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Rassegna stampa: LEco di Bergamo 29 e 30 agosto 2015 Confronto Ncd-Rossi Quattro i nodi da sciogliere «Se ci sarà un accordo esplicito sui punti di merito che poniamo, manterremo il nostro appoggio alla maggioranza e continueremo a lavorare sulle deleghe che ci siamo assunti. Ma se l’intesa non ci fosse, non voteremo il bilancio». Sarà stata pure una «chiacchierata cordiale e non polemica», come assicurano da entrambe le parti, ma di fatto la lista Provincia Bene Comune, che esprime due consiglieri di maggioranza in Via Tasso, ha battuto forte e chiaro i pugni sul tavolo del presidente Matteo Rossi. Esprimendo un malessere che covava da qualche tempo per essere stati «lasciati ai margini su alcune decisioni importanti», e tracciando le proprie condizioni per proseguire. «Non abbiamo mai chiesto posti o poltrone: questi sono però aspetti di contenuto su cui non siamo disposti a cedere», assicura Angelo Capelli, coordinatore di Ncd, che ieri ha incontrato Rossi insieme al capogruppo di «Bene Comune» Denis Flaccadori e al responsabile enti locali, Paolo Moretti. Quattro gli argomenti che la lista ritiene decisivi «per il rilancio dell’alleanza». Primo, l’assistenza educativa e il trasporto dei disabili delle superiori: «Dalle bozze di bilancio che girano, la copertura non sembrerebbe prevista. È invece un tema per noi imprescindibile». Poi ci sono le aree omogenee, sulla cui definizione va privilegiata, sostiene Capelli, «una tradizione che già esiste di collaborazione tra Comuni, con gli Ambiti territoriali dei servizi sociali». Infine, non meno importanti, il futuro dell’aeroporto («cruciale il rapporto con il territorio») e l’acqua («la tariffa non deve essere oggetto di mediazione politica»). Il presidente, dal canto suo, dice di ritenere «utile e importante l’approccio di Capelli e di Provincia Bene Comune, fondato su questioni di merito. Dei temi posti non c’è nulla che non condivida». Sapendo che sui disabili il nodo è quello del bilancio: a oggi, in effetti, le somme (per quest’anno servono 3,6 milioni) potrebbero essere a rischio. Il quadro si definirà nelle prossime settimane, intanto Rossi ribadisce «il massimo impegno» e parla di incontro «nel complesso positivo». Cercando di tenere le fila di una maggioranza in cui qualche fibrillazione comincia a vedersi chiaramente (sul tema profughi, anche con Forza Italia). Ieri, comunque, l’esponente azzurro e capogruppo di «Civici, popolari, indipendenti per Bergamo» Jonathan Lobati, assicurava che «sul bilancio, da parte nostra, l’alleanza non è in discussione, manteniamo la lealtà mostrata fino a oggi. Porteremo però a Rossi un elenco di priorità che stiamo raccogliendo con i nostri amministratori sul territorio: da quel documento avvieremo il confronto sul futuro». • F. Mor. Forza Italia e Ncd «Hanno fiutato dove tira il vento» Forza Italia e Nuovo centrodestra plaudono alla decisione di Giorgio Gori e Matteo Rossi, rispettivamente sindaco e presidente della Provincia di Bergamo, di appoggiare il referendum per chiedere maggiore autonomia per la Lombardia. Dopo che il Pd, in Consiglio regionale, aveva votato contro il referendum dimostrandosi uno dei più acerrimi oppositori della consultazione. FI e Ncd, però, se da un lato accolgono positivamente la decisione dei due esponenti del Pd, dall’altro sospettano che si tratti di una manovra dettata dall’opportunismo politico. Gregorio Fontana, deputato bergamasco e commissario provinciale di Forza Italia, osserva che si tratta di «una presa d’atto e di consapevolezza, un cambio d’idea rispetto al voto del Pd in Consiglio regionale». In quell’occasione, infatti, il Partito democratico «non votò a favore e fece un’intensa opera di propaganda per contrastare il referendum. Adesso mi auguro che questa sia una posizione di tutto il Pd e non una scelta isolata di due amministratori locali, che magari lo fanno anche a beneficio della loro visibilità personale». Oggi, secondo il commissario di FI, «è difficile dirsi contrari» al referendum sull’autonomia, dunque Gori e Rossi «hanno fiutato dove tira il vento». Fontana spiega che il referendum «sarà segnale politico» da spedire al governo. La battaglia principe sarà sulla «possibilità di mantenere le risorse derivanti dalle tasse dei lombardi in Lombardia». Da parte sua il coordinatore bergamasco di Ncd Angelo Capelli, oltre alla questione delle risorse economiche da mantenere sul territorio regionale, sostiene che è importante chiedere maggiore autonomia nel campo della «sanità» e della «viabilità». Tra l’altro, avere una maggiore autonomia a livello fiscale, potrebbe anche consentire «un abbassamento della pressione fiscale». Secondo Capelli, per il Pd adesso «diventa difficile sostenere il no riguardo a un argomento che ha un’evidenza lampante di ragionevolezza». Dunque, le apertura sul referendum sono «una manovra abbastanza opportunistica, perché non mi sembra che all’interno del partito sia stata fatta una battaglia per cambiare posizione sulla questione». Insomma, conclude Capelli, «il Pd è meglio che si metta d’accordo con se stesso». • Fabio Florindi