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RO 1 febb raio 201 0 RASSEGNA ODONTOIATRICA parodontologia .it www.infodent.it PARODONTOLOGIA L’USO DEI PRESIDI IGIENICI IN CAVITÀ ORALE: RASSEGNA DELLA LETTERATURA Luigi Checchi - Ordinario di Parodontologia - Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche Pietro Felice - Borsista, Reparto di Parodontologia - Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche Silvia Marchionni - Microscopia Elettronica - Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche Maria Rosaria Gatto - Ricercatrice, Reparto di Chirurgia Speciale Odontostomatologica - Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche Parole chiave: Prevenzione, malattia parodontale, spazzolino manuale ed elettrico, igiene orale interdentale Breve riassunto iniziale La salute parodontale è conservata dall’igiene orale, tramite presidi igienici specifici. Particolare interesse dovrà essere rivolto alla igiene dello spazio interdentale, punto di partenza di patologia parodontale e cariosa Sommario L’igiene orale domiciliare riveste un ruolo fondamentale nella prevenzione primaria, fornendo al paziente i mezzi per prevenire la malattia parodontale e cariosa. L’analisi della letteratura condotta dagli autori evidenzia come la malattia parodontale, nella maggior parte dei casi, riconosca come sede di partenza lo spazio interdentale in quanto difficilmente detersibile. La pulizia delle aree interdentali infatti, rappresenta un problema importante e faticosamente risolvibile, anche nei soggetti che si spazzolano correttamente. Vengono inoltre richiamati quegli studi che sono stati condotti negli ultimi anni per valutare la capacità degli strumenti disponibili in commercio nel rimuovere la placca e migliorare lo stato di salute parodontale. Summary Numerous studies have been carried out in recent years to evaluate the effectiveness of commercially available instruments in the removal of plaque and gene- ral improvement of periodontal health. Analysis of these studies show that in most cases periodontal diseases originate in interdental spaces which are difficult to reach with a toothbrush. The cleaning of these areas represents an important problem, even for those patients who brush their teeth correctly. La prevenzione e la malattia parodontale Risale al 1965 uno degli studi più significativi sul ruolo della placca nella salute parodontale. In esso, Loe e coll. (59), per la prima volta, dimostrarono come l’accumulo della placca, in un individuo sano, conducesse allo sviluppo di una gengivite, mentre la sua rimozione fosse in grado di far regredire il processo infiammatorio, restituendo l’integrità alla gengiva. Il risultato di questo contributo scientifico è di fondamentale importanza: da una parte, infatti, mette in evidenza il ruolo centrale della placca sopragengivale nella patogenesi della malattia parodontale, dall’altra rivela la possibilità di prevenire la gengivite e l’eventuale parodontopatia attraverso una corretta igiene orale, ponendo le basi della prevenzione clinica. Uno dei punti trattati al World Workshop in Periodontics nel 1996 (30) è stato proprio il concetto di prevenzione, applicato alla malattia parodontale; essa può essere primaria, rivolta cioè agli individui sani o 2 RASSEGNA ODONTOIATRICA 01/2010 - www.infodent.it secondaria e terziaria, applicabile rispettivamente ai pazienti con patologia allo stadio iniziale o conclamata. In particolare, la prevenzione primaria può essere definita come l’insieme delle misure operative effettuate sulla popolazione sana, atte alla promozione ed al mantenimento della salute; la prevenzione secondaria (56) è un atto di natura clinico-diagnostico che consiste nell’identificazione precoce della patologia, seguita dall’immediato intervento terapeutico, per interromperne o comunque rallentarne il decorso; la prevenzione terziaria (56) ha lo scopo di arrestare la progressione della patologia in fase conclamata, prevenendone le complicanze e di creare, al paziente, le condizioni per una qualità di vita il più possibile simile a quella degli individui sani (Tab. 1). Lo spazzolino elettrico e manuale nell’igiene orale domiciliare L’igiene orale domiciliare riveste un ruolo fondamentale nella prevenzione primaria, fornendo al paziente i mezzi per prevenire la malattia parodontale e cariosa, nonché nella terapia di mantenimento dei risultati ottenuti dopo trattamento. Sotto questo aspetto, appare quindi interessante sottolineare l’importanza dei presidi igienici atti a sostenere lo sforzo del paziente durante questi due momenti. Numerosi studi sono stati condotti negli ulti- PARODONTOLOGIA FOTO 1 FOTO 2 FOTO 2A - 2B mi anni per valutare la capacità degli strumenti disponibili in commercio nel rimuovere la placca e migliorare lo stato di salute parodontale, con particolare riferimento agli spazzolini manuali ed elettrici (2, 27, 40, 69, 72, 78, 85, 92). La “United States Food and Drug Administration” (Federal Food, Drug and Cosmetic Act) (16), organo che regolarizza la commercializzazione degli spazzolini manuali, elettrici e degli altri presidi deputati all’igiene interdentale, definisce lo spazzolino manuale un dispositivo composto da un manico ed una testa, munita di setole naturali o sintetiche, avente la funzione di rimuovere la placca ed il cibo, aderenti alla superficie dei denti, al fine di ridurre il loro deterioramento (Code of Federal Regulations I) (Fig. 1) (16). Lo spazzolino elettrico è, invece, costituito da un manico contenente un motore che permette un movimento “proprio e costante” delle setole sugli elementi dentali (Code of Federal Regulations II) (Fig. 2) (16) ed ha la medesima funzione di quello manuale, ma attraverso un’azione combinata meccanica e biofisica (azione di turbolenza) rispetto a quella solo meccanica dello spazzolino manuale. Per quanto riguarda gli spazzolini manuali, la maggior parte degli studi ha valutato la loro efficacia nel rimuovere la placca, in rapporto al “design” del manico (24, 50, 51, 52), della testa (10, 71, 90, 92) e delle setole (3, 9, 12, 19, 31), all’uso o meno del dentifricio (25, 33), al tempo di spazzolamento (46) ed alla pressione utilizzata (83, 84). Tali studi, estremamente eterogenei dal punto di vista dei materiali e dei metodi utilizzati, riportano, nella maggior parte dei casi, una riduzione dell’indice di placca associata all’uso degli spazzolini manuali, con percentuali diverse a seconda della superficie dentale considerata e del design dello spazzolino; tuttavia, va sottolineato che nessun “design” si è dimostrato più efficace degli altri nel raggiungimento di questo obbiettivo (21, 30), mentre è risultata discriminante solo e soltanto l’abilità individuale del paziente (21). Numerosi sono gli studi condotti per valutare l’efficacia, nel rimuovere la placca, degli spazzolini elettrici rispetto a quelli manuali; alcuni di questi sono riportati nella tabella 2. Occorre tuttavia segnalare che esistono notevoli differenze, tra i lavori riportati, in terwww.infodent.it - RASSEGNA ODONTOIATRICA 01/2010 3 PARODONTOLOGIA mini di disegno dello studio, popolazione studiata, indici scelti per valutare l’efficacia dei mezzi analizzati, periodo di osservazione. Per quanto riguarda quest’ultimo, va riportato solo, gli interessanti contributi di Muhler (63) ed Owen (66), i quali affermano che negli studi con follow up breve va tenuto presente il cosiddetto “novelty effect”, ossia una forma di curiosità ed interesse nei confronti dello spazzolino elettrico, che, almeno nelle fasi iniziali, può portare il paziente ad utilizzarlo più spesso. L’espediente per minimizzare tale problema è naturalmente quello di effettuare studi con periodi di osservazione sufficientemente prolungati (4). Come è possibile evincere dalla tabella 3, il numero di studi clinici con follow-up superiore a cinque mesi è esiguo (Boyd et al.; Haffajee et al.; Terezhalmy et al.; Van der Weijden et al.; Walsh & Glenwright). Tra questi, Haffajee et al. (41), se da un lato dimostrano la maggiore efficacia dello spazzolino elettrico, rispetto a quello manuale nel rimuovere la placca, soprattutto dalle superfici vestibolari e linguali (77% versus 65% rispettivamente), dall’altro osservano che gli effetti positivi dello spazzolino elettrico si riducono esaurito il “novelty effect”. Al contrario, Ainamo et al. (2), in uno studio effettuato su 111 pazienti, non hanno osservato differenze in termini di efficacia nella rimozione della placca sopragengivale tra lo spazzolino elettrico e quello manuale a tre, sei e dodici mesi. In conclusione, lo spazzolino elettrico sembra funzionare meglio di quello manuale, soprattutto nelle aree dentali interprossimali (42, 30). Tale dato viene, tuttavia, riportato per lo più da lavori con un follow up breve, inferiore a 6 mesi; negli studi con follow-up superiore a tale periodo, la differenza risulta minore o addirittura assente (2, 14, 41, 77, 85, 88). L’igiene dello spazio interdentale Altri aspetti interessanti sono scaturiti dall’analisi della letteratura specificatamente dedicata all’igiene interdentale (12, 13, 15, 17, 20, 22, 23, 57, 58, 64, 75). Interessante è il capitolo dell’igiene orale dedicato allo spazio interdentale: la malattia parodontale, nella maggior parte dei casi, riconosce infatti come sede di partenza proprio il suddetto spazio (47), in quanto difficilmente raggiungibile dal comune spazzolino da denti (55). Per tale motivo, allo spazio interdentale, la ricerca ha associato l’uso e le metodiche specifiche di presidi per l’igiene delle aree interdentali (11, 37, 38, 53); in tal senso è stata osservata una riduzione significa- Tab. n ° 1 PREVENZIONE I° pazienti SANI obbiettivo rimozione dei fattori di rischio al fine di prevenire l’insorgenza della patologia strumenti igiene domiciliare ed igiene professionale esito PREVENZIONE II° = TERAPIA MINOR = TERAPIA MAJOR • esordio della malattia pazienti affetti da PATOLOGIA ALLO STADIO INIZIALE obbiettivo diagnosi precoce ed immediato intervento terapeutico per interrompere o rallentare il decorso della patologia strumenti terapia iniziale esito PREVENZIONE III° • mantenimento dei pazienti in salute • indice di placca (O’Leary) < 20% • indice di placca (O’Leary) > 20% pazienti affetti da PATOLOGIA AVANZATA obbiettivo arrestare la progressione della patologia in fase avanzata, prevedendone le complicanze strumenti terapia chirurgica esito • indice di placca (O’Leary) < 20% • indice di placca (O’Leary) > 20% complicanze perdita dei denti 4 RASSEGNA ODONTOIATRICA 01/2010 - www.infodent.it PARODONTOLOGIA Tab. n ° 2 confronto dell’ efficacia di spazzolini manuali ed elettrici nella rimozione della placca sopragengivale AUTORE NUMERO E TIPOLOGIA DEI SOGGETTI ETA’ McKendrick et al., 1968 (62) 103 studenti Walsh & Glenwright, 1984 (88) 10 studenti, sani Glavind & Zeuner, 1986 (36) 40 adulti, affetti da malattia parodontale cronica dell’adulto Killoy et al., 1989 (54) 24 soggetti Walsh et al., 1989 (88) 108 soggetti Boyd et al., 1989 (14) 12 40 soggetti (trattati perché mesi affetti da malattia parodontale cronica dell’adulto), attualmente in terapia di mantenimento Baab & Johnson, 1989 (7) 40 adulti, 31 affetti da gengivite di grado moderato Preber et al., 1991 (67) 19 studenti igienisti Hotta & Aono, 1992 (44) 26 studenti Barnes et al., 1993 (8) 70 adulti, affetti da gengivite PERIODO DI OSSERVAZIONE 18-33 24 mesi STRUMENTI ANALIZZATI • Spazzolino elettrico (PTB) • Spazzolino manuale (MTB) 2 settimane • PTB (rotary brush) • MTB 22-67 3 mesi • PTB • MTB (+ irrigatore) • non ci sono differenze in termini di efficacia nella rimozione della placca tra i due strumenti analizzati Silness & Loe, 1964 (73) • non ci sono differenze in termini di efficacia nella rimozione della placca tra PTB e MTB • non ci sono differenze in termini di efficacia nella rimozione della placca tra PTB e MTB; • tutti i pazienti preferiscono lo spazzolino elettrico al manuale • Quigley & Hein, • PTB è più efficace nella rimozio1962 (68) ne della placca rispetto al MTB • Turesky et al., 1970 (79) • O’Leary et al., 1972 (64) • Silness & Loe, • non ci sono differenze in termi1964 (73) ni di efficacia nella rimozione • Quigley & Hein, della placca tra PTB e MTB 1962 (68) • Turesky et al., 1970 (79) • Silness & Loe, • non ci sono differenze in termi• PTB (rotary brush) 1964 (73) ni di efficacia nella rimozione • MTB (con filo interdella placca tra PTB e MTB du• Quigley & dentale e stuzzicarante la terapia di manteniHein, 1962 denti) mento (68) • Turesky et al., 1970 (79) 4 settimane • PTB (rotary brush) • MTB 3 settimane • PTB (rotary brush) • MTB 23-37 OSSERVAZIONI DEGLI AUTORI Greene & Vermillion, 1969 (39) • PTB (rotary brush) • MTB 4 settimane • PTB (rotary brush) • MTB 18-65 6 mesi INDICE DI PLACCA UTILIZZATO O’Leary et al., 1972 (65) • PTB è più efficace nella rimozione della placca rispetto al MTB; tuttavia, 6 mesi dopo lo studio la maggior parte dei soggetti non ha più utilizzato lo spazzolino elettrico • Indice medio di placca associato al PTB: 28% • Indice medio di placca assocoato al MTP: 39% non ci sono differenze in termini 6 settimane • PTB (piezo-electrodi efficacia nella rimozione della nic brush) O’Leary et al., placca tra PTB e MTB • MTB 1972 (65) • non ci sono differenze in termi• PTB (rotary brush) 12 Silness & Loe, ni di efficacia nella rimozione settimane • MTB 1964 (73) della placca tra PTB e MTB segue... www.infodent.it - RASSEGNA ODONTOIATRICA 01/2010 5 PARODONTOLOGIA ...segue AUTORE NUMERO E TIPOLOGIA DEI SOGGETTI ETA’ Howorko et al., pazienti in tera1993 (45) pia di mantenimento PERIODO DI OSSERVAZIONE 2 settimane STRUMENTI ANALIZZATI • PTB (rotary brush) • MTB INDICE DI PLACCA UTILIZZATO OSSERVAZIONI DEGLI AUTORI • Quigley & Hein, • non ci sono differenze in termi1962 (68) ni di efficacia nella rimozione della placca tra PTB e MTB • Turesky et al., • PTB è più efficace sulle superfici di1970 (79) stali degli elementi dentari posteriori Johnson & McIn- 51 soggetti, 18-25 4 nes, 1994 (49) affetti da gensettimane givite di grado moderato • PTB (sonic thbrush) • MTB too- • Quigley & Hein, • lo spazzolino elettrico ad ultra1962 (68) suoni è più efficace nella rimo• Turesky et al., zione della placca batterica ri1970 (79) spetto allo MTB Van der Weijden 77 soggetti, 22 et al., 1994 (82) affetti da gengivite di grado moderato • PTB (rotary thbrush) • MTB too- • Silness & Loe, • PTB è più efficace nella rimo1964 (73) zione della placca batterica rispetto allo MTB • Quigley & Hein, 1962 (68) Terezhalmy et al., 54 soggetti 1995a (76) 8 mesi 18-25 30 giorni Terezhalmy et al., 50 soggetti 1995b (77) 6 mesi • PTB (ultrasonic too- • Quigley & Hein, • PTB ad ultrasuoni è più efficace 1962 (68) nella rimozione della placca thbrush) batterica rispetto allo spazzoli• MTB • Turesky et al., no manuale 1970 (79) • PTB (ultrasonic too- • Quigley & Hein, • non ci sono differenze in termi1962 (68) ni di efficacia nella rimozione thbrush) della placca tra PTB e MTB • MTB • Turesky et al., 1970 (79) Tritten & Armitage, 60 soggetti 1996 (78) 22-59 • PTB (sonic thbrush) • MTB Douglas et 1997 (29) al, 40 soggetti 18-70 2 settimane • PTB (rotary toothbrush) Ainamo & Bay, • PTB è più efficace nella rimozione 1975 (1) della placca rispetto al MTB • MTB Ainamo et 1997 (2) al, 111 soggetti 20-63 12 mesi • PTB (rotary toothbrush) Ainamo & Bay, • non ci sono differenze in termini di efficacia nella rimozione della placca • MTB 1975 (1) tra PTB e MTB, a 3, 6 e 12 mesi 20-60 30 giorni • PTB (ultrasonic too- • Quigley & Hein, • non ci sono differenze in termini di efficacia nella rimozione thbrush) 1962 (68) della placca tra PTB e MTB, a • MTB • Turesky et al., 15 e 30 giorni 1970 (79) 4 settimane • PTB (rotary toothbrush) Quigley & Hein, • PTB è più efficace nella rimozione 1962 (68) della placca rispetto al MTB • MTB Forgas-Brockman 56 soggetti et al., 1998 (32) Fridus et 1998 (34) al., 35 soggetti too- • Quigley & Hein, • PTB ad ultrasuoni è più efficace nella rimozione della placca 1962 (68) batterica rispetto allo spazzoli• Turesky et al., no manuale 1970 (79) Haffajee et al., 52 soggetti 2001 (41) 20-60 6 mesi • PTB (rotary toothbrush) Quigley & Hein, • PTB è più efficace nella rimozione 1962 (68) della placca rispetto al MTB sulle • MTB superfici linguali e vestibolari Warren et 2001 (89) al., 110 soggetti 18-65 3 mesi • PTB (rotary toothbrush) Quigley & Hein, • PTB è più efficace nella rimozione 1962 (68) della placca rispetto al MTB • MTB Dorfen et 2001 (28) al., 76 soggetti 18-65 2 settimane • PTB (rotary toothbrush) Quigley & Hein, 1962 (68) • MTB è più efficace nella rimozioTuresky et al., 1970 (79) ne della placca rispetto al PTB • MTB McCracken et al., 78 pazienti 2002 (61) 18-25 2 settimane • PTB (ultrasonic too- • Quigley & Hein, • PTB è più efficace nella rimo1962 (68) zione della placca rispetto al thbrush) MTB • MTB • Turesky et al., 1970 (79) 6 RASSEGNA ODONTOIATRICA 01/2010 - www.infodent.it PARODONTOLOGIA Tab. n ° 3 studi (con follow-up > 6mesi) sull’efficacia di spazzolini manuali ed elettrici nella rimozione della placca sopragengivale AUTORE PERIODO DI OSSERVAZIONE Walsh et al., 1987 (88) 6 mesi Boyd et al., 1989 (14) 12 mesi 8 mesi Van der Weijden et al et al., 1994 (82) Terezhalmy et al., 1995b (77) 12 mesi Ainamo et al., 1997 (2) 12 mesi 6 mesi Haffajee et al., 2001 (41) Tab. n ° 4 confronto dell’ efficacia di presidi igienici nella rimozione della placca interdentale AUTORE NUMERO E TIPOLOGIA DEI SOGGETTI ETA’ PERIODO DI OSSERVAZIONE STRUMENTI ANALIZZATI INDICE DI PLACCA UTILIZZATO OSSERVAZIONI DEGLI AUTORI Bergenholtz et al., 23 pazienti, 28-70 2 settimane • filo interdentale Silness & Loe, • non ci sono differenze in termini di efficacia nella rimozione della placca 1974 (11) affetti da ma• s t u z z i c a d e n t i 1964 (73) dalle superfici vestibolari, linguali ed lattia parodontriangolari, rettangoassiali, tra i vari mezzi utilizzati; tale lari, rotondi • nelle aree interdentali sono più effi• spazzolino caci gli strumenti interdentali rispetto manuale allo spazzolino manuale; • lo stuzzicadente triangolare ed il filo interdentale sono più efficaci nella rimozione della placca interprossimale rispetto agli stuzzicadenti triangolari ed allo spazzolino manuale; • lo stuzzicadente triangolare è più efficace di quello rettangolare e di quello con superficie rotonda Wolffe, 1976 (91) 35 pazienti, 9-54 sani ed affetti da malattia parodontale 1 settimana • filo interdentale cerato • stuzzicadenti triangolari • scovolini interdentali • non ci sono differenze in termini di efficacia nella rimozione della placca interdentale tra i tre strumenti analizzati; • il 51% dei soggetti ha preferito l’utilizzo degli stuzzicadenti triangolari Bergenholtz & Bri- 10 pazienti, 21-69 2 settimane • fili interdentali Silness & Loe, • non ci sono differenze statisticamente significative nella rithon, 1980 (13) trattati perché in seta cerato e 1964 (73) mozione della placca interdennon cerato affetti da matale tra i diversi tipi di fili; • fili interdentali lattia parodon• i fili interdentali sono più efficadi nylon cerato e tale ci rispetto agli stuzzicadenti, non cerato specialmente sulle superficie lin• stuzzicadenti guale ed assiali Bergenholtz & Ol- 9 pazienti, 52 sson, 1984 (12) trattati perché affetti da malattia parodontale 2 settimane • spazzolino ma- Silness & Loe, • i tre scovolini sono stati più effi1964 (73) caci rispetto al filo interdentale nuale nella rimozione della placca • filo interdentale dalle superfici interprossimali; cerato • la differenza nella rimozione • scovolini interdella placca è legata all’abilità dentali con diadel paziente metro di 0,76-0,65 e 0,71 mm www.infodent.it - RASSEGNA ODONTOIATRICA 01/2010 7 PARODONTOLOGIA A B C D FOTO 3 - A - B - C - D FOTO 4 tiva della placca sopragengivale di tali sedi (30, 42). In uno dei primi studi (23), 15 studenti di odontoiatria venivano esaminati quotidianamente, registrando la distribuzione della loro placca sopragengivale. In generale, le superfici vestibolari, superiori ed inferiori, erano interessateda livelli ridotti di placca; i molari avevano in tutti i casi più placca dei premolari e degli incisivi; le superfici interdentali presentavano i livelli di placca maggiori. La conclusione del lavoro fu la seguente: la puli- zia delle aree interdentali infatti, rappresenta un problema importante, anche nei soggetti che si spazzolano correttamente e la quantità di placca residua presente su queste superfici è maggiore nei premolari e nei molari, denti più difficili da raggiungere anche con i specifici presidi igienici. Lang et al. (58) volendo valutare l’effetto della graduale riduzione nella frequenza di spazzolamento dei denti, per un periodo di sei settimane, ha potuto dimostrare che la placca si accumula dapprima nelle aree interdentali dei molari e dei premolari, successivamente sulle superfici interprossimali dei denti anteriori e da ultimo sulle superfici vestibolari dei premolari e dei molari. Questo risultato trova una conferma nel lavoro di Furuichi e coll. (35), pubblicato nel 1992, nel quale la modalità di accumulo della placca è stata studiata in 10 soggetti dopo 1, 4, 7 e 14 giorni di mancanza di igiene orale. La valutazione dell’indice di placca ha permesso di evidenziare che i denti mandibolari sono interessati da un maggiore accumulo di placca, rispetto a quelli dell’arcata superiore ed in particolare la maggiore quantità di placca si osserva nelle aree interdentali. La ricerca ha, inoltre, dimostrato come l’incompleta rimo- 8 RASSEGNA ODONTOIATRICA 01/2010 - www.infodent.it zione della placca in cavità orale acceleri la formazione di “biofilm”, da parte di numerosi batteri, nelle aree interdentali (15, 26) e come la ricolonizzazione delle superfici pulite di un dente, da parte della flora batterica, sia molto più rapida quando la placca non venga completamente rimossa. Brecx e coll. (15) hanno studiato l’effetto dell’igiene orale sulla formazione della placca, utilizzando film di plastica da applicare alle superfici vestibolari dei molari e dei premolari: in un individuo sano, la plastica veniva colonizzata da materiale acellulare e da cocchi Gram-positivi nell’arco di 4 ore; un numero 3 volte superiore di batteri, costituiti da microrganismi sia a bastoncello che filamentosi, erano isolati nei soggetti che da 7 giorni non seguivano misure di igiene orale. Da tale esperimento, si evince come l’igiene delle aree interdentali giochi un ruolo determinante nel rallentare il processo di deterioramento delle altre superfici dentali. Pertanto, l’igiene interdentale è importante sia per ridurre l’incidenza delle gengiviti interprossimali e delle carie, come già sottolineato da Axelsson & Lindhe (5, 6), sia per migliorare il livello igienico globale della cavità orale (15). Sono disponibili numerosi strumenti per la PARODONTOLOGIA tia parodontale (18), gli scovolini interdentali sono più efficaci dei fili interdentali nella rimozione della placca interdentale (12, 53, 86); la preferenza (12, 17, 20) del paziente nei confronti dello strumento da utilizzare per l’igiene interdentale rappresenta un fattore importante per la sua adesione, a lungo termine, al programma di igiene orale (compliance). Alla luce dei dati riportati in letteratura è possibile concludere che la salute parodontale è conservata dall’igiene orale (5, 6, 60), tramite una associazione di presidi igienici specifici (89) e tecnica colorimetrica (Fig. 6, 6a). Particolare interesse dovrà essere rivolto alla igiene dello spazio interdentale, punto di partenza di patologie (47). FOTO 5 DIDASCALIE FOTO Figura 1: Alcuni modelli di spazzolini manuali con setole artificiali, disponibili in commercio. Figura 2: Spazzolino elettrico di ultima generazione (Braun Oral-B): al microscopio elettronico a scansione. Fig 2A: l’esame della setola di colore bianco evidenzia FOTO 5 A difetti di superficie con estremità non perfettamente arrotondata e non soddisfa, pertanto, i criteri di Silverstone e Featherstone (74). Fig 2B: la setola di colore azzurro pulizia interdentale (fili, nastri, tip, scovolini, ecc.) (Figg. 3, 4, 5, 5a), applicabili con successo nella prevenzione. La tabella 4 mostra i risultati degli studi che confrontano l’efficacia di tali strumenti nel rimuovere la placca. Conclusioni Dall’analisi degli studi riportati emerge quanto segue: nei pazienti con un quadro anatomico normale ed in quelli affetti da gengivite (18), lo spazzolamento dei denti associato all’uso del filo interdentale consente di rimuovere una maggiore quantità di placca (fino all’80%) dalle superfici interdentali (13, 53), rispetto al solo spazzolamento; i diversi fili analizzati risultano dal punto di vista clinico ugualmente efficaci (13, 20, 38, 55) ; nei pazienti con un quadro anatomico da malattia parodontale o da pregressa malat- presenta una estremità ben arrotondata ed è quindi accettabile, secondo la classificazione di Silverstone e Featherstone (74). Figura3: Immagine al microscopio elettronico a scansione di alcuni tipi di filo interdentale disponibili in commercio (Oral B). Filo A-B: monofilamento di nylon e relativa guaina superficiale; filo C: matrice spugnosa; filo D: plurifilamento. Figura 4: Stimolatore interdentale in gomma montato su manico di metallo (Butler) e relativo aspetto al microscopio elettronico a scansione che mostra la superficie FOTO 6 - 6 A www.infodent.it - RASSEGNA ODONTOIATRICA 01/2010 9 PARODONTOLOGIA del tip. Figura 5 - 5a: Spazzolino interdentale di forma conica (Fig. 5: 614-Butler) e di forma cilindrica (Fig. 5a: 612-Butler) montato su manico di metallo e relativo aspetto al microscopio elettronico a scansione; come è possibile osservare in entrambi i casi le setole presentano estremità appuntite, ad angolo retto, con difetti della superficie o con residui di materiale. Figura 6 - 6a: Tecnica colorimetrica che utilizza un liquido rivelatore di placca per evidenziare la placca presente sulle superfici dentali. BIBLIOGRAFIA (1) Ainamo J. & Bay I. (1975) Problems and proposals for recording gingivitis and plaque. 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Prof. Mariano Sanz, Prof. Leonardo Trombelli DUE CARRARE (PD) 26-03-2010 Profilo dei relatori Mariano Sanz Alonso, Dottore in Medicina – Laurea - Universidad Complutense de Madrid, Specialista in Stomatologia. Universidad Complutense de Madrid , Specialista in Parodontologia. University of California, Los Angeles (UCLA) , Dottorato in Medicina. Universidad Complutense de Madrid , Professore di Parodontologia. Universidad Complutense de Madrid , Preside della Facoltà di Odontologia. Universidad Complutense de Madrid , Direttore del Programma Post-Laurea “Master in Parodontologia”. Universidad Complutense de Madrid, Ex Segretario Generale della Federazione Europea di Parodontologia (EFP) , Ex Presidente della Società Spagnola di Parodontologia (SEPA), Consigliere e Membro del Consiglio Regionale dell’Associazione Internazionale per la Ricerca Dentale (IADR-CED), Direttore Associato dei giornali scientifici Evidence-Based Dental Practice e Journal of Clinical Periodontology, Membro del Comitato di Redazione dei seguenti giornali scientifici: Journal of Periodontal Research, Clinical Oral Implant Research, Journal of Dental Research, Oral Diseases, Clinical Oral Investigations e Journal de Parodontologie. Ha pubblicato oltre 150 articoli e capitoli all’interno di pubblicazioni di Parodontologia, Implantologia ed Educazione Dentale Leonardo Trombelli, Professore Associato, titolare dell’insegnamento di Parodontologia e Implantologia del Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria dell’Università di Ferrara. Dal 1995 al 2004 è stato Assistant Professor presso l’Advanced Education Program in Periodontics and Implant Surgery della Loma Linda University, California. Presidente della Società Italiana di Implantologia Osteointegrata (200709). Socio Attivo della Società Italiana di Parodontologia, Socio Attivo della Società Italiana di Implantologia Osteointegrata, Membro Attivo dell’International Association for Dental Research e Membro Attivo dell’International Academy of Periodontology. E’ componente del Board Editoriale del Journal of Clinical Periodontology e del Peer Review Panel del Journal of Periodontology. E’ Direttore del Centro di Ricerca e Servizi per lo Studio delle Malattie Parodontali dell’Università di Ferrara. Esercita attività libero-professionale limitata alla Parodontologia ed Implantologia. Durante il Corso verrà fornita ai partecipanti un’overview degli aspetti semeiotici delle forme di parodontite avanzata e degli algoritmi decisionali necessari per la formulazione del piano di trattamento nel paziente parodontalmente compromesso. Ampio spazio sarà dedicato alla parte chirurgica, esplorando quali siano le indicazioni e controindicazioni delle principali metodiche di chirurgia parodontale correttiva e fornendo le conoscenze tecnico-ope- rative necessarie per eseguire le tecniche di chirurgia ossea resettiva e chirurgia ricostruttiva. Particolare enfasi verrà data alla descrizione delle tappe chirurgiche relative al Single Flap Approach, tecnica minimamente invasiva per la ricostruzione dei tessuti parodontali profondi. Attraverso la discussione di casi clinici, infine, verranno analizzate le potenzialità e i limiti di ciascuna tecnica e le modalità di gestione di eventuali complicanze/fallimenti. Infine, Programma del corso • 08:15 Registrazione Partecipanti • 08:45 Benvenuto e aperture dei lavori • 09:00-10:30 Mariano Sanz Dentizione parodontalmente compromessa Estrazioni vs trattamento parodontale, Elementi critici del piano di trattamento • 10:30-11:00 Coffee Break • 11:00-12:30 Leonardo Trombelli Dentizione parodontalmente compromessa Trattamento parodontale con particolare enfasi sulla chirurgica ossea resettiva • 12:30-13:00 Discussione (Mariano Sanz – Leonardo Trombelli) • 13:00-14:30 Lunch Break • 14:30-16:00 Leonardo Trombelli Dentizione parodontalmente compromessa Trattamento parodontale con particolare enfasi sulla rigenerazione parodontale • 16:00-16:30 Coffee Break • 16:30-18:00 Mariano Sanz Estrazioni dentali – Impianti post-estrattivi immediati lementi critici e fattori di rischio • 18:00-18:30 Discussione (Mariano Sanz – Leonardo Trombelli) • 18:30 Chiusura dei lavori Modalità di iscrizione Le iscrizioni devono pervenire alla Segreteria Organizzativa entro il 19 marzo 2010 e saranno accettate sulla base dell’ordine cronologico di arrivo.Eventuale disdetta va obbligatoriamente comunicata per iscritto alla Segreteria almeno 10 giorni prima della data del corso, pena la perdita della caparra. La quota di iscrizione è € 150 IVA inclusa. Al termine del corso verrà rilasciato l’attestato di partecipazione. Segreteria Organizzativa Cristina Zanotto - Via Veneto, 10 - 35020 Due Carrare (PD) Tel. 049.9124300 - Fax 049.9124290 Fonte: www.sweden-martina.it www.infodent.it - RASSEGNA ODONTOIATRICA 01/2010 13 PARODONTOLOGIA INTERVISTA OCCHIALI INGRANDENTI DA STUDIO Prof. Ugo Covani Professore straordinario di Malattie Odontostomatologiche all’Università degli studi di Pisa. Direttore dell’Istituto Stomatologico Tirreno presso l’Ospedale della Versilia. INTRODUZIONE Gli occhiali ingrandenti sono sistemi composti da un telaio (generalmente in alluminio), da lenti (corrette o no) e da una coppia a binocolo. Nati per la chirurgia (e particolarmente per la cardio-chirurgia), nell’impiego in odontoiatria utilizzano ingrandimenti maggiori (fino a 8X con distanze di lavoro fra i 25 ed i 40 centimetri). Al prof. Ugo Covani chiediamo come l’impiego di sistemi di ingrandimento possa aiutare l’odontoiatra nella pratica chirurgica. rodontali. Questo non significa comunque che nella pratica non si debbano usare sistemi di ingrandimento: gli occhiali, ad esempio, che sono più economici e richiedono una fase di apprendimento molto più contenuta. Sicuramente molte procedure odontoiatriche, sia diagnostiche che terapeutiche, trovano una importante utilità nell’ingrandimento del campo: se quindi il microscopio può essere uno strumento indicato solo per particolari interventi, si può certamente concludere che gli occhiali ingrandenti possono essere considerati necessari in qualunque pratica. Professor Covani, in quali specialità l’ausilio di un sistema di ingrandimento è utile, ed in quali lo si ritiene indispensabile? La chirurgia odontoiatrica si sta indirizzando sempre più verso la mini invasività, e quindi, in un certo senso, tutto è diventato più “piccolo”. Questo ha portato di attualità i sistemi di ingrandimento: dagli occhiali ingrandenti ai microscopi operatori. Sicuramente la disciplina dove la necessità di ingrandire non viene messa in discussione è la chirurgia endodontica dove, per gli interventi altamente specialistici è indicato l’impiego del microscopio operatorio. Tuttavia l’utilizzo del microscopio, sia per il costo, che per il training che richiede, è riservato a centri altamente specializzati: dove si pratica molta chirurgia endodontica, o nel campo della parodontologia avanzata, quando si effettuino interventi micro-chirurgici pa- Lei ha accennato alle procedure diagnostiche, delle quali si parla forse meno. In diagnosi qual è il vantaggio dell’ingrandimento? Vedere più “grande” consente di rilevare particolari che possono sfuggire alla osservazione ad occhio nudo: si può pensare alle fratture, alle infrazioni delle radici, alla chiusura marginale, alle infiltrazioni marginali dell’odontoiatria restaurativa. Ma il vantaggio dell’ingrandimento non è percepito solo dall’operatore chirurgo; anche nel campo dell’igiene dentale ormai tutti gli igienisti usano occhiali ingrandenti per vedere meglio, in questo caso, la superficie radicolare. Nello stesso laboratorio odontotecnico si utilizzano sistemi di ingrandimento: diventa quindi difficile pensare ad un dialogo fra l’odontoiatra che vede ad occhio nudo ed il tecnico che, ingrandendo, vede particolari molto più definiti. Un dialogo è certamente più costruttivo quando tutti gli attori, 14 RASSEGNA ODONTOIATRICA 01/2010 - www.infodent.it odontoiatra, igienista, odontotecnico, possono osservare gli stessi dettagli. Esistono anche svantaggi? Non parlerei di svantaggi: è necessario un periodo di esercitazione per prendere confidenza con una visione che è artificiale. Tutti i nostri movimenti rispondono istintivamente alla visione diretta, e non si calibrano automaticamente quando il campo viene ingrandito. Il training serve appunto a questo. Qualche altra indicazione? Vorrei concludere con una battuta… l’età. L’età media di noi odontoiatri si sta innalzando ed i sistemi di ingrandimento ci aiutano comunque a vedere meglio, o perlomeno a vedere bene quello che vedevamo bene a occhio nudo solo un po’ di anni fa. Battute a parte, come in tutte le discipline chirurgiche, poter osservare dettagli che i limiti fisiologici della visione non consentono di percepire vuol dire maggiore precisione, nella diagnosi così come nella esecuzione di un intervento. E maggior precisione significa una minore probabilità di commettere errori. Oggi gli strumenti ci sono. Fonte: Infodent 11/2009 università PARODONTOLOGIA Università di Ferrara CENTRO DI RICERCA E SERVIZI PER LO STUDIO DELLE MALATTIE PARODONTALI Con Decreto Rettorale datato 26/01/1999, preso l’ Università degli Studi di Ferrara è stato istituito il Centro di Ricerca e Servizi denominato Centro di Ricerca e Servizi per lo Studio delle Malattie Parodontali. Il Centro si configura come Centro Dipartimentale. Direttore: Prof. Leonardo Trombelli Esso rappresenta un’ autonoma articolazione scientifica rispetto alla Sezione di Odontoiatria del Dipartimento delle Discipline Medico-Chirurgiche della Comunicazione e del Comportamento della Facoltà di Medicina e Chirurgia. La creazione del Centro si giustifica per la reale necessità di gestire il servizio di Prevenzione, Diagnosi e Terapia delle Malattie Parodontali e, più specificamente, di ottimizzare e potenziare la attività di ricerca inerente agli aspetti diagnostici e terapeutici delle patologie delle strutture di supporto dentarie. Ha sede preso la Sezione di Odontoiatria del Dipartimento delle Discipline MedicoChirurgiche della Comunicazione e del Comportamento della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Il Centro di Ricerca si pone come uno degli obbiettivi principali l’organizzazione di iniziative didattiche per l'aggiornamento continuo relative alle acquisizioni scientifiche e cliniche sugli aspetti diagnostici e terapeutici delle malattie parodontali ottenute presso il Centro ed analoghi Centri di ricerca italiani e stranieri. Le attività didattiche sono le seguenti: • Master – corso avanzato di parodontologia teorico-pratico con frequenza in reparto, Ferrara, Aprile-Dicembre 2010 • Corsi di aggiornamento- "Corso teoricopratico di parodontologia per igienisti dentali", Ferrara, Gennaio-Marzo 2010 • Corsi di perfezionamento – Corso avanzato di parodontologia teorico-pratico con frequenza in reparto, Ferrara, Aprile-Dicembre 2010 I progetti di ricerca che ha svolto il Centro sono: • Valutazione di metodiche chirurgiche, bio- materiali e fattori modulanti la guarigione della ferita parodontale atti alla rigenerazione dei tessuti parodontali lesi dalla patologia infettivo-infiammatoria; • Valutazione di genotipi polimorfici per la produzione di citochine infiammatorie quali markers di severità di patologia nella gengivite e nella parodontite aggressiva; • Creazione di un nuovo modello di gengivite sperimentale atto alla valutazione di fattori sistemici e locali interessati a) nel meccanismo patogenetico della gengivite placca-associata b) nell' attività di agenti antiplacca e/o anti-gengivite; I Servizi clinici offerti da Centro sono inseriti nell' attività della Sezione di Odontoiatria dell' Università degli Studi di Ferrara: • Attività clinica universitaria. Il Servizio è svolto da un team di Odontoiatri dedicati alla erogazione di prestazioni specialistiche parodontali a carattere ambulatoriale per utenti esterni di provenienza territoriale ed extra-territoriale. www.infodent.it - RASSEGNA ODONTOIATRICA 01/2010 15 PARODONTOLOGIA università • Progetto "Dolce Sorriso". E’ stato ampiamente dimostrato che la presenza di diabete mellito, sia di tipo I che di tipo II, aumenta la prevalenza, l’incidenza e la severità della parodontite. Dati mostrano che in pazienti affetti da diabete mellito, la prevalenza di parodontite di grado severo è risultata circa 4 volte maggiore della prevalenza riscontrata nella popolazione generale. Una volta insorta, la parodontite, data la sua natura di infezione cronica, può contribuire al peggioramento dello stato diabetico comportando anche una maggior severità delle complicanze associate al diabete. In particolare, tanto più diffusa è la infiammazione nella bocca, tanto maggiore è l’influenza negativa sullo stato diabetico. La terapia parodontale può quindi determinare un beneficio sul diabete. Ciò comporta che la necessità del trattamento parodontale in soggetti diabetici è consigliabile non solo per preservare una dentizione sana e funzionale, ma an- che per assicurare il complessivo stato di salute del paziente. Il progetto, che nasce da una collaborazione tra il Centro Ricerca e Servizi per lo Studio delle Malattie Parodontali e il Servizio di Diabetologia della Azienda Ospedaliera Universitaria “Arcispedale S. Anna” di Ferrara, diretto dal Dr. Pierluigi Pareschi, consiste in un programma assistenziale finalizzato alla prevenzione, diagnosi e trattamento delle malattie parodontali nel paziente diabetico. Su indicazione del Servizio di Diabetologia, il paziente avrà la possibilità di accedere, seguendo un percorso assistenziale specifico, al trattamento delle affezioni del parodonto presso l’Ambulatorio di Parodontologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Arcispedale S. Anna”. Per accedere al programma è sufficiente che l’utente si prenoti presso il Servizio di Diabetologia e Malattie del Ricambio, Azienda Ospedaliera Universitaria “Arcispedale S. Anna” di Ferrara, c.so Giovecca 203, 16 RASSEGNA ODONTOIATRICA 01/2010 - www.infodent.it Ferrara, Tel. 0532/236346. • Progetto “Un sorriso a 20 denti”. La carie dentaria rappresenta la patologia orale più diffusa tra la popolazione di età pediatrica. Se non tempestivamente diagnosticata, la lesione cariosa può comportare una estesa distruzione del dente, con possibile conseguente infezione dell’osso alveolare ed eventuale perdita dell’elemento dentario. I dati epidemiologici più recenti ci confermano una diminuzione della prevalenza della carie. Ciononostante, la patologia è ancora estesamente presente e gli interventi mirati alla prevenzione sono non solo giustificati, ma urgenti. In quest’ottica preventiva è nato il Progetto “Un sorriso a 20 denti”, promosso dal CRSSMP e dal Corso di Laurea in Igiene Dentale della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Ferrara in collaborazione con l’Assessorato ai Servizi alla persona, Sociali e Sanitari e l’Assessorato al Diritto allo Studio del Comune di Ferrara. Il progetto ha come obbiettivo primario l’educazione alla salute del cavo orale degli allievi che frequentano le scuole materne ed elementari. Una lezione in classe a tu per tu con i bambini, coinvolgente e ricca di spunti; incontri con insegnanti e genitori; un quaderno illustrato per imparare giocando. Il Progetto si affida a questi strumenti per arricchire ed integrare l’offerta formativa degli istituti scolastici in termini di educazione alla cura del cavo orale ed alla prevenzione delle patologie orali. Questo programma di educazione sanitaria si prefigge di affrontare i delicati temi della igiene orale e della prevenzione parlando il linguaggio dei bambini, usando strumenti comunicativi semplici e condivisi anche dai più piccoli. Ciò nell’ ambizioso tentativo di influire in modo concreto sul modo di concepire la salute orale da parte delle nuove generazioni. Nella ferma convinzione che ogni minima risorsa dedicata oggi alla prevenzione porterà, domani, ad un miglioramento dello stato di salute dell’individuo. • Valutazione del rischio individuale in parodontologia Corso Giovecca 203, 44121 Ferrara Telefono: 0532.205277 Fax: 0532.202329 Fonte: www.unife.it