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n. 139 Il Sole 24 Ore DOMENICA - 22 MAGGIO 2016 35 Ravenna Festival xxvii edizione 13 maggio- 13 luglio SERATA HITCHCOCK 7 giugno IVÁN FISCHER DANIEL HARDING 10 giugno 19 giugno 7 Serata maratona, che si apre con la meravigliosa, caratterizzata Orchestra di Budapest, con un ricco impaginato dove spicca il virtuosistico Secondo Concerto per pianoforte, per concludersi a notte fonda con dieci composizioni dedicate al Grande Ferro di Alberto Burri, scultura scandita in dieci parti, dominante l’esterno del Pala de André 7 Il thriller del 1929, The Blackmail (Il ricatto) che fece conoscere Alfred Hitchcock come il più avvincente regista inglese, viene riproposto nella versione originale, muta, accompagnata dalle musiche dei quattro compositori contemporanei Mauro Cardi, Luigi Ceccarelli, Fabio Cifariello Ciardi e Alessandro Cipriani, con la partecipazione di Ivo Nilsson, trombone e Daniele Roccato, contrabbasso ©MARCO BORGGREVE 26 giugno KENT NAGANO 11 luglio musica 7 È affidato ai Tallis Scholars, inventori da oltre quarant’anni di un nuovo modo di cantare la polifonia rinascimentale, il concerto della serie In tempo Domini, inserito nella liturgia domenicale: gli specialisti inglesi recuperano la Missa Papae Marcelli di Palestrina, manifesto della scrittura vocale sacra dopo il Concilio di Trento. L’indomani, in Sant’Apollinare in Classe, spaziano dal Cinquecento a Arvo Pärt © RIPRODUZIONE RISERVATA Stravinskij, Jeu de Cartes, Liszt, Concerto per pianoforte n.2, Dvorak, Sinfonia n.8; Dénes Várjon, pianoforte, direttore Ivan Fischer; Palazzo Mauro de André TALLIS SCHOLARS a cura di Angelo Curtolo _ Barcellona © RIPRODUZIONE RISERVATA 7 Impaginato sofisticato per Daniel Harding con la Mahler Chamber Orchestra: alle sperimentazioni spaziali e timbriche di Intégrales di Edgard Varèse, segue la prima italiana del Concerto per tromba del cinquantenne Mark-Anthony Turnage, omaggio al jazz di Miles Davis. Approdo tranquillo la Quarta di Beethoven Palestrina, Missa Papae Marcelli; The Tallis Scholars; Basilica di Sant’Apollinare in Classe, 26 giugno © RIPRODUZIONE RISERVATA 7 Nato a Berkley, in California, Kent Nagano si è via via specializzato nel repertorio del Novecento: qui lo troviamo invece a chiudere la serie degli appuntamenti classici con un impaginato diviso tra il nostalgico Quarto di Beethoven e la Sesta di Bruckner, sul podio della Filarmonica di Amburgo, di cui è il nuovo direttore principale © RIPRODUZIONE RISERVATA Varèse, Intégrales, Turnage, Concerto per tromba e orchestra, Beethoven, Sinfonia n.4; Håkan Hardenberger, tromba, Mahler Chamber Orchestra, direttore Daniel Harding; Palazzo Mauro de André © RIPRODUZIONE RISERVATA The Blackmail Project, musica e live electronics Edison Studio, prima esecuzione assoluta; Palazzo dei Congressi Beethoven, Concerto n.4 per pianoforte e orchestra, Bruckner, Sinfonia n.6; Martin Helmchen, pianoforte, Hamburg Philharmonic Orchestra, direttore Kent Nagano; Palazzo de André La libertà viaggia in punta di piedi Dalla compagine di Twyla Tharp alla Batsheva Dance Company, da Alonzo King ai nivei ballerini di Sankai Juku: è ampia l’offerta coreutica in omaggio al cammino per i diritti di Marinella Guatterini C hi ha avuto la fortuna di assistere, negli anni Ottanta, alle danze di Twyla Tharp ne rammenta ancora l’eleganza e il profumo. Accanto a The Ca therine Wheel, indimenticabile epopea postmoderna, su musiche di David Byrne, le non meno sue Nine Sinatra Songs pattinavano entro immaginarie sale da ballo con una noncuranza perfetta e un continuo getto di passi inattesi. Ora elettrizza scoprire il ritorno (24 giugno) di otto ballerini della celebre dance maker americana tra i gruppi coreutici del Ravenna Festival, in cammino grato a Nelson Mandela. Qui, l’ormai settantacinquenne Tharp, da tempo giunta pure in vetta a Hollywood per le coreografie nei film di Milos Forman (come Amadeus), e a Broadway per la fertile collaborazione con il divo Mikhail Baryshnikov, li lancia al recupero del passato remoto. Country Dances (1976) e pure Brahms/ Paganini (1980), superbo e virtuosistico balletto neoclassico, aleggiano però attorno alla sua ultima coreografia: Be ethoven Opus 130, giungerà direttamente da Sarasota, in Florida, e sarà un omaggio al ballerino Matthew Dibble. Presentando Decadance (6 luglio),anche la Batsheva Dance Company punta a raccogliere soprattutto ricordi in un ricamo di estratti del suo incrollabile direttore, Ohad Naharin. Da Sadeh 21 (2011) a Zachacha (1998), da Bolero (1983) a Mabul (1992), da Three (2005) a Zakharova esce dai ruoli lirici e diventa una Francesca da Rimini drammatica, mentre van Hoecke rievoca Edith Piaf e l’esibizione davanti a Cocteau Naharin’s Virus (2001), e indietro tutto sino a Zina (1995), l’arcobaleno dinamico di Ohad lascerà trapelare la potenza, la fluidità e il brillio di un linguaggio non tecnico ma letteralmente “cavato” fuori dai ballerini (il “Gaga”), e l’originalità di opere sottotraccia quasi sempre poetiche, nel registro di leggerezza e drammaticità. Alonzo King, al pari di Twyla Tharp, è N _ Cremona Il 28-30-31 le musiche di Star Wars, E.T, Incontri ravvicinati, con l’Orchestra di S. Cecilia (santacecilia.it) _ Torino Il 27 al Lingotto la Mahler Chamber Orchestra con il direttore Daniele Gatti, Coro e cantanti interpretano le Sinfonie n.8 e 9 di Beethoven(lingottomusica.it). © RIPRODUZIONE RISERVATA Kinkan Shonen (1978) e Toki (2005) per creare un ennesimo rituale dal movimento sinuoso e furente. Attenzione, però: le tempeste drammatiche dei Sankai Juku non hanno più nulla a che fare con quelle del Butoh originale. Guardando anche alla tradizione in ricchi costumi del Kabuki, il regista Amagatsu ha placato ogni abissale e feroce tuffo nell’inconscio, donando al “suo” Butoh il fascino incantatorio dell’estasi. In Chanteuse des Rues (28 giugno) l’estasi ricercata dal coreografo belga Micha van Hoecke, da tempo attivo nel nostro Paese, e molto amato a Ravenna, sarà invece quella della voce del «passerotto della canzone». Parigi, affollata di personaggi colorati e lunari, ha al centro Jean Cocteau quando andava ad ascoltare Edith Piaf nel locale in cui si esibiva, per poi dedicarle la piéce La Belle Indifférent. Tra musica per fisarmonica (di Simone Zanchini), canzone e danza, Van Hoecke tesse ricordi anche personali: negli ultimi anni di vita della Piaf viveva a Parigi e ne respirava umori e atmosfere. Con l’aiuto di un folto gruppo di danzattori ravennati metterà in scena il ritratto virtuale della Piaf senza mai incarnarla. Chanteuse des Rues è una prima assoluta, proprio come Xebeche del Gruppo Nanou. Grazie alla coreografia per otto danzatori, di Marco Valerio Adamo e Rhuena Bracci, si sperimenterà (8,9,10 giugno) il conflitto tra corpo, come forma antropomorfica e perimetro geometrico che lo circoscrive. Ne nascerà un infinito piano sequenza, ispirato ai film di Jim Jarmush, in cui le trasformazioni di contenitore e contenuto s’intrecceranno per diventare viluppo e scomparire. © RIPRODUZIONE RISERVATA barcellona | Fatboy slim teatro a cura di Elisabetta Dente _ Aosta Si svolge in vari luoghi di Saint Vincent dal 26 al 29 Revolution Fantasy Festival, animato da artisti di strada, performer, attori e maghi (revolutionfantasyfestival.com). _ Milano Giulio Cavalli è autore, interprete e regista di L’amico degli eroi. Parole, opere e omissioni di Marcello Dell’Utri, al Teatro della Cooperativa dal 23 al 28 (teatrodellacooperativa.it). Al Teatro Libero, oggi e domani, Virginedda Addurata di Giuseppina Torregrossa, regia di Nicola Alberto Orofino, accompagnato dal video di Carlo Bevilacqua Into the Silence – Eremiti del terzo millennio (teatrolibero.it). Al Teatro Out Off, dal 24 al 29, Acciaio liquido di Marco di Stefano, adattamento e regia di Lara Franceschetti (teatrooutoff.it). _ Pesaro Notre Dame de Paris, musical di Riccardo Cocciante e Pasquale Panella diretto da Gilles Maheu, è all’Adriatic Arena dal 26 al 29 (adriaticarena.it). _ Pistoia Scespirianamente disumano on basta più un semplice titolo a dar nome ad uno spettacolo. Così Marco Baliani e Lella Costa cancellano la parola Hu man che pongono in testa al loro lavoro, tracciandoci sopra una riga nera (8 e 9 luglio al Teatro Alighieri). Come a dire che le cose sono sempre più complicate nei nostri tempi, ogni concetto o pensiero mette in gioco la sua negazione, soprattutto tutto ciò che ha a che fare con l’individuo, da solo o in ogni minimo agglomerato sociale, chiamando immediatamente in causa il suo opposto, e dunque non c’è possibilità di ragionare Grandi Festival estivi (2). Il 2 giugno si apre il Ravinia Festival, che prosegue fino al 18 settembre. È la residenza estiva della Chicago Symphony Orchestra (cioè una delle prime tre del mondo), che si ascolta anche dal prato, modalità picnic. Ma la sera seguente ci può essere Chick Corea, o Bob Dylan, o Lauryn Hill (delle Fugees) (ravinia.org). _ Roma teatro di Antonio Audino _ Chicago Fino al 4 giugno il Festival Monteverdi, tra cui il 27 al Teatro Ponchielli il Vespro della Beata Vergine, e il 3-4 una Crociera Musicale, da Cremona a Mantova e poi Venezia (teatroponchielli.it) danza americano, ma anche “afro”. È stato ballerino in compagnie, come l’American Ballet Theatre, molto frequentate dalla Tharp, e presumibilmente ne ha danzato la genialità. Però, dal 1982 dirige, a San Francisco, la Lines Ballet Company e anche a Ravenna (9 luglio) rilancerà una danza di linee nitide ma sposate a emozioni sanguigne. In Wri ting Ground (2010) sono le musiche della tradizione ebraica, cristiana, musulmana e del buddismo tibetano ad arroventare le ispiratrici liriche di Colum McCann. Nel più recente Shostakovich (2014) è la musica del compositore russo a incitare una coreografia di corpi tesi a mo’ di frecce di luce. Una metafora luminosa potrebbe funzionare anche per lo spettacolo pittorescamente intitolato Amore, e per Svetlana Zakharova, la stella russa e prima donna mondiale del balletto, che ne sarà l’epicentro (30 giugno). Con Mikhail Lobukhin e Denis Rodkin, due primi danzatori del Bol’šoj e altre étoile, la di solito lirica e candida Svetlana si renderà drammatica in Francesca da Ri mini, cameo cajkovskiano del coreografo Juri Possokhov, e aggiungerà ai suoi cristallini passi in punta, tocchi di modernità glamour in The Rain Before it Fal ls, una miniatura per star di Patrick De Bana. Con Strokes Trough The Tails di Marguerite Donlon si finirà in un tripudio di dissacranti cigni lanciati sulla musica di Mozart. L’offerta giapponese dei Sankai Juku di Ushio Amagatsu (14 giugno) esclude nivei palmipedi e punta su corpi infarinati, solo maschili e dal cranio rasato. Sono gli interpreti di Utsushi: più che una novità, una retrospettiva, su musiche di Yas-kas e Yoichiro Yoshikawa, in cui si strizzeranno le pièce comprese tra Iniziano i grandi festival estivi(1). Dal 16 al 18 giugno la 23° edizione di Sónar, più di 150 concerti, tra cui i New Order, leggendario gruppo dell’electronic pop; l’electro-funk di Fatboy Slim (foto); una grande festa di stili diversi, tra cui il dj Kenny Dope, house con Busy P, Para One e Boston Bun; Matias Aguayo, con il tropical techno sound; il dj The Black Madonna; la fusion di techno con musica araba con gli Acid Arab; hip hop con Section Boyz; jungle più dancehall e reggae con Congo Natty (sonar.es) sulla dimensione umana senza che la nostra mente, scartando da illusioni di più pacifiche convivenze, non si affolli di immagini dolorose, drammatiche quando non apocalittiche. Così, in linea con l’idealità della manifestazione, i due attori affrontano il tema più scottante di questi tempi, la migrazione, mettendoci dentro l’epica dei viaggi in fuga da Troia per fondare altre civiltà o il mito di Ero e Leandro, amanti divisi da un braccio di mare. Ma questo non è che l’inizio di un percorso, accompagnato dalle musiche di Paolo Fresu, che poi si dipanerà in Italia e all’estero anche in sedi istituzionali, accumulando passo dopo passo materiali video, testimonianze, storie, suoni, voci, con il desiderio, come dichiarano i due artefici, di allontanarsi il più possibile da una dimensione consolatoria e puramente narrativa o espositiva della materia, e con la speranza di mettere a disagio il pubblico, di portare i segni più scomodi e dolenti di tante realtà vicinissime, ma comodamente confinate in qualche pagina di giornale o in qualche servizio televisivo, fino a quando queste non irrompono poi in modo più violento nelle nostre vite, provocando così odi e pregiudizi. Insomma cronaca ed epica, quotidianità e storia si mescolano oramai inestricabilmente, soprattutto dopo l’accelerazione novecentesca o, se non altro, dal momento in cui la comunicazione su vasta scala ha allargato lo spettro narrativo e di suggestione degli avvenimenti. Lo dimostra il cronista sportivo Federico Buffa che da tempo ama presentarsi in palco- scenico per ricucire la memoria di grandi avvenimenti agonistici intrappolati, per qualche motivo, nelle maglie di una storia collettiva più complessa. Così farà a Ravenna presentando la sua ricostruzione de Le Olimpiadi del 1936 (31 maggio Palasport Angelo Costa), quelle in cui proprio la possibilità di filmare gli eventi finì col rovesciare la prospettiva retorica nella quale la kermesse era stata congegnata, consegnandoci i fotogrammi realizzati da Leni Reifensthal che rendono immortali i trionfi di atleti neri come Jesse Owens in quegli stadi in cui si sarebbe dovuta consacrare la superiorità della razza ariana. Allora, in questo quadro, può esserci posto anche per Shakespeare, il primo a mescolare piccole vicende e drammi eroici, a confondere la realtà del suo tempo con profili e accadimenti provenienti da epoche lontane, a muoversi tra angustie umane e vertigini filosofiche, trasformando tutto nell’immediatezza del gesto e della parola teatrale, e rivelando tra i primi, all’alba del Seicento, come sia dif- ficile definire l’interiorità dell’individuo in modo netto, mostrandocelo contemporaneamente dalla parte della ragione o del torto, del bene o del male. Allora saranno due attrici, Elena Bucci e Chiara Muti a costruire una Folia shake speariana (22 giugno al Parco di Teodorico), un percorso che si snoda attraverso una serie di piccoli palcoscenici situati nel parco di Teodorico che, come nel Sogno di una notte di mezz’estate, si animerà di figure emerse dalle pagine di diverse opere del grande drammaturgo, con streghe e monarchi, maghi e spiritelli dell’aria, e con l’idea che tutto questo universo possa essere restituito da voci e corpi femminili, proprio quelli che nell’epoca in cui i drammi vennero composti, non avevano diritto ad apparire in scena, delegando ruoli e vesti di donne e giovanette ad attori imberbi dalla voce in falsetto. Creando così ulteriori moltiplicazioni della dimensione umana con le sue sottolineature, i suoi contrari, le sue cancellazioni. © RIPRODUZIONE RISERVATA Dialoghi sull’Uomo, festival ideato e diretto da Giulia Cogoli, presenta il 27, al Teatro Manzoni, Gioele Dix in Novella degli scacchi di Stefan Zweige, il 28, l’incontro con Arturo Brachetti su Il magico gioco della fantasia (dialoghisulluomo.it). _ Roma Sul tetto del mondo di Paola Berselli e Stefano Pasquini, che ne firma la regia, è al Teatro India dal 24 al 29 (teatrodiroma.net). Al Teatro Sistina, oggi, Stelle a metà, scritto e diretto da Alessandro Siani e interpretato da Sal Da Vinci; dal 24 al 29, Non c’è due senza te, scritto e diretto da Toni Fornari, con Marco Morandi e Carlotta Proietti, supervisione artistica di Gigi Proietti (ilsistina.it). © RIPRODUZIONE RISERVATA