto due piste sul tavolo della cucina — ha raccontato — poi sono andato in bagno e quando sono tornato il sacchetto con la droga non c’era più». Il bimbo potrebbe averlo preso per gioco, quindi ingerito o respirato involontariamente la cocaina. Ma non si escludono altre ipotesi. Durante la notte per aiutare Samuele a respirare la madre avrebbe fatto uso di una macchinetta per l’aerosol anche se non è stato ancora possibile capire quale sia il farmaco o la sostanza utilizzata. Per questo sono in corso esami di laboratorio che potrebbero svelare altri particolari agghiaccianti. Tra l’altro i medici che hanno in cura il piccolo Samuele tengono a precisare che sono soprattutto le conseguenze delle violenze subite a rendere ancora «instabile e critico il quadro clinico». Alfio Sciacca [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA Famiglia travolta, i codici del pirata nel fanale dell’auto DAL NOSTRO INVIATO corpi. «Dal numero dovremmo risalire alla vettura, pare una Clio — si augurano gli agenti — faremo un giro di concessionari e poi vedremo. Magari il responsabile si consegna prima, converrebbe anche a lui». Omicidio colposo e omissione di soccorso, i reati che gli vengono contestati dalla procura di Torino dove ieri sera c’era l’onnipresente procuratore Raffaele Guariniello: «Non mi sto occupando del caso direttamente ma posso comunque dire che il fenomeno dei pirati della strada dev’essere preso in seria considerazione e combattuto con un’efficace attività di repressione». Torino, Cremona. Anche lì un uomo è stato TORINO — In una stanzetta del reparto c’è lei, Simonetta, che ha appena tirato un urlo per aver saputo della morte del suo bambino, Alessandro, sette anni, travolto a Torino dall’auto pirata; in quella vicina lotta il marito, Calogero, che non apre ancora gli occhi e nessuno sa se ce la farà. Poi ci sono loro, zio Francesco, i cugini Valentina e Fabrizio e un sorprendente gruppo di colleghi, tutti autotrasportatori, tutti padroncini, tutta gente molto affezionata a Calogero «perché è il più buono di noi, il più prudente, perché lui su quelle strisce si sarebbe fermato di sicuro anche solo per far passare un cane». Alcuni hanno gli occhi umidi, altri scuotono la testa e fremono di rabbia per «il criminale che non pagherà, vedrai se pagherà». Agguerritissimo è Corrado, vent’anni di spedizioni alle spalle, amico di lavoro e di famiDolore In alto un pezzo della glia di Calogero Sgrò mascherina persa dall’auto pirata di Caselle. Corrado Qui biglietti e fiori il giorno dopo ha deciso di dare la l’incidente (Photomasi/Fotogramma) caccia al pirata a modo suo, così, come nel Vecchio West: «Non devono prenderlo loro perché loro non gli fanno niente, deve prenderlo qualcun altro e io so chi». Ha concordato con il ragazzo del carro attrezzi un controllo a tappeto della zona: «Lui conosce le teste cal- ucciso il mese scorso, anche de perché con il carro ne ve- lì il conducente è scappato e de di incidenti e sa: lo sta cer- le forze dell’ordine hanno potuto risalire alla vettura incando». Insomma, lo vorrebbero ducendo forse il colpevole a prendere con le loro mani. costituirsi. Ma la polizia municipale spe- Dalla stanzetta di Calogero ra e conta di arrivarci prima esce la cugina: «Gli hanno anche perché ha un forte in- dato un pizzicotto e ha reagidizio: il numero di matricola to». Dall’altra esce uno zio dell’auto pirata, seppure con i capelli bianchi: «Simonon interamente visibile. netta tace e piange». Tutti soL’ha trovato su un pezzo di spirano mentre l’autotrafanale rotolato per terra do- sportatore Fulvio ricorda po il violento impatto con i che oggi Calogero sarebbe arrivato con La Stampa in mano, il sorriso juventino «e In ospedale poi sarebbe andato a lavorare, a 60 all’ora». Ieri sera l’ulGli amici del padre timo bollettino: coma farmadella piccola vittima, cologico, rianimazione. Corautotrasportatori rado: «Lo prendo io». «Lo prendiamo noi» Andrea Pasqualetto © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 Cronache 31 italia: 515249535254 Novi Ligure Lettera di don Mazzi: ti aspetta una struttura Contro Omar La lettera (sotto) scritta da Erika (sinistra) a Omar (destra) e pubblicata su «Qn» Pronta per Erika una casa all’estero Libera dopo 11 anni. «Omar un viscido» MILANO — Non andrà sulla tomba della madre e del fratellino e nonostante la riacquistata libertà non metterà subito piede fuori della comunità di don Antonio Mazzi che la sta ospitando. Erika De Nardo, la ragazza autrice dieci anni fa del massacro di Novi Ligure, si trasferirà all’estero per proseguire il suo cammino di recupero e continuare la sua attività nel mondo del volontariato. Lo stesso sacerdote e fondatore della comunità Exodus le ha dato ieri la sua «benedizione» attraverso una lettera. Per Erika, dunque, oggi termina il periodo di detenzione: era stata condannata a 16 anni, da qualche mese si trovava non più in carcere ma in una struttura protetta a Lonato (Brescia), adesso il meccanismo sugli sconti di pena le consentirà di essere anzitempo una donna libera. «Nessuno è irrecuperabile — scrive alla giovane, oggi ventisettenne, don Mazzi — come nessuno è santo per decreto divino. La bestia è sempre in agguato dentro noi. Il domatore talvolta viene travolto, altre volte è immolato, spesso inascoltato. Vorrei che tu capissi quanto è importante rileggere il tuo passato, non per pescare nel torbi- to della presenza della «preda». Erika, cercherà di evitare il clamore mediatico legato alla sua liberazione, trascorrerà qualche giorno con il padre per poi tornare sotto l’ala protettrice di Exodus ma in una comunità all’estero. Ieri intanto il Quotidiano Nazionale ha pubblicato un’aspra lettera che la ragazza ha indirizzato a Omar Favaro, ex fidanzatino e suo complice nel massacro: «Si vede chiaramente quanto sei viscido e senza dignità, usare mia madre e mio fratello per farti popolarità. Per fare soldi ti sei fatto fotografare al cimitero, ma non do ma per rigenerarlo e tradurlo, in novità di vita. La straordinaria dignità di tuo padre, ti sia di stimolo. Sai bene che ti vorrei mandare, per alcuni anni, all’estero in una mia struttura, per trasformare una tragedia così sconvolgente in un’avventura impegnativa e testimoniale». Il sacerdote rivela anche un dettaglio divertente: a ottobre Erika ha partecipato con altri ragazzi a un campeggio a Sirmione (dove in una messa ha scelto di leggere la parabola del Figliol Prodigo). A Sirmione era presente un noto paparazzo, che però non si è accor- ti vergogni. Ti chiedo per l’ultima volta di non speculare sulla mia famiglia». Omar, pure lui tornato libero, aveva dichiarato di voler rincontrare Erika per guardarla negli occhi e chiarire. Come sempre accade in queste circostanze, su internet si è già scatenato il tam tam dei commenti sdegnati contro il ritorno in libertà degli assassini di Novi Ligure. Un gruppo su Facebook contrario alla scarcerazione della ragazza ha raccolto in poche ore oltre 200 iscritti. Claudio Del Frate © RIPRODUZIONE RISERVATA Il ritratto L’abisso di quel padre: «Vivo per lei» L’ingegnere in Loden che ha perso moglie e figlio e poi si è aggrappato alla loro assassina Come rumore di fondo c’era un brusìo, un vociare continuo. Andò avanti così per tutta la sera. Davanti alla caserma dei carabinieri di Novi Ligure c’è un prato rettangolare, come un piccolo campo da calcio. Trecento persone erano rimaste ferme ad aspettare nel gelo. Il male assoluto aveva bisogno di una certificazione. Arrivò con il passaparola di un maresciallo, «li hanno arrestati», che rimbalzò fino alle ultime file. Si spense ogni voce. Il prato venne invaso da un silenzio nel quale galleggiavano sgomento, paura, ancora incredulità. La gente se ne andò veloce, consapevole di essere testimone di un evento da rimuovere al più presto, l’epilogo ancora più atroce del più atroce delitto della storia d’Italia. Nel cortile della caserma apparve un uomo stretto in un Loden blu, che osservava quella ritirata con espressione spaesata. Era Francesco De Nardo, l’ingegnere della Novi, socio del Lions cittadino, persona conosciuta e rispettata che ogni tanto parlava alle tivù locali delle ultime novità dell’azienda dolciaria che in questo angolo di Piemonte dava da vivere a molti. Era anche lui la vittima del delitto, il marito di Susy Cassini, il genitore del piccolo Gianluca, al quale aveva promesso che la domenica seguente lo avrebbe portato a Milano per vedere l’Inter. Ma al tempo stesso era anche il padre di Erika, la ragazza che insieme al fidanzato Omar aveva ucciso il sangue del suo sangue. Qualcuno scrisse che in quel preciso istante, quando gli avevano detto che era stata lei, a compiere quel massacro, l’ingegnere di Novi Ligure era diventato l’uomo più solo e disperato del mondo. Non c’erano altre definizioni, per dire della posizione pazzesca nella quale si trovava, del pozzo di dolore nel quale era stato gettato. Naturalmente il rumore di fondo che giungeva da Novi Ligure si estese al villaggio globale italiano. Nel marzo del 2001 costrinse i magistrati a chiedere un silenzio stampa sulla vicenda, ed era la prima volta che accadeva per vicende non legate al terrorismo. La voglia di sapere e di guardare del pubblico e dei media, forse, era meno riconducibile alla curiosità e più allo sgomento. In quella villetta era accaduto l’indicibile, a differenza della vicenda di Pietro Maso senza neppure un vero perché, fatto che a tutt’oggi resta il vero grande mistero mai esplorato di Novi Ligure. Le domande suscitate da quel sangue erano tante, tutte legittime. Quell’orrore era vicino a noi, un germoglio sbocciato in famiglie normali, uguale a tante. Uguali, magari, alle nostre. «Abbiamo perso la sicurezza degli affetti» scrisse Giuseppe De Rita. Ma l’interesse era quasi tutto per lei, per Erika, per questa figura di figlia diabolica, e di riflesso per il padre, vittima e padre della carnefice. Il 6 marzo 2001 Francesco De Nardo incontrò alcuni giornalisti nel cortile del Ferrante Aporti, il carcere minorile di Torino. Stretto nello stesso Loden blu di quella sera, contestò con garbo la definizione di uomo più solo e disperato sulla faccia della terra. «Io ho Erika, e devo continuare a vivere per lei». Si allontanò, e una volta certo di non essere seguito, attraverso le sbarre di una finestra al pianterreno passò all’assistente sociale un pacchetto. Dentro c’erano due libri di scuola. E in quel gesto c’era già tutto. La vita doveva continuare. L’ingegnere di Novi Ligure, magari perché era Il padre ❜❜ l’unica via per sopravvivere, ha scelto sua figlia nel solo modo possibile. Decidendo di guardare avanti, rinunciando ad affacciarsi sull’orlo dell’abisso. Ci sono decisioni che devono essere prese subito, e sono definitive. Le intercettazioni ambientali in carcere rimandano colloqui al limite della banalità, come va a casa, come stanno le tartarughe del giardino. Quando la casa venne disse- Scheda Non posso abbandonarla, devo vivere per lei. Una della sua età deve avere un futuro. Ma quando la guardo penso: dove ho sbagliato? I delitti Susy Cassini e il figlio Gianluca vengono uccisi con 97 coltellate nella casa a Novi Ligure il 21 febbraio 2001 da Erika e dal fidanzato Omar Favaro (Newpress) L’ingegnere Francesco De Nardo, padre di Erika L’ha sempre protetta e non ha mai parlato in pubblico del duplice omicidio (foto Ap) Le condanne Il Tribunale dei minori di Torino condanna a dicembre del 2001 Erika a 16 anni di carcere e Omar a 14 anni questrata, De Nardo riverniciò da solo le pareti ancora imbrattate del sangue della moglie, di suo figlio. Qualcuno ha letto in questo atteggiamento una forma di espiazione da chissà quali colpe. Nelle poche telefonate con alcuni giornalisti era quasi costretto a giustificarsi. Nella mia vita è passato un tornado, diceva, e io cosa posso fare, posso solo rimettermi in piedi, dedicarmi a chi ha bisogno di me, lo so che per voi è difficile da capire. Su questo aveva ragione, l’unico enigma di Novi Ligure è diventato questa figura di padre, un borghese sempre gentile nei modi e nei toni, granitico in una scelta di vita quasi monastica, centrata tutta sul bene di una figlia che per il resto d’Italia era un diavolo moderno. Non tutti hanno approvato questo suo schierarsi con Erika, proteggerla per aiutarla, in apparenza senza farsi domande, sopportando l’implicita accusa di praticare la rimozione come una medicina per se stesso. Non tutti hanno valutato cosa ha vissuto e continua vivere quest’uomo. Il prezzo da pagare, per lui, è stato una ulteriore solitudine. A suo modo Francesco De Nardo è diventato un personaggio per contrasto, per la sua integrità, rifiutando ogni ribalta pubblica, cercando di tutelare sua figlia da ogni clamore. In dieci anni ha saltato «al massimo» due colloqui in carcere, riferiscono psicologi e assistenti sociali. Agli avvocati ha sempre dato disposizioni draconiane nei contatti con i media, lasciando filtrare disappunto ogni volta che qualcosa filtrava dalla nuova vita di Erika. Uno di loro lo racconta «addolorato e furioso» quando nel 2009 Matrix mandò gli interrogatori di Erika. E le recenti comparsate di Omar tornato in libertà lo hanno fatto stare malissimo, come avverrà anche oggi per una giornata che dovrebbe chiudere, illuminandola per l’ultima volta, una storia che tutti vorrebbero dimenticare. La nuova lettera di Erika segna invece l’inizio di un tempo supplementare affatto piacevole, quello del commercio delle epistole dei due ex fidanzati. E solleva legittime domande sul percorso fatto finora in carcere, visto che le comparsate televisive di Omar non dovrebbero essere, per lei, il primo motivo di rabbia e preoccupazione. Ma almeno quelle poche righe dimostrano voglia di ribellarsi a un destino pubblico, all’esposizione di se stessi alla quale si è consegnato il suo complice, una volta espiata la pena. Nel rifiuto annunciato del rumore di fondo che verrà c’è almeno l’adesione di Erika alla scelta dell’unico essere umano che non l’ha mai abbandonata, l’unico che si è sempre rifiutato di considerarla un mostro. L’ingegner Francesco De Nardo oggi ritroverà una ragazza diventata donna in carcere, che undici anni fa diede 97 coltellate a sua moglie e al suo Gianluca. Una figlia che gli ha preso tutto, ma è tutto quel che gli rimane. Marco Imarisio © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 32 Cronache Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera italia: 515249535254 Moda Oggi il lancio, in mostra 47 anni di successi. «Non solo quello che ha creato ma anche il contesto, lo stile e il privato» New media Alcune delle oltre 5mila immagini del sito internet che illustrano la storia dello stilista Valentino mette in Rete il suo museo Dopo l’addio a Roma, esposizione virtuale di bozzetti e documenti inediti MILANO — Che Valentino, designer in fondo intimista, con un forte senso dell’esclusività — nella lunga carriera ha lavorato con poche persone e per poche persone, mantenendo sulla propria vita un riserbo anacronistico — si lanci in un’avventura da pioniere del web, lo strumento per antonomasia più democratico e accessibile, è un esempio di quanto la moda oggi si nutra della dimensione virtuale, conducendo in Rete quasi una seconda vita. Apre il Museo Valentino, quello di cui si parla da anni, quello che avrebbe dovuto avere sede a Roma — città dello stilista — se non fosse rimasto prigioniero di una serie infinita di cavilli, di incomprensioni, di lungaggini che ne hanno frenato la corsa (la maison sta «Guide» speciali Lo stilista farà da guida con Giancarlo Giammetti e Anne Hathaway ancora trattando con il Comune, il discorso non è chiuso). Apre sul web e per sede ha un indirizzo internet: www.valentino-garavani-archives.org. Oggi il lancio, con una diretta su You Tube, tanto per restare in tema di new media. Valentino, affiancato dal socio storico, Giancarlo Giammetti — l’ideatore del museo — e da Anne Hathaway, accompagnerà i visitatori a colpi di mouse, facendo da guida nelle stanze che raccolgono oltre 5 mila immagini fra abiti (fotografati a 360 gradi) e bozzetti, oltre a filmati e documenti, scorci di un mondo scomparso. La stanza degli abiti rossi, quella degli abiti bianchi, gli Anni Sessanta, il ribaltone dei Settanta, le dive sul red carpet, le prime pubblicità sui giornali, i filmati delle sfilate fino a quella dell’addio, nel 2007. E poi le frequentazioni pubbliche e private, Jackie Kennedy e Soraya (erano i tempi in cui si diceva che Valentino non sedesse mai pubblicamente a un tavolo dove non avesse già trovato posto almeno una principessa). Materiale in gran parte inedito, 47 anni di moda ma anche molto d’altro. «Nel museo non c’è solo quello che Valentino ha creato nella sua lunga carriera — racconta Giammetti —. C’è anche quello che è accaduto intorno a lui, c’è l’abito ma anche il contesto in cui è nato, ci sono lo stile e l’epoca in cui quello stile ha potuto crescere ed affermarsi. Così sarà più facile scoprire il legame che unisce la moda con il proprio tempo». Non vengono sparate subito tutte le cartucce: online da oggi ci sarà una bella fetta del tesoro valentiniano, ma altro materiale andrà ad aggiungersi nei mesi successivi. In un video, Valentino racconterà dieci fra i suoi abiti più iconici, indossati da Natalia Vodianova, scendendo fin nei minimi dettagli: la difficoltà tecnica di un drappeggio, il primo tessuto double, lo chiffon in pizzo, il mantello animal print in pail- lettes decorato con piume di struzzo, il primo abito disegnato all’età di 17 anni. «Purtroppo ci siano accorti troppo tardi di quanto fosse importante documentare e raccogliere — continua Giammetti —. Ma chi pensava, nel 1960, che un giorno sarebbero nati i video delle sfilate? Era tutto da scrivere, da inventare». Seguiranno altre «video lezioni», per tenere acceso l’interesse sull’opera dello stilista. Coinvolto nella progettazione Online In alto, l’interno del museo (www.valentino-garavaniarchives.org) che oggi sarà presentato su YouTube del museo anche Amit Sood, creatore del Google Art Project. Un museo in cui «entri in pantofole», come dicono gli americani. L’applicazione del Valentino Garavani Virtual Museum è collegata a un database che impiega la tecnologia 3 D. Appuntamento per la prima oggi alle 17 (ora italiana): la conferenza stampa di New York verrà trasmessa live su You Tube. Mercoledì il party, ma questa volta servirà l’invito. Daniela Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Edimburgo BOUTIQUE PANERAI: Firenze, Piazza S. Giovanni 16R - Four Seasons Hotel, Borgo Pinti 99 • Milano, Via Montenapoleone 1 • Portofino, Via Roma 13 E presso i migliori specialisti di orologeria autorizzati. Festa per Tian Tian e Yang Guang I nuovi panda giganti dello zoo Tian Tian e Yang Guang, una coppia di panda giganti, sono atterrati ieri a Edimburgo, in Scozia, provenienti da Sichuan, in Cina. Accolti con tutti gli onori riservati ai vip, saranno ospitati nello zoo cittadino per 10 anni. Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 Cronache 33 italia: 515249535254 La Natività e i tre calendari Ebraico Le diverse datazioni del giorno di nascita di Gesù si comprendono con il calendario Ebraico. Sarebbe nato il 25esimo giorno del mese invernale di Tevet Giuliano Nell’anno 5 a.C. il giorno 25 del mese di Tevet del calendario Ebraico coincideva con il 6 Gennaio del calendario Giuliano Gregoriano Il calendario Giuliano è rimasto in vigore sino alla notte del 4 ottobre 1582. Fu rimpiazzato dal calendario Gregoriano I calcoli Dall’errore di Dionigi il Piccolo fino agli ultimi studi Il rebus dei calendari sul giorno del Natale Un monsignore indica un giovedì del 5 a.C. di ARMANDO TORNO Chi è Q uando nacque Gesù? I vangeli di Matteo e Luca offrono alcuni dati. Il primo ricorda che vide la luce a Betlemme al tempo di Erode, re della Giudea. Il quale, stando alla narrazione dei fatti, era ancora vivo. Luca, con un racconto totalmente diverso, rammenta che sotto Erode nacquero Giovanni il Battista e, sei mesi dopo, Gesù. In base al calcolo del monaco Dionigi il Piccolo (V-VI secolo), che introdusse il computo degli anni dalla venuta di Cristo, il Salvatore sarebbe diventato uomo nel 753˚ anno dalla fondazione di Roma. Ma il religioso commise un errore. Erode, stando allo storico Giuseppe Flavio e a quanto scrisse nelle sue Antichità Giudaiche (XVII, 191 e 213), scomparve tra un’eclisse totale di luna e una Pasqua. Ora, sappiamo che nel 5 a.C. vi furono appunto due eclissi totali; una parziale si verificò nel marzo del 4 a.C., e di nuovo Epoca ebraica una totale nell’1 a.C. Per questo si La data originale presume che il re dell’epoca morisse nel 4 a.C., ebraica era poco prima della il 25 di Tevet Pasqua. Quindi Gesù nacque prima del 4 a.C. E il giorno? Si è ripetuto che non lo conosciamo con precisione. Le ipotesi non sono mancate e nemmeno i primi cristiani sembrano essere d’accordo. Le chiese orientali lo fissano il 6 gennaio, le occidentali il 25 dicembre. Si giustificava l’incertezza ricordando che la nostra tradizione avrebbe cominciato a festeggiare il Natale il 25 dicembre dopo il Concilio di Nicea (325), quando il cristianesimo si diffuse grazie alla libertà di culto. Soppiantava, di fatto, la festa del Sol Invictus nel mondo del paganesimo agonizzante. La vera luce diventava Cristo. Gianantonio Borgonovo, docente di teologia ed esegesi del primo testamento presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, dotto- Gianantonio Borgonovo è docente di Teologia ed esegesi del Primo Testamento alla facoltà di Teologia dell'Italia Settentrionale Caravaggio L’«Adorazione dei pastori» (1609) re dell’Ambrosiana e canonico del Duomo di Milano, traduttore dall’ebraico per la Bibbia Cei del 2008, sta terminando complesse ricerche su calendari e computo del tempo nel mondo antico. Verranno pubblicate tra non molto. Si è imbattuto in dati che possono recare chiarimenti alla annosa discussione riguardante il natale di Gesù. La prima osservazione, sottolinea Borgonovo, è la seguente: «Il 25 dicembre e il 6 gennaio fanno riferimento alla stessa data, ovvero il 25 di Tevet del calendario ebraico». «Il 25 dicembre — prosegue — sarebbe la trascrizione popolare del giorno ebraico, mentre il 6 gennaio ne sarebbe l’equivalente preciso». Certo, il calendario allora in uso nel mondo latino era quello giuliano, in vigore sino al 1582. Papa Gregorio XIII, d’accordo con gli scienziati dell’epoca, decise di «saltare» i giorni dal 4 al 14 ottobre di quell’anno per riordinare il computo Atlante Un calendario tratto dall’opera Harmonia Macrocosmica del cartografo tedesco Andreas Cellarius L’atlante delle stelle fu pubblicato nel 1660 ad Amsterdam (foto Corbis) del tempo. Da quel momento la riforma creò una duplicazione di date del Natale. Borgonovo aggiunge: «Ho confrontato il calendario ebraico dal 10 a.C al 10 d.C.: ebbene un solo anno presenta l’equivalenza del 25 di Tevet con il 6 gennaio. Precisamente è il 3.756 dalla creazione del mondo secondo il computo ebraico. È il nostro 5 a.C.». È possibile anche individuare, per monsignore, seppur approssimativamente, il momento in cui nacque Gesù: «Il calendario giuliano stabilisce l’inizio del giorno a mezzanotte; per quello ebraico comincia con il tramonto del sole, grosso modo alle 18. Si può dunque dire che nell’anno 5 a.C., il 25 di Tevet iniziasse intorno alle 18 del 5 gennaio e terminasse attorno alle Le teorie 18 del 6 gennaio. Il dibattito è antico: Era un giovedì». nemmeno Detto in soldoni, l’equivalenza tra il i primi cristiani 25 di Tevet e il 6 erano d’accordo gennaio è solo per le ore dalla mezzanotte alle 18 del giorno dopo. Gesù sarebbe nato in questo arco di tempo. Il lavoro di Borgonovo costituisce l’ultimo di un’infinita teoria. Gerolamo Cardano mezzo millennio fa scrisse un Oroscopo di Cristo (c’è una traduzione da Mimesis) ed ebbe più guai che consensi. Ora, un gruppo formato tra gli altri da un archeoastronomo dell’osservatorio di Brera e da un’astrologa, ha compiuto ricerche sulla data di nascita e di morte di Gesù. Una combinazione di pianeti spiegherebbe l’apparizione della cometa. Fu così? Ma questa, direbbe Kipling, è un’altra storia. Magari riusciremo a raccontarvela. © RIPRODUZIONE RISERVATA Un secolo dopo l’incidente Torino Titanic affondato, una ricerca accusa il timoniere Ottomila in maschera davanti all’ospedale per i bambini malati Il film Una scena del «Titanic», la pellicola diretta nel 1997 da James Cameron (Ap) Solidarietà I Babbi Natale davanti all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino (Ansa) LONDRA — Non l’iceberg visto troppo tardi, ma 30 secondi di indecisione del timoniere furono la causa della sciagura del Titanic. A questa la nuova tesi sul più drammatico e celebre incidente della navigazione tra Europa e Nord America che nell’aprile del 1912 fece 1.496 vittime. Secondo uno studio pubblicato dal Telegraph, la nave aveva tempo più che sufficiente per scansare la massa di ghiaccio che ne segna il tragico destino, ma William Murdoch, il timoniere, aspettò mezzo minuto prima di cambiare rotta. I ricercatori hanno basato la loro teoria sulle nuove testimonianze di due marinai. Oltre all’errore del timoniere, secondo i ricercatori, a causare la morte di centinaia di persone fu anche la decisione del capitano Edward Smith di non fermare la nave che, a quel punto, affondò presto. MILANO — Spettacoli di musica e magia con oltre 8.000 persone vestite da Babbo Natale hanno regalato ieri un sorriso ai bambini ricoverati nell’ospedale « Regina Margherita» di Torino. All’iniziativa «Babbo Natale in Forma», organizzata dalla Fondazione dell’ospedale piemontese, ha partecipato Marco Berry con uno show di musica e magia davanti a centinaia di bimbi che assistevano dalle finestre delle proprie camere di degenza. Si è esibita anche la Fanfara degli Alpini, i volontari della Protezione Civile insieme a Vigili del Fuoco e acrobati che si sono calati dal tetto dell’ospedale vestiti anche loro da Babbo Natale. Nel corso della giornata sono stati anche raccolti fondi per il progetto di pet therapy con i cani «gli angeli custodi a quattro zampe». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: Codice cliente: 34 italia: 515249535254 FidenzaVillage.com Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera Autostrada A1, uscita Fidenza Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 IN PAGINA ✒ 35 italia: 515249535254 Kant, gentiluomo charmant di ARMANDO TORNO Immanuel Kant, il filosofo che ha lasciato all’umanità la Critica della ragion pura, è stato una vittima degli aneddoti. Ne sono circolati su dieta, abitudini, indifferenza per donne (perché preferiva la castità ai problemi sentimentali) e, tra gli altri, anche sulla gradita musica per banda. Ora di Manfred Kuehn, professore alla Boston University, è stato tradotto il saggio Kant. Una biografia (il Mulino, pp. 664, e 60), la cui edizione originale è del 2001. Con queste pagine documentatissime si smonta finalmente l’immagine caricaturale del sommo pensatore, purificando il suo ricordo da quei facili cliché che sono diventati la sostanza dei libri di filosofia più stupidi, pieni di materiale raccogliticcio. Ritorna, insomma, il gentiluomo che fu, ricco di spirito e pronto a partecipare alla vita sociale della sua Königsberg; un vero protagonista del suo tempo, che prese parte al grande dibattito settecentesco e non ignorò le idee della Rivoluzione francese. Un uomo che ha vissuto senza eccessi, considerato brillante e charmant dai suoi frequentatori. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cultura Inediti Un racconto di E. L. Doctorow indaga il rapporto tra scrittura e realtà. E il mistero di come nasce l’ispirazione artistica Perché i poeti non sono tutti uguali La scoperta del talento nei banchi del college, gli allori, il declino: la vita di James Arlington è una grande lezione di letteratura di E. L. DOCTOROW Il brano È possibile che qualcosa di veramente grave mi sia successo. È possibile che io mi sia allontanato dalla mia vocazione. Ma come può essere avvenuto? L’ho seguita fedelmente, passo dopo passo, ne ho accettato la logica, non ho mai vacillato, sono stato fermo e tutto questo mi ha condotto a questo deserto, questo orizzonte piatto. Continuo a girarmi e girarmi intorno e mi ritrovo solo. C’è forse una catastrofe insita nella missione? Si attraversa un limite invisibile, nella logica e nella fede, e a un certo punto un universo senza nome ti soffia negli occhi. È possibile che io lo abbia attraversato. Una volta volevo scrivere un romanzo sul vescovo Pike. Ora capisco perché, ne vedo la connessione: devo aver riconosciuto quell’adorazione da strabuzzare gli occhi, quella fede fatta di nervi che finisce per assorbirti e fa a pugni con il magma. Il buon vescovo, con ancora indosso il colletto, aveva seguito il proprio amore per Dio, là dove questo lo aveva portato, nel campo dell’occultismo. Il figlio era morto di overdose e c’era questo mezzo che poteva metterlo in contatto col figlio morto. Oh, che dolore, che dolore. Il libro delle preghiere che gli cade dalle dita. Se si crede veramente in Dio, come non chiedere l’aiuto del soprannaturale? Se Lui può essere pregato perché non può venire fuori da una tavola Ouija, in una sala buia, attraverso la voce soffocata di un truffatore? Il vescovo non sospettò mai che avrebbe lasciato il vescovado, povero pazzo fottuto, e sarebbe scomparso nel Negev con una bottiglia di Coca-Cola. Una volta, anni fa, il mio amico Arlington venne a casa nostra nel Connecticut e si fermò a dormire. Lo sentimmo gemere nel sonno. Ma al mattino lo trovai seduto in compagnia dei miei figli al tavolo dove facevamo colazione. Un uomo grosso, dalla costituzione simile a quella di un giocatore di football, seduto lì in una canottiera a costine, una Pall Mall in una mano e un bicchiere colmo di bourbon nell’altra. Arlington aveva una memoria fotografica e ] Questo brano è tratto da «Lives of the poets» («Vite dei poeti»), racconto di E. L. Doctorow che dà il titolo alla raccolta uscita nel 1984 negli Stati Uniti e inedita in Italia gton adorò quella scena, rise con questa risata forte, vistosa, vulnerabile che lo contraddistingueva, lui, un vero poeta che amava ascoltare i dischi di lieder di Elisabeth Schwarzkopf, ma a cui piaceva anche cantare Sam Sam the shithouse man mentre camminava lungo il margine — bracciante del centro Ohio che si ritrovava fra confraternite di ragazzi coi loro pantaloni di flanella grigia e bianca. E per tutte le settimane che seguirono mi avrebbe divertito col suo «Le foglie cadono, guarda guarda, le foglie cadono!». Entrò a far parte del suo repertorio di ricordi, delle frasi di tutti noi di cui lui teneva memoria — eravamo i disadattati, gli emarginati, i paria di quel campus e lui ci riuniva intorno a sé e questo ci rendeva orgogliosi, fieri — ricordava per noi le frasi e i gesti con cui cercavamo di ottenere il suo apprezzamento. E poi, passano trent’anni e lui è un famoso poeta, vive in un’inerme intensità, in una furiosa sottomissione alla poesia, gli atteggiamenti tipici del condannato. Ed è un bevitore prodigioso, un bevitore mostruoso e, infine, all’età di cinquant’anni, decide di ripulirsi e questa diventa per lui la lotta, il tormento: rimanere sobrio. E ci sta ancora lavorando su dopo un po’ Carisma Eravamo i disadattati, gli emarginati, i paria di quel campus. Ma lui ci riuniva intorno a sé e questo privilegio ci rendeva orgogliosi ] Il testo uscirà su «Satisfiction», free press culturale in libreria dal 15 dicembre; il 16 sarà online il sito della rivista: www.satisfiction.me l’idea che aveva di conversazione consisteva nel recitare poesie. Era in grado di improvvisare intere antologie di cose che aveva letto e amato. Quindi c’erano i miei figli, piuttosto piccoli, all’epoca, seduti davanti ai loro Rice Krispies, coi cucchiai in pugno, che lo fissavano, dimenticandosi di mangiare. E c’era Angel nel suo accappatoio, al bancone della cucina, che preparava panini al burro di arachidi per i sacchetti del pranzo e scuoteva la testa incredula. E c’ero io che stringevo la mia tazza di caffè e cercavo di mettere a fuoco la scena che stavo vedendo. E James Arlington, traendo spunto da Green groweth the holly, aspirava dalla sigaretta, si aggrappava al bicchiere di bourbon e iniziava a recitare una poesia di Trackl sulla decadenza della Germania fascista. E non erano ancora le otto del mattino! Ah che poeta! Voglio raccontare un episodio solo per mostrare che memoria avesse. Eravamo compagni di classe a Kenyon. C’erano molti poeti nel campus e la poesia era la nostra attività principale a Kenyon, così come nello Stato dell’Ohio lo è il football. E tre o quattro di quei poeti collegiali erano buoni e promettenti, come Arlington, ma c’erano anche poeti pessimi e poetastri e affettati esteti e a noi piaceva prenderli in giro, deridere la loro rarefatta sensibilità. Un giorno d’autunno, passeggiando con Jim, saltai dentro a un mucchio di foglie e le feci volare in aria calciandole e, mentre queste cadevano intorno alla mia testa, svolazzando e piroettando, alzai il polso molle e sollevai il mento e gridai, in tremante apprezzamento: «Le foglie cadono, le foglie cadono!». Arlin- Modelli «La musa» (1935) di Pablo Picasso (18811973), Centre Pompidou, Parigi di tempo, tenendosi lontano dal bere, assumendo quell’aspetto più magro, quel pallore da derelitti che loro hanno e in quello stato ecco un mal di gola che si rivela essere un cancro. E vado a trovarlo un giorno, in ospedale, e ora non può parlare, gli hanno impacchettato la bocca con una sorta di ovatta medica e ha una benda attorno al collo per tenere aperta una tracheotomia così che possa respirare. Fa dei cenni alla moglie, Molly, perché gli dia il blocco degli appunti e poi ci scrive sopra e me lo porge e la scrittura sono gli stessi scarabocchi di quel bracciante di campagna di trent’anni prima e sopra che cosa c’è scritto? Le foglie cadono. (traduzione di Nicola Manuppelli) © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 36 italia: 515249535254 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale di Milano - sent. 2665/2011 Sezione specializzata per la proprietà industriale ed intellettuale Nella causa n. 29476/008 promossa da Vittoria Assicurazioni spa Contro Immobiliare Vittoria srl (c.f. 02462560984) ...omissis... accertato e dichiarato che la convenuta Immobiliare Vittoria srl è responsabile della contraffazione del marchio nazionale n. 000084581 di titolarietà dell’attrice Vittoria Assicurazioni spa, inibisce alla convenuta la prosecuzione dell’utilizzo nella propria denominazione sociale della parola “Vittoria” in relazione a servizi immobiliari; fissa a carico della parte convenuta una penale di € 200,00 per ogni giorno di ritardo per l’adeguamento all’inibitoria di cui alla presente sentenza decorsi quindici giorni dalla sua notificazione in forma esecutiva. -omissisCosì deciso in Milano nella Camera di Consiglio del 21 febbario 2011 dr. Marina Tavassi dr. Claudio Marangoni Presidente Giudice astensore Depositata in Cancelleria il 24.2.2011 Atac S.p.A. Azienda per la Mobilità www.atac.roma.it Sede Legale: Via Prenestina, 45 - 00176 - Roma AVVISO PER ESTRATTO BANDO DI GARA N. 30/2011 Si informa che sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana (G.U.R.I.) n. 143 del 05/12/2011, parte V serie speciale, è pubblicato il Bando di Gara relativo alla Procedura Ristretta per l’affidamento delle attività di manovra, pronto intervento in esercizio e servizi complementari per autobus e vetture tranviarie nel territorio del Comune di Roma, da esperire mediante il sistema dell’e-Procurement. Il suddetto Bando è stato inviato alla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea in data 25/11/2011 e sarà disponibile unitamente a tutta la documentazione tecnico-amministrativa dedicata sul sito informatico del Ministero delle Infrastrutture, sul sito dell’Osservatorio dal 05/12/2011 e sul sito internet www.atac.roma.it nella sezione “Gare e Albo Fornitori” e sull’Albo Pretorio. IMPORTO COMPLESSIVO PRESUNTO DELL’APPALTO: euro 39.000.000,00 oltre I.V.A., compresi gli oneri per la sicurezza, non soggetti a ribasso di gara. DURATA DELL’APPALTO: è fissata in 6 (sei) anni a partire dalla data dell’avvio dell’esecuzione del contratto, con possibilità di recesso in favore del solo committente a partire dalla scadenza del 3° (terzo) anno, da esercitarsi previa comunicazione al fornitore con almeno 6 (sei) mesi di anticipo a mezzo raccomandata A/R. TERMINE ULTIMO PER LA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE DI PARTECIPAZIONE: ore 12.00 del 18/01/2012. CIG 3586950CC4. ATAC S.p.A. Direzione Acquisti, Contratti e Servizi Generali Il Direttore - Franco Middei Società con Unico Socio, soggetta all’attività di direzione e coordinamento dell’Automobile Club d’Italia Via Fiume delle Perle, n. 24 - 00144 Roma mail gara: [email protected] CIG: 3589220E07 AVVISO PER ESTRATTO DI GARA E’ indetta una gara a procedura aperta per l’acquisizione di servizi di call center a favore del cittadino. La base d’asta dell’appalto è di € 1.140.000,00 (unmilionecentoquarantamila/00), IVA esclusa, di cui € 760.000,00 per i primi 24 mesi ed € 380.000,00 per i successivi 12 mesi qualora venga esercitata la facoltà di rinnovo, per un numero stimato di circa 180.000 telefonate che dovranno essere gestite su base annua. Si precisa che gli oneri per la sicurezza derivanti da rischi interferenziali sono pari a zero. La gara è effettuata secondo la procedura fissata dal D. Lgs. 12 aprile 2006, n. 163 e successive modifiche ed è aggiudicata in favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Il Bando di gara è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale UE e su quella della Repubblica Italiana, alle quali è stato inviato in data: 23/11/2011. Le Imprese interessate possono ritirare la documentazione ufficiale di gara (Disciplinare di gara e relativi allegati), mediante presentazione di specifica richiesta con delega a favore dell’incaricato al ritiro, tutti i giorni feriali, escluso il sabato, dalle 9.00 alle 12.00, entro il 10/01/2012, presso gli uffici della ACI Informatica S.p.A. siti in Roma, in Via Fiume delle Perle n. 24, secondo le indicazioni in evidenza sul Bando di gara. La documentazione non ufficiale di gara è disponibile sul sito www.informatica.aci.it. Le offerte dovranno essere presentate entro il termine perentorio delle ore 12:00 del 10/01/2012, pena la non ammissione alla gara. Informazioni e/o chiarimenti sul Bando di gara, Disciplinare di gara, Schema di contratto, Capitolato Tecnico e gli altri atti di gara, potranno essere richiesti esclusivamente mediante fax al n. 06-523078640 entro le ore 12:00 del 19/12/2011. ACI Informatica S.p.A. - Divisione Informatica Il Direttore Generale - Ing. Daniele Bettarelli ASL Cagliari COMUNE DI FUCECCHIO (FI) AVVISO ASTE PUBBLICHE PER VENDITA IMMOBILI Il Comune di Fucecchio RENDE NOTO di avere indetto aste pubbliche, con il metodo delle offerte segrete da confrontarsi con il prezzo a base d’asta, per la vendita dei seguenti immobili: Fabbricato colonico, con terreno agricolo circostante, denominato “Podere Pannocchino” posto in zona Cerbaie - loc. Massarella. Dati dimensionali immobile: circa mq. 274 - mc. 670 - superficie terreno ha 4,2. Prezzo a corpo a base d’asta: € 410.000,00=. Data asta: 10 gennaio 2012 - Scadenza offerte: 9 gennaio 2012; Complesso immobiliare “ex macelli pubblici” sito in Via Sottolavalle del Capoluogo, insistente su area della superficie catastale di mq. 2.090. Intervento da realizzare mediante piano di recupero con potenzialità edificatoria di mq. 1.400 di S.U.L. Prezzo a corpo a base d’asta: € 750.000,00=. Data asta: 13 gennaio 2012 Scadenza offerte: 12 gennaio 2012; Fabbricati rurali con annessi terreni agricoli - “PODERE COLMATE” sito in Fucecchio - Via Burello/Via Colmate. Dati dimensionali: fabbricato principale S.U.L. complessiva di circa mq. 1000; fienile S.U.L. di circa mq. 290; terreni agricoli pianeggianti per la superficie catastale complessiva di mq. 245.420. Prezzo a corpo a base d’asta: € 1.740.000,00=. Data asta: 20 gennaio 2012 - Scadenza offerte: 19 gennaio 2011; Per informazioni e sopralluoghi: Settore LL.PP. - Geom. Danilo Desideri - previo appuntamento Fax 0571268246 - [email protected]. Fucecchio, lì 30 novembre 2011 Il Dirigente - Ing. Giorgio Savini Servizio Acquisti AVVISO ESITO DI GARA A PROCEDURA APERTA Amministrazione aggiudicatrice: ASL Cagliari - via Piero della Francesca, 1 - 09047 Selargius. Oggetto dell’appalto: Procedura aperta mediante asta elettronica per la fornitura di vaccino antinfluenzale per aziende sanitarie diverse facenti parte dell’Unione di acquisto della Macroarea territoriale Sud della regione Sardegna. Aggiudicazione: prezzo più basso. Dettaglio aggiudicazione: Appalto 1: Aggiudicatario: Crucell Italy SRL, Appalto 2: lotto deserto, Appalto 3: Aggiudicatario: Sanofi Pasteur Msd, Appalto 4: Aggiudicatario: Sanofi Pasteur Msd, Appalto 5: Aggiudicatario: Kedrion SpA. Data invio alla GUUE: 07/11/2011. Il Responsabile Servizio Acquisti Dott.ssa M. Alessandra De Virgiliis L’AMIAT S.p.A. con socio unico, indice la seguente gara: *[Rif. PA 31/11] - Fornitura in forma frazionata di ricambi (originali o di qualità corrispondente) per spazzatrici RAVO. Importo a base di gara: € 220.000,00 + IVA. La documentazione di gara è disponibile sul sito aziendale: http://www.amiat.it - Sezione “Appalti e Gare”. Il bando è stato inviato alla G.U. della Comunità il 21/11/2011. L’Amministratore Delegato Dott. Maurizio Magnabosco Unità Acquisti CASSA DEPOSITI E PRESTITI SPA ESTRATTO BANDO DI GARA 1) Ente aggiudicatore: Cassa Depositi e Prestiti S.p.A. Via Goito, 4 00185 - Roma. 2) Tipo di procedura e criterio di aggiudicazione: Procedura ristretta per la fornitura delle licenze d’uso di un sistema “chiavi in mano” personalizzato per CDP S.p.A. di Asset & Liability Management (ALM) e dei relativi servizi manutentivi e specialistici -, ai sensi dell’art. 55, comma 2, del D.Lgs. n. 163/2006 e s.m.i., con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. 3) Oggetto dell’appalto: Fornitura di un sistema Asset & Liability Management (ALM) e dei relativi servizi manutentivi e specialistici - CIG: 3551885439. 4) Durata dell’appalto: 36 mesi con facoltà di rinnovo per ulteriori 36 mesi. 5) Importo dell’appalto: L’importo del servizio è stimato in un importo presunto complessivo pari a € 1.750.000,00, comprensivo delle opzioni ed oltre IVA. 6) Termine per la presentazione delle offerte: entro le ore 12,00 del 20/12/2011 presso il seguente indirizzo: Cassa depositi e prestiti S.p.A. Unità Acquisti Via A. Farnese n. 1 00192 Roma - All’attenzione dell’avv. Anna MAZZEO. 7) Bando: pubblicato sulla GUUE il 28/11/2011 (rif. 2011/S 223-362337) e sulla GURI n. 140 del 28/11/2011. 8) Bando integrale e tutti i documenti di gara sono disponibili sul sito www.cassaddpp.it. 9) Responsabile del procedimento: il Responsabile dell’Unità Acquisti di CDP S.p.A., Anna Mazzeo. Il Responsabile del Procedimento - Anna Mazzeo REGIONE DEL VENETO AZIENDA SANITARIA ULSS N. 3 36061 - BASSANO DEL GRAPPA (VI) ESTRATTO BANDO DI GARA A PROCEDURA APERTA PER L’AFFIDAMENTO DELL’APPALTO INTEGRATO PER LA PROGETTAZIONE ESECUTIVA E L’ESECUZIONE DEI LAVORI DI ADEGUAMENTO DELL’OSPEDALE DI ASIAGO. CIG: 35190625D3 CUP: H49H10000740008 • Amministrazione aggiudicatrice: Azienda Sanitaria ULSS n. 3 - Via dei Lotti, n. 40 - 36061 Bassano del Grappa (VI). Profilo committente: www.aslbassano.it. • Luogo di esecuzione dei lavori: Asiago - Via Martiri di Granezza, n. 42. • Descrizione dell’appalto: Progettazione esecutiva ed esecuzione di tutte le opere e forniture necessarie per l’adeguamento strutturale e tecnologico dell’ospedale di Asiago. • Importo dell’appalto: €. 22.867.817,74.= così suddiviso: o €. 16.951.664,37.= importo soggetto a ribasso; o €. 5.916.153,37.= importo non soggetto a ribasso; • Categorie e classi dei lavori oggetto della progettazione esecutiva: Classe Id €. 6.599.956,70.=; Ig €. 5.204.817,60.=; IIIa €. 589.067,57.=; IIIb €. 5.621.962,28.=; IIIc €. 4.375.513,59.=. • Classificazione dei lavori: Categoria prevalente OG1 €.11.802.123,75 class. VII. Altre categorie: OS3 €. 929.285,06 class. III scorporabile a qualificazione obbligatoria OS28 €. 5.294.783,93 - class. VI scorporabile a qualificazione obbligatoria OS30 €. 4.365.125,00 - class. V scorporabile a qualificazione obbligatoria. • Durata dell’appalto: 1180 giorni di cui: - 90 giorni naturali e consecutivi per progettazione esecutiva; - 1090 giorni per esecuzione lavori (728 giorni di 1ª fase, 180 giorni per trasferimenti, 182 giorni per 2ª fase). • Soggetti ammessi alla gara: I concorrenti di cui all’art. 34, comma 1 del D.Lgs. n. 163/06 e smi in possesso dei requisiti stabiliti nel disciplinare di gara. • Ulteriori informazioni: Il bando integrale, completo di disciplinare di gara, è disponibile presso: - il sito internet dell’Azienda Sanitaria ULSS n. 3 - www.aslbassano.it; - l’Albo dell’Azienda Sanitaria ULSS n. 3; - il sito della Regione Veneto: www.regione.veneto.it; - la Gazzetta Ufficiale Comunità Europea (GUCE); - la Gazzetta Ufficiale Repubblica Italiana (GURI); - Sito Ministero Infrastrutture e Trasporti: www.serviziocontrattipubblici.it. • Il Responsabile del Procedimento ing. Siro Fornasiero Il Direttore Generale - dr. Valerio Alberti AUTORITA’ PORTUALE DI MESSINA Republic of Iraq Iraq - SUPPLY PROCUREMENT NOTICE Object: Supply of Dredgers, service boats, service vehicles, crawler excavators and wheel loaders for the Italian Soft Loan to the Republic of Iraq Contracting Authority: Iraqi Ministry of Water Resources Funding: Soft Loan of the Italian Ministry of Foreign Affairs for rebuilding Iraq’s agriculture and irrigation sector Tender Value: Approximately 12.757.500 Euro Deadline for receipt of tenders: Monday, February 20th 2012 at the Ministry of Water Resources Head Quarter, Palestine St., Baghdad, Iraq The Procurement Notice will be available starting 5th December 2011, at the following website address: http://www.mowr.gov.iq/italianloan/ Republic of Iraq ASL Cagliari Servizio Acquisti ESTRATTO AVVISI DI GARA Si rende noto che sono indette le seguenti gare a procedura aperta: - per la fornitura, in più lotti, in modalità service, di sistemi analitici per lo screening delle droghe d’abuso. Le offerte dovranno pervenire entro le ore 12.00 del giorno 23/01/2012. L’avviso è stato inviato in GUUE in data 14/11/2011. - per la fornitura, in unico lotto e in modalità service, di sistemi analitici per genotipo HCV e mutanti virus HBV. Le offerte dovranno pervenire entro le ore 12.00 del giorno 26/01/2012. L’avviso è stato inviato in GUUE in data 16/11/2011. La documentazione di gara dovrà essere scaricata dal sito aziendale www.aslcagliari.it sezione ‘bandi e gare”, alla voce inerente le presenti procedure. Ulteriori informazioni possono essere richieste al fax: n. 070.6093225 o all’indirizzo e-mail [email protected]. Gli avvisi sono pubblicati integralmente sul sito www.aslcagliari.it e sul sito della Regione www.regione.sardegna.it. Il Responsabile Servizio Acquisti Dott.ssa M. Alessandra De Virgiliis Regione autonoma Friuli Venezia Giulia Direzione centrale lavoro, formazione, commercio e pari opportunità AVVISO APPALTO AGGIUDICATO Amministrazione aggiudicatrice: Regione Autonoma FVG - Direzione Lavoro, Formazione, Commercio e Pari Opportunità - Servizio Programmazione e gestione interventi formativi, Via San Francesco, 37 - 34133 Trieste, tel. 040/3775298, 040/3775092; e-mail: [email protected], sito internet: www.regione.fvg.it. Procedura aperta con criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa per l’aggiudicazione dei servizi volti a valutare l’attività complessiva dell’autorità di gestione nei processi di programmazione e gestione delle operazioni. Programma Operativo Regionale Fondo sociale europeo Obiettivo 2 2007/2013 Competitività regionale e Occupazione, Asse 6 - Assistenza tecnica. Codice CIG: 12968491A6. Codice CUP: D94C11000020009 Numero offerte ricevute: 5. Aggiudicatario: Ecoter s.r.l., via Panaro, 14 00199 Roma. Data di aggiudicazione: 7 ottobre 2011. Valore dell’offerta: euro 147.000,00 (IVA esclusa). Data pubblicazione bando di gara: 9 marzo 2011. Data comunicazione avviso: 23 novembre 2011. Direttore servizio programmazione e gestione interventi formativi (Ileana Ferfoglia) Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera Iraq - SUPPLY PROCUREMENT NOTICE Object: Supply of Vehicles and equipments for drilling operations for the Italian Soft Loan to the Republic of Iraq Contracting Authority: Iraqi Ministry of Water Resources Funding: Soft Loan of the Italian Ministry of Foreign Affairs for rebuilding Iraq’s agriculture and irrigation sector Tender Value: Approximately 17.520.500 Euro Deadline for receipt of tenders: Monday, February 6th, 2012 at the Ministry of Water Resources Head Quarter, Palestine St., Baghdad, Iraq The Procurement Notice will be available starting 5th December 2011, at the following website address: http://www.mowr.gov.iq/italianloan/ Republic of Iraq Iraq - SUPPLY PROCUREMENT NOTICE Object: Supply of Equipments and Vehicles for Trimming and Lining Operations for the Italian Soft Loan to the Republic of Iraq Contracting Authority: Iraqi Ministry of Water Resources Funding: Soft Loan of the Italian Ministry of Foreign Affairs for rebuilding Iraq’s agriculture and irrigation sector Tender Value: Approximately 9.600.300 Euro Deadline for receipt of tenders: Monday, February 13th 2012 at the Ministry of Water Resources Head Quarter, Palestine St., Baghdad, Iraq The Procurement Notice will be available starting 5th December 2011, at the following website address: http://www.mowr.gov.iq/italianloan/ Sistema Portuale di Messina e Milazzo Servizio Appalti e Gare ESTRATTO BANDO DI GARA Stazione appaltante: Autorità Portuale di Messina, Via Vittorio Emanuele n. 27 - 98100 Messina, tel. +39 0906013210 - fax +39 090710120. Luogo di esecuzione: Comune di Milazzo (Messina). Aggiudicazione: Procedura aperta ai sensi degli artt. 3 comma 37), art. 11 comma 3), art. 53 comma 2) lettera b) e art. 55 comma 5) del Decreto Legislativo 163/2006 e smi con l’aggiudicazione mediante il criteri dell’offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del medesimo D.Lgs. 163/2006 e smi, per la progettazione esecutiva, il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione e l’esecuzione dei lavori di realizzazione di un pontile industriale a giorno in località Giammoro nel Comune di Pace del Mela (Me) e delle relative opere di raccordo a terra. Importo delle opere poste a bando, interamente e corpo, è pari ad €. 22.787.551,58 così composto: Somme da assoggettare a ribasso d’asta, al netto degli oneri di sicurezza €. 22.161.280,55; Progettazione esecutiva e coordinamento della sicurezza in fase di progettazione: €. 174.000,00, Totale somme da ribassare € 22.335.280,55, Oneri della sicurezza non soggetti a ribasso € 452.271,03. Le categorie dei lavori, stabilite nel progetto definitivo ai sensi dell’art. 61 DPR 207/2010 (ex art. 3 del DPR 25/01/2000 n. 34), risultano essere: Categoria Prevalente Art. 61 DPR 207/2010 (ex art. 3 DPR 34/2000) OS 21: Opere strutturali speciali - Classifica VII per € 12.075.645,32 (comprensivi oneri sicurezza); OG 7: Opere Marittime - Classifica VI per € 8.929.228,30; Categoria scorporabile e/o subappaltabile DPR 207/2010 art. 109 (ex DPR 554/99 art. 74 c.2) OG 3: Strade, ponti, viadotti - Classifica IV per € 1.608.677,96. Termine ricezione offerte: entro ore 13 del 08/02/2012. Documenti e modalità presentazione offerte: vedasi Bando, Disciplinare gara ed allegati disponibili sul sito www.porto.messina.it. Data, ora e luogo apertura buste: 15/02/2012 ore 10.00, Messina, via Vittorio Emanuele n. 27. IL PRESIDENTE - Prof. Ing. Dario Lo Bosco MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO UFFICIO PER GLI AFFARI GENERALI E LE RISORSE Divisione XI - Sistemi Informativi Estratto avviso di appalto aggiudicato I.1) Amm.ne aggiudicatrice: Ministero dello sviluppo economico - Ufficio Affari Generali e Risorse - Divisione XI Sistemi informativi, Via Molise, 2 - 00187 Roma. II.2.1) Oggetto: Affidamento dei servizi di assistenza evolutiva del sistema informativo del Ministero dello Sviluppo Economico (C.U.P. B81D10000290001). Lotto 1 - Evoluzione dell’assistenza specializzata del sistema informativo mediante l’affidamento dei servizi di conduzione dei sistemi comuni (CIG 0737355497). Lotto 2 - Evoluzione del supporto agli utenti del sistema informativo mediante l’affidamento dei servizi di assistenza e gestione delle postazioni di lavoro informatizzate (CIG: 0737361989). IV.1.1) Procedura: aperta. IV.2.1) Aggiudicazione: offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi degli artt. 81 e 83 del D.Lgs 163/2006. IV.3.2) Data di pubblicazione del Bando di gara: GUUE 2011/S/046/075737 del 08/03/2011. V) Aggiudicazione lotto 1. V.1) Data aggiudicazione: 18/11/2011. V.2) Offerte ricevute: 9. V.3) Aggiudicatario: Business-e Spa. V.4) Valore totale inizialmente stimato dell’appalto: € 835.000,00 (IVA esclusa). Valore finale totale appalto: € 474.790,00 (IVA esclusa). V.5) Subappalto: no. V) Aggiudicazione lotto 2. V.1) Data aggiudicazione: 18/11/2011. V.2) Offerte ricevute: 11. V.3) Aggiudicatario: Nova Systems Roma Srl. V.4) Valore totale inizialmente stimato dell’appalto: € 530.000,00 (IVA esclusa). Valore finale totale appalto: € 311.490,00 (IVA esclusa). V.5) Subappalto: no. VI.4) Data di pubblicazione del presente avviso: GUUE 2011/S/226/366521 del 24/11/2011. IL DIRIGENTE (Ing. Antonio Maria Tambato) ANAS S.p.A. Compartimento della viabilità per la Lombardia AVVISO VOLONTARIO PER LA TRASPARENZA PREVENTIVA ai sensi dell’art. 79 bis del d.lgs. 163/2006 s.m. A) DENOMINAZIONE E RECAPITO DELLA STAZIONE APPALTANTE Trentino Sviluppo S.p.A. in via F. Zeni n. 8 a Rovereto (TN), tel. 0464 – 443111 fax 0464 – 443112 B) DESCRIZIONE DELL'OGGETTO DEL CONTRATTO Affidamento dei lavori di realizzazione opere provvisionali, scavi, bonifica bellica inerenti la realizzazione del Parco Tecnologico – Impresa, Incubazione, Ricerca c/o il Polo della Meccatronica. Codice CIG: 343630616B C) MOTIVAZIONE DELLA DECISIONE DELLA STAZIONE APPALTANTE DI AFFIDARE IL CONTRATTO SENZA LA PREVIA PUBBLICAZIONE DI UN BANDO DI GARA NELLA GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Procedura negoziata (10 inviti) senza previa pubblicazione del bando ai sensi dell’art. 33 comma 5 della L.P. 26/93 e del relativo Regolamento di attuazione. D) DENOMINAZIONE E RECAPITO DELL'OPERATORE ECONOMICO A FAVORE DEL QUALE È AVVENUTA L'AGGIUDICAZIONE DEFINITIVA. Lago Rosso soc. coop. Strada Romana, 7 38010 TASSULLO / TN Euro 672.016,24, ribasso del 21,762% rispetto alla base d’asta. E) ALTRE INFORMAZIONI Applicazione dell'art. 24 del D.P.G.P. 12-10 Leg. del 1994 e s.m. in materia di esclusione automatica delle offerte anomale. Rovereto, 25 novembre 2011 In fede, TRENTINO SVILUPPO S.p.A - Il Presidente - Diego Laner ESTRATTO DI BANDO DI GARA È indetta procedura aperta ai sensi del D.Lgs. n. 163/2006, col criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa: GARA n. MI012-11. S.S. n. 342 “Briantea” - Lavori di verniciatura della galleria San Roberto in ordine ai lavori di completamento del 1° lotto dell’Asse Interurbano di Bergamo con nuovo collegamento alla S.S. n. 342. IMPORTO LAVORI: € 540.400,00 di cui € 22.000,00 per oneri sicurezza non soggetti a ribasso. Categoria prevalente: OS7 classifica II. Le offerte, in lingua italiana, dovranno pervenire entro e non oltre le ore 19.30 del giorno 09.01.2012. Il bando pubblicato sulla G.U.R.I. n. 143 il giorno 05.12.2011 è visibile presso l’Albo Pretorio dei Comuni di Milano e Bergamo, presso il Compartimento della Viabilità di Milano, sul sito internet www.stradeanas.it, sul sito internet www.serviziocontrattipubblici.it e sul sito internet www.osservatorio.oopp.regione.lombardia.it. Il Dirigente Amministrativo Avv. Nicola Rubino VIA C. D’ASCANIO, 3 - 20142 MILANO Tel. 02/826851 - Fax 02/82685501 • sito internet www.stradeanas.it COMUNE DI PIACENZA Direzione Operativa Risorse Servizio Acquisti e Gare Affidamento dei servizi socio educativi rivolti ai minori del Comune di Piacenza per il periodo dal 01/09/2011 al 31/07/2011. Procedura aperta suddivisa in tre lotti esperita con il criterio dell’ offerta economicamente più vantaggiosa. Lotto n. 1: Servizi Socio educativi territorializzati: Offerta e pervenuta ed ammessa n. 1 aggiudicatario: Coop. Soc. EUREKA, Via Gervasi 28 Piacenza, importo complessivo aggiudicato pari a € 1.861.394,74 oltre IVA di Legge CIG: 2204150A1C; Lotto n. 2. Servizi Socio educativi in ambito scolastico: Offerta e pervenuta ed ammessa n. 1 aggiudicatario Soc. Coop. Soc. OLTRE arl, Piazza Cittadella 28 Piacenza, importo complessivo aggiudicato pari a € 827.662,36 oltre IVA di Legge CIG 22041856FF; Lotto n. 3 Servizi Socio educativi con semiresidenzialità, offerte pervenute ed ammesse n. 1, aggiudicatario: Soc. Coop. Sociale Casa del Fanciullo, Via Casa del Fanciullo 1, loc. IVACCARI (PC) importo complessivo aggiudicato € 392.646,30 oltre IVA di Legge, CIG: 22042089F9. Determina Dirigenziale di aggiudicazione definitiva n. 1308 del 18/8/2011. Il Responsabile del Servizio - Sergio Fuochi AGENZIA INTERREGIONALE PER IL FIUME PO - A.I.PO Strada Garibaldi, 75 - 43121 PARMA ESTRATTO ESITO DI GARA MEDIANTE PROCEDURA APERTA AGGIUDICAZIONE DEFINITIVA EFFICACE Si comunica l’esito della gara espletata in data 04/08/2011 relativa ai lavori di ripristino e adeguamento delle sezioni di deflusso del deviatore Olona per il miglioramento della sicurezza idraulica dell’area metropolitana di Milano. MI E-786 - C.I.G.: 2706555FD3 C.U.P.: B49H10000320001. Importo a base d’asta € 3.836.076,00.=. Importo oneri di sicurezza € 115.000,00.=. Numero Operatori Economici partecipanti: 6. Numero Operatori Economici esclusi: 6. Criterio di aggiudicazione: Art. 83 del D.Lgs. 163/06 e s.m.i. Aggiudicataria: Cavicchini Costruzioni Generali di Cavicchini Gaetano & C. S.n.c. con sede legale in Bagnolo San Vito (MN). Importo netto offerto € 3.207.830,83.=. L’esito integrale di gara, con i nominativi degli Operatori Economici partecipanti, è pubblicato sul sito internet “www.agenziapo.it” - “Appalti e Contratti” e sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - V^ Serie Speciale - n. 143 del 05/12/2011. Il Dirigente Vicario - Dr. Giuseppe Barbieri Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri Reparto Autonomo - Servizio Amministrativo Sezione Contratti ESITO DI GARA Sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 141 del 30/11/2011 - 5^ Serie Speciale “Contratti Pubblici” è stato pubblicato l’esito della gara per la fornitura ed installazione di reti in ponte radio. L’esito di gara anzidetto può essere visionato, altresì, presso questo Comando Generale - Ufficio Relazioni con il Pubblico, Piazza Bligny, n. 2 Roma, ovvero sui siti internet www.carabinieri.it sez. “Le gare d’appalto” e www.serviziocontrattipubblici.it. d’ordine Il Capo del Servizio Amministrativo COMUNE DI CASATENOVO (LC) Avviso di appalto aggiudicato CIG: 308988803E Servizio: Raccolta differenziata rifiuti solidi urbani ed assimilati - altri servizi. Quadriennio 2012/2015. Procedura: Aperta. Data di aggiudicazione: 09/11/2011. Offerte ricevute: n. 3. A.T.I. aggiudicataria: Luigi Frigerio srl di Besana B.za (MB) / San Germano srl di Pianezza (TO).Valore finale appalto: € 2.060.313,14. Il Responsabile di Servizio - Arch. Deborah Riva Codice cliente: Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 Terza Pagina 37 italia: 515249535254 Elzeviro Il caso Esposto di Italia Nostra e raccolta di firme per fermare i lavori a Firenze. La replica: «Demagogia» Torna «Di qua dal paradiso» di Fitzgerald Battaglia di Anghiari in tribunale I BACI DELLE RAGAZZE E IL MURO DELLA VITA «La ricerca del leggendario dipinto di Leonardo rovina il Vasari» di GIORGIO MONTEFOSCHI «P oi le loro labbra si sfiorarono come fiorellini selvatici mossi dal vento». È il primo dei numerosi baci che costellano Di qua dal Paradiso, il romanzo con il quale Francis Scott Fitzgerald esordì giovanissimo nel 1920 — dopo il rifiuto di due precedenti manoscritti e parecchi rimaneggiamenti necessari ad arrivare alla versione finale — ottenendo subito un immenso successo. Se lo scambiano, nemmeno quindicenni, nel salottino di un club di Minneapolis per famiglie ricche, alla fine di una festa con slittini organizzata dalla mamma di lei, Myra St. Claire e Amory Blaine. «Baciami ancora» chiederà di lì a poco Myra, poggiandogli dolcemente la testa sulla spalla. Ma Amory, sorprendendo se stesso, risponderà: «Non mi va». Di qua dal paradiso, che oggi rileggiamo in una nuova traduzione, molto buona, di Veronica Raimo (Minimum Fax, pp. 410, € 13), è un romanzo tenero e terribile, lieve e a tratti pesante a causa di un disordinato affollamento di materiali, ❜❜ Soltanto la sapienza femminile riesce a superare le sconfitte © RIPRODUZIONE RISERVATA La riesumazione della salma di MARCO GASPERETTI S i voleva la battaglia e battaglia alla fine è stata. Non quella di Anghiari, il dipinto di Leonardo che si sta cercando con sonde e miniendoscopi computerizzati in un’intercapedine della parete est del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze, dietro un maestoso affresco del Vasari, bensì l’attacco lanciato ai ricercatori del «Leonardo perduto» da un lungo elenco di studiosi e uomini di cultura: dall’accademico dei Lincei, già direttore della Normale, Salvatore Settis, al vicepresidente emerito della Corte costituzionale Paolo Maddalena, da Keith Christiansen, curatore capo della pittura europea al Metropolitan di New York, allo storico e scrittore Carlo Ginzburg. Centouno intellettuali, insieme con altri trecento firmatari, hanno sottoscritto un drammatico appello per bloccare la ricerca, convinti non solo della probabile inesistenza del Leonardo fantasma («si cerca oltretutto sulla parete sbagliata» denunciano), ma preoccupati per i «possibili danni all’opera del Vasari» che i tecnici guidati da Maurizio Seracini, ingegnere e docente all’Università della California, stanno trafiggendo con microsonde. E non c’è solo l’appello dell’intellighenzia a fomentare le polemiche, ma un esposto — firmato dal presidente di Italia Nostra, Alessandra Mottola Molfino — che stamani l’associazione presenterà alla procura della Repubblica per violazione dell’articolo 635 del codice penale, danneggiamento di un’opera d’arte (la Battaglia di Scannagallo, l’affresco del Vasari appunto) con tanto di richiesta di sequestro preventivo del «cantiere» installato su un ponteggio alto una decina di metri nel Salone dei Cinquecento. Le ricerche (sponsorizzate da «National Geographic» con 250 mila dollari) sarebbero dovute durare sino a ieri, ma si è deciso poi di prorogarle per altri tre giorni. Come in ogni battaglia che si rispetti, c’è anche un antefatto: la decisione di Cecilia Frosinini, responsabile del settore pitture murarie dell’Opificio delle Pietre Dure (uno dei centri di restauro Dopo la riesumazione del cadavere di Salvador Allende, lo scorso luglio, il Cile è alle prese con un nuovo caso di «morte eccellente». Il grande poeta Pablo Neruda morì il 23 settembre del 1973 nella clinica di Santa Maria, 12 giorni dopo il colpo di Stato del generale Augusto Pinochet. Il giudice Manuel Carroza, che ha accolto la richiesta del Partito comunista cileno di riesumare la salma, dovrà verificare se la versione ufficiale, ovvero che Neruda morì per un cancro, sia vera. Oppure se il poeta fu avvelenato, come afferma il Pcc, anche sulla base di una testimonianza dell’autista di Neruda, Manuel Araya. Araya sostiene che lo stesso Neruda gli disse, la mattina del 22 settembre del ’73, di aver ricevuto un’«iniezione». L’accusa «È del tutto improbabile che Vasari abbia sigillato qualcosa di ancora leggibile dietro un muro» La difesa «Queste polemiche ci amareggiano Appare un tentativo degli esclusi di fermare una ricerca straordinaria» Improvvisi UN’ANTOLOGIA DI STORIE SENZA L’AMORE di SEBASTIANO VASSALLI Ucciso dal cancro o avvelenato Indagine sulla morte di Neruda più importanti al mondo, con sede a Firenze), di dissociarsi dalla ricerca, approvata però dallo stesso Opificio, dal ministero e dalla sovrintendenza. «Ho rinunciato a "bucare" il muro — ha spiegato l’esperta — per una mia precisa posizione etica. Non voglio che l’affresco ben conservato di Giorgio Vasari sia sacrificato. Le prove di Seracini non sono sufficienti e devono essere verificate». Polemiche anche dal Pdl, che aveva ipotizzato un possibile «scempio inimmaginabile dell’affresco di Vasari del quale il sindaco Matteo Renzi dovrà assumersi la responsabilità». Insomma: enigmi storici, arte e politica. «La dissociazione della dottoressa Frosinini — scrivono i 101 intellettuali — ha mostrato che all’interno dell’Opificio stesso non c’è accordo sulla natura e sui rischi di questi interventi». Ritengono poi «del tutto improbabile che Vasari abbia sigillato qualcosa di ancora leggibile sotto un muro» e si dicono preoccupati per la sottovalutazione «dei più attendibili risultati della ricerca storico-artistica, i quali mostrano che la Battaglia di Anghiari era con ogni verosimiglianza sulla parete opposta a quella che ora si sta forando». Tomaso Montanari, docente di Storia dell’arte moderna all’Università Federico II di Napoli e tra i firmatari dell’appello, suona la carica. E denuncia: «Gli affreschi del Vasari a Palazzo Vecchio cadono a pezzi e, invece di concentrarsi sul salvatag- ✒ scritto in alcuni momenti meravigliosamente bene, nel quale i lettori che già conoscono i due successivi capolavori di Fitzgerald, e cioè Il Grande Gatsby e Tenera è la notte, vedranno affacciarsi, alle soglie di quella medesima epoca, il medesimo protagonista da ragazzo. Lo vedranno e lo scopriranno — proiettandosi, insieme a lui, in quegli altri due romanzi — con pena e sgomento. Perché quel «non mi va» infantile e cieco, pronunciato nel tepore del salottino, è assai meno banale di quanto appare. Se il bacio (essere baciate, concedere baci, sottrarsi a un bacio violento, fare in modo che non si sappia di essere state già baciate, baciare chiunque e dovunque e infischiarsene a costo di perdere la reputazione) è il crinale delle tumultuose avventure sentimentali che squassano il cuore delle ragazze per bene nell’America puritana degli Anni Dieci e Venti del Novecento, per i ragazzi che vogliono essere e non solo apparire o «diventare» qualcosa o qualcun altro, in un inesausto inseguimento, la salita è assai più dura. Le ragazze, quasi tutte (meno una: Eleanor, diciottenne e già ge- niale e mezza pazza), sono futili, sciocche, ingenue, deliziosamente perverse. Baciano, soffrono, piangono nelle loro stanze dipinte di rosa, nel salotto di casa davanti al camino, nelle vecchie ville di campagna: ma, in fondo, devono trovare un marito che non sia troppo sbagliato e principalmente ricco. E l’inesauribile sapienza femminile (quasi sempre) le aiuta a districarsi, a superare le delusioni e le sconfitte: persino quando la vita le «ammanta» di dolore. I ragazzi, invece, non sanno. Protetti da patrimoni cospicui, si iscrivono alle università che contano, come Yale e Princeton; frequentano i club giusti; vanno alle feste; si ubriacano; trasgrediscono; scrivono poesie mediocri; cominciano a leggere libri partendo da ignoranze colossali («Conosci Oscar Wilde?», «Chi l’ha scritto?»); distesi sui letti del college, discutono e «fumano sigarette turche con precisa contemplazione»; prendono il treno e se ne vanno a New York e bevono cocktail al Plaza, entrano nei teatri e nei locali dove trovano le ragazze compiacenti o soltanto si lasciano travolgere dalla folla nella Quinta Strada che talvolta, nel mese di maggio, regala un’aria simile a «un vino delicato e leggero»; tornano a Princeton; vanno in guerra in Europa e o muoiono o tornano; e cominciano un lavoro… ma in fondo, alla fine delle interminabili discussioni notturne, alla fine delle interminabili passeggiate solitarie fra le torri di Princeton bagnate dalla luna, non sanno. Continuano a non sapere nulla: di se stessi, delle proprie ambizioni, del proprio futuro. Sono come dinnanzi a un muro. E quello, non è il muro della vita: il muro costituito dalle insormontabili difficoltà della vita, che peraltro dovranno affrontare. Sarebbe troppo semplice. Quello è un muro che coincide con l’oscuro rifiuto che hanno nel cuore. È un muro che cela un mistero. Ma quale mistero? Forse, il mistero che si nasconde dietro alla felicità — che non esiste? O quello che si nasconde dietro all’amore — che non esiste? O quello che si nasconde dietro alla maschera grottesca della bellezza — e può addirittura coincidere con il male? Loro non lo sanno. Ma Amory Blaine, l’egotista romantico, il ragazzo alto uno e ottanta, di carnagione rosea, biondo, che sempre si interroga allo specchio, domandandosi se è sufficientemente fascinoso e bello, e pian piano vede lo specchio appannarsi, conoscerà presto le difficoltà di valicare questo muro. D a che mondo è mondo, l’amore è il carburante che muove la letteratura. In ogni lingua: anche nelle più periferiche e nelle più dimenticate, un’antologia di storie d’amore è sempre possibile. In Italia l’ha fatta, scegliendo il meglio del meglio, Guido Davico Bonino per Rizzoli (D’amore si vive): ed è un tomo di quasi mille pagine. Ci vorrebbero invece tutte le letterature del pianeta per produrre una (smilza) antologia del disamore: una raccolta, cioè, di autori per cui l’amore è una cosa banale (per Pascal l’orgasmo è «uno starnuto») o irrilevante (A. Jarry: «L’amore è un fatto senza importanza, perché si può fare all’infinito»). Un posto di rilievo, in quell’antologia, spetterebbe a Henri-Frédéric Amiel, autore di un Journal intime che ebbe una certa notorietà e un certo seguito nelle letterature europee tra Ottocento e Novecento. Tema centrale del Journal è l’amore: che però soltanto una volta, il 6 ottobre 1860, diventa rapporto fisico con la donna amata: «Per la prima volta ho avuto un’avventura galante e, francamente, accanto a ciò che l’immaginazione si figura, è poca cosa. È quasi un secchio d’acqua fresca. Mi ha raffreddato istruendomi» ecc. P.S. Colgo l’occasione per segnalare la bella collana dell’editore Armando Dadò, «I cristalli», che ha pubblicato testi rari e introvabili, oltre che di Amiel, di Victor Hugo, Stefan Zweig, Benjamin Constant, Robert Walser e tanti altri. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’opera La battaglia di Anghiari era una pittura murale di Leonardo, databile al 1503, andata perduta In alto: studio preparatorio per la battaglia: disegno a carboncino su carta bianca chiazzata di giallo (Windsor, Royal Library) gio di queste opere straordinarie, si cerca un’opera fantasma che, se dovesse essere scoperta, cosa molto improbabile, sarebbe solo un’ombra, una larva inguardabile anche perché non avrebbe senso smontare la parete con i dipinti del Vasari». Critiche anche al sindaco Renzi: «Invece di sentire il parere di pochi, doveva quanto meno istituire un comitato internazionale di esperti, soprattutto storici dell’arte, che invece mancano nell’équipe guidata dall’ingegner Seracini». La ricerca, intanto, continua, «nonostante le polemiche che sinceramente non capisco. Mi amareggiano — dice Seracini — e mi sembra siano solo un tentativo pretestuoso degli esclusi di bloccare una ricerca straordinaria. Gli esperti di sovrintendenza e Opificio hanno dimostrato che i nostri sette piccoli fori nelle microfessure dell’affresco del Vasari non provocheranno danni. E ci consentiranno invece di svelare un enigma che dura da cinque secoli, anche se la Battaglia di Anghiari non si trovasse». Seracini parla apertamente di un «attacco demagogico» che a suo avviso rischia di farci deridere dal mondo, che sta ammirando questa ricerca. Oggi pomeriggio, nel Salone dei Cinquecento, riunione per valutare i primi quattro giorni di lavori. Ma difficilmente non si parlerà delle polemiche e dell’esposto che rischia di bloccare la ricerca. © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 38 Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera italia: 515249535254 # Idee&opinioni Corriere della Sera SMS Le news più importanti in anteprima sul tuo cellulare. Invia un sms con la parola CORRIERE al 4898984 Servizio in abbonamento (3 euro a settimana). Per disattivarlo invia RCSMOBILE OFF al 4898984 Maggiori informazioni su www.corrieremobile.it IL DISCORSO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ✒ Quote rosa sì o quote rosa no? Il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, intervenuta ieri al Salone della Giustizia, dove ha incontrato le donne impegnate nei vari corpi delle Forze Armate, pur avendo sottolineato con grande energia l’assoluta necessità della presenza femminile — preziosa per sua determinazione, praticità e concretezza — in tutti gli ambiti, non soltanto in quello politico, ha però aggiunto di non riporre particolare fiducia nelle tanto discusse quote rosa. Sempre ieri, tuttavia, la sua collega di governo Elsa Fornero, ministro del Lavoro e delle Pari opportunità, all’ultimo giro di incontri con le parti sociali svoltosi nella Sala Verde di Palazzo Chigi, con sua grande sorpresa e disappunto, si è trovata di fronte a una delegazione del Forum giovanile che non contava neppure una donna. Cosa che ha stigmatizzato proprio per il fatto che di giovani si trattava, dai quali si sarebbe aspettata maggiore apertura. Sembra, dunque che, dopo tutto, le quote rosa, comprensibilmente rifiutate da moltissime donne per il loro significa- to di «protezione della specie» («Non siamo panda» — è l’obiezione più frequente), nel nostro Paese siano purtroppo ancora necessarie, e la delegazione tutta al maschile del Forum dei giovani pare confermarlo. Il non aver immaginato che presentarsi davanti al ministro — anzi, alla ministra — delle Pari opportunità senza nemmeno una donna nelle loro file non sarebbe stato particolarmente apprezzato suggerisce, infatti, che il concetto di parità continua a restare mille miglia distante perfino nella mentalità dei più giovani. Se ne deve perciò desumere che ancora non ci possiamo permettere l’orgoglioso rifiuto — perché di questo si tratta — delle quote rosa, le quali, per il semplice fatto di esistere, contraddicono, come giustamente sottolineano i numerosissimi (uomini e donne) che le contestano, la tanto invocata parità. Senza, è abbastanza probabile che ci vorranno ancora anni e anni prima che una non sporadica presenza femminile in tutti gli ambiti diventi da noi davvero normale. Isabella Bossi Fedrigotti © RIPRODUZIONE RISERVATA E-BOOK CON COLONNA SONORA TROVATA CHE UCCIDE LA LETTURA ✒ Cosa non si fa per vendere un libro. Anzi, cosa non si fa per riuscire a convertire i non-lettori. Che, non si sa mai, dovessero un giorno iniziare a leggere, potrebbero trasformare il mestiere dello scrittore in un’attività redditizia. Lo stesso non vale per l’editore, a quanto sembra, che rischia di rimanere tagliato fuori dal gioco. Perché da quando le vendite degli e-book stanno crescendo (in America) a un ritmo travolgente, e da quando Amazon, che è nato come rivenditore, si è messo a fare concorrenza agli editori anche in Italia, non solo non ci sarà più bisogno di librerie, ma non ci sarà più bisogno neanche di agenti, redattori e, appunto, editori, per pubblicare un libro. Nella peggiore delle ipotesi si andrà «dal produttore al consumatore», cioè dallo scrittore al lettore senza bisogno di intermediari come quei poveri diavoli che in cambio di un magro stipendio sono capaci di dare forma, ritmo e smalto a romanzi o a traduzioni ancora grezzi. Pazienza. Ora la notizia è che uno start-up americano di nome Booktrack ha lanciato gli e-book con colonna sonora. L’idea è venuta a un certo Marc Cameron, che durante un viaggio in traghetto a Hong Kong si è trovato a cambiare continuamen- te la musica del suo iPod perché era inadatta al libro che stava leggendo, e guardandosi intorno ha notato di non essere il solo a fare quel gesto. Il risultato è un’applicazione in vendita negli Apple Store, che permette di scaricare e-book accompagnati da musica appropriata che si sincronizza automaticamente sulla velocità di lettura del lettore. Ma la domanda è: siamo sicuri che la musica aiuti a concentrarsi, e a leggere meglio? Una ricerca di Liel Leiboviz, professore di comunicazione alla New York University, sostiene che la musica giusta aiuta a ritenere nel cervello più informazioni del semplice e-reading. Non siamo convinti. Anzi, non siamo convinti per niente. Chi legge con o senza musica continuerà a fare come ha sempre fatto. Però quell’immensa fetta di mercato che non legge potrebbe essere indotta a scambiare un romanzo per un’estensione dell’iPod. Ecco. Questa sì potrebbe essere una rivoluzione. Non colonne musicali per romanzi, ma prosa per accompagnare selezioni musicali. McInerney e Rushdie hanno già firmato un paio di uscite con Booktrack. Chissà se sono stati sfiorati dal possibile paradosso. Livia Manera © RIPRODUZIONE RISERVATA Sacrifici ed equità per risalire la china «Chiamatelo decreto salva Italia» di MARIO MONTI SEGUE DALLA PRIMA Una crisi internazionale, una crisi e un disagio dell’economia e della società italiane che rischiano di compromettere quanto è stato costruito in sessant’anni di sacrifici da almeno quattro generazioni di italiani. È un momento nel quale l’Italia rischia di macchiarsi della responsabilità di contribuire a fare andare in senso negativo l’economia europea e l’eurozona, ma è anche un momento nel quale l’Italia ha il potenziale per far vedere che è un grande Paese, capace di trovare in sé la forza per risolvere in un quadro europeo i propri problemi. Siamo un Paese che ha accumulato nel corso di decenni dei gravi squilibri. Vedete, quando si parla di costi della politica, e io ho un profondo rispetto per la politica, quando si parla di costi della politica e noi abbiamo, come dirò fra un attimo, adottato misure per ridurli da subito in misura significativa, si pensa al costo che i cittadini sopportano per gli apparati amministrativi a livello locale e a livello nazionale; ma non si pensa al vero costo della politica come purtroppo è stata fatta per decenni in Italia. Qual è il vero costo della politica? È che chi governa prenda decisioni miranti più all’orizzonte breve delle prossime elezioni che all’orizzonte lungo dell’interesse del Paese, dei nostri figli, dei nostri nipoti. Molte volte in passato, soprattutto quando l’Italia non era così intimamente inserita nel quadro europeo, quella politica aveva prevalso e molto concretamente è a causa di quella politica che oggi i giovani italiani fanno così fatica a trovare lavoro, che abbiamo squilibri territoriali rilevanti tra Nord e Sud, che abbiamo un debito pubblico molto grande. Il debito pubblico grande degli italiani non è colpa degli europei, è colpa degli italiani, che in passato non hanno dato abbastanza peso, abbastanza attenzione al benessere dei bambini, dei futuri adulti italiani, delle generazioni future. Ebbene, dopo gli ultimi anni in cui sono stati, sotto l’egida europea, realizzati progressi significativi ma non ancora sufficienti, questo è il momento in cui il capo dello Stato e il Parlamento hanno chiesto a questo governo di aiutare a, direi, salvare l’Italia e a sviluppare l’Italia. Oggi abbiamo adottato una serie di provvedimenti di emergenza che leggerete domani nei giornali e che illustrerò fra un attimo in conferenza stampa e abbiamo però, nel prendere questi provvedimenti, tenuto molto presente la necessità di creare al tempo stesso le condizioni per la crescita dell’Italia. A un tempo la necessità di mettere sotto forte controllo il nostro disavanzo e debito pubblico, essere guardati quindi non come un focolaio sospetto di infezione dall’Europa ma co- DORIANO SOLINAS DELEGAZIONE TUTTA AL MASCHILE QUOTE ROSA CONTESTATE MA NECESSARIE me, di nuovo, un punto di forza e abbiamo anche dato un peso molto particolare all’equità, abbiamo dovuto distribuire dei sacrifici e abbiamo però avuto grande cura nel distribuirli in un modo che c’è parso equo. Abbiamo preso misure significative contro l’evasione fiscale, voi direte è una cosa che è stata promessa tante volte in passato e che non ha avuto gli sviluppi che avrebbe dovuto: vedrete che i nostri provvedimenti sono piuttosto incisivi a questo riguardo. E abbiamo anche sottoposto noi stessi a una disciplina dimagrante significativa (anche di questo vedrete). Quindi la pluralità di sacrifici che noi chiediamo agli italiani vogliamo che siano visti nella prospettiva di un risveglio dell’economia italiana, della società italiana. Per ora abbiamo guardato a molti settori, non ancora al mercato del lavoro e agli ammortizzatori sociali, questo sarà compito delle prossime settimane, ma voi vedrete che sarà un passo significativo dell’Italia verso un maggiore ruolo al merito, alla concorrenza, alla lotta contro i privilegi, contro i nepotismi, contro le rendite e a favore di una maggiore concorrenza e di una maggiore apertura. Ci sono provvedimenti specifici che pur nelle ristrettezze finanziarie mirano a favorire la condizione delle donne, a favorire la condizione dei giovani, a favorire una migliore coesione territoriale e uno sviluppo del Mezzogiorno. E tutto questo quindi dà l’idea che contemporaneamente abbiamo per certi aspetti da tirare la cinghia e per altri aspetti però mettiamo in opera da subito meccanismi per la crescita dell'Italia. Noi vogliamo che ci sia un’Italia che si senta orgogliosa di essere Italia, che gli italiani non si sentano derisi come qualche volta può essere accaduto in passato e che, diciamo fino in fondo, noi italiani, che siamo considerati giustamente delle individualità di spicco simpatiche, capaci e inventive, cerchiamo anche di lavorare meglio insieme, con una maggiore coesione per cercare di svilupparci nella armonia. Usciamo da una fase politica nella quale l’obiettivo sembrava quasi quotidiano, era il confronto brutale tra le opposte posizioni politiche. Noi ci troviamo, non politici, ad essere stati chiamati ad un servizio che intendiamo svolgere in modo umile nei confronti del Parlamento e del Paese, vogliamo risanare l’economia italiana, vogliamo riavere, ridare all’Italia grande peso nel concerto delle nazioni e soprattutto in Europa e vogliamo anche aiutare la politica, che rispettiamo, a recuperare con l’opinione pubblica un rapporto più disteso perché della buona politica un Paese ha bisogno e nel nostro breve, temporaneo servizio vogliamo anche a questo contribuire. Insieme ce la faremo. Ho voluto darvi un messaggio di grave preoccupazione ma insieme di grande speranza. (...) Questo, se volete, potete chiamarlo decreto salva Italia. Discorso che il presidente del Consiglio Mario Monti ha tenuto ieri sera prima di illustrare le misure anticrisi © RIPRODUZIONE RISERVATA DIBATTITO SULLA COSTITUZIONE Pareggio di bilancio e poteri del governo di GIUSEPPE CALDERISI LA PUGLIA AUTORIZZA ESPIANTO DI ULIVI FERITA ALL’AMBIENTE E ALLA CULTURA ✒ Il suo ramo era simbolo d’Italia nel conio da due lire, eppure l’ulivo, secondo la rete ecologista del Salento — decine di comitati formati da giovani — viene sacrificato alla lobby delle rinnovabili e all’edilizia. Ragione di sdegno è l’approvazione all’unanimità, in quella Puglia di cui l’albero è lo stemma, di un disegno di legge che modifica l’interpretazione della Legge regionale 14/07. Grazie all’emendamento, battezzato «ammazza-ulivi» e proposto dal consigliere pdl Massimo Cassano col sostegno dell’assessore all’Ambiente Lorenzo Nicastro, l’espianto di alberi secolari potrà effettuarsi anche senza il parere delle commissioni competenti, oggi obbligatorio e mai abbastanza restrittivo, introducendo il silenzio-assenso a 90 giorni dalla richiesta. In pochi giorni si sono già raccolte migliaia di firme per chiedere al governatore Nichi Vendola di bloccare subito l’iter di una pericolosa follia, adatta a facilitare scempi di cui non si avverte necessità. All’indice edilizia, strade, fotovoltaico a terra e impianti per biomasse, dove si sospetta siano destinate le potature delle piante capitozzate e pure l’olio. Per ricavare spazio, gli alberi vengono severamente mutilati, quindi sradicati e ripiantati uno sull’altro ai margini dei terreni, come abnormi bordure. Molti muoiono; altri, deformi, sopravvivono a costo di sofferenze, qualcuno finisce come decoro nei parchi di ville o resort, persino all’estero: comunque il paesaggio è stravolto per sempre. L’esempio di Carpignano, dove sono stati sradicati migliaia di ulivi antichi di cui 140 monumentali, le voci che anticipano un mega espianto a Lequile, la dispersione di diossina che ha condotto alla chiusura, nel 2010, della centrale a biomasse legnose di Maglie e costretto all’uccisione di bestiame, oltre all’isolamento di chilometri di terra contaminata: tutto riconduce a una politica che ha cavalcato l’ambientalismo galoppando in opposta direzione. Volto storico e magnifico della Puglia, gli uliveti andrebbero tutelati come difese agroforestali, puntando, come suggerisce la rete del Salento, sul biologico; olio, miele e pascoli naturali. Margherita d’Amico © RIPRODUZIONE RISERVATA C aro direttore, l’editoriale del professor Galli della Loggia sulla necessità di una decisa revisione dell’impalcatura dei poteri disegnata dalla Carta del 1948, in particolare quelli del presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio (Corriere del 30 novembre), è pienamente condivisibile. In sintesi, si tratta della grave scissione tra potere e responsabilità che caratterizza la nostra Costituzione, in contrasto con il principio non scritto del costituzionalismo liberale secondo il quale essi devono andare sempre di conserva. Occorre scegliere: o attribuiamo al presidente del Consiglio il corredo dei poteri previsti nelle maggiori democrazie parlamentari europee, in particolare un adeguato meccanismo di stabilizzazione dell’esecutivo in grado di assicurare il buon funzionamento del bipolarismo (compreso il ricorso anticipato alle elezioni, a mio avviso necessario un anno fa: non avremmo avuto un governo in condizioni di precarietà, il nuovo governo sarebbe stato legittimato dal voto popolare e forse non vi sarebbe stata la necessità di ricorrere al «motore di riserva», cioè al ruolo di supplenza del Capo dello Stato); oppure eleggiamo direttamente il presidente della Repubblica in un equilibrato sistema presidenziale. Auspicando anch’io, come il professor Galli della Loggia, che una discussione vera porti a una revisione costituzionale chiara e condivi- sa, devo purtroppo segnalare un’occasione mancata rappresentata dalla importantissima legge costituzionale che introduce finalmente nella Costituzione il principio del pareggio di bilancio, approvata mercoledì scorso dalla Camera, quasi all’unanimità. Purtroppo non è stata approfondita e recepita la proposta (già avanzata da Einaudi all’Assemblea Costituente) di attribuire al governo il potere di opporsi a deliberazioni parlamentari che comportino maggiori oneri per le finanze pubbliche, come previsto nelle maggiori democrazie europee, quali Gran Bretagna, Germania e Francia (sul tema è intervenuto anche il professor Augusto Barbera sul Sole 24 Ore del 9 agosto scorso). Un potere che forse avrebbe contenuto l’esplosione del nostro gigantesco debito pubblico e che è a maggior ragione essenziale nel momento in L’editoriale di Ernesto Galli della Loggia sul «Corriere» del 30 novembre cui sono seguiti interventi di Piero Ostellino (2 dicembre) e Michele Ainis (ieri) cui, con il principio del pareggio di bilancio, l’eventuale carenza di copertura finanziaria di una legge determinerebbe un problema di legittimità costituzionale non limitato alla stessa legge ma esteso all’intero bilancio dello Stato, mettendo in causa, di fatto, la responsabilità del governo. La questione merita quanto meno un approfondimento. Il principio del pareggio di bilancio non è una questione meramente contabile e finanziaria, coinvolge la concezione stessa della democrazia e richiede nuove regole tra gli attori istituzionali, in particolare quelle tra governo e Parlamento. Quest’ultimo deve sviluppare il proprio ruolo soprattutto nella funzione — finora mai esercitata davvero — di controllo della qualità e dell’efficacia della spesa (come prevede un emendamento, presentato da me e dall’onorevole Bressa, accolto dalla Camera), auspicabilmente attraverso una Commissione bicamerale a composizione paritaria tra maggioranza e opposizione. Ma, d’altro canto, non si può lasciare il governo in condizione di grave debolezza istituzionale anche in questa materia. Mi auguro che il Senato, nel seguito dell’esame del provvedimento, possa porre rimedio a questa lacuna (insieme ad altre che non ho spazio di indicare), apportando le necessarie correzioni al testo di questa fondamentale riforma costituzionale. Deputato Pdl © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 39 italia: 515249535254 Lettere al Corriere IL FUTURO IN PERICOLO DI UN GRANDE ENTE CULTURALE Risponde Sergio Romano Il giorno prima della nomina del governo Monti, il Tesoro comunicava la ratifica del decreto di «liquidazione coatta amministrativa» dell’Istituto italiano per l’Africa e per l’Oriente, uno degli enti culturali più antichi e prestigiosi d’Italia (Isiao). Significa, molto semplicemente, la chiusura del glorioso Istituto, afflitto da gravi problemi finanziari, dovuti soprattutto a un taglio del 60% delle entrate statali avvenuto dalla sera alla mattina. Cosa vergognosa: il personale non percepisce lo stipendio da sei mesi. Basterebbe l’erogazione del finanziamento ordinario stabilito dalla Legge di bilancio (mai pervenuto) per riavviare il processo di risanamento voluto dai nuovi organi. Da esperto di lingue, prima ancora che da presidente, io le domando: è mai possibile che in questo Paese il verbo «liquidare» possa significare insieme «pagare ai manager pubblici buonuscite di milioni di euro» e «cancellare enti pubblici di tradizione secolare»? Marco Mancini, presidente dell’Istituto italiano per l’Africa e per l’Oriente IL PARCO DI NEW YORK gratuità di ore dedicate agli altri, la gratuità di un sorriso. Nella società attuale che tutto ha un valore, dove tutto viene quantificato e misurato la Giornata mondiale del volontariato che ricorre oggi ci ricorda le tante donne e uomini, anziani e giovani che ogni giorno compiono nel completo anonimato gesti di altruismo e solidarietà. Per tutto quello che donate, ogni giorno, disinteressatamente: grazie! Per John Zuccotti Caro Romano, chi era Zuccotti, a cui è stato intitolato un parco a New York? Per caso un italiano? Enrico Maria Matteo Gessner [email protected] Il parco è il risultato di un compromesso negoziato fra i proprietari del terreno e la città di New York. I proprietari desideravano rialzare di qualche piano un edificio in costruzione e ottennero la licenza con un vincolo: la creazione di una zona verde, accanto all’edificio, che, pur rimanendo privata, sarebbe stata aperta al pubblico. Il parco si chiamò dapprima Liberty Plaza Park e successivamente, dopo il rinnovamento del 2006, Zuccotti Park, in onore di John Zuccotti, presidente della società Brookfield Office Properties che ne è proprietaria. Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a: «Lettere al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 Caro Mancini, o letto il decreto con cui «il ministro degli Affari esteri di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze» ha deciso la «liquidazione coatta amministrativa» dell’Isiao. Non conosco lo stato patrimoniale dell’ente. Non sono in grado di dare un giudizio tecnico sul piano di risanamento predisposto dai nuovi organi H Andrea Sillioni Bolsena (Vt) NELLE SCUOLE Dicembre «occupato» Cominciano a dicembre le occupazioni delle scuole. LA GIORNATA MONDIALE Un grazie ai volontari La gratuità di un gesto, la La tua opinione su corriere.it/opinioni/ L’ex terrorista Cesare Battisti dal Brasile: «Ci vuole un’amnistia di riconciliazione». Siete d’accordo? installati al vertice dell’Istituto negli scorsi mesi. Ma vorrei sapere se il ministro degli Esteri, in particolare, si sia reso conto dell’effetto che quelle parole — «liquidazione coatta amministrativa» — avrebbero avuto sugli ambienti accademici e sui responsabili della politica culturale dei Paesi in cui l’Ismeo (Istituto italiano per il Medio ed Estremo Oriente), prima della sua fusione con l’Istituto italiano per l’Africa (Iia), ha lavorato per più di settant’anni. L’Isiao non è soltanto il depositario dello straordinario lavoro di Giuseppe Tucci in India e nel Tibet. Non è soltanto il custode Sembra quasi un rituale che si ripete ogni anno. Gli studenti chiedono spazi e opportunità per dialogare con le forze sociali e politiche, imputando alla scuola un certo distacco dalle loro tematiche, dai loro problemi e dalle loro aspirazioni. Ma perché non fare tutto ciò d’estate, quando finisce l’anno scolastico e le scuole sono chiuse? Sarebbe un’ottima occasione di confrontarsi tra loro e di appropriarsi proficuamente di spazi pubblici, magari poi elencando suggerimenti e SUL WEB Risposte alle 19 di ieri Sì 6 R scientifico del materiale raccolto nel corso delle grandi spedizioni archeologiche in Iran, Afghanistan, Oman, Yemen, Thailandia. Non è soltanto il proprietario di una delle maggiori biblioteche europee di studi orientali, l’organizzatore di convegni e di corsi per l’apprendimento delle lingue asiatiche, il luogo in cui si sono formate tre generazioni di orientalisti italiani. È stato anche il maggiore interlocutore italiano delle élite culturali dei Paesi in cui ha studiato, esplorato, scavato. Nel corso del Novecento l’archeologia e le esplorazioni culturali sono state spesso usate dai governi per le loro ambizioni imperiali e coloniali. Anche gli archeologi, come le missioni religiose e il commercio, seguivano o precedevano la bandiera e approfittavano dei successi politici del loro Paese. L’Isiao non è una eccezione. Ma è sempre stato distinto, nel corso della sua storia, dalla convinzione che l’ospite, quando lavora in un Paese straniero, debba rispettare le sensibilità e suscettibilità del padrone di casa. Mentre nelle relazioni politiche vi è quasi sempre un vinto e un vincitore, nelle buone relazioni culturali vi sono sempre due vincitori. Creando rapporti di amicizia e collaborazione in tutti i Paesi in cui ha operato, l’Isiao ha avuto una straordinaria influenza sull’immagine culturale dell’Italia. So che in questo momento abbiamo grande bisogno di rigore amministrativo e finanziario. Ma con la «liquidazione coatta amministrativa» di questa istituzione culturale non faremmo un risparmio. Butteremmo via un investimento. proposte nate dalle loro assemblee, da discutere con professori e presidi all’inizio del nuovo anno scolastico. senza cassa integrazione. Questi Paesi «perfetti» sono esenti da clientelismo e corruzione e la delinquenza è quasi nulla, la dichiarazione dei redditi è pubblica e gli stipendi e le spese dei politici sono noti ai cittadini: tutto ciò sarebbe un modello da imitare per l’Italia. Elvi Quintavalle quinta2006@ hotmail.it MENO RECESSIONE Nel Nord Europa Si legge che i Paesi nordici come Danimarca, Finlandia, Norvegia e Svezia sono quelli che hanno avuto meno problemi dalla crisi economica. In comune questi Paesi hanno un fortissimo welfare e che rende gratuiti tutti i servizi pubblici e inoltre chi viene espulso dal mondo del lavoro viene aiutato a rientrare rapidamente e La domanda di oggi R No 94 Il segretario della Cisl Bonanni: «Manovra sbagliata, grava solo su lavoratori e pensionati». Ha ragione? © RIPRODUZIONE RISERVATA PierAngelo Paleari PPaleari@ forgiadibollate.com NON SOLO ECONOMICA La crisi morale Ascoltiamo intimoriti i telegiornali che parlano di rischio di default economico, ci indigniamo leggendo sui quotidiani storie di ordinario malaffare. C’è una «recessione» morale prima che finanziaria. Per il riscatto dell’Italia ci vorrebbe un po’ più di pulizia etica. Giovenale scriveva: «L’onestà è lodata da tutti, ma muore di freddo». Margherita De Napoli [email protected] Interventi & Repliche Firenze: la bolletta dell’acqua Apprendiamo dall’articolo «L’energia e l’acqua. I rincari delle bollette» (Corriere, 27 novembre) che a Firenze si paga la bolletta dell’acqua più alta d’Italia con un costo annuo di 503 euro in media. Purtroppo, a differenza del gas o dell’elettricità o delle telecomunicazioni, in Italia non esiste ancora un’Authority nazionale indipendente pubblica dell’acqua con un credibile sistema di monitoraggio e controllo utile agli utenti e utilissimo alle aziende per porre fine al balletto di cifre assurde. Sarebbe una riforma a costo zero che tranquillizzerebbe milioni di italiani sui costi in tariffa e sulla proprietà pubblica di impianti e risorsa e il pubblico controllo delle gestioni. Persino l’Agenzia nazionale, varata in pompa magna con decreto nel giugno scorso, come unica risposta al voto referendario con la funzione di aggiornare il metodo normalizzato in base al quale si forma la tariffa idrica, è incredibilmente ancora sulla carta. È una riforma a costo zero, ma il Parlamento non riesce a nominare i tre membri. Questo vuoto legislativo genera una sorta di «terra di nessuno» che produce non solo incertezze sugli investimenti, ma alimenta classifiche virtuali sulle tariffe e permette di sparare bollette fantasiose, quasi ai livelli europei, quando in gran parte d’Italia superano di poco i 100 euro l’anno. Purtroppo sono basate su studi teorici, fonte di molti equivoci, e su consumi medi inesistenti pari a 200 metri cubi annui. A chi conviene continuare a giocare a chi la spara più grossa? Non è il tempo delle verità, anche scomode? Ed ecco le nostre bollette reali decise dai Sindaci di 49 Comuni delle province di Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo serviti da Publiacqua con 1.3 milioni di abitanti: il consumo medio di acqua è di 117 metri cubi l’anno e il costo medio della bolletta è di 240 euro, Iva compresa. Dai 30 ai 50 euro in meno rispetto alla media di quella vera bolletta occulta pagata dalle nostre famiglie per l’acquisto di acque minerali, un iperconsumo non giustificato da carenze idriche o qualità dell’acqua pubblica, ma che non suscita lamentele, proteste o classifiche. Bisogna anche sapere che in Italia è la sola bolletta che fa quadrare i nostri conti, che deve pagare servizio e investimenti su acquedotti, fognature e depurazione. Cresce quando crescono gli © 2011 RCS QUOTIDIANI S.P.A. DIRETTORE RESPONSABILE Ferruccio de Bortoli CONDIRETTORE Luciano Fontana VICEDIRETTORI Antonio Macaluso Daniele Manca Giangiacomo Schiavi Barbara Stefanelli S.p.A. CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE PRESIDENTE Piergaetano Marchetti Sede legale: Via Angelo Rizzoli, 8 - Milano Registrazione Tribunale di Milano n. 139 del 30 giugno 1948 Responsabile del trattamento dei dati (D. Lgs. 196/2003): Ferruccio de Bortoli [email protected] - fax 02-6205.8011 © COPYRIGHT RCS QUOTIDIANI S.P.A. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. CONSIGLIERI Giovanni Bazoli, Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle, Antonello Perricone, Giampiero Pesenti e Marco Tronchetti Provera DIREZIONE, REDAZIONE E TIPOGRAFIA 20121 Milano - Via Solferino, 28 - Tel. 02-6339 DIRETTORE GENERALE SETTORE QUOTIDIANI ITALIA PUBBLICITÀ RCS Pubblicità Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano - Tel. 02-50956543 - www.rcspubblicita.it Giulio Lattanzi E-mail: [email protected] oppure: www.corriere.it oppure: [email protected] Particelle elementari di Pierluigi Battista Bavaglio a Giannino Nessuno si indigna P erché nessuno si indigna quando le squadracce a Milano impediscono a Oscar Giannino di parlare, lo bersagliano di uova e vernice, soffocano un’opinione discordante? E quando le forze dell’ordine consigliano a Giannino, cioè la vittima di una prepotenza, di andarsene, di non provocare incidenti, come mai gli indignati eticamente vidimati spariscono, evitano di esporsi, si rifugiano nel silenzio degli ipocriti e dei codardi? Semplice, purtroppo: perché appare sempre più normale, quasi ovvio, tappare la bocca a qualcuno con la violenza, esercitare il sopruso delle minoranze intolleranti, guardare con sospetto la discussione pubblica tra posizioni diverse, sanamente conflittuali, addirittura inconciliabili. Non c’entra nemmeno il doppio standard, forse. Non c’entra soltanto la grottesca abitudine di difendere unicamente i professionisti del martirio politicamente corretto e di essere insensibili alla censura che colpisce un giornalista o un intellettuale considerati di «destra» («fascista» addirittura, come gridavano gli energumeni concettualmente cavernicoli e totalmente ignari della storia e della biografia di Giannino). È che proprio cominciamo ad avere il ’22 nella testa. Siamo immersi in una mentalità che assolve i prepotenti con l’argomento del «diritto al fischio» e condanna due volte, al silenzio e all’indifferenza per il silenzio, chi subisce il divieto di esercitare un diritto. Il diritto di parlare, di dire la propria, di obiettare. Per poi evenessere contestato, ma Violenze contro tualmente solo «poi», non «prima» di aver parlato. «Poi» è dissenso, «priil giornalista ma» è imbavagliamento. Non ci cui è stato vuole Einstein per capirlo. Il pronegato il diritto blema è perché non si voglia capirlo. Perché si assiste accondidi parola scendenti ai manganelli che colpiscono con ferocia primitiva. Non lo vogliamo capire perché, come nel ’22, ricominciamo ad avere un rapporto con la violenza fatto di assuefazione. Se bersagliano Giannino, il conformista scemo subito deve parlare dell’abito eccentrico di Giannino, non di chi gli ha ululato nefandezze comportandosi con lui come i bulletti che agiscono sempre in gruppo, dieci contro uno, vigliacchi nel più profondo dell’animo. La vittima se l’è sempre un po’ cercata. Pure lui, con quelle opinioni strambe. Con quelle sue idee provocatorie. Con quei discorsi così bizzarri. Non può pretendere che qualcuno non gli metta il bavaglio, e che diamine. Appunto, l’assuefazione. L’incapacità di misurarsi con il dissenso, anche il più estremo. Di capire che è più bello un mondo dove ci siano pensieri diversi, e non monolitici, irreggimentati, monocromatici. Tutta la retorica sulla «differenza» e poi la violenza sul «differente». Inutile richiamare la contraddizione, chiedere come mai si predica l’apertura alla «differenza» ma si è indifferenti se a un «differente» viene sottratto il diritto di parlare. Il ’22 nella testa sta già diffondendo i suoi veleni. Non tra gli energumeni, ma tra noi gente «civile». ❜❜ © RIPRODUZIONE RISERVATA Bozzetto 4 DEL LUNEDÌ @ DISTRIBUZIONE m-dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 19 - 20132 Milano - Tel. 02-2582.1 - Fax 02-2582.5306 PREZZI DI VENDITA ALL'ESTERO: Albania e 2,00; Argentina $ 7,30 (recargo envio al interior $ 0,70); Austria e 2,00; Belgio e 2,00; Brasile R$ 7,00; Canada CAD 3,50; CH Fr. 3,00; CH Tic. 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EDIZIONI TELETRASMESSE: Tipografia RCS Quotidiani S.p.A. 20060 Pessano con Bornago - Via R. Luxemburg - Tel. 02-95.74.35.85 S RCS Produzioni S.p.A. 00169 Roma - Via Ciamarra 351/353 - Tel. 06-68.82.8917 S SEPAD S.p.A. 35100 Padova - Corso Stati Uniti 23 Tel. 049-87.00.073 S Niber S.r.l. 40057 Cadriano di Granarolo dell’Emilia (Bo) - Via Don G. Minzoni 54 - Tel. 051-76.55.67 S Tipografia SEDIT Servizi Editoriali S.r.l. 70026 Modugno (Ba) - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - Tel. 080-58.57.439 S Società Tipografica Siciliana S.p.A. 95030 Catania - Strada 5ª n. 35 - Tel. 095-59.13.03 S Centro Stampa Unione Sarda S.p.A. 09034 Elmas (Ca) - Via Omodeo - Tel. 070-60.131 S BEA printing bvba - Maanstraat 13, 2800 Mechelen, Belgium S Sports Publications Production 70 Seaview Drive, Secaucus, NY 07094 S CTC Coslada - Avenida de Alemania, 12 - 28820 Coslada (Madrid) S La Nación Bouchard 557 - 1106 Buenos Aires S Taiga Gráfica e Editora Ltda - Av. Dr. Alberto Jackson Byington N˚1808 - Osasco - São Paulo - Brasile S Miller Distributor Limited – Miller House, Airport Way, Tarxien Road – Luqa LQA 1814 - Malta S Hellenic Distrubution Agency (CY) Ltd - 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia - 1300 Nicosia - Cyprus PREZZI: * Non acquistabili separati, il giovedì (nella regione Sardegna la domenica) Corriere della Sera + Sette e 1,50 (Corriere e 1,20 + Sette e 0,30); il sabato Corriere della Sera + IoDonna e 1,50 (Corriere e 1,20 + IoDonna e 0,30) . A Como e prov., non acquistabili separati: m/m/v/d Corsera + Cor. Como e 1,00 + e 0,20; gio. Corsera + Sette + Cor. Como e 1,00 + e 0,30 + e 0,20; sab. Corsera + IoDonna + Cor. Como e 1,00 + e 0,30 + e 0,20. In Campania, Puglia, Matera e prov., non acquistabili separati: lun. Corsera + CorrierEconomia del CorMez. e 0,80 + e 0,40; m/m/v/d Corsera + CorMez. e 0,80 + e 0,40; gio. Corsera + Sette + CorMez. e 0,80 + e 0,30 + e 0,40; sab. Corsera + IoDonna + CorMez. e 0,80 + e 0,30 + e 0,40. In Veneto, non acquistabili separati: m/m/v/d Corsera + CorVen. e 0,80 + e 0,40; gio. Corsera + Sette + CorVen. e 0,80 + e 0,30 + e 0,40; sab. Corsera + IoDonna + CorVen. e 0,80 + e 0,30 + e 0,40. In Trentino Alto Adige, non acquistabili separati: m/m/v/d Corsera + CorTrent. o CorAltoAd. e 0,80 + e 0,40; gio. Corsera + Sette + CorTrent. o CorAltoAd. e 0,80 + e 0,30 + e 0,40; sab. Corsera + IoDonna + CorTrent. o CorAltoAd. e 0,80 + e 0,30 + e 0,40. A Bologna e prov. non acquistabili separati: m/m/v/d Corsera + CorBo e 0,53 + e 0,67; gio. Corsera + Sette + CorBo e 0,53 + e 0,30 + e 0,67; sab. Corsera + Io Donna + CorBo e 0,53 + e 0,30 + e 0,67. A Firenze e prov. non acquistabili separati: l/m/m/v/d Corsera + CorFi e 0,53 + e 0,67; gio. Corsera + Sette + CorFi e 0,53 + e 0,30 + e 0,67; sab. Corsera + Io Donna + CorFi e 0,53 + e 0,30 + e 0,67. ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7100 del 21-12-2010 La tiratura di domenica 4 dicembre è stata di 541.696 copie Spagna/Isole e 2,00; Svezia Sek. 25; Tunisia TD 3,50; Turchia e 2,00; UK Lg. 1,80; Ungheria Huf. 550; U.S.A. USD 3,50. ABBONAMENTI: Per informazioni sugli abbonamenti nazionali e per l'estero tel. 0039-02-63.79.85.20 fax 02-62.82.81.41 (per gli Stati Uniti tel. 001-718-3610815 fax 001-718-3610815; per il Brasile Numero Verde 0800-558503 solo per San Paolo e 00xx11-36410991 per tutte le altre località). ARRETRATI: Tel. 02-99.04.99.70. 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The definitive collection" e 14,10; con "Il Mondo" e 4,00; con "Laicicattolici + Sette" e 4,20 40 italia: 515249535254 Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 41 italia: 515249535254 Spettacoli Cinema a Berlino Oscar europeo a Von Trier L’Italia a secco Melancholia di Lars von Trier è il miglior film europeo del 2011. È questo il verdetto degli European Film Awards. Colin Firth (The King'S Speech) e Tilda Swinton (We Nee to Talk About Kevin) hanno vinto come miglior attore e attrice. All’Italia, presente con Habemus Papam, nessun premio. Palcoscenico Peter Mattei e Bryn Terfel nel «Don Giovanni» Appello al governo Lissner e i fondi «I privati non bastano» La «primina» L’opera mozartiana in un gioco del teatro nel teatro. Alla fine dieci minuti di applausi MILANO — Miracolo alla Scala. Ieri sera, alla prima del Don Giovanni dedicata ai giovani, la sala del Piermarini si è moltiplicata all’infinito trasformando il teatro in un unico, caleidoscopico, palcoscenico. A compiere la magia il regista Robert Carsen che, per il suo primo spettacolo ideato apposta per Scala, ha voluto dedicarle un omaggio straordinario. Non solo trasformando palchi e pla- Nel cast Scala, «Don Giovanni» seduce i giovani tea in fondali, ma usando gli ori e i velluti rossi, il celebre «rosso Scala», per i costumi dei protagonisti. E con un colpo di teatro che subito svela il gioco del teatro nel teatro, inizia l’opera di Mozart diretta da Daniel Barenboim, alla sua prima apertura di stagione come direttore musicale. Alle prime note dell’ouverture infatti, Don Giovanni (un aitante Peter Mattei) arriva di corsa dalla platea, balza sul palco e con uno strappo fa cadere di colpo il pesante sipario cremisi, rivelando un secondo teatro, identico a quello reale, riflesso nella parete a specchio del fondale. Un avvio da prestigiatore che ha incantato i ragazzi accorsi numerosi per questa «primina» inventata per loro dal sovrintendente Stéphane Lissner e ormai diventata consolidata tradizione. Perfetta per aprire l’opera lirica a un nuovo pubblico e a sdrammatizzare nel contempo le eccessive tensioni che prima si accumulavano per il fatale 7 dicembre. Data che resta comunque ufficiale, quella delle autori- MILANO — Al termine della «primina» che lo riempie di orgoglio («stiamo educando un nuovo pubblico») il sovrintendente Stéphane Lissner ha parole d’entusiasmo per i cantanti («cast eccezionale») e di speranza verso il nuovo esecutivo. «Lorenzo Ornaghi è il quarto ministro alla Cultura», sorride. «Spero che il governo dia attenzione a tutti i teatri, che sono in difficoltà». E lo è anche la Scala, sebbene il pareggio di bilancio raggiunto (anche grazie agli enti pubblici, ieri il sindaco Pisapia era in sala) stia assicurando un 7 dicembre tranquillo. Sono circolate solo una lettera della Cgil sulle maschere e una della Uil sull’autonomia che non arriva. «Vorrei fare un appello al governo e chiedere dei fondi. Il teatro deve essere pubblico, mentre da noi i finanziamenti privati prevalgono. Ho cerca- Gli Under 30 conquistati anche dalla regia I palchi e la platea trasformati in fondali tà e della mondanità. La presenza più attesa, anche stavolta, sarà il presidente Giorgio Napolitano. Con lui il primo ministro Mario Monti. Ieri sera intanto è arrivato il sindaco Giuliano Pisapia. Grande successo, grandi applausi (dieci minuti), grande entusiasmo tra i giovani in sala, e durante l’intervallo fitti commenti nel foyer. Perché ormai molti di loro si sentono di casa alla Scala. Merito della community di 1.800 iscritti che in questi anni si è formata intorno agli «Under 30», attratti dal fascino inossidabile del teatro milanese, dalla curiosità per una forma di spettacolo insolita per loro e, non ultimo, dal prezzo «politico» del biglietto. Una serata pre- cisa identica a quella di Sant’Ambrogio, ma invece delle poltrone a 2.000 euro, qui se ne spendono solo 10. Un’offerta troppo allettante per resistere. E difatti i posti sono andati esauriti in poche ore. Nel foyer, accanto a quelli che commentano con piglio da esperti voci, regia, direzione, altri visi ancora un po’ spauriti. Emblematico un terzetto, due ragazze e un giovane ca- I costumi Un festival di ori e di velluti rossi, il «rosso Scala», per i costumi dei protagonisti valiere. Lui preparatissimo: «Ho già visto Don Giovanni alla Fenice, conosco bene il libretto e anche la musica», le due che non conoscono la trama. Ma chi è per voi Don Giovanni? «Un avventuriero?», azzarda una. «Uno intraprendente con le donne?», ribatte l’altra. E poi si illumina: «Forse è quello di Kierkegaard! Il campione della vita estetica?». Esatto. Tra le più giovani, un quartetto di fanciulline tra gli 11 e i 13 anni. «Siamo venute da sole», raccontano fiere Sveva, Ilaria, Silvia e Giulia. Sveva per l’occasione ha La «prima» La Scala di Milano apre mercoledì la stagione lirica con il «Don Giovanni» di Wolfgang Amadeus Mozart. Il soprano Anna Netrebko è Donna Anna (nella foto sotto), il direttore è Daniel Barenboim, la regia di Robert Carsen saccheggiato l’armadio della mamma: orecchini più grandi di lei, collier di perle al collo e tacchi smisurati per le sue gambette sottili. «E’ stata mia nonna a trasmettermi la passione per l’opera. Questo è il mio secondo Don Giovanni, nell’altro Donna Elvira arrivava in Vespa», ricorda citando l’allestimento di Mussbach. Stavolta invece Elvira arriva a piedi, ma con cameriera e due trolley al seguito. Del resto Don Giovanni gira tirandosi dietro uno stand con il suo guardaroba, adatto a ogni occasione, il tight per il matrimonio di Zerlina, l’abito da passeggio per Elvira, lo smoking per entrare di soppiatto da Donna Anna e subito toglierselo per infilarsi nel suo letto. E una marsina di velluto rosso per il ballo mascherato per sedurre Zerlina... Tra le trovate più d’effetto, l’apparizione del Commendatore, non nel consueto cimitero, ma nel Palco Reale. Mercoledì sera ne resteranno stupefatti anche Napolitano e Monti, che, seduti lì, vedranno comparire di botto tra loro il famoso Convitato di Pietra. Foyer Tre ragazzi ieri alla Scala to di diminuire le spese generali e ridurre i costi, ma non possiamo più andare avanti così. Venite a controllare — conclude Lissner — perché la gestione è assolutamente trasparente». Sarà un controllo facilissimo da effettuare, visto che un membro del Consiglio di amministrazione della Scala è diventato ministro alle Infrastrutture (Corrado Passera) e che altri due dell’esecutivo sono grandi appassionati d’opera. Uno è il primo ministro, Mario Monti, sempre alle «prime» (ci sarà anche quest’anno insieme a Napolitano) e frequentatore estivo del Festival di Salisburgo, dove quest’estate ha assistito al Don Giovanni diretto da Harding con regia di Claus Guth. L’altro è Piero Giarda, ministro per i Rapporti con il Parlamento, che è stato vicepresidente della Fondazione Milano per la Scala, componente del cda del Teatro dell’Opera di Roma e melomane appassionato. Giuseppina Manin Pierluigi Panza © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 42 italia: 515249535254 Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 La storia italia: 515249535254 Spettacoli 43 Il regista racconta il suo nuovo film tratto dal romanzo di Morpurgo Un ragazzo, il cavallo, la fiaba «Porto l’amore nella guerra» Spielberg e «War Horse»: c’è bisogno di meravigliarsi NEW YORK — Steven Spielberg conserva a 65 anni la stessa passionalità cinematografica di quando, poco più che ragazzo, presentò al Festival di Taormina Duel. Parla del film War Horse che ha diretto e che sarà distribuito dalla Disney. «Non ho voluto dirigere War Horse per puntare agli Oscar con una uscita che avrà luogo nel giorno di Natale. Tratto da un libro inglese «per giovani adulti» di Michael Morpurgo, il film è praticamente tutto visto da un cavallo, Joey, che è il tessuto connettivo dell’intera vicenda, d’amore più che di guerra». Spiega: «È un film classico, che omaggia il cinema e il senso del pa- esaggi di John Ford, che s’inchina a Kurosawa e a David Lean. Penso alla grandiosità del rapporto uomini e natura in La figlia di Ryan». Il film è ambientato durante la prima guerra mondiale, nel 1914. «Joey viene venduto e strappato al ragazzo che lo ama, i due erano indivisibili. Il cavallo viene mandato in guerra a combattere prima per gli inglesi poi, requisito e fatto anche lui prigioniero, per i tedeschi e i francesi. Ma Joey non ha nazionalità: è la "creatura" che deve aprire il cuore degli spettatori in nome della pace, della difesa di uomini e animali uccisi a centinaia, a migliaia. Nel film si parla una sola lingua, l’inglese, anche i tedeschi e i francesi si esprimono in inglese e il doppiaggio sarà in una sola lingua ovunque. Perché la verità del Il film La trama War Horse è la storia di un cavallo ceduto all’esercito inglese da una famiglia in crisi durante la Grande Guerra. L’animale finisce al fronte e il giovane della famiglia (Jeremy Irvine (nella foto col cavallo) farà di tutto per ritrovarlo Il regista Steven Spielberg (qui sopra) aveva raccontato gli orrori della guerra in Schindler's List (7 Oscar nel ’94) e Salvate il soldato Ryan (5 Oscar nel ’99) cuore e l’identità del film vanno al di là di qualsiasi linguaggio e conflitto». Impegnato nelle riprese del colossal storico Lincoln, Spielberg ritorna con War Horse ai temi più classici del grande cinema tradizionale angloamericano. «Perché — dichiara — sono valori autentici, come il rapporto con la terra, la speranza del ragazzo, troppo giovane per la guerra, di ritrovare il suo cavallo e la solidarietà che proprio Joey è in grado di generare tra soldati nemici quando resta impigliato nel filo spinato. Non temo la retorica della fiaba perché quello che il cavallo crea è un incontro ravvicinato per tutti, tra continenti, alleati, nemici e armi». Spielberg ha voluto nel cast anche attori sconosciuti, come Jeremy Irvine, il giovane pro- tagonista che cercherà ovunque di ritrovare il suo Joey. Non mancano le star, come Emily Watson/la mamma del protagonista, David Thewlis, Peter Mullan. «Questo viaggio con un cavallo — dice ancora il regista — è stato rigenerante per me perché conserva quel nocciolo di onestà che va oltre qualsiasi modo di fare cinema o teatro, tanto che funzionavano alla perfezione anche i cavalli meccanici che abbiamo usato sul set». Un cinema, quello di Spielberg, che si nutre dei classici valori americani. «C’è bisogno di ridare fiducia nella famiglia e di rilanciare il senso della meraviglia, così anche in una guerra (e la mente va al suo soldato Ryan) possono nascere sentimenti di coraggio e altruismo. Ho usato allegorie, tramonti di fuoco, figure in controluce, come nel cinema del passato, per risalire alle radici dell’umanesimo. I cavalli non fanno scelte politiche, ma sono fedeli, onesti e dimostrano anche un senso del sacrificio». In tempi di tecnologia globalizzata, Spielberg rilancia dunque attraverso un cavallo, quello che definisce «il mio agente speciale di pace», il suo messaggio contro l’atrocità della guerra senza essere costretto a mostrarla. «Guardare attraverso l’innocenza di Joey l’orrore della trincea è stata una vittoria e una avventura. Ritengo che riscoprire i sentimenti attraverso la natura, che spesso calpestiamo, sia un atto di coraggio maggiore che non cancellare le emozioni in nome dello spettacolo o del box office». Giovanna Grassi © RIPRODUZIONE RISERVATA L’intervista Il comico dopo il successo del programma: forse era meglio una sola puntata Zalone: «Divido i critici? Penso solo a far ridere Ho sbagliato su Misseri» MILANO — Ci risiamo. Checco Zalone torna in tv e riparte l’analisi del suo pensiero. Ogni battuta diventa una interpretazione sociologica, ogni gag una critica alla realtà. Neanche le parolacce restano più solo parolacce. Dopo la prima puntata di «Resto umile world show» (venerdì su Canale 5 l’ultima) è tornato evidente che il comico, con Fiorello, è uno dei pochi che quando fa spettacolo alimenta la fenomenologia. Il perché non se lo spiega nemmeno lui: «Con tutti i problemi che ha l’Italia non capisco perché si parli tanto di uno che prova a far ridere. Se fossi un giornalista non mi considererei». Analizzi lei il suo show... «Sono sincero: non avrei fatto due puntate. È stato un errore, se ne poteva fare una ma più forte». Ma come? Ha fatto il 22,42%, ci sono state lodi sperticate... «Io mi sono fatto un po’ ca... O meglio, ci sono state cose molto buone come Saviano, Vendola o Maremoto a Porto Cervo. Misseri me lo potevo risparmiare». Si è pentito della parodia? «Sì. Aveva un intento nobile, di critica. Ma un pezzo così andava provato di più. E in generale mi sono visto un po’ impacciato, non guardavo mai in camera». È rimasto umile davvero... «Vedo anche i meriti. Sono stato coraggioso: in pochi dopo il successo al cinema si sarebbero rimessi in gioco». Che difficoltà ha avuto? «Gli ospiti che hanno detto no. Il governo: doveva cadere ora? Avevo tanti pezzi. E Fiorello? È stato a casa a grattarsi per anni sto... — ride —. Mi ha chiamato per leggere i commenti su di me. Solo quelli positivi: è un bravo ragazzo, proprio da Rai1». C’è competizione con lui? Classe ’77 Checco Zalone (Luca Medici) «No, lui è uno showman molto più bravo di me. Nemmeno ambivo a fare i suoi risultati». Al contrario, lui farebbe i suoi risultati al cinema? «No. Lo dico anche perché così si fa i fatti suoi e non me lo ritrovo anche lì». Perché si analizza tutto quello che fate voi due? «Perché ci danno la possibilità di fare uno show in prima serata. E perché prima di Fiorello la tv generalista non destava attenzione da tempo. Ora ci sono le scuole di pensiero: i noiosisti e i fan». Sabina Guzzanti su Twitter ha detto che Fiorello l’ha annoiata e lei invece divertita... «Ma ’ste cose non si dicono su Twitter. Ci sono amici su cui spettegoliamo ma a cui vogliamo bene. Ma non si fa su Twitter». In cosa è meglio di Fiorello? «Mi sento più musicista. Siamo diversi, io non sono da Rai1». Stasera lui chiude lo show. Gli manda un messaggio? «Che se fa meno del 55% per me è un flop». Chiara Maffioletti twitter @ChiaraMaff © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 44 italia: 515249535254 Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera Codice cliente: Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 45 italia: 515249535254 Sportlunedì Serie A 14ª giornata 1-0 0-1 0-0 3-0 0-2 BOLOGNA-SIENA CATANIA-CAGLIARI CHIEVO-ATALANTA FIORENTINA-ROMA GENOA-MILAN Mercato INTER-UDINESE JUVENTUS-CESENA LAZIO-NOVARA NAPOLI-LECCE PARMA-PALERMO 0-1 2-0 oggi 4-2 0-0 Classifica *una partita in meno 29 27 27 22 20 JUVENTUS MILAN UDINESE LAZIO* NAPOLI 20 17 17 17 16 PALERMO CAGLIARI ROMA CATANIA FIORENTINA CHIEVO 16 PARMA 16 ATALANTA (-6) 15 GENOA* 15 SIENA 14 INTER* BOLOGNA NOVARA* CESENA LECCE 14 14 10 9 8 Nerazzurri al quint’ultimo posto in classifica di MONICA COLOMBO Il ribelle Tevez sempre più vicino al Milan MILANO — La settimana che sta per iniziare sarà con tutta probabilità quella decisiva per comprendere gli orientamenti del Manchester City e per verificare gli sviluppi della faccenda Tevez. Mercoledì la squadra dello sceicco Mansour sarà impegnata in una delicatissima sfida di Champions League con il Bayern Monaco: con la qualificazione ancora in bilico, gli inglesi hanno per il momento accantonato la pratica relativa all’Apache. di FABIO MONTI Moratti costretto a intervenire sulla crisi dell’Inter MILANO — Qualche volta la storia può essere utile, non solo per ricordare, ma per (ri)programmare il futuro. Mercoledì 11 marzo 2009 l’Inter perde 2-0 a Old Trafford e viene eliminata negli ottavi di Champions League dal Manchester United. Moratti era sceso negli spogliatoi e vedendo i giocatori che si scambiavano le maglie con gli avversari, aveva abbassato la voce e aveva trattato con durezza tutti, compreso Mourinho, costretto ad ascoltare in silenzio. CONTINUA A PAGINA 48 CONTINUA A PAGINA 48 Leadership Prima il gol del centrocampista e poi il rigore (inesistente) del cileno piegano il Cesena Notte in ospedale E la Juve va Festa bianconera Paura Del Piero Ferito alla testa 8 punti di sutura Chiellini e Marchisio esultano: la Juventus batte il Cesena e torna da sola in testa alla classifica grazie ai gol dello stesso Marchisio e del cileno Vidal (LaPresse) Marchisio e Vidal riportano i bianconeri in testa alla classifica di uno dei nostri inviati PAOLO TOMASELLI TORINO — Le mani serrate sulla testa insanguinata. I compagni attorno preoccupati. E quelle gambe che non smettono di agitarsi sull’erba per il dolore. La partita che poteva riportare Alessandro Del Piero al centro della Juve dura 6 minuti e finisce contro lo scarpino di Marco Rossi: il terzino destro del Cesena alza la gamba, l’attaccante abbassa la testa. Il risultato è un trauma non commotivo con una profonda ferita lacero contusa alla tempia sinistra che costringe Del Piero a uscire in barella dopo alcuni minuti di apprensione, in campo e in tribuna, dove anche Andrea Agnelli si guarda attorno con aria preoccupata. L’intervento dell’equipe della Croce Rossa, coordinata dal dottor Cencio, è comunque rapido. Il capitano bianconero può contare subito anche sul dottor Fraccalvieri, chirurgo plastico e consulente dello staff medico juventino. A PAGINA 46 Perrone CONTINUA A PAGINA 46 Il commento La Juventus ha giocato con il Cesena da grande squadra, facendo a meno di Pirlo Non solo agonismo, anche tanta qualità di MARIO SCONCERTI L’ impressione è che ci sia una metamorfosi nella percezione della Juve. La partita con il Cesena non era un grande riferimento ma lo è diventato per l’assenza di Pirlo, per il salto degli attaccanti tra il primo e il secondo tempo, e poi con l’infortunio di Del Piero. È stata una Juve che ha dovuto rifondarsi molte volte in una partita non eroica, ma certamente difficile in cui serviva soltanto vincere. Perché l’agonismo della Juve può continuare a generare se stesso solo se la squadra continua a vincere. Se ti scopri di colpo terzo, molto del sogno frana. La Juve è andata invece oltre la partita con il tempo della grande squadra, senza giocare in modo eccezionale ma insistendo sempre e alla fine trovando il gol con il suo uomo migliore. La scoperta adesso è che non è più so- lo agonismo; la Juve adesso è anche qualità individuale, proprio come il Milan. È la squadra di Pirlo (di cui ha saputo fare a meno ieri), di Marchisio, anche più importante; di Vidal, dalla corsa diversa, senza un paragone certo nel nostro calcio però straordinariamente utile; di Matri, da tempo il miglior centravanti italiano, eppoi Vucinic, Barzagli, per non parlare di Pepe. Vista oggi, la Juve ha tutto. Può darsi che il Milan abbia di più, ma alla Juve non manca niente. È la prima volta dal 2006 che questo parere diventa evidenza. La domanda è semmai cosa bisogna aspettarsi dall’Udinese. La mia risposta è molto ma non troppo. Ha meno uomini. Allegri ha impiegato 25 giocatori, Guidolin, seriamente, meno di 20, la Juve 21. Ha soprattutto meno giocatori decisivi, li deve trovare volta per volta, ma è difficile fare la storia in un colpo solo. La crescita delle ultime partite è dovuta all’evoluzione di Isla come incursore, mentre Di Natale sembra un po’ sotto fiato. L’inferiorità dell’Udinese è in questa mancanza di riserve per i giocatori importanti. La Juve cambia dopo il primo tempo Vincino sia Matri che Vucinic, l’Udinese non può cambiare mai Di Natale. Però, come organizzazione, è sullo stesso livello di Juve e Milan. Anzi, di più. Gli altri hanno più qualità individuale, l’Udinese è ancora in una specie di adolescenza scortese e quasi certamente impossibile. È molto serio il problema dell’Inter, come d’altra parte previsto. Non c’è rimonta, c’è solo una squadra da rifondare. Arriva sempre questo tempo per tutti. Sorprende che per l’Inter sia diventato evidente solo adesso. Ma davvero si pensava che i giovani avrebbero retto? Un anno fa l’Inter era sesta a 9 punti dal Milan e aveva Eto’o capocannoniere con 10 reti. Oggi ha Milito e Pazzini a un gol su azione ed è a 15 punti dalla Juve. Niente nasce a caso. È l’ora di pensarci. Le proposte del giorno Lazio - Novara Risultato Finale 1 X 2 1,40 4,25 8,00 ore 20.45 Under/Over 2,5 Under 1,85 Over 1,80 Doppie Chances X/2 2,72 1/2 1,17 Bari - Cittadella Risultato Finale 1 X 2 1,95 2,95 4,50 ore 20.45 Under/Over 2,5 Under 1,55 Over 2,25 Doppie Chances 1/X X/2 1/2 1,15 1,75 1,33 Siviglia - Getafe Risultato Finale 1 X 2 1,65 3,60 5,00 ore 21.00 Under/Over 2,5 Under 1,83 Over 1,83 Doppie Chances 1/X X/2 1/2 1,11 2,05 1,22 Fulham - Liverpool Risultato Finale 1 X 2 3,25 3,30 2,10 ore 21.00 Under/Over 2,5 Under 1,73 Over 1,95 Doppie Chances 1/X X/2 1/2 1,60 1,26 1,25 Quote aggiornate e altre scommesse su www.snai.it GIOCA PER VINCERE © RIPRODUZIONE RISERVATA NON TI PERDERE. amministrazione autonoma dei monopoli di stato gioco legale e responsabile 46 Sport Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera italia: 515249535254 Capolista Gol del centrocampista e rigore (fantasioso) di Vidal: il Cesena cede Marchisio alla Tardelli Continua il viaggio Juve Conte: squadra matura. Del Piero, ferito alla testa, sangue e paura DA UNO DEI NOSTRI INVIATI TORINO — Dopo 72 minuti da Marchisio, ricompare il Tardelli (o meglio Gerrard, il suo preferito) della Juventus. Inserimento su assist di Vidal, controllo di destro, palla sul sinistro e tiro nell’angolo, imprendibile per Francesco Antonioli. Sesto gol in campionato (come Matri). Una nuova vita da (mediano) goleador per il ragazzo della cantera bianconera, che risolve una partita tutt’altro che Crescita Il goleador: «Ora con le piccole non sbagliamo più». Il tecnico incide ancora con i suoi cambi facile. E meno male che la Juventus inconcludente e attanagliata dal nervosismo, incupita dall’assenza di Pirlo e indispettita dal buon catenaccio del Cesena, non riconquisti la vetta grazie al rigore fantasioso fischiato 10 minuti dopo dall’arbitro Doveri per un’uscita senza colpe di Antonioli su Giaccherini, altrimenti saremmo sommersi dalle polemiche. «Tre punti importanti, la partita era difficile, loro stavano tutti dietro. La differenza? Un anno fa le partite con le piccole le sbagliavamo tutte, ora no», dice il nuovo Tardelli eletto da Pavel Nedved tra i migliori del mondo. Vidal trasforma il primo tiro dal dischetto della stagione chiudendo una partita che, in realtà, non è mai cominciata: 75 per cento di possesso bianconero della palla contro il 25 del Cesena. È una faticaccia, perché pesa la prima assenza di Pirlo. La squadra penultima in classifica, infatti, sapendo di non avere davanti l’uomo che è capace di disinnescare anche il più irsuto catenaccio con una delle sue aperture, si vota unicamente alla difesa per la difesa. Tutti dietro, con le buone e con le cattive, e a tentare qualche contropiede, se la capacità di palleggio regge il rilancio, cosa che si verifica raramente. L’idea paga. Tra l’altro, a parte qualche calcione distribuito con parsimonia, non è neanche una prova affannosa quella del Cesena. C’è ordine sulle barricate. Infatti la prima, unica e vera parata di Antonioli si verifica al 45’ su un’incursione di Vucinic, molto attivo nel cercare di scardinare l’arcigna predisposizione tattica avversaria. Per tutto il resto della prima parte della gara, la Juventus mantiene solo uno sterile controllo delle operazioni. «Abbiamo fatto la partita dal primo all’ultimo minuto. Nel- l’intervallo ho detto ai ragazzi: non facciamoci prendere da ansia, da nervosismo, la sbloccheremo. Prova di maturità». Antonio Conte istruisce il gruppo e nel secondo tempo, effettivamente, la Juve si ripresenta più pericolosa e creativa: Vucinic impegna nuovamente Antonioli e, sulla ribattuta di Pepe, il Juventus Cesena 2 0 Marcatori: Marchisio 27’, Vidal (rig.) 38’ s.t. JUVENTUS (4-3-3): Buffon 6; Lichtsteiner 6, Barzagli 6, Bonucci 6, Chiellini 6,5; Vidal 7, Pazienza 6,5, Marchisio 7; Pepe 6, Matri 5 (Quagliarella 6 6’ s.t.), Vucinic 6,5 (Del Piero s.v. 11’ s.t., Giaccherini 6,5 18’ s.t.). All.: Conte 7 CESENA (4-4-2): Antonioli 6; M. Rossi 5,5, Von Bergen 6, Rodriguez 5,5, Lauro 6; Ghezzal 5, Parolo 5,5, Guana 5,5, Martinho 5 (Candreva s.v. 33’ s.t.); Bogdani 5 (Malonga 5 1’ s.t., Eder s.v. 33’ s.t.), Mutu 5. All.: Arrigoni 5 Arbitro: Doveri 4,5 Espulso: Antonioli 38 s.t. Ammoniti: Ghezzal, M. Rossi Recuperi: 1’ più 3’ portiere più anziano della serie A si ritrova la palla tra le braccia. Poi l’eroe di Napoli manda fuori di poco di testa (cross di Chiellini). C’è solo la Juve nella metà campo del Cesena: venti giocatori ammassati, spazi scarsi. Urge fantasia. E allora Alex Del Piero passa dai 3 minuti di Napoli ai possibili 35 del Cesena. Possibili perché, dopo cinque minuti, si prende una scarpata di Marco Rossi sulla tempia (tra il disinteresse della quaterna arbitrale): maschera di sangue e barella, verso otto punti di sutura. Una iella. Però Conte ha dimostrato, non da ora, di essere bravo a gestire le sostituzioni. Sia Quagliarella, che ha rilevato Matri, che Giaccherini, al posto di Del Piero (a sua volta entrato per Vucinic), si dimostrano bravi nell’aprire più di una falla nel collaudato catenaccio del Cesena. Marchisio ne sfrutta una e la Juve va: Conte salta quasi in tribuna, liberato. La reazione del Cesena non esiste (primo e unico tiro in porta con qualche complicazione per Buffon: Martinho al 20’ della ripresa) poi arriva il rigore. Fine. La Juventus vince la terza partita consecutiva in casa. Nel campionato 2010-2011 non c’era mai riuscita. Eh sì, qualcosa è cambiato. Roberto Perrone L’infortunio La sfortuna di Ale alla 500ª partita «Che spavento» SEGUE DALLA PRIMA DI SPORT Il dottore, presente in tribuna, scende negli spogliatoi e sutura la ferita alla tempia del giocatore con 8 punti. Del Piero non perde mai conoscenza e dopo la fine della partita resta a lungo negli spogliatoi: «Ci siamo spaventati — confessa Claudio Marchisio —. Quando siamo rientrati era ancora sdraiato perché ha subito una ferita Spiaciuto Marco Rossi: «Non ho fatto apposta, gli chiedo scusa» importante. Però dopo era già lì che scherzava, si è ripreso». La «festa» per la 500ª partita in campionato con la Juve è proseguita all'Ospedale Molinette, dove Del Piero (nelle foto l’incidente) è stato sottoposto a una Tac che ha escluso complicazioni ed è stato visitato dal professor Franch Benech. Il giocatore è stato comunque tenuto in osservazione per la notte e lascerà oggi la clinica, non prima di aver effettuato un ulteriore elettroencefalogramma di controllo. Lo staff medico juventino sarebbe comunque ottimista per un recupero già in vista della gara di lunedì prossimo con la Roma. «È un peccato perché il suo impatto sulla partita era stato subito molto buono — osserva Conte —. Sono d’accordo con Mazzarri quando dice che © RIPRODUZIONE RISERVATA Le pagelle Juventus Le pagelle Cesena Vucinic crea pericoli Antonioli espulso e furioso 6 BUFFON La partita è tutta nell’altra metà campo e lui se la gode senza prendere nemmeno freddo. Solo una parata, in due tempi su Martinho. 6 LICHTSTEINER Intenso, ma meno chirurgico del solito. Il cross da cui scaturisce il rigore è la cosa migliore. 6 BARZAGLI Non perde la concentrazione, nonostante la mollezza dell’attacco avversario. 6 BONUCCI Trova giustamente il tempo di farsi vedere in avanti e dietro ritrova un po' di sicurezza. 6,5 CHIELLINI Tonico sulla sinistra. È una presenza costante e pericolosa nella metà campo romagnola. 7 VIDAL Senza Pirlo è un po’ caotico, ma non si ferma un attimo. Dà la palla gol a Marchisio e segna il rigore (senza portiere) Indispensabile. 6,5 PAZIENZA Senza Pirlo non pensa a imitarlo, ma fa il suo gioco. Preciso, solido e utile. 7 MARCHISIO Senza Pirlo fatica più del solito, ma trova il sesto gol con un controllo e un tiro di sinistro da vero bomber. 6 PEPE Nel labirinto smarrisce un po’ la via. Ha due buone occasioni (soprattutto una di testa) ma stavolta non lascia il segno. 5 MATRI Gli spazi sono ridottissimi, però ha due palloni interessanti e si perde in errori tecnici banali. 6,5 VUCINIC Interpreta bene la partita, giostrando ad ampio raggio. Crea i pericoli maggiori quando parte largo e si accentra. Lascia per un fastidio muscolare. 6,5 QUAGLIARELLA Porta qualità e agilità al centro dell’attacco. È fondamentale per scardinare il catenaccio e non a caso l’azione dell’1-0 parte da lui. S.V. DEL PIERO In 6 minuti fa in tempo a regalare un bel colpo di tacco smarcante e un cross. Poi Rossi lo abbatte. 6,5 GIACCHERINI Nella mischia al posto del capitano ferito, vola un paio di volte sulla fascia. E soprattutto vola in area per anticipare Antonioli, guadagnando il rigore. 6 ANTONIOLI Il radar segna allarme continuo, ma la prima vera parata arriva al 45’ su Vucinic. Si ripete a inizio ripresa sul montenegrino e su Pepe in rapida sequenza, poi su Marchisio può fare poco. Il rigore e soprattutto l'espulsione per il presunto fallo su Giaccherini lo mandano in bestia. Giustamente. 5,5 ROSSI Partita sofferta ma dignitosa. Il calcio in faccia a Del Piero sarà anche involontario ma meritava il secondo giallo. da uno dei nostri inviati a Torino 7 CONTE Un po’ troppo caotica, non sempre efficace sulle fasce, ma la sua Juve attacca a testa bassa dal primo minuto. L’assenza di Pirlo passa quasi inosservata. Le riserve si battono bene. E la vittoria alla fine arriva: la sua arrampicata sulle balaustre nei festeggiamenti per l’1-0 è la fotografia perfetta di una capolista arrembante. da uno dei nostri inviati a Torino 6 VON BERGEN Spazza l’area che è un piacere. Nel finale soffre, senza andare mai in crisi. 5,5 RODRIGUEZ Buttafuori minaccioso e efficace. Solo la magia di Marchisio lo mette a sedere. Chiude in porta, con bella parata su Quagliarella. 6 LAURO Non va per il sottile. Nonostante la pressione costante si rivela abbastanza solido. 5 GHEZZAL Partita a tratti indisponente: ha pochissimi palloni giocabili e li sciupa in malo modo. 5,5 PAROLO La rivelazione del vecchio Cesena fatica forse a calarsi nella mentalità catenacciara. Di sicuro potrebbe fare qualcosa di più per far ripartire l'azione. 5,5 GUANA Primo tempo coraggioso: gli manca solo la baionetta ma è sempre in prima linea. Chiude con le buone e soprattutto con le cattive quasi tutti i pertugi, fino a quando viene preso in mezzo da Quagliarella e Vidal nell’azione dello 0-1. 5 MARTINHO Due fiammate per tempo: un contropiede sprecato malamente e un diagonale (primo tiro in porta del Cesena) parato da Buffon. Quanto basta per scottarsi. 5 BOGDANI Di attaccare non se ne parla. Ma anche come primo difensore non è che si sbatta molto. 5 MUTU Si guarda attorno e fatica a vedere qualche compagno con cui impostare un contropiede. Dopo un po’ non ci prova nemmeno più. 5 MALONGA Entra per dare un po’ più di dinamismo e profondità di Bogdani. Missione incompiuta: Arrigoni si spazientisce e toglie pure lui. 5 ARRIGONI Difendersi a oltranza fin dal primo minuto senza i titolari della fascia destra non è un peccato mortale. Ma senza superare la metà campo o tenere uno straccio di pallone sulla trequarti prima o poi la punizione arriva. Meritata. p.tom. p.tom. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 Sport 47 italia: 515249535254 Il n. 1 del Coni Destini Difficile la posizione dello spagnolo, l’effetto Rossi La Roma affonda La Fiorentina riemerge Contestato Luis Enrique che esclude Totti DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE — Di due crisi conclamate, ne resta una sola: quella della Roma. La Fiorentina festeggia un 3-0 ben più largo della reale differenza vista a lungo in campo: per qualche sera i giocatori viola potranno uscire senza essere pedinati da tifosi inferociti. Lo saranno quelli della Roma che, alla sesta sconfitta in campionato su 13 gare (quasi un terrificante 50%), contestano a fine partita le scelte di Luis Enrique e alzano cori per Francesco Totti, lasciato per 90’ in panchina. È la prima volta che, apertamente, la tifoseria si schiera contro l’allenatore asturiano che, su Totti, spiega: «Non sta al 100%, farlo entrare sullo 0-2 e in 10 non mi sembrava giusto per lui». Alla Fiorentina riesce tutto: nel finale c’è persino il gesto da libro Cuore di Jovetic, che lascia tirare il rigore del 3-0 al Tanque Silva, che non aveva ancora segnato in campionato. Delio Rossi, al posto di Mihajlovic, non ha fatto miracoli: ha ridato serenità alla squadra, riportato Montolivo nella sua posizione naturale e messo un trequartista dietro Jovetic e Gilardino. Piccoli passi, che hanno rimesso la Fiorentina in strada. Delio Rossi è un uomo felice, anche se la sua espressione sul viso è sempre triste: «Questa squadra ha ancora grandi margini di miglioramento. Jove- Decisivo Il gol di Marchisio (Sport Image) bisogna tutelare chi fa la partita. Il fallo su Ale andava sanzionato come minimo con il secondo giallo...». Marco Rossi, il «colpevole», si muove nell’area interviste timidamente, dopo una partita giocata fin troppo sulle barricate: «Era una normale azione di gioco — premette il difensore di scuola Parma — io avevo la gamba un po’ troppo alta e lui ha abbassato un po’ troppo la testa. Purtroppo l’ho colpito sulla tempia sinistra con lo scarpino ma non avevo alcuna intenzione di fargli male e in campo non mi ero accorto di nulla. Però voglio scusarmi per averlo ferito e spero di riuscire a contattarlo in qualche modo, per dirgli che mi dispiace». Paolo Tomaselli © RIPRODUZIONE RISERVATA Parma Stasera la Lazio Mangia, pari fuori casa Lecce cambia Ecco Cosmi PARMA — Non ci vuole molto a ipotizzare che, il 4 dicembre, una gara in notturna in uno stadio della Pianura Padana potrebbe incontrare problemi dal punto di vista meteorologico. Ma si sa, il potere del denaro e della tv, è forte come la nebbia che ieri sera gravava sul Tardini. All’arbitro Banti, però, non è affatto balenata l’idea di rinviare l’incontro. E così, in uno stadio surreale, il Parma ha cercato la vittoria per allontanare la crisi dopo la sconfitta di Novara e contro il Verona in Coppa Italia. Il Parma attacca, ma non sfonda (ci prova due volte Giovinco). Il Palermo continua ad essere una formazione che macina gol e gioco in casa e soffre in trasferta. Il Bologna supera il Siena con un gol di Di Vaio, il Lecce ha esonerato Di Francesco e assunto Cosmi. Stasera si chiude con la Lazio che all’Olimpico ospita il Novara: Reja rilancia Rocchi e lascia in panchina Cissé. Giancarla Ghisi © RIPRODUZIONE RISERVATA Roma, ore 20.45 Lazio Novara (4-3-1-2) 83 Marchetti 29 Konko 33 Stankevicius 20 Biava 26 Radu 15 Gonzalez 24 Ledesma 19 Lulic 8 Hernanes 25 Klose 9 Rocchi (4-3-1-2) 1 Ujkani 14 Morganella 30 Centurioni 5 Ludi 28 Garcia 17 Porcari 23 Radovanovic 22 Pesce 10 Rigoni 21 Mazzarani 9 Rubino Arbitro: GAVA di Conegliano Tv: ore 20.45 Sky Calcio 1, Premium Calcio, Premium calcio HD2 Palermo 0 0 PARMA (4-4-1-1): Mirante 6; Zaccardo 6, Paletta 6, A. Lucarelli 6, Gobbi 6; Biabiany 6,5, Morrone 6, Galloppa 6, Valiani 6; Giovinco 6,5; Pellè 5,5 (Musacci s.v. 45’ s.t.). All.: Colomba 5 PALERMO (4-3-2-1): Benussi 6; Pisano 5, Silvestre 5, Migliaccio 6, Balzaretti 6; Acquah 6, Bacinovic 5 (Bertolo 5,5 10’ s.t.), Barreto 6; Ilicic 5, Varela 5 (Alvarez 6 21’ s.t.); Pinilla 5,5 (Della Rocca s.v. 39’ s.t.). All.: Mangia 6 Arbitro: Banti 4 Ammonito: Migliaccio Recuperi: 0’ più 2’ Bologna Siena Chievo Atalanta tic ha 22 anni, quando imparerà a giocare senza palla sarà immarcabile. Il talento glielo ha dato Dio, ora sta a me guidarlo». Alla Roma non riesce nulla: 3 gol subiti, 3 espulsi (Juan, Gago e Bojan), seconda sconfitta di fila, rischio della prova tv per Heinze (gomitata a Gamberini), primi cori dei tifosi contro Luis Enri- Fiorentina Roma CHIEVO (4-3-1-2): Sorrentino 6; N. Frey 6, Andreolli 5,5, Cesar 6, Dramé 5,5; Luciano 5, Vacek 5 (Hetemaj 5,5 21’ s.t.); Sammarco 5 (Paloschi s.v. 37’ s.t.); Pellissier 6, Moscardelli 5 (Thereau 5,5 21’ s.t.). All.: Di Carlo 6 ATALANTA (4-4-1-1): Consigli 6; Masiello 6, Lucchini 5,5, Manfredini 6, Peluso s.v. (Bellini 5,5 6’ p.t.) ; Bonaventura 5 (Gabbiadini 5,5 17’ s.t.) Cigarini 6, Carmona 6, Padoin 5,5; Morales 5 (Ferreira Pinto s.v. 27’ s.t.), Denis 6. All.: Colantuono 6 Arbitro: Pinzani 6 Ammoniti: Pellissier, Andreolli, Lucchini, Manfredini Recuperi: 2’ più 3’ 1 0 Catania Cagliari 0 1 Marcatore: Di Vaio 28’ p.t.; Marcatore: Ibarbo 19’ s.t. BOLOGNA (4-3-2-1): Gillet 7; Raggi 6 (Garics 6 7’ s.t.), Portanova 6,5, Antonsson s.v. (Cherubin 6 17’ p.t.), Morleo 6; Pulzetti 6,5, Mudingayi 6, Casarini 6; Ramirez 5 (Crespo 5,5 22’ s.t.), Diamanti 7,5; Di Vaio 6,5. All.: Pioli 6,5 CATANIA (3-5-2): Andujar 6; Bellusci 5,5, Legrottaglie 5, Spolli 6; Alvarez 5 (Barrientos 6 10’ s.t.), Almiron 5 (Maxi Lopez 6 23’ s.t.), Lodi 5,5, Biagianti 6 (Sciacca 5 30’ p.t.), Marchese 5,5; Bergessio 6, Gomez 6,5. All.: Montella 5 SIENA (4-4-2): Brkic 6,5; Vitiello 5,5, Rossettini 5,5, Terzi 6, Del Grosso 6; Mannini 5 (Reginaldo s.v. 26’ s.t.), D’Agostino 6,5, Gazzi 6, Angelo 5 (Grossi 6,5 14’ s.t.); Calaiò 5,5, Larrondo 5 (Gonzalez 6 20’ s.t.). All.: Sannino 6 CAGLIARI (4-3-1-2): Agazzi 7; Pisano 6, Canini 6, Ariaudo 6, Agostini 6,5; Perico 6 (Biondini 6 1’ s.t.), Conti 6,5, Ekdal 6; Cossu 5,5 (Sampaio s.v. 44’ s.t.); Larrivey 5 (Thiago Ribeiro 6 16’ s.t.), Ibarbo 8. All.: Ballardini 8 Arbitro: Mazzoleni 5,5 Ammoniti: Pulzetti, D’Agostino, Vitiello Recuperi: 1’ più 3’ 3 0 Marcatori: Jovetic (rig.) 17’, Gamberini 44’ p.t.; Silva (rig.) 41’ s.t. FIORENTINA (4-3-1-2): Boruc 6; De Silvestri 6, Gamberini 7, Nastasic 6,5, Pasqual 6,5; Behrami 7 (Munari s.v. 45’ s.t.), Montolivo 6, Vargas 6,5; Lazzari 5,5 (Salifu s.v. 36’ s.t.); Jovetic 7,5, Gilardino 5,5 (S. Silva 6 18’ s.t.). All.: Rossi 6,5 ROMA (4-3-1-2): Stekelenburg 6; Cicinho 4,5 (Greco s.v. 29’ s.t.), Juan 4, Heinze 4,5, Taddei 5,5; Perrotta 4,5 (José Angel 5 14’ s.t.), De Rossi 6,5, Gago 5; Pjanic 5 (Simplicio s.v. 26’ s.t.); Lamela 5, Bojan 4,5. All.: Luis Enrique 4 Arbitro: Damato 6 Espulsi: Juan 16’ p.t.; Gago 32’, Bojan 40’ s.t. Recuperi: 1’ più 4’ 0 0 Arbitro: Bergonzi 6 Ammoniti: Barrientos, Biondini Recuperi: 1’ più 5’ que e a favore di Francesco Totti. Ieri mancavano Osvaldo e Borriello, ma per lui non c’era posto. La gara è girata al 15’: Juan si è addormentato in area, Jovetic gli ha preso il tempo ed è stato astuto a farsi tamponare in area. Rigore ed espulsione. Sulla regola si può discutere: nella sostanza è ingiusta il 90% delle volte (compre- Giornata nera Luis Enrique abbandona il campo sotto il diluvio e a testa bassa. A Firenze la sua Roma è stata duramente sconfitta e lui per la prima volta è stato contestato dai tifosi (Ansa) sa questa) perché è una mattanza sulla partita; però, fino a che sarà in vigore, i giocatori devono conoscerla. Luis Enrique ha mantenuto le due punte in campo, abbassando De Rossi difensore centrale. Un atto di coraggio che ha pagato per mezz’ora, quando la Roma ha tenuto palla e attaccato. Poi, quando il primo tempo stava per finire, secondo episodio: corner, Heinze non blocca Gamberini e incornata del 2-0. Il calcio è fatto di errori e di episodi. La Roma non sfrutta quasi mai quelli a suo favore e patisce al massimo tutti quelli contro. Dal caso Osvaldo alle 3 espulsioni di ieri è ormai chiaro che la squadra vive sull’orlo della crisi di nervi. È un problema gravissimo nell’immediato, chissà se la città avrà la pazienza di aspettare il progetto. Franco Baldini ha difeso il suo allenatore, dopo un vertice allo stadio con DiBenedetto e Fenucci, ma anche lui ha notato che l’aria sta cambiando: «I tifosi hanno dimostrato impazienza». Luis Enrique, per la prima volta, è sembrato provato: «La squadra non è più con me? Chiedetelo a loro. Ma senza microfono, però, se no possono non dire la verità. Però non credo sia così, altrimenti me ne sarei già andato via». Martedì lo chiederà lui ai giocatori, e se gli diranno che, sì, il problema è l’allenatore, lascerà Roma. Petrucci duro «Alla Lega serve un vero presidente» Luca Valdiserri ROMA — Intervenendo a «5’ di recupero» (Raiuno), il presidente del Coni, Gianni Petrucci, ha parlato del tavolo della pace (14 dicembre): «È un incontro per riportare serenità nel calcio, non una missione impossibile. Ci saranno persone che possono portare il loro contributo. Ce ne sono tante altre, ma non posso fare un’assemblea di Lega, anche perché ormai le assemblee di Lega finiscono con un nulla di fatto. Non dimentico che per un anno non si sono presentati in consiglio federale; che la prima giornata di campionato non si è giocata; che al contratto collettivo manchino i lodi arbitrali. Sono cose che non mi lasciano soddisfatto». E sulla Lega di A che non ha un presidente a tempo pieno? «Ho un buon rapporto con Beretta, ma la Lega deve avere un rappresentante a tutti gli effetti. Io non sono soddisfatto». Sul doping legale: «C’è un ricorso eccessivo alla magistratura, così non si può andare avanti. La Lega deve avere il culto dell’appartenenza; i presidenti devono vedersi per fare le riforme, per proporre le riforme perché poi è la Figc che dovrà deliberare. La Figc ha il potere, il fatto che il presidente non gridi non vuol dire che non conti. La Lega è autonoma, ma deve eleggere il presidente. Adesso così non va bene. E non si devono offendere: il Coni sovrintende tutto lo sport, Lega compresa». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: 48 Sport Emergenza Il presidente di umore nero tra problemi societari e tecnici Inter, ora tocca a Moratti giocare la partita salvezza Alvarez e Zarate, «festa» in discoteca dopo l’Udinese SEGUE DALLA PRIMA DI SPORT È venuto il momento che Moratti, descritto da chi gli ha parlato di umore nero, riprenda in mano la situazione, con interventi forti e mirati, perché con l’Inter al 14˚ posto in classifica servono misure straordinarie. L’impressione, maturata all’esterno, è che il presidente abbia perso quell’entusiasmo che lo aveva spinto in cima al mondo, proprio un anno fa (18 dicembre 2010), dopo un percorso quanto mai accidentato, anche per questioni extracalcistiche. Siccome la situazione è di segno opposto, come si è capito anche nella visita di venerdì alla squadra o nel discorso post-Udinese, sarebbe il caso che Moratti lo spiegasse bene, mettendo fine ai rumors che lo danno pronto a vendere la società. Sempreché questa sia la sua idea. Qui si inserisce il vero problema dell’Inter di oggi: la necessità di ridurre i costi del club nel suo complesso, non soltanto per il fair play imposto dall’Uefa, ma anche perché come si è scritto più volte, non si può passare la vita a spendere il doppio di quello che si produce, sperando nelle risorse dell’azionista di maggioranza. Con un budget ridotto e la necessità di stabilizzare il bilancio, è necessario che tutta l’Inter raddoppi le energie e impari (o cominci) a lavorare meglio. C’è sta- Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera italia: 515249535254 Disperazione Pazzini dopo aver fallito il rigore contro l’Udinese (dopo otto penalty segnati); nel tondo, Oriali: ha lasciato l’Inter 14 mesi fa (Cannas, Epa) to un momento in cui si poteva chiamare Moratti di notte, per costringerlo a prendere Quaresma. Adesso non è più così. E allora bisognerebbe sapere chi ha preso Jonathan, Zarate e Poli (va in panchina, ma non entra mai), che per motivi diversi risultano non all’altezza e perché non è stato spiegato al presidente che Alvarez, da lui voluto, non era adatto al campionato italiano, come Forlan, lui pure con anni di carriera alle spalle, in una squadra già vecchia e logora e con un gruppo di intoccabili. Anche con un budget ridotto, le al- ternative non mancavano; da Estigarribia ad Aquilani, da Nocerino a Klose. E perché è rimasto Coutinho, se non gioca quasi mai e si infortuna sempre? Resterebbe da capire dov’era la società dopo la Supercoppa e prima dell’inizio del campionato, quando Gasperini ha sviluppato le sue teorie, con risultati negativi. Dopo il triplete, Branca, che negli anni aveva elevato la qualità degli acquisti nerazzurri, aveva preteso la testa di Oriali ed era stato accontentato, con il medesimo Oriali che, infuriato, invece di rimanere in società con altro Giorni decisivi Champions V Gruppo A Mercoledì, ore 20.45 Manchester City-Bayern Villarreal-NAPOLI Classifica: Bayern 13; NAPOLI 8; Manchester City 7; Villarreal 0 V Gruppo B Mercoledì, ore 20.45 INTER-Cska Mosca Lille-Trabzonspor Classifica: INTER 10; Trabzonspor 6; Lille e Cska 5 V Gruppo C Mercoledì, ore 20.45 Benfica-Otelul Galati Basilea-Manchester Utd Classifica: Benfica e Manchester Utd 9; Basilea 8; Otelul Galati 0 V Gruppo D Mercoledì, ore 20.45 Ajax-Real Madrid Dinamo Zagabria-Lione Classifica: Real Madrid 15; Ajax 8; Lione 5; Dinamo Zagabria 0 V Gruppo E Domani, ore 20.45 Chelsea-Valencia Genk-Bayer Leverkusen Classifica: Bayer Leverkusen 9; Chelsea e Valencia 8; Genk 2 V Gruppo F Domani, ore 20.45 Olympiacos-Arsenal Borussia D.-Marsiglia Classifica: Arsenal 11; Marsiglia 7; Olympiacos 6; Borussia Dortmund 4 V Gruppo G Domani, ore 20.45 Porto-Zenit Apoel-Shakhtar Donetsk Classifica: Apoel 9; Zenit 8; Porto 7; Shakhtar 2 V Gruppo H Domani, ore 20.45 Barcellona-Bate Borisov Viktoria Plzen-MILAN Classifica: Barcellona 13; MILAN 8; Viktoria Plzen 4; Bate Borisov 2 ruolo, aveva deciso di andarsene. La posizione di Oriali non è stata coperta da nessuno, con la conseguenza che la società è nei fatti assente (o quasi) nel rapporto con allenatore e squadra. I primi che gradirebbero il ritorno di Oriali sono i giocatori e forse sarebbe il caso di pensare concretamente a questa ipotesi, pur mettendo nel conto l’ira di qualcuno. E a proposito di società, sarebbe interessante sapere che cosa pensa il d.t. nerazzurro, del quale si sono perse le tracce in queste ore, del fatto che due giocatori (Alvarez e Zarate) abbiano celebrato la sconfitta con l’Udinese con una notte in discoteca. Così come certi infortuni, con ricaduta (e con recuperi infiniti), sono indice di situazioni non professionali, sulle quali la società ha scelto la linea morbida. In tutto questo si inserisce la L’assenza di Oriali La squadra avverte anche l’assenza della società e di una figura come Oriali questione tecnica. Ranieri ha dimostrato di aver capito le cause del disastro, ma di essere ben lontano dall’aver trovato le contromisure, come dimostrano i cambiamenti nel sistema di gioco e i risultati (quattro sconfitte su nove gare), al di là degli slogan. Quello che è certo è che i soldi per la campagna acquisti di gennaio sono pochi e servirà una sforzo di fantasia per trovare soluzioni che possano cambiare faccia a una squadra costretta a lottare per salvarsi dalla serie B. Fabio Monti © RIPRODUZIONE RISERVATA Il Milan lavora su Tevez Si può fare SEGUE DALLA PRIMA DI SPORT Ieri Roberto Mancini sulla latitanza dell’attaccante ventisettenne (ancora in Argentina a giocare a golf) così ha risposto: «Non so dove Tevez sia e non so cosa stia facendo. Aveva un problema ed è scomparso». Di certo Carlitos vuole solo il Milan, di certo i rossoneri presenteranno agli inglesi un’offerta che si basa sul prestito gratuito con il diritto di riscatto del giocatore a giugno. Kia Joorabchian, il potente agente della punta argentina, ha già affrontato l’argomento con i dirigenti del City che sarebbero più favorevoli a una cessione del giocatore al Corinthians. Galliani che oggi verrà premiato a Firenze insieme a Platini molto probabilmente non seguirà il Milan a Praga dove domani sera affronterà il Viktoria Plzen. Sono ore decisive per lo sviluppo dell’affare: non è previsto il viaggio dell’ad milanista a Manchester ma la situazione è fluida e tutto è possibile. Allegri in Champions manderà in campo Mexes, al suo debutto da titolare in questa tribolata stagione (prima la convalescenza dopo la rottura dei legamenti del ginocchio poi l’intervento in seguito alla microfrattura della mano). Oltre agli infortunati resterà a casa Aquilani, squalificato in zona Cesarini dalla Uefa: graziato dall’arbitro Stark che in Milan-Barcellona aveva ammonito Nesta per errore al suo posto dopo un fallo su Xavi, è stato poi (giustamente) punito. Monica Colombo © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 Sport 49 italia: 515249535254 # Il lutto È morto a San Paolo per un’infezione: aveva 57 anni Paganini lancia il pubblico che non c’è Tacchi, alcol e utopia La dottrina di Socrates di LUCA BOTTURA tra utopia, marketing e emulazione dall’estero. All’indomito fumatore, bevitore e seduttore Socrates non piacevano regole, orari e ritiri, e guardava come modello agli arancioni dell’Olanda, quelli che per primi aprirono le porte alle mogli. Altre regole di convivenza dovevano essere decise tutti insieme, basta con la dittatura dell’allenatore e della società. Infine la trovata di Washington Olivetto, il Socrates della pubblicità brasiliana: tutti in campo con la scritta «democrazia» sulla maglia e i numeri al contrario, per sollecitare le elezioni ai militari al potere. Il bello è che funzionò, il Corinthians tornò al vertice del calcio brasiliano dopo anni di oblio. Per la democrazia politica ci volle qualche anno in più. Intanto il calcio italiano uscito trionfatore dalla Spagna si comprava pezzo per pezzo la squadra dei mostri umiliati al Sarrià. Dopo Falcao, Toninho Cerezo, Zico, Junior, Dirceu, Careca. Un’offerta dalla Fiorentina arrivò anche al Dottore. Socrates l’accettò senza troppa convinzione e lo si capì subito quando scese in campo. In maglia viola rimase appena un campionato segnando 6 reti. SOCIAL FARD V Problemi per Simona Rolandi, conduttrice di «Dribbling» su Raidue: vista la quantità di cerone utilizzata per truccarla, il Carnevale di Viareggio l’ha denunciata per plagio. LA MALA EDUCATÉS V «Di Vaio ha fatto bene a protestare con grande educatezza» (Maurizio Iorio, Bologna-Siena, Sky). UN BEL TACER... V «Questa è una trasmissione che mi piace molto, quest’anno è la prima puntata che vedo» (Damiano Tommasi, «Quelli che aspettano», Raidue). MI RACCOMANDO V «A Pazienza ho detto di non fare il Pirlo» (Antonio Conte, «Stadio Sprint», Raidue). GRAZIE AR CADIA V «Scene d’amore quasi stilnovista tra i giocatori dell’Udinese» (Fabio Caressa, Inter-Udinese, Sky). RIVELAZIONI V Pare che il Ministro Fornero sia scoppiata in lacrime alla notizia che la Roma non ha alcuna intenzione di pensionare Luis Enrique. LACRIME E SANGUE V Del Piero precisa: l’incidente di ieri col Cesena è stato concordato con Mario Monti per dimostrare che anche i calciatori sono disponibili a tagli dolorosi. CASPITERINATE V «Vediamo se Di Marzio ci sa dire quando caspiterina si recupererà Padova-Torino» (Lia Capizzi è visibilmente innervosita poffarbacco, Sky Sport 24). MANI NEGATE V «Guidolin, aspetti! Un bell’applauso del nostro pubblico... (silenzio)» (Paolo Paganini realizza con un attimo di fatale ritardo di non avere pubblico in studio, «Sabato Sprint», Raidue). UOMINI COL DISCHETTO V La Can comunica: dopo il clamoroso rigore regalato alla Juve contro il Cesena, l’arbitro Doveri prenderà il nome di Dov’eri. ESIBIZIONISMI V «È evidente il fallo in una zona del campo dove non c’era certo il bisogno di affondarlo» (Federico Zancan, Genoa-Milan, Sky). TESTE DI PAZZO V Damiano Tommasi contro Pazzini: l’Italia non è ancora pronta, certi rigori osceni è meglio calciarli nel chiuso degli spogliatoi. Rocco Cotroneo © RIPRODUZIONE RISERVATA Un campione unico: «Solo la sconfitta insegna» RIO DE JANEIRO — Per chi oggi ha più di 30 anni, l’apparizione di Socrates, il «dottore» della Seleção brasiliana, sono pochi fotogrammi di storia del calcio italiano. Quarti di finale, Spagna 1982. Primo dei due (momentanei) pareggi del Brasile. Zico apre sulla destra dove arriva di corsa lui, il barbuto alto ed elegante, che appena di sfuggita guarda negli occhi Zoff e lo infila sul primo palo. Semplice e sublime l’azione, e non c’è tifoso azzurro che in quel momento non pensi al peggio. Quei mostri promettevano una catastrofe. Invece vincemmo noi 3-2. In Italia nacque la leggenda di Pablito; per il Brasile fu «a tragedia do Sarrià», oppure «il più grande furto della storia». Socrates è morto ieri all’alba di San Paolo, ad appena 57 anni. In quel pomeriggio catalano portava il numero 8 sulla maglia. Una vita esagerata, troppa birra, cachaça, sigarette, troppa passione e umanità, troppa rabbia per quello che nel mondo gli pareva andare storto, cioè quasi tutto. Fulminato da una infezione contratta al ristorante due sere prima, mangiando una schifezza. Ma era già stato ricoverato due volte quest’anno, il fisico era al limite e l’ultima scarica di batteri non ha perdonato. Socrates anche molto signore, quando gli si chiedeva del famoso 2-3 del Sarrià. A differenza di tutti i suoi connazionali, su quella partita non ha mai piagnucolato, pur essendone stato in qualche modo la quintessenza. Il calcio da godere, da sambare, senza pensare al fatto che può bastare un pareggio, come quel pomeriggio sarebbe bastato. Il calcio semplice, dove spa- Serie A/14ª giornata MILAN INTER UDINESE LECCE 0-1 4-2 Lavezzi (Na) 26', Cavani (Na) 33', Dzemaili (Na) 41' p.t.; Muriel (Le) 9', Cavani (Na) 37', Corvia (Le) 48' s.t. Arbitro: Romeo di Verona CATANIA CAGLIARI 0-1 Ibarbo (Ca) 19' s.t. Arbitro: Bergonzi di Genova BOLOGNA SIENA 1-0 Di Vaio (Bo) 28' p.t. Arbitro: Mazzoleni di Bergamo CHIEVO ATALANTA 0-0 Arbitro: Pinzani di Empoli (Fi) FIORENTINA ROMA 3-0 Jovetic (Fi) rig. 17', Gamberini (Fi) 44' p.t.; Silva (Fi) rig. 41' s.t. Arbitro: Damato di Barletta JUVENTUS CESENA 2-0 Marchisio (Ju) 27', Vidal (Ju) rig. 38' s.t. Arbitro: Doveri di Roma 1 PARMA PALERMO 0-0 Arbitro: Banti di Livorno LAZIO Socrates Brasileiro Sampaio de Souza era nato a Belem, il 19 febbraio 1954. Ha giocato nel Botafogo, Corinthians, Fiorentina, Flamengo e Santos. Con la nazionale Gentile lo piange «Pensava sempre ai più deboli» Claudio Gentile (foto), lei Socrates lo ha conosciuto proprio bene. «Alla Fiorentina, un anno solo. Avevamo caratteri diversi, ma siamo diventati molto amici e uscivamo spesso a cena. Socrates era un campione e un uomo straordinario». A Firenze, però, non è stato il solito Dottore... «Era abituato a un altro calcio, più tecnico e meno fisico. Gli allenamenti italiani lo distruggevano, in ritiro a Pinzolo la prima volta lo abbiamo perso nei boschi. Ma aveva anche problemi all’in- 0-2 Isla (Ud) 28' s.t. Arbitro: Gervasoni di Mantova NAPOLI Sessanta volte in nazionale Serie A Classifica Ibrahimovic (Mi) rig. 11', Nocerino (Mi) 34' s.t. Arbitro: Celi di Cambobasso NOVARA oggi 20,45 Arbitro: Gava di Conegliano Veneto (Tv) Inghilterra NEWCASTLE UNITED CHELSEA 0-3 BLACKBURN ROVERS SWANSEA 4-2 MANCHESTER CITY NORWICH CITY 5-1 QUEEN'S PARK RANGERS WEST BROMWICH ALBION 1-1 TOTTENHAM HOTSPUR BOLTON WANDERERS 3-0 WIGAN ATHLETIC ARSENAL 0-4 ASTON VILLA MANCHESTER UNITED 0-1 EVERTON STOKE CITY 0-1 WOLVERHAMPTON SUNDERLAND 2-1 FULHAM LIVERPOOL oggi ore 21,00 Classifica: 38 Manchester City 33 Manchester United 31 Tottenham Hotspur 28 Chelsea 26 Arsenal, Newcastle United 23 Liverpool 18 Stoke City 16 Aston Villa, Everton, Norwich City, Queen'S Park Rangers 15 West Bromwich Albion 14 Swansea, Wolverhampton 12 Fulham 11 Sunderland 10 Blackburn Rovers 9 Bolton Wanderers, Wigan Athletic rabbiato poi diventato presidente. Negli spogliatoi del Corinthians, la squadra dove militava — è il caso di dire — Socrates si inventava la «democrazia corintiana». Era un curioso cocktail brasiliana ha giocato 60 partite e segnato 22 gol. In alto, la famosa foto del Corinthians con i numeri e la scritta «democracia» a rovescio Il ricordo Rivali al Mondiale, compagni a Firenze * una partita in meno GENOA da, aveva smesso di torturare e ammazzare, ma i militari non volevano mollare il potere. Nelle fabbriche della cintura industriale di San Paolo sorgeva la stella di Lula, il sindacalista ar- lanca praterie un solo colpo di tacco: era la sua specialità. «La sconfitta delude, ma fa imparare molte cose. A differenza della vittoria, che ti fa sentire Dio e non serve a nulla. Non so se l’Italia meritò o no, poco importa. Il calcio non premia i più regolari, ma coloro che sanno approfittare delle occasioni». Il Dottore, lo chiamavano, e non solo per gli studi giovanili in medicina. Ma per tutto quello di diverso, avanzato e in controtendenza che la sua comparsa nel calcio brasiliano aveva rappresentato. Gli anni Ottanta in Brasile furono come il nostro ’68, epoca di speranze e utopie. La dittatura era ormai moribon- JUVENTUS MILAN UDINESE LAZIO* NAPOLI PALERMO CAGLIARI ROMA CATANIA FIORENTINA PARMA CHIEVO ATALANTA (-6) GENOA* SIENA INTER* BOLOGNA NOVARA* CESENA LECCE terno della squadra: non andava d’accordo con Passarella. Però con Socrates l’Italia ha perso l’occasione di ammirare un grande giocatore. I brasiliani lo hanno venerato: un’icona, quasi come Pelè e Zico. Forse è nato troppo presto. Fosse arrivato adesso, con gli allenamenti differenziati, sarebbe stato diverso. Non essere riuscito a imporsi a Firenze era uno dei suoi due crucci. L’altro è facile da intuire...» Il Mondiale dell’82... «Al Sarrià fece gol, ma ad andare avanti fu l’Italia. Per lui una mazzata. Me lo ripeteva in continuazione: ‘‘Abbiamo perso il Mondiale pur avendo la squadra più forte della storia’’. Non riusciva a darsi pace. Una croce che si è portato avanti sino all’ultimo». Chi era Socrates? «Un uomo buono e generoso, che si preoccupava degli altri prima ancora che di se stesso. Se questo vuol dire essere di sinistra, allora Socrates era un uomo di sinistra. Io lo piangerò come un grande amico». Alessandro Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA U Punti totali U In casa U Fuori casa G giocate V vinte N nulle P perse F reti fatte S reti subite Punti 29 27 27 22 20 20 17 17 17 16 16 16 15 15 14 14 14 10 9 8 G V 13 8 13 8 13 8 12 6 13 5 13 6 13 4 13 5 13 4 13 4 13 5 13 4 13 5 12 4 13 3 12 4 13 4 12 2 13 2 13 2 N 5 3 3 4 5 2 5 2 5 4 1 4 6 3 5 2 2 4 3 2 P 0 2 2 2 3 5 4 6 4 5 7 5 2 5 5 6 7 6 8 9 V 5 5 6 2 3 6 1 3 3 4 4 3 3 3 3 2 2 2 1 0 N 2 2 0 2 3 0 4 1 2 2 1 3 3 2 1 1 0 2 3 1 P 0 0 0 2 1 0 1 2 2 1 2 1 0 1 2 3 4 2 3 5 V 3 3 2 4 2 0 3 2 1 0 1 1 2 1 0 2 2 0 1 2 N 3 1 3 2 2 2 1 1 3 2 0 1 3 1 4 1 2 2 0 1 P 0 2 2 0 2 5 3 4 2 4 5 4 2 4 3 3 3 4 5 4 F 24 29 16 16 21 16 12 15 14 13 15 10 16 14 14 14 11 14 6 11 S 10 14 6 9 13 15 13 17 19 11 20 16 15 16 12 18 18 21 15 23 © RIPRODUZIONE RISERVATA Serie B Classifica U Punti totali U In casa U Fuori casa * una partita in meno TORINO* VERONA PESCARA SASSUOLO PADOVA* REGGINA VARESE GROSSETO SAMPDORIA JUVE STABIA (-4) VICENZA CROTONE (-1) EMPOLI CITTADELLA* LIVORNO BARI (-2)* ALBINOLEFFE BRESCIA MODENA NOCERINA GUBBIO ASCOLI (-10) G giocate V vinte N nulle P perse F reti fatte S reti subite Punti 38 34 33 33 31 29 26 26 25 24 21 21 21 21 20 20 20 19 16 15 14 8 G 17 18 18 18 17 18 18 18 18 18 18 18 18 17 18 17 18 18 18 18 18 18 V 11 10 10 9 9 8 7 7 5 8 5 5 6 6 5 6 5 4 3 3 3 5 N 5 4 3 6 4 5 5 5 10 4 6 7 3 3 5 4 5 7 7 6 5 3 P 1 4 5 3 4 5 6 6 3 6 7 6 9 8 8 7 8 7 8 9 10 10 V 5 4 7 4 6 5 3 4 2 5 3 3 4 4 2 2 3 3 2 1 3 1 N 3 3 1 3 1 2 3 2 5 2 2 5 2 1 3 3 3 2 3 3 2 2 P 0 2 1 2 1 2 3 3 2 2 3 2 4 4 4 3 3 4 4 5 4 6 V 6 6 3 5 3 3 4 3 3 3 2 2 2 2 3 4 2 1 1 2 0 4 N 2 1 2 3 3 3 2 3 5 2 4 2 1 2 2 1 2 5 4 3 3 1 P 1 2 4 1 3 3 3 3 1 4 4 4 5 4 4 4 5 3 4 4 6 4 F 20 26 38 22 26 31 25 21 25 25 22 17 24 18 18 14 25 16 16 26 15 21 RETI: Cavani (NAP), Giovinco (PAR) 6 RETI: Klose (LAZ), Marchisio (JUV), Matri (JUV), Jovetic (FIO) 5 RETI: Calaio' (SIE), Nocerino (MIL), Osvaldo (ROM), Palacio (GEN), Rigoni M. (NOVARA) 18ª giornata ALBINOLEFFE-NOCERINA 2-2 JUVE STABIA-GUBBIO 1-0 PADOVA-TORINO Sospesa REGGINA-SAMPDORIA 0-0 PROSSIMO TURNO: Sabato 10/12, ore 18.00: Lecce-Lazio. ore 20.45: Inter-Fiorentina, Palermo-Cesena, Siena-Genoa. Domenica 11/12, ore 15.00: Atalanta-Catania, Bologna-Milan, Cagliari-Parma, Udinese-Chievo. ore 20.45: Novara-Napoli. Lunedì 12/12, ore 20.45: Roma-Juventus PROSSIMO TURNO: Venerdì 9/12, ore 20.45: Sampdoria-Juve Stabia. Sabato 10/12, ore 15.00: Ascoli-Varese, Cittadella-Reggina, Grosseto-Modena, Gubbio-Padova, Nocerina-Crotone, Sassuolo-Livorno, Torino-Pescara, Verona-Albinoleffe, Vicenza-Empoli. Domenica 11/12, ore 12.30: Brescia-Bari. Spagna Lega Pro 1ª div./A MARCATORI: 10 RETI: Denis (ATA) 9 RETI: Di Natale (UDI) 8 RETI: Ibrahimovic (MIL) 7 RACING SANTANDER VILLARREAL 1-0 SPORTING GIJON REAL MADRID 0-3 BARCELLONA LEVANTE 5-0 VALENCIA ESPANYOL 2-1 ATLETICO MADRID RAYO VALLECANO 3-1 REAL SOCIEDAD MALAGA 3-2 OSASUNA BETIS SIVIGLIA 2-1 MAIORCA ATHLETIC BILBAO 1-1 GRANADA CF REAL SARAGOZZA SIVIGLIA GETAFE oggi 21,00 Classifica: 37 Real Madrid 31 Barcellona 30 Valencia 26 Levante 23 Malaga 21 Siviglia, Osasuna 19 Atletico Madrid 18 Athletic Bilbao 17 Espanyol 16 Rayo Vallecano 15 Real Sociedad 14 Maiorca, Villarreal 13 Getafe, Betis Siviglia 12 Granada Cf, Racing Santander, Sporting Gijon 10 Real Saragozza Germania BAYER LEVERKUSEN HOFFENHEIM 2-0 BAYERN MONACO WERDER BREMA 4-1 BORUSSIA M. BORUSSIA DORTMUND 1-1 FRIBURGO HANNOVER 96 1-1 KAISERSLAUTERN HERTHA BERLINO 1-1 WOLFSBURG MAINZ 05 2-2 STOCCARDA COLONIA 2-2 AMBURGO NORIMBERGA 2-0 SCHALKE 04 AUGSBURG 3-1 Classifica: 31 Bayern Monaco 30 Borussia Dortmund, Borussia Monchengladbach 28 Schalke 04 26 Werder Brema 25 Bayer Leverkusen 22 Stoccarda 21 Hannover 96 19 Hertha Berlino 18 Hoffenheim 17 Amburgo, Colonia, Wolfsburg 16 Mainz 05 15 Norimberga 14 Kaiserslautern 13 Friburgo 11 Augsburg CROTONE-SASSUOLO 1-1 EMPOLI-ASCOLI LIVORNO-VERONA 0-2 MODENA-VICENZA PESCARA-GROSSETO 1-2 VARESE-BRESCIA BARI-CITTADELLA oggi 20,45 CARPI PISA 2-2 LUMEZZANE FOGGIA 2-0 PAVIA AVELLINO 2-3 SORRENTO TRITIUM 2-0 SPAL BENEVENTO 0-2 TARANTO FOLIGNO 1-0 VIAREGGIO REGGIANA 2-1 TERNANA PRO VERCELLI 1-0 MONZA COMO oggi 20,45 Classifica: 34 Ternana 30 Taranto (-1) 26 Carpi, Pro Vercelli 25 Sorrento (-2) 24 Pisa, Lumezzane 23 Como (-1) 22 Tritium, Avellino 16 Benevento (-6), Reggiana (-2) 15 Foggia (-1) 11 Monza, Viareggio (-1) 10 Spal (-2) 8 Pavia 3 Foligno (-4) S 8 19 27 12 19 20 20 23 16 23 24 20 28 22 17 18 33 23 30 32 30 27 3-2 0-3 2-2 Lega Pro 1ª div./B FERALPI SALO' CARRARESE 2-2 BARLETTA CREMONESE 1-0 BASSANO PRATO 0-0 LATINA PIACENZA 2-2 PERGOCREMA VIRTUS LANCIANO 0-2 PORTOGRUARO FROSINONE 1-0 SUDTIROL SPEZIA 1-2 TRIESTINA TRAPANI 2-1 SIRACUSA ANDRIA 2-0 Classifica: 27 Siracusa (-3) 25 Portogruaro, Virtus Lanciano (-1) 23 Barletta 22 Cremonese (-6), Carrarese (-1), Trapani, Pergocrema 21 Triestina, Sudtirol 20 Spezia 19 Frosinone 16 Latina, Andria 15 Bassano 14 Piacenza (-4) 13 Prato 11 Feralpi Salo' Fischio finale di Paolo Casarin Falli in area e fuori È l’anarchia del fischio A nche in questo fine settimana abbiamo visto arbitraggi privi di un livello di coerenza tecnica accettabile, che si sono tradotti in una clamorosa mancanza di interventi sulle scorrettezze fuori area, alternata a una severità non sempre giustificata all’interno dei sedici metri. Ovviamente ogni arbitro procede secondo metri di valutazioni personali, che finiscono per abbattere l’uniformità globale di interpretazione. Damato ha ben diretto Fiorentina-Roma, con esiti pesanti per i giallorossi a partire dal rigore di Juan (espulso), su Jovetic, seguito dal doppio giallo mostrato a Gago per due falli meritevoli dei provvedimenti e per finire con un secondo penalty contro la Roma per salvataggio con le mani di Bojan (poi espulso), sulla linea di porta. Le decisioni di Damato sono state precise e non persecutorie. Doveri, alla 12ª gara di serie A, ha invece diretto Juve-Cesena con molta imprecisione. Gli esempi: un chiaro fallo di Rodriguez su Lichtsteiner, ai limiti dell’area cesenate, è stato trasformato in corner; a una scarpata di Rossi sulla faccia di Del Piero, a metà campo, con il difensore del Cesena già ammonito, Doveri ha risposto con... la norma del vantaggio; infine un’uscita tempestiva di Antonioli sul pallone, seguita da un inevitabile contrasto con Giaccherini, ha prodotto il rigore per la Juve e l’espulsione del portiere. Decisione ingiusta. Bisognerebbe conoscere, nei casi nelle aree di rigore, il grado di effettiva collaborazione che gli assistenti di linea sono in grado di fornire. Gervasoni, in Inter-Udinese, dopo alcune incertezze sui falli a metà campo (di rilievo un secondo giallo condonato ad Armero dopo una entrata su Stankovic), ha visto e deciso con coerenza sugli interventi che hanno portato ai due rigori, uno per squadra, nel finale di gara. Magnifico il gesto di Zanetti che, espulso per fallo su Asamoah, ha stretto la mano a Gervasoni prima di uscire. Incerto Bergonzi (Catania-Cagliari), in occasione di una prolungata trattenuta di Canini su Maxi Lopez cominciata fuori area e finita dentro: il silenzio di Bergonzi non trova alcuna giustificazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA Codice cliente: Codice cliente: 50 Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera italia: 515249535254 Questi avvisi si ricevono tutti i giorni 24 ore su 24 all’indirizzo internet: www.piccoliannunci.rcs.it oppure tutti i giorni feriali a: MILANO : tel.02/6282.7555 02/6282.7422, fax 02/6552.436. BOLOGNA : tel. 051/42.01.711, fax 051/42.01.028. FIRENZE : tel. 055/55.23.41, fax 055/55.23.42.34. BARI : tel. 080/57.60.111, fax 080/57.60.126. NAPOLI : tel. 081/497.7711, fax 081/497.7712. BRESCIA : Sale’s Solutions tel. 030/3758435, fax 030/3758444 COMO : tel. 031/24.34.64, fax 031/30.33.26. CREMONA : Uggeri Pubblicità s.r.l. tel. 0372/20.586, fax 0372/26.610. MONZA : Pubblicità Battistoni tel. 039/32.21.40 – 039/38.07.32, fax 039/32.19.75. OSIMO-AN : tel. 071/72.76.077 071/72.76.084. PADOVA : tel. 049/69.96.311, fax 049/78.11.380. PALERMO : tel. 091/30.67.56, fax 091/34.27.63. PARMA : Publiedi srl tel. 0521/46.41.11, fax 0521/22.97.72. RIMINI : InAdrias Servizi Pubblicitari s.r.l. tel. 0541/56.207, fax 0541/24.003. ROMA : In Fieri s.r.l. tel. 06/98.18.48.96, fax 06/92.91.16.48 TORINO : telefono 011/50.21.16, fax 011/50.36.09. VERONA : telefono 045/80.11.449, fax 045/80.10.375. Per la piccola pubblicità all’estero telefono 02/72.25.11 Le richieste di pubblicazione possono essere inoltrate da fuori Milano anche per telefax e corrispondenza a Rcs Pubblicità agli indirizzi di Milano sopra riportati. TARIFFE PER PAROLA IVA ESCLUSA Rubriche in abbinata obbligatoria: Corriere della Sera - Gazzetta dello Sport: n. 0: euro 4,00; n. 1: euro 2,08; n. 2 - 3 - 14 : euro 7,92; n. 5 - 6 7 - 8 - 9 - 12 20: euro 4,67; n. 10: euro 2,92; n. 11: euro 3,25; n. 13: euro 9,17; n. 15: euro 4,17; n. 17: euro 4,58; n. 18 - 19: euro 3,33; n. 21: euro 5,00; n. 24: euro 5,42. Rubriche in abbinata facoltativa: n. 4: euro 4,42 sul Corriere della Sera; euro 1,67 sulla Gazzetta dello Sport; euro 5,00 sulle due testate. n. 16: euro 1,67 sul Corriere della Sera; euro 0,83 sulla Gazzetta dello Sport; euro 2,08 sulle due testate. n. 22: euro 4,08 sul Corriere della Sera; euro 2,92 sulla Gazzetta dello Sport; euro 4,67 sulle due testate. n. 23: euro 4,08 sul Corriere della Sera; euro 2,92 sulla Gazzetta dello Sport; euro 5,00 sulle due testate. Si precisa che tutte le inserzioni relative a ricerche di personale debbono intendersi riferite a personale sia maschile sia femminile, essendo vietata ai sensi dell’ art. 1 della legge 9/12/77 n.903, qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l’accesso al lavoro, indipendentemente dalle modalità di assunzione e quale che sia il settore o ramo di attività. L’inserzionista è impegnato ad osservare tale legge. 1 S.AMBROGIO prestigioso stabile d'epoca vendiamo plurilocale di 341 mq su 3 piani con terrazzini. 02.88.08.31. OFFERTE DI COLLABORAZIONE IMPIEGATI 1.1 ABILE impiegato commerciale, in mobilità, pluriesperienza ordini, offerte, bolle, inglese buono, francese ottimo, Office. 339.48.09.594. ACCETTATORE /capo officina auto presso prestigioso marchio estero ventennale esperienza. Cassa integrazione disponibilità immediata esamina proposte 366.71.25.418. AIUTO contabile, impiegata commerciale con pluriennale esperienza offresi. Patente. 389.04.25.327. 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Hai voglia a dire che ha il tuo stesso numero di vittorie, la Polonia. O che hai battuto sul campo i tre volte campioni del Mondo del Brasile dopo 8 anni. Sono proprio loro, adesso, che ti fanno «ciao, ciao» con la mano dal finestrino dell’aereo. Stesso volo di Russia e Polonia. Destinazione Gran Bretagna. L’Italia comunque avrà altre due possibilità di andare ai Giochi: la prima nel torneo continentale di Sofia, dall’8 al 13 maggio (8 squadre, tra cui Serbia e Bulgaria, per un posto solo) la seconda nel torneo intercontinentale di Roma, 8-10 giugno, con 4 formazioni e un altro posto disponibile. La rabbia e il talento ci sono. Serve razionalizzare le emozioni. «L’Italia è di nuovo fra le squadre più forti del mondo. Senza se e senza ma. Questo torneo però ci ha insegnato che non basta fare le cose bene. Bisogna farle straordinariamente bene, in ogni momento a disposizione. Ci emozioneremo ancora e tanto. Oggi è uno dei giorni più belli della mia carriera». Parola di Berruto. Eleonora Cozzari © RIPRODUZIONE RISERVATA Tennis Argentini ko 3-1 a Siviglia. Ma Rafa annuncia: «Nel 2012 non la gioco» Nella corrida della Davis risorge il vecchio Nadal Dà il punto decisivo alla Spagna: «Gioia speciale» Di corazòn e di muscolo, le specialità della casa, raschiando dal piatto le ultime gocce di gazpacho in cima a una stagione che si ostina a definire «muy buena» nonostante il terrificante 6-0 incassato da Novak Djokovic in sei finali (Wimbledon e Us Open inclusi), imbottito di adrenalina e antidolorifici per contrastare il logorio del tennis moderno, a Siviglia Rafa Nadal torna momentaneamente il vecchio se stesso per battere Juan Martin Del Potro (1-6, 6-4, 6-1, 7-6) in una corrida di bicipiti e bandiere e regalare sull’amata terra rossa all’amatissima Spagna la quinta Coppa Davis in undici anni, la terza negli ultimi quattro, a testimonianza di un dominio personale e di squadra che l’Argentina (già superata nel 2008 a Mar del Plata) ha appena scalfito, finendone per essere ammaliata e tramortita. «È uno dei giorni più speciali della mia carriera. Ho giocato un match di grande tensione emotiva, che poteva decidere le sorti della sfida: vincerlo in questa situazione l’ha reso ancora più speciale» ha twittato nell’iperspazio Rafa assecondando il vizo degli sportivi (twittare prima di parlare), con le dita incerottate e l’animo in tumulto, sporco di polvere di mattone, sudato, rabbioso e invecchiato di vent’anni nell’espressione del volto, così simile al Nadal che non temeva Djokovic su nessuna superficie (succedeva solo dodici mesi fa, prima che cambiasse tutto) e che si annetteva tonnellate di rosso. È chiaro che non sono né Monaco né Del Potro, gli avversari della Selecciòn strapazzati durante questa finale di Davis mentre Ferrer dava il suo contributo e il doppio spagnolo naufragava Protagonista La gioia di Nadal, sotto con squadra e coppa (Reuters) miseramente, le tacche del termometro che ci rassicurano sullo stato di salute del numero 2 del mondo, presto chiamato, dopo le sacrosante vacanze maiorchine, a una reazione nel tennis globale, e solitario, a partire dall’Australian Open 2012. «Conquistare la coppa è stato un modo dolce di concludere l’anno» ha detto Rafa accomiatandosi dalla Davis che ritroverà, forse, solo nel 2013, perché nell’anno olimpico il 25enne più attempato del mondo non può permettersi di sprecare alcuna stilla d’energia: c’è da migliorare il bottino di questa stagione («solo» tre titoli, ma doc: Montecarlo, Barcellona, Parigi), lanciare l’arrembaggio a una medaglia ai Giochi («Un traguardo a cui tengo molto, perché solo in Davis e all’Olimpiade posso giocare per il mio paese») e riprendersi una centralità nel pianeta di Djokovic, con un occhio ai colpi di coda (vedi il Master) di Federer. Tutto ciò, giocando sempre meno: «Non voglio più strafare: sono uno dei giocatori che in una stagione partecipa a più tornei. Non succederà più. D’ora in poi desidero un calendario coerente». E una vita normale. E un fisico sano. È chiedere troppo? Gaia Piccardi Fotofinish CIO Sospensione in arrivo Havelange si dimette Joao Havelange, 95 anni, ha lasciato il posto di membro Cio (Comitato olimpico internazionale) che occupava dal ’63. Lo avrebbe fatto per evitare una sospensione in arrivo nei prossimi giorni per un caso di corruzione ai tempi nei quali Havelange era presidente della Fifa (la Federazione mondiale di calcio), carica detenuta dal ’74 al ’98. SCI ALPINO Lo slalom a Hirscher Poker della Vonn Il gigante di Beaver Creek è andato all’austriaco Hirscher in 2’38’’45 davanti a Ligety e Dopfer. Italia modesta con il miglior azzurro, Davide Simoncelli, 13˚; 17˚ Borsotti, arretratissimi Moelgg e Blardone. Poker stagionale della Vonn nel superG di Lake Louise. L’Italia si accontenta del 6˚ posto della Schnarf, 10ª Elena Fanchini. SCI NORDICO A Svezia e Norvegia le staffette sprint La Svezia ha battuto Russia e Norvegia in volata nella staffetta sprint a coppie tl di Düsseldorf, in Germania. Italia B (Fulvio Scola-Davide Hofer) ha concluso 12ª. Tra le donne trionfo della Norvegia; 18ª Italia B (De Martin-Laurent). Runggaldier 5˚ e Pittin 10˚ in combinata e Morassi 8˚ nel salto a Lillehammer. © RIPRODUZIONE RISERVATA ATLETICA Basket Campioni d’Italia convincenti e sempre soli in testa. Milano doma Cremona Siena stende Cantù. Gallo, saluto vincente MILANO — Questa mattina il Gallo sta volando, verso Denver e la Nba. Ieri sera Danilo Gallinari ha salutato gli amanti milanesi del basket con la vittoria contro Cremona. All’addio Danilo è stato il miglior realizzatore della squadra (14), il miglior rimbalzista (6), il migliore per valutazione (25): il tutto in soli 18 minuti. Ecco chi se ne va! Se ci sono altre stelle, adesso che é libero il cielo di Milano, si facciano vedere. Si potrebbe cogliere nella miglior prestazione stagionale di Niccolò Melli (12 punti, 5 rimbalzi in 22’), se non altro la volontà di raccogliere il testimone. La ribalta della 9ª giornata era a Siena, dove si affrontavano le ultime due finaliste scudetto. Siena contro Cantù, squadre depauperate dagli infortuni, fuori Kaukenas e Lavrinovic (che verrà operato questa mattina alla schiena) per i toscani, senza Scekic i brianzoli. Spietata la Montepaschi, che respinge l’assalto della Bennet, tiene il primato solitario e manda il primo vero segnale di fumo al campionato. Uomini che conoscono il basket, che sentono le motivazioni, inizio spettacolare di Bo McCalebb (10 punti nel primo tempo), contro vecchi leoni, Ba- Saluto Danilo Gallinari Serie A 9ª giornata Roma-Caserta 82-89 Montegranaro-Treviso 85-71 Milano-Cremona 80-66 Bologna-Sassari 85-80 Biella-Avellino dts 84-82 Teramo-Pesaro 82-62 Venezia-Casale M. 87-84 Siena-Cantù 73-64 Ha riposato: Varese Classifica Montepaschi Siena (7-2) 14 EA7 Armani (6-2) 12 Angelico Biella (6-3) 12 Cimberio Varese (5-3) 10 Pepsi Caserta (5-3) 10 Umana Venezia (5-3) 10 Canadian S. Bologna (5-3) 10 Bennet Cantù (5-4) 10 Sidigas Avellino (5-4) 10 Sidigas Avellino (5-4) 10 B. Sardegna Sassari (4-4) 8 Scavolini S. Pesaro (4-4) 8 Acea Roma (4-5) 8 Benetton Treviso (3-5) 6 Fabi Montegranaro (2-6) 4 Vanoli B. Cremona (2-7) 4 Novipiù Casale M. (2-7) 4 B. Tercas Teramo (2-7) 4 sile (9) e Marconato (8), che conoscono il valore dell’orgoglio: 9-9, in una partita a decollo verticale, subito dura e bellissima. Allenatori che sono il sesto uomo in campo e vogliono giocarsela anche loro, la sfida, come Pianigiani che fin dalle prime mosse della battaglia alterna difese a zona e pressioni improvvise, che producono il primo allungo della Montepaschi (21-11, dopo 9’), A spaventare la Bennet compare il famigerato fantasma del «sistema di Siena»: se Zisis (18) sostituisce McCalebb (14), forse si ha meno potenza, ma più geometria, e anche invertendo l’ordine dei fattori il risultato non cambia, anzi, aumenta. Siena sembra un «treno ciclistico», dove, dopo McCalebb e Zisis, si mette a «tirare» David Andersen (23 punti). Werther Pedrazzi © RIPRODUZIONE RISERVATA Ndambiri battezza la maratona di Fukuoka Il keniano Josphat Muchiri Ndambiri ha vinto la maratona di Fukuoka coprendo la distanza in 2.07’36’’: era la prima volta che Ndambiri, 26 anni, si cimentava sulla distanza dei 42 km e 195 metri. Il keniano, che vive in Giappone, ha preceduto il connazionale Macharia e il giapponese Kawauchi. EUROBASKET Turchia avversaria degli azzurri Effettuato ieri il sorteggio dei gironi di qualificazione per gli Europei di basket 2013 maschili e femminili: la nazionale di Simone Pianigiani è stata inserita nel gruppo F con Turchia, Portogallo, Repubblica Ceca e Bielorussia, mentre le ragazze di Roberto Ricchini affronteranno nel girone D Lettonia, Grecia, Finlandia e Lussemburgo. Codice cliente: 52 Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera italia: 515249535254 Il 3 dicembre, circondato dalla sua famiglia, a cui ha dedicato con infinito amore tutta la sua vita, ci ha salutati il Dott. Claudio De Vecchi marito, papà, nonno.- Medico vero, uomo buono che ha vissuto una vita virtuosa e felice, circondato da amici meravigliosi.- Ciò che è stato resta vivo in sua moglie Paola, nei figli Mattia con Lucia e Leonardo con Margherita, nei nipoti adorati Tobia e Davide.- Per i funerali contattare il n. 02.9831945. - Milano, 4 dicembre 2011. Partecipano al lutto: Francesca Vercelli Valerio coi figli. Maria Chiara e Fabrizio Baudo. Giancarlo e Lucia. Gippi e Rosmunda. Anna Arlati con Benedetta e Davide. Gigio Righini e Bambina. Roberta e Franco Monfrini. Carla e Franco Lo Baido. Giovanni Anna Sale. Paolo, Carola Borroni. I cugini De Vecchi di Villambrera sono vicini a Paola, Mattia e Leonardo, e commossi partecipano al dolore per la scomparsa di Claudio - Villambrera, 4 dicembre 2011. Alberto con Giaele e Barbara affranto piange insieme alla cugina Paola e figli l'improvvisa scomparsa di Claudio - Milano, 4 dicembre 2011. Gaetano e Grazia ricordando le bellissime ore passate insieme all'amico Claudio De Vecchi abbracciano con affetto Paola, Mattia e Leonardo. - Milano, 4 dicembre 2011. Franco e Vivien, Marco e Luisa con i figli sono affettuosamente vicini a Paola, Mattia e Leonardo nel commosso ricordo del carissimo Claudio - Milano, 4 dicembre 2011. Sergio, Valeria e Ilaria con Enrico, Ceci e Duda abbracciano con immenso affetto Paola, Mattia e Leonardo, profondamente addolorati e attoniti per la morte del fraterno insostituibile amico Claudio Claudio Claudio - Milano, 4 dicembre 2011. Ciao Claudio un grande abbraccio con molto affetto.- Gastone con Laura, Federica, Filippo. - Milano, 4 dicembre 2011. Il Rotary Club Milano Brera, profondamente colpito e commosso, è vicino a Paola ed ai suoi ragazzi per l'improvvisa scomparsa di Claudio De Vecchi - Milano, 4 dicembre 2011. socio stimato e amico indimenticabile. - Milano, 4 dicembre 2011. Partecipa al lutto: Angela Tetti. Christian e Paola, con profondo affetto e amicizia, si stringono a Paola nel ricordo dello straordinario Sergio, Elena e i ragazzi abbracciano forte Paola, Mattia e Leonardo nel ricordo del carissimo amico Claudio - Milano, 4 dicembre 2011. Giovanni e Maria Ballerini, Roberto e Luciana Bossi, Henri e Yvonne Didier, Vittorio e Paola Antonietti sono vicini a Paola e ai figlioli per la scomparsa dell'indimenticabile amico Claudio De Vecchi - Milano, 4 dicembre 2011. Ci piace immaginarti insieme a papà, immersi in una partita dove le regole non vanno rispettate.- Ciao zio Profondamente commossi Anna e Alberto abbracciano Paola e i suoi ragazzi ricordando con sincero affetto e gratitudine il carissimo amico Riccardo e Luciana ricorderanno sempre Claudio Claudio - Milano, 4 dicembre 2011. Giuliana Aldi Pompili con i figli Tomaso, Annamaria, Giovanni è vicina a Luca e Cristina nel dolore per la perdita del padre Milo Balzarini amico carissimo da una vita. - Milano, 3 dicembre 2011. Partecipano al lutto: Cecilia e Mario Morpurgo. Gianluca e Silvia De Cardenas. Lydia con Federica, Francesca e Fabrizia Malerba abbraccia affettuosamente Luca e Cristina e tutta la famiglia per la perdita del caro Milo Gabriella e Gaia. - Milano, 4 dicembre 2011. con immenso affetto. - Milano, 4 dicembre 2011. Camillo e Antonietta con Daniele, Bianca e figli, Max, Vali e figlie ricordano con affetto il caro Giordano e Patrizia con Ilaria si uniscono commossi al dolore di Paola, Mattia e Leo per la perdita di Franco e Cristina, Alberto e Susanna, Paolo e Simonetta si stringono all'amico Luca in questo triste momento per la scomparsa del padre Claudio Dott. Emilio Balzarini Claudio e si uniscono al dolore di Paola, Mattia e Leonardo. - Milano, 4 dicembre 2011. Partecipano al lutto: Piero e Luisa Torielli. Beppe e Anna Garini e famiglie. Ambrogio, Margherita, Nicoletta e Riccardo Reina. Marinella e Ciro, Eraldo, Giovanna e Ludovico sono vicini con grande affetto a Paola, Mattia e Lucia, Leonardo e Margherita nel dolore per l'improvvisa scomparsa di Claudio amato cognato e zio. - Milano, 4 dicembre 2011. Carissimo Claudio l'improvviso vuoto che lasci è immenso, ma potrà essere colmato dall'amore, dal bene e dal coraggio che hai donato alla tua adorata Paola, ai tuoi figli Mattia e Leonardo, alle tue nuore Lucia e Margherita e ai tuoi nipotini Tobia e Davide.- Resterai sempre nei nostri cuori.- Antonio, Monica e CesareUberto Bartorelli. - Milano, 4 dicembre 2011. Partecipano al lutto: Maria Luisa Cusani Bartorelli. Franco e Anna Rocco. Luca e Patrizia Bartorelli. Stefano e Luisa Cassamagnaghi. Bernardo e Giorgia Rocco. Gli amici di sempre abbracciano con grandissimo affetto Paola, Mattia, Leonardo, Lucia e Margherita, vicini nel dolore per la perdita di Claudio - Milano, 4 dicembre 2011. Leo, con infinita tristezza e affetto ci stringiamo a te e alla tua famiglia nel dolore per la perdita di tuo papà Claudio Isa e Pone. - Milano, 4 dicembre 2011. Claudio abbracciano Paola, Mattia e Leo. - Milano, 4 dicembre 2011. Sul cuore e nei pensieri teniamo stretto il grande, il caro amico Claudio e abbracciamo smarriti Paola, Mattia, Leo con le loro famiglie.- Anita Carlo e figli, Carla Alberto e figli, Wanda e Roberto. - Milano, 4 dicembre 2011. Caro Leo, siamo vicini a te, tua mamma, Mattia e le vostre famiglie per la perdita del tuo papà Claudio Un grande abbraccio dai tuoi amici Ambro e Cami, Anto e Vale, Bebo e Viki, Cate, Cecio e Isa, Dodo e Ele, Filo, Gigi e Uru, Gio e Chiara, Lolli e Lisa, Nella e Laura, Marta, Pippo e Anna, Teo, Vale. - Milano, 4 dicembre 2011. Luca, Francesca, Nicolò e Vittoria si uniscono al dolore della famiglia per la scomparsa dell'amico Claudio - Bogogno, 4 dicembre 2011. Gianluca e Silvia De Cardenas ricordano con grande affetto il caro Domenico e Cristina con Giuseppe e Tomaso abbracciano con tanto affetto Paola, Mattia e Leonardo nel ricordo di Roberto e Antonella, Stefano e Aurelia abbracciano con affetto Paola e ragazzi ricordando il caro amico Claudio - Milano, 4 dicembre 2011. Vittorio Quagliuolo e i colleghi dell'Unità Operativa di Chirurgia Generale Oncologica dell'Humanitas sono affettuosamente vicini all'amico e collega Luca per la perdita del caro papà Dott. Emilio Balzarini - Rozzano, 3 dicembre 2011. Paolo, Adriana, Filippo, Daniela addolorati per la perdita dell'indimenticabile amico l'amico di tanti momenti importanti vissuti insieme.- Lisa Sala Antonioli, Mario Elsa Monti, Ettore Mimma Moretti, Enrico Dolli Rocca, Franco Paola Luraschi, con i figli e le loro famiglie. - Milano, 4 dicembre 2011. - Valnogaredo, 4 dicembre 2011. - Milano, 4 dicembre 2011. Claudio - Milano, 4 dicembre 2011. Claudio - Milano, 4 dicembre 2011. Marta Oldrà Longobardi ci ha lasciati.- Con grande dolore lo annuncia il figlio Emanuele con Roberta e i piccoli Riccardo e Tommaso.- Il funerale avrà luogo martedì 6 dicembre nella chiesa della Natività di Maria Vergine in Cuoricino a Cardano al Campo (Varese). - Cardano al Campo, 4 dicembre 2011. Partecipano al lutto: Paolo Tagliabue e famiglia. Enrico, Aldo e famiglie sono vicini a Emma, Aldo, Claudio e Martina nel ricordo del carissimo cugino Cici - Milano, 4 dicembre 2011. Partecipano al lutto: Silvano Rezzaghi. L'Avvocato Giovanni Gueli. Pieralberto Colombo. Alfonso Pellegatta, Nella, Amalita, Camillo, Caterina, Lorenza, Nicoletta e Piero abbracciano Emma e figli nel dolore per la scomparsa di Giancesare - Milano, 4 dicembre 2011. L'Immobiliare Diana SpA partecipa con il Consiglio di Amministrazione, il Collegio Sindacale e con i collaboratori tutti al dolore della Presidente signora Emma Rivolta Sala e dei familiari per la scomparsa del marito Avv. Giancesare Sala - Milano, 4 dicembre 2011. Giuliarosa piange con Emma e figlioli l'indimenticabile carissimo amico Cici - Milano, 4 dicembre 2011. Roberto, Marianita, Barbara, Costanza sono affettuosamente vicini a Emma, Aldo, Claudio, Martina e loro famiglie per la triste perdita di Cici - Asciano, 4 dicembre 2011. Addolorati siamo vicini a Emma, Aldo, Claudio e Martina nel loro dolore per la scomparsa di Cici Aldo, Claude e Paola. - Milano, 3 dicembre 2011. Elga è vicina ad Emma e ricorda con nostalgia l'amico Cici - Montecatini Val di Cecina, 4 dicembre 2011. Pierluigi Greppi con i figli Francesco, Pupa, Caterina, Giovanni rimpiange la scomparsa dell'amico Cici Sala ed è vicino ad Emma nel suo dolore. - Vezio di Perledo, 4 dicembre 2011. Luisetta Fioruzzi con Maria Augusta, Mario e Pietro con le loro famiglie è affettuosamente vicina a tutti i Sala nel ricordo di Cici - Roma, 4 dicembre 2011. Il dottor Franco Festorazzi unitamente ai dipendenti ed ai collaboratori della Finanziaria Immobiliare d'Este Srl partecipa al lutto dell'Avvocato Claudio Sala per la perdita del padre Avv. Giancesare Sala - Milano, 4 dicembre 2011. Cara, cara Marta hai raggiunto il tuo amato Lello ma lasci noi in una grande tristezza.- Lidia, Peppe, Simona, Raffaella con Massimo. - Milano, 4 dicembre 2011. Partecipano al lutto: Silvana, Federico. Gianna, Roberto Carbonari. Graziella, Augusto Brianza. Elena, Piero Borgazzi. È mancata Mariuccia Mazzola in Discacciati Ne danno il triste annuncio il marito Anselmo, i figli Claudio e Marco con le loro famiglie.- I funerali in Rovellasca lunedì 5 dicembre alle ore 10.30 nella chiesa parrocchiale. - Rovellasca, 4 dicembre 2011. Renata e Tino con le loro famiglie sono vicini allo zio Anselmo, Claudio e Marco per la perdita di zia Mariuccia - Rovellasca, 4 dicembre 2011. Partecipano al lutto: I dipendenti della DSC Discacciati e figli. Partecipa al lutto: Il dottor Paolo Langé. Paolo Manzoni con Marzia, unitamente ai collaboratori della Gespi SpA, partecipa al cordoglio della famiglia Sala per la scomparsa del caro avv. Giancesare Sala - Milano, 3 dicembre 2011. Il giorno 4 dicembre è mancato all'affetto dei suoi cari il Con l'amore e il calore della sua famiglia ha lasciato questa vita Gaetano Pace Alfredo Pozzi La famiglia Pace ringrazia calorosamente l'Istituto dei Tumori di Milano, in particolare il Dottor Buzzoni, la sua equipe, la Dottoressa Galassi, il Dottor Saita e tutto l'ottavo piano per l'umanità e la professionalità prestate.- I funerali si svolgeranno martedì 6 dicembre, ore 11, presso la parrocchia di Santa Gemma, via Lissoni 16, Monza. - Milano, 5 dicembre 2011. Lo annunciano con profonda tristezza la moglie Mariella Radaelli, i figli Cesare con Pina, Antonella con Roberto, Marialuisa con Manlio.- Un caloroso grazie a Maria, si ringraziano i medici e il personale del padiglione Marcora Ospedale Policlinico, l'assistenza domiciliare dell'Istituto dei Tumori.- Per informazioni sul funerale telefonare al n. 02.32867. - Milano, 4 dicembre 2011. Partecipano al lutto: Pierluigi e Luisa Pozzi con figli e nipoti. Franco, Monica, Daniela Eterno. Sei stato un nonno fantastico, il tuo ricordo ci accompagnerà per tutta la vita.- Ciao nonno Alfredo Giulia, Michele, Silvia, Matteo, Chiara, Luca. - Milano, 4 dicembre 2011. Paola e Paolo sono vicini con affetto alla cugina Mariella, a Cesare, Antonella e Maria Luisa nel triste momento della scomparsa del caro Alfredo - Milano, 4 dicembre 2011. Gabriele, Bianca, Luisa e Francesco con i figli abbracciano affettuosamente Mariella, Cesare, Antonella e Marialuisa per la perdita del caro Alfredo - Milano, 4 dicembre 2011. Pinuccio e Graziella abbracciano con affetto Mariella e i figli Cesare, Antonella e Maria Luisa nel dolore per la perdita del caro Alfredo - Colturano, 4 dicembre 2011. Goffredo, Irene, Giovanna con David, Alessandro e Sarah sono vicini a Mariella, Cesare, Antonella, Maria Luisa e loro famiglie nel ricordo di zio Alfredo - Milano, 4 dicembre 2011. Umberto, Elisa, Antonio e Francesco abbracciano Mariella e figli ricordando lo zio Alfredo nelle camminate in Torcola. - Milano, 4 dicembre 2011. Anna Bettazzi e Laura, Sandro, Marta, Silvia e con Giannino e Lorella si uniscono al dolore di Cesare, Mariella, Antonella e Luisa nel ricordo del caro Alfredo Pozzi Gli amici liberali Alberto Banfi, Daniela Benini, Cristoforo Cagnoni, Bruno Dapei, Fabrizio De Pasquale, Giulio Gallera, Marchetti-Zimmaro, Pierangelo Rossi, Aldo Salafia salutano l'amico "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore". Marialba Zveteremich ci ha lasciato.- Antonio, Guido e Renata Bazzani.- Per giorno ed ora della funzione religiosa telefonare allo 02.468281. - Milano, 4 dicembre 2011. Luigi Gorgoglione e si unisce affettuosamente alla famiglia in questo doloroso momento. - Milano, 4 dicembre 2011. Console Generale Onorario di Finlandia N.H. Partecipano al lutto: I Consigli di Amministrazione, i dipendenti e i collaboratori delle società Gurta AG e Sineco SpA. Vale, Susi, Benni, Albi, Dile e Teresa si stringono al dolore di Antonio, Fiorella e la loro mamma per la scomparsa dell'amatissimo papà Gaetano - Milano, 4 dicembre 2011. Avv. Antonio Serra Cavaliere di Grazia e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta I funerali si svolgeranno in Arese (MI) martedì 6 dicembre alle ore 15 nella chiesa parrocchiale SS. Pietro e Paolo (via Caduti). - Arese, 2 dicembre 2011. Roberto e Claudio Beretta con i propri familiari tutti, ricordano con affettuosa nostalgia la cara Luigina Marotta Ambrogino d'Oro spentasi a 102 anni che per oltre quaranta anni fu preziosa collaboratrice del loro padre. - Milano, 5 dicembre 2011. Partecipano al lutto: Patrizia e Maurizio Beretta. Pietro Traini con Mattia e Mavi è affettuosamente vicino a Fiorella per la perdita del padre Gaetano Manuela ed i figli David, Paul e Johnny piangono con commozione i carissimi Giorgio Zendali - Milano, 4 dicembre 2011. e Carlo e Claudia con i bimbi Anna, Carlo Edoardo e Camilla ricordano con affetto il caro amico Nino - Milano, 4 dicembre 2011. L'Avvocato Enrico Rotondi e la Professoressa Luisa Secchi Tarugi partecipano al lutto che ha colpito la famiglia del Rag. Gaetano Pace e ne ricordano le eccezionali doti di professionalità, onestà e serenità. - Milano, 4 dicembre 2011. Valerio Tavormina ed i colleghi tutti dello studio sono vicini a Fiorella e familiari nel dolore per la perdita del papà Monique Zolikofer Zendali a cui, insieme ad Andrea, erano legati da profonda amicizia. - Milano, 4 dicembre 2011. Carla e Nico partecipano con affetto al dolore di tutti i familiari per la perdita della indimenticabile N.D. Flora Perris Cirese - Milano, 4 dicembre 2011. I condomini e l'amministratore del condominio di via Legnano 18, Milano, partecipano al lutto della famiglia per la scomparsa del Dott. Aldo Ribolzi con le più sentite condoglianze. - Milano, 4 dicembre 2011. rag. Gaetano Pace Questo anno i nostri genitori - Milano, 4 dicembre 2011. Tullio I colleghi di Credit Suisse si stringono con affetto ad Antonio ed alla sua famiglia per la scomparsa del padre Gaetano Pace - Milano, 4 dicembre 2011. Federico, Guido ed Andrea sono affettuosamente vicini ad Antonio ed alla sua famiglia per la scomparsa del padre Gaetano Pace - Milano - Londra, 4 dicembre 2011. e Merope Bracco avrebbero compiuto cento anni.- Rossella ed Elio Filippo li ricordano con una messa martedì 6 dicembre nella chiesa di San Carlo al Corso alle ore 18. - Milano, 5 dicembre 2011. 5 dicembre 2001 - 5 dicembre 2011 Ricordando Maria Brioschi Cherubini con amore.- I tuoi cari. - Milano, 5 dicembre 2011. Alfredo Pozzi Conte L'Istituto Comprensivo via Scialoia ricorda il caro e stimato professor La moglie Pernille annuncia che improvvisamente è mancato all'affetto dei suoi cari, il e si uniscono al dolore della famiglia. - Milano, 4 dicembre 2011. Prof. Francesco Guarienti Torello Ne danno il triste annuncio la moglie Myra, i figli Mariangela, Carlina con Elsa e Francesco, Francesca e Chicco con Maria e Carlo, Marco e Beatrice con Rebecca e Carolina.- I funerali si svolgeranno il giorno mercoledì 7 dicembre alle ore 10.30 in Duomo (Verona).- La presente serve di partecipazione e ringraziamento. - Verona, 5 dicembre 2011. Gaetano Pace al quale sono stati legati per decenni da profonda e sincera amicizia. - Milano, 4 dicembre 2011. Alfredo Pozzi - Milano, 4 dicembre 2011. Gaetano - Londra, 4 dicembre 2011. Gianluigi e Maria Teresa Ghezzi sono vicini alla moglie Cristina e ai figli Antonio e Fiorella condividendone il dolore per la scomparsa di - Milano, 4 dicembre 2011. Gli amici Guia, Elisa, Maurizio, Maddy, Stefano, Federico, Gisella, Tito, Diana, Roberta, Marco, Alberto, Lorella, Camillo, Gabriella, Francesca, Francesco, Monica, Carlo partecipano al dolore di Cesare e famiglia per la scomparsa di Andrea, Deborah, Allegra e Olivia Negri sono vicini con tanto affetto e amicizia ad Antonio ed alla sua famiglia per la scomparsa dell'amato babbo Andrea, Maria Alessandra, Giovanni con Mariapaola e Maria Paola abbracciano affettuosamente Antonio, Guido e Renata nel dolore per la perdita di Mara - Milano, 4 dicembre 2011. Con immenso amore e rimpianto Giovanna con la famiglia annuncia la perdita del carissimo marito Dott. Ing. Giulio Castiglioni - Varese, 5 dicembre 2011. Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano SERVIZIO ACQUISIZIONE NECROLOGIE ATTIVO DA LUNEDI A DOMENICA 14-20 CON SUPPLEMENTO 20% SULLA TARIFFA BASE Tel. 02 50984519 - Fax 02 50956003 - 02 50956033 E-mail: [email protected] SI ACCETTANO E-MAIL E CHIAMATE DA CELLULARI SOLO DIETRO PAGAMENTO CON CARTA DI CREDITO L’INVIO DI UN FAX DEVE ESSERE ACCOMPAGNATO DA COPIA DI UN DOCUMENTO DI IDENTITA’ TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: CORRIERE DELLA SERA • PER PAROLA: Necrologie € 5,00 Adesioni al lutto € 10,00 • A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti € 540 TARIFFE BASE IVA ESCLUSA: GAZZETTA DELLO SPORT • PER PAROLA: Necrologie € 1,90 Adesioni al lutto € 3,70 • A MODULO: Solo anniversari, trigesimi e ringraziamenti € 258 SERVIZIO FATTURAZIONE NECROLOGIE:TEL. 02 50956632 - FAX 02 25886632 - E-MAIL: [email protected] Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 53 italia: 515249535254 Ogni giorno le PREVISIONI della tua città sempre con te Digita: mobile.corriere.it nel browser del telefonino Il Tempo Il servizio è gratuito salvo i costi di connessione internet previsti dal piano tariffario del proprio operatore Maggiori informazioni su www.corriere.it/mobile Bari IL SOLE OGGI Sorge alle Tramonta alle LE PREVISIONI 7:00 16:23 Palermo Bologna Firenze Torino Napoli Roma Milano Genova Venezia 7:06 16:46 7:50 16:47 7:10 16:34 7:20 7:45 16:40 7:43 16:45 7:33 16:28 7:33 16:35 7:31 16:37 16:38 DOMANI LA LUNA MERCOLEDÌ Nuova Primo quarto Piena Ultimo quarto 25 nov. 3 dic. 10 dic. 17 dic. VENERDÌ GIOVEDÌ Trento Trieste Aosta Venezia Milano Torino Bologna Genova Firenze Ancona Perugia Nei prossimi giorni il nostro Paese generalmente sarà interessato da condizioni meteorologiche variabili, perché su gran parte delle regioni annuvolamenti e precipitazioni o nebbie si alterneranno a schiarite in modo piuttosto irregolare. Anche le temperature di conseguenza avranno un andamento non ben definibile, in prevalenza non si discosteranno molto dalle medie della prima parte di dicembre sia nei valori minimi che nei valori massimi. L’Aquila ROMA Campobasso IN EUROPA Bari Potenza Napoli Catanzaro Cagliari LE TEMPERATURE DI OGGI 10 Aosta 10 Torino 16 Genova 15 Bologna 15 Roma 12 Campobasso 18 R. Calabria 16 Catania 12 14 12 13 14 13 17 10 15 18 11 15 19 15 17 18 Milano Trento Venezia Trieste Firenze Perugia Ancona L’Aquila Napoli Bari Potenza Cata Palermo Palermo Alghero Cagliari a cura di Olbi VENTO Sole Nuvolo Coperto Pioggia Rovesci Temporali Neve Ancona Aosta Bari Bologna Bolzano Brescia Cagliari S = Sereno max Moderato Forte Molto forte Calmo 11 4 11 3 5 7 11 19 11 20 11 10 8 18 N N S B N B N P = Pioggia 7 7 11 0 10 11 12 12 18 17 10 13 18 15 N = Nuvoloso N S S S N N S L’Aquila Lecce Messina Milano Napoli Olbia Palermo T = Temporale min max 8 6 11 3 11 13 15 10 19 18 10 18 19 19 C = Coperto B N N N N N N Parma Perugia Pescara Pisa Potenza R. Calabria Rimini V = Neve min max 3 11 16 14 7 11 5 7 15 21 16 11 18 12 R = Rovesci B N N N B N N Roma Torino Trento Trieste Udine Venezia Verona min max 11 1 5 11 9 7 8 15 13 10 15 10 8 9 Altri giochi su www.corriere.it 5 Puzzles by Pappocom LA SOLUZIONE DI IERI 4 9 6 5 3 7 1 8 2 2 8 7 4 9 1 6 5 3 7 3 9 6 5 2 4 1 8 8 4 2 1 7 9 3 6 5 6 5 1 3 8 4 2 9 7 9 2 5 7 1 3 8 4 6 3 6 8 9 4 5 7 2 1 6 Kiev 10 Berlino Amsterdam 5 Bassa Pressione 0 4 Dublino 5 Varsavia 7 Praga Fronte Caldo 7 Londra 5 7 Parigi Milano Vienna 10 Belgrado Ankara 14 16 Bucarest 12 Roma Barcellona Madrid 15 15 13 Lisbona 17 Tirana Algeri Fronte Freddo 14 Atene 18 Tunisi 19 18 NORD AMERICA Pechino N Fronte Occluso N P B 7 29 1 7 4 2 6 8 5 3 9 a 9,90 euro più il prezzo del quotidiano 4 San Francisco 13 Los Angeles B 17 Sydney 14 30 Santiago New York 12 20 24 31 Chicago Giacarta In edicola con il Corriere della Sera la seconda uscita della collana dedicata ai successi di Eros Ramazzotti: disponibile da domani «Dove c’è musica». Il Cairo 17 22 21 Vancouver 4 32 Casablanca Lima 15 Bangkok 24 13 13 Delhi Shanghai AFRICA Caracas Bogotà Tokyo S N SUD AMERICA Seul In edicola col Corriere I successi di Eros: secondo cd Come si gioca Bisogna riempire la griglia in modo che ogni riga, colonna e riquadro contengano una sola volta i numeri da 1 a 9 5 1 3 8 2 6 9 7 4 2 L Stoccolma 2 Copenaghen Edimburgo 4 3 B = Nebbia Sudoku Difficile 2 5 6 9 6 3 7 4 8 1 9 2 6 9 8 3 1 9 2 7 5 2 8 7 5 1 Oslo Agitato 2 max Campobasso Catania Crotone Cuneo Firenze Genova Imperia Mosso ASIA AUSTRALIA min 4 Helsinki MARE Debole Nebbia LE TEMPERATURE DI IERI IN ITALIA min H Alta Pressione Una depressione con nucleo sulla Scandinavia domina saldamente su gran parte del continente europeo eccezion fatta per le zone più occidentali e meridionali, dove è contrastata da un anticiclone di origine atlantica. L'Italia prossimamente si troverà in una posizione intermedia rispetto questi due diversi sistemi di circolazione, venendo influenzata a tratti dall'uno e a tratti dall'altro. Rio de Janeiro Buenos Aires 23 Luanda 26 Città del Messico Nairobi Lagos 26 26 Città del Capo Oggi su www.corriere.it Multimedia Calcio Manovra di Monti I gol della domenica Videoinchiesta La clip con le nuove misure del governo presentate dal premier. Le immagini delle partite di Serie A e B. Soffocati dalla ’ndrangheta Video Pensioni Celentano a Genova La videochat Su invito di Grillo canta «Il ragazzo della via Gluck» agli alluvionati. Alle 15.30 il punto della situazione con Daniele Manca. Scrivete. Mtv News Il pianto Fornero in lacrime Il ministro piange presentando i sacrifici sulle pensioni. Ragazzi del Nordest Storia di Nasty, la russa che adora il suo accento veneto, uscita dal tunnel della droga. «Noi, disarmati contro le mafie». La denuncia anonima di un funzionario della Direzione Investigativa Antimafia. Seconda puntata del viaggio in Lombardia, la Calabria del Nord. Codice cliente: Codice cliente: 54 Lunedì 5 Dicembre 2011 Corriere della Sera italia: 515249535254 Tv in chiaro Teleraccomando presenta Rai1 di Maria Volpe PER RIDERE PER CONOSCERE Benigni (e Jova) La Bbc ci spiega con Fiorello l’universo Anche volendo come si fa a non «raccomandare» lo show di Fiorello? Uno dei pochi casi televisivi dove la quantità (di telespettatori) si coniuga con la qualità (dello spettacolo). Stasera purtroppo è la quarta e ultima puntata e la immaginiamo ancora più scoppiettante delle tre precedenti. Anche perché stasera c’è Roberto Benigni (foto), artista comico travolgente e acuto. Non osiamo pensare cosa riusciranno a fare questi due talenti insieme sul palco. E chissà quanti milioni di persone li seguiranno... Ospite anche Jovanotti Al via per la prima volta in Italia una serie di grande impatto: grazie all’utilizzo di innovative tecnologie potremo vedere illustrati concetti come la luce, la gravità, l’energia, la materia e il tempo. Il prof. Brian Cox cerca di spiegare l’universo, un «mistero» di età stimata intorno ai 13,7 miliardi di anni, e composto da 100 miliardi di galassie. Questa serie viaggia anche attraverso il mondo naturale: dalle aride pianure africane alle cime innevate delle montagne rocciose canadesi. E non mancano neppure esplosioni di raggi gamma... Il più grande spettacolo... Rai1, ore 21.10 Le meraviglie dell’universo Bbc Knowledge, ore 21 Rai2 rai.it Rai3 rai.it Rete4 Canale5 Italia1 La7 MTv rai.it mediaset.it/rete4 mediaset.it/canale5 mediaset.it/italia1 la7.it 6.45 UNOMATTINA. Attualità 10.55 CHE TEMPO FA. 11.00 TG 1. 11.05 OCCHIO ALLA SPESA. Attualità 12.00 LA PROVA DEL CUOCO. Varietà 13.30 TELEGIORNALE. 14.00 TG 1 ECONOMIA. Attualità TG1 FOCUS. Attualità 14.10 VERDETTO FINALE. Attualità. Con Veronica Maya 15.15 LA VITA IN DIRETTA. Attualità. Con Marco Liorni, Mara Venier. Nel programma: Tg Parlamento; Tg 1; Che tempo fa 18.50 L’EREDITÀ. Quiz. Con Carlo Conti 20.00 TELEGIORNALE. 20.30 QUI RADIO LONDRA. Attualità. Con Giuliano Ferrara SERA 20.35 SOLITI IGNOTI. Varietà 21.10 IL PIÙ GRANDE SPETTACOLO DOPO IL WEEKEND. Varietà. Con Rosario Fiorello TG1 60 SECONDI. 0.15 PORTA A PORTA. Attualità. Con Bruno Vespa 6.30 CARTOON FLAKES. Ragazzi 9.30 PROTESTANTESIMO. Attualità 10.00 TG2PUNTO.IT. Attualità 11.00 I FATTI VOSTRI. Attualità 13.00 TG 2 GIORNO. 13.30 TG 2 COSTUME E SOCIETÀ. Attualità 13.50 MEDICINA 33. Rubrica di attualità medica 14.00 L’ITALIA SUL DUE. Attualità 16.10 GHOST WHISPERER. Telefilm 16.50 HAWAII FIVE-0. Telefilm. Con Jack Lord, James MacArthur 17.45 TG 2 FLASH L.I.S. 17.50 RAI TG SPORT. 18.15 TG 2. 18.45 NUMB3RS. Telefilm 19.35 SQUADRA SPECIALE COBRA 11. Telefilm 8.00 AGORÀ. Attualità 9.00 AGORÀ - BRONTOLO. Attualità 9.50 DIECI MINUTI DI... Attualità 10.00 RAI 150 ANNI. LA STORIA SIAMO NOI. Attualità 11.00 APPRESCINDERE. Talk show 12.00 TG 3. 12.25 TG 3 FUORI TG. Att. 12.45 LE STORIE - DIARIO ITALIANO. Attualità 13.10 LA STRADA PER LA FELICITÀ. Telefilm 14.00 TG REGIONE - METEO. 14.20 TG 3 - METEO 3. 14.50 TGR LEONARDO. Att. 15.00 TG 3 L.I.S. 15.05 LASSIE. Telefilm 15.55 COSE DELL’ALTRO GEO. Varietà 17.40 GEO & GEO. Doc. 19.00 TG 3. 19.30 TG REGIONE - METEO. 20.00 LA CRISI. IN 1/2 H. Attualità 7.25 STARSKY E HUTCH. Telefilm 8.20 HUNTER. Telefilm 9.40 R.I.S. DELITTI IMPERFETTI. Telefilm 10.50 RICETTE DI FAMIGLIA. Attualità 11.25 ANTEPRIMA TG 4. 11.30 TG 4 - TELEGIORNALE. 12.00 DETECTIVE IN CORSIA. Telefilm 13.00 LA SIGNORA IN GIALLO. Telefilm 13.50 IL TRIBUNALE DI FORUM ANTEPRIMA. Attualità 14.05 IL TRIBUNALE DI FORUM. Attualità 15.10 HAMBURG DISTRETTO 21. Telefilm 16.15 SENTIERI. Soap 16.50 IL COMMISSARIO CORDIER. Telefilm. 18.50 ANTEPRIMA TG 4. 18.55 TG 4 - TELEGIORNALE. 19.35 TEMPESTA D’AMORE. Soap Opera 6.00 TG 5 PRIMA PAGINA. Attualità 8.00 TG 5 MATTINA. 8.40 LA TELEFONATA DI BELPIETRO. Attualità 8.50 MATTINO CINQUE. Varietà. Con Federica Panicucci, Paolo Del Debbio. Nel programma: Grande Fratello; Tg 5 Ore 10 11.00 FORUM. Attualità. Con Rita Dalla Chiesa 13.00 TG 5. 13.40 BEAUTIFUL. Soap Opera 14.10 CENTOVETRINE. Soap 14.45 UOMINI E DONNE. Talk show. Con Maria De Filippi 16.15 AMICI. Reality 16.55 POMERIGGIO CINQUE. Varietà 18.50 AVANTI UN ALTRO. Quiz. 20.00 TG 5. 8.20 DUFFY DUCK. Cartoni 8.25 WILLCOYOTE. Cartoni 8.30 UNA MAMMA PER AMICA. Telefilm 10.35 GREY’S ANATOMY. Telefilm 12.25 STUDIO APERTO. 13.00 STUDIO SPORT. 13.40 I SIMPSON. Cartoni 14.35 DRAGON BALL. Cartoni 15.00 BIG BANG THEORY . Serie 15.35 NO ORDINARY FAMILY. Telefilm 16.25 LA VITA SECONDO JIM. Serie 16.50 GIOVANI CAMPIONESSE. Telefilm 17.45 DRAGON BALL. Cartoni 18.30 STUDIO APERTO. 19.00 STUDIO SPORT. 19.25 DR. HOUSE MEDICAL DIVISION. Telefilm. Con Hugh Laurie 7.00 OMNIBUS. Attualità. 9.40 COFFEE BREAK. Attualità 10.35 L’ARIA CHE TIRA. Attualità 11.25 SOS TATA. Reality 12.25 I MENÙ DI BENEDETTA. Attualità 13.30 TG LA7. 14.05 FILM TOTÒTRUFFA ‘62. (Commedia, Italia, 1961). Regia di Camillo Mastrocinque . Con Totò, Nino Taranto, Lia Zoppelli. 16.15 ATLANTIDE - STORIE DI UOMINI E DI MONDI. Documentario 17.25 MOVIE FLASH. Attualità 17.30 THE DISTRICT. Telefilm. Con Craig T. Nelson, Roger Aaron Brown 19.20 G DAY. Tg Satirico. Con Geppi Cucciari 20.30 TG 2 20.30. 21.05 SENZA TRACCIA. Telefilm 23.25 TG 2. 23.30 FILM SAW V - NON CREDERAI AI TUOI OCCHI. (Horror, Canada/usa, 2008). Regia di David Hackl 20.20 BLOB. Attualità 20.35 UN POSTO AL SOLE. Soap 21.05 FILM HURRICANE - IL GRIDO DELL’INNOCENZA. (Drammatico, Usa, 1999). Di Norman Jewison. Con Denzel Washington 20.30 WALKER TEXAS RANGER. Telefilm. Con Chuck Norris 21.10 FILM TICKER. (Azione, Usa, 2001). Regia di Albert Pyun. Con Steven Seagal, Dennis Hopper, Tom Sizemore 20.30 STRISCIA LA NOTIZIA - LA VOCE DELLA CONTINGENZA. Tg Satirico 21.10 GRANDE FRATELLO. Varietà. Con Alessia Marcuzzi 0.15 MAI DIRE GRANDE FRATELLO. Varietà 1.00 TG 5 NOTTE. 20.20 C.S.I. - SCENA DEL CRIMINE. Telefilm. Con Marg Helgenberger, George Eads 21.10 C.S.I. - NEW YORK. Telefilm. Con Gary Sinise, Carmine Giovinazzo, Hill Harper 20.00 TG LA7. 20.30 OTTO E MEZZO. Attualità. Con Lilli Gruber 21.10 L’INFEDELE. Attualità. Con Gad Lerner 23.55 INNOVATION. Attualità. Con Lucia Loffredo, Ivo Mej 1.20 TG1 NOTTE. TG1 FOCUS. Attualità 1.50 CHE TEMPO FA. 1.55 QUI RADIO LONDRA. Attualità. Con Giuliano Ferrara 0.55 TG PARLAMENTO. Attualità 1.05 SORGENTE DI VITA. Attualità 1.35 L’ITALIA SUL DUE. Attualità 23.40 CORREVA L’ANNO. Attualità 24.00 TG3 LINEA NOTTE. 1.05 FUORI ORARIO. COSE (MAI) VISTE. Attualità 23.10 I BELLISSIMI DI RETE 4. Attualità 23.15 FILM FULL METAL JACKET. (Drammatico, Gb/usa, 1987) 1.30 STRISCIA LA NOTIZIA - LA VOCE DELLA CONTINGENZA. Tg Satirico. Con Ezio Greggio, Enzo Iachetti Rai Storia Rai Movie 23.00 UNDERCOVERS. Telefilm. 1.30 MODAMANIA. Varietà. 2.05 POKER1MANIA. Varietà 0.30 TG LA7. 0.40 (AH)IPIROSO. Attualità. Con Antonello Piroso 1.35 PROSSIMA FERMATA. Attualità mtv.it 11.00 MADE. Varietà 12.05 DISASTER DATE. Varietà 13.05 HITLIST ITALIA. Musica 14.05 SCRUBS. Serie 15.00 MTV NEWS. 15.05 GINNASTE: VITE PARALLELE. Varietà 16.00 MADE. Varietà 17.00 TEEN MOM. Varietà 18.00 DISASTER DATE. Varietà 19.05 GINNASTE: VITE PARALLELE. Varietà 20.00 I SOLITI IDIOTI. Varietà 21.00 JERSEY SHORE. Telefilm 23.00 SPECIALE MTV NEWS. Deejay TV 14.00 LOREM IPSUM. Musicale 14.20 VIA MASSENA. Serie 15.00 THE FLOW. Musicale 16.00 POPCAKE. Musicale 17.30 ROCK DEEJAY. Mus. 18.30 DEEJAY TG. 18.35 PLATINISSIMA PRESENTA: GOOD EVENING. Musicale 20.00 LOREM IPSUM. Musicale 20.20 VIA MASSENA. Serie 21.00 DJ STORIES - ALL AREAS. Musicale 22.00 DEEJAY CHIAMA ITALIA. Varietà DATI DI PROGRAMMAZIONE FORNITI DA COMPUTIME Film e programmi Washington star del pugilato I Beatles simbolo degli Anni 60 Rai4 Denzel Washington è Rubin Carter, detto «Hurricane», campione di pugilato accusato di aver ucciso tre persone. Condannato all’ergastolo, poi il caso venne riaperto. Hurricane Rai3, ore 21.05 «I Beatles e altre manie. La musica negli Anni '60» di Giancarlo Di Giovine. I Fab Four (foto) e non solo, raccontati con filmati d’epoca. Alla fine l’editoriale di Paolo Mieli. Correva l’anno Rai3, ore 23.40 La manovra Monti La propaganda studiata da Lerner durante la guerra Gad Lerner e la manovra di Mario Monti: ospiti Eugenio Scalfari, Raffaele Cattaneo, Michela Murgia, Aldo Bonomi, i musicisti della Scala di Milano. L’infedele La7, ore 21.10 La propaganda nazista si manifesta nei documentari di Leni Riefenstahl. Al fronte anche gli americani si servono dei migliori registi di Hollywood. Dixit RaiStoria, ore 21.05 Rai5 rai.it rai.it 10.30 BROTHERS AND SISTERS III. Telefilm 11.10 ALIAS V. Telefilm 11.50 LOST WORLD. Serie 12.40 MEDIUM. Serie 13.20 DESPERATE HOUSEWIVES III. Serie 14.05 BROTHERS AND SISTERS III. Telefilm 14.50 ALIAS V. Telefilm 15.35 90210 III. Serie 16.15 ONE TREE HILL III. Serie 17.00 BEING ERICA II. Serie 17.45 LEGEND OF THE SEEKER. Serie 18.30 LOST WORLD. Serie 19.20 DOCTOR WHO SPECIAL IV. Serie 20.25 SUPERNATURAL IV. Serie 21.10 FILM L’IMPLACABILE. (Thriller). Regia di Paul Michael Glaser. 22.45 FILM THE ORDER. (Azione). Regia di Sheldon Lettich. 0.15 APPUNTAMENTO AL CINEMA. Attualità 13.50 TOP 5. Attualità 14.05 PASSEPARTOUT. Attualità 14.35 DAVID LETTERMAN SHOW. Talk show 15.25 COOL TOUR. Attualità 16.00 LES NOUVEAUX EXPLORATEURS. Reportage 16.55 TOP 5. Attualità 17.10 GORDON RAMSAY’S F-WORD. Doc. 18.05 AVVENTURE IMMOBILIARI. Documentario 19.00 DAVID LETTERMAN SHOW. Talk show 19.50 LES NOUVEAUX EXPLORATEURS. Reportage 20.45 PASSEPARTOUT. Attualità 21.15 POSSO VENIRE A DORMIRE DA VOI? Documentario 22.10 DINASTIE. Documentario 23.05 FILM THIS IS MY LAND... HEBRON. (Documentario) rai.it 15.00 RAI 150 ANNI. Attualità 15.05 DIXIT STELLE. Att. 17.00 MILLE PAPAVERI ROSSI. Attualità 17.05 QUESTO SECOLO. VIAGGIO NEGLI ANNI CHE CONTANO: 1935 E DINTORNI. Attualità 18.00 RESELECTION. Attualità 19.00 RES GESTAE FATTI. Attualità 19.05 SKETCH LE TRE LUCI. Attualità 19.10 LE TRE LUCI. Attualità 19.40 LE CITTÀ DEL JAZZ NEW ORLEANS. Attualità 20.00 VIAGGIO IN ITALIA. Attualità 21.00 RAI 150 ANNI. Attualità 21.05 DIXIT GUERRA. Attualità 23.00 L’ITALIA VISTA DAL CIELO. Attualità 24.00 MILLE PAPAVERI ROSSI. Attualità rai.it 6.30 FILM LA VALLE DEI MOHICANI. 7.50 FILM L’AMANTE PERDUTA. 9.35 APPUNTAMENTI AL CINEMA. Attualità 9.40 FILM LE FAREMO TANTO MALE. 11.20 FILM LUV VUOL DIRE AMORE? 13.00 FILM SCHERZI DEL CUORE. 15.15 FILM SOTTOVENTO! 16.55 FILM VATEL. 19.00 FILM I PROFESSIONISTI. 21.00 FILM LA BATTAGLIA DI ALAMO. (Western). Regia di John Wayne. 23.45 FILM L’AVARO. (Commedia). Regia di Tonino Cervi. 1.40 FILM TOTÒ DIABOLICUS. (Commedia). 3.15 FILM FILM PER NON DORMIRE: AFFITTASI. (Horror). Regia di Jaume Balagueró. Rai Gulp rai.it Rai YoYo Boing La7d rai.it boingtv.it la7.it 18.40 GRACHI. Telenovela 19.30 LOLA E VIRGINIA. Cartoni 19.45 TOOGULP. Ragazzi 19.50 SUMMER IN TRANSYLVANIA I. Telefilm 20.10 REBELDE WAY. Telefilm 21.00 SKYLAND. Cartoni 21.25 KARKU II. Cartoni 19.40 L’ALBERO AZZURRO. Attualità 20.00 BEAR NELLA GRANDE CASA BLU III. Pupazzi animati 20.25 UKI. Cartoni 20.30 MUSTI. Cartoni 20.40 INSIEME A ROSIE. Cartoni 20.50 LA STELLA DI LAURA 2. Cartoni 18.50 LEONE CANE FIFONE. Cartoni 19.00 BEN 10 ULTIMATE ALIEN. Cartoni 19.25 LE NUOVE AVVENTURE DI SCOOBY DOO. Cartoni 19.50 SPONGEBOB. Cartoni 20.40 THE GARFIELD SHOW. Cartoni 21.10 NINÌ. Cartoni 17.40 THE OPRAH WINFREY SHOW. Varietà 18.40 CUOCHI E FIAMME. Attualità 19.40 I MENÙ DI BENEDETTA. Attualità 20.40 TG LA7. 21.10 MISSIONE NATURA. Documentario 23.30 THE DR. OZ SHOW. Varietà Iris Cielo La5 Tv 2000 iris.mediaset.it cielo.it 17.11 NOTE DI CINEMA. Att. 17.19 FILM IL GIOCATORE ROUNDERS. 19.27 CRIMINAL INTENT VII. Telefilm 20.17 LAW & ORDER: UNITÀ SPECIALE VII. Telefilm 21.08 FILM VIRUS. 22.55 FILM PROFONDO ROSSO. 16.00 X FACTOR. Varietà 19.00 HELL’S KITCHEN - IL DIAVOLO IN CUCINA. Varietà 20.00 UNO PSICOLOGO DA CANI - DOG WHISPERER. Doc. 21.00 NON LO SAPEVO! Doc. 23.00 MOST DANGEROUS PERICOLO REALE. Varietà mediaset.it 20.40 GRANDE FRATELLO. Reality 21.00 GRANDE FRATELLO LIVE. Reality 21.10 FILM UNO SCONOSCIUTO NEL MIO LETTO. 23.05 GRANDE FRATELLO LIVE. Reality 23.35 UOMINI E DONNE. Talk show tv2000.it 20.30 NEL CUORE DEI GIORNI - BLU. 20.55 NEL CUORE DEI GIORNI - (TGTG). 21.20 PRESENTAZIONE CRITICO TEATRALE. 21.25 OPERA TEATRALE: LE COMMEDIE DI EDUARDO FILUMENA MARTURANO. Codice cliente: Corriere della Sera Lunedì 5 Dicembre 2011 55 italia: 515249535254 Pay Tv Film e programmi Douglas torna a fare il pescecane Gordon Gekko (Michael Douglas) esce dal carcere. È solo. Prende sotto le ali il fidanzato (Shia LaBeouf, foto con Douglas) della figlia. Wall Street - Il denaro non dorme mai Sky Cinema 1, ore 21.10 Caccia al tesoro per Rowan Atkinson Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grasso Videorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv Sky Cinema A fil di rete Sport 14.00 ONE EYED KING - LA TANA DEL DIAVOLO Mantenendo un patto fatto in gioventù, Frankie cerca il responsabile della morte del suo più caro amico. Sky Cinema Max HD 15.00 L’AMORE INFEDELE UNFAITHFUL Edward e Connie sono una coppia felicemente sposata finchè la donna non viene colpita da una folgorante passione per un giovane. Sky Cinema Passion HD 16.55 FAIR GAME - CACCIA ALLA SPIA La storia vera dell’agente della Cia Valerie Plame che, per essersi opposta alle menzogne sulla guerra in Iraq, viene denigrata. Sky Cinema 1 HD 17.20 AUDREY ROSE Un uomo sconvolge la vita di una coppia: è convinto che la loro figlia è in realtà la reincarnazione della sua, morta da anni. Con A. Hopkins. MGM 18.50 IL MISTERO DEI TEMPLARI La ricerca del tesoro dei Templari per l’ultimo discendente di una famiglia in cerca da sei generazioni. Con N. Cage. Sky Cinema 1 HD 19.05 IL GIORNO DELLA CIVETTA Il film di D. Damiani - tratto da L. Sciascia - quando uscì nel 1967 fu vietato ai minori di 18 anni. Splendida C. Cardinale. Sky Cinema Classics 21.00 CHE COSA È SUCCESSO TRA MIO PADRE E TUA MADRE? J. Lemmon nei panni dell’industriale sessuofobo, parte per Ischia e trova l’amore. Pellicola di B. Wilder, realizzata nel 1972. MGM LA PRINCIPESSA SISSI La storia vera, anche se romanzata, dell’imperatrice d’Austria Sissi. Magda e Romy Schneider, madre e figlia nella realtà e sul set. Sky Cinema Classics RAT RACE Un magnate di un casinò inventa una nuova sfida: il rat race. In palio c’è una borsa contenente due milioni di dollari. Con W. Goldberg. Sky Cinema Family THE VILLAGE In un villaggio immerso nei boschi tutti vivono in armonia con la natura finchè il giovane Lucius non risveglia misteriose creature... Sky Cinema Max HD INSIEME PER CASO Commedia romantica in difesa della diversità, con Kathy Bates e Rupert Everett. Sky Cinema Passion HD 21.10 WALL STREET: IL DENARO NON DORME MAI Secondo capitolo, a distanza di 23 anni, del film di Oliver Stone. Ora è il 2001 e Gordon Gekko è appena uscito dal carcere. Sky Cinema 1 HD 22.50 SIAMO UOMINI O CAPORALI? Un classico tra i numerosissimi film interpretati dal principe De Curtis: il mondo è diviso in sfruttatori ed oppressi... Sky Cinema Christmas 22.55 IO SONO VALDEZ ll vicesceriffo Valdez (B. Lancaster) uccide per legittima difesa Johnson, un nero. Western a tinte forti, ma troppo confuso. Sky Cinema Classics 23.00 LA BANDA DEI COCCODRILLI Kai, un ragazzino in carrozzella, sogna di entrare a far parte Coccodrilli, la banda dei ragazzi del quartiere. Sky Cinema Family 23.10 BELOVED Oprah Winfrey è la padrona di una casa dove vive anche Danny Glover. Regia di Jonathan Demme. Sky Cinema Passion HD 23.25 SCAPPATELLA CON IL MORTO Marjorie, moglie inquieta, va a letto con uno sconosciuto, che muore durante il rapporto sessuale. MGM 23.30 TRON LEGACY Indaga sulla scomparsa del padre, Sam scopre che l’uomo è intrappolato nel videogioco che lui stesso aveva programmato. Sky Cinema 1 HD 0.30 I SOLITI IGNOTI Imperdibile commedia diretta nel 1958 da Monicelli. V. Gassman, M. Mastroianni, Totò e C. Pisacane tentano il colpo della vita. Sky Cinema Christmas 14.00 PALLAVOLO: IRAN - ITALIA Coppa del Mondo Maschile Sky Sport 2 HD 16.15 CALCIO: WIGAN - ARSENAL 2009/10 Premier League Classics ESPN 16.45 MOTOCICLISMO: BRNO 22/07/07 Superbike Highlights ESPN 18.30 CURLING: GERMANIA - SVEZIA Campionato Europeo. Diretta Eurosport 19.05 CALCIO: CHIEVO - JUVENTUS 27/01/02 Serie A Story ESPN 20.30 CALCIO: MONZA - COMO Campionato Italiano Lega Pro. Diretta RaiSport 1 20.40 CALCIO: BARI - CITTADELLA Serie B. Diretta Sky Sport 1 HD 21.00 WRESTLING: THIS WEEK ON WWE Eurosport 21.30 WRESTLING: VINTAGE COLLECTION Eurosport 22.00 CALCIO: BRESCIA - ATALANTA 06/04/03 Serie A Story ESPN 23.00 CALCIO: LAZIO - NOVARA Speciale Sabato Sprint. Diretta RaiSport 1 23.45 BASKET: EUROLEGA HIGHLIGHTS RaiSport 1 23.55 AUTOMOBILISMO: EP. 1 Grand Prix Story ESPN 24.00 BILIARDO: 3ª GIORNATA Campionato Regno Unito Eurosport 0.25 AUTOMOBILISMO: EP. 2 Grand Prix Story ESPN Serie Tv Intrattenimento Ragazzi Documentari 15.35 I MAGHI DI WAVERLY Disney Channel 16.50 GIUDICE AMY Fox Life 17.50 WINGIN’ IT Disney Channel I SIMPSON Fox HD 19.10 BUONA FORTUNA CHARLIE! Disney Channel 20.00 BUONA FORTUNA CHARLIE! Disney Channel 20.35 I SIMPSON Fox HD 20.50 LIFE BITES Disney Channel 21.00 CRIMINAL MINDS Fox Crime HD I SIGNORI DELLA FUGA Fox HD BONES Fox Life 21.50 UNFABULOUS III Rai Gulp 21.55 CRIMINAL MINDS Fox Crime HD TERRA NOVA Fox HD 22.05 THE SLEEPOVER CLUB Disney Channel 15.00 GIARDINIERI IN AFFITTO LEI 16.20 MERLINO E LA BATTAGLIA DEI DRAGHI Sky Cinema Family 17.05 X FACTOR WEEKLY Sky Uno 17.35 EXTREME MAKEOVER HOME EDITION Sky Uno 18.25 HELL’S KITCHEN USA Sky Uno 19.30 KENDRA E! 20.10 AMERICA’S NEXT TOP MODEL Sky Uno 20.15 INCONTRI CONTEMPORANEI MANZONI Classica 20.30 KEEPING UP WITH THE KARDASHIANS E! 21.00 KHLOE AND LAMAR E! GLI SGOMMATI Sky Uno 21.10 HELL’S KITCHEN USA Sky Uno 21.50 SERATISSIMA - I ROBINSON K2 22.00 KENDRA E! 18.10 POKÉMON NERO & BIANCO K2 18.15 LE NUOVE AVVENTURE DI SCOOBY-DOO Boomerang 18.35 LA PANTERA ROSA Boomerang 18.45 PHINEAS & FERB Disney Channel 19.20 A TUTTO REALITY: IL TOUR K2 19.55 TOM & JERRY TALES Boomerang PIPPI CALZELUNGHE DeAkids 20.10 DUE FANTAGENITORI K2 20.20 I PUFFI Boomerang 20.25 PIPPI CALZELUNGHE DeAkids 20.30 SPONGEBOB Nickelodeon 20.35 ADVENTURE TIME Cartoon Network DUE FANTAGENITORI K2 20.45 THE GARFIELD SHOW Boomerang 21.00 LO STRAORDINARIO MONDO DI GUMBALL Cartoon Network MISSIONE CUCCIOLI CLUB DeAkids 14.20 MEGASTRUTTURE: IL PONTE AKASHI KAIKO National Geographic 16.00 PESCA A MANI NUDE Discovery Channel HD 17.50 INDAGINI AD ALTA QUOTA National Geographic 19.00 FACTORY MADE Discovery Channel HD 19.55 MEGAFABBRICHE - L’M1 ABRAMS National Geographic 20.35 AFFARI DI FAMIGLIA: LA BATMOBILE History Channel 21.55 GLI INDISTRUTTIBILI National Geographic DANGEROUS WATERS Yacht & Sail 22.00 COME È FATTO Discovery Channel HD 17.13 IMMATURI. Film Premium Cinema 17.20 UNA NUOVA OCCASIONE. Film Tv MYA 17.25 I VICINI DI CASA. Film Studio Universal 17.44 PARENTHOOD II. Telefilm JOI 18.20 R.I.S. ROMA 2 DELITTI IMPERFETTI. Telefilm STEEL 18.37 PACKED TO THE RAFTERS I. Telefilm JOI 19.05 GRILLED. Film Studio Universal 19.20 R.I.S. ROMA 2 DELITTI IMPERFETTI. Telefilm STEEL 19.29 SOMEWHERE. Film Premium Cinema 19.30 RESCUE SPECIAL OPERATIONS III. Telefilm JOI 19.33 CLOSE TO HOME II - GIUSTIZIA AD OGNI COSTO. Telefilm MYA 20.16 CAMELOT I. Telefilm JOI 20.26 CLOSE TO HOME II - GIUSTIZIA AD OGNI COSTO. Telefilm MYA 21.15 LAST NIGHT. Film Premium Cinema 21.15 IL CAVALIERE OSCURO. Film JOI 21.15 FAIRLY LEGAL I. Telefilm MYA 21.15 MOONLIGHT I. Telefilm STEEL 21.15 FOCUS. Show Studio Universal 21.22 LA TAVERNA DELL’ALLEGRIA. Film Studio Universal di Aldo Grasso Tv super-generalista con Fiorello e Checco L a televisione generalista «riscopre» gli eventi come proprio «specifico»? In attesa dell’ultima puntata dello show di Fiorello, in onda stasera, venerdì Canale 5 ha affidato il proprio palco a Checco Zalone, col suo «Resto umile world show». Due show, e due showman, lontanissimi, accomunati oggi dalla capacità di ridare fiato alle ammiraglie Rai e Mediaset. Se ai due show si aggiunge la perTop & Flop formance di Beppe Fiorello, e delle due puntate delIl più grande spettacolo la fiction «Sarò sempre tuo padre», ecco tracciati i Rosario e Beppe Fiorello programmi «top» della settimana (cui va aggiunto l’immarcescibile Don Matteo, che tocca quasi 8 milioni e mezzo di spettato11.736.000 spettatori, ri). Del programma di Fio43,18% di share rello si è già detto della Raiuno, Lunedì 28 sua capacità di attrarre novembre, ore 21.23 spettatori che, altrimenti, Minuto picco: 14.443.0000 non guarderebbero la tv, o spettatori la vedrebbero meno fedelRosario e Beppe Fiorello mente: «Il più grande spetassieme, ore 22.16 tacolo dopo il weekend», alla terza emissione, si è attestato su una media di Dark Tide 11.147.000 spettatori, con Halle Berry fra gli squali una forte prevalenza femminile (quasi il 45% di share, contro il 38% maschile), e un ascolto inter-generazionale che, curiosa919.000 spettatori, 3,16% mente, vede prevalere adodi share lescenti (43% di share) e Raitre, giovedì 1 dicembre, ultra 65ennni (45,5%). Alore 21.08 tro dato curioso: Fiorello Minuto picco: 749.000 sfonda in tutto il CenKate Mathieson (Halle tro-sud (53% in Abruzzo), Berry) nuota tra gli squali, mentre resta un po’ più ore 21.10 contenuto al Nord (34% in Lombardia). «Resto umile world show» ha totalizzato poco più della metà degli spettatori di Fiorello, che pure resta una cifra notevole di questi tempi: 5.607.000 individui, 22,4% di share. Qui però la mappa degli ascolti è completamente diversa. Spariscono gli ultra65enni (per i quali Zalone non è un catalizzatore), trionfano gli adolescenti (41%) e i giovani in generale (32%). Resta un dubbio: perché mandare in onda Checco il venerdì, quando molto del suo pubblico d’elezione rischia di esser fuori casa? In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel. Un gruppo di disperati partecipa a una caccia al tesoro. C’è l’ebreo ortodosso, due fratelli sboccati, un arbitro odiato da tutti, un italiano narcolettico (Rowan Atkinson, foto). Rat Race Sky Family, ore 21 Strane presenze dentro il bosco In un villaggio la vita sembra scorrere felice. Ma la paura è dietro l’angolo, nessuno s' addentra nel bosco popolato di strane presenze. Lucius (Joaquin Phoenix, foto) sfaterà il mito. The Village Sky Max, ore 21 I disegni di Pazienza e Santamaria Mediaset Premium Ispirato al disegnatore Andrea Pazienza. Bologna, fine anni 70. Pentothal, sognatore, Enrico, studente fuoricorso, e Zanardi, liceale ripetente, condividono casa. Nella foto Claudio Santamaria. Paz! Cult, ore 1.05 15.00 CITY OF ANGELS - LA CITTÀ DEGLI ANGELI. Film Studio Universal 15.13 BEING ERICA I. Telefilm MYA 15.19 FIREWALL - ACCESSO NEGATO. Film Premium Cinema 15.30 SMALLVILLE III. Telefilm STEEL 15.54 BACKSTAGE. Show JOI 16.00 BEING ERICA I. Telefilm MYA 16.02 MONK VIII. Telefilm JOI 22.05 22.05 22.55 22.57 SHAMELESS I. Telefilm MYA MOONLIGHT I. Telefilm STEEL HAVEN II. Telefilm STEEL SAW 3D - IL CAPITOLO FINALE. Film Premium Cinema 23.15 DREAMGIRLS. Film Studio Universal 23.18 THE VAMPIRE DIARIES II. Telefilm MYA 23.40 WAREHOUSE 13 II. Telefilm STEEL 23.48 AMERICANA. Show JOI 23.57 MIAMI MEDICAL. Telefilm JOI 0.05 THE VAMPIRE DIARIES II. Telefilm MYA 0.30 SMALLVILLE III. Telefilm STEEL 0.37 PLANET TERROR. Film Premium Cinema 0.46 MIAMI MEDICAL. Telefilm JOI 0.55 UNITED STATES OF TARA I. Telefilm MYA LOCMAN ® ITALY MONTECRISTO Movimento meccanico automatico S.I.O. (Scuola Italiana di Orologeria) o cronografo al quarzo. Titanio e acciaio. Impermeabile fino a 10 atm. WWW.LOCMAN.IT L O C M A N S . P. A . - M A R I N A D I C A M P O - I S O L A D ’ E L B A BOUTIQUES LOCMAN: G MILANO: VIA M. 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